Gentili dottori, sapreste dirmi quale è la differenza tra doc e manie psicotiche. Innanzitutto dico

23 risposte
Gentili dottori,
sapreste dirmi quale è la differenza tra doc e manie psicotiche. Innanzitutto dico subito che non ho allucinazioni e non sento cose, ma da piccolo ogni tanto mi estraniavo e sentivo rimbombare cose nella testa. Io ho sintomi quali se faccio o non faccio qualcosa mi succederà qualcosa di brutto, ho il cervello pieno di informazioni che mi sento di impazzire spesso e soprattutto disturbi della forma e del contenuto del pensiero. Non riesco a pensare fluidamente e ho avuto manie di persecuzione e di grandezza. I medici che mi hanno visitato hanno detto sbrigativamente doc, ma io ho ancora questo dubbio. Insomma, essere affetto da psicosi vuol dire avere per forza allucinazioni e sentire suoni? Grazie
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, il doc e le psicosi sembrano condividere alcuni aspetti ma sono quadri clinici diversi.
Ritengo opportuno che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione anche online Cordialmente dott FDL

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Dott. Edoardo Giordano
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno,
io penso che una diagnosi possa essere utile per capire come affrontare il disagio, tuttavia non credo che sia fondamentale porsi una etichetta se poi non si affronta il problema con uno specialista. E' mai andato da uno psicologo specializzato in DOC? E/o da uno specializzato in psicosi? Perchè è così che si inizia a capire come stare meglio. Quello che è importante è stare meglio non etichettarsi. Spero possa trovare un professionista che sappia approcciare questo suo disagio in modo positivo e proficuo. Se serve consiglio su chi andare zona Torino rimango a disposizione. Edo Giordano
Dott.ssa Rachele Ghirardi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Vigevano
Buonasera,
forse l'aiuterebbe chiedere un consulto da un professionista Psicoterapeuta per comprendere meglio la situazione e lavorarci per poter ridurre l'impatto dei suoi sintomi e stare meglio.
Come hanno gia detto i colleghi: un etichetta/diagnosi da sola non cura.
rimango a disposizione
Cordialmente
GR
Buonasera, i medici ai quali si riferisce le hanno comunque fatto una valutazione?
Cosa intende per "hanno detto sbrigativamente doc"?
Le consiglio una consulenza psicologica, per poter approfondire questi suoi pensieri e comprendere meglio quali siano le sue problematiche che impattano sulla sua quotidianità. Resto a disposizione per qualunque ulteriore chiarimento, un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Dott.ssa Orianna Miculian
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trieste
Gentile utente, mi spiace molto per ciò che sta vivendo. Ritengo anch'io che non sia importante l'etichetta che viene al suo disagio ma condividere le sue difficoltà con un terapeuta che la porti a una maggiore consapevolezza di se, cercando assieme delle strategie che possano essere funzionali a controllare i suoi pensieri.
A disposizione per qualunque chiarimento
cordialmente
dott.ssa Miculian
Dott.ssa Daniela Chieppa
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Salve, aldilà della diagnosi ricevuta, sarebbe importante iniziare un percorso psicoterapeutico per imparare a gestire questi pensieri che arrivano nella sua mente e che immagino la portano a sperimentare ansia.
Resto a disposizione per eventuali dubbi.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Daniela Chieppa
Dott. Andrea Brumana
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno e grazie per averci parlato della sua situazione. Capisco che darsi una diagnosi più precisa possa tranquillizzarci e farci sentire più al sicuro vedendo che i nostri sintomi ed il nostro sentire sono coerenti con un preciso quadro clinico, tuttavia dietro un sintomo ed una diagnosi c'è un mondo che merita di essere ascoltato e scoperto. Mi accodo ai colleghi quando dicono che un percorso di ascolto su sè stessi possa essere molto utile. Resto a disposizione. Cordialmente, dott. Andrea Brumana
Dott.ssa Alice Gasparri
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Cerro Maggiore
Buongiorno, domanda che sicuramente merita un approfondimento, per non dare nuovamente una risposta "sbrigativa". Quindi consultare un professionista e rimandargli questa domanda, mi sembra la soluzione migliore! così da poter approfondire anche altri dubbi possibili! Cordialmente AG
Dott.ssa Antea Viganò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pessano con Bornago
Gentilissimo, entrambi questi disturbi possono presentare una sintomatologia simile, e quindi essere confusi tra loro. Credo che possa esserle utile richiedere un consulto psichiatrico, in modo da approfondire la sua sintomatologia e dubbi connessi.
Cordialmente
AV
Dott.ssa Greta Tovaglieri
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, capisco il suo cruccio e che voglia saperne di più. Effettivamente non è tanto dalla fenomenologia che si può dare una risposta alla sua domanda: infatti la diagnosi è solo relazionale e costruita all'interno di un percorso di cura. Rifugga da quelle spiegazioni manualistiche e semplicistiche che trova sul web.. Piuttosto trovo molto più interessante il suo interrogativo in sè e sul perchè abbia urgenza di rispondere a questa domanda. Che cosa comporterebbe per lei sapere di appartenere all'una o all'altra categoria diagnostica?
Ha mai fatto un lavoro su di sè, una psicoterapia o un'analisi?
Saluti.
Greta Tovaglieri
Dott.ssa Simona Del Peschio
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Salve caro utente, grazie per aver riportato la sua richiesta su questo portale. Una risposta a questa sua domanda sarebbe trattarla in maniera 'sbrigativa', come lei dice di essere già stato trattato in passato. Innanzitutto le chiedo come mai abbia esigenza di incasellarsi in un'etichetta diagnostica. In che modo, questo, potrebbe aiutarla? Lei assume terapia farmacologica? In questo caso, sarebbe opportuno che il professionista che la segue abbia chiari i suoi sintomi per adeguare la terapia farmacologica al disagio da lei espresso. Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico che possa aiutarla non tanto a capire a che punto collocarsi tra doc e psicosi, quanto a farle scoprire come poter vivere bene, valorizzando le sue risorse e potenzialità.
Le faccio un grande in bocca al lupo
Un caro saluto,
Simona Del Peschio
Dott. Espedito Longo
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Bologna
Salve, condivido quanto detto dai colleghi e capisco che la sua situazione sia difficile. E' importante che la diagnosi sia fatta da un professionista in modo accurato. Immagino che ad un occhio esperto la presenza o meno di sintomi psicotici sia evidente già con pochi colloqui, ma sono poche le informazioni che ha dato. Sicuramente il disagio che esprime è da trattare con una psicoterapia in associazione ad una farmacoterapia almeno per le fasi iniziali. Cordiali Saluti dott Espedito Longo
Prof. Antonio Popolizio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, le rinnovo quanto scritto nel suo precedente post. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno,
essere affetto da psicosi o presunta psicosi vuol dire che lei si crea un'altra realtà alla quale crede e della quale non può fare a meno.
Le persone che si trovano a gestire una problematica ossessivo compulsiva tendono ad avere una preoccupazione di base, di partenza che poi riescono a sedare e a risolvere attraverso dei rituali, che possono essere mentali o pratici. Quindi nel caso degli ox-comp, sono proprio le tentate soluzioni ad essere così efficaci da non poter esser abbandonate.
Se vuole saperne di più si può approfondire il tema privatamente.
Saluti,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Sara Bachiorri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è caratterizzato da ossessioni e compulsioni. Le ossessioni sono pensieri, impulsi o immagini indesiderate e persistenti che causano ansia significativa, mentre le compulsioni sono comportamenti ripetitivi che vengono eseguiti per ridurre l'ansia o prevenire un evento temuto. Nel DOC, le ossessioni possono riguardare il timore di causare danni a se stessi o agli altri, mentre le compulsioni possono riguardare atti di pulizia, controllo o ripetizione.

D'altra parte, i disturbi psicotici, come la schizofrenia o il disturbo bipolare tipo I con sintomi psicotici, coinvolgono una perdita di contatto con la realtà e possono includere sintomi come allucinazioni e deliri. Le allucinazioni sono percezioni sensoriali che non hanno una base nella realtà, come udire voci o vedere cose che non ci sono. I deliri sono credenze irrazionali e false che una persona mantiene nonostante le evidenze contrarie. Questi sintomi psicotici possono influenzare la percezione, il pensiero e il comportamento di una persona.

Tuttavia, non tutti i disturbi psicotici presentano necessariamente allucinazioni o deliri. Alcune persone con disturbi psicotici possono sperimentare sintomi meno evidenti o variabili nel tempo. Inoltre, i disturbi psicotici non sono gli unici disturbi che possono causare disturbi del pensiero o della forma del pensiero. Altri disturbi, come i disturbi dell'umore o i disturbi d'ansia, possono anche influenzare la qualità del pensiero e la percezione di sé.

La diagnosi dei disturbi mentali è complessa e richiede una valutazione dettagliata da parte di uno specialista esperto, come uno psichiatra. Se hai ancora dubbi o preoccupazioni sulla tua diagnosi o sui sintomi che stai sperimentando, ti consiglio di cercare una seconda opinione da uno specialista della salute mentale.
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Dott.ssa Silvia Bronzoni
Psicologo, Psicoterapeuta
Bolzano
Buonasera, la ringrazio per la sua domanda più che lecita. Il DOC e i sintomi psicotici possono condividere alcuni aspetti, anche se sono due patologie ben distinte. Immagino, da quanto ha scritto, che i sintomi le portano molta fatica e le consiglio di richiedere un consulto psicologico per capire anzitutto la diagnosi e poi costruire insieme al professionista un percorso terapeutico congruo alla sua sofferenza.
Resto a disposizione anche online,
Una bella serata
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
La tua domanda riguarda la distinzione tra il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) e le manie psicotiche, una questione che può essere abbastanza complessa. Cercherò di fornire una panoramica generale delle differenze tra queste due condizioni. Ricorda che solo un professionista della salute mentale può fornire una diagnosi accurata.

Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC): Il DOC è caratterizzato da ossessioni e compulsioni. Le ossessioni sono pensieri, immagini o impulsi ricorrenti e persistenti che causano ansia o disagio significativi. Le compulsioni sono comportamenti o atti mentali che l'individuo si sente obbligato a eseguire in risposta a un'ossessione o secondo regole rigide. Questi comportamenti o atti mentali sono intesi a ridurre l'ansia o a prevenire qualche evento temuto, anche se spesso non sono connessi in modo realistico con ciò che vogliono neutralizzare.
Manie psicotiche: Le manie psicotiche non sono un disturbo specifico, ma possono essere sintomi di vari disturbi psichiatrici, come il disturbo bipolare o la schizofrenia. Questi sintomi includono deliri (credere fermamente in cose che non sono vere o realistiche) e allucinazioni (sentire, vedere o percepire cose che non esistono nella realtà). Le manie psicotiche possono anche comportare pensieri disorganizzati e difficoltà a mantenere il filo del discorso.
In base alla tua descrizione, menzioni sintomi come il timore che qualcosa di brutto accada se non compi determinate azioni, una mente sovraccarica di informazioni, difficoltà nel pensiero fluido, e esperienze di manie di persecuzione e di grandezza. Questi sintomi possono essere associati a varie condizioni psichiatriche e non necessariamente indicano la presenza di allucinazioni o di suoni udibili, che sono più tipici delle psicosi.

La tua esperienza di "estraniamento" e sensazioni nella testa da bambino potrebbe essere interpretata in modi diversi in un contesto clinico. È importante notare che i sintomi psicotici non si limitano solo a allucinazioni o deliri; possono includere anche pensieri disorganizzati o paranoia.

Se i medici che hai consultato hanno diagnosticato il DOC, ma tu continui ad avere dubbi, potrebbe essere utile esplorare ulteriormente questi sintomi con loro o considerare una seconda opinione. È essenziale avere una comprensione chiara della tua situazione per poter ricevere il trattamento più adeguato. In ogni caso, è fondamentale il supporto di professionisti qualificati per affrontare e gestire questi sintomi.
Dott.ssa Giulia Pelini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente,
mi dispiace leggere che la diagnosi sbrigativa non l'abbia aiutata.
Il doc e le psicosi sembrano avere affinità ma in realtà presentano quadri significativamente diversi. E' difficile poterle dare una risposta sul suo caso senza averle fatto una valutazione diagnostica adeguata. Al di là dell'etichetta del disturbo, che potrebbe ottenere eseguendo una psicodiagnosi tramite testistica, le suggerirei, se non l'ha già fatto, di affiancare al percorso farmacologico un percorso psicoterapeutico volto ad approfondire meglio la struttura del problema e il suo funzionamento.
Resto a disposizione, un caro saluto, dott.ssa Giulia Pelini
Dott.ssa Elisa Fiora
Psicologo, Psicologo clinico
Busto Arsizio
Buongiorno,
comprendo la confusione derivata dalla situazione, sia per i consulti medici che per la confusione legata al vissuto dei sintomi. I sintomi riportati sono sicuramente difficili da vivere e da comprendere a fondo. Le consiglierei dunque un consulto presso uno psichiatra prima di tutto, le consiglio di rivolgersi al suo medico di base così che le possa dare la ricetta per prenotare la visita tramite il sistema sanitario nazionale. Esponga questi dubbi al professionista e si faccia nel caso indicare la linea terapeuta anche psicologica da seguire.
Cordialmente,
Dott.ssa Fiora Elisa
Dott. Giovanni Paolo Mangano
Psicologo, Psicologo clinico
Misterbianco
Gentilissimo,
Il disturbo ossessivo compulsivo e la psicosi sono due formazioni psichiche molto diverse, sebbene per alcuni aspetti condividono qualcosa.
Ciò che li differenzia è la modalità in cui il soggetto si relaziona con il mondo.
Il DOC è una forma di controllo: "Se faccio questo, in questo modo, tutto andrà bene".
In questo senso il soggetto con DOC si relaziona al mondo attraverso una forma esasperata di controllo su di esso.
Il soggetto psicotico, invece, tende a "modellare" il mondo rendendolo un posto, per lui, meno angosciante. Le allucinazioni e i deliri sono delle costruzioni che il soggetto psicotico elabora, al fine di garantirsi una realtà che dia un senso alle cose che lo angosciano.
In assenza di allucinazioni e deliri, una psicosi può essere confusa con una nevrosi, pertanto potrebbe essere opportuno approfondire la questione.
Saluti.
Dott.ssa Nicole Crivaro
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Gentilissimo, la domanda è, come mai nutre questi dubbi? fa fatica a fidarsi e ad affidarsi ai medici presso cui è andato per un consulto/visita?
Una delle principali differenze tra DOC e psicosi è la consapevolezza rispetto allea realtà: nel DOC la persona si rende conto che sono pensieri esagerati quelli che lui riposta come disturbanti, intrusivi e indesiderati..
nella psicosi non viene riconosciuta la falsità delle proprie convinzioni, deliri persecutori/grandezza e/o allucinazioni visive/uditive.
Essere affetti da psicosi non significa necessariamente avere allucinazioni, ma è caratterizzata perlopiù da una perdita di contatto con la realtà, comportamento disorganizzato, bizzarro, incoerente, disturbi affettivi e simili.
Se non si è fidati di questi medici, è possibile chiedere un tipo di parere specialistico, da uno psichiatra.

Saluti!
Dott.ssa Giuditta Sposito
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Brusciano
Gentile utente, tante possono essere le cause scatenanti di sintomi come i suoi, i medici psichiatri hanno la necessitàè di diagnosi per effettuare ricetta medica al fine di prescrivere i farmaci che sicuramente possono aiutarla ma senza una terapia psicologica temo non potrà risolvere del tutto.
La sintomatologia che descrive ha un'origine da comprendere in terapia ed è necessario avere altre informazioni su di lei al fine di poterla aiutare a comprendere.
Le consiglio la terapia.
Può farla anche online, è meno dispendiosa e non ne riduce affatto gli effetti benefici.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve, capisco bene la confusione e la preoccupazione che possono nascere quando si cerca di comprendere meglio ciò che si sta vivendo. È comprensibile che, di fronte a sintomi o pensieri che spaventano, nascano dubbi e domande sul loro significato e su quale possa essere la causa. Quando la mente è affaticata da ansia, tensione o pensieri ricorrenti, è naturale sentire il bisogno di dare un nome preciso a ciò che accade, come se etichettare il problema potesse offrire un po’ di sollievo e chiarezza. Da ciò che racconta, si percepisce quanto questi vissuti la facciano sentire sotto pressione, quasi come se la mente non riuscisse mai a fermarsi e i pensieri si accavallassero senza un ordine preciso. La sensazione di avere la testa piena, di non riuscire a pensare con fluidità e di provare paura rispetto a quello che potrebbe succedere, sono esperienze che possono essere molto destabilizzanti. In certi momenti, possono anche far dubitare della propria lucidità o far temere di “impazzire”, ma in realtà rappresentano spesso il riflesso di uno stato di forte stress mentale e di un’eccessiva preoccupazione verso ciò che si pensa o si prova. Può essere utile distinguere il contenuto dei pensieri dal modo in cui essi vengono vissuti. A volte, non è tanto ciò che pensiamo a farci stare male, ma il modo in cui reagiamo a quei pensieri, cercando di controllarli o di interpretarli in modo rigido. Quando la mente si blocca in questa ricerca di controllo, l’ansia cresce, e i pensieri sembrano diventare ancora più potenti. È un circolo che può dare la sensazione di perdere il filo della realtà, ma che in realtà nasce da un eccesso di attenzione e non da una perdita di contatto con essa. Capisco anche che lei possa essersi interrogato sulle differenze tra i vari disturbi, ma è importante non farsi travolgere da questa ricerca di definizioni. La cosa più utile, in questo momento, è concentrarsi su come ritrovare un po’ di equilibrio, magari affrontando insieme a un professionista questi pensieri e imparando a osservarli con maggiore distanza e meno paura. Quando si riesce, anche solo in parte, a cambiare il modo in cui si risponde ai pensieri, si scopre che molti di essi perdono forza e smettono di condizionare la giornata. Il fatto che lei si stia ponendo domande e cerchi di capire con lucidità che cosa le accade è un segnale importante: indica che è consapevole di ciò che vive e desidera stare meglio. È proprio da questa consapevolezza che si può ripartire per trovare strategie più efficaci per gestire la mente quando si sente “troppo piena”. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero

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