Gentili dottori/dottoresse sono qui per porre un quesito sperando in un consiglio. Ho un problema c

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Gentili dottori/dottoresse sono qui per porre un quesito sperando in un consiglio.
Ho un problema con la mia compagna affetta, io credo (in verità non lo so), da ludopatia da giochi elettronici; non mi riferisco a poker e casinò, ma all'equivalente elettronico dei gashapon che invadono gli store di tablet e cellulari.
Io e lei siamo insieme da poco più di 8 anni con una relazione a distanza dovuta a fattori personali che ci hanno portato ad una routine un po' anomala.
Il cuore del problema: è da circa due anni che ha cominciato con questo genere di giochi e da allora ha speso una cifra considerevole di denaro e un notevole quantitativo di tempo in queste attività; anche più di dieci ore al giorno, trascurando la nostra relazione e anche sé stessa.
In questo periodo nella nostra relazione ci sono stati alti e bassi; i bassi sono quasi sempre dovuti a discussioni dove io parlavo male di questi software e cercavo di convincerla a smettere. In sostanza sono diventati intoccabili e io il cattivo.
Come ho già detto, essendo noi lontani, ci vediamo poche volte l'anno ogni incontro ha una durata di circa un mese, poi entrambi torniamo dalle rispettive famiglie (intendo genitori).
Nel periodo in cui siamo insieme ci sono ormai delle fasi distinte: 1-quando è con me sa che non può giocare pertanto tende a odiarmi (odio è inteso con malumore, insofferenza e noia per le attività varie; anche solo prendere un caffè e uscire per il cinema); 2- dopo qualche giorno che tento di parlarle, di farle capire i problemi, c'è un ritrovamento della persona che ho conosciuto così tanto tempo fa; 3- infine c'è il ritorno a casa dove riprende sistematicamente le routine malsane in barba a tutto quello di cui abbiamo discusso, alle promesse fatte.
E' quest'ultima parte che non reggo più. Mi mente e mi mente in maniera premeditata, non improvvisata.
Visto che siamo sempre stati bene insieme prima di questi avvenimenti, e le persone vanno aiutate al loro più basso e non quando tutto va bene, sto cercando di tenere duro. Ho anche già preso un appuntamento dallo psicologo per tentare di capire.
Perché sono qui a scrivere allora? Perché l'appuntamento è troppo in là nel tempo e io ho necessità di avere un consiglio/aiuto nell'immediato. E' da giorni che medito se dovrei nuovamente parlarle, di dirle che so che ha ripreso con quei software. Se sfogare la mia frustrazione oppure tenere duro. Ho pensato anche di assecondarla e provare a capire mettendomi anche io a giocare, magari la compagnia potrebbe aiutarla a mitigare il comportamento. Ho pensato che dovrei semplicemente andarmene ormai visto che sono il male peggiore.

La mia domanda: Cosa posso fare e cosa non dovrei fare?

Internet non aiuta e ho letto termini come Sunk Cost Fallacy e dipendenza affettiva che ho paura (paranoia) di avere in quanto non mi spiego perché mi turba così tanto il pensiero che tutto finisca, in questo pessimo modo. Sono un po' disperato.
Dati sparsi: - Abbiamo un'età compresa tra i 28-31 anni; 2- Abbiamo entrambi problemi di relazioni famigliari complicate e lei è di salute cagionevole. 3- A lei è inutile parlarle di psicologi, non ha la minima intenzione di sentirne uno neanche sotto tortura.
Spero di aver detto abbastanza per far capire.
Ringrazio per qualsiasi risposta. Saluti
Gentilissimo,
Il suo è un quesito complesso.
La ludopatia nasce spesso, come tutte le dipendenze, da un vuoto da arginare.
Bisognerebbe capire come la sua compagna vive questo malessere, se lo percepisce come tale.
Interessante, se la sua compagna ne avesse voglia, sarebbe fare un percorso di coppia e delle convocazioni singole per comprendere sia la origini personali che relazionali e trovare una soluzione.

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In una coppia non ci puó essere più di un insensato/deviante, perché se c'è ne fossero due la coppia si spezza.
Lei ha già l'idea giusta: provi a giocare con la sua fidanzata, si dimostri interessato, anzi, un pó alla volta esageri tale interesse, finga una possibile dipendenza... e resti poi ad osservare quello che succede.
Saluti
Ogni sintomo arriva per dirci qualche cosa. Come diceva il collega, sarebbe perfetto se la ragazza accettasse un percorso di coppia magari on line in modo possiate assistere ambedue, senza scuse in merito alla distanza; sarebbe anche un modo per fare qualcosa di costruttivo insieme, tuttavia, dato che la ragazza non si é dimostrata d'accordo in merito al supporto psicologico, si potrebbe fare aiutare dal suo psicologo a comprendere come gestire il dialogo con la sua ragazza al fine di comprendere cosa la spinge ad occupare il tempo e a trarre piacere dal gioco. Infine rifletta su cosa le sta dicendo il sintomo, in questo caso l'uso compulsivo del gioco. Interessante comprendere non sia un campanello di allarme per una relazione a distanza forse troppo a lungo protratta nel tempo.
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Buonasera, purtroppo quando chi ha una dipendenza nega il problema e mente, è molto complicato cercare di aiutare, come nel caso della sua ragazza. Ci sono persone amiche, che hanno colto la sua ludopatia? Oppure se ha buoni rapporti con qualcuno di vicino alla sua ragazza potreste confrontarvi su come starle vicino. Rifiutando al momento la figura dello psicologo che opera sia privatamente sia in servizi pubblici per le dipendenze, a volte in serizi specifici per il gambling, Le suggerisco di farsi supportare dal collega psicologo in questa fase complessa della relazione ed eventualmente contattare nella zona di residenza della sua partner i "giocatori anonimi", i gruppi di auto-mutuo-aiuto di persone che hanno problemi con il gioco d'azzardo compulsivo possono diventare una risorsa con lei per aprire una breccia su cui lavorare, cercando di avvicinarla a questa tipologia di sostegno. Cordialità. Dr.ssa Lorena Ferrero
Buonasera, concordo con le colleghe dicendo che è molto probabile che la dipendenza della sua partner derivi da una mancanza che sta tentando di colmare con delle strategie disfunzionali, ancor più a fronte di relazioni familiari complicate. Aggiungo che trovo lecito il suo dubbio riguardo il voler rimanere nella relazione, ma ancora di più credo sia comprensibile aver paura che tutto finisca così dopo aver investito per lungo tempo in una relazione a distanza e con una persona a cui lei sembra molto legato, nonostante la rabbia e la frustrazione. Provi ad osservare questi suoi sentimenti contrastanti, potrebbero essere un buono spunto anche per il suo futuro percorso. Le auguro il meglio, Dott.ssa Thelma D'amico.
Salve, la ringrazio innanzitutto di aver condiviso questo pensiero con noi. Posso solo immaginare quanto possa essere complessa per lei questa situazione. Mi trovo a concordare con le colleghe dicendo che quando chi ha una dipendenza nega il problema e mente, è molto complicato cercare di aiutare. Bisognerebbe comprendere come la sua compagna vive tutto ciò e da li provare a muoversi. Un percorso di coppia potrebbe magari aiutare la sua ragazza a sviluppare consapevolezza sul problema ed a lei a costruire degli strumenti utile per poterle stare accanto. n caso volesse, io sono a completa disposizione, in presenza ma anche Online. Dott. Matteo De Nicolò In caso volesse, io sono a completa disposizione, in presenza ma anche Online. Dott. Matteo De Nicolò
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Buongiorno caro utente. Se la sua compagna rigetta completamente l'idea di vedere uno psicologo, insistere su questo punto (anche per una terapia di coppia) potrebbe non essere utile, anzi potrebbe anche essere dannoso. Se dovesse alla fine accettare controvoglia, senza una motivazione intrinseca, potrebbe uscire presto dalla terapia e poi riportarla dentro sarebbe ancora più difficile. Pertanto potreste prendere in considerazione dei gruppi di aiuto o gruppi di auto-aiuto che sulle dipendenze comportamentali hanno spesso grande efficacia.
Resto a disposizione per ulteriori domande. Un saluto. Dott. Luca Frumento
Gentile utente di mio dottore,
la sua compagna è affetta da ludopatia. Per questo genere di problematica bisogna rivolgersi ai SERD, centri specializzati nelle dipendenze dai giochi d azzardo. Presso questi servizi è possibile ricevere una assistenza più completa a 360 gradi che convogli il paziente e l' intero sistema familiare di provenienza attraverso specifici piani riabilitativi di recupero. Le persone che vivono a stretto contatto con questi pazienti possono nel tempo sviluppare quella che noi chiamiamo co-dipendenza ossia l' ossessione di controllare in continuazione il ludopatico cosa stia facendo e se stia giocando passando il resto dei giorni senza fare altro. La mia indicazione è appunto di rivolgervi ad un centro specializzato del SSN della vostra zona, al fine di ricevere una presa in carico più adeguata alle vostre esigenze.
In bocca al lupo per tutto!
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Boungiorno, ti consiglio di affidarti ad un terapeuta esperto nelle dipendenze e che lavori anche con la terapia indiretta. Lavorando solo con te, visto che mi sembra di capire che lei non verrebbe, potrebbe aiutarti a mettere in atto delle strategie che "agiscano" anche sul suo comportamento.
Quello che stai già facendo può esserti utile per entrare nel suo mondo, avvicinarvi e comunicare meglio.
Spero di essere stata utile. Un saluto.
Buona sera.
La situazione che lei descrive mi porta a suggerirle di prendere appuntamento con un altro collega, per intraprendere degli incontri che le permettano di avere una guida rispetto a quanto accade in se stesso e nella sua relazione.
Se l'altra persona non intende incontrare uno psicologo, lei può fare qualcosa per se stesso. Ciò non va trascurato. È importante.
Saluti, dottoressa Teresita Forlano
Caro Utente, come scrivevano anche i miei colleghi, la sua compagna manifesta buona parte dei sintomi per una diagnosi di disturbo da gioco d'azzardo. I Ser.D. sono i luoghi meglio deputati al trattamento del GAP, accogliendo il paziente e i suoi familiari e offrendo loro differenti possibilità di percorso.
Invece, mi chiedevo in che modo a partire dalle vostre storie familiari, come lei accennava in conclusione, voi vi siate legati e incastrati come coppia, e cosa della sua storia l'abbia portata, oggi, a stare in questa posizione così scomoda e dolorosa.
Rimango a disposizione eventualmente per approfondire questo tema.
Saluti,
Dott.ssa Mariagiulia Sacco
Gentile utente, mi ritrovo anche io a concordare con i colleghi. La negazione è una fase tipica di chi soffre di dipendenze, di cui la ludopatia fa parte.
Quella che si trova a gestire è una fase complessa e credo che un supporto personale e il confronto con uno psicologo possa esserle d'aiuto per affrontare le sue fatiche all'interno di questa situazione.
Per quanto riguarda la sua compagna, se in questo momento non valuta la possibilità di iniziare un percorso di terapia, un inizio potrebbe essere quello di contattare qualche gruppo di auto-aiuto presente sul territorio; il confronto può aiutare a sviluppare la consapevolezza dell'esistenza di un problema e di aver bisogno di un aiuto. Come dicevano i colleghi il trattamento delle dipendenze richiede un intervento a 360 gradi che possa coinvolgere anche il contesto della persona con ludopatia, pertanto è bene che lei inizi un suo percorso personale per essere pronto ad affrontare un percorso insieme alla sua compagna quando anche lei sarà pronta. Un saluto. Restando a disposizione, Dott.ssa Sonia Castagnolo
Buonasera gentile utente. Essere in relazione affettiva con una persona dipendente non è una situazione facile da gestire. Provoca sensazioni di malessere sia fisico che emotivo. È naturale che lei sia turbato al pensiero che questa relazione possa finire. Immagino non sia stato semplice condurre una relazione a distanza per tutti questi anni e immagino che abbia sostenuto un peso molto gravoso, da quando soprattutto ha scoperto di questa dipendenza, che non le permette di abbandonare questa relazione che sta facendo soffrire anche lei. È possibile che provi senso di colpa nell’”abbandonare” la sua fidanzata in questa situazione? È come se lei si sentisse responsabile di quello che succederebbe alla sua fidanzata se la vostra relazione finisse per sua volontà. Vi sarebbero tante questioni e tante domande da costruire insieme, poiché il quadro da lei descritto merita approfondimenti e grande attenzione.
Resto a disposizione anche per consulenze online.
Dottoressa Furma
Gentile utente, condivido le possibili soluzioni che i colleghi hanno scritto e consigliato nello specifico per la ludopatia rivolgendosi a professionisti e ai centri specializzati. Per come affrontare il tema della dipendenza nella relazione affettiva in modo funzionale può essere utile a lei rivolgersi ad un terapeuta, così da elaborare insieme le risonanze che questa delicata situazione hanno in lei, come si sente nel vivere ciò e come affrontare i cambiamenti che sente necessari.
Comprendo che tu stia affrontando una situazione molto difficile. È positivo che tu abbia già preso un appuntamento con uno psicologo; ottenere supporto professionale sarà cruciale per affrontare questa situazione complessa.

Nel frattempo, ecco alcuni suggerimenti che potrebbero aiutarti nell'immediato:

Comunicazione aperta e compassionevole: Quando parli con la tua compagna, cerca di farlo in modo aperto e compassionevole. Esprimi le tue preoccupazioni e sentimenti senza giudizio. Sottolinea il fatto che ti preoccupi per il suo benessere e per la vostra relazione.
Ascolto empatico: Cerca di comprendere le sue prospettive e sentimenti. L'ascolto empatico può creare un ponte di comprensione reciproca.
Coinvolgimento con attività alternative: Invece di opporsi direttamente ai suoi giochi elettronici, cerca di coinvolgerla in attività alternative che potreste godervi insieme. Potrebbe aiutare a ridurre la tensione e creare un ambiente più favorevole.
Discussione sui limiti e sulle conseguenze: Parla dei limiti ragionevoli riguardo al tempo trascorso sui giochi e delle conseguenze che possono derivarne. Cerca di arrivare a un accordo insieme.
Auto-riflessione: Fai anche un esame di coscienza e cerca di capire come la situazione sta influenzando te stesso. La tua benessere emotivo è altrettanto importante.
Ciò detto, è importante riconoscere che la situazione potrebbe richiedere un intervento professionale più ampio. Se la tua compagna non è disposta a considerare l'idea di vedere uno psicologo, potresti cercare il supporto di un professionista per te stesso per affrontare il peso emotivo di questa situazione.

Ricorda che cercare aiuto è un passo coraggioso. Nel lungo termine, coinvolgere uno psicologo specializzato in dipendenze potrebbe essere essenziale per affrontare questa situazione in modo più approfondito.
Gentile utente,

la situazione che descrive è molto complessa. Lei a mio avviso si sta muovendo bene (si pone le domande giuste) e ha fatto un'ottima scelta a rivolersi ad uno psicologo. Questa situazione infatti può affrontarla solo a partire dal punto che la implica personalmente nella vicenda. Provo a spiegarmi meglio: lei non può scegliere al posto della sua ragazza, né può risolvere lei il problema dell'Altro. Prima questione fondamentale è allora quella del limite e del confine. Dove inizia e finisce la sua vita rispetto a quella dell'Altro? Dove resta solo lei? Fino a dove è lecito spingersi nell'aiutare la sua ragazza? Quello che può fare è approfondire le ragioni per le quali assume un certo posto nel rapporto affettivo (le è mai capitato prima di occuparsi dell'Altro nel modo in cui sta facendo adesso? secondo lei perché lo fa?). Pertanto, pur comprendendo la sua posizione etica, che è quella di non voler abbandonare l'Altro nel momento del bisogno, questo suo desiderio di aiutare la sua ragazza pone delle questioni complesse, tra cui la questione della libertà dell'Altro di non essere aiutato. D'altronde, se ho ben inteso la questione, la sua ragazza non le ha chiesto aiuto. In questo senso il suo aiuto, che sono certo è figlio di una generosità, rischia tuttavia di assumere paradossalmente i tratti di un abuso: scegliere al posto dell'Altro. Dovrebbe allora domandarsi cosa sta facendo lei e cosa desidera lei per sé stesso (vuole salvare l'Altro a tutti i costi?). Come consiglio, tenendo conto che nel suo messaggio è questo che chiede, la invito ad attendere. Ha preso appuntamento dallo psicologo tuttavia ha sentito l'esigenza di avere immediatamente un consiglio. Faccia attenzione a questo dato. Ritorna la questione del limite. Adesso credo sia bene fare esperienza del limite e dell'attesa. Il mio consiglio allora è di non fare nulla, affrontare il discorso con la sua ragazza potrebbe solo appesantire ulteriormente i rapporti e in alcun modo sarebbe risolutivo (risolutivo di cosa poi? si prenda del tempo per capirlo, perché a mio avviso non è chiaro come potrebbe pensare). Si prenda del tempo per lei.
Cordialmente,
Dott. Giacomo Bagnato
Gentilissimo, comprendo la complessità della situazione che sta affrontando con la sua compagna e apprezzo il coraggio nel cercare supporto. È positivo che Lei abbia già preso un appuntamento con uno psicologo, e credo che questo possa essere un passo significativo verso la comprensione e la gestione della situazione.
Tuttavia, comprendo anche la Sua necessità di un consiglio immediato. Affrontare una situazione di ludopatia da giochi elettronici può essere estremamente difficile, soprattutto quando questa influisce sulla vostra relazione. La comunicazione aperta è fondamentale in questo contesto. Esprima i suoi sentimenti in modo rispettoso e cerchi di capire anche i suoi. Condivida le sue preoccupazioni in modo chiaro, fornendo esempi concreti degli impatti negativi che sta osservando sulla vostra relazione e sulla sua salute. È essenziale sottolineare che Lei è lì per sostenerla, ma allo stesso tempo, evidenzi l'importanza di affrontare la situazione insieme come coppia. Eviti di farla sentire colpevole o accusata, concentrandosi sulla sua preoccupazione per il benessere di entrambi. La Sua iniziativa di cercare aiuto professionale è un passo nella giusta direzione. Durante la sessione con lo psicologo, potrete esplorare insieme le dinamiche della vostra relazione e trovare strategie per affrontare la situazione. Non comprometta la sua salute mentale o accetti comportamenti che mettano a rischio il vostro benessere complessivo. È un percorso difficile, ma prendersi cura di sé stessi è altrettanto importante. Ricordi che la Sua situazione è unica, e gli approcci potrebbero variare. Lo psicologo sarà in grado di offrire consigli personalizzati sulla sua situazione specifica. La incoraggio a mantenere l'appuntamento con lo psicologo e a esplorare insieme a lui/lei le possibilità di migliorare la situazione. Spero che Lei possa trovare la forza e le risorse necessarie per affrontare questa sfida. A sua disposizione. Un caro saluto. Dr.ssa Marina Lumento.
Buonasera, mi dispiace molto leggere della sua sofferenza ma i comportamenti che ha descritto della sua compagna, sono tipici di chi ha una dipendenza e non dipendono dalla sua persona né dalla volontà
della ragazza. Ciò che può fare, nei limiti del coinvolgimento emotivo che ha, è parlare apertamente e senza giudizio alcuno sperando che lei gradualmente si renda conto della sua
problematica e chieda un aiuto. Intanto avrà un sostegno psicologico e ciò non è poco perché la aiuterà a guardare la situazione in modo diverso e trovare, se possibile, il comportamento più adeguato per uscire da questo momento difficile di coppia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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