Prendo RISPERDAL fa 18 anni , prima di più , ora un grammo e en per dormire. Sono ingrassato , non e
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Prendo RISPERDAL fa 18 anni , prima di più , ora un grammo e en per dormire. Sono ingrassato , non esco più di casa, ho 53 anni, sono diventato goffo,
e ho anche crisi di pianto. Ho paura della gente, tengo sempre i tappi nelle orecchie, ma il mio psichiatra che vedo raramente continua ad ordinarmelo e mia moglie insiste pure. Ho anche dolori al collo e alla schiena . Una volta ero normale ma pensavo che gli altri c’è l’avessero con me. Ora è peggio ma che posso fare? Consigliatemi. Grazie. Sono un uomo di 53 anni
e ho anche crisi di pianto. Ho paura della gente, tengo sempre i tappi nelle orecchie, ma il mio psichiatra che vedo raramente continua ad ordinarmelo e mia moglie insiste pure. Ho anche dolori al collo e alla schiena . Una volta ero normale ma pensavo che gli altri c’è l’avessero con me. Ora è peggio ma che posso fare? Consigliatemi. Grazie. Sono un uomo di 53 anni
Be e' meglio che senta lo psichiatra ...piu' della moglie ... comunque ci sono tanti farmaci che possono essere usati o non usati...certamente il risperidone e' un ottimo farmaco ma puo' effettivamente indurre apatia e depressione dell'more con il tempo ...
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Non sono per le terapie a lungo termine, figuriamoci per quelle che durano da18 anni.
Dal mio punto di vista, ed è quello che cerco di fare, una terapia deve avere una fine o, perlomeno, bisogna porsela come obiettivo, anche se non sempre è facilmente raggiungibile.
Per far questo è però necessario che il terapeuta, psichiatra,veda il paziente con una maggiore frequenza nel tempo in modo da monitorare da vicino gli effetti della terapia e,nel contempo,da avviare e condurre un trattamento psicologico che andrebbe sempre associato a quello farmacologico.
Dal mio punto di vista, ed è quello che cerco di fare, una terapia deve avere una fine o, perlomeno, bisogna porsela come obiettivo, anche se non sempre è facilmente raggiungibile.
Per far questo è però necessario che il terapeuta, psichiatra,veda il paziente con una maggiore frequenza nel tempo in modo da monitorare da vicino gli effetti della terapia e,nel contempo,da avviare e condurre un trattamento psicologico che andrebbe sempre associato a quello farmacologico.
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