Ciao sono un ragazzo di 20 sono sempre stato buono e anche un po timido ed emotivo.... non ho nessun

21 risposte
Ciao sono un ragazzo di 20 sono sempre stato buono e anche un po timido ed emotivo.... non ho nessuna patologia pero è da un po di tempo che soffro di depressione e di manie mi vergognavo a dirlo pero in questi giorni l'ho fatto.
Sono iniziate circa 3 anni fa sono stato molto tempo a casa questo a fatto peggiorare tutto e uscivo poco e durante la quarantena e peggiorata la mia salute mentale speravo che mi venisse coronavirus per morire prima non so perche non so se e una fissa o unastupidaggine
Ora sto davvero male non riesco a controllare i pensieri penso solo ad autodistruggermi vedo tutto nero continuo a pensare a cose unitili e stupide velocemente e perdo le testa non riesco a reagire e poi ci sono certi giorni in cui sto bene magari 4 esco mangio fuori scrivo a qualche ragazza che mi piace e poi boh ci sono in certi momenti penso addirittura che la ragazza la vedo brutta anche se e bella e poi ricominciano e non riesco a capire perche faccio cosi e un dusagio sono diventato cosi fragile addirittura quando qualcuno parla mi da fastidio e parlare e mi ferisce e poi ci penso non riesco a capire perche mi sta accadendo questo non so se e la noia
La mia anima sta soffrendo qualsi cosa mi ferisce boh non so mi succede in certi momenti e poi in certi giorni rido e scherzo
Sto prendendo degli antidepressivi da 3 giorni che mi avevano prescritto 2 anni fa ma stavo molto meglio quindi forse dovrei cambiarlr cercavo accontentarmi ora
Spero di vivere una bella vita lo spero tanto.
Caro ragazzo, si percepisce profondamente la sofferenza con cui convivi in questo periodo. Quello che posso consigliarti è di rivolgerti ad un professionista che possa supportarti ed aiutarti a dare voce ai tuoi pensieri e al tuo malessere. Sarebbe infanti importante comprendere meglio la natura della depressione e delle manie di cui scrivi. Rimango a disposizione, un saluto

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Caro ragazzo, il tuo messaggio, privo di una richiesta vera e propria, mi pare proprio uno sfogo, un grido d'aiuto generalizzato per trasmettere la tua sofferenza e la tua confusione. Credo che ti sarebbe molto di conforto contattare un terapeuta per riuscire a dire a parole tutto quanto scritto, e trovare un aiuto concreto, di persona. Ti invito a contattarmi direttamente, qualora avessi bisogno di un supporto in questo senso. Un caro saluto
Caro Ragazzo,
mi dispiace del difficile momento che stai attraversando. Capisco il bisogno di star meglio ma la salute è sempre una dimensione delicata, ed assumere farmaci che ti sono stati prescritti anni fa non è una buona soluzione. Lo è invece chiedere aiuto, come stai facendo con noi e come ti invito a fare con uno psichiatra che possa prescriverti una terapia farmacologica aggiornata. Accanto a ciò affianca una psicoterapia, grazie alla quale i benefici dei farmaci potranno essere consolidati e potrai cercare le cause di queste fasi di auto-demolizione che ti capita purtroppo di vivere. Non indugiare, lo star meglio è ad un passo, ed hai la forza di compierlo. Un caro augurio di buona fortuna
Concordo con il collega: se durante l'incontro con il medico che ti prescrisse i farmaci ti sei sentito ascoltato e capito, è bene che tu ricontatti quel.professionista. Vedrai che si ricorda ancora di te e potra' aiutarti aggiornando il quadro a oggi. Sicuramente un appoggio ti è necessario, leggendo le tue parole, ma senza fiducia non c'è cura
Caro ragazzo,
da quello che scrivi si capisce il periodo di confusione e dolore che stai vivendo. Non sottovalutarlo! Questi pensieri così persistenti e intrusivi di rovina, di tristezza, e di scontento per ilm mondo sono sintomi di cui è bene prendersi cura velocemente.
Rivolgiti innanzitutto ad uno psichiatra, o al Centro di Salute Mentale della tua ASL: i farmaci che ti hanno prescritto 2 anni fa non è detto che vadano ancora bene, e occorre verificarlo accuratamente. In quella sede, potrai anche farti indirizzare verso un servizio di psicoterapia, pubblico o privato, perché è importante elaborare e comprendere le ragioni che producono questi pensieri e questa confusa tristezza.

Con i migliori auguri,
dr. Ventura
Caro ragazzo, dalle sue parole si evince il suo malessere, che va sicuramente trattato. Quello che le consiglio è di rivolgersi come prima cosa ad uno psichiatra, per allontanare cure dai da te. In seguito potrà affiancare anche una psicoterapia.
Un caro saluto
Buongiorno, prima di tutto si rivolga al medico che gli ha prescritto gli antidepressivi in quanto la cura "fai-da-te" non è il modo ottimale per affrontare i problemi e soprattutto può essere pericolosa. Detto questo, Le consiglio un percorso psicoterapeutico, in quanto da ciò che descrive, il suo mondo è psicologicamente ed emotivamente turbato e a lungo andare questa situazione può generare sempre più frustrazione e malcontento e ripercuotersi sul suo stato psicologico. Un caro saluto Dr.ssa Claudia Sposini
Gentile utente, ciò che emerge dal suo racconto è innanzitutto un vissuto di profonda sofferenza, ma anche di invalidazione: sembra quasi pensare che i suoi pensieri non siano "degni di essere pensati", o che non abbiano senso. Se da una parte è caratteristica, tra le altre cose, di uno stato depressivo, è anche vero che questa feroce autocritica non le consente di pensare liberamente, né di sentirsi giustificato in quello che fa. Quando dice «non so se è la noia» sembra quasi confermare tale invalidazione, come a dire "forse mi sto provocando tutto questo per offrirmi una stimolazione". Nessuno è responsabile del proprio dolore, e sono certo che lei per primo non lo desidera, se è qui a parlarcene. A costo di ripetere ciò che le hanno detto i colleghi, è fondamentale richiedere un supporto psicologico; riferisca al medico di base la sua condizione degli ultimi giorni: sarà compito suo inviarla allo specialista più idoneo per il suo caso.
Salve, per quanto riguarda l'utilizzo dei farmaci si consulti sempre con il proprio medico di base, è importante.
Inoltre, ha mai pensato ad un consulto psicologico?
Buona giornata.
Dott. Fiori
Caro scrittore, la sua richiesta di aiuto e bisogno di comprensione arriva in modo forte e chiaro, non abbia paura nel chiedere aiuto. Sembra che abbia compiuto un primo passo nell'assumere la terapia farmacologica che le era stata prescritta in passato, tuttavia sarebbe opportuno fissare un nuovo incontro con il medico per verificare che sia ancora la terapia adatta al periodo che sta vivendo. Le ribadisco che un primo passo nel prendersi cura della sua sofferenza lei lo ha compiuto ma sarà opportuno compiere i passi giusti. Una psicoterapia le sarebbe senz'altro d'aiuto per dare un spazio adatto alla sua sofferenza e potersene prendere cura. Con fiducia e con coraggio sono certo compierà i passi giusti. Le faccio i miei migliori auguri per il futuro
Buongiorno Ragazzo,
assolutamente importante chiedere aiuto andando da uno psichiatra che può darti una cura farmacologica specifica per la tua situazione.
Poi affiancare un percorso di psicoterapia.
Quello che racconti sono vissuti molto importanti che devono essere approfonditi, elaborati assieme ad un terapeuta, così potrai essere aiutato a stare meglio.
Augurandoti ogni bene.
Dott. Leonardo Gottardo.
Buongiorno. Dalle tue parole, scritte di getto, si percepisce la tua sofferenza, ma anche dei vissuti di impotenza e una sensazione di essere "intrappolato" in una situazione senza via di uscita. La descrizione del tuo umore, che ciclicamente "va giù, poi torna sù e poi torna di nuovo giù" è chiara e fa comprendere ulteriormente il malessere descritto. Rivolgersi allo specialista che le somministrò degli anti depressivi è, secondo me, il primo passo da compiere per affrontare questo stato di crisi. Successivamente prenda contatti con uno Psicologo con il quale fronteggiare, in uno spazio terapeutico, le fragilità emotive che affiorano dal suo resoconto. I periodi di difficoltà si superano e potrà "vivere una bella vita", ma alle volte c'è bisogno di una mano. Aiuti sé stesso, facendosi aiutare. Cordialmente, dott. RC
Buonasera,
si consulti con il medico che le ha prescritto la terapia farmacologica.
Dopodichè inizia un percorso per comprendere il suo vissuto emotivo.
Un saluto, MMM
Buongiorno,
io sento molto forte la tua richiesta di aiuto, credo sia importante per te comprendere fino a che punto vuoi uscire da questa situazione e farti aiutare.
Una buona terapia psicologica, insieme al consulto con il medico che ti ha prescritto i farmaci, credo siano una buona strada per te.
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Gentile, i pensieri intrusivi non andrebbero mai sottovalutati in quanto veicolano sempre significati profondi o comunque sono in grado di darci informazioni importanti sul dinamismo psichico attuale. La sua narrazione, con l'alternanza descritta di stati emotivi opposti e la presenza, nei momenti più difficili, di pensieri autodistruttivi dovrebbe orientare - come già le hanno consigliato altri colleghi - verso uno specialista psichiatra, anche allo scopo di valutare o rivalutare la terapia farmacologica che autonomamente ha deciso di riprendere ad assumere. Fondamentale, un contestuale percorso psicologico/psicoterapeutico che possa aiutarla a dare significato a quanto le sta accadendo e a ritrovare una dimensione di maggiore serenità ed equilibrio. Le faccio i miei migliori auguri.
Buongiorno. Innanzitutto complimenti per essere riuscito ad aprirsi e a parlare di temi così difficili e emotivamente forti: questo è il primo e fondamentale passo in un percorso di guarigione.
La sua domanda fornisce una finestra sulla modalità di pensiero che riferisce. La sensazione è quella di un treno di pensieri concatenati che le risulta difficile (o impossibile) controllare e che lasciano un'attivazione emotiva decisamente importante.
Un percorso psicologico può aiutarla a capire da un lato i contenuti e i temi di questi pensieri e analizzarli insieme, dall'altro può fornirle strategie per poter gestire al meglio questo "treno" e imparare come distaccarsene.
Una valutazione con un professionista psicologo o psichiatra la indirizzerà sicuramente verso un approccio psicoterapico o psicoterapico e farmacologico integrato.
dott. De Rosa Saccone
Salve, mi spiace molto per il disagio espresso. Mi colpisce il pensiero che ha avuto in merito al vantaggio di morire in seguito al covid. Per quanto riguarda la cura farmacologica, le consiglio di consultare il medico che gliel'ha prescritto ma, in primis, l'avvio di un percorso psicologico volto a conoscere origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi.
Cordialmente, dott. FDL
Buongiorno,

come prima cosa ritengo sia fondamentale inquadrare la natura di questi suoi sintomi di disagio psicologico e pervenire ad un inquadramento diagnostico.

Le suggerisco dunque di contattare uno psichiatra per un contenimento farmacologico che la aiuterà ad attenuare i sintomi destabilizzanti.

E anche di affiancare alla farmacoterapia il prima possibile un lavoro di psicoterapia per comprendere ciò che deve essere compreso e reagire nel modo più opportuno, in linea anche con la sua indole mite di cui ci ha parlato

Auguri sinceri, dottoressa Mariagrazia Fanciulli
Buongiorno,
ha fatto bene a scrivere ed aprirsi, è un primo passo per cercare di stare meglio ed affrontare questi problemi. Mi dispiace molto per la sofferenza che provo.
Credo sia importante che lei consulti uno psicoterapeuta, per poter iniziare un percorso psicologico. Per quanto riguarda i farmaci, le consiglio di consultare il medico che glieli ha prescritti o uno psichiatra, con il quale potrete parlare anche di come si sente in questo ultimo periodo.
Sinceri auguri,
Dott.ssa Alice Carbone
Buongiorno, mi dispiace per il suo disagio. In primo luogo le consiglio di consultare un medico al fine di valutare se sussistono cause organiche fisiologiche Al suo disagio (Le sconsiglio di autodiagnosticarsi patologie o di utilizzare Farmaci prescritti da due anni senza avere consultato di nuovo in tempi recenti un medico specialista potrebbe arrecare danno alla sua salute)
Accertato che non ci siano cause organiche o fisiologiche Al suo disagio Le consiglio di intraprendere un percorso con un professionista al fine di valutare i fattori scatenanti del disagio che vive ( da quanto tempo si manifesta c’è stata una particolare situazione un particolare pensiero che lo ha innescato?) fattori di mantenimento (in quali stazioni si manifesta questo disagio? Quali pensieri ho in quel momento? Quali conseguenze teme che potrebbero accadere?)
Un percorso con un professionista può aiutarla a comprendere meglio il suo disagio Ed affrontarlo nel miglior modo possibile. Cordiali saluti Dottor Luca Ferretti
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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