Non so se c'entra con la dermatillomania, questa cosa mi succede solo quando vado dalla psicologa e

15 risposte
Non so se c'entra con la dermatillomania, questa cosa mi succede solo quando vado dalla psicologa e mi viene da piangere o devo parlare di cose di cui mi vergogno, allora senza rendermene conto inizio a stringermi i polsi con le unghie, o a toccarmi le unghie, oggi ad esempio mentre piangevo non riuscivo a smettere di stringere con le unghie il gomito destro, la psicoterapeuta mi diceva "Non farti del male, piuttosto stringi il cuscino", mi diede un cuscino ma io non riuscivo, cioè ritornavo di nuovo sul mio corpo, sulla mia pelle....non riesco a spiegarmi meglio....
Non sono un' autolesionista, nel senso che non mi sono mai tagliata, ma ho sofferto e continuo a soffrire di dermatillomania. Mi chiedevo se questo mio comportamento è collegato alla dermatillomania o se ha un'altra spiegazione.
Ps: in passato ho provato altri psicoterapeuti e mi succedeva la stessa cosa, adesso ne ho trovata una con cui mi trovo bene, specifico questa cosa per dire che il problema è mio non del terapeuta.
Buongiorno signora son contenta che abbia trovato un terapeuta con il quale si trova bene e con il quale affrontare le sue difficoltà è comune che man mano che si affrontano questioni irrisolte e si va a scavare nel profondo che i sintomi abbiano una recrudescenza maggiore abbia fiducia nell'operato del terapeuta e vedrà che piano piano ci saranno dei miglioramenti. Cordiali saluti

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buongiorno signora sicuramente non è facile trovare un terapeuta con il quale scatti un'alleanza terapeutica, sono contenta che abbia finalmente trovato qualcuno con il quale si trova bene.
Il suo comportamento parla molto di una difficoltà di gestione e controllo dell'emozioni, che non trova un giusto canale comunicativo verbale. Tutta la tensione, la sofferenza, l'imbarazzo di cui parla viene scaricata nel corpo. Quando si inizia un percorso terapeutico si verifica quasi sempre un riacutizzazione dei sintomi, quindi si affidi totalmente al suo terapeuta e deve avere pazienza prima che tutti i sintomi possano sparire.
Cordiali saluti
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, probabilmente ciò che descrive è legato alle emozioni, faccia caso quando emerge tale impulso: forse quando insieme alla terapeuta toccate temi faticosi?
Cordiali saluti,
Giada Bruni
Salve, dice di trovarsi bene con l'attuale terapeuta. Se è così, e se lei si fida, sfrutti questa opportunità per ascoltarsi dentro e parlarne con lui, che la conosce comunque meglio di chiunque possa risponderle da questa piattaforma. Le auguro un buon cammino.
Cara utente, hai ragione, il sintomo che descrivi è ascrivibile a un disturbo compulsivo caratterizzato dall'abitudine di pizzicare, pungere, sfregare continuamente la pelle di parti del corpo, come ad esempio viso, braccia gambe, altrimenti detto anche “disturbo da escoriazione”. Esso può presentarsi in modo cosciente, altre volte in modo inconsapevole come una specie di tic nervoso. La cosa interessante del tuo racconto è che dici che hai sofferto e continui a soffrire di dermatillomania e che si presenta in maniera intensa quando, in presenza di uno psicologo” devo parlare di cose di cui mi vergogno” A mio avviso è proprio qui che dovresti insistere, nel senso che all’interno di un rapporto terapeutico dovresti spingere fino in fondo per comprendere quali sono quei presupposti interni che generano inconsapevolmente questa compulsione del pungerti con le unghie. Se come dici ti trovi bene con la psicologa che ti sta seguendo, prova ad insistere perché hai ragione quando dici “il problema è mio non del terapeuta” Questa volta piangi, disperati, non scappare, prova ad andare fino in fondo alle cose di cui ti vergogni.
Cordialmente Maria Nasti
Cara utente, deve essere difficile per lei condividere queste emozioni in un momento così delicato. I sintomi sono come dei campanelli di allarme: avvisano quando il mondo emotivo è in movimento. I sintomi ci fanno stare male perchè mettono in luce delle sensibilità e allo stesso tempo sono la migliore risposta, tra quelle che disponiamo, quando qualcosa sentiamo che ci turba. Credo che la terapia sia il contesto migliore per esplorare il suo mondo emotivo, dare nuovi significati e costruire nuove strategie per fronteggiare le emozioni più spiacevoli.
Rimango a disposizione, anche online. Un caro saluto
Salve, la risposta migliore può darla solo il suo terapeuta perché la conosce bene ed è in grado di intervenire dove necessario. Comprendo la sua necessità di trovare conferme e risposte altrove ma le suggerisco per il suo bene e per ottenere i risultati che desidera di affidarsi al suo terapeuta con assoluta fiducia. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno, la pelle è l'organo più esteso del nostro corpo e, tra l'altro, embriologicamente collegata al sistema nervoso. Mi sembra probabile che il comportamento di cui parla abbia dei legami con la dermatillomania, ma appare più lieve, per cui ha presumibilmente diverse specificazioni
Quando il corpo ci parla, è impossibile non dargli ascolto. il malessere interno emerge e si manifesta in modo inequivocabile. Se le è capitato di avere tali manifestazioni con altri psicoterapeuti, è chiaro il legame con gli argomenti trattati in sede di colloquio.
Inoltre, se si trova a suo agio con l'attuale psicoterapeuta, prosegua fiduciosa. A volte i percorsi possono essere più lunghi di quello che si era preventivato, ma non per questo meno efficaci.
Per dubbi, domande o chiarimenti mi può contattare, anche online.
Cordialmente
Buongiorno, è frequente la strategia del chiodo scaccia chiodo dove per non provare l'insostenibilità di un'emozione si preferisce il dolore fisico che è più sotto il proprio controllo, anche al di fuori di disturbi autolesionistici.

La tolleranza alle emozioni soprattutto in uno sguardo interno terapeutico può essere più facilmente sviluppato con gli atteggiamenti contenuti nei principi della Mindfulness.
Salve. È importante che si trovi bene con la psicoterapeuta con la quale sta lavorando. A volte il dolore e il disagio emotivo, psicologico può essere così insostenibile che le stimolazioni fisiche possono aiutarlo a sostenerlo, perché le sensazioni fisiche anche dolorose aiutano a sentirsi vivi, presenti, per questo il cuscino può non funzionare. Verifichi se si sta forzando o si sta rispettando nell'affrontare il dolore e la vergogna che descrive e ne parli con la sua terapeuta. Distinti saluti
Buongiorno, dalle sue parole e visto il fatto che cerca anche conferme da altri professionisti sembra che nutra curiosità e interesse riguardo al significato di questo suo sintomo. Anche il nostro corpo, le nostre sensazioni, gli atteggiamenti e movimenti impliciti che facciamo inconsapevolmente fanno parte di noi, hanno un loro scopo e vanno conosciuti e compresi per poterli regolare e rendere più adattivi. Si prenda il tempo di affrontare questo aspetto con rispetto di sé e senza forzarsi, ma la invito ad esplorarlo col suo terapeuta e a sfruttare questa possibilità di conoscere meglio il suo modo di funzionare e poter migliorare la sua qualità di vita. Un caro saluto. Dott.ssa Elisa Siri
Salve. Il fenomeno che lei ha descritto non è raro. In molti miei pazienti ho riscontrato questo particolare meccanismo nel quale si riversa sul corpo una qualche tensione emotiva, non necessariamente con l'intento di farsi del male, quanto per il bisogno di proteggersi da quello che in qualche modo risulta "disturbante". Lei del resto ha perfettamente detto che lo fa quando sa di dover parlare di cose per cui può stare male. Nel setting terapeutico ad un certo punto bisognerebbe chiedersi: cosa accadrebbe se lei consentisse a quell'elemento disturbante di venire totalmente a galla?
Buongiorno, i suoi dubbi sono legittimi. Una psicoterapia è consigliata perché, se da una parte "guarisce" gli stati d'animo che non la fanno stare bene, dall'altro "educa" alla consapevolezza e alla conoscenza di sé. La conseguenza di questa "educazione" è che poi lei è in grado di fronteggiare tutto ciò che la vita ci riserva quotidianamente, in modo adeguato. Se non trova riscontro con lo psicoterapeuta che sta frequentando o dovesse frequentare, conviene cambiare. Ognuno ha un suo metodo di lavoro e non è detto che quel metodo vada bene per lei. A disposizione per qualsiasi chiarimento, la saluto cordialmente.
dr.ssa Elena Santomartino, psicologa psicoterapeuta

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