Ciao, circa 5 anni fa, durante un allenamento di calcio con amici, ho sentito durante uno scatto, un

23 risposte
Ciao, circa 5 anni fa, durante un allenamento di calcio con amici, ho sentito durante uno scatto, un dolore che descriverei come una leggera fitta al quadricipite sx, ho concluso anche se con fatica l'allenamento. Successivamente da quel momento in poi la gamba non mi è mai più guarita; dopo circa due settimane ho consultato un fisioterapista che mi ha detto che era solo una contrattura, ma tornavo ad allenarmi e avevo ancora male, la gamba si affaticava e infiammava, mi faceva male soprattutto facendo stretching. Ho consultato nel giro di anni diversi fisioterapisti/osteopati/ortopedici e in ultimo un neurologo, ma anche facendo terapie e riabilitazione avevo sempre male, sempre lo stesso tipo di dolore. Ad un certo punto mi sono arreso e ho deciso che avrei comunque continuato a fare leggera attività fisica finché riuscivo a sopportare il dolore, ma adesso a distanza di anni, facendo una semplice corsa blanda, non solo si affatica e infiamma la gamba sx, ma anche la dx, non riesco più praticamente a fare attività fisica se non camminare o bici senza sforzi. Da circa 3 anni ho anche dolori a gomiti e spalle, facendo esercizi, quello che riesco, miglioro ma fino a un certo punto, ma la cosa più strana che non riesco a capire è perchè così tanto male alle gambe senza una reale motivazione.
Ho eseguito risonanza magnetica alla gamba sx, elettromiografia gamba sx, ecografia e radiografia gamba sx e risonanza magnetica rachide in toto. Tutto negativo. L'unica spiegazione che mi è stata data da ortopedici e un neurologo è che è stress e non ho nulla, non ci devo pensare e devo convincermi che non ho niente, fare attività fisica in modo graduale e col tempo guarirò, ma mi sembra molto strano perché ormai è anni che mi alleno in modo leggero e graduale, ma pian piano peggioro sempre di più, e poi se sento dolore un motivo dovrà pur esserci e anche se fosse di natura psicologica non riesco a capire come possa accadere, non sono una persona ansiosa, forse a livello inconscio e non me ne rendo conto? Sinceramente non mi aspetto più di guarire né di trovare risposte perché dopo un po' mi sono stancato di girare a vuoto, quindi da 2 anni non giro più specialisti né faccio più esami, però non si sa mai ho voluto chiedere un consiglio.
Ringrazio anticipatamente chi volesse rispondere, le malattie o olori "immaginari" sono i più brutti secondo me perché non vengono compresi e non so mai come dare spiegazione alle persone.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso.
Comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione da lei riportata e non aver avuto una spiegazione organica precisa che potesse contemplare in pieno il suo problema.
Credo che possa essere utile ritagliarsi uno spazio per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Cordialmente, dott FDL

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Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, prima di tutto ha fatto bene a fare queste visite per avere più informazioni possibili. Inoltre, scrive che potrebbe essere anche lo stress a peggiorare il quadro clinico, quindi un percorso psicologico potrebbe aiutarla a gestire meglio la situazione.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve. Non esistono dolori immaginari, esistono dolori e basta. Ha fatto una serie di indagini mediche che hanno escluso problemi organici. Ma nonostante tutto lei continua a sentire dolore. Tra la condizione star bene e la malattia c'è tutta un'area che riguarda la disfunzione. Lo stress, le tensioni muscolari dovute a emozioni trattenute, ecc. possono influire sulla postura creando una situazione dove non c'è patologia ma c'è la sintomatologia di una patologia. Un percorso psicoterapeutico che integri corpo e mente e che si focalizzi anche sull'aspetto emotivo della postura, può esserle di aiuto. Se volesse approfondire mi può contattare . Distinti saluti
Dott.ssa Giulia Proietti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, le consiglio di consultare il proprio medico di base per escludere condizioni organiche, inoltre le consiglio di effettuare dei colloqui psicologici per comprendere meglio i vissuti emotivi o eventuali situazioni stressanti. Cordiali saluti. Dott.ssa Giulia Proietti
Dott.ssa Luciana Harari
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno comprendo che sia scoraggiato per non aver trovato una causa al suo dolore.Le consiglierei una consulenza psicologica per approfondire se accanto a questo dolore fisico si accompagna anche un dolore psichico ..che si manifesta attraverso il corpo.Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Dott. Gianmarco Simeoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Varese
Buonasera gentile Utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Devo dire che un problema di questo tipo mi sembra difficilmente ascrivibile alla sfera psicologica, però ci ha dato una descrizione prettamente medica della sua sofferenza. Un percorso psicologico potrebbe aiutarla ad accettare la situazione e a trovare possibili spazi di manovra. Cordialmente, dott. Simeoni
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,
il suo problema medico ha cambiato lo scenario e la possibilità di fare diversi sport. Questo posso comprendere sia difficile da mandar giù, al punto che lo psicologo potrebbe esser utile se si pensa che si possa far fatica ad accettare ed elaborare da soli una situazione del genere.
Qualora avesse bisogno di un consulto non esiti a contattarmi in privato.

Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Paola Tucci
Psicologo
Roma
Salve, analizzando che ha già effettuato degli accertamenti medici e che il dolore persiste consiglio un supporto psicologico associato a un percorso con tecniche di rilassamento che le permetterà di affrontare sia la situazione che attenuare la sensazione del dolore.
Resto a disposizione
Cordialmente
Dott.ssa Paola Tucci
Dott. Ivan Manzone
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Mondovì
Buongiorno, il rapporto psiche - corpo mi pare centrale nel suo caso e meritevole di essere esplorato da un professionista psicoterapeuta.
È possibile che difficoltà a livello psicologico si ripercuotano a livello muscolare causandole i dolori che prova e che certamente non sono "immaginari".
Se analizziamo le casistiche di infortunio, anche a livello professionistico, si può apprezzare come più frequentemente essi avvengano durante o a ridosso di eventi stressanti piuttosto che durante gli allenamenti anche se svolti ad alta intensità.

Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Qualora volesse, sono a disposizione. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dott.ssa Franca Vocaturi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Buongiorno,
penso a quanto debba essere frustrante cercare a lungo la causa e il rimedio a dolori che paiono "immaginari" ma che lei avverte realmente. Se ha scritto su questa piattaforma è perchè sta valutando la componente psicologica del suo problema. Credo che valga la pena per lei provare ad approfondire questo versante. Il rapporto con il suo corpo potrebbe essere il punto di partenza. Resto a disposizione. Dott.ssa Franca Vocaturi
Dott.ssa Elisa Taverniti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, la questione da lei riportata evidenzia quanto ci tenga a tornare a poter svolgere attività fisica senza sentire dolore e soprattutto quanto sia ormai stufo di girare da uno specialista all'altro in cerca di una causa organica al suo problema. Fatte queste premesse, l'aspetto psicologico non va trascurato poichè, attraverso un buon percorso psicoterapeutico, potrà essere fatta luce sulle dinamiche inconsce legate al suo disagio. Rimango a sua disposizione. Dott.ssa Elisa Taverniti
Buonasera, mi dispiace.per.la.sua situazione, ma perché, dopo aver fatto esami su esami non ha mai provato a.fare un percorso psicoterapeutico? Mi sembra che nella.lista non ci sia... io le consiglio di provare.
Resto a.disposizione
Claudia m
Dott. Alessandro Conforti Di Lorenzo
Psicologo, Psicologo clinico
Curtarolo
Gentile utente, non capisco se la sua intenzione sia trovare una cura ortopedica alla sua gamba o cercare una spiegazione dei suoi "dolori immaginari" per sentirsi compreso e trovare soluzioni alternative per vivere una vita serena? Nel primo caso, dovrò chiedere ai medici, nel secondo caso può chiedere una consulenza psicologica, per non fermarsi e continuare a godersi la sua vita. saluti.
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno,

deve essere davvero estenuante dover combattere con un dolore di cui si ignora la causa. A questo punto, seguirei il consiglio dei vari specialisti che ha consultato e fisserei un colloquio con uno psicologo con cui capire se ci sono, nella sua vita, situazioni che possono essere collegate a questo disturbo fisico.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Dott.ssa Viola Vigani
Psicologo, Psicologo clinico
Credaro
Salve. Mi sembra che le indagini da lei condotte per ricercare l’origine del suo dolore siano state precise e puntuali. Non so darle una risposta, però mi incuriosisce il fatto che lei abbia parlato di stress. Potrebbe indagare questo aspetto all’interno di un colloquio psicologico. Cordialmente, Vigani Viola
Dott. Massimiliano La Paglia
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Pescara
Salve, non mi ripeto su quanto già esposto dai colleghi..in qualità di professionista bioenergetico, ed un lavoro personale proprio sulle gambe, le consiglio un professionista di questo settore per una verifica ulteriore.
Saluti
Dr. Marco Cenci
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno,
Se sono state escluse cause organiche ed è stata ipotizzata una causalità di natura somatica le consiglierei di rivolgersi ad un collega. Non sempre la nostra emotività o la nostra ansia si manifesta in modo palese, a volte lo fa per vie "traverse" (come ad esempio la somatizzazione).
Dott. Marco Cenci
Dott.ssa Carlotta d'Acquarone
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Grazie per aver condiviso in modo così dettagliato la sua esperienza. Comprendo quanto possa essere frustrante convivere a lungo con un dolore senza una diagnosi chiara o un percorso di cura risolutivo. Da quello che descrive, ha affrontato un lungo percorso tra visite, esami e terapie, con l’obiettivo di comprendere meglio la causa del dolore persistente. È del tutto comprensibile che il suggerimento di "non pensarci" e di "andare avanti" possa apparirle insoddisfacente, dato che il dolore è reale e limita significativamente la sua vita e la possibilità di fare attività fisica.
In alcuni casi, quando non emergono cause evidenti dagli esami fisici e strumentali, il corpo può continuare a generare dolore come risposta a una serie di fattori che possono includere anche aspetti psicologici o di tensione muscolare cronica. Anche se non si considera una persona ansiosa, è possibile che, per effetto di meccanismi di stress cronico o di risposta automatica al dolore, il suo sistema nervoso sia "in allerta" rispetto a certi movimenti. Questo può portare il corpo a generare un circolo vizioso di dolore e tensione muscolare anche in assenza di una lesione strutturale. Alcune persone in situazioni simili trovano utile esplorare un approccio integrato che tenga conto della relazione tra corpo e mente, come la terapia cognitivo-comportamentale per la gestione del dolore, tecniche di rilassamento e terapie fisiche mirate al rilascio della tensione muscolare.
Un’altra possibilità potrebbe essere esplorare la neuroplasticità, ovvero la capacità del cervello di riorganizzare le proprie reti di risposta al dolore. Terapie come il biofeedback, la mindfulness e le tecniche di visualizzazione guidata, ad esempio, possono aiutare a rieducare la risposta del sistema nervoso al dolore, diminuendo l’intensità della percezione dolorosa e migliorando il suo benessere.
Infine, se le è possibile, consideri di esplorare il supporto di un team multidisciplinare che possa includere, oltre agli specialisti già consultati, anche un terapista del dolore o uno psicologo esperto in dolore cronico. Questo tipo di intervento non mira a "sminuire" il suo dolore come qualcosa di immaginario, ma piuttosto ad affrontarlo da più prospettive, prendendo in considerazione sia il corpo sia la risposta che il sistema nervoso centrale dà allo stimolo doloroso.
Spero che queste idee possano offrirle qualche spunto per un nuovo approccio che, nel tempo, possa aiutarla a convivere meglio con questa situazione e, possibilmente, a ridurre il dolore che prova.
Dott. Nunzio Raciti
Psicologo, Psicologo clinico
Misterbianco
Buonasera. La mancanza di una spiegazione medica per il suo problema, non implica che non ci sia una causa o, quantomeno, che non meriti di essere approfondito. Lo stress come spiegazione, non mi sembra adeguata. Il giorno in cui si è manifestato per la prima volta questo problema era accaduto dell'altro (anche qualcosa che le può sembrare irrilevante)? Ha notato se il problema si manifesta contestualmente a situazioni specifiche?
Dott.ssa Francesca La Monaca
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno,
poiché dagli esami medici non è risultato nulla e gli stessi medici le hanno parlato di stress, potrebbe esserle utile incontrare uno/a psicologo/a per valutare l'eventuale presenza di un fattore emotivo sottostante!
Ad ogni modo avviare un percorso psicologico aiuta a conoscersi meglio e vedere la problematica che presenta sotto diversi aspetti!
In bocca al lupo
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
La ringrazio per aver condiviso con tanta onestà e lucidità la sua esperienza. Le sue parole raccontano un percorso lungo, complesso e sicuramente frustrante, fatto di visite mediche, esami, tentativi di riabilitazione e continui interrogativi senza risposta. Quello che sta vivendo è profondamente reale, e mi permetta di dirle subito che, anche se i suoi sintomi non trovano un riscontro oggettivo negli esami clinici, questo non significa affatto che il dolore che prova sia “immaginario” o che sia frutto di una sua debolezza. È un dolore vero, che merita attenzione e rispetto, e che va inquadrato in modo completo, tenendo conto anche della componente psicologica e neurofisiologica che può giocare un ruolo centrale. Nell’approccio cognitivo-comportamentale, ci occupiamo spesso di situazioni come la sua, in cui il corpo manifesta sintomi persistenti e invalidanti in assenza di cause organiche chiaramente identificabili. In questi casi, non si parla di “tutto nella testa”, ma si considera come corpo e mente siano profondamente interconnessi, e come una sofferenza psicologica, anche non consapevole, possa esprimersi attraverso il corpo in maniera cronica. Questa condizione viene spesso definita somatizzazione, o in alcuni casi può rientrare in ciò che chiamiamo sindrome da sensibilizzazione centrale, un insieme di disturbi in cui il sistema nervoso centrale diventa ipersensibile a stimoli che normalmente non causerebbero dolore. Lei ha giustamente espresso perplessità su questa possibile spiegazione, soprattutto perché non si riconosce come una persona ansiosa. È comprensibile. Tuttavia, è importante sapere che il nostro cervello può trattenere, accumulare e processare lo stress in modi sottili, non sempre percepiti consciamente. Non è necessario avere attacchi di panico o ansia visibile per sperimentare un sovraccarico emotivo. Alcune persone, per esempio, hanno una tendenza a “gestire bene” le difficoltà, a reagire con determinazione, a non voler cedere alla debolezza: questo può portare il corpo a farsi carico del disagio, esprimendolo proprio attraverso la tensione muscolare cronica, la fatica, il dolore. Quando ci si trova in questa condizione, diventa facile entrare in un circolo vizioso: il dolore genera frustrazione e preoccupazione, che a loro volta alimentano una maggiore attenzione al corpo, una iper-vigilanza, che può peggiorare la percezione del dolore. Il tentativo continuo di “capire” o “controllare” ciò che accade, pur comprensibile, rischia di rinforzare questo schema. Ecco perché l'intervento psicologico, e in particolare quello cognitivo-comportamentale, può essere utile anche in assenza di diagnosi mediche specifiche. Non si tratta di “convincersi che non si ha niente”, come qualcuno purtroppo le ha detto, ma di imparare a modificare il modo in cui ci si relaziona al dolore, al corpo e ai pensieri che lo accompagnano. La psicoterapia può aiutarla a riformulare alcune credenze radicate sul corpo e sulla malattia, a gestire i pensieri automatici legati alla paura di peggiorare, a interrompere quei comportamenti di evitamento o controllo che, sebbene rassicuranti nell’immediato, tendono a mantenere il problema nel tempo. Lavorare sul rilassamento corporeo, sulla consapevolezza del respiro, sul recupero graduale della fiducia nel proprio corpo è un processo lento ma possibile. In alcuni casi si lavora anche sulla storia di vita, sulle emozioni trattenute o poco espresse, che nel tempo possono aver contribuito all'attivazione cronica del sistema nervoso. Comprendo il senso di sfiducia e stanchezza che descrive. È logorante non trovare risposte e sentirsi a volte non creduti. Ma proprio perché ha avuto la forza di scrivere queste righe, di raccontarsi con tale profondità, credo che dentro di lei ci sia ancora una parte che desidera comprendersi e ritrovare uno spazio di benessere. E forse, come spesso accade, la strada per guarire non passa dal trovare cosa non va nel corpo, ma dal riconnettersi in modo nuovo con esso, accogliendo il dolore come un segnale, non di malattia, ma di bisogno di ascolto. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Noemi Barlone
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, credo che valga la pena analizzare questi dolori con uno psicologo/a, i dolori psicosomatici sono più comuni di quanto si possa immaginare e le cause non è detto che siano connesse con l'ansia, molto spesso si possono rintracciare in dinamiche relazionale che non appaiono disfunzionali o difficoltose alla persone ma che se analizzate nel profondo possono risultare dolorose. Il corpo quando non viene curato grida e se non lo si ascolta col professionista giusto non guarisce. spero di esserle stata di aiuto.
Dott.ssa Noemi Barlone

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