In che modo ci si mette in contatto con la propria difesa? E' un esercizio che mi ha assegnato la mi
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In che modo ci si mette in contatto con la propria difesa? E' un esercizio che mi ha assegnato la mia psicologa.
Buonasera, le suggerisco di porre questa domanda alla sua psicologa. In generale significa acquisire consapevolezza di ciò che ci limita e ci impedisce di agire in modo più coerente con cosa proviamo, ma il discorso è complesso e va declinato nello specifico discorso terapeutico in atto.
Non abbia timore a chiedere delucidazioni alla sua terapeuta.
Dott.ssa Camilla Ballerini
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buonasera, le consiglio di chiedere approfondimenti alla sua psicologa che conosce la sua storia personale e saprà sicuramente come contestualizzare questa domanda. Non esiti a farlo, ci sono molti modi per procedere nella direzione che indica, dal prendere consapevolezza di ciò che ci porta a difenderci all'attivare diverse risorse per farlo in modo proattivo. Sono sicura che troverete insieme la modalità a lei più adatta. Cari saluti
Gentile utente, le consiglio di riporre il quesito in maniera più chiara, perché posto, così non è del tutto comprensibile...
Cordialmente,
Dr. E. Nola
Cordialmente,
Dr. E. Nola
Gentile utente, se questo è un compito che le è stato affidato in terapia forse potrebbe essere importante porre la domanda alla sua terapeuta. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buon pomeriggio.
Non sarebbe più facile porre questa domanda alla sua psicoterapeuta?
Non ci sono domande che voi pazienti non potete fare al vostro terapista. Perciò, coraggio, chieda a lei. Saprà definire meglio il compito che le ha assegnato
Un abbraccio
S. L.
Non sarebbe più facile porre questa domanda alla sua psicoterapeuta?
Non ci sono domande che voi pazienti non potete fare al vostro terapista. Perciò, coraggio, chieda a lei. Saprà definire meglio il compito che le ha assegnato
Un abbraccio
S. L.
Buongiorno gentile utente,
non so nello specifico cosa avesse in mente la Sua psicologa assegnandole tale compito, e sarà sicuramente occasione di approfondimento, chiarimento e discussione nelle vostre prossime sedute. Fino ad allora, però, mi sentirei di suggerirle di provare a pensare a cosa potrebbe significare per Lei una tale domanda, cosa la porta a immaginare o fantasticare in merito, a "prenderne contatto" e a "giocarci" quantomeno un po'. Al di là del risultato del compito in sè, sono certa che potrebbe essere un utile spazio di pensiero ed emotivo all'interno del processo terapeutico.
Cordialmente,
Dr.ssa Carabellò
non so nello specifico cosa avesse in mente la Sua psicologa assegnandole tale compito, e sarà sicuramente occasione di approfondimento, chiarimento e discussione nelle vostre prossime sedute. Fino ad allora, però, mi sentirei di suggerirle di provare a pensare a cosa potrebbe significare per Lei una tale domanda, cosa la porta a immaginare o fantasticare in merito, a "prenderne contatto" e a "giocarci" quantomeno un po'. Al di là del risultato del compito in sè, sono certa che potrebbe essere un utile spazio di pensiero ed emotivo all'interno del processo terapeutico.
Cordialmente,
Dr.ssa Carabellò
Gentile utente, le consiglio di parlarne con la sua terapeuta. E' certamente più produttivo poterne parlare direttamente con lei per capire bene cosa intendesse e con quali modalità procedere. Cordialmente.
Gentile utente le consiglio come d accordo con I colleghi di parlare con sua terapeuta.
Saluti affettuosi
Saluti affettuosi
Buongiorno, è una domanda molto particolare e la tentazione di risponderle in maniera esaustiva è tanta. Ma non sarei corretto nei confronti della collega che conduce il percorso con lei e, le dirò di più, non farebbe bene nemmeno a lei come paziente: a volte restare nella "nebbia" non può che far bene e non bisogna necessariamente comprendere tutto e subito, il linguaggio dell'inconscio può essere molto sottile e può necessitare di tempo per comprendere a livello profondo. Abbia fiducia nel suo percorso ma, proprio in virtù di questa fiducia, non perda occasione di manifestare i suoi dubbi e le sue perplessità alla sua terapeuta: che non sia un'occasione di scoperta di alcune parti di sè che vengono fuori attraverso la necessità di comprendere questa cosa?
Salve, se poco chiaro l’obiettivo e’ importante parlarne con la sua terapeuta.
Questo può solo migliorare la relazione terapeutica.
Un saluto
Dott.ssa Daniela Chieppa
Questo può solo migliorare la relazione terapeutica.
Un saluto
Dott.ssa Daniela Chieppa
Gentile utente le consiglierei di porre la domanda alla sua terapeuta e di dare una risposta a questa domanda insieme. E' importante per voi in ottica di una migliore comunicazione e di crescita della relazione terapeutica. Cordialmente Dott.ssa Valeria Sicari
Buonasera, è una domanda da porre a chi la segue. Ci sono tantissime difese mentali e ciò che c'è dietro, ciò da cui ci si difende, appartiene alla storia personale per cui è difficile darle indicazioni.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente, le suggerisco vivamente di chiedere approfondimenti alla sua psicologa onde evitare interferenze esterne che possono risultare dannose. Cordialmente, GDV
Buongiorno,
in merito ai dubbi che le vengono rispetto alle prescrizioni fornitole dalla sua terapista la inviterei a chiarirle e definirle meglio all'interno della prossima seduta direttamente con lei.
Cordialmente
Dott. Diego Ferrara
in merito ai dubbi che le vengono rispetto alle prescrizioni fornitole dalla sua terapista la inviterei a chiarirle e definirle meglio all'interno della prossima seduta direttamente con lei.
Cordialmente
Dott. Diego Ferrara
Salve , tutti abbiamo delle difese che ci consentono di sopravvivere. Qualcuno , però, ce le ha più intense, insormontabili e allora impediscono anche di svolgere la terapia. Stia tranquillo e vedrà che con il tempo le sue difese crolleranno e potrà aprirsi completamente al suo psicoterapeuta.
Buonasera, se si tratta di un esercizio prescritto in seduta, qualora non sia chiaro come eseguirlo praticamente, è opportuno chiedere chiarimenti alla sua psicologa; ricercare spiegazioni da altri professionisti, specialmente se di altro indirizzo teorico, può provocare solo ulteriore confusione e complicare la terapia che sta seguendo.
Cordiali Saluti.
Cordiali Saluti.
Salve, mi viene da dirle sorridendo che in psicoterapia non si copia.
Trovi il suo modo ed andrà bene.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Trovi il suo modo ed andrà bene.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Gentile utente, se questa è l'indicazione fornita dalla collega cui ha scelto di rivolgersi, perchè chiedere qui e non a lei? Oltretutto, questa indicazione è dettata dall'orientamento teorico della collega, le risposte che le possono pervenire qui potrebbero risultarle fuorvianti. Pertanto, la invito a chiedere ulteriori indicazioni a chi la segue. Cordiali saluti, DOtt.ssa Antonella Cramarossa
I meccanismi di difesa sono strategie psicologiche inconsce che l’individuo utilizza per proteggersi da ansie e conflitti interni. Diventare consapevoli di questi meccanismi è fondamentale per comprendere meglio se stessi e le proprie reazioni. Ecco alcuni esercizi pratici per entrare in contatto con le proprie difese:
1. Auto-osservazione: Dedica del tempo ogni giorno a riflettere sulle tue reazioni emotive e comportamentali. Chiediti: “Perché ho reagito in questo modo?”
2. Scrittura riflessiva: Tieni un diario in cui annoti situazioni stressanti e le tue risposte. Questo ti aiuterà a identificare schemi ricorrenti e possibili meccanismi di difesa.
3. Mindfulness: Pratica la meditazione per aumentare la consapevolezza dei tuoi pensieri e sentimenti nel momento presente, facilitando l’individuazione di reazioni automatiche.
4. Dialogo interiore: Interroga te stesso sui tuoi pensieri e sentimenti. Chiediti: “Cosa sto cercando di evitare o proteggere?”
5. Feedback esterno: Condividi le tue osservazioni con persone di fiducia o con il tuo terapeuta per ottenere prospettive diverse sulle tue reazioni.
Ricorda che riconoscere i propri meccanismi di difesa è un processo graduale. La psicoterapia breve strategica può essere un valido supporto in questo percorso, aiutandoti a comprendere e modificare schemi di pensiero e comportamento disfunzionali.
1. Auto-osservazione: Dedica del tempo ogni giorno a riflettere sulle tue reazioni emotive e comportamentali. Chiediti: “Perché ho reagito in questo modo?”
2. Scrittura riflessiva: Tieni un diario in cui annoti situazioni stressanti e le tue risposte. Questo ti aiuterà a identificare schemi ricorrenti e possibili meccanismi di difesa.
3. Mindfulness: Pratica la meditazione per aumentare la consapevolezza dei tuoi pensieri e sentimenti nel momento presente, facilitando l’individuazione di reazioni automatiche.
4. Dialogo interiore: Interroga te stesso sui tuoi pensieri e sentimenti. Chiediti: “Cosa sto cercando di evitare o proteggere?”
5. Feedback esterno: Condividi le tue osservazioni con persone di fiducia o con il tuo terapeuta per ottenere prospettive diverse sulle tue reazioni.
Ricorda che riconoscere i propri meccanismi di difesa è un processo graduale. La psicoterapia breve strategica può essere un valido supporto in questo percorso, aiutandoti a comprendere e modificare schemi di pensiero e comportamento disfunzionali.
Buongiorno,
che bella domanda: riconoscere e mettersi in contatto con le proprie difese è un passaggio importante in qualsiasi percorso di crescita. Le difese psicologiche non sono “nemiche”: nascono per proteggerci, spesso in momenti della vita in cui non avevamo altri strumenti per affrontare il dolore o l’incertezza.
Per entrare in contatto con una difesa, il primo passo è osservarla con curiosità, non con giudizio. Ad esempio, può chiedersi:
In quali situazioni tendo a reagire sempre allo stesso modo?
Cosa sto cercando di evitare o di non sentire quando mi comporto così?
Che emozione nascosta potrebbe esserci sotto questa reazione?
Anche il corpo può aiutare in questo tipo di esplorazione. A volte la difesa si sente come una tensione, un’irrigidimento o una sensazione di fuga.
Se la sua terapeuta le ha assegnato questo esercizio, probabilmente vi state già avvicinando a qualcosa di importante. Si dia tempo, e si lasci sorprendere da ciò che può emergere.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Gagliano
che bella domanda: riconoscere e mettersi in contatto con le proprie difese è un passaggio importante in qualsiasi percorso di crescita. Le difese psicologiche non sono “nemiche”: nascono per proteggerci, spesso in momenti della vita in cui non avevamo altri strumenti per affrontare il dolore o l’incertezza.
Per entrare in contatto con una difesa, il primo passo è osservarla con curiosità, non con giudizio. Ad esempio, può chiedersi:
In quali situazioni tendo a reagire sempre allo stesso modo?
Cosa sto cercando di evitare o di non sentire quando mi comporto così?
Che emozione nascosta potrebbe esserci sotto questa reazione?
Anche il corpo può aiutare in questo tipo di esplorazione. A volte la difesa si sente come una tensione, un’irrigidimento o una sensazione di fuga.
Se la sua terapeuta le ha assegnato questo esercizio, probabilmente vi state già avvicinando a qualcosa di importante. Si dia tempo, e si lasci sorprendere da ciò che può emergere.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Gagliano
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