Come comportarsi se si prova affetto verso una dottoressa specialista in discipline diverse dalla ps
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Come comportarsi se si prova affetto verso una dottoressa specialista in discipline diverse dalla psicoterapia e non si vuole compromettere la cura?
Salve, comprendo il disagio provocato da una situazione complessa come questa. Provi ad esprimere ciò che sente e ciò che prova, potrebbe quantomeno sentirsi più alleggerito e potreste trovare insieme una modalità per non compromettere, appunto, la cura. Comunque, ritengo siano utili ulteriori elementi per esplorare meglio la situazione e trovare strategie funzionali.
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Cordialmente, dott FDL
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Salve, la situazione da lei descritta è molto delicata. Ciò che mi sento di dirle è di comunicare al suo specilista quello che sta provando, e trovare insieme la soluzione più consona e adatta a lei, senza compromettere il percorso di cura.
Cordiali saluti
Dott.ssa Alessia D’Angelo
Cordiali saluti
Dott.ssa Alessia D’Angelo
Buongiorno, può succedere di creare un legame con una figura sanitaria. Ecco il mio consiglio: segua e finisca il suo percorso di cure con questo dottore/dottoressa. Alla fine di tale rapporto, se fosse ancora interessato, le parli di quello che sente.
dott Tealdi
dott Tealdi
Buongiorno, le consiglio di parlarne apertamente con il suo specialista e trovare insieme la metodologia più adatta per continuare il vostro percorso terapeutico. Cordialmente. Dott.ssa Debora Manoni
Buonasera,
Ne parli con serenità alla sua Terapeuta.
Cordiali Saluti.
Dottoressa Rossella Sorce
Ne parli con serenità alla sua Terapeuta.
Cordiali Saluti.
Dottoressa Rossella Sorce
Gentilissimo, il mio consiglio è semplicemente quello di comunicare la sua condizione alla specialista, che in quanto tale certamente è in possesso degli strumenti per valutare la situazione ed agire di conseguenza, magari identificando insieme a lei una soluzione congeniale.
Queste cose possono succedere, succedono ed è giusto che succedano, appartiene alla natura umana.
Le auguro buona fortuna per tutto,
Valerio Gerardini
Queste cose possono succedere, succedono ed è giusto che succedano, appartiene alla natura umana.
Le auguro buona fortuna per tutto,
Valerio Gerardini
Penso sia naturale provare affetto verso una persona che si prende cura di noi. Cerchi di sentirsi meno in colpa e pensare di aver trovato una ottima persona. Le auguro una buona guarigione.
Gentile utente,
mi mancano gli elementi per risponderle. La situazione andrebbe approfondita. Le consiglio un consulto psicologico per approfondire la domanda.
Cordiali saluti
Dott.ssa Zena Ballico
mi mancano gli elementi per risponderle. La situazione andrebbe approfondita. Le consiglio un consulto psicologico per approfondire la domanda.
Cordiali saluti
Dott.ssa Zena Ballico
Salve, il consiglio che sento di darle è di parlarne liberamente e tranquillamente con la persona interessata al fine di evitare deviazioni dallo scopo della cura . Il professionista saprà indicarle la giusta strada da prendere valutando il tutto. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Gentile utente, le consiglio di parlarne apertamente con la dottoressa che la ha in cura in modo da traovare assieme una soluzione idonea. Un caro saluto
Buongiorno,
in una relazione d'aiuto, succede di provare sentimenti d'affetto.
Può provare a parlarne con la dottoressa, in modo da trovare una soluzione idonea che non comprometta la cura.
Cordialmente, EP
in una relazione d'aiuto, succede di provare sentimenti d'affetto.
Può provare a parlarne con la dottoressa, in modo da trovare una soluzione idonea che non comprometta la cura.
Cordialmente, EP
Buongiorno, credo che la cosa migliore da fare sia poterne parlare apertamente in modo da poter avere un rapporto chiaro e non ci siano incomprensioni di ruolo. Un saluto Dott.ssa Alessia Lorenzetto
Se si sta riferendo ad un medico, che nulla ha a che fare con la psicoterapia, e quindi se sta parlando di una terapia farmacologica, penso che non ci sia alcun rischio di compromettere la terapia. Ci ha dato davvero troppi pochi elementi... La capacitò di sintesi è molto apprezzata in questa sede, ma forse ha esagerato! Se vuole fornirmi qualche altro dettagli sarò felice di aiutarla.
Buonasera,
anche in altre discipline la cura coesiste con il rapporto che si ha con il curante, è impossibile un rapporto di cura 'asettico'.
Provare affetto non compromette i rapporti ne tantomeno le cure.
Gianpaolo Bocci
anche in altre discipline la cura coesiste con il rapporto che si ha con il curante, è impossibile un rapporto di cura 'asettico'.
Provare affetto non compromette i rapporti ne tantomeno le cure.
Gianpaolo Bocci
Buonasera, purtroppo dalle poche informazioni mi risulta difficile poterle dare una risposta, se non quella che un percorso di ascolto potrebbe aiutare lei stesso a trovare risposte che cerca riuscendo a dare significato al suo sentire. Cordialmente, Dott. Andrea Brumana
Gentile utente, l'unico consiglio che mi sento di darle è quello di parlare serenamente e in tranquillità con la sua terapeuta. Siamo esseri umani e sono cose che possono capitare, non c'è niente di cui vergognarsi. Dott.ssa Federica Moro
Buon pomeriggio, laddove dovesse esser certo dei sentimenti che prova nei confronti del suo professionista, sarebbe utile tenere separate le due dimensioni, valutando di rivolgersi ad altro professionista per il proprio percorso di cura. Saluti
Salve, immagino che la situazione non sia facile e la metta in una condizione di forte dubbio su come agire. Se il percorso di cura intrapreso è qualcosa di duraturo ed importante per lei, il mio consiglio è di comunicare alla dottoressa cosa prova, mettendola anche a corrente della sua incertezza rispetto ad una possibile compromissione del legame professionale. Sicuramente, parlando con apertura si potrà trovare insieme una buona soluzione. Se invece il percorso è destinato a finire fra pochi incontri, può considerare l'opzione di terminare le visite e poi farsi avanti, ponendo però sempre particolare attenzione a come si sente: se l'attrazione che prova la mette a disagio, allora poter parlare rimane la scelta migliore.
Gentile utente,
provare affetto per una professionista che ha un ruolo significativo nel Suo percorso può generare confusione, specialmente quando si teme che questo legame possa influenzare negativamente la cura. È naturale sviluppare un certo legame emotivo con chi ci accompagna in momenti di crescita personale e trasformazione. Tuttavia, è importante mantenere chiari i confini tra la relazione terapeutica e quella personale.
Per gestire questi sentimenti, potrebbe essere utile riflettere sulla natura di questo affetto e chiedersi quali bisogni o desideri potrebbero essere alla base di queste emozioni. È altrettanto fondamentale riconoscere che l’obiettivo primario della relazione professionale è il Suo benessere e la Sua crescita, e mantenere il focus su questo aspetto può aiutare a evitare che l'affetto interferisca con il processo di cura.
Se ritiene che i Suoi sentimenti possano influenzare la cura, potrebbe essere utile parlarne con la specialista stessa, in modo aperto e onesto, per chiarire quali siano i confini e le aspettative del percorso. Questo non solo aiuta a mantenere una relazione professionale sana, ma può anche facilitare una comprensione più profonda di se stessi.
provare affetto per una professionista che ha un ruolo significativo nel Suo percorso può generare confusione, specialmente quando si teme che questo legame possa influenzare negativamente la cura. È naturale sviluppare un certo legame emotivo con chi ci accompagna in momenti di crescita personale e trasformazione. Tuttavia, è importante mantenere chiari i confini tra la relazione terapeutica e quella personale.
Per gestire questi sentimenti, potrebbe essere utile riflettere sulla natura di questo affetto e chiedersi quali bisogni o desideri potrebbero essere alla base di queste emozioni. È altrettanto fondamentale riconoscere che l’obiettivo primario della relazione professionale è il Suo benessere e la Sua crescita, e mantenere il focus su questo aspetto può aiutare a evitare che l'affetto interferisca con il processo di cura.
Se ritiene che i Suoi sentimenti possano influenzare la cura, potrebbe essere utile parlarne con la specialista stessa, in modo aperto e onesto, per chiarire quali siano i confini e le aspettative del percorso. Questo non solo aiuta a mantenere una relazione professionale sana, ma può anche facilitare una comprensione più profonda di se stessi.
buonasera, dal punto di vista del professionista l'etica non contempla l'avere relazioni romantiche col paziente, lei a quel punto deve cercare di leggere bene i suoi sentimenti e purtroppo questi non sono gestibili è consigliabile cercare un altro professionista.
Saluti.
Dott.ssa Sara Rocco
Saluti.
Dott.ssa Sara Rocco
Se si prova affetto per una dottoressa, è importante mantenere il focus sulla cura e rispettare il ruolo professionale. Se il sentimento interferisce con la terapia, potrebbe essere utile parlarne apertamente con lei. Essere onesti e riflessivi aiuta a chiarire i confini. Se necessario, chiedere un altro professionista può essere una scelta sana per il proprio benessere psicologico. La trasparenza è fondamentale per non compromettere la relazione terapeutica.
Gentile utente pone una domanda molto delicata e di non facile risposta. Lei pero' mi parla di affetto e non di amore....infatti l'affetto puo' coesistere con la cura mentre l'amore e' un sentimento piu' complesso e quindi va esplicitato alla persona in questione. Si regoli lei in base all' intensita' dei suoi sentimenti e sulla eventuale risposta della dottoressa.
Resto a disposizione e la saluto cordialmente
Dott.ssa Adriana Gaspari
Resto a disposizione e la saluto cordialmente
Dott.ssa Adriana Gaspari
Buonasera, quello che descrive è un vissuto più comune di quanto si pensi e merita di essere accolto con rispetto e delicatezza. Quando si instaura un rapporto di cura, soprattutto con una figura professionale che si mostra attenta, competente e disponibile, è naturale che si crei anche un legame emotivo. La relazione di fiducia che si sviluppa in questi contesti, unita al senso di protezione e di ascolto che spesso si sperimenta, può far nascere sentimenti di affetto che non vanno giudicati, ma compresi nel loro significato. A volte questi sentimenti rappresentano una risposta spontanea al sentirsi visti e considerati in un momento di vulnerabilità. Non si tratta necessariamente di qualcosa che deve essere represso o negato, ma piuttosto di un’esperienza che può aiutare a capire meglio se stessi, le proprie esigenze affettive e il modo in cui ci si relaziona agli altri. Il punto delicato, come giustamente ha accennato, è riuscire a mantenere la chiarezza dei ruoli, per non mettere a rischio l’efficacia della cura e il rispetto reciproco che ne costituisce la base. Può essere utile prendersi del tempo per riflettere su che tipo di “affetto” sente di provare. A volte si tratta di una forma di riconoscenza o di ammirazione, altre volte di un bisogno più profondo di vicinanza e sicurezza. Riuscire a distinguere questi piani aiuta a comprendere il senso di ciò che prova, senza necessariamente doverlo agire o tradurre in un comportamento concreto. Se la relazione terapeutica o medica è per lei importante, preservarla nella sua forma professionale è la scelta più saggia, perché le consente di continuare a trarne beneficio senza creare tensioni o equivoci. Può anche considerare l’idea di parlarne, con misura e sincerità, a un altro professionista, magari uno psicologo, per avere uno spazio neutro dove esplorare ciò che sente senza paura di essere giudicato. Spesso, condividere questi pensieri in un contesto sicuro permette di dare loro un senso più profondo e di ritrovare equilibrio emotivo, senza compromettere il rapporto con la dottoressa. Riconoscere e accettare i propri sentimenti, senza cercare di negarli né di trasformarli in qualcosa che non possono essere, è già un passo di grande consapevolezza. Le emozioni, se accolte con rispetto, perdono forza distruttiva e diventano occasione di crescita personale. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
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