Ciao una domanda ma è vero che in depressione,ansia, attacchi di panico e altri disturbi come rimugi

20 risposte
Ciao una domanda ma è vero che in depressione,ansia, attacchi di panico e altri disturbi come rimuginio le persone forti caratterialmente non ci cascano mai??? Io ho sentito dire che tra le cause della depressione,ansia e altri disturbi psicologici c'è il carattere debole , ma io non concordo affatto... Io ho sentito dire che la depressione,doc,ansia sono disturbi causati da una interazione di fattori genetici, psicologici, e eventi di vita stressanti, traumi ; ma non significa che le persone fortissime con un carattere di acciaio non ci cadono mai (?) cioè perché si sente dire che le persone con un carattere forte non cascano in depressione ecc.? Cioè ci sono persone che rimangono schiacciate da eventi negativi e persone che non si lasciano travolgere dall'onda di un evento stressante? Io sono frustrato perché sono convinto che il mio rimuginio ,ansie ,paranoie e magari predisposizione alla depressione siano causate dal mio carattere"debole" me lo confermate che non ci incastra nulla il carattere forte o debole con lo sviluppo di psicopatologie?
Dott. Alessandro Arone
Psichiatra, Psicoterapeuta
Milano
Buonasera, non è una questione di "carattere debole" nel senso che l'eziopatogenesi di tutte queste problematiche è multifattoriale, laddove eventi di vita possono favorire l'insorgenza di specifici disturbi in presenza di una vulnerabilità o predisposizione genetica. Alcuni tipi di temperamento possono correlarsi all'insorgenza di specifiche problematiche, ma è importante tenere a mente che non si tratta di una questione caratteriale.

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Dott.ssa Barbara Montagnini
Psicoterapeuta, Psicologo
Treviso
Ciao, grazie per questa domanda, comune a molti. ansia, depressione o altri disturbi sono condizioni che derivano dall’interazione di fattori biologici, psicologici e di vita e di interpretazione di quanto ci accade. Pertranto anche persone considerate apparentemente “forti” possono soffrirne. Non è quindi una questione di forza o fragilità personale, ma di come diversi fattori si combinano e di come ciascuno di noi li interpreta e creca di dare un senso a ciò che fa. Cercare aiuto non significa debolezza, ma prendersi cura di sé, con coraggio e forza per affrontare un cambiamento verso il proprio benessere.

Dott.ssa Barbara Montagnini
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Ciao, la tua riflessione è molto importante e tocca un punto su cui c’è ancora tanta confusione.

No, non è vero che solo le persone “deboli” soffrono di ansia, depressione, attacchi di panico o altri disturbi psicologici. Questi disturbi non sono una questione di forza o debolezza di carattere, ma — come giustamente hai scritto — il risultato di una complessa interazione tra fattori biologici, genetici, psicologici e ambientali.

Essere una persona “forte” non significa essere immuni alla sofferenza. Anche chi ha grandi capacità di resilienza o un carattere determinato può attraversare momenti difficili, soprattutto se si trova a vivere situazioni di stress prolungato, traumi o cambiamenti importanti. Anzi, spesso proprio le persone considerate “forti” faticano di più a chiedere aiuto, perché si sentono in dovere di “resistere sempre”, e questo può peggiorare la sofferenza.

Il rimuginio, l’ansia o la tendenza a preoccuparsi non sono segni di debolezza, ma modalità apprese di affrontare l’incertezza o la paura. Si possono comprendere e modificare attraverso un percorso psicoterapeutico, che aiuta a sviluppare strumenti più efficaci per gestire le emozioni e i pensieri difficili.

In conclusione, la forza non è l’assenza di fragilità, ma la capacità di riconoscerla e chiedere aiuto quando serve.

Per approfondire e comprendere meglio la tua situazione personale, è consigliato rivolgersi a uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Caterina De Galitiis
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Pescara
Salve,
purtroppo quello che dice è un pregiudizio ancora molto diffuso, ma la realtà è un’altra: la salute mentale non dipende dal “carattere forte o debole”, bensì da un insieme di variabili: come la predisposizione biologica o genetica, la storia personale, le dinamiche relazionali, gli schemi di pensiero e, naturalmente, i momenti di vita che ciascuno attraversa.
Anzi, spesso proprio le persone considerate “forti” sono quelle che fanno più fatica a entrare in contatto con le proprie emozioni, con tutto ciò che questo comporta: difficoltà relazionali, incapacità di riconoscere i propri limiti o di chiedere aiuto, perché abituate a “reggere tutto”. Ma nessuno può farlo per sempre, prima o poi il corpo e la mente chiedono il conto.
Non credo, quindi, che esistano persone “forti” o “deboli” in senso assoluto. Esistono piuttosto momenti di vulnerabilità che tutti, prima o poi, attraversiamo. Riconoscerli e chiedere supporto quando serve è, in realtà, un segno di consapevolezza e di grande forza.
Dott.ssa Teresita Forlano
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Roma
Buona sera, i disturbi psicologici hanno a che fare con la nostra storia, con tanti fattori e componenti della personalità.
Se sta avvenendo qualcosa che le crea problemi o disagio, se ha bisogno di chiarire dubbi su aspetti psicologici, può incontrare uno psicologo. Sicuramente potrà acquisire consapevolezze utili.
Un saluto, dottoressa Teresita Forlano
Dott.ssa Mariella Schwederski
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Seriate
Buonasera,
ha espresso un concetto molto importante e condivisibile. L’idea che esistano “caratteri deboli o forti” è una semplificazione che spesso deriva da una visione culturale o moraleggiante della sofferenza psichica, più che da una base scientifica.
Come giustamente sottolinea, le psicopatologie non sono il frutto di una “debolezza di carattere”, ma l’esito di un’interazione complessa tra:
Fattori genetici: predisposizioni biologiche che influenzano la vulnerabilità individuale.
Fattori ambientali: traumi, stress, stile di vita, condizioni socioeconomiche, relazioni significative, ecc.
Fattori sociali e culturali: norme, aspettative, stigma, ruolo sociale.
Anche il contesto storico e culturale gioca un ruolo importante nel definire cosa viene considerato “normale” o “patologico”.
In sintesi: parlare di “debolezza” o “forza” del carattere rischia di banalizzare la sofferenza psichica e di alimentare stigma e incomprensioni, quando invece sarebbe più utile promuovere comprensione, empatia e approcci scientificamente fondati.
Spero di essere stata esaustiva e per ulteriori chiarimenti, non esiti a contattarci.
Dott.ssa Mariella
Dr. Gianpietro Rossi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Concesio
A che serve questa distinzione Psico sociologica? Come ci sono i veri forti ci sono anche i finti corazzati, come ci sono i deboli labili ci sono anche quelli sensibili e autentici. L'importante è prendersi cura dei propri lati aldilà dei confronti. E la Psicologia cognitivo comportamentale è eccezionale per quanto riguarda il rimugino di paranoie che causano emozioni indesiderate, in particolare quando è abbinata alla Mindfulness per sapere i pensieri e riportarsi al presente.
A disposizione, Dr. Gianpietro Rossi
335.84.95.891
Dott.ssa Lioy Marta
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Gentile utente,
La sua domanda si presta a più considerazioni.
Come dice lei i disturbi psicopatologici sono il risultato di più fattori che si intersecano, con pesi e modalità differenti in ognuno.
Il richiamo alla forza in opposizione alla debolezza rimanda invece a pensieri che circolano spesso nella nostra società: l'impossibilità di sentirsi fragili, la necessità di nascondere ciò che ci fa soffrire, l'invito a essere sempre performanti.
Talvolta è proprio dietro il carattere forte che invece si nasconde la patologia.
Potrebbe essere d'aiuto pensare alla forza d'animo come alla resilienza, ovvero alla capacità di affrontare quanto ci accade. Questa capacità può essere allenata, il luogo in cui allenarsi è la psicoterapia.
Saluti
Dott.ssa Marzia Sellini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno,
diciamo che persone che mostrano "forza" nell'affrontare della vita, hanno sviluppato probabilmente risorse personali e competenze utili e adatte, al loro tempo, per far fronte agli eventi spiacevoli. Andrebbe poi verificato che accade agli altri attorno a loro, a volte, queste persone mostrano poca sensibilità nei confronti degli altri e vanno avanti come treni. Altre volte questa forza caratteriale, può essere una maschera che viene usata in certi contesti, non è detto che in tutti si manifestino le stesse cose. Coloro che vivono esperienze disagevoli, disturbanti non è detto che siano deboli, io direi piuttosto che hanno sviluppato competenze emotive, sentimentali ed un certa visione di sè, degli altri e del mondo, che può risultare inadatta sul piano prestazionale, in quel momento.
Un saluto cordiale
Dott.ssa Marzia Sellini
Dott.ssa Eva Conte
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Maserà di Padova
Buongiorno, con l'affermazione " devi avere un carattere forte" , di solito non si parla di forza fisica, ma di forza interiore ed è un concetto che viene molto spesso stereotipato.
Generalizza un concetto complesso (la forza interiore) in una formula rigida e moralizzante: come se esistesse un solo modo “giusto” di reagire — quello forte, controllato, invulnerabile.
Rinforza modelli culturali (soprattutto occidentali e ancora più in Italia, direi) che valorizzano la durezza, la freddezza e l’autosufficienza, svalutando invece la sensibilità o l’emotività.
Può diventare una forma di colpevolizzazione implicita: se soffri, se crolli o se ti senti fragile, allora “non hai carattere”, quindi sei tu il problema.
Ma questa frase può avere sfumature diverse, a seconda di chi la dice e del contesto:
Nel senso positivo:
“Avere un carattere forte” significa essere resilienti, determinati, con una buona autostima e capacità di regolare le emozioni.
È la forza che ti permette di dire “no” quando serve o di non crollare di fronte alle critiche.
Nel senso più rigido o difensivo:
A volte viene usata per dire “non farti vedere debole” o “non mostrare emozioni”, come se la vulnerabilità fosse un difetto.
In questi casi, la “forza” rischia di diventare chiusura emotiva, controllo eccessivo o negazione del bisogno di aiuto.
In realtà, un vero “carattere forte” include anche la capacità di essere autentici, di chiedere aiuto, di mostrarsi fragili quando serve — cioè di integrare forza e vulnerabilità.
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Innanzitutto bisogna capire cosa intende con "carattere debole": io credo che più che una debolezza intrinseca alla persona, ci possa essere un incastro del temperamento con fattori ambientali sfavorevoli. Mi spiego meglio: è possibile che chi soffre di ansia o depressione, in altre condizioni ambientali, in presenza di fattori di protezione (come una rete sociale forte, per citarne uno), potrebbe non sviluppare mai tali problemi. Non si tratta mai solo del temperamento "debole", ma dell'interazione tra il temperamento di una persona e l'ambiente in cui è immersa. Per questo catalogare le persone in forti e deboli non ha molto senso, perchè si attribuisce loro una caratteristica intrinseca che invece spesso è legata all'interazione con un certo tipo di ambiente. Dopodichè, il mio suggerimento è di prendersi cura di quello che la fa soffrire e rimuginare e attivare un sostegno che possa supportarla, perchè al di là delle etichette di "forte" e "debole" tutti meritiamo di stare bene. Se avesse domande o bisogno di supporto mi trova a disposizione. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Dott.ssa Camilla Ballerini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, non esiste il carattere forte o debole come fattore scatenante o come categoria, esiste invece la possibilità di far fronte alle situazioni stressanti o agli eventi della vita avendo un buon contatto con se stessi, che porta alle volte all'impressione che l'altro sia di "carattere forte" ma questo non vuol dire assolutamente che non ci siano emozioni negative o difficoltà.
Questa possibilità dipende da moltissimi fattori specifici della storia di vita della singola persona, del suo specifico modo di emozionarsi e far fronte alle proprie emozioni. Questa possibilità si evolve nel tempo e non è sempre lineare. I sintomi psicologici non dicono nulla del carattere ma indicano che c'è probabilmente una difficoltà a far fronte ai contesti emotivi che li generano. Anche una persona con una buona possibilità di far fronte alle proprie emozioni davanti a situazioni particolarmente significative per sé può andare incontro a delle difficoltà.
Il mio suggerimento è di intraprendere un percorso psicoterapeutico per comprendere cosa le accade cosi da capire quali siano le possibili vie specifiche per migliorare la sua situazione.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Dott.ssa Benedetta Venturini
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
Gentile utente, capisco la sua riflessione. È importante sapere che ansia, depressione, attacchi di panico o altri disturbi psicologici nascono da una complessa interazione di fattori biologici, psicologici e sociali. Parliamo infatti di fattori di vulnerabilità (come una predisposizione genetica o alcuni tratti di personalità), fattori scatenanti (eventi stressanti, perdite, cambiamenti importanti, malattie) e fattori di mantenimento (come il rimuginio, l’evitamento o alcuni schemi di pensiero che, senza volerlo, mantengono il disagio). Ci sono anche i fattori di protezione, che ostacolano l'azione dei fattori di rischio, rafforzando capacità di affrontare le difficoltà e la resilienza. Questi processi possono riguardare chiunque, indipendentemente dalla forza del carattere. Avere sintomi d’ansia o depressione non è segno di debolezza, ma una risposta umana a situazioni o periodi di stress prolungato. In psicoterapia si aiuta gradualmente la persona a riconoscere e modificare i fattori che mantengono il disagio e a sviluppare strategie più funzionali per gestire pensieri, emozioni e comportamenti. Un cordiale saluto.
Dott.ssa Francesca De Luca
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera gentile utente,
Capisco bene la sua domanda e la frustrazione che può accompagnarla. In realtà, disturbi psicopatologici nascono da un insieme di fattori — biologici, psicologici e ambientali — che interagiscono tra loro.
Spesso si tende ad utilizzare i concetti di “forza” o “debolezza” per semplificare qualcosa di molto più complesso, ma in realtà anche persone considerate “forti”, possono attraversare momenti di fragilità, vivere esperienze più o meno dolorose o sviluppare un disturbo psicologico.
Riconoscere il proprio disagio e chiedere aiuto, imparare a prendersi cura di sé e sviluppare strategie efficaci per gestire stress e pensieri ricorrenti sono i passi importanti per ritornare a stare bene.
Le auguro tutto il meglio.
Dott.ssa Francesca De Luca
Dott.ssa Arianna Moroni
Psicoterapeuta, Psicologo
Trieste
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso la sua domanda. Le confermo che non è corretto associare la presenza di disturbi come ansia, depressione, DOC, panico o rimuginio ad un “carattere debole”.
Queste manifestazioni derivano da un'interazione complessa di fattori biologici, psicologici e ambientali, come ha già intuito. Anche persone considerate “forti” o “resilienti” possono attraversare momenti di fragilità psicologica. Non si tratta di debolezza, ma della naturale risposta del nostro sistema mente-corpo a certe condizioni di stress o vulnerabilità.
Parlare di “carattere debole” rischia di essere uno stigma ingiusto e fuorviante. Il rimuginio, ad esempio, è un meccanismo cognitivo appreso, non un tratto del carattere immutabile.
In terapia cognitivo-comportamentale, ad esempio, si potrebbe lavorare proprio per comprendere e modificare questi schemi di pensiero, al di là di ogni etichetta.
Un caro saluto, AM
Dott.ssa Giulia Diener
Psicoterapeuta, Psicologo
Napoli
Buonasera, l’ansia la depressione e gli altri disturbi che descrive si configurano come vere e proprie patologie e come tali vanno trattate. Si tratta di disturbi che ci mettono di fronte alla necessità di guardare e fare i conti con il nostro lato fragile che prescinde dai tratti caratteriali, ognuno di noi possiede delle fragilità e può accadere che tali disturbi arrivino proprio per farcele vedere. Le auguro di poter lavorare con le sue fragilità per trasformarle poi in risorse.
Rimango a sua disposizione
Dott.ssa Giulia Diener
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, non credo che a dire una cosa simile sia stato un professionista della salute. Forse deriva da alcuni e purtroppo ancora attuali retaggi mentali secondo i quali essere forti significa resistere a tutti. L'essere umano ha delle risorse, ognuno le ha, ma risorse non vuol dire forza di volontà. Se bastasse quella a non avere difficoltà emotive e sintomi, il nostro lavoro non esisterebbe.
Si prenda cura di sé, perché è vero che i sintomi sono frutto di una serie di esperienze che il nostro sistema nervoso ed emotivo non è riuscito a risolvere.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Veronica Conte
Psicologo, Psicoterapeuta
Rimini
Buongiorno,
la depressione, l'ansia, il DOC, gli attacchi di panico non dipendono dal carattere, ma da una complessa interazione tra fattori biologici/genetici, fattori psicologici come traumi, attaccamento, tratti di personalità, fattori ambientali e stressanti come lutti, cambiamenti improvvisi.. La vulnerabilità psicologica non è un segno di debolezza e appartiene a tutti gli esseri umani. La psicopatologia non dipende dalla forza o debolezza del carattere, ma dalla storia unica della persona; la forza è sapere chiedere aiuto quando serve.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

la possibilità di ammalarsi dipende proprio da una interazione di fattori genetici, psicologici, e eventi di vita dolorosi, stress. Non esiste la sola predisposizione genetica, l'interazione con l'ambiente esterno è la chiave per poter meglio comprendere la eziopatogenesi di alcuni sintomi delle patologie psichiatriche.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Veronica Lelario
Psicoterapeuta, Psicologo, Analista clinico
Potenza
Gent.le utente, tutto ciò che rientra nella grande famiglia di disagi o disturbi psicopatologici non solo non è determinato da una presunta forza o debolezza di carattere ma dipende da una miriade di variabili che originano da un intreccio di fattori tanto ambientali quanto, in taluni casi, genetici. In ogni caso non si tratta mai di mera resilienza o incapacità di rispondere o reagire alle situazioni in maniera più o meno adeguata.

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