Gentilissimi dottori, sono un ragazzo di 33 anni, scrivo sperando in una risposta riguardo le cause,

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Gentilissimi dottori, sono un ragazzo di 33 anni, scrivo sperando in una risposta riguardo le cause, sono un ragazzo che in passato ho sofferto credo di derealizzazione perchè mi succedeva che tutto quello che guardavo lo vedevo come strano, distaccato, come se non lo riconoscevo ecc, in poche parole come se fossi dentro una bolla, adesso tutto questo da inizio marzo e ritornato che melo sento h24 ci sono momenti che più leggero ci sono momenti invece che sembra che sti per diventare pazzo, perchè questa sensazione di distacco certe volte e forte, mi sento come se tutto quello che guardo lo vedo tramite una bolla, poi più mi focalizzo con il pensiero più si fa intenso, perchè quando non ci penso sembra come se scompare oppure si fa più leggero, a tutto questo i primi tempi avevo pensieri di fare del male a chi avevo vicino, adesso non più, solo che adesso ho la necessità di ripetere cosa ho fatto giorno per giorno, settimana per settimana, per tenere tutto sotto controllo e per vedere se la mia memoria ha dei problemi, in più nella mia mente mi chiedo ma oggi e martedi o mercoledi anche se dentro di me so che siamo martedi ma la mia testa si pone queste domande, oppurre certe volte devo fare qualcosa la faccio e dopo non mi ricordo che già l'avevo fatta... tutto questo secondo lei sono ossessioni o inizio di psisosi?
Dott.ssa Giulia Lo Muto
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, mi dispiace per quello che sta vivendo. La derealizzazione è un sintomo di disturbo post traumatico da stress molto invalidante. Ne parli con un/a psicoterapeuta, che si occupi di trauma e magari che lavori con l'EMDR. Può stare meglio, approfondisca il tutto. Un saluto

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Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Comprendo la sua preoccupazione e la complessità delle sensazioni che sta vivendo. Le esperienze che descrive, come la sensazione di distacco dalla realtà (vedere le cose come "strane" o "dentro una bolla"), la necessità di controllare e ripetere azioni, i dubbi sulla propria memoria e i pensieri intrusivi, possono essere molto angoscianti.

Questi sintomi possono rientrare in diverse categorie diagnostiche e spesso si sovrappongono.

Derealizzazione
La derealizzazione è proprio quella sensazione di distacco dall'ambiente circostante che lei descrive: il mondo appare irreale, distorto, come un sogno o un film. Spesso è associata a periodi di forte stress, ansia o traumi. Il fatto che si allevi quando non si concentra su di essa è un elemento comune, poiché l'attenzione e la ruminazione tendono ad amplificarla.

Pensieri Ossessivi
La necessità di ripetere mentalmente le azioni della giornata, il controllo della memoria e i dubbi sulla data odierna sono molto simili a pensieri ossessivi. Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi ricorrenti e persistenti che vengono percepiti come intrusivi e inappropriati e che causano ansia o disagio significativi. Spesso, per ridurre l'ansia associata a questi pensieri, le persone mettono in atto dei comportamenti ripetitivi (compulsioni), anche se nel suo caso sembrano più che altro compulsioni mentali (il controllo della memoria).

Ansia e Stress
È importante considerare che tutti questi sintomi possono essere fortemente influenzati e amplificati da elevati livelli di ansia e stress. La derealizzazione, in particolare, è un meccanismo di difesa che il cervello può attivare in situazioni di forte sovraccarico emotivo.

Riguardo alla sua domanda specifica se si tratti di ossessioni o inizio di psicosi, è fondamentale chiarire che solo uno specialista può fare una diagnosi accurata. Tuttavia, posso dirle che i sintomi che lei descrive, in particolare la derealizzazione e i pensieri di controllo, sono più comunemente associati a disturbi d'ansia o al disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) piuttosto che all'esordio di una psicosi.

Le psicosi sono caratterizzate da una perdita del contatto con la realtà più profonda, con la presenza di deliri (credenze false e irremovibili) o allucinazioni (percezioni senza uno stimolo esterno). Sebbene il senso di distacco possa essere presente in entrambi i casi, la natura specifica dei suoi pensieri e delle sue preoccupazioni sembra indirizzarsi verso un quadro diverso.

Sarebbe utile e consigliato, per approfondire la sua situazione e ricevere una valutazione accurata e un percorso di supporto personalizzato, rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Salve, le consiglio vivamente di rivolgersi ad un terapeuta perché vi sono diversi sintomi che lei ha riportato di una certa gravità. Sarebbe fondamentale poterlo fare il prima possibile per evitare un peggioramento.
Cordiali saluti.
Dott. Nicolò Paluzzi Monti
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Firenze
Quello che descrivi sembra un insieme di vissuti legati a derealizzazione persistente, ansia dissociativa e possibili pensieri ossessivi di controllo. La sensazione di vivere “dentro una bolla”, il bisogno di verificare costantemente la realtà, la memoria e la propria lucidità, sono esperienze comuni in chi vive stati prolungati di ipercontrollo cognitivo e dubbio patologico.

Più tenti di “monitorare” la realtà, più rischi di alimentare un ciclo disfunzionale in cui la tua mente si chiude su se stessa. Questo non significa che tu stia "impazzendo" o che ci sia una psicosi in atto, ma è un segnale che la tua psiche sta cercando un modo per proteggersi da qualcosa che percepisce come insostenibile — forse una paura profonda, forse un conflitto emotivo irrisolto.

È importante distinguere tra disturbo ossessivo-compulsivo con componenti dissociative e altri quadri come l’esordio psicotico, ma questa valutazione va fatta da uno psicoterapeuta clinico o uno psichiatra esperto in disturbi dissociativi. Solo un ascolto attento e personalizzato può aiutarti a riconoscere il senso soggettivo di questi sintomi, e trasformarli in una direzione evolutiva.

La tua lucidità, il tuo interrogarti, il tuo voler capire: sono risorse preziose. Non sei solo in questo. Un percorso psicoterapeutico strutturato può aiutarti a uscire da questo labirinto, non spegnendo la tua mente, ma ridando significato al tuo sentire.
Dott.ssa Arianna Moroni
Psicoterapeuta, Psicologo
Trieste
Gentile Utente, grazie per condividere. La sensazione di vivere "dentro una bolla", la percezione alterata della realtà, il bisogno di controllo sulla memoria e i pensieri intrusivi, possono essere ascrivibili ad quadro ansioso-ossessivo.
La derealizzazione può essere una reazione a stress o ad ansia intensa e il fatto che i sintomi aumentino quando ci pensa e diminuiscano quando si distrae lo conferma. Anche i pensieri aggressivi passati e il controllo della memoria sono frequenti nei disturbi ossessivi e non indicano pericolosità o perdita di contatto con la realtà.
Le consiglio di rivolgersi comunque ad uno specialista per una valutazione e un eventuale percorso terapeutico. Con un intervento adeguato questi sintomi possono essere gestiti efficacemente. Un cordiale saluto, AM
Dott.ssa Sara Verzulli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Colli del Tronto
Buongiorno, è difficile poter rispondere alla sua domanda: la diagnosi deve essere fatta dopo un'accurata raccolta anamnestica, per identificare l'eventuale presenza di fattori predisponenti e precipitanti e comprendere la natura del sintomo; unitamente ad una valutazione psichiatrica.
Le consiglio di intraprendere un percorso di tipo cognitivo- comportamentale integrato con Emdr e chiedere eventualmente al terapeuta l'invio ad uno Psichiatra.
Dr. Anna Ambiveri
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno ragazzo di 33 anni, grazie per aver condiviso con tanta sincerità e coraggio quello che sta vivendo. Le esperienze che descrive (la sensazione di essere “dentro una bolla”, il distacco dalla realtà, i dubbi continui sulla memoria e l’impulso a controllare costantemente ciò che fa) sono vissuti molto forti e intensi e possono creare tanta sofferenza, specialmente se durano da tempo.
Da quanto racconta, i sintomi sembrerebbero rientrare più nell’ambito di un disturbo d'ansia con tratti ossessivo-compulsivi e fenomeni di derealizzazione e depersonalizzazione, piuttosto che in un quadro di psicosi. La derealizzazione è una risposta del nostro sistema nervoso a situazioni di forte stress o ansia: è come se la mente cercasse di proteggersi, prendendo le distanze dalla realtà. È un’esperienza spaventosa, ma non significa che lei stia “impazzendo”.
Anche i pensieri intrusivi (come quelli che ha avuto in passato) o il bisogno di controllare ripetutamente memoria e azioni sono comuni in alcuni disturbi d’ansia. Il fatto che lei riesca a rendersi conto che questi pensieri sono eccessivi o irrazionali è un elemento molto importante, perché suggerisce che mantiene il contatto con la realtà, una differenza questa cruciale rispetto alla psicosi, in cui spesso manca questa consapevolezza.
Tutto questo, però, merita un approfondimento clinico. Le suggerisco di rivolgersi in tempi brevi ad uno specialista della salute mentale (psichiatra o psicoterapeuta), che possa valutare nel dettaglio la sua situazione e proporle un percorso adatto sia con colloqui psicologici sia, se necessario, con un supporto farmacologico.
Il fatto che lei abbia deciso di parlare di quello che prova è già un passo importante.
Un caro saluto
 Sebastiano Pegorer
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Treviso
Carissimo,
è difficile dare una risposta alla tua sintomatologia.
Credo la decisione più saggia potrebbe essere quella di consultare un collega psichiatra che attraverso una valutazione approfondita ti dia un quadro quanto meno più chiaro della situazione.
restando a disposizione, ti saluto cordialmente
Sebastiano Pegorer
Dr. Jonathan Santi Pace La Pegna
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Palermo
Gentile Utente, il modo in cui descrive la sensazione di vivere “dentro una bolla”, di percepire il mondo in modo strano, distante, quasi irriconoscibile, è perfettamente compatibile con uno stato di derealizzazione, e in parte anche di depersonalizzazione. Si tratta di condizioni dissociative che spesso compaiono in risposta a livelli elevati di stress, ansia cronica o eventi traumatici, talvolta anche remoti nel tempo.
Queste esperienze possono essere molto destabilizzanti, proprio perché mettono in discussione la percezione della realtà esterna e, nei casi più intensi, anche il senso stesso di sé. Il fatto che tale vissuto peggiori nel momento in cui vi concentra l’attenzione e tenda invece ad attenuarsi quando riesce a distogliere il pensiero, suggerisce che l’ansia giochi un ruolo centrale nella sua intensità. È come se il circolo mentale alimentasse e mantenesse il sintomo, una dinamica molto frequente nei disturbi d’ansia e, in particolare, nei disturbi ossessivi. Anche i pensieri intrusivi che ha sperimentato in passato, come il timore di poter fare del male a qualcuno a Lei vicino, rientrano nella fenomenologia ossessiva. Non sono desideri reali né intenzioni latenti, ma immagini intrusive e angosciose, che di solito esprimono l’esatto contrario di ciò che la persona desidera. Il fatto che Lei li abbia vissuti con allarme e disagio conferma che erano contrari alla Sua volontà, e questo è un criterio importante per distinguere questi pensieri dai vissuti psicotici.
La necessità attuale di controllare e ripassare mentalmente ciò che ha fatto giorno per giorno, come pure il bisogno di rassicurarsi circa il corretto funzionamento della memoria, rappresentano ulteriori manifestazioni di una struttura di tipo ossessivo. Anche il porsi domande apparentemente assurde, come ad esempio “oggi è martedì o mercoledì?”, pur sapendo dentro di Sé la risposta corretta, è tipico delle ossessioni dubitative, che costringono la mente a verifiche continue e sfiancanti, senza che vi sia un vero e proprio problema di memoria o orientamento.
Lei si domanda se questi vissuti possano essere segnali di un esordio psicotico; è comprensibile che si ponga questa domanda, perché uno stato ansioso intenso, con derealizzazione e confusione mentale, può facilmente far temere “di stare impazzendo”. Tuttavia, la capacità che Lei mostra di osservare criticamente ciò che accade dentro di Sé, di mettere in discussione questi pensieri e cercare un confronto, è un elemento che depone fortemente a favore di una condizione ansiosa-ossessiva piuttosto che psicotica. Nei quadri psicotici veri e propri, la persona perde la consapevolezza del carattere anomalo delle proprie percezioni o convinzioni. Qui, invece, il disagio nasce proprio dal fatto che Lei si rende conto di quanto tutto ciò sia disturbante e lontano dal Suo funzionamento abituale.
Detto ciò, nonostante non pare vi siano al momento indicatori di psicosi, ciò che sta vivendo è sicuramente un’esperienza intensa e dolorosa, che merita attenzione clinica approfondita. Un percorso di cura adeguato, che può comprendere la psicoterapia e, se necessario, un supporto farmacologico, potrebbe davvero aiutarLa a comprendere, affrontare e superare questi vissuti.
Qualora avesse ulteriori domande o dubbi non esiti a contattarmi.
Un caro saluto.
Dr. Antonio Zagarese
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Parma
Salve Gentilissimo, immagino quanto possa essere spiazzante sentirsi così. La sensazione di vivere come “in una bolla”, i pensieri ricorrenti, il bisogno di controllo: tutto questo può far sentire soli, confusi, a tratti anche spaventati. Ma c’è una cosa importante da dirti subito: non sei solo. La nostra mente, specie nei momenti di stress, può diventare molto rumorosa. Può raccontarci storie difficili, farci dubitare di noi stessi, farci sentire lontani dal mondo. Ma questi pensieri non definiscono chi sei. Ti consiglierei di iniziare una psicoterapia, in cui poter imparare a stare con ciò che arriva senza esserne travolti, riconoscere i pensieri per quello che sono — eventi della mente, non verità assolute — e riscoprire passo dopo passo ciò che è importante per te.

Non c’è una strada giusta da percorrere, ma c’è sicuramente una strada possibile. E il fatto che tu abbia scritto qui è già un primo passo coraggioso.

Un caro saluto,
e buona strada.
Dott.ssa Elena Tortoriello
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casoria
Buongiorno,
la sensazione che descrive "come se fosse dentro una bolla, come se il mondo fosse distante o poco riconoscibile" è qualcosa che può essere molto destabilizzante. Capisco quanto possa essere difficile conviverci, soprattutto quando si accompagna a pensieri ricorrenti, dubbi sulla memoria e bisogno costante di controllo.
Spesso, quando attraversiamo periodi di forte stress o insicurezza interiore, la nostra mente attiva strategie per cercare di tenere tutto sotto controllo. La derealizzazione e i pensieri ossessivi possono essere modi in cui il nostro sistema nervoso reagisce, cercando paradossalmente di proteggerci. Questo non significa che non siano fonte di sofferenza, anzi, ma è importante sapere che avere queste esperienze non equivale necessariamente a una perdita di contatto con la realtà o a una psicosi.
Il fatto che lei si ponga domande su ciò che vive, che abbia lucidità e desiderio di capire, è già un segnale importante. A volte quello che ci spaventa di più è non riuscire a dare un senso a ciò che sentiamo. È proprio questo che può diventare il cuore di un percorso psicoterapeutico: avere uno spazio in cui poter esplorare ciò che accade dentro, dare voce alle proprie paure, ritrovare sicurezza e fiducia nel proprio sentire.
Non è necessario avere tutto chiaro fin da subito. A volte, il primo passo è proprio concedersi un luogo in cui non sentirsi soli davanti a ciò che si prova.
Resto a disposizione se sentisse il bisogno di un confronto più approfondito.
Un caro saluto
Dott.ssa Michela Testa
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Cardito
Gentilissimo, credo che tutto ciò sia frutto di pensieri angoscianti che la turbano al punto tale da scrivere a professionisti in cerca di risposte. Mi sembra di capire che porta con sè un malessere di vecchia data che avrebbe bisogno di essere indagato e approfondito. Le consiglierei di intraprendere un percorso personale e ricercare le risposte che cerca insieme ad un professionista che possa aiutarla a capire le origini dietro i suoi sintomi.
Dott.ssa Paola Langella
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Siano
Salve, è sicuramente necessario rivolgersi di persona ad un collega, così che si possa capire la natura di questi sintomi. Fare diagnosi è qualcosa di molto importante e delicato, farla a distanza e con un messaggio è sicuramente fuorviante per lei. Capisco la preoccupazione e la difficoltà a trovare uno specialista a cui affidarsi, ma se è qui è perché ne avverte la necessità. Continui concretamente nella sua richiesta di aiuto.
Dott.ssa Sabrina Buonocore
Psicoterapeuta, Psicologo
Napoli
Buonasera, credo che lei in questo momento abbia stanchezza mentale che potrebbe dipendere dal bisogno di controllare ogni cosa. potrebbe giovarle una psicoterapia individuale, per comprendere meglio i suoi stati emotivi, inoltre per gli stati di depersonalizzazione da lei descritti , sarebbe opportuno un consulto psichiatrico. saluti
Dott.ssa Rosalba Aiazzi
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Cesena
Gentile utente, sarebbe opportuno Lei potesse esplorare questi disagi all'interno di percorso psicoterapeutico. I sintomi della derealizzazione possono dipendere da traumi passati o recenti per cui potrebbe indagare questi aspetti con un professionista. Anche le ossessioni di cui parla rappresentano la punta dell'iceberg di un disagio più profondo sul quale potrebbe riflettere assieme ad uno psicoterapeuta. Resto a disposizioni per ulteriori informazioni. Un caro saluto. Dott.ssa Rosalba Aiazzi
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gent.mo,
per poterle rispondere in modo appropriato è necessaria una consultazione per capire come queste sue esperienze fastidiose si collocano all’interno della sua più ampia esperienza personale. Sicuramente, la costante ruminazione di pensieri (verifiche, controlli, dubbi, ecc.) non la aiutano. Chieda un aiuto per comprendere meglio la situazione e concordi con lo specialista quale percorso eventualmente intraprendere. SG
Dott. Francesco Paolo Coppola
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Dott. Francesco Paolo Coppola (Napoli, on line o in presenza), 9 giugno 2025
Se ti senti come in una bolla — distaccato dalla realtà, confuso, con il bisogno ossessivo di controllare pensieri e azioni — non significa che stai impazzendo. La derealizzazione è una risposta estrema allo stress: è la mente che si difende. E i pensieri ripetitivi o i dubbi sulla memoria possono far parte di un disturbo ossessivo-compulsivo, non di una psicosi. Se hai consapevolezza, non stai perdendo il contatto con la realtà. Ma hai bisogno di aiuto. Un percorso psicoterapeutico e una valutazione psichiatrica possono ridarti respiro. Vuoi provare un piccolo esercizio?
Stenditi con calma, ascolta una musica dolce (ti consiglio Erik Satie), chiudi gli occhi e lascia che il corpo si rilassi col respiro. Ogni volta che arrivano i pensieri, ringraziali e torna al corpo. Non è magia. Non è fuga. È un modo per iniziare a sentire che sei ancora lì. Se vuoi, posso guidarti passo dopo passo.
Dott.ssa Laura Bova
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Quartu Sant'Elena
buongiorno.
difficile rispondere alla sua domanda in maniera netta e univoca.
mi domando a mia volta : ha mai svolto un percorso si psicoterapia per focalizzare il sintomo e risalire alla causa? ha mai contattato uno psichiatra o nel caso ne ha mai parlato il suo medico di base?
queste cose potrebbero aiutarla a risolvere il suo problema
sono a sua disposizione per qualsiasi chiarimento .
Cordialmente
Dott.ssa Laura Bova
Dott.ssa Patrizia Mariani
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Inveruno
Buongiorno, i sintomi che lei descrive riconducono effettivamente al fenomeno della derealizzazione, le cui cause possono essere diverse, non necessariamente connesse solamente ad un disturbo psichiatrico o neurologico. Può essere anche l'effetto di un'intensa ansia, o conseguenza di un periodo di forte stress, oppure l'esito di un trauma, o ancora associato ad abuso di sostanze o alcool. Come immaginerà, è pertanto importante parlarne con uno specialista, per poter fare una precisa e approfondita valutazione, da cui partire per costruire un progetto di intervento mirato che può comprendere una psicoterapia, una terapia farmacologica, la messa a punto di tecniche di respirazione e di rilassamento.
Dott. Simone Ciuffi
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Sambuceto
Non si può dire da una chat. Ha mai richiesto una consulenza psichiatrica per eliminare il suo dubbio?
Inoltre, è in psicoterapia?

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