Quando ho iniziato a stare male ovvero un anno e mezzo fa , sono stato e sono tutt ora in cura con l

16 risposte
Quando ho iniziato a stare male ovvero un anno e mezzo fa , sono stato e sono tutt ora in cura con la mia psichiatra che mi ha dato dei farmaci anti depressivi e ansiolitici dal inizio della cura era tutto passato ora invece dopo una settimana chiuso in casa mi sono tornati questi problemi che prima della cura affrontavo con più ansia e vorrei solo capire se ora non ho più ansia a pensare a queste cose sono davvero reali oppure è dovuto dal fatto che uso dei ansiolitici che tengono a bada l’ansia? E per tanto questa cosa mi ha fatto iniziare a credere che tutto sia reale se un mese e mezzo fa mi sentivo normale uomo e tutto ora per via di questa cosa mi sento gay… La mia psichiatra mi ha aiutato nel fatto del disturbo di ansia ma non gli ho mai posto questo argomento vorrei solo sapere cosa pensate voi … grazie ancora e scusate L assolante insistenza ma non vivo più …
Quando un pensiero diventa costante, pressante, ossessivo e non lascia più tempo e spazio è segno che è un pensiero di tipo ossessivo che per sua stessa natura non ha nessuna soluzione se non lasciare andare il tarlo, spostare l'attenzione.
Il pensiero circolare è fatto proprio di questo, non c'è nessuna soluzione, quello che è stato appena deciso si ripresenta nella forma negativa.
Non importa il contenuto del pensiero ma solo la sua forma.
I farmaci sono uno strumento prezioso e a volte indispensabile per permettere al paziente di poter raccontare con le parole il suo disago ma associare alla cura farmacologica la cura con la parola, è una combinazsione che può fare la differenza e dare alla persona quel sollievo e quegli strumenti per affrontare il disagio e trovare una nuova strada.
Antinori Maria Grazia, Roma

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Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Tenga presente che la letteratura scientifica è concorde nel sostenere che la terapia migliore sia quella combinata ossia costituita da farmaco più intervento psicologico dunque ritengo utile che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera,
Mi dispiace per questo suo malessere che sta vivendo.
Mi permetto di dirle che il farmaco cura il sintomo non la causa della sua ansia, per il quale sarebbe opportuno indagare in maniera più approfondita. Sicuramente parlare col suo medico in modo aperto e sincero la potrà aiutare e potrà anche aiutare il suo medico a capire come procedere al meglio nel sostegno che le dà.
Resto a disposizione e le auguro una buona serata
Salve. Ha mai pensato di affiancare la terapia farmacologica con una psicoterapia? La psicoterapia potrebbe aiutarla a comprendere le cause del suo malessere e a fare chiarezza sui suoi dubbi. A volte possono essere dubbi e pensieri che possono servire ad evitare un'emozione o un sentimento difficile da accettare oppure essere pensieri e dubbi collegati a un piano di realtà. Nella mia lunga esperienza un lavoro sulla consapevolezza psico corporea, associato alle sensazioni ed emozioni sul qui e ora, aiuta a chiarire molto. Sono disponibile per approfondimenti. Distinti saluti
Buonasera mi dispiace per ciò che sta affrontando. Le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale dal quale troverà giovamento fino alla risoluzione della problematica ansiosa , in più un percorso la può aiutare a fare chiarezza sui suoi dubbi , per qualsiasi altra informazione resto a sua disposizione . Un caro saluto
Buonasera, comprendo il bisogno che prova nel cercare una maggiore comprensione della sua sintomatologia. È importante affiancare alla cura farmacologica che cura esclusivamente i sintomi ,un percorso psicologico che dia un senso ai suoi malesseri . È importante per la risoluzione dei suoi problemi una maggior consapevolezza delle cause.Si affidi ad una bravo psicoterapeuta ,con cui stabilire una buona alleanza terapeutica. Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Buonasera, le domande, che lei si pone ripetutamente, parrebbero essere una forma di "ritorno" dell'ansia (seppur magari in forma contenuta) sotto altre spoglie, per cui il suggerimento di un percorso psicoterapico mi trova d'accordo, essendo probabilmente non del tutto sufficiente la sola assunzione di una terapia farmacologica. Anzi, le suggerirei di avviare il percorso psicoterapico, in concomitanza al trattamento farmacologico, in tempi relativamente brevi, per interrompere la sequenza di pensieri, il carattere intrusivo dei quali si traduce in sintomi oppressivi e disfunzionali.
Cordialmente,
M.M.
Gentile utente, senza dubbio è bene che riferisca al suo psichiatra, ma quale sarebbe il problema se fosse gay? Sinceramente il focus del suo problema non mi sembra l'essere gay o meno. Per rispondere a questo DUBBIO i farmaci non bastano, serve un'elaborazione dei suoi pensieri e credenze.
Cordialità Dott.ssa S.Zito
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Buonasera. E' difficile rispondere alla sua domanda in modo diretto ed esaustivo attraverso questo spazio. Il mio suggerimento è di confrontarsi con la sua psichiatra in merito a ciò che sta sperimentando e vivendo in questo momento, e di riflettere sulla possibilità, a mio avviso molto importante, di rivolgersi ad uno/a psicoterapeuta per valutare l'inizio di un percorso psicologico, da affiancare alla terapia farmacologica, attraverso il quale poter lavorare sulla maggiore consapevolezza di sé stesso, delle proprie risorse e di tutti gli altri aspetti che per lei sono importanti, al fine di ripristinare il proprio equilibrio e benessere. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Buongiorno, i farmaci l'aiutano sicuramente a ridurre l'ansia ma non curano, cioè non risolvono i problemi che sono all'origine della sua ansia. Da ciò che scrive sembra che uno dei motivi che le provoca disagio psicologico e ansia sia il dubbio di essere o meno gay. Per risolvere questi e altri dubbi (e riprendere a vivere) è necessario che intraprenda un percorso di psicoterapia. Le consiglio prima di tutto di parlarne con la sua psichiatra, sia per quanto riguarda la terapia farmacologica sia per dei suggerimenti sulla psicoterapia. Un caro saluto, Dott. Valerio Mura
La situazione che descrive invita a suggerirle un approfondimento psicodiagnostico e successivamente una psicoterapia. Nel frattempo le suggerisco di ascoltare l'episodio sul disturbo ossessivo compulsivo e quello sulla omofobia e omofobia interiorizzata sul Podcast Le Stanze della Paura, disponibile gratuitamente su Google e Spotify. Troverà molte informazioni sui disturbi d'ansia e strumenti di auto aiuto per ridurre gli stati di tensione psico fisica. (Facebook Le Stanze della Paura) Buona giornata. Bruno Ramondetti.
E possibile che ci sia un dubbio anziché una certezza di essere gay? O meglio spesso si scivola dal “ potrei essere gay” al “ sono gay”, che è esito di controllo . Dietro c’è sempre un problema ansioso con esigenza di certezza attraverso il controllo
Gentile utente di mio dottore,

affiancherei alla farmacoterapia un percorso psicoterapeutico con lo scopo di poter accrescere maggiormente la consapevolezza di se, aspetto altrettanto importante se si vuol guardare ad un benessere più a lungo termine. Nel caso necessiti di un consulto non esiti a contattarmi in privato.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, le suggerisco di affiancare al percorso farmacologico del suo psichiatra una terapia psicologica per affrontare il problema. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buonasera, ritengo utile rivolgere la domanda alla sua psichiatra che la conosce in modo approfondito. Sarebbe opportuno affiancare anche una psicoterapia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera,

Potrebbe chiedere consiglio alla sua psichiatra in merito alla possibilità e all’opportunità di iniziare un percorso di psicoterapia da affiancare alla terapia farmacologica.
Saluti

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