Dipendenza dal cibo spazzatura? Quando mi sfogo con il cibo inizialmente provo un enorme sollievo

19 risposte
Dipendenza dal cibo spazzatura?

Quando mi sfogo con il cibo inizialmente provo un enorme sollievo, come se prendessi una boccata d’aria, un antidolorifico, un anestetico momentaneo da tutti quelli che sono i miei problemi, pensieri, sintomi, ansie e paure. Poi quando l’effetto svanisce, così come una droga, ne vuoi ancora, perché a nessuno va di stare male, di guardare in faccia la realtà, di affrontare e superare certe situazioni antipatiche. Diventa un circolo vizioso lo so, si alimentano sensi di colpa e frustrazione, ma non conosco altro modo per stare bene, per avere un po’ di sollievo, io mi invento dei modi, provo a cercare delle soluzioni che secondo me, dato che mi conosco, sono le migliori, ma mi rendo conto che non è così, allora qual è la soluzione a tutto questo?
Gentile utente, prima di arrivare alla soluzione bisogna risalire alla causa. Risalire, perché è un percorso e spesso è faticoso. Il cibo, in alcuni casi, agisce come un farmaco, ha una funzione precisa. Credo che un punto di inizio potrebbe essere quello di fissare un incontro con uno psicoterapeuta e di valutare la possibilità di intraprendere il percorso di risalita, insieme.
I miei auguri,
Dott.ssa Marianna Genitore

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Buonasera, descrivendo il cibo come un antidolorifico, ne sottolinea il valore terapeutico, al netto degli effetti collaterali. Il cibo offre il vantaggio del controllo e del rapido sollievo, ma come lei ravvisa, il meccanismo si incaglia sui suoi sensi di colpa.
Forse ci sono altri modi per maneggiare le ansie, le paure, i brutti pensieri: si possono trovare con l'aiuto di uno psicoterapeuta. Certo è una strada più stretta e tortuosa, ma forse è meglio del circolo vizioso in cui si trova a girare e rigirare: sempre in movimento ma, in fondo, ferma.
SM
Salve, comprendo la difficolta della sua situazione. lei parla di problemi, pensieri, sintomi, ansie e paure dai quali cerca di scappare ma, prima di trovare soluzioni o vie di fughe è necessario conoscerli meglio e trovare dei modi più funzionali di affrontare il fardello che rappresentano per lei. un percorso psicoterapeutico può sicuramente esserle utile in questo senso. un caro saluto, dott.ssa Cristina Palumbo
Buonasera, grazie per aver condiviso la sua esperienza in un campo così difficilmente trattato nel giusto modo. È comprensibile ciò che racconta...il cibo può creare una vera e propria dipendenza. Cosa fare? La fame emotiva è, come dice la parola stessa, legata alle emozioni che dovremmo tutti noi imparare a sentire, a riconoscere e a gestire. Provi a guardarsi dentro, non partendo dal cibo ma da se stessa...come sta? Cosa non va nella sua vita? Nelle sue relazioni? Ha bisogno di qualcosa in particolare? Si prende cura di sé? .... meriterebbe di essere ascoltata in uno spazio tutto suo. Rifletta sull'idea di una psicoterapia. Se ha bisogno sono qui.
Dott.ssa Federica Leonardi
Buongiorno, la dipendenza dal cibo può essere il sintomo-spia di un disturbo alimentare. Le consiglio una psicoterapia che la aiuterà a spezzare questo circolo vizioso; il cibo, infatti, non può e non deve essere l'unico "sistema" consolatorio che le crea sollievo. Un caro saluto Dr.ssa Claudia Sposini
Gentile Signore/a forse è arrivato il momento di lavorare su tutto questo. Non sembra che lei voglia continuare in questa situazione di sofferenza. Parlarne qui e chiedere aiuto sotto forma di un consiglio è un buon inizio. Allora forse è arrivato il momento di lavorare su tutto questo insieme di situazioni ed emozioni e con l'aiuto di uno psicoterapeuta iniziare un percorso che le permetta di capire le ragioni di tali comportamenti e che quindi le consenta di pensare delle nuove soluzioni. Sarà poi lei a scegliere se e quale utilizzare. Non le sembra un fatto rilevante rispetto alla sola possibilità di sfogarsi con il cibo? Un cordiale saluto
Gentile utente,

Non è semplice rispondere alla sua ricerca di una soluzione. Si potrebbero dare dei consigli di buonsenso, certo, ma non la porterebbero tanto lontano. In effetti dice di aver già provato altre strade che però non l'aiutano.

Ecco, allora, mi sento di consigliarle vivamente di iniziare un percorso psicoterapeutico, non solo per risolvere il suo problema con il cibo e stare meglio, ma anche e soprattutto per imparare a conoscersi meglio, a capire da dove nasce questa difficoltà, potrebbe essere un campanello d'allarme, un simbolo, qualcosa con cui il nostro corpo cerca di comunicarci un disagio più profondo.

Perchè allora non avventurarsi in un viaggio di scoperta e lettura di quanto le sta accadendo?

Buona continuazione e un caro saluto
Se lei ha scritto in questo portale, evidentemente qualcosa di questo equilibrio si è già spezzato. Provi a riflettere se dentro di sé è pronta per andare avanti un altro po' e mettersi in gioco...
Buonasera. Il suo rapporto con il cibo lo descrive molto bene.La sua ricerca attraversoil cibo di soddisfacimento dei suoi bisogni, che vanno oltre quelli fisiologici. Il cibo nutre il corpo ma ha una funzione di nutrimento anche emotivo. Tuttavia la ricerca continua di cibo diventa un palliativo che non nutre in modo funzionale, e continua a perpetrare il malessere, in un circolo vizioso difficile poi da riconoscere ed interrompere. Lei riconosce di avere in questo momento delle difficoltà, potrebbe essere utile provare altre soluzioni e trovare sue risorse all'interno di un percorso psicologico. Potrebbe essere l'inizio di una lunga boccata d'aria. Un caro saluto Dot.sa Demontis Maria Gonaria
Il disturbo alimentare è sintomo di un disagio profondo da accogliere ed elaborare. Un percorso di psicoterapia potrà esserle di aiuto a iniziare un dialogo interiore che ha bisogno di tempo, pazienza e costanza. Cordiali saluti
Buonasera! La dipendenza da cibo, l’alimentazione incontrollata, le abbuffate con perdita di controllo e consapevolezza, così come tutti gli altri comportamenti che riguardano l’alimentazione andrebbero valutati e gestiti da un’equipe di professionisti specializzati nel comportamento alimentare. Le consiglio quindi di richiedere il supporto di uno psicoterapeuta che abbia la possibilità di lavorare in sinergia quantomeno con un nutrizionista. Le auguro il meglio!
Buongiorno, il disordine alimentare è un problema che consiglio di affrontare attraverso una presa in carico integrata, esistono studi o associazioni che si occupano di difficoltà come le sue e che le permettono di avere un equipe di professionisti al suo fianco per accompagnarla nel percorso di cura.
Dott. Marenco
Gentile utente di mio dottore,
Il mangiare compulsivamente è un sintomo che sicuramente governato da un malessere molto profondo. Potrebbe essere utile approfondire il discorso mediante l' inizio di un percorso psicoterapico. Potrebbe aiutarla nel capire meglio la sua sofferenza cercando di trovare degli strumenti per poter fronteggiare diversamente la sua abitazione e le sue difficoltà nella vita.
Nella speranza con queste poche righe di aver orientato la sua domanda.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, a volte può capitare di cercare e trovare rifugio in comportamenti che possono alla lunga risultare disfunzionali e innescare dei circoli viziosi dai quali può essere difficile uscirne e ritrovare una giusta distanza. Da ciò che dice sembrerebbe utilizzare il cibo per sedare sentimenti e stadi d'animo con i quali forse è doloroso convivere a tal punto da non lasciar loro spazio occupandolo col cibo.
Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a comprendere meglio cosa le accade dentro e a trovare un modo per gestire il ricorso al cibo.
Saluti.
Gentile utente, le dipendenze hanno a che fare con comportamenti messi in atto per sfuggire dalla realtà.Sarebbe fondamentale riuscire a fare un lavoro che ci permetta di prendere coscienza di una inadeguatezza di fondo e di un modo di affrontare le nostre emozioni in maniera disfunzionale. L' impulso di mangiare nasce così come risposta ad un'esigenza emotiva che chiederebbe invece un altro tipo di nutrimento, emozionale! Prendere consapevolezza è il primo fondamentale passo.
Saluti, dott. ssa Vagali Giovanna
Buongiorno,
quello che presenta, descrive bene la dinamica "comunicativa" del sintomo, la ricerca di qualcuno che decodifichi il messaggio che porta. Così come siamo "creativi" nel produrre il sintomo così il nostro organismo si organizza in modo altrettanto creativo per trovare delle risposte, alcune però invece di risolvere il problema lo alimentano. Il problema spesso è che una volta appresa una modalità di risposta, e visto anche che funziona, come dice lei, la placa, tendiamo ad attivarla sempre, ottenendo sempre così lo stesso risultato; rompere lo schema non è facile, ma talvolta è l'unico modo per dare spazio alla novità e al cambiamento, con coraggio e determinazione. Il cambiamento, forse anche quello che cerca, si nutre di questo, della volontà di cambiare, condita con un pizzico di coraggio.
Dott.ssa Laura Castellani
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
La soluzione a questo terribile circolo vizioso alimentare ed esistenziale è un processo terapeutico ben congeniato. La prima tappa che le suggerisco è rivolgersi a un medico esperto in NeuroRiflessoTerapia personalizzata. Si tratta di una cura veramente efficace in quanto innovativa, completa poiché somato-psichica/psico-somatica, innocua perché usa tecniche non intossicanti, integrabile con rimedi naturale. La NeuroRiflessoTerapia è una metodologia curativa personalizzata che indurrebbe un primo e fondamentale riequilibrio metabolico della sua situazione. Io pratico questa metodologia terapeutica a Roma, ma le posso segnalare colleghi che la svolgono in altre parti di Italia. Successivamente è opportuno rivolgersi a uno psicoterapeuta che la aiuti a prendere coscienza e quindi a sciogliere i nodi che l'hanno portata a questa situazione. Questo viatico psicoterapeutico le permetterebbe di stabilizzare nel tempo i risultati ottenuti con al NeuroRiflessoTerapia. Nel salutarla la informo che sono disponibile telefonicamente o tramite messaggio per ulteriori informazioni. Salve!
Gentile utente, la soluzione la potrà trovare in seguito ad un percorso di psicoterapia, che le permetterà di connettersi con sè e risalire alla causa dei suoi "problemi, pensieri, sintomi, ansie e paure" in modo da sconfiggerli in maniera funzionale e non più ricorrendo al cibo spazzatura. Un caro saluto

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