Gentile staff, vi scrivo per chiedervi un consiglio su che tipo di psicoterapeuta scegliere e che pe

15 risposte
Gentile staff, vi scrivo per chiedervi un consiglio su che tipo di psicoterapeuta scegliere e che percorso debba affrontare per risolvere la mia problematica. ho 34 anni e ho sempre avuto relazioni tossiche, basate su gran parte dei sintomi che ho potuto capire fanno parte della "dipendenza affettiva" e "sindrome dell'abbandono". Ho sempre convissuto da piccolo con un grande vuoto interiore e mi sono accorto che ho basato tutta la mia esistenza sulla continua ricerca di una donna e quando la trovavo non me ne riuscivo a liberare nonostante la consapevolezza che non la amassi e non era quella giusta. Oppure il contrario, piu una ragazza si allontana io piu me ne innamoravo, anche se in realtà prima non lo ero o lo ero poco. Questo mi ha portato a vivere sempre relazioni molto tossiche non avendo la capacità di allontanarmi, o a stare davvero molto male ad ogni chiusura o rifiuto di una donna. E oggi appunto a 34 anni nonostante un ottima carriera mi sento completamente spaesato, annoiato e senza un senso. Oggi sono molto consapevole della mia problematica ma nonostante tutto necessito di un supporto che mi aiuti a ricostruire me stesso e creare un io talmente forte da poter contare solo su me stesso e non sugli altri. Anzi in passato nonostante il mio senso di vuoto riuscivo a concentrarmi sul mio lavoro e le mie passioni, ora sono arrivato al fondo, non ha piu senso niente. Sono sicuro che se domani conoscessi una nuova ragazza interessante inizierei a stare "magicamente" sempre meglio ma sono consapevole che questo non è quello che poi mi farebbe stare realmente meglio in futuro.
Ho sentito parlare dell'EMDR ma non so se possa fare al mio caso, perché non c'è stato un evento singolo ma credo la conseguenza della separazione dei miei con relativi continui litigi.
Cerco un esperto che mi possa dire nella pratica di tutti i giorni dove indirizzare il mio pensiero, cosa iniziare a fare per stare meglio. Non voglio continuare a conoscere quali sono state le cause dei miei problemi, voglio che questi non abbiamo piu un impatto così grande
Grazie per le eventuali risposte
Buongiorno. La ringrazio della sua condivisione. L'EMDR è un approccio molto adatto, perché si affrontano anche i traumi di attaccamento, che sarebbe il suo caso. È un metodo che va molto in profondità a elaborare i traumi di relazione, quindi non si tratta solo di conoscere le cause dei problemi, perché questo non basta, si lavora prevalentemente sul cercare un cambiamento emotivo profondo. Simultaneamente c'`anche molta attenzione al presente. Per cui penso che per lei si molto adatto. Peró non basta il metodo: è molto importante che lei si senta a suo agio, proprio comodo con il teraputa, e questo aspetto non va sottovalutato.

Lei ha scritto: "...creare un io talmente forte da poter contare solo su me stesso e non sugli altri". L'obbiettivo in una psicoterapia è trovare un equilibrio tra questi due poli, tra il contare solo su se stesso e contare solo sugli altri, è importante saper fare da solo ma anche chiedere aiuto e conforto agli altri quanto ce nè bisogno.
Se ha bisogno di un riferimento di un terapeuta nella sua zona mi puo chiedere, altrimenti puo contattare l'associazione emdr italia per chiedere un nominativo in zona sua.


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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, mi ha colpito la sua domanda di aiuto perché sembra essere quello che Jung definirebbe una domanda di "individuazione". Lei si trova a circa metà della vita, ha raggiunto molti obiettivi, eppure sente che qualcosa non sta funzionando. Interpreto i suoi dubbi come una ricerca di "Anima", motore inconscio vitale di ogni uomo, che sembra non essere contattabile al momento se non attraverso legami con donne reali.
Le consiglio una psicoterapia con un terapeuta ad orientamento junghiano. Sono certa che ne trarrà beneficio.
Cordiali saluti, dott.ssa Concetta Di Bartolomeo
Buonasera e grazie per la condivisione del suo vissuto. Quello che le posso dire è che lei non ha, secondo me, una "dipendenza affettiva" o "sindrome dell'abbandono", ma un interesse fortissimo ad essere amato con la conseguente paura del rifiuto. Tutti vogliamo essere amati, quindi è una condizione naturale, ma bisogna capire anche la parte disordinata dell'amore. Mi sembra di intuire che quando lei non ama più una donna ha paura di interrompere la relazione per non creare forse un danno o una delusione nell'altro, mentre nel caso contrario di mancata corrispondenza, si innesca un comportamento di ricerca dell'altro per soddisfare il suo interesse ad essere amato. Il primo passo sta prima di tutto nell'uscire dalle etichette che si è autoimposto e ricercare le motivazioni che condizionano profondamente i suoi comportamenti e il suo stato d'animo nelle relazioni.
Cordiali saluti
PL
Buonasera, quello che sento emergere dalle sue parole è una difficoltà di relazionarsi con l'altro in un modo per lei buono. Per quel che riguarda la sua domanda specifica sul tipo di approccio, personalmente io credo molto nella relazione che si instaura fra terapeuta e paziente indipendentemente dall'indirizzo. Sicuramente ogni approccio lavora con modalità diverse ma tutti tendono al benessere dell'individuo; quindi anche l'EMDR può essere utilizzato. Mi auguro che possa intraprendere il suo percorso terapeutico con qualcuno con il quale riuscirà a creare una buona relazione. Un caro saluto. Dott.ssa Alessandra Domigno
Gentile utente, sicuramente sta vivendo un circolo vizioso da spezzare, in quanto comporta sofferenza e scarsa fiducia in se stesso, negli altri e nel futuro. Ciò è indicativo di uno stato di deflessione del tono dell'umore, che ritengo utile affrontare in un percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale con l'obiettivo di prendere coscienza dei meccanismi disfunzionali sia sul piano dei pensieri, del comportamento e delle emozioni, aiutandola a sostituirli con altri più adattivi. Ottimo anche associare l'EMDR per una desensibilizzazione e riprocessamento di eventi traumatici presenti in origine. Spero che la mia risposta le sia utile e la saluto cordialmente. Dr,ssa Sara Mammano
Buonasera, penso che la sua domanda difficilmente troverà una risposta univoca. A Roma si direbbe che "è come chiedere all'oste com'è il vino". Penso che la sua priorità debba essere quella di trovare un professionista che le ispira fiducia.
Un saluto,
Dott. Alessandro D'Agostini
Gent.mo, scelga un terapeuta col quale sente, già nei primi due o tre colloqui di conoscenza, di poter condividere la sua personale esperienza e che sente possa accompagnarla nelle difficoltà del vivere la sua vita. Si tratta di sperimentare la possibilità che una via è percorribile, senza nasconderle che a volte è un sentiero impervio. Quanto detto, non è di per sé una garanzia assoluta, ma sicuramente una premessa perché sia possibile iniziare un lavoro psicoterapeutico (a tratti anche lento e faticoso), che le consenta di avviare una trasformazione qualitativa dell’esperienza di sé. SG
Buonasera, sinceramente non credo al presupposto che esista un modello terapeutico per ogni problematica o adatto ad un paziente piuttosto che ad un altro. Piuttosto ritengo una preziosa occasione di conoscenza la relazione terapeutica, l'incontro con l'Altro. A mio avviso lei non deve scegliere l'approccio ma la persona, il terapeuta che le ispira professionalità e fiducia, dopodiché provare a lasciarsi andare e tentare. Se non è quello giusto per lei, lo saprà. In bocca al lupo. Un caro saluto
Gentilissimo, grazie per averci contattato. Una soluzione veloce per la sua sofferenza purtroppo non esiste, indagare sulle cause e raggiungere una maggiore consapevolezza, nonché un lavoro di rinforzo dell'autostima attraverso un percorso psicoterapeutico, le potrà essere di aiuto nell'affrontare le difficoltà che vive nel mondo delle relazioni affettive. La consapevolezza che ci sia un problema ce l'ha, la invito a riflettere ulteriormente sulla motivazione a intraprendere un lavoro su di sé che richiede del tempo e un lavoro di introspezione. Resto a disposizione per ulteriori necessità, un caro saluto
Salve, leggo nel suo racconto una serie di definizioni tecniche e diagnosi del suo disagio e mi chiedo se lei in passato abbia già intrapreso in passato percorsi terapeutici oppure sono frutto di altro. Le suggerisco di lasciare i tecnicismi e la teoria ad altri e di confrontarsi con uno psicologo che dopo averla ascoltata individuerà il suo reale eventuale problema e saprà indicarle quale strada intraprendere . Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Salve,
È molto interessante il fatto che lei abbia fatto un’analisi della sua storia e si sia già documentato. L’emdr è un metodo utilizzato anche per i traumi relazionali e il fatto che lei abbia vissuto la separazione dei suoi in modo poco sereno potrebbe essere un punto di partenza. Ma l’emdr è parte di un percorso terapeutico più ampio, dove lei deve mettersi in gioco e soprattutto affidarsi al professionista. Per cui le consiglio di fare una ricerca nella sua zona dei vari terapeuti e scegliere chi più le ispira fiducia.
Saluti,
Dott.ssa Catananti
Gentile utente
il percorso di psicoterapia, a prescindere dall' approccio, consente al paziente din individuare gli strumenti che lo sosterranno nell' esplorazione di sè e delle proprie difficoltà, rendendosene consapevole al fine di un cambiamento. Le esperienze relazionali nel contesto familiare inevitabilmente influenzano il nostro modo di relazionarci agli altri e spesso tendiamo a scegliere il partner sulla base di una somiglianza o di una differenza da ciò che appunto è a noi familiare in termini di modelli di relazione , accudimento e amore vissuti nel nostro contesto famigliare. Intraprendere una psicoterapia la aiuterà a prendere consapevolezza di ciò e solo in seguito se vorrà potrà aprirsi al cambiamento , riuscendo a scegliere la sua partner non sulla base di bisogni o paure inconsapevoli ma sulla base ciò che desidera per se stesso.
Un caro saluto
Dott.ssa Valentina Paola Cesarano
Buongiorno, i suoi dubbi sono legittimi.
Una psicoterapia è consigliata perché, se da una parte "guarisce" gli stati d'animo che non la fanno stare bene, dall'altro "educa" alla consapevolezza e alla conoscenza di sé. La conseguenza di questa "educazione" è che poi lei è in grado di fronteggiare tutto ciò che la vita ci riserva quotidianamente, in modo adeguato.
Se non trova riscontro con lo psicoterapeuta che sta frequentando o dovesse frequentare, conviene cambiare. Ognuno ha un suo metodo di lavoro e non è detto che quel metodo vada bene per lei.
A disposizione per qualsiasi chiarimento, la saluto cordialmente.
dr.ssa Elena Santomartino, psicologa psicoterapeuta
Salve. Nella mia lunga esperienza di psicoterapeuta corporea bioenergetica, un lavoro che possa passare attraverso le sensazioni ed emozioni corporee, che la riconnettano con se stesso aiutandola ad affrontare, vivere e sostenere la paura della solitudine, a scoprire che nella possibilità di vivere la solitudine troverà la fiducia in se stesso. Potendo contare più su di sé si sentirà anche più libero di scegliere nelle relazioni. Sono disponibile per approfondimenti. Distinti saluti

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