Salve a tutti. sono una ragazza di 24 anni a breve 25 anni e mi trovo in un periodo molto confuso.

20 risposte
Salve a tutti.
sono una ragazza di 24 anni a breve 25 anni e mi trovo in un periodo molto confuso...
sogno sempre una grande carriera, una bella macchina un bel fisico e un posto di lavoro ben retribuito.
Abito attualmente ancora con i miei genitori , mia sorella è andata via di casa e ha partorito questo mese.
C'é da dire che io non so ancora chi voglio essere a 24 anni... non so ancora che università voglio fare , dove la voglio fare e soprattutto perché la voglio fare. Sono iscritta alla facoltà di filosofia alla Federico ll di Napoli ( prima ero iscritta a lettere moderne ).
Fatto sta che ho cambiato 3 volte università e ho rinunciato tante volte agli studi quando ero a lettere moderne e da lì ho deciso di fare nuovamente un'altra facoltà umanistica ovvero filosofia.
I miei genitori nonostante ciò mi hanno sempre accontentata e hanno sempre acconsentito ai miei cambiamenti di idee e indecisioni, hanno sempre creduto in me e ci credono tutt'ora ma io ho sempre paura di deluderli e di non essere all'altezza di questa vita.
soffro di disturbi alimentari da 10 anni e sono leggermente obesa \ in sovrappeso. Il punto è che seguo anche una terapia farmacologica che mi è stata prescritta da uno psichiatra che si trova a napoli prendo zoloft, pregabalin e abilify per il doc. Lo so , sono una ragazza problematica e confusa , di questo me ne rendo conto. Delle volte mi dico però ( come in questo momento ) , sono problematica ? può darsi, sono confusa ? può darsi ma non sono e non sarò mai migliore o peggiore degli altri. Dico questo perché ho sempre reputato che gli altri fossero migliori di me. Da bambina ero socievole , uscivo con le mie amichette ho avuto dei fidanzati \ delle storie serie e non serie poi dalla fine dell 'ultima storia che ho avuto mi sono rinchiusa in me stessa e il dca si è fortificato. Non sto bene con me stessa, ho 30 kg in più.
Non so cosa fare della ma vita ma non perdo mai la speranza. Non so se voglio continuare l'università ancora oppure andare a lavoro ( io ho fatto già tanti lavori tutti non portati a termine a causa della mia insicurezza ). Parlo del lavoro perché anche io come tutte le altre mie coetanee vorrei viaggiare , avere più vestiti da indossare, avere una macchina da poter mantenere .... desidero tanto tutto ciò.
io ho un progetto ; sicuramente pensarci ancora meglio per quanto riguarda l'università fino a settembre ottobre e se proprio decido di non farla vado a lavoro ? non so.....uff
Dott.ssa Alessia d'Arma
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Milano
Gentilissima, buongiorno. I 25 anni rappresentano un’età di transizione molto particolare: si è adulti “anagraficamente”, ma il processo di costruzione della propria identità adulta può richiedere tempo e dipende profondamente dalla storia personale di ciascuno. Il cambio di indirizzo di studi che lei racconta è un segnale che merita ascolto, ma rappresenta anche un possibile tentativo di ricerca di sé.
Essere già in cura dal punto di vista farmacologico è un passo significativo: significa che ha già iniziato a prendersi cura del suo benessere. Un percorso psicoterapeutico, accanto a quello psichiatrico, potrebbe aiutarla ad approfondire il significato di questi vissuti, a rimettere insieme i fili della sua storia e a comprendere meglio chi è oggi e chi desidera diventare.
Non è mai troppo tardi per reindirizzare il proprio percorso in una direzione che senta davvero sua. La psicoterapia può essere uno spazio protetto e rispettoso in cui ritrovare equilibrio, motivazione e senso. La saluto cordialmente.

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Dr. Fabio M. P. Tortorelli
Psichiatra, Psicoterapeuta
Roma
Gentilissima,

La sua sincerità nel descrivere le sue incertezze, i sogni e le difficoltà legate al disturbo ossessivo-compulsivo, ai disturbi alimentari e all’insicurezza è ammirevole e dimostra una grande consapevolezza.

A 24 anni, vivere un periodo di confusione su carriera, studi e identità è normale, soprattutto con il peso di aspettative personali e familiari.

La terapia con Zoloft, pregabalin e Abilify per il DOC è un passo importante, ma i disturbi alimentari e l’isolamento sociale suggeriscono che potrebbe beneficiare di un supporto integrato.

La sua insicurezza e il confronto con gli altri sono comuni nel DOC e nei disturbi alimentari.

Continuare l’università o lavorare è una decisione che può ponderare con calma: settembre-ottobre è un buon termine per riflettere.

Consulti uno psichiatra di fiducia per valutare sia l'efficacia della terapia farmacologica, che eventualmente un supporto integrato.

Resto a disposizione per eventuali necessità, cari saluti
Dott.ssa Alessandra Domigno
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno cara ragazza, leggo le sue parole e comprendo quanto sia confusa, un po' su tutto. Ci sarebbero tante tematiche da approfondire. Il mio consiglio è iniziare una psicoterapia che possa andare a toccare le diverse difficoltà che riscontra nella sua vita. Se desidera io sono disponibile anche online. Cordiali saluti. Dott.ssa Alessandra Domigno
Dott.ssa Livia Sterza
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buonasera e grazie per aver raccontato la sua esperienza, si percepisce la sua fatica e la sua sofferenza per questo periodo così complesso.
È comprensibile sentirsi confusi in un periodo di transizione come quello che sta vivendo, soprattutto quando ci sono tante aspettative – interne ed esterne – e insieme il desiderio profondo di costruire una vita che sente davvero sua.
Un passo importante è già stato fatto, poter chiedere aiuto e avvalersi di una terapia farmacologica in un momento di grande difficoltà non è poco.
Quando ci si sente sospesi tra più strade, con vissuti di insicurezza e fatica personale, un percorso di psicoterapia può aiutare a dare un senso più chiaro a ciò che si prova, e a riscoprire risorse personali che magari ora sembrano lontane.
Non è nè sbagliata né in ritardo. "Semplicemente" in un momento complesso, ma pieno di possibilità. La incoraggio a continuare a prendersi cura di se, con delicatezza, e se sente che può esserti utile, a valutare un percorso psicoterapeutico che la possa accompagnare nel fare un po' di chiarezza e ritrovare fiducia.
Un saluto,
Dottoressa Livia Sterza
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Cara ragazza,

le tue parole trasmettono una grande profondità, sensibilità e anche un forte desiderio di trovare il tuo posto nel mondo. Quello che stai vivendo è tutt’altro che raro, soprattutto in una fase della vita complessa e delicata come i 20-25 anni. È un momento di passaggio, in cui spesso ci si sente sospesi tra ciò che si è, ciò che si vorrebbe essere e ciò che si pensa di dover essere.

Sognare una bella carriera, un lavoro stabile, una bella macchina, un fisico che ti piaccia: tutto questo non è sbagliato, anzi. È importante desiderare, ma lo è ancora di più cercare di capire che tipo di vita può davvero renderti felice, al di là di ciò che gli altri fanno o sembrano avere.

Hai avuto il coraggio di cambiare strada più volte, e questo non è un segno di fallimento, ma piuttosto un segnale che ti stai cercando, che vuoi trovare qualcosa che ti rappresenti davvero. Non è da tutti mettersi in discussione.

Riguardo al senso di confusione e alla paura di deludere i tuoi genitori, ti invito a ricordare una cosa: loro ti hanno sempre sostenuta, come hai scritto, e probabilmente continueranno a farlo, anche se dovessi scegliere percorsi alternativi. Spesso, ciò che ci fa più paura non è il giudizio degli altri, ma il nostro giudizio verso noi stessi.

Parli apertamente dei disturbi alimentari, dell’insicurezza, dei progetti interrotti e della terapia farmacologica che stai seguendo. Questo mostra una grande consapevolezza di te. Non sei “problematic*”, sei una persona che sta affrontando delle difficoltà e che sta cercando una via d’uscita, con forza e determinazione.

Hai detto una frase bellissima:

"Non sono e non sarò mai migliore o peggiore degli altri."
Ed è proprio così. Sei unica. Hai un valore in quanto persona, indipendentemente da quanto pesi, da quanti esami hai dato o da quante volte hai cambiato idea.

A volte non sapere cosa fare può sembrare paralizzante, ma può anche essere una grande opportunità: ti dà lo spazio per scegliere, per rallentare, per ascoltarti davvero. Il tuo progetto di aspettare fino a settembre-ottobre per capire se vuoi continuare l’università, oppure cercare un lavoro, è un buon piano. Non è detto che esista una sola “strada giusta”: ogni percorso può insegnarti qualcosa.

Però, proprio perché ci sono tanti pensieri profondi, ferite passate e nodi irrisolti che sembrano condizionarti (come il disturbo alimentare, il DOC, l’autostima, la paura del futuro), sarebbe davvero utile e consigliato approfondire questi vissuti con uno specialista, come uno psicoterapeuta, che possa accompagnarti a trovare maggiore chiarezza, leggerezza e benessere emotivo.

Con stima e rispetto,
Dottoressa Silvia Parisi – Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, di sconoscere di essere in un momento di confusione, di sentire il peso delle aspettative, dei sogni non ancora realizzati e della fatica quotidiana, non è mai semplice, ma è il primo passo verso una maggiore consapevolezza di sé. A 24 anni è assolutamente normale sentirsi smarriti. L’ingresso nell’età adulta porta con sé domande importanti sul proprio futuro, sulla carriera, sulle relazioni e sull’identità personale. In un mondo che sembra chiedere certezze e velocità, concedersi il tempo di riflettere è già un gesto prezioso di cura verso se stessi. È evidente che lei possiede una grande forza interiore: nonostante le difficoltà, nonostante i cambi di percorso, non ha mai smesso di interrogarsi, di cercare, di desiderare una vita diversa. Anche la consapevolezza rispetto ai suoi disturbi alimentari e al percorso farmacologico che sta seguendo è segno di un lavoro interiore già in atto. Avere un disturbo – che sia alimentare, ossessivo o legato all’umore – non definisce il suo valore come persona, né la rende “problematicamente sbagliata”. Piuttosto, mostra quanto stia affrontando qualcosa di complesso, e lo stia facendo con impegno.
Spesso, il timore di deludere chi ci vuole bene, come i genitori, nasce da un senso di responsabilità molto forte, ma anche da una bassa autostima. In questi casi, un supporto psicologico individuale può essere un’opportunità utile per lavorare sull’insicurezza, sulle scelte professionali e personali, e sull’immagine di sé. Sentirsi inadeguati non significa esserlo: piuttosto, può significare che è arrivato il momento di rivedere le proprie convinzioni limitanti con uno sguardo più amorevole e realistico verso sé stessi. Inoltre, il suo progetto di valutare l’università fino a settembre e poi prendere eventualmente un’altra direzione è una strategia molto sensata: le permette di darsi tempo, di esplorare possibilità senza sentirsi costretta. Il mondo del lavoro, così come quello accademico, richiede oggi flessibilità e non segue più un’unica traiettoria “giusta”. Le esperienze, anche quelle interrotte, hanno comunque valore e possono guidarla verso una maggiore chiarezza.
Sappia che non è sola: molte persone della sua età vivono fasi simili, e un percorso di psicoterapia può offrire un sostegno concreto, per fare ordine tra emozioni, aspettative e possibilità.
La invito a non perdere mai di vista ciò che ha già detto con grande lucidità: “non sono e non sarò mai migliore o peggiore degli altri”. Questa verità è una base solida da cui ripartire
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Veronica Conte
Psicologo, Psicoterapeuta
Rimini
Buongiorno,
dalle Sue parole emerge una buona consapevolezza. È normale essere confusi a 24 anni, ma sta già facendo molto: è in cura, sta riflettendo su di sé, ha desideri e non ha perso la speranza.
Si trova in un momento in cui sta cercando la sua direzione, processo fondamentale per la propria evoluzione, anche se faticoso. Non c'è un tempo prestabilito per farlo.
Un percorso di psicoterapia, affiancato alla terapia farmacologica, può aiutarLa a rafforzare l’autostima, lavorare sul DCA e
sulla sua identità.
Dott.ssa Martina Prelati
Psicologo, Psicoterapeuta
Rieti
Buonasera. Innanzitutto comprendo il periodo che sta attraversando e la invito a soffermarsi su quanta energia lei abbia come persona. Non è assolutamente da tutti avere così tanta grinta e coraggio nello scegliere quello che più la faccia sentire bene e che più le piaccia (università, lavoro, etc.). Quando si consuma tanta energia anche il corpo ne richiede altra e come esseri umani ci serviamo del cibo, del sonno, ecc. per ricaricarci. Spero di averle dato più punti di riflessione. La lascio con una frase di una mia formatrice psicoterapeuta: "la confusione è un pensiero chiaro". Si prenda tutto il tempo che le serve per concedersi un suo spazio dove poter parlare di questo pensiero chiaro. Se vuole approfondire mi può contattare quando vuole.

Saluti,
Dott.ssa Martina Prelati
Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Salve, sembra abbia bisogno di comunicare il suo stato d'animo e la confusione che prova in questo momento. Seguire un percorso con un terapeuta invece di limitarsi ad assumere la terapia farmacologia la potrà aiutare nel chiarirsi le idee e conoscere meglio se stessa. Se presenta queste problematiche è fondamentale seguire un percorso.
Cordiali saluti
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dr. Antonio Rivetti
Psicologo, Psicoterapeuta
Caserta
Gentile Utente, la domanda che vorrei farLe è perché ha smesso di prendersi cura di Lei. Il nostro corpo è importante per la nostra salute e Lei ha smesso di ascoltarlo e questo ci porta ad allontanarci dai nostri reali bisogni. Lei parla di insicurezze, Io ho la sensazioni che siano insoddisfazioni interne che la portano a dubitare continuamente delle sue scelte. Quale emozione la porta a cambiare continuamente scelta lavorativa o di studio. Non dia troppa importanza ai suoi pensieri; si fermi ad ascoltare quello che desidera realmente e se non riesce a "sentire" non faccia nulla ma abbia pazienza. Grazie.
Dott. Pierluigi Campesan
Psicologo, Psicologo clinico
Verona
Buongiorno, avere dei progetti va benissimo. Il punto più critico è nella sua autostima che attualmente non è a livelli ottimali. Lei dice di avere comunque ancora speranza, ecco forse questo è il momento di andare a verificare dove la sua insicurezza trae spunto. Il DCA non è da prendere alla leggera e sembra dai medicinali che assume che ci sia dell'altro che non ha scritto. Le consiglierei vivamente di intraprendere un percorso psicologico con un professionista, in modo da chiarire e intervenire sulla sua insicurezza, che sembra essere un buon punto da cui partire per poi ridimensionare la sua indecisione sul suo futuro. Cordial saluti.
Dr. Maria Tiziana Maricchiolo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
San Giovanni la Punta
Buon pomeriggio, potrebbe essere utile un lavoro psico-corporeo e l'approccio psicoterapeutico fornito dall'analisi bioenergetica che la aiuti a rilasciare le memorie corporee collegate ad eventi traumatici che le portano a soffrire della sintomatologia da lei riportata, al fine di restituirle ritrovata lucidità e vitalità. Resto a disposizione per eventuali specifiche anche online. Dr. Maria Tiziana Maricchiolo
Dott. Marco De Fonte
Psicologo, Psicoterapeuta
Bari
Ciao,
ti ringrazio per la sincerità con cui ti racconti: da ciò che scrivi emerge chiaramente tutta la fatica che stai vivendo, ma anche la tua capacità di riflettere su di te e di non perdere mai del tutto la speranza. È un segnale molto importante.

Quello che descrivi – il sentirsi confusa, avere paura di deludere chi ti ama, il desiderio di una vita piena ma la difficoltà a trovare una direzione – è qualcosa che molte persone della tua età vivono, anche se in forme diverse. Non significa che tu sia “problematica” o “peggiore degli altri”: significa che sei in un momento di passaggio, in cui stai cercando di costruire la tua identità adulta.

La terapia farmacologica che stai seguendo, insieme al percorso psicologico, può essere una base di sostegno importante. Accanto a questo, può esserti utile darti il permesso di rallentare: invece di pensare che “devi subito decidere” cosa fare della tua vita, puoi provare a fare piccoli passi, sperimentando, ascoltando quello che ti fa stare meglio. Non è necessario avere già tutte le risposte a 24 anni.

Il fatto che tu abbia dei desideri molto chiari (viaggiare, mantenerti una macchina, avere più indipendenza economica) è prezioso: significa che dentro di te c’è energia vitale, un orientamento. Forse può aiutarti partire proprio da lì, chiedendoti: qual è il prossimo passo concreto, anche piccolo, che mi può avvicinare a uno di questi desideri?

Ti incoraggio a non vivere i cambiamenti di facoltà o di lavori come “fallimenti”: sono tentativi, esperienze, modi per conoscersi meglio. Fa parte del percorso.

Non sei sola, e il fatto che tu abbia la forza di scrivere e raccontarti dimostra che dentro di te c’è già una risorsa che ti spinge a cercare soluzioni.
Dott.ssa Giulia Solinas
Psicologo, Psicoterapeuta
Quartu Sant'Elena
Nel suo racconto sono presenti molti elementi che fanno riferimento a problemi nelle scelte, nella autoderminazione e del comportamento alimentare. Credo che questo suo malessere debba subito orientarla verso una presa in carico con professionisti che possano aiutarla a dipanare queste aree problematiche. Nel corso della vita accade un momento in cui entriamo in crisi, cio che facciamo non ci soddisfa e non abbiamo chiara la direzione dove andare. Si affidi ad uno psicologo / psicoterapeuta che le dia un valido aiuto per vedere chiaro nella sua vita. Sia fiduciosa tutto si puo affrontare
Dott. Francesco Paolo Coppola
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Per mitigare la propria confusione occorre la consapevolezza che non è semplicemente capire le cose, ma vivere pienamente l’esperienza dell’adesso.
La vita scorre solo in questo istante, inafferrabile e reale.
Il futuro è incerto e indefinibile, il passato troppo spesso si trasforma in rimpianto o rimorso.
In questo scenario, l’unico spazio in cui possiamo davvero agire è il presente.
Essere responsabili non significa prevedere tutto o controllare ogni cosa.
Significa riconoscere che ogni gesto, ogni pensiero e ogni scelta compiuta ora ha conseguenze profonde su di noi e sul mondo.
È nel momento presente che possiamo decidere se alimentarci di paure o di fiducia, di automatismi o di libertà interiore.
È da qui che inizia ogni vera trasformazione: dal corpo, dal respiro, dal silenzio e dalla presenza. Non possiamo cambiare ciò che è stato, né controllare ciò che sarà.
Ma possiamo rilassarci ed agire responsabilmente sulle circostanze presenti ora. Se vuoi posso darti una mano
Dott.ssa Maria Assunta Macrì
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Catania
Ti accolgo partendo da quello che hai scritto: sei in una fase della vita in cui il desiderio si presenta in modo confuso, oscillante, contraddittorio. Da una parte sogni una “bella carriera, la macchina, i viaggi”, dall’altra ti trovi a vivere un senso di vuoto rispetto a chi vuoi essere, a quale direzione dare ai tuoi studi o al lavoro.
In una prospettiva psicoanalitica, specialmente lacaniana, non c’è da giudicare questa confusione come un “difetto”, ma da interrogare il senso che ha per te. Tu stessa scrivi: “non so se voglio continuare l’università ancora oppure andare a lavoro”. Non è tanto una questione di scelta pratica in sé, ma del rapporto che hai con il tuo desiderio: cosa ti muove davvero? Cosa cerchi in quell’università o in quel lavoro?
Lacan(famoso psicoanalista contemporaneo) diceva che il soggetto non coincide mai completamente con ciò che “sa di sé”: c’è sempre uno scarto, un inconscio che parla, che si manifesta anche nei sintomi (come il disturbo alimentare che racconti). Il DCA, la tua fatica col corpo, la sensazione di non essere mai “all’altezza”: sono modi in cui il tuo inconscio prende parola. Non si tratta di eliminarli subito, ma di ascoltarli.
Un altro punto che emerge nel tuo discorso è il rapporto con l’Altro: i tuoi genitori che “hanno sempre creduto in te”, la sorella che ha già una famiglia, le coetanee che hanno viaggi, macchine, lavori. È come se continuamente ti misurassi con un ideale dell’Altro e sentissi di non essere mai “sufficientemente buona”. Questo confronto però ti lascia sempre nell’insoddisfazione, perché l’ideale non si raggiunge mai.
La psicoanalisi non ti darebbe una risposta su quale università scegliere o se andare a lavorare subito, perché non è questo il punto. Il lavoro analitico ti accompagna a interrogare cosa c’è in gioco per te nel voler o non voler studiare, nel voler o non voler lavorare. A scoprire qual è la tua posizione soggettiva rispetto al desiderio, e non a quello che “ci si aspetta” da te.
Tu scrivi una frase molto importante: “può darsi che sia confusa, può darsi che sia problematica, ma non sono e non sarò mai migliore o peggiore degli altri”.
Qui intravedo un atto soggettivo, un momento in cui ti sottrai al confronto, in cui affermi qualcosa di tuo. È da lì che si può partire: da quella voce che prova a dire “io non sono da misurare con gli altri”.
Quello che stai vivendo non è una colpa, ma una tappa. La questione non è “cosa devo fare della mia vita?” ma piuttosto: “cosa desidero davvero io, al di là degli ideali che mi inseguono?”. È su questo che il lavoro analitico può aiutarti a fare chiarezza, non nel senso di togliere la confusione, ma di darle un senso.
Dott.ssa Maria Ilaria Incitti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pompei
Gentile utente,
dal suo racconto emerge la fatica di un momento di vita complesso, quale quello che la vede come una giovane adulta alla ricerca di una propria strada.
Sta vivendo un’età di transizione in cui
il processo di costruzione della propria identità è ancora in corso, con tutte le difficoltà del momento, ma anche con tutte
le risorse!
Che lei si ponga delle domande su se stessa e sul proprio futuro è indice del desiderio di costruire una vita che le corrisponda.
Un percorso psicoterapeutico, unito alla cura farmacologica che già segue, potrebbe fornirle gli strumenti per leggere al meglio queste sue domande.
Un caro saluto
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

sarebbe opportuno affiancasse alla terapia farmacologica un percorso di psicoterapia, questo al fine di poter meglio affrontare i tantissimi temi qui riportati che meriterebbero tutti attenzione e ascolto. Confrontarsi con uno specialista le darebbe con il tempo la possibilità di fare chiarezza nella sua vita e di guardare al suo futuro con maggior fiducia; ci pensi!

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Guardi la sua confusione e la sua
Insicurezza unita ai problemi alimentari fanno comprendere quanta sofferenza c'è dietro la sua paura di deludere i genitori magari cercando di accontentarli andando all'università
La sua anima dice altro
Cerchi di conoscere meglio suoi bisogni e emozioni e vedrà andrà meglio
Una buona psicoterapia può aiutarla a definirsi meglio
Buon cammino
Dott.ssaLorenzini Maria santa psicoterapeuta




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