Gentili dottori, chiedo una delucidazione su un argomento molto dibattuto (da quello che leggo onli

10 risposte
Gentili dottori,
chiedo una delucidazione su un argomento molto dibattuto (da quello che leggo online e sui libri specifici).
L’intolleranza al grano/frumento.
Esiste o no?
La scorsa estate ho fatto il test iGe per le intolleranze alimentari e sono usciti “pallini rossi” per alcune cose, tra cui il grano e la segale. Da brava inesperta (?), ma confermata dal mio medico di base, ho tolto i suddetti alimenti dalla dieta, stando bene o male a periodi alterni. Recentemente mi sono informata meglio su riviste e siti e trovo discordanza. C’è chi dice che il test iGE non ha validità scientifica e chi afferma il contrario. C’è chi parla di intolleranza al frumento e chi la nega… non ci sto più capendo niente e pertanto chiedo a voi, dottori, di delucidarmi. Grazie
Dott. Luca Agostini
Nutrizionista
Piove di Sacco
Il test IgE misura le ALLERGIE, non le intolleranze.
Se fosse positivo, indicherebbe un’allergia al frumento, che è rara e dà sintomi acuti: orticaria, gonfiore, difficoltà respiratoria, ecc. Non è il tuo caso.
Non esistono intolleranze al frumento diagnosticate con test IgE o con i test delle “intolleranze alimentari” venduti privatamente.
Sono considerati non validi scientificamente da:
• Ministero della Salute
• Istituto Superiore di Sanità
• Società Italiana di Allergologia
Esistono invece tre condizioni reali e riconosciute:
Allergia al frumento (IgE-mediate) → rara, diagnosi con allergologo.
Celiachia → diagnosi con esami specifici e gastroscopia.
Sensibilità al glutine non celiaca → diagnosi di esclusione dopo accurato percorso medico.
Se hai periodi “alti e bassi”, il più delle volte si tratta di ipersensibilità intestinale, fermentazioni, stress e variazioni della dieta, non di un’intolleranza al frumento.
Conclusione: il test IgE non diagnostica intolleranze. La diagnosi corretta va fatta da un gastroenterologo o allergologo, NON eliminando alimenti sulla base dei test commerciali.
Distinti saluti,
Dr. Luca Agostini

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Dott. Maurizio Petrini
Nutrizionista, Chinesiologo
Civitanova Marche
capisco perfettamente la sua confusione: sul tema “intolleranza al grano” si trovano molte informazioni contrastanti.

In realtà, oggi distinguiamo tre possibilità:
1. Allergia al frumento → esiste, si diagnostica con test specifici (IgE, prick test) e valutazione allergologica.
2. Celiachia → è una malattia autoimmune, si diagnostica con esami del sangue e, se necessario, biopsia.
3. Sensibilità al glutine/frumento non celiaca → può dare disturbi, ma non esiste un test certo per diagnosticarla. Si valuta con eliminazione e reintroduzione controllata, sempre seguiti da un professionista.
I test per “intolleranze” molto diffusi (IgG, pannelli con pallini rossi) non hanno valore diagnostico riconosciuto e spesso portano a eliminare alimenti inutilmente.

Il consiglio migliore è parlarne con un allergologo o gastroenterologo, e se necessario procedere con un percorso guidato che preveda una prova di esclusione e reintroduzione, senza fai-da-te e senza eliminazioni prolungate.
Resto a disposizione se ha bisogno di un supporto nutrizionale pratico e personalizzato.
Dott. Gianni Panizza
Nutrizionista, Osteopata
Albenga
Buongiorno, capisco molto bene la sua confusione: sul tema intolleranza al frumento circola davvero tanta informazione discordante. I test IgE, compresi quelli con i ‘pallini rossi’, non hanno validità scientifica per le intolleranze alimentari e servono esclusivamente a valutare allergie vere, non sensibilità o intolleranze.

Prima di considerare una sensibilità al glutine o al frumento, è fondamentale valutare insieme al medico curante l’esclusione della celiachia e dell’allergia al frumento, che seguono percorsi diagnostici specifici. Molti sintomi possono infatti sovrapporsi e creare confusione.

Una volta escluse queste condizioni, si può lavorare su un percorso alimentare personalizzato: se necessario, anche tramite strumenti come la valutazione dell’allele DQA105, che non è diagnostico ma può aiutare a capire se esiste una reale correlazione tra determinati alimenti e i sintomi.

Ha fatto bene a chiedere: chiarire il quadro con valutazione clinica e nutrizionale è il modo più sicuro per evitare restrizioni inutili.”
Dr. Lorenzo Signorini
Nutrizionista, Nefrologo, Medico di medicina generale
Verona
Gentile Signora,
il tema dell’intolleranza al grano è effettivamente oggetto di molta confusione, anche in ambito non specialistico. Provo a riassumere i punti fondamentali in modo chiaro.

I test IgE hanno validità esclusivamente per la diagnosi di allergia alimentare IgE-mediata. Non sono test per le intolleranze. Una positività indica una possibile sensibilizzazione immunologica, ma non equivale a una malattia clinica in assenza di sintomi allergici immediati dopo l’assunzione dell’alimento.
La celiachia è una patologia autoimmune ben definita, diagnosticabile con esami sierologici specifici ed eventualmente biopsia intestinale. Se questi criteri non sono presenti, la diagnosi non è celiachia.

Non esiste un’intolleranza al frumento “classica” paragonabile, ad esempio, all’intolleranza al lattosio, né esistono test di laboratorio validati per diagnosticarla. Esiste invece una condizione riconosciuta, detta sensibilità al frumento o al glutine non celiaca, caratterizzata da sintomi gastrointestinali e sistemici in assenza di allergia o celiachia. In questi casi la diagnosi è clinica, non laboratoristica.

Va inoltre considerato che spesso il disturbo non è legato al glutine in sé, ma ad altri componenti del grano (come i fruttani/FODMAP) o a fenomeni di fermentazione intestinale. Questo spiega perché l’eliminazione del grano possa portare benefici alterni e non sempre stabili.
In sintesi: i test IgE non dimostrano un’intolleranza; l’intolleranza al grano non si diagnostica con esami del sangue; la sensibilità al frumento esiste ma va valutata con un approccio clinico strutturato, evitando esclusioni dietetiche non guidate. Sperando di esserle stato d'aiuto, porgo cordiali saluti. Dr. Lorenzo Signorini
Buongiorno,
l'intolleranza al frumento/grano non esiste, ma esiste invece l'allergia a questo determinato alimento che può essere diagnosticata tramite Prick Test (eseguito sulla cute) e/o tramite il dosaggio di IgE specifiche a livello ematico. Con questi tipi di esami, se dubbiosa, le consiglio di consultare un allergologo per la diagnosi.
Comunque sia, se allergica, gli alimenti incriminati andrebbero evitati o quantomeno limitati il più possibile (per scongiurare reazioni avverse gravi: il corpo, in diverse situazioni, può reagire in modo differente anche con lo stesso alimento).
Il fatto di stare bene o male a periodi alterni (quali sintomi? Non ha specificato), potrebbe dipendere da un'infiammazione considerando che, se fosse allergica, anche alimenti crociati e della stessa famiglia, così come gli alimenti ad alto contenuto di istamina, potrebbero provocarle malesseri.
Perciò, il consiglio che posso darle, dopo la diagnosi di allergia, è quello di recarsi da un professionista della nutrizione che si occupa di tale tema per valutare un percorso personalizzato: non si tratta solo dell'alimento con il pallino rosso, ma di una situazione ben più ampia a cui va data importanza per fare un buon lavoro ed evitare che si senta ancora poco bene a periodi alterni.
Per qualsiasi cosa, rimango a disposizione.

Cordiali saluti,
Dott.ssa Simona Riminucci
Gentile paziente, quando si parla di “intolleranza al grano”, la risposta è: non è così semplice. I test IgG che molti laboratori vendono non servono a dire se sei intollerante a un alimento. Quindi una “intolleranza al grano” basata su questi test non esiste.
In realtà, col grano possono esistere tre problemi diversi:

1)Celiachia: una malattia autoimmune dovuta al glutine. Si vede con esami del sangue specifici e, a volte, biopsia. Se c’è, bisogna togliere del tutto il glutine.

2) Allergia al frumento — sì, esiste: È una vera allergia (con IgE). I sintomi arrivano subito: prurito, orticaria, gonfiore, ecc. La diagnosi la fa l’allergologo con test specifici.

3) Sensibilità al glutine: non esiste, anche se ci sono controversie. Non è celiachia e non è allergia. Non c’è un test: si capisce solo escludendo le altre due e provando a togliere il glutine.

Spero di esserle stata utile.
Resto a disposizione.
Cordialmente.
Dott.ssa Colciago
Salve. i test per le IgE sono validi e riconosciuti come ad esempio prick test. l'intolleranza al grano e frumento esistono e si tratta di malattia autoimmune al glutine e di reazione immunitaria nei confronti delle proteine del grano, come esiste la sensibilità nei confronti del glutine non celiachia. Se nel test sono comparsi pallini rossi deve eliminare quegli alimenti che contengono glutine o frumento in base all'esito del suo test.
Se quel test era realmente un test IgE positivo, vuol dire sensibilizzazione al grano/segale. Questo può spiegare sintomi allergic i (se li hai), ma non è automatico che tu abbia sempre reazioni: serve valutazione clinica. Parla con un allergologo: prende la storia, può fare skin-prick o prove di laboratorio ripetute e, se necessario, un test di provocazione controllato.

Se invece il test era un pannello di “intolleranze” commerciali (IgG o simili), quel risultato non è considerato diagnostico e non è motivo per eliminare alimenti senza una valida ragione medica.
orta i risultati del test e la tua storia dei sintomi a un allergologo (per IgE/allergia) e/o a un gastroenterologo (per escludere celiachia).

Non eliminare a lungo interi gruppi (es. tutti i cereali) senza supervisione: rischio carenze nutrienti. Se togli qualcosa, fallo con un dietista/nutrizionista che ti segue.

Se i sintomi sono più intestinali (gonfiore, dolore, alterazione delle evacuazioni) considera anche la valutazione per FODMAPs e altre cause; a volte non è il glutine ma altri fermentabili. Recenti studi suggeriscono che in molti casi il problema non è il glutine puro.
Buongiorno, a meno che non si tratti di celiachia, la sensibilità al glutine può essere altalenante e acuirsi in periodi di stress e abbassamento delle difese immunitarie. Per questo motivo, i test non sono ripetibili, ovvero, possono dare risultati differenti a seconda del momento in cui vengono effettuati.
Gentile Signora,
la confusione nasce dal fatto che il termine “intolleranza” viene spesso usato in modo improprio.
In medicina si distinguono soprattutto tre condizioni: allergia al grano (mediata da IgE), celiachia e sensibilità al glutine non celiaca. I test “per le intolleranze” basati su IgE o con “pallini rossi” non sono validi per diagnosticare un’intolleranza e, da soli, non giustificano l’eliminazione di alimenti.
Le IgE, quando utili, servono a valutare un’eventuale allergia, ma vanno sempre interpretate insieme ai sintomi e alla visita specialistica. Celiachia e sensibilità al glutine richiedono invece un percorso diagnostico specifico.
Il consiglio è di fare chiarezza con il medico (ed eventualmente con gastroenterologo o allergologo) prima di escludere stabilmente grano o glutine dalla dieta.
Cordiali saluti.
Dott. Lorenzo Iattoni

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