La mia ansia non mi permette di mangiare più come prima, sento di dimagrire, mi si chiude lo stomaco

20 risposte
La mia ansia non mi permette di mangiare più come prima, sento di dimagrire, mi si chiude lo stomaco e mangio poco perché devo mangiare o muoio di fame! Sento fame, stomaco che brontola ma poi l’ansia costante che ho non mi permette di mangiare o comunque mi sazio in fretta! Sto così da 3 mesi più o meno! Sto vedendo una psicologa, che a volte mi aiuta ma non vedo la luce in fondo al tunnel nei momenti più bui! Sento che dimagrirò tanto da sentirmi male e farmi ricoverare, di non mangiare più bene e tanto come un tempo!! Stavo bene fino a gennaio, da febbraio boom, ansia orribile quasi tutti i giorni tutto il giorno!
Aggiungo che prendo la pillola anticoncezionale da gennaio, parlerò con il ginecologo per capire se non è la pillola giusta per me nel frattempo vorrei capire come fare per mangiare.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, scrive di aver già intrapreso un percorso psicologico, quindi le consiglio di continuare a confrontarsi con il collega che la segue.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve. Ne parli col collega che la sta seguendo. Avete già individuato le cause della sua ansia, a cosa le sta servendo in questo momento della sua vita? La difficoltà a mangiare a cosa si collega? Quale è il vissuto emotivo che può essere alla base della sua difficoltà? Nella mia lunga esperienza, indagando su vari aspetti, integrandoli con i vissuti emotivi e le sensazioni corporee si individua l'origine o le origini che possono essere molto diverse da ciò che possano apparire. Un lavoro con integrazione di micromovimenti e di scioglimento delle tensioni muscolari, aggiungono potenzialità al lavoro psicoterapeutico che va anche a stimolare la fiducia in se stessi, uscendo fuori dal meccanismo del dovere, del perfezionismo, ecc. che potrebbero scatenare vissuti ansiosi e angoscianti. Distinti saluti
Dott.ssa Giulia Proietti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, le consiglio di parlare con la sua psicoterapeuta, per trovare delle strategie per fronteggiare la situazione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Giulia Proietti
Dott.ssa Silvana Zito
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente,
da quanto espone si evince che si infligge il deperimento fisico come forma di autolesionismo.
Non è chiaro da quanto tempo ha intrapreso la psicoterapia. Ne parli con la sua terapeuta e trovate insieme una soluzione più rapida che la aiuti a reagire. In seguito ci sarà tempo per capire la causa del disturbo e intervenire.
Resto disponibile per eventuali chiarimenti. Cordialità S.Zito
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Dott.ssa Carla Ferraro
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Firenze
Io la inviterei a fare anche una consulenza psichiatrica visto questo peggioramento. Non tema un aiuto farmacologico in concomitanza alla psicoterapia. Un caro saluto
Dott. Felice Schettini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera. Mi spiace per la situazione che descrive e che sta vivendo. La mia indicazione è di continuare a confrontarsi con la sua psicologa e ad a impegnarsi nel lavoro psicologico che ha intrapreso, valutando insieme a lei quale sia in questo momento il modo migliore per alleviare l'ansia ed iniziare a migliorare il suo rapporto con il cibo (considerando anche la possibilità di integrare il lavoro psicologico che sta facendo con altri interventi, ad esempio la consultazione psichiatrica). Un saluto e in bocca al lupo, Dott. Felice Schettini
Dott.ssa Marina Ceruti
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Sessuologo
Como
Concordo con la collega Dott.ssa Zito: la situazione che ha descritto fa ipotizzare una sorta di punizione che sta infliggendo a se stessa, una forma di autolesionismo, che andrebbe accuratamente presa in considerazione con la terapeuta che la sta seguendo.
MC
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

continui il percorso iniziato con la collega, vedrà che troverà con il tempo gli strumenti per poterla gestire vivendo la sua vita con maggior serenità. Aggiungo inoltre che sarebbe opportuno avere anche un confronto con il ginecologo per quanto concerne le indicazioni relative alla pillola.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Di ansia non si muore. Deve valutare se continuare o cambiare terapeuta, ma la psicoterapia rimane il trattamento di elezione per i disturbi di ansia. Può prendere in considerazione un supporto farmacologico temporaneo per alleviare i sintomi se sono troppo invalidanti.
Dott. Gian Piero Grandi
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista clinico
Torino
Mi spiace molto per questa sua situazione ma come hanno detto i colleghi mi sento di tranquillizzarla sul fatto che l’ansia non ha mai ucciso nessuno. Può però valutare se il percorso che sta seguendo è più o meno indicato per lei e nel caso non lo fosse può optare per un cambio di terapeuta. A sua disposizione per eventuali altre domande. Cordialmente.
Dott.ssa Marlena Miglietta
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Grottaferrata
Gentile Utente, mi spiace molto per ciò che sta vivendo, ne parli con la sua terapeuta e trovare insieme nuove strategie più funzionali per fronteggiare la situazione. Distinti Saluti Dott.ssa Marlena Miglietta
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, credo che la strada da lei intrapresa sia quella giusta e mi complimento per la sua determinazione a risolvere la sua difficoltà. Occorre molta pazienza e, in aggiunta, chiederei alla psicologa se è il caso di ricorrere anche ad un sostegno farmacologico.
In bocca al lupo
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Rita Gatto
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve,

La scelta di intraprendere un percorso Psicoterapeutico è un inizio che le darà certamente strumenti per poter affrontare e superare al meglio questo momento. Se sente che il lavoro con la collega non risponde alle sue necessità si confronti con lei, valutate insieme quali azioni efficaci attuare in questa fase, come o se proseguire insieme. Si lasci accompagnare nell'esplorare il messaggio profondo di tale manifestazione ansiosa, così da darle voce ed appagarne i bisogni sottostanti. Il più delle volte ciò che compare attraverso un sintomo fisico, non è che lo strato superiore di un cuore che non aspetta altro che essere ascoltato, fatto di pensieri, emozioni e sensazioni.

Rimango a disposizione per qualunque necessità.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Rita Gatto
Ricevo a Roma (V e X Municipio) ed online
Dott. Emiliano Perulli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lecce
Buongiorno,
poiché sta già intraprendendo un percorso psicologico, è importante che ne parli col professionista che la segue.
Cordialmente, EP
Prof. Antonio Popolizio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, credo che il suo percorso terapeutico sia iniziato da poco leggendo il suo racconto e per questo motivo la invito ad aver pazienza per i risultati. I grandi momenti di ansia comportano il problema alimentare di cui ci parla quindi non lo amplifichi immaginando scenari che non ci saranno. Tuttavia se l'ansia è insopportabile ne parli con il suo psicologo e valutate se affiancare un breve, sottolineo breve, supporto farmacologico per affrontare unicamente il momento ovviamente parlandone anche col suo medico curante visto che assume un anticoncezionale. Cordiali saluti.
Professor Antonio Popolizio
Dr. Sandro Brezzo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Sanremo
Buongiorno, io le consiglio di condividere con ancora maggior "intensità" il suo stato d'animo e i suoi pensieri con la sua attuale terapeuta. Purtroppo l'ansia è un ostacolo molto disturbante ma, mi creda, la può comprendere, gestire e superare.
immagino che con la sua terapeuta abbia iniziato a conoscere qualche tecnica di rilassamento, se non lo ha ancora fatto, ne parli in seduta..
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova

Mi dispiace molto che tu stia vivendo questo momento così difficile. L'ansia che stai affrontando può sicuramente influire sul tuo comportamento alimentare, portando a una difficoltà nel mangiare normalmente e a sensazioni di sazietà precoce, anche quando il tuo corpo ha bisogno di nutrimento. È un circolo vizioso che può intensificarsi con il passare del tempo.

È positivo che tu stia vedendo una psicologa, anche se capisco che nei momenti più bui sia difficile vedere una via d'uscita. Parlare con il ginecologo riguardo alla pillola anticoncezionale è una buona idea, perché in alcune persone può influenzare l'umore e i livelli di ansia. Questo potrebbe aiutarti a capire se il farmaco contribuisce al tuo malessere, anche se l'ansia stessa sembra essere il principale fattore che ti impedisce di mangiare.

Per quanto riguarda l'alimentazione, potresti provare alcuni approcci per ridurre la pressione che senti quando ti siedi a mangiare:

Frazionamento dei pasti: Mangia porzioni piccole e frequenti durante la giornata. Questo potrebbe essere meno opprimente rispetto a pasti più grandi e aiutarti a nutrirti regolarmente.
Alimenti facili da digerire: Inizia con alimenti leggeri e facili da masticare, come yogurt, frullati, zuppe o cereali morbidi. Questi ti forniranno nutrienti senza causarti troppa difficoltà a mangiarli.
Respirazione profonda e rilassamento: Prima di mangiare, prova a fare qualche minuto di respirazione profonda per ridurre l'ansia. Ti aiuterà a sentirti meno sotto pressione.
Rendere il pasto un momento piacevole: Mangia in un ambiente rilassato, possibilmente in compagnia di persone che ti fanno sentire a tuo agio, per evitare che il momento del pasto sia associato solo all'ansia.
Tieni un diario alimentare: Scrivi ogni giorno quello che mangi e come ti senti. Questo ti aiuterà a tenere traccia dei miglioramenti e a vedere piccoli progressi che altrimenti potrebbero passare inosservati.
Se l'ansia e la difficoltà a mangiare continuano a peggiorare, potrebbe essere utile esplorare anche altri trattamenti, come la terapia cognitivo-comportamentale specifica per disturbi alimentari o ansia, o un consulto con un nutrizionista che ti aiuti a creare un piano alimentare che si adatti alle tue esigenze emotive e fisiche.

Infine, non esitare a parlare con il tuo medico di base per monitorare la tua salute generale, soprattutto se temi che il dimagrimento possa portarti a conseguenze fisiche.

Ricorda che non sei sola in questo e che ci sono supporti che possono aiutarti a superare questa fase. Continuare a parlare con la tua psicologa è importante, ma cerca anche di essere paziente con te stessa mentre cerchi di affrontare questo momento di difficoltà.
Dott.ssa Ginevra Berdini
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente,
comprendo quanto questa situazione possa essere difficile e frustrante per lei. L’ansia può avere un impatto significativo sull’appetito e sul benessere generale, ma ci sono strategie che possono aiutarla a gestire questa sensazione e riprendere un rapporto più equilibrato con il cibo.

Un primo passo potrebbe essere quello di modificare il modo in cui lei interpreta la fame e l’ansia. Spesso, quando proviamo ansia intensa, il nostro corpo attiva la risposta di “lotta o fuga”, che può influire sulla digestione e sulla sensazione di fame. Se quando sente lo stomaco chiudersi pensa “non riuscirò a mangiare”, provi a sostituire questo pensiero con “posso provare a mangiare un piccolo boccone alla volta, senza fretta”.

Inoltre, potrebbe provare una tecnica di esposizione graduale: invece di concentrarsi sulla necessità di mangiare tanto o normalmente subito, inizi con piccoli pasti o snack facilmente digeribili, senza pressione. Un altro aiuto può venire dal mangiare in un ambiente rilassante, magari ascoltando musica calma o praticando esercizi di respirazione prima dei pasti per ridurre la tensione.

Visto che ha notato un legame temporale tra l’inizio dell’ansia intensa e l’assunzione della pillola anticoncezionale, è una buona idea confrontarti con il ginecologo per capire se potrebbe esserci una correlazione e se sia il caso di valutare alternative.

Ricordi, ogni piccolo passo conta. Anche il solo fatto che sta cercando soluzioni dimostra la sua determinazione a stare meglio!

Un caro saluto Dr.ssa Ginevra Berdini
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, l’ansia può davvero interferire con la funzione alimentare e generare una sensazione di malessere fisico che può sembrare insormontabile. È importante che stia già seguendo un percorso con una psicologa, e sarebbe utile integrare tecniche di Mindfulness per ritrovare un contatto più sereno con il proprio corpo e con il momento presente, favorendo una maggiore consapevolezza del bisogno di alimentarsi. Inoltre, l’analisi bioenergetica potrebbe aiutarla a sciogliere le tensioni accumulate che influenzano la sensazione di chiusura allo stomaco. Le suggerisco di mantenere il dialogo con il ginecologo riguardo alla pillola anticoncezionale, perché a volte può avere effetti collaterali che incidono anche sull’umore e sull’ansia. Se dovesse percepire un peggioramento significativo o pensieri di autolesionismo, la invito con urgenza a rivolgersi a uno psicologo psicoterapeuta o a un pronto intervento specialistico. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli

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