Salve dottore ho questi 2 pensieri 1 tirare su con naso ogni minuto senza respirare 2 quando sono
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Salve dottore ho questi 2 pensieri
1 tirare su con naso ogni minuto senza respirare
2 quando sono coricata devo fare il movimento della vescica pure senza respirare c entra sempre il respiro ?
Ora volevo sapere se una persona x esempio ascolta questi pensieri può morire senza respirare oppure la respirazione e automatica
1 tirare su con naso ogni minuto senza respirare
2 quando sono coricata devo fare il movimento della vescica pure senza respirare c entra sempre il respiro ?
Ora volevo sapere se una persona x esempio ascolta questi pensieri può morire senza respirare oppure la respirazione e automatica
Buonasera,
grazie per il messaggio. Sebbene non abbia ben capito cosa intenda con "movimento della vescica", mi verrebbe da dire che la nostra mente iperproduce dei pensieri che, se accolti e lasciati andare senza contrastarli o concedere loro lo spazio di ingigantirsi, si risolvono spontaneamente. Quindi il mio consiglio è anzitutto di provare a concentrarsi su qualcosa per lei di significativo e in seconda istanza di richiedere un colloquio di supporto al fine di indagare quali sono le ragioni per le quali tali pensieri impattano tanto sul suo attuale funzionamento e da dove originino. Un cordiale saluto, Dott.ssa Michelle Borrelli
grazie per il messaggio. Sebbene non abbia ben capito cosa intenda con "movimento della vescica", mi verrebbe da dire che la nostra mente iperproduce dei pensieri che, se accolti e lasciati andare senza contrastarli o concedere loro lo spazio di ingigantirsi, si risolvono spontaneamente. Quindi il mio consiglio è anzitutto di provare a concentrarsi su qualcosa per lei di significativo e in seconda istanza di richiedere un colloquio di supporto al fine di indagare quali sono le ragioni per le quali tali pensieri impattano tanto sul suo attuale funzionamento e da dove originino. Un cordiale saluto, Dott.ssa Michelle Borrelli
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Buonasera,
La respirazione è per la maggior parte un processo automatico, controllato inconsciamente dal centro respiratorio nel cervello. Questo processo avviene senza il nostro intervento cosciente, e continua durante il sonno e in stato di incoscienza.
Per un certo periodo possiamo trattenere il fiato ma poi automaticamente il nostro cervello farà aumentare la frequenza respiratoria per apportare l'ossigeno necessario al nostro organismo.
Cordialmente
Dott.ssa Chantal Danna
La respirazione è per la maggior parte un processo automatico, controllato inconsciamente dal centro respiratorio nel cervello. Questo processo avviene senza il nostro intervento cosciente, e continua durante il sonno e in stato di incoscienza.
Per un certo periodo possiamo trattenere il fiato ma poi automaticamente il nostro cervello farà aumentare la frequenza respiratoria per apportare l'ossigeno necessario al nostro organismo.
Cordialmente
Dott.ssa Chantal Danna
Salve,
comprendo la sua preoccupazione riguardo ai pensieri che sta vivendo.
I pensieri che descrive — come la necessità di tirare su con il naso frequentemente o di attivare la vescica quando è coricata, entrambi accompagnati dal timore di non respirare — possono essere legati a meccanismi di ansia o a un’iper-attenzione verso alcune funzioni corporee, come la respirazione.
È importante sapere che la respirazione è un processo automatico, controllato dal sistema nervoso autonomo. Anche se ci si concentra volontariamente sul respiro, il corpo continua comunque a respirare da solo. In altre parole, non è possibile "dimenticare" di respirare al punto da smettere completamente e mettere a rischio la propria vita solo perché si è concentrati su altri pensieri.
Tuttavia, quando si sviluppa un’eccessiva attenzione o preoccupazione verso questi processi corporei, può insorgere una condizione di disagio, talvolta associata a sintomi ansiosi o ossessivi. In questi casi, affidarsi a uno specialista è fondamentale per comprendere meglio l’origine di questi pensieri e imparare a gestirli in modo efficace.
Sarebbe quindi utile e consigliato approfondire questi aspetti rivolgendosi a uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
comprendo la sua preoccupazione riguardo ai pensieri che sta vivendo.
I pensieri che descrive — come la necessità di tirare su con il naso frequentemente o di attivare la vescica quando è coricata, entrambi accompagnati dal timore di non respirare — possono essere legati a meccanismi di ansia o a un’iper-attenzione verso alcune funzioni corporee, come la respirazione.
È importante sapere che la respirazione è un processo automatico, controllato dal sistema nervoso autonomo. Anche se ci si concentra volontariamente sul respiro, il corpo continua comunque a respirare da solo. In altre parole, non è possibile "dimenticare" di respirare al punto da smettere completamente e mettere a rischio la propria vita solo perché si è concentrati su altri pensieri.
Tuttavia, quando si sviluppa un’eccessiva attenzione o preoccupazione verso questi processi corporei, può insorgere una condizione di disagio, talvolta associata a sintomi ansiosi o ossessivi. In questi casi, affidarsi a uno specialista è fondamentale per comprendere meglio l’origine di questi pensieri e imparare a gestirli in modo efficace.
Sarebbe quindi utile e consigliato approfondire questi aspetti rivolgendosi a uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
La respirazione è automatica
Buongiorno
Da quello che scrive, sembra che lei stia descrivendo pensieri ossessivi o compulsivi che potrebbero essere legati a disturbi come l'ansia o il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). È importante notare che questi pensieri non riflettono necessariamente la realtà o le tue intenzioni.
La respirazione è un processo automatico che non richiede un controllo cosciente costante. I pensieri ossessivi e compulsivi possono essere gestiti con l'aiuto di un professionista della salute mentale e con tecniche specifiche.
Cordiali saluti
Da quello che scrive, sembra che lei stia descrivendo pensieri ossessivi o compulsivi che potrebbero essere legati a disturbi come l'ansia o il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). È importante notare che questi pensieri non riflettono necessariamente la realtà o le tue intenzioni.
La respirazione è un processo automatico che non richiede un controllo cosciente costante. I pensieri ossessivi e compulsivi possono essere gestiti con l'aiuto di un professionista della salute mentale e con tecniche specifiche.
Cordiali saluti
Gentilissima, grazie per la condivisione innanzitutto. Comprendo la sua preoccupazione in merito a questi pensieri, nonchè il suo bisogno di risposte. Credo che intraprendere dei colloqui con uno specialista possa aiutarla ad esplorare e provare a comprendere le motivazioni sottostanti la natura di questi pensieri, individuando insieme allo specialista delle strategie funzionali per affrontarli.
Resto a disposizione!
cordiali saluti
AV
Resto a disposizione!
cordiali saluti
AV
Buongiorno gentile utente,
se i suoi movimenti, non sono intenzionali, possono essere spiegati come tic, diversamente potrebbero essere considerati come compulsioni ossessive, rituali di verifica e controllo, in ogni caso non mi risulta possibile il decesso per asfissia auto indotta, trattenendo o bloccando l'atto respiratorio volontariamente, senza ausili esterni. Nel caso più estremo, se potesse giungere a svenimento, sopportando l'apnea, subito dopo si ripristinerebbero gli atti respiratori conservativi, secondo quanto il sistema nervoso autonomo, gestisce per natura.
Cordiali saluti,
Dr. Cristian Sardelli
se i suoi movimenti, non sono intenzionali, possono essere spiegati come tic, diversamente potrebbero essere considerati come compulsioni ossessive, rituali di verifica e controllo, in ogni caso non mi risulta possibile il decesso per asfissia auto indotta, trattenendo o bloccando l'atto respiratorio volontariamente, senza ausili esterni. Nel caso più estremo, se potesse giungere a svenimento, sopportando l'apnea, subito dopo si ripristinerebbero gli atti respiratori conservativi, secondo quanto il sistema nervoso autonomo, gestisce per natura.
Cordiali saluti,
Dr. Cristian Sardelli
Buongiorno gentile Utente, la sua domanda tocca un tema importante che riguarda la percezione del corpo, l'attenzione sul respiro e il controllo involontario di alcune funzioni fisiologiche. Vorrei tranquillizzarla subito: la respirazione è un meccanismo in gran parte automatico, regolato da aree profonde del cervello (come il tronco encefalico) che continuano a funzionare indipendentemente dalla nostra volontà o attenzione cosciente. Anche quando siamo distratti, addormentati o inconsapevoli, il nostro corpo continua a respirare.
Tuttavia, è possibile che in alcuni momenti di particolare attivazione emotiva o ansia, si sviluppi un controllo cosciente e persistente del respiro, che diventa fonte di disagio o pensieri ricorrenti. Quando lei dice di “tirare su con il naso ogni minuto senza respirare” o di fare movimenti legati alla vescica mentre è coricata, sembrerebbe esserci una componente ossessiva o compulsiva nel controllo del corpo, che può essere faticosa e fonte di ulteriore tensione.
Non si muore perché si ascolta troppo il respiro, questo è importante che lo sappia. Ma può diventare stancante e ansiogeno sentire di doversi occupare costantemente di funzioni che normalmente sono automatiche. Quando succede, è spesso il segnale che c'è un'ansia più profonda che cerca di esprimersi attraverso il corpo e che andrebbe accolta, compresa e trattata con strumenti adeguati.
In questi casi, un lavoro psicoterapeutico può aiutare molto, sia per ridurre i pensieri intrusivi legati alla respirazione o ad altre funzioni corporee, sia per affrontare il nucleo emotivo sottostante che li mantiene attivi.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Tuttavia, è possibile che in alcuni momenti di particolare attivazione emotiva o ansia, si sviluppi un controllo cosciente e persistente del respiro, che diventa fonte di disagio o pensieri ricorrenti. Quando lei dice di “tirare su con il naso ogni minuto senza respirare” o di fare movimenti legati alla vescica mentre è coricata, sembrerebbe esserci una componente ossessiva o compulsiva nel controllo del corpo, che può essere faticosa e fonte di ulteriore tensione.
Non si muore perché si ascolta troppo il respiro, questo è importante che lo sappia. Ma può diventare stancante e ansiogeno sentire di doversi occupare costantemente di funzioni che normalmente sono automatiche. Quando succede, è spesso il segnale che c'è un'ansia più profonda che cerca di esprimersi attraverso il corpo e che andrebbe accolta, compresa e trattata con strumenti adeguati.
In questi casi, un lavoro psicoterapeutico può aiutare molto, sia per ridurre i pensieri intrusivi legati alla respirazione o ad altre funzioni corporee, sia per affrontare il nucleo emotivo sottostante che li mantiene attivi.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Gentile utente,
grazie per aver condiviso queste preoccupazioni. I pensieri che descrive, come il bisogno di tirare su col naso o di fare certi movimenti legati al respiro, possono essere molto fastidiosi e provocare ansia. Tuttavia, è importante sapere che la respirazione è una funzione automatica del nostro corpo, regolata da meccanismi profondi nel cervello. Anche se una persona cerca di controllarla o trattenerla, il corpo è programmato per riprendere a respirare da solo, senza che ce ne accorgiamo.
Quindi non si può smettere di respirare o farsi del male semplicemente prestando attenzione a questi pensieri. È più probabile che si tratti di pensieri ossessivi o automatismi mentali legati all’ansia o al bisogno di avere tutto sotto controllo, e non è raro che questo tipo di pensieri ricorrenti crei disagio.
Se sente che queste sensazioni la fanno stare male o diventano troppo invadenti, parlarne con uno psicologo potrebbe aiutarla a capirle meglio e a gestirle in modo più sereno. Un percorso terapeutico, in particolare con approccio cognitivo-comportamentale, potrebbe essere molto utile.
Resto a disposizione se volesse approfondire o iniziare un percorso.
Un caro saluto
grazie per aver condiviso queste preoccupazioni. I pensieri che descrive, come il bisogno di tirare su col naso o di fare certi movimenti legati al respiro, possono essere molto fastidiosi e provocare ansia. Tuttavia, è importante sapere che la respirazione è una funzione automatica del nostro corpo, regolata da meccanismi profondi nel cervello. Anche se una persona cerca di controllarla o trattenerla, il corpo è programmato per riprendere a respirare da solo, senza che ce ne accorgiamo.
Quindi non si può smettere di respirare o farsi del male semplicemente prestando attenzione a questi pensieri. È più probabile che si tratti di pensieri ossessivi o automatismi mentali legati all’ansia o al bisogno di avere tutto sotto controllo, e non è raro che questo tipo di pensieri ricorrenti crei disagio.
Se sente che queste sensazioni la fanno stare male o diventano troppo invadenti, parlarne con uno psicologo potrebbe aiutarla a capirle meglio e a gestirle in modo più sereno. Un percorso terapeutico, in particolare con approccio cognitivo-comportamentale, potrebbe essere molto utile.
Resto a disposizione se volesse approfondire o iniziare un percorso.
Un caro saluto
Caro utente,
il respiro è molto importante perché ci aiuta a mantenere il contatto con noi stessi. Se riesce a respirare profondamente e concentrarsi sui movimenti del corpo, questo la aiuterà a lasciare andare i pensieri negativi. Respiriamo in modo automatico, ma a volte abbiamo bisogno di riportare la nostra attenzione al respiro per tornare ad essere presenti a noi stessi. Le consiglio di approfondire l'importanza dei suoi pensieri in un percorso psicologico che possa sostenerla e aiutarla.
Spero di esserle stata d'aiuto. Un caro saluto, Dott.ssa Cristina Schirato
il respiro è molto importante perché ci aiuta a mantenere il contatto con noi stessi. Se riesce a respirare profondamente e concentrarsi sui movimenti del corpo, questo la aiuterà a lasciare andare i pensieri negativi. Respiriamo in modo automatico, ma a volte abbiamo bisogno di riportare la nostra attenzione al respiro per tornare ad essere presenti a noi stessi. Le consiglio di approfondire l'importanza dei suoi pensieri in un percorso psicologico che possa sostenerla e aiutarla.
Spero di esserle stata d'aiuto. Un caro saluto, Dott.ssa Cristina Schirato
Salve, grazie per aver condiviso con tanta sincerità questi suoi pensieri, che capisco possano essere per lei fonte di disagio, preoccupazione e forse anche paura. È importante dirle fin da subito che ciò che sta vivendo, per quanto possa sembrarle strano o allarmante, è qualcosa che può accadere quando si è molto concentrati sul proprio corpo, in particolare sul respiro, e su alcune sensazioni interne. Non è pericoloso in sé, ma può diventare molto fastidioso e condizionante nella vita quotidiana, soprattutto se si innesca un circolo vizioso tra attenzione, ansia e sintomi fisici. Nel modello cognitivo-comportamentale, ci occupiamo spesso di questi fenomeni, che vengono definiti come “iper-monitoraggio corporeo” o “attenzione selettiva”. Quando una persona comincia a prestare attenzione in modo ripetuto e preoccupato al respiro o ad altri automatismi del corpo, può avere la sensazione che debba essere lei a gestirli volontariamente. Questo accade perché il sistema attentivo è talmente focalizzato su quella funzione (in questo caso la respirazione) da dare l’impressione che, se si distogliesse l’attenzione o non si eseguisse un certo gesto, il corpo “dimenticherebbe” di respirare o potrebbe accadere qualcosa di grave. Ma il corpo umano non funziona così. La respirazione è un processo in gran parte automatico, regolato da strutture cerebrali profonde, come il tronco encefalico, che funzionano indipendentemente dalla nostra volontà. In condizioni normali, anche quando dormiamo profondamente o quando siamo distratti, il nostro corpo continua a respirare. Lei può anche scegliere consapevolmente di trattenere il fiato, ma dopo un certo punto il bisogno fisiologico prenderà il sopravvento e la spingerà a respirare, proprio perché è un meccanismo fondamentale per la sopravvivenza e viene gestito da circuiti automatici. Quando mi parla di dover tirare su con il naso ogni minuto, o sentire il bisogno di fare un certo movimento collegato alla vescica e al respiro, siamo probabilmente davanti a pensieri intrusivi associati a un controllo eccessivo del corpo. Questo può diventare un comportamento compulsivo, non diverso da quelli che vediamo in alcuni quadri ansiosi o ossessivi, in cui la persona, pur sapendo razionalmente che non è necessario, si sente costretta a eseguire un gesto per calmare una sensazione di disagio. Il fatto che lei si stia chiedendo se questi pensieri possano addirittura portare a non respirare più dimostra quanto questi stati d’animo possano essere intensi e destabilizzanti. Tuttavia, è importante rassicurarla: no, ascoltare questi pensieri non la può portare a morire per mancanza di respiro. La respirazione, come detto, è protetta da un sistema autonomo che interviene anche quando lei è completamente distratta o addormentata. Quello che sta vivendo non va ignorato, ma affrontato con gli strumenti adeguati. Un percorso con uno psicologo ad orientamento cognitivo-comportamentale potrebbe aiutarla molto a riconoscere questi pensieri, a ridurre l’attenzione iperfocalizzata sul corpo e a sviluppare strategie per gestire l’ansia e il bisogno di controllo. Esistono tecniche molto efficaci, come la mindfulness, l'esposizione con prevenzione della risposta e la ristrutturazione cognitiva, che aiutano a spezzare questo circolo. Ha fatto bene a porre la domanda. Il primo passo per uscire da queste trappole mentali è proprio dare voce alle proprie paure e chiedere chiarimenti. Non si giudichi per quello che sente: ciò che prova è reale per lei, e merita rispetto e comprensione. Ma, al tempo stesso, può essere superato con il giusto accompagnamento. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Francesco Paolo Coppola, (Napoli on line o in presenza), 7 giugno 2025
i pensieri che descrivi – ripetere atti come “tirare su con il naso ogni minuto” o “muovere la vescica da coricata” – sembrano rientrare tra i pensieri e impulsi ossessivi (DSM-5, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, codice 300.3), soprattutto per la ripetitività e la difficoltà a controllarli. La domanda sul respiro è importante. No, non si può morire “perché si ascolta troppo i pensieri”: la respirazione è regolata in gran parte dal sistema nervoso autonomo. Tuttavia, quando la mente è molto focalizzata sul controllo del respiro, può generarsi un circolo vizioso d’ansia, e questo giro va rilassato. Freud parlava di queste manifestazioni come “formazioni di compromesso”: esprimono un conflitto inconscio che trova sfogo nel corpo. Non sono pericolose, ma vanno ascoltate e comprese.
Per aiutarti davvero, ti chiederei:
– Vivi da sola o con qualcuno?
– Lavori? Studi? Hai una routine?
– C’è un medico che ti segue già?
– Ti è già capitato in passato qualcosa di simile?
Capire da quanto tempo succede, cosa lo ha scatenato, e se peggiora in certi momenti, ci permetterebbe di aiutarti meglio. Il fatto che tu ne abbia parlato è già un passo importante.
i pensieri che descrivi – ripetere atti come “tirare su con il naso ogni minuto” o “muovere la vescica da coricata” – sembrano rientrare tra i pensieri e impulsi ossessivi (DSM-5, Disturbo Ossessivo-Compulsivo, codice 300.3), soprattutto per la ripetitività e la difficoltà a controllarli. La domanda sul respiro è importante. No, non si può morire “perché si ascolta troppo i pensieri”: la respirazione è regolata in gran parte dal sistema nervoso autonomo. Tuttavia, quando la mente è molto focalizzata sul controllo del respiro, può generarsi un circolo vizioso d’ansia, e questo giro va rilassato. Freud parlava di queste manifestazioni come “formazioni di compromesso”: esprimono un conflitto inconscio che trova sfogo nel corpo. Non sono pericolose, ma vanno ascoltate e comprese.
Per aiutarti davvero, ti chiederei:
– Vivi da sola o con qualcuno?
– Lavori? Studi? Hai una routine?
– C’è un medico che ti segue già?
– Ti è già capitato in passato qualcosa di simile?
Capire da quanto tempo succede, cosa lo ha scatenato, e se peggiora in certi momenti, ci permetterebbe di aiutarti meglio. Il fatto che tu ne abbia parlato è già un passo importante.
Salve,
i suoi dubbi sembrerebbero celare una forte preoccupazione per la morte. Spesso questo succede in una dimensione ansiosa. Pensi alla possibilità di farsi aiutare e di esplorare meglio le dinamiche su descritte in uno spazio più ampio di ascolto che solo il supporto psicologico potrebbe fornirle. Nel caso, resto disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto. Ricevo anche on-line.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
i suoi dubbi sembrerebbero celare una forte preoccupazione per la morte. Spesso questo succede in una dimensione ansiosa. Pensi alla possibilità di farsi aiutare e di esplorare meglio le dinamiche su descritte in uno spazio più ampio di ascolto che solo il supporto psicologico potrebbe fornirle. Nel caso, resto disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto. Ricevo anche on-line.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, la respirazione salvo patologie dell'apparato respiratorio non si arresta e avviene in modo automatico in quanto è una funzione vitale. I suoi pensieri si stanno concentrando su un riflesso spontaneo, ma immagino che per lei sia difficile in questo momento spostare l'attenzione. Non ho compreso da quanto ha scritto se ha un problema alla vescica e qualora ci fosse forse varrebbe la pena di approfondire anche consultando un urologo per scartare eventuali problemi fisiologici. Per quanto riguarda la preoccupazione di morire smettendo di respirare, potrebbe essere utile parlare di queste sue paure con uno psicologo.
Buongiorno, la respirazione è automatica. Le suggerisco di indagare a livello fisiologico prima di ipotizzare qualcosa di psicosomatico.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, i suoi pensieri mi sembrano pensieri di tipo intrusivo, e possono far pensare ad un disturbo ossessivo compulsivo o doc. Ovviamente per fare una diagnosi precisa ci vuole uno studio fatto sia di test che colloqui individuali. Cerchi un professionista che l'aiuti a gestire questi pensieri e vedrà che anche la paura di non respirare passerà.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Sara Rocco
Cordiali Saluti
Dott.ssa Sara Rocco
Salve, come mai si è concentrata molto sul respiro? Come la fa sentire concentrarsi sul suo corpo e la sua respirazione? La respirazione è automatica ma d'altronde può essere controllata, come mai pensa che potrebbe morire?
salve, credo che bisogna che parli con un medico di base e successivamente con uno psicologo. grazie
Buonasera cara.
Teoricamente ci sono dei centri cerebrali che impediscono di non respirare.
Ciò detto, mi sembra che i pensieri che lei ha siano abbastanza invalidanti e potrebbero rappresentare una particolare tipologia di sintomatologia.
Buona serata, saluti.
LC
Teoricamente ci sono dei centri cerebrali che impediscono di non respirare.
Ciò detto, mi sembra che i pensieri che lei ha siano abbastanza invalidanti e potrebbero rappresentare una particolare tipologia di sintomatologia.
Buona serata, saluti.
LC
Gentile utente, premetto che bisognerebbe indagare meglio i suoi sintomi e la sua storia per poter formulare una diagnosi e che è sempre opportuno fare una valutazione medica per escludere eventuali cause organiche. Da quello che lei descrive sembrerebbe che a seguito di un pensiero si sente "obbligato" a seguire a livello comportamentale tale pensiero. Cosa le succede se non segue le indicazioni mentali che le arrivano? Nel Doc (disturbo ossessivo compulsivo) si effettuano dei rituali (compulsioni) per agire sulle ossessioni (pensieri ricorrenti, intrusivi e invalidanti) e metterle per così dire "a tacere". Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico al fine di individuare insieme ad un professionista le cause del suo malessere. Le auguro il meglio e resto a disposizione. Dott.ssa Arianna Savastio
Buonasera,
leggo la sua domanda con molta curiosità. La respirazione è automatica, non serve il nostro intervento conscio.
Al di là di questa informazione che mi sono sentita di darle le consiglierei di approfondire la questione con un professionista, nel caso in cui avesse voglia e la cosa le recasse fastidio nella vita quotidiana.
Un caro saluto
leggo la sua domanda con molta curiosità. La respirazione è automatica, non serve il nostro intervento conscio.
Al di là di questa informazione che mi sono sentita di darle le consiglierei di approfondire la questione con un professionista, nel caso in cui avesse voglia e la cosa le recasse fastidio nella vita quotidiana.
Un caro saluto
Salve,
grazie per aver condiviso questi pensieri — è importante parlarne e non tenersi tutto dentro. Quello che descrivi assomiglia molto a pensieri intrusivi legati alla respirazione e al controllo corporeo, che possono generare ansia e disagio.
Rispondo con chiarezza alla tua domanda principale:
No, non si può morire solo per aver “ascoltato” questi pensieri. La respirazione è un processo automatico controllato dal cervello (tronco encefalico), anche se a volte possiamo avere l’impressione di doverla “gestire noi”.
Anche se ti sembra di dover controllare tutto — come il respiro o i movimenti del corpo — il corpo sa come funzionare da solo, anche quando non ci pensi.
Se i pensieri sono tanto intrusivi da attivare una difficoltà nella gestione nella vita quotidiana, un percorso psicologico/terapeutico potrebbe essere un grande aiuto. Rimango a disposizione. Grazie
grazie per aver condiviso questi pensieri — è importante parlarne e non tenersi tutto dentro. Quello che descrivi assomiglia molto a pensieri intrusivi legati alla respirazione e al controllo corporeo, che possono generare ansia e disagio.
Rispondo con chiarezza alla tua domanda principale:
No, non si può morire solo per aver “ascoltato” questi pensieri. La respirazione è un processo automatico controllato dal cervello (tronco encefalico), anche se a volte possiamo avere l’impressione di doverla “gestire noi”.
Anche se ti sembra di dover controllare tutto — come il respiro o i movimenti del corpo — il corpo sa come funzionare da solo, anche quando non ci pensi.
Se i pensieri sono tanto intrusivi da attivare una difficoltà nella gestione nella vita quotidiana, un percorso psicologico/terapeutico potrebbe essere un grande aiuto. Rimango a disposizione. Grazie
Ciao, grazie per aver condiviso questi pensieri, che sono davvero difficili da gestire. Spesso chi vive con pensieri intrusivi legati al respiro teme di poter smettere di respirare, ma la respirazione è un processo in gran parte automatico e regolato dal sistema nervoso: anche se provi a trattenere il respiro, il corpo spingerà comunque a respirare per non farti mancare l’ossigeno.
Questi pensieri possono diventare molto angoscianti e farti sentire come se fossi “in trappola”, ma non indicano un pericolo fisico immediato. Può essere utile affrontarli con una terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che aiuta a riconoscere e modificare questi schemi di pensiero, riducendo l’ansia che li accompagna.
Se vuoi, potresti valutare un percorso sia in presenza che online, così da trovare un supporto personalizzato per imparare a gestire meglio queste sensazioni e pensieri.
Questi pensieri possono diventare molto angoscianti e farti sentire come se fossi “in trappola”, ma non indicano un pericolo fisico immediato. Può essere utile affrontarli con una terapia cognitivo-comportamentale (CBT), che aiuta a riconoscere e modificare questi schemi di pensiero, riducendo l’ansia che li accompagna.
Se vuoi, potresti valutare un percorso sia in presenza che online, così da trovare un supporto personalizzato per imparare a gestire meglio queste sensazioni e pensieri.
Salve, non si può smettere di respirare come non si può far smettere di battere il proprio cuore solo volendolo; detto questo, dati i pensieri intrusivi e i comportamenti compulsivi che descrive, suggerirei di iniziare un percorso psicologico con uno psicologo Clinico o uno Psicoterapeuta che possa sostenerla, aiutarla a stare meglio ed evitare un peggioramento della sintomatologia descritta.
Saluti.
Dr. Francesco Rossi.
Saluti.
Dr. Francesco Rossi.
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