Dopo 8 anni a seguito di un forte stress lavorativo mia moglie si è prima allontanata da casa, lasci

24 risposte
Dopo 8 anni a seguito di un forte stress lavorativo mia moglie si è prima allontanata da casa, lasciandomi in casa sua , e ora dopo un mese è rientrata a casa ma abbiamo deciso che fossi io ad allontanarmi. Mi dice che non è più sicura dei sentimenti ma non vuole che ci lasciamo, sembra quasi che non riesca ad accettare la cosa. Ora che vive nella nostra casa circondata da cose nostre, mie io non credo non stia bene e che sia infastidita da questa cosa ecco perché ho insistito che ritornasse a casa sua. Lei ha intrapreso il suo percorso dallo psicologo ma vorrei capire se, dato i sintomi, se si può parlare di disinnamoramento o annullamento dei sentimenti post stress/ depressione?
Dice di sentirsi vuota non solo nei miei confronti ma nei confronti di tutti ( famiglia , amici ) , oltre al lavoro riesce a stare bene solo a fare lunghe passeggiate da sola o addirittura a casa da sola. Le amiche non le vuole vedere e non vuole darle spiegazioni, fare confronti. Molto spesso non ha fame oppure ha una fame nervosa, ha spesso freddo e i nervi a fior di pelle, ha problemi di sonno e dolori muscolari. Ora se si tratta di disinnamoramento ovviamente non posso fare nulla o comunque poco, se invece fosse stress o depressione, quale sarebbe il
Miglior comportamento da avere nei suoi confronti pur stando separato fisicamente? Quanto tempo impiega un professionista a diagnosticare la depressione ?
Buongiorno,

Da quello che descrivi, i sintomi che tua moglie manifesta — il senso di vuoto, l’isolamento sociale, la difficoltà a stare in relazione anche con persone care, la fame disordinata, i problemi di sonno, la freddezza emotiva, la fatica a riconoscere i propri sentimenti — sono segnali che potrebbero effettivamente rientrare in un quadro depressivo o in uno stato di esaurimento psicofisico legato a stress prolungato. La depressione non colpisce solo l'umore: spesso si manifesta con un generale ritiro dalla vita, dalla socialità, e anche dall'amore. Le emozioni si spengono, anche quelle positive.

In uno stato simile, non è raro che una persona non riesca più a sentire amore, gioia, interesse nemmeno verso chi ha amato profondamente. Questo non significa necessariamente che l’amore non ci sia più, ma che è “nascosto” sotto uno strato di stanchezza, confusione, e fatica emotiva. Quando dice che “non è più sicura dei sentimenti”, è possibile che stia parlando più di un blocco interno che di una reale fine del sentimento. Ma è anche vero che, finché lei non starà meglio, non potrà nemmeno capire davvero che cosa prova.

Sul piano pratico:
1. Un professionista può iniziare a orientarsi già nei primi colloqui verso una diagnosi, ma è difficile definire tutto in un solo incontro. Serve tempo per conoscere la persona e distinguere, ad esempio, tra depressione, esaurimento da stress, o semplicemente una crisi profonda esistenziale.
2. Nel frattempo, il miglior comportamento da parte tua è la vicinanza affettiva non invadente: falle capire che ci sei, che la rispetti, che non forzerai nulla, ma che lei può contare su di te se e quando vorrà. Anche a distanza fisica, questo si può trasmettere con piccoli gesti sinceri, senza aspettative immediate.
3. Evita pressioni o domande dirette sui sentimenti, perché in questo momento probabilmente non ha risposte da darti. Può essere utile più un “come stai oggi?” che un “mi ami ancora?”.

Soprattutto, prenditi anche tu i tuoi spazi: stai vivendo una situazione emotivamente molto complessa e dolorosa, e anche tu hai bisogno di sostegno. Se puoi, valuta l’idea di avere un tuo spazio di ascolto con uno psicologo, per aiutarti a reggere meglio questa fase e capire cosa è giusto anche per te.

Ricordati: a volte l’amore ha bisogno di respiro, e i sentimenti non si misurano nella tempesta. Dalle il tempo di ritrovarsi, e nel frattempo non dimenticare te stesso.

Un grande in bocca al lupo. Se ti va, tienici aggiornati.

Janett Aruta
Psicologa - ricevo su MioDottore

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Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Salve, la ringrazio per la sua condivisione. Da quello che riporta emerge un vissuto di disagio nella vita di sua moglie e quindi una possibile diagnosi anche di un disturbo mentale, quindi si il suo stato attuale ha inciso anche nel vostro rapporto. Se sua moglie si sentirà di condividere con lei il suo vissuto potrà comprendere meglio il suo stato e aiutarla in questo momento. Se sua moglie tende ad isolarsi ed essere apatica sarà importante starle vicino rispettando i suoi limiti e distanza
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello
Dott.ssa Susanna Scainelli
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Albino
Buongiorno, difficile rispondere alla sua domanda avendo poche informazioni. Sua moglie visti i sintomi ha fatto molto bene ad intraprendere un percorso psicologico. A lei, per questa situazione complessa che sta affrontando, suggerirei di iniziare a sua volta un percorso psicologico che possa esserle di supporto in questo periodo di vita delicato. Se avesse bisogno sono a sua disposizione in presenza o online, per una terapia di tipo relazionale integrata, con il supporto di varie tecniche personalizzate in base al paziente, ai suoi bisogni ed obiettivi con evidenza scientifica. Dott.ssa Susanna Scainelli

Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
La sua domanda esprime una profonda attenzione per il benessere di sua moglie, ma anche un vissuto personale di confusione, smarrimento e dolore. È del tutto comprensibile che, di fronte a un cambiamento così radicale e improvviso nel comportamento della persona che si ama, si cerchino delle risposte chiare per orientarsi, comprendere, magari sperare. Le dinamiche che descrive sono complesse, ma il quadro che emerge è compatibile con uno stato depressivo o con un esaurimento emotivo legato a stress prolungato, piuttosto che con un semplice disinnamoramento. I sintomi che riporta (senso di vuoto diffuso, ritiro sociale, disturbi del sonno e dell'appetito, alterazioni dell'umore, sensibilità accentuata, difficoltà nel contatto con le emozioni e con gli altri) sono tutti segnali che spesso si riscontrano in quadri depressivi. In queste condizioni, anche i sentimenti più autentici possono essere vissuti in modo appiattito, come se fossero scomparsi o non più accessibili. Non è raro che le persone che attraversano una depressione dicano di “non sentire più nulla”, anche verso persone a cui sono profondamente legate. Questa mancanza di accesso alle emozioni, però, non equivale a una loro reale assenza. Il fatto che sua moglie abbia deciso di intraprendere un percorso psicologico è un segnale positivo e maturo. Significa che ha riconosciuto un disagio e ha scelto di prendersene cura. Rispetto alla sua domanda su quanto tempo occorra per fare una diagnosi, in genere un professionista può già avere un’idea piuttosto chiara nelle prime sedute, attraverso l’anamnesi, l’osservazione clinica e, se necessario, l’utilizzo di strumenti di valutazione standardizzati. Tuttavia, il lavoro di consapevolezza, accettazione e cambiamento che segue può richiedere più tempo, in funzione della profondità del disagio, delle risorse personali e della qualità della relazione terapeutica. Il suo interrogativo più profondo, però, riguarda ciò che può fare in questo momento. Da un punto di vista cognitivo-comportamentale, ciò che aiuta in queste situazioni è cercare un equilibrio tra vicinanza emotiva e rispetto degli spazi. Quando una persona cara è in crisi, tendiamo spesso a voler “fare qualcosa”, a risolvere, a riportare tutto com’era. Ma in realtà, ciò che può essere più utile è restare presenti in modo accogliente e non giudicante, anche nel silenzio. Far sentire che lei c'è, senza pressioni, senza richieste, con discrezione. Può offrirsi come un punto fermo, una presenza rassicurante e stabile, che non forza né invade, ma che rimane accessibile. Le sue insicurezze e i suoi dubbi sono legittimi. In questa fase, può essere utile anche per lei confrontarsi con uno psicologo, per ricevere un sostegno, elaborare ciò che sta accadendo e valutare insieme strategie per affrontare questo periodo difficile, proteggendo anche il suo benessere. Non sempre è possibile distinguere nettamente tra ciò che è frutto di una crisi passeggera e ciò che è un cambiamento irreversibile. Ma in questo momento ciò che può fare è offrirle, da lontano ma con affetto, la possibilità di attraversare il suo dolore sapendo che, qualunque sia l’esito, lei non la giudica e non la abbandona. Questa è spesso la forma più autentica di amore: esserci, anche quando l’altro è temporaneamente incapace di restituire la stessa vicinanza. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Patrizia Buscaino
Psicologo clinico, Psicologo
Nubia
Salve
la questione che ci pone è abbastanza delicata; se non fosse perche non è un suo problema ma lo è "indirettamente" . Quindi cercherò di rispondere utilizzando come unico riferimento il suo filtro; ossia quanto ci riporta.
Se il problema di sua moglie sia quello riguardante la depressione l'unica persona che lo può riportare è la sua psicologa e in ogni caso anche qui c'è la segretezza in quanto tutto ciò è sorretto dalla privacy.
nell'altro caso come dici lei se si dovesse trattare di "disinnamoramento" quello si che è un problema della coppia e in quel caso dovreste essere entrambi ad occuparvene.
Mi sembra di capire cmq che sia nel primo caso che nel secondo, lei ha ben poco da fare se non quello di aspettare che sia sua moglie ad aprirsi a parlargliene.
Quanto impiega un professionista ad emettere una diagnosi di depressione?
Dipende quanto è esplicita nel senso che sono evidenti dei segni o se è qualcosa di cui la paziente è ignara e semplicemente ignora il suo stato d'animo.
Spero di essere stata esaudiente
Continui a scriverci
Dott.ssa Giovanna Mauro
Psicologo, Psicologo clinico
Ragusa
Gentile utente,

Volevo domandarLe se a Sua moglie è stata diagnosticata la depressione o si tratta di una Sua ipotesi. Ci sono diversi livelli sintomatici legati a questo disturbo, e capirne bene le sfaccettature, nonché impostare la direzione della cura, richiederà qualche seduta dallo psicoterapeuta. Ad ogni modo, in base a ciò che descrive, sembra che Sua moglie stia attraversando un periodo di forte fragilità post-traumatica e potrebbe volerci un po' di tempo prima che la sua situazione si stabilizzi. Se Lei è certo che Sua moglie si sente "vuota" anche nei confronti degli altri ma non vuole che vi lasciate, allora al momento dia fede ciò che Sua moglie dice. Se i momenti da sola la fanno stare meglio, potrebbero essere essenziali in questo frangente, in concomitanza con una terapia, affinché Sua moglie riesca a ritrovare un equilibrio emotivo e riconnettersi con ciò che prova. Lei può starle moralmente accanto: farle vedere che c'è e la ama, proporle di condividere ciò che prova se e quando Sua moglie sente di volerlo fare. Può insomma rassicurarla che sarà presente nel caso Sua moglie abbia bisogno di un contenimento. Sono sicura che è qualcosa che Lei sta già facendo, vista l'attenzione con cui sta analizzando la situazione di Sua moglie. La invito però a non dimenticarsi delle Sue proprie esigenze: è complicato e spesso frustrante prendersi cura di una persona che soffre di questo genere di fragilità. Non si scoraggi quando le sembra che il sostegno che dà sia inutile. Non è così. Vi auguro buona fortuna.
Dott.ssa Gabriella Ciampi
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Roma
Salve. Un professionista non ha difficoltà ad ipotizzare una diagnosi di depressione già dopo un paio di sedute. La miglior cosa che lei può fare è mantenere un dialogo con sua moglie, visto che nonostante tutto non vuole che vi lasciate. Se tra voi c'è ancora un buon rapporto, civile, di amicizia, vale la pena conservarlo, senza imposizioni ma sempre in accordo. Sua moglie è seguita in terapia quindi sta facendo un proprio percorso, forse anche di chiarimento sulla vostra relazione, percorso che può non essere breve e nemmeno visibile nei risultati per un po' di tempo. Oltre che preoccuparsi per sua moglie, spero che lei si prenda cura anche di se stesso. Cordialmente
Dott.ssa Marianna Mansueto
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno, non è possibile fare diagnosi per conto terzi, anche se capisco quanto sia difficile per lei questa situazione. Se sua moglie è già seguita da qualcuno è un'ottima cosa. Forse la cosa migliore da fare in questo momento è lasciarle i suoi spazi - se questo è quello che lei dice di volere - e se se la sente darle la sua disponibilità in caso lei volesse parlare o riavvicinarsi. Va però tenuto in conto che potrebbe anche non succedere.
Buon pomeriggio!
Anche da poche righe è evidente la sofferenza sia e di sua moglie. Lei ha intrapreso il suo percorso psicologico individuale, che sicuramente le permetterà di fare luce sulle origini della sua sofferenza, ma ha provato a considerare la possibilità di intraprendere voi due un percorso di supporto psicologico di coppia, per comprendere anche la natura relazionale di questa sofferenza, darne un significato e poterla inserire anche all'interno della dinamica della vostra relazione?
Dott.ssa Giorgia Palombi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile paziente anonimo
mi sembra che lei punti troppo la videocamera su sua moglie. Provi a girare l'obiettivo su di sé, e a chiedersi lei come sta. Come si sente in un rapporto che ha preso questo mood. Da quello che scrive appare chiaro che il disagio di sua moglie è reale, anche se non si comprende ancora la sua natura profonda. Se lei come coniuge nutre ancora un sentimento d'amore e sente che il legame con lei perdura nonostante le difficoltà e la separazione, potrà fare chiarezza e comprendere come comportarsi. Accettare la crisi rimanendo disponibile per esempio. Forse un silenzio e uno spazio di sana solitudine potrebbe servire anche a lei per capire cosa le è possibile. Provi a centrarsi un po' di più su di sé, e quando sente di aver fatto chiarezza, faccia sentire le sue reali intenzioni a sua moglie. Spero di esserle stata di aiuto.
Dott.ssa Sara Magliocca
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Seregno
Gentile utente, quello che descrive è un momento molto delicato. I segnali riportati (senso di vuoto, isolamento, disturbi del sonno e dell’appetito, irritabilità, somatizzazioni) possono essere compatibili con uno stato depressivo o un esaurimento emotivo profondo, più che con un disinnamoramento vero e proprio. In questi casi, è frequente sperimentare un'anestesia affettiva temporanea, che coinvolge anche i legami più significativi. È positivo che sua moglie abbia iniziato un percorso psicologico: in genere, un primo orientamento clinico è possibile già dopo alcuni colloqui (2-4), ma per un inquadramento completo serve tempo. Nel frattempo, il modo più utile di starle vicino, anche a distanza, è offrire presenza affettuosa e discreta, senza pressioni, e prendersi cura anche di sé.
Resto a disposizione.
Un cordiale saluto, dott.ssa Sara Magliocca
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
La situazione che descrivi sembra essere complessa e ricca di segnali che potrebbero essere legati a un periodo di stress prolungato, che ha impattato negativamente sulla salute psicologica e relazionale di tua moglie. I sintomi che menzioni, come la sensazione di vuoto, la difficoltà nelle relazioni sociali, i disturbi alimentari, i problemi di sonno, il freddo e la tensione muscolare, sono tipici di un disturbo da stress o di una depressione. La sensazione di non essere più sicuri dei sentimenti, insieme alla difficoltà nell'affrontare le proprie emozioni e a un forte bisogno di isolamento, potrebbe indicare una fase di crisi emotiva, che non necessariamente comporta disinnamoramento, ma più probabilmente è un riflesso della sofferenza interiore.

Il fatto che tua moglie stia affrontando un percorso terapeutico è sicuramente un passo positivo. Tuttavia, la diagnosi di depressione e l’interpretazione della situazione emotiva complessiva richiedono un'analisi approfondita da parte di uno specialista, che può includere una valutazione clinica, interviste psicologiche e, se necessario, un supporto psicoterapeutico continuo.

Nel frattempo, il miglior comportamento da adottare nei suoi confronti, pur mantenendo una distanza fisica, sarebbe quello di rimanere empatico, rispettoso dei suoi spazi, ma anche di mostrarle un supporto costante, senza forzare la comunicazione se non è pronta a parlarne. È importante che tu non la faccia sentire giudicata o sotto pressione.

In generale, la diagnosi di depressione può richiedere un periodo variabile, che dipende dalla complessità del caso. Solitamente, un professionista esperto può fornire una diagnosi accurata dopo alcune sessioni, ma il percorso terapeutico è un processo che potrebbe richiedere tempo per giungere a una stabilizzazione.

Sarebbe utile e consigliato, per approfondire la situazione, rivolgersi a uno specialista che possa accompagnare tua moglie in questo percorso di comprensione e cura.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa








Buongiorno, partirei dal fatto che è lei a porre questa domanda. Quindi al netto del fatto che sua moglie è seguita da un collega, e che spetta a lui la diagnostica e ciò che riguarda le difficoltà della signora, mi verrebbe da chiederle: lei come sta?
Salve, ho letto con attenzione la sua storia, anche dalle poche parole scritte si evince un reale stato di stress e non equilibrio interno nell'affrontare gli stimoli esterni, le relazioni ed il proprio disagio interiore. E' positivo il fatto che sua moglie stia affrontando un percorso per lavorare su questo, capire quali sono le reali dinamiche psichiche che l'hanno portata a questo disagio fisico e psicologico, per diagnosticare lo stato depressivo non ci vuole molto...bisogna capire se è solo questo realmente o c'è qualcos'altro. Il fatto che lei abbia passato un periodo molto stressante a lavoro ed i sintomi che mi ha esposto, mi fanno pensare ad un inizio di esaurimento nervoso...ovviamente il professionista che la sta seguendo saprà con certezza la cosa.
Credo che il motivo principale di questo distacco da lei sia dovuto a questo stato di disagio, e non direttamente da un disinnamoramento, quindi le consiglio di avere fiducia in questo, anche perchè mi sembra che sua moglie non voglia separarsi... Le faccia sentire la sua presenza con delicatezza, rispettando i suoi tempi, non la forzi ma si tenga informato sul percorso che sta facendo incoraggiandola anche. Ci vuole pazienza ed amore, che sicuramente lei le saprà dare. Spero di esserle stata utile, buona giornata.
Manuela Cecchetti
Dott.ssa Rita Scognamiglio
Psicologo, Professional counselor
Mozzo
Buongiorno, la risposta alla domanda più "semplice" è che per avere una diagnosi (di qualsiasi tipo) sono necessari più criteri presenti contemporaneamente e per almeno 6 mesi di tempo. Inoltre, è necessario che il Professionista abbia una formazione specifica per poter emettere diagnosi (con le tempistiche che solitamente comunica in sede di colloquio). Rispetto a come comportarsi nella relazione con qualcuno che ci è caro, in questo caso della sua ex-moglie, può essere meritevole un confronto con un Professionista che la aiuti a comprendere come lei in primis si sente in questa relazione e quali bisogni sono presenti. Ogni nostra situazione personale necessita, sempre, di uno spazio adeguato.
Cordialmente,
Dott. Ssa Scognamiglio Rita
Dott.ssa Elvira Merando
Psicologo, Psicologo clinico
Spezzano della Sila
il senso di vuoto anche con persone care, il sollievo nello stare soli che può essere un modo per evitare il contatto emotivo, l'insonnia e l'indecisione nei sentimenti è tutto abbastanza significativo di un disagio emotivo importante. Un professionista starà monitorando con attenzione per avere una diagnosi più chiara in base anche all'evoluzione del percorso si supporto e dell'approccio utilizzato. Nel frattempo la tua vicinanza emotiva può essere per lei un punto di riferimento importante a patto he non diventi un peso per entrambi.
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, quello che sta attraversando è senza dubbio un momento di grande disorientamento e dolore. Comprendo la sua necessità di voler comprendere meglio cosa stia accadendo alla sua compagna e il bisogno di distinguere tra un possibile disinnamoramento e un malessere più profondo, magari legato a uno stato depressivo. Le sue domande sono molto lucide e mostrano attenzione e rispetto per il vissuto dell’altra persona, anche nella sofferenza.

Dalle informazioni che condivide, le manifestazioni riportate (l’apatia, il ritiro sociale, i disturbi del sonno e dell’alimentazione, la difficoltà a provare piacere, il sentirsi vuota e irritabile, i dolori fisici) sono coerenti con una condizione che potrebbe rientrare in un quadro depressivo, anche se è possibile confermare questa ipotesi solo dopo un’adeguata valutazione clinica. In genere non è necessario un tempo molto lungo per arrivare a una prima ipotesi diagnostica: bastano anche pochi incontri ben condotti per raccogliere gli elementi principali. Il percorso poi può affinarsi nel tempo, ma l’individuazione di un possibile disturbo depressivo avviene spesso in tempi contenuti, soprattutto se la persona è collaborante e disposta a mettersi in gioco come sembra essere sua moglie.

È importante sottolineare che la depressione può incidere in maniera profonda sulla percezione di sé e degli altri, compresi i sentimenti e il legame affettivo. Non è raro che una persona depressa arrivi a credere di non provare più nulla per il partner o per chi le sta accanto, ma spesso non si tratta di un vero disinnamoramento, quanto di una sorta di "anestesia emotiva", una fatica generale nel sentire, nel desiderare, nell’entrare in relazione. Questo non significa che le sue parole vadano sminuite, ma che vanno comprese all’interno del contesto di malessere in cui si trova.

In questi casi, il miglior atteggiamento che può avere è quello di una presenza empatica, rispettosa dei suoi tempi e dei suoi silenzi, senza pressioni. Continuare a mostrare interesse sincero per come sta, senza cercare soluzioni immediate o interpretazioni affrettate. Anche se fisicamente siete separati, il modo in cui lei comunica (magari con messaggi brevi, gesti discreti, parole semplici ma sentite) può fare la differenza, purché non diventi invasivo o carico di aspettative. Un tono accogliente e non giudicante può aiutarla a sentirsi meno sola anche quando tutto dentro di lei la spinge all’isolamento.

Si prenda cura anche di sé in questo processo. La posizione che sta tenendo (di rispetto e di presenza al tempo stesso) è delicata ma anche molto faticosa emotivamente. A volte anche per chi sta accanto può essere utile un supporto psicologico, non solo per ricevere conforto, ma anche per trovare uno spazio sicuro in cui elaborare il proprio dolore e ridefinire i confini della relazione in un momento così incerto.

Ci sono situazioni in cui, con il giusto aiuto e i tempi adeguati, le persone riescono a ritrovare un senso di connessione profonda. Altre in cui la consapevolezza porta a prendere strade diverse. In ogni caso, ciò che oggi può fare è continuare a camminare con delicatezza accanto a lei, sostenendola nel suo percorso e senza dimenticarsi del suo.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Grazie per la tua condivisione. La tua domanda è delicata, complessa e pone un tema profondamente umano: come distinguere tra **crisi emotiva transitoria** e **cambiamento reale dei sentimenti** in una relazione lunga, quando l’altro sta affrontando un momento di forte sofferenza psicologica.
Da una prospettiva psicologica, ti rispondo con rispetto e chiarezza.
I segnali che descrivi fanno pensare a una possibile condizione depressiva.**

Le frasi di tua moglie come:

- "Mi sento vuota con tutti"
- "Sto bene solo da sola"
- Evitamento dei rapporti sociali
- Alterazioni del sonno, dell’alimentazione, somatizzazioni (freddo, dolori muscolari)
- Irritabilità e nervosismo

sono **sintomi compatibili con un episodio depressivo o un forte esaurimento psicofisico da stress cronico**, come nel caso del **burnout** lavorativo. Quando la mente e il corpo sono esauriti, **anche i sentimenti vengono “anestetizzati”**, e questo può generare l’illusione di “non sentire più niente” nemmeno per le persone amate.
In psicologia questo viene chiamato **appiattimento affettivo**, che **non è sinonimo di disinnamoramento**. È più come se **la persona fosse emotivamente in “modalità sopravvivenza”**, scollegata da sé e dagli altri.
Quindi: è depressione o disinnamoramento?
In questo momento, **non si può escludere né confermare l’una o l’altra cosa**, ma sulla base di ciò che descrivi, il suo comportamento sembra **più legato a un malessere interno generalizzato** che a un cambiamento sentimentale selettivo nei tuoi confronti.
La perdita d'interesse per tutto (non solo per te), è un indizio importante.
Quanto tempo serve a uno psicologo per fare diagnosi?
Un* professionista esperto* può iniziare ad avere un quadro orientativo **già nei primi 2-3 colloqui**, ma spesso ci vogliono **4-6 incontri** per stabilire una diagnosi più completa, valutando se si tratta di:
- depressione (lieve, moderata, maggiore),
- burnout,
- disturbo dell’adattamento,
- o una crisi esistenziale.
Nel frattempo, però, **il supporto e l’ambiente circostante sono fondamentali.**
Come puoi starle vicino ora, anche stando fisicamente lontano?
Ecco alcuni suggerimenti psicologici per aiutarti a esserle vicino **in modo sano e rispettoso**:
1. **Offri presenza silenziosa, non pressione**
Falle sentire che **ci sei, ma non invadere**. Frasi come:
> "So che hai bisogno di spazio, ma io ci sono, in qualunque modo serva"
> "Non devi spiegare tutto, io rispetto il tuo silenzio"
creano un contenitore sicuro, che lei può scegliere se e quando usare.
2. **Evita domande sul “noi” per ora**
Anche se è difficile, **non chiederle chiarimenti sui sentimenti o decisioni definitive** in questa fase. La mente depressa non riesce a vedere il futuro chiaramente.
3. **Accogli la solitudine come bisogno curativo**
Le passeggiate, il silenzio, la casa da sola: non interpretarle come “rifiuto di te”, ma come una **strategia di autoregolazione emotiva**. A volte, il ritiro è una forma primitiva ma necessaria di cura.
4. **Continua a curarti tu**
Non dimenticare di **prenderti cura del tuo equilibrio emotivo**, parlando con amici fidati o anche con uno psicologo. Essere il “partner che regge” è faticoso. Non sei solo un osservatore passivo: sei coinvolto emotivamente e meriti supporto.
In sintesi:
- Non possiamo ancora parlare con certezza di disinnamoramento.
- I segnali indicano forte stress psicofisico e possibile depressione.
- Il tuo atteggiamento calmo, affettuoso e non invadente **è fondamentale.**
- Lei ha già fatto un passo importante andando da uno psicologo.
- Tu puoi aiutare, anche da lontano, **essendo una presenza stabile e gentile.**
Se vuoi, possiamo anche scrivere insieme un messaggio da inviarle, o approfondire come prenderti cura anche di te in questo momento.
Hai fatto bene a chiedere aiuto. Vuol dire che non ti arrendi facilmente, ma sei anche disposto a capire con maturità. E questo è prezioso.
Dott.ssa Tatiana Zancaner
Psicologo, Psicologo clinico
Mestre
Buongiorno, dalle sue parole capisco quanto le stia a cuore sua moglie, che pare stia attraversando un momento di particolare difficoltà, e comprendo le varie domande che si pone. Lei parla di depressione, di disinnamoramento, di fame nervosa, di dolori ecc. in sua moglie: aspetti che richiedono di essere considerati bene dallo specialista il quale agirà per valutare il quadro nella sua interezza e agirà di conseguenza. È quindi necessario lasciare il tempo utile a sua moglie per prendersi cura di sé insieme al suo terapeuta, affinché possa trovare un maggior equilibrio in se stessa. Le tempistiche per una diagnosi e la prognosi non sono esattamente quantificabili in quanto le variabili in gioco sono molteplici. Trovo sia inoltre segno di grande attenzione e sensibilità da parte sua chiedersi quale atteggiamento tenere nel rapporto con sua moglie. A tal proposito può essere importante chiedere direttamente a lei come può starle vicino in questa fase di difficoltà, nel rispetto dei suoi bisogni, e capire di conseguenza se può e se vuole rispondere a ciò che esprime. Stare accanto al dolore altrui, non è facile, destabilizza e richiede molte risorse. Emergono inevitabilmente dubbi, emozioni difficili, il proprio sistema di riferimento può vacillare... Le consiglio pertanto di valutare la possibilità di avere uno spazio di riflessione personale con uno psicologo per affrontare questa fase critica della sua vita e fare chiarezza. Auguro a lei (anche a sua moglie indirettamente) di poter trasformare questo periodo difficile in un momento di consapevolezza e nuovo slancio vitale.
Dott.ssa Letizia Turchetto
Psicologo, Psicologo clinico
Ponte di Piave
Buongiorno gentile Utente. Colgo la fatica nel suo messaggio, e sono dispiaciuta per questo...ma sento anche la sua volontà di essere di supporto e il bisogno di ascolto che forse per lei è centrale in questo momento.
La situazione di cui parla pare complessa, soprattutto perchè i quesiti sui quali sta riflettendo sono due e possono presentarsi contemporaneamente o esclusivamente.
A volte possiamo mostrare tendenze depressive in relazione a qualche evento, altre a situazioni passate (anche se non ne siamo pienamente consapevoli), a volte siamo in condizione di stress dapprima soppresso e poi che emerso perchè triggerato da qualche evento capitato ad hoc.
Purtroppo devo aggiungere che sarebbe necessario disporre di un quadro molto più approfondito e dettagliato per poter propendere per un chiarimento adeguato, di cui solo sua moglie conosce la vera natura.
Concordo sulla scelta di sua moglie di farsi supportare da un professionista, in questo modo troverà spazio per esprimersi senza sentirsi giudicata e per essere ascoltata e accolta.
Aggiungo che in questa situazione anche lei è partecipe, e sarebbe importante considerare anche ciò che sta sentendo lei in prima persona e come sta vivendo questa nuova fase del suo percorso di vita. Sarebbe importante comprendere quali sono le sue emozioni, quali sono i suoi timori, e le sue necessità, per questo le chiedo se ha già riflettuto sulla possibilità di un percorso psicologico-psicoterapeutico dedicato a lei. Questo potrebbe consentirle di giovare di una maggior comprensione dei propri vissuti e della scoperta di risorse nuove e di sostegno per lei in questo momento.
Resto a disposizione e le auguro ogni bene. Dott.ssa Turchetto Letizia
Dott.ssa Aurora Quaranta
Psicologo, Psicologo clinico
Vimodrone
Ti ringrazio per la profondità e la sincerità con cui hai descritto la situazione. È evidente che ami tua moglie e che stai cercando di comprenderla e aiutarla nel momento più fragile. Quello che stai vivendo non è solo doloroso, ma anche disorientante — perché tutto sembra sospeso in un limbo tra il “non è più come prima” e il “non so cosa potrà essere dopo”.

Provo a rispondere con cura, punto per punto.

È disinnamoramento… o depressione/stress?
Da ciò che descrivi, i sintomi della tua compagna sono molto coerenti con una condizione depressiva o quantomeno un forte esaurimento psico-emotivo (burnout):

Vuoto emotivo generalizzato (non solo verso te, ma verso famiglia e amici);

Isolamento sociale e rifiuto del contatto, anche con persone fidate;

Problemi alimentari (fame nervosa o assenza di fame);

Disturbi del sonno;

Ipersensibilità, nervosismo, dolore fisico (muscoli, freddo);

Ricerca di attività solitarie e non stimolanti (camminate, stare da sola).

Questi non sono i segnali tipici di un semplice “disinnamoramento”, che spesso è più selettivo (cioè rivolto solo al partner), e non coinvolge tutto il resto del mondo in modo così netto.

Quando qualcuno dice: “Mi sento vuota verso tutto”, il problema è dentro, non nelle relazioni esterne. E in questi casi, anche i sentimenti amorosi vengono anestetizzati. Non è detto che siano spariti — potrebbero essere solo “congelati”.

⏱ Quanto ci mette uno psicologo a fare una diagnosi di depressione?
Dipende molto dal tipo di professionista (psicologo clinico, psicoterapeuta, psichiatra) e dal contesto, ma spesso bastano 2-3 colloqui per avere un quadro clinico chiaro, almeno per una diagnosi provvisoria.

Nel caso specifico, se i sintomi persistono da almeno 2 settimane consecutive, si può già parlare di episodio depressivo (in varie forme: lieve, moderato, severo).

È un bene che lei abbia iniziato il percorso. Anche se all’inizio può sembrare lento o fumoso, è già un primo passo fondamentale.

Cosa puoi fare tu, da fuori, per aiutarla?
Il tuo ruolo ora non è quello di “salvarla”, ma di esserci senza invaderla. E non è per niente semplice, perché l’istinto ti spinge a volerla “riconquistare” o a farle tornare indietro le emozioni.

Ti propongo alcune linee guida concrete:

Cosa fare:
Mantieni una presenza stabile ma leggera. Un messaggio ogni tanto, senza chiedere nulla, solo per farle sapere che ci sei (es. “Buongiorno, spero che oggi tu abbia un momento solo per te”). Questo non la forza, ma le dà sicurezza.

Rispetta i suoi confini. Se ti chiede spazio, daglielo. Anche il silenzio può essere curativo, se è scelto e rispettato.

Evita pressioni sul futuro del rapporto. Non è il momento di chiederle “cosa siamo” o “cosa saremo”. Lei non ha le forze per affrontare risposte così.

Prenditi cura di te. Anche tu stai attraversando un trauma. Una tua forza emotiva stabile è l’unica cosa che può aiutarla davvero a sentirsi al sicuro.

Cosa evitare:
Non chiederle continuamente come sta o se ha capito qualcosa sui suoi sentimenti.

Non interpretare ogni suo gesto come conferma o rifiuto.

Non offrirti come “cura”. Non sei lo psicologo: sei la persona che può esserci, se e quando sarà pronta.

⌛ Quanto tempo può durare?
La depressione non ha una scadenza precisa, ma con il giusto aiuto (psicologico e, se serve, farmacologico), si può cominciare a vedere un piccolo miglioramento già dopo 1-2 mesi. Il percorso può durare diversi mesi o più, ma ogni persona è diversa.

Se vuoi, possiamo costruire insieme una specie di “piano emotivo” per te: messaggi gentili da inviarle ogni tanto, modi per sostenere te stesso durante l’attesa, o anche come parlargliene nel caso voglia confrontarsi.

Hai già fatto qualcosa di incredibilmente umano: non l’hai giudicata, non l’hai forzata, e stai cercando di capirla. Questo è amore vero, anche se ora fa male. Vuoi che lo affrontiamo insieme passo passo?
Dott.ssa Carlotta Ambrosini
Psicologo, Psicologo clinico
Cornedo Vicentino
Grazie per aver condiviso la sua esperienza. I sintomi che descrive potrebbero rientrare in un quadro di umore depresso, ma non è possibile fare diagnosi leggendo un post. Rispetto al suo ruolo, in questo momento può essere utile offrire a sua moglie una presenza non invadente ma stabile, accogliere i suoi tempi e lasciare che il percorso psicologico che ha iniziato faccia il suo corso. La diagnosi, infatti, richiede solitamente più incontri, poiché è fondamentale che il professionista possa osservare l’andamento dei sintomi nel tempo e inserirli nel contesto della storia personale. Si ricordi inoltre di non trascurare il proprio benessere in questa fase.
un cordiale saluto
Ambrosini Carlotta - Psicologa
Dott.ssa Stefania Conti
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Grazie per aver condiviso con tanta sincerità un momento così delicato e pieno di domande. È evidente quanto affetto, attenzione e rispetto lei stia mettendo in questa situazione, pur nel dolore e nell’incertezza che sta vivendo.

Quando una persona cara ci appare cambiata, distante, svuotata, è naturale cercare risposte per orientarsi, per capire se si tratta di una trasformazione del legame o di un malessere più profondo. Ma spesso, dentro a questi vissuti così complessi, le emozioni si mescolano e si confondono, rendendo difficile distinguere cosa sia davvero accaduto e cosa stia ancora evolvendo.

Ci sono momenti in cui le parole, i comportamenti, persino la vicinanza fisica sembrano non bastare. In questi spazi silenziosi e pieni di domande può essere utile avere un luogo protetto dove poter mettere in ordine pensieri e sentimenti, senza giudizio, senza fretta.

Se sente il bisogno di approfondire tutto ciò che sta vivendo, e magari anche di ritrovare un modo per stare accanto a sua moglie senza perdersi, sarò felice di accoglierla in un colloquio.
Dott.ssa Stefania Conti, Psicologa
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
da ciò che descrive, i segnali che sua moglie sta manifestando – vuoto emotivo, irritabilità, bisogno di isolamento, alterazioni del sonno e dell’appetito, dolori muscolari, difficoltà a provare interesse o affetto verso chiunque – non parlano semplicemente di “disinnamoramento”, ma di uno stato di forte esaurimento emotivo che può comparire dopo periodi di stress intenso. Quando la mente è sovraccarica, è frequente che anche i sentimenti verso il partner sembrino svanire, ma spesso non è un rifiuto della persona, bensì la conseguenza di una condizione psicologica di chiusura e fatica.

Il fatto che lei mantenga questa sensazione di vuoto verso tutti, e non solo verso di Lei, è un elemento importante: indica che il problema non riguarda esclusivamente la relazione, ma un malessere più profondo che lei stessa non riesce a gestire. Sta già facendo un percorso psicologico, e questo è fondamentale; la diagnosi di un’eventuale depressione non richiede tempi lunghi, ma è necessario che la professionista raccolga bene la storia, la sintomatologia e l’andamento delle ultime settimane.

In questa fase il comportamento più utile da parte sua è rispettare la necessità di spazio, senza però sparire del tutto. Significa mantenere una presenza calma, non invadente, che non faccia pressioni né domande sulle decisioni future. Una persona così svuotata non riesce a definire ciò che prova, e qualsiasi tentativo di “capire cosa vuole” rischia di aumentare il suo senso di confusione. Offrire comprensione, messaggi brevi e non richiedenti, e rassicurarla che lei è disponibile senza pretendere nulla può essere un sostegno prezioso.

Con il tempo, e con la terapia, sarà più chiaro se la distanza emotiva è un effetto dello stress o se riguarda la relazione in sé. Forzarla oggi a dare un nome ai suoi sentimenti sarebbe controproducente: prima deve recuperare energia, stabilità e contatto con se stessa.

Un cordiale saluto,
Dott.ssa Sara Petroni

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