Salve. Avrei una domanda da porre. Sono una ragazza di 18 anni leggermente sovrappeso e spesso mi ca

22 risposte
Salve. Avrei una domanda da porre. Sono una ragazza di 18 anni leggermente sovrappeso e spesso mi capita di mangiare, non per necessità ma per piacere o stress o pensieri negativi che mi invadono il cervello. Come potrei evitare questa fame emotiva? Già odio il mio aspetto fisico e sto cercando di dimagrire e migliorarlo con lo sport, ma cado sempre in questa fame insaziabile. Grazie.
Gentile utente, lei definisce molto bene questo tipo di fame, è una fame emotiva, se darsi delle regole e/o essere seguito da un nutrizionista non è sufficiente per raggiungere un adeguato contenimento allora la invito a rivolgersi ad uno psicoterapeuta, il bisogno di mangiare e saziarsi è sempre legato alle caratteristiche delle relazioni con le nostre figure significative. Esplorando questi rapporti e comprendendo qualcosa in più di sè sarà sempre più in grado di avere un rapporto più sano con il cibo. Un caro saluto

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Carissima, il cibo è qualcosa che spesso utilizziamo per distrarci da questioni emotive molto difficili da affrontare. È una cosa che accade a molte persone e, quindi, non ha motivo di vergognarsene. Immagino che per lei questa situazione rappresenti una fonte di disagio e per questo le consiglio di rivolgersi ad un professionista che sia in grado di aiutarla nel comprendere qual è il significato che lei stessa dà al cibo, così da affrontare la sofferenza emotiva sottostante. Un caro saluto
Ciao,
comprendo ciò che descrivi e quanto sia frustrante perché in un certo senso mangiare aiuta a riempire quella sensazione di vuoto e di angoscia che si prova rispetto al mondo che ci circonda.
Sicuramente lo sport e un'alimentazione equilibrata aiutano ma non ci distraggono da quelle emozioni che non ci fanno stare bene. Parlarne con un esperto può senz'altro aiutarti a dare voce a quelle emozioni e soprattutto a cercare di capire al meglio quali siano i meccanismi che ti portano a ripetere, così da poterli individuare e piano piano modificare.
Buongiorno, le opinioni cliniche sulla “fame emotiva” come lei la definisce, posso essere le più disparate. Sarebbe opportuno approfondire il momento di vita che sta vivendo e cosa sta mettendo in crisi il suo equilibrio. Provi a rivolgersi a uno psicoterapeuta per una consultazione, avrà modo di dare voce a quelle fragilità che la portano a mettere in atto comportamenti che rinforzano il senso di inadeguatezza che descrive alla fine del suo messaggio (“già odio il mio aspetto fisico”). Un cordiale saluto Dott.ssa Elisa Galantini
Buonasera. È importante fare un consulto vis a' vis sia per il tema della corporeità che per la paura di compensare con il cibo altri elementi mancanti. Difficile dare un suggerimento concreto, forse utilizzare però una sorta di diario alimentare quotidiano aiuta a tener conto dell'apporto calorico
Cara ragazza, quando viviamo emozioni o stati interni spiacevoli la nostra mente cerca come può di auto-regolarsi, e il cibo è uno dei modi in cui può farlo. C'è chi lavora 15 ore, chi va in palestra o a correre, chi beve e poi chi mangia, come te. Non è l'atto di mangiare da esaminare, quanto ciò che lo precede, lo stato/emozione dal quale il cibo ti aiuta a venir fuori. Prova a consultare uno psicologo, sono certo troverai molte risposte. Buona fortuna!
Carissima giovane utente definendo il suo frequente bisogno di mangiare "fame emotiva" sta già un bel passo avanti perché sente dentro di sé una causa psicologica la quale però ha bisogno di essere approfondita e messa in relazione con eventi, cambiamenti e soprattutto con le principali figure affettive della sua vita. Per questo sarebbe opportuno contattare uno psicoterapeuta il quale potrà senz'altro aiutarla ad indagare questi aspetti e molti altri ancora. Buona fortuna!
Buonasera, la fame nervosa è un comportamento che ha origine da insoddisfazione, ansia, stress, emozioni disturbanti o inaccettabili. Il cibo lenisce la sofferenza o colma un vuoto affettivo. Bisogna fare un'analisi accurata delle motivazioni sottostanti al suddetto comportamento per comprendere le cause che spingono ad usare il cibo in maniere inadeguata. Per questo è importante iniziare un percorso terapeutico.
Cordialmente E.Marangella
Buongiorno! Il rapporto con il cibo è carico di vissuto emotivi. Può essere caricato di dinamiche vissute come intrusive, come mi pare di pensare dalle parole che scrive. Le consiglierei pertanto di rivolgersi ad un professionista per valutare attentamente la sua situazione.
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile Utente,
è frequente che il cibo venga utilizzato per regolare le emozioni legate a una sensazione di disagio (come la rabbia, la tristezza, la solitudine, il senso di colpa, la vergogna, ecc). Attraverso il piacere che si ottiene mangiando, si riesce ad alleviare lo stato d’animo di sofferenza. Quando si instaura questo meccanismo diventa quindi difficile riuscire a controllare il desiderio di mangiare, anche quando si è motivati a perdere peso. Le consiglio di rivolgersi a uno psicologo, che la può aiutare a comprendere quali sono le situazioni che la portano a mangiare in modo incontrollato e ad acquisire delle strategie per gestire le emozioni in modo più funzionale.
Resto a disposizione per altre informazioni,
Dott.ssa Irene Capello
Buongiorno, provi a chiedere una consulenza psicologica, potrebbe aiutarla a gestire meglio le sue emozioni e ad evitare di “utilizzare” il cibo come “oggetto” compensatorio.
Ottime cose, Dott. Andrea De Simone
Gentile utente, saziare la fame emotiva (”emotional eating”)comporta una “sospensione del tempo” , una sorta di trance emotiva durante la quale il soggetto si allontana dalle difficoltà della vita (fuga dalla consapevolezza) e modifica uno stato emotivo che non si sa gestire in un altro modo.La fame emotiva può scaturirsi non soltanto con le emozioni spiacevoli, ma anche con quelle piacevoli (finestra emozionale stretta) che, soprattutto quando è presente bassa autostima, subito dopo, lasciano il posto ad emozioni spiacevoli innescate dal rimuginino sul propio valore personale (“odio il mio aspetto fisico”).
La pienezza conseguente al mangiare aiuta a cancellare momentaneamente il disagio emotivo.Con una buona psicoterapia e un’altrettanto buona rieducazione alimentare (Mindful Eating) potrebbe imparare a gestire il suo disagio e i meccanismi che sono alla base e acquisire valide alternative al suo comportamento.In bocca al lupo per tutto.
Salve, il rapporto tra cibo, emozioni e corpo è molto complesso e necessità del giusto spazio per poter essere affrontato, così come i pensieri negativi che "invadono il cervello" di cui fa cenno. Si conceda uno spazio di pensiero e confronto per comprendere meglio il suo malessere, ne trarrà sicuramente giovamento. Un saluto.
Cara utente,

l'utilizzo del cibo a scopo ansiolitico, calmante e riempitivo è una condizione riscontrabile frequentemente in clinica e in psicoterapia.
Ci sono tantissime motivazioni dietro al consumo alimentare e occorrerebbe valutare la sua storia individuale e i suoi contesti di vita per capire in relazione a quali situazioni ricorra al mangiare compulsivo.
Ci possono essere motivazioni rintracciabili nella noia, distress, vuoto interiore, scarsa autostima. Il cibo, in quasi tutte queste condizioni, "ricentra" la persona sul corpo consentendo apparentemente di risentirsi, come strategia automatica di ritorno a sé.
Se ne può uscire, ma le consiglio di rivolgersi ad un collega della sua zona, per fotografare meglio la situazione e iniziare, eventualmente, un percorso di cura.

Un caro saluto.
Buonasera gentile utente, la richiesta che ci pone non può essere evasa in poche righe di un messaggio. Mi sembra ben consapevole del fatto che dietro questo tipo di comportamento alimentare risieda un’emotività che merita di essere presa in considerazione attraverso un ascolto attento ed empatico con un collega psicologo.
La saluto cordialmente
Dottoressa Elisa Taverniti
Salve. Per poter rispondere in modo eticamente e professionalmente valido alla Sua domanda è necessario declinarla entro il Suo unico macrocontesto esistenziale (chi è, dove vive, cosa fa nella Sua vita, come passa le Sue giornate, quali sono i Suoi Altri significativi....) e nell'intreccio irripetibile della Sua storia di vita e del Suo orizzonte d'attesa (progetto futuro). Le modalità di mantenimento del senso di sé tramite l'attivazione corporea data dal cibo (nel duplice senso dell'attivazione, o viceversa, dello spegnimento, ovvero della dissociazione) sono solitamente da attribuirsi a una modalità di co-percezione che si basa fortemente sull'Altro. Tuttavia, i modi e i motivi in cui questo avviene a LEI proprio ADESSO e perché questo la faccia soffrire, sono individuabili solo con un colloquio vis a vis. Credo sarebbe consigliabile iniziare un percorso volto a comprendere meglio questi modi per poter affrontare la causa sottostante, soprattutto alla luce della sofferenza che comportano. Contatti un terapeuta! Cordialità, DMP
Buongiorno,
il cibo e in questo caso la fame possono legarsi a un bisogno emotivo non soddisfatto, per cui, come lei ben riconosce, non mangia perché affamata e bisognosa, ma per un suo stato d'animo legato a delle emozioni. La mia indicazione sarebbe quella di consultare uno psicoterapeuta sistemico con il quale possa avviare un lavoro di maggiore consapevolezza e comprensione dei propri stati emotivi.
Salve, ogni comportamento, compresa la fame emotiva, è agita sulla base di un rinforzo (ovvero, se facciamo una cosa anche se ci sarebbe dannosa è perché ci troviamo un guadagno adeguato). Quello che bisogna fare è capire quando si agisce la fame emotiva, capire come riconoscere questo stimolo e sostituirlo con un comportamento più desiderato. Al di là del comportamento indesiderato però, è necessario indagare sulla sua sofferenza e aiutarla a risolverla, perché cambiare un comportamento senza risolvere la causa equivale a togliere la febbre senza combattere l'infezione.

Resto a disposizione per ogni dubbio o chiarimento.


Carissima, nella sua fascia d'età possono capitare episodi di questo tipo, la tempesta emotiva della fine adolescenza può portare a momenti di crisi che sfoghiamo nella parte più fragile per noi, che nel suo caso è l'alimentazione collegata alla percezione dell'aspetto fisico. Le consiglio di far riferimento ad un dietologo o nutrizionista che la possa aiutare ad avere delle regole nell'alimentazione e sostegno nel controllo del peso. Inoltre le consiglio di contattare un psicologo che l'aiuti a comprendere le sue emozioni, e la causa di questi attacchi di fame nervosa.
Le faccio un grande in bocca al lupo.
Saluti
Dott.ssa Alessandra Contiero
Salve, a volte il cibo serve per anche a riempire alcuni vuoti interiori.
La invito a rivolgersi ad un professionista per capire l'origine dei suoi problemi, vedrà che le cose miglioreranno.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve, contatti un professionista per una consulenza psicologica, perchè dietro al cibo ci sono tantissimi significati che andrebbero indagati.
Un saluto,
MMM
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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