ciao a tutti credo di soffrire di sindrome dell'abbandono, scrivo credo perché sono stata in terapi

23 risposte
ciao a tutti
credo di soffrire di sindrome dell'abbandono, scrivo credo perché sono stata in terapia tempo fa e non mi è stato detto in modo esplicito ma le sedute vertevano sul mio rapporto con i miei, che non sono mai stati presenti, specie mia mamma. Sono riuscita ad avere una vita sociale normale, a recuperare la mia serenità e stabilità emotiva, adesso ho un fidanzato, ma continuano a manifestarsi degli episodi che non riesco a gestire e vi chiedo come poter fronteggiare alla cosa, nel caso anche consigliandomi dei testi. Quando mi sento che il mio ragazzo non è empatico col mio stato emotivo di fragilità quindi non mi viene in soccorso, quando non soddisfa il mio "bisogno emotivo", invece di palesarlo e cmq discuterne lo minaccio di lasciarlo e infine lo lascio, per poi pentirmene amaramente quando recupero il mio stato di lucidità. In quel momento è come se dovessi sottrarmi in tutti i modi da uno stato doloroso, o allontanarmi da chi mi sta facendo del male, non riesco non solo a far fronte da sola al mio bisogno emotivo (come se regredissi ad uno stato infantile) ma per di più volessi allontanare o anche procurare a lui lo stesso dolore che provo per non essere capita, una sorta di sottile manipolazione da un lato (una ripicca) e dall'altro una necessità di dovermi salvare da una persona che mi procura del dolore. Che cosa posso fare per guarire? fortunatamente gli episodi sono stati rari ( 2 in 3 mesi) ma non ho nessuna intenzione di rovinare una relazione che mi rende felice per questo gap che posso sicuramente sanare con un po' di pazienza, consapevolezza e dedizione.
Chiedo a voi dei consigli
vi ringrazio di cuore
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Inoltre, credo che potrebbe essere molto utile per lei un approccio EMDR al fine di elaborare materiale traumatico evidentemente connesso con il tema dell'abbandono.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dott.ssa Camilla Ballerini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, la ringrazio per aver utilizzato questo portale per porre la sua questione.
Il disagio che sta vivendo merita di approfondimento. Non è possibile dare risposte generiche, ogni sintomo è collegato e nasce all’interno di una storia di vita del tutto personale e unica. Posso ipotizzare che lo stato emotivo in cui è (e non il bisogno emotivo) non le fa vivere come vorrebbe il rapporto con il suo ragazzo, e su questo si può lavorare efficacemente.
Quello che le posso dire con certezza è che è utile per lei fare una scelta verso di sé, cioè prendere sul serio ciò che le accade. La direzione lei l'ha già intravista, ovvero farsi accompagnare in questo momento difficile da uno psicologo/a.
Un buon percorso di psicoterapia in genere migliora la condizione di disagio che ci ha descritto e permette di valutare come proseguire per rimettere in moto la propria esistenza in una direzione più soddisfacente.
Se ha necessità di approfondimento non esiti a contattarmi o scrivermi.
Qualora decidesse di fare un percorso psicologico le sedute possono avvenire anche online.
Un saluto
Dott.ssa Camilla Ballerini
Prenota subito una visita online: Colloquio psicologico - 60 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Dott.ssa Alessia Malaguti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Modena
Buonasera,
Tra le righe che scrive sembra lei abbia in parte consapevolezza del suo funzionamento personologico.
Comprensibilmente sembra andare in difficoltà quando tocca uno stato emotivo scomodo e doloroso e sembra mettere in atto strategie per non provare più quella sofferenza. Nel breve termine allontanarsi dall’altro puó alleviare l’onda emotiva ma nel lungo termine non è la strategia più efficace per stare in relazione, che è ció che lei vorrebbe.
Credo attraverso una percorso di terapia si possa approfondire la sua storia di vita e si possano apprendere ed allenare nuove abilità (skills) per gestire efficacemente quel dolore e imparare a “surfare l’onda emotiva” piuttosto che impedire che si verifichi.
Credo chiedere aiuto in questo momento in cui inizia a risentire fatica (2 episodi in 3 mesi) possa aiutarla maggiormente, piuttosto che aspettare che maggiori conseguenze le impediscano di ottenere ció che desidera davvero.
Rimango a sua disposizione per supportarla, con possibilitá di sedute online.
Un caro saluto
Dott.ssa Alessia Malaguti
Dott.ssa Stefania Di Leo
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Dalmine
Carissima,
il consiglio che mi sento di darle non riguarda dei possibili testi che Lei potrebbe consultare, ma di valutare la possibilità di intraprendere un nuovo percorso psicologico. Questo per far sì che possano emergere i singoli episodi che Le creano disagio nei vari contesti ,e con l'aiuto di uno psicologo, poter dare loro un significato e ritrovare quel benessere che ora, dalle Sue parole, sembra mancarle.
Rimango eventualmente a disposizione.
Un caro saluto,
dott.ssa Stefania Di Leo
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Cara utente, dalle sue parole emerge una grande consapevolezza sul suo passato, sicuramente acquisita nel suo percorso precedente. Tuttavia è possibile che ora lei abbia bisogno di un nuovo percorso, perchè ora si trova in una fase diversa della sua vita.
Dunque le consiglio magari di prendere in considerazione tale opzione, magari con un approccio cognitivo comportamentale che vada a lavorare sui problemi più attuali.
Rimango a sua disposizione
Cordiali saluti Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dr. Ugo Ungaro
Psicologo, Psicoterapeuta
L'Aquila
Salve se scrive su questo sito dove rispondono degli psicoterapeuti certamente starà valutando l'opportunità di un consulto. Sulla base delle indicazioni che condivide potrebbe essere una buona possibilità per lei poiché il disagio che esprime sembra degno di una maggiore attenzione. Sicuramente su questo sito potrà individuare uno specialista da contattare. Un cordiale saluto
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gent.ma, considerata la sua capacità nell'osservare i suoi stati emotivi, l'influenza che questi esercitano nel legame sentimentale e il disagio che le recano, potrebbe prendere in considerazione l'idea di una consultazione per valutare meglio la situazione che vive e, eventualmente, concordare un programma terapeutico che la aiuti a sciogliere quei nodi che condizionano la sua vita affettiva. SG
Dott. Luca Pezzano
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Rosignano Marittimo
Con il suo comportamento col partner penso che stia comunicando in un modo più forte... Siccome le parole sono insufficienti allora, minacciando di allontanarsi, prova a far sentire lui come si sta sentendo lei... La cosa probabilmente riesce ma procura un dolore e delle preoccupazioni anche a lei! Si tratta forse di trovare un metodo per farsi capire che garantisce anche la stabilità della relazione...
buona fortuna
Dott. Massimiliano Trossello
Psicologo, Terapeuta, Psicologo clinico
Leinì
Buongiorno, sono d'accordo con i colleghi nel ritenere utile un consulto per programmare un supporto nella gestione di queste difficoltà affettiva, le quali, lasciate in disparte, potrebbero arrecare ancora maggiori difficoltà.

Saluti

MT
Dott. Gianpaolo Bocci
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Latina
Buongiorno,
le scrivo una frase di A. Lowen: "solo facendo rivivere il passato di una persona se ne favorisce un'autentica crescita nel presente. Se il passato viene escluso, il futuro non esiste." Per questo motivo è stato importante in passato soffermarsi sul rapporto con i suoi genitori.
Mi ha colpito la frase che ha scritto: "non riesco non solo a far fronte da sola al mio bisogno emotivo (come se regredissi ad uno stato infantile) ma per di più volessi allontanare o anche procurare a lui lo stesso dolore che provo per non essere capita".
Nel momento in cui ci impegniamo nelle relazioni sentimentali mettiamo in gioco molto di noi: i nostri vissuti, i nostri timori, i nostri progetti. Anche il vissuto abbandonico (il timore e/o la certezza di essere abbandonati) entra in questo rapporto. Diventa allora molto complesso (critico) ‘lasciarsi andare’. Far fronte da sola al suo bisogno emotivo, mi sembra sia una forte lezione che ha appreso in passato. Ma è allo stesso tempo la negazione di stare e poter essere con un altro.
In alcune fasi della vita ci capita di essere alla ricerca di uno sviluppo personale, ulteriore, e questo è imprescindibile da una conoscenza e integrazione maggiore della nostra storia.
Rispetto a testi da consigliarle le dico affettuosamente: “Non si faccia carico da sola anche di questo”, cerchi un professionista con cui poterlo condividere.
Gianpaolo Bocci
Dott.ssa Violeta Raileanu
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Gentilissima utente, ciò che posso dirle senza conoscere nei dettagli i suoi vissuti, è l'importanza dell' imparare a prendersi cura di sé, del proprio senso di vuoto e delle proprie vulnerabilità e a “nutrirsi”, a prescindere dall’altro.
Tutti questi processi, consentendoci di vedere meglio noi stessi (e l’altro) per quel che davvero si è, diventano importanti anche al fine di poter sperimentare una relazione che sia veramente appagante e soddisfacente.
Se la paura dell’abbandono e le sensazioni ad essa associate sono intense difficilmente potranno scomparire del tutto. Così, diventa utile imparare a dare loro spazio, non sforzandosi di allontanarle. Questo diventa importante perché cercare di allontanare certe sensazioni espone al rischio di sentirle “di più”. È invece possibile imparare a “convivere” con esse ma agendo comunque, da adulti consapevoli e responsabili del nostro benessere, verso una vita che sia per noi piena e significativa, nonostante la loro presenza.
Cordialmente, d.ssa Violeta Raileanu
Dott.ssa Carla Ferraro
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Firenze
salve, mi sembri molto consapevole delle tue fragilità..potresti essere già in grado di controllare tutta questa tua emotività. Nel caso non ci riuscissi parlane apertamente con il tuo fidanzato, mi sembra persona in grado di capirti. Dopodiché ti suggerirei un percorso di psicoterapia, visto che guarire da queste ferite molto profonde richiede tempo. Resto a disposizione per un consulto on line. Un caro saluto
Buonasera, dalla situazione da lei descritta si percepisce un grande dolore che sembra dovuto ad una gestione difficile della sua relazione, Gestione di cui lei sembra consapevole. la consapevolezza peró non é sempre abbastanza, quindi comprendo benissimo la sua domanda in questo portale. Le consiglio un percorso che porti dalla consapevolezza al sentire davvero internamente la possibilitá del cambiamento da lei aupicato. Resto a disposizione per maggiori informazioni e per l'eventualitá di un percorso in presenza o online. Cari saluti
Prof. Antonio Popolizio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, brevemente credo che lei abbia bisogno di una nuova terapia per risolvere il problema che si è presentato nuovamente nella sua vita creandole il disagio che ci racconta. Il sostegno psicologico è una cosa a cui affidarsi periodicamente nello stesso modo con cui ci affidiamo al nostro medico curante per il controllo della salute. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Dott.ssa Alessandra Matta
Psicologo, Psicologo clinico
Cagliari
Ciao, leggendo le tue parole mi sembra di percepire tanta fatica da parte tua e tanta paura di perdere una relazione che ti rende difficile e mi dispiace. Non soffrire da sola, non avere paura da sola, cerca conforto e comprensione, innanzitutto da chi ti sta vicino. Per esempio, hai mai affrontato l'argomento con il tuo fidanzato, a mente lucida e razionale? Hai provato a spiegargli cosa provi e come ti senti? Questo permetterebbe a lui di poter capirti meglio, sapere perchè hai un certo tipo di reazioni, e a entrambi, idealmente, di comunicare meglio.
In secondo luogo, mi sei sembrata abbastanza sul pezzo per quanto riguarda il tuo funzionamento, quindi direi che la terapia sia stata portata a termine con successo. Tuttavia la vita è costellata di fatiche, eventi che possono sconvolgerci, o anche solo nuove consapevolezze, anche su cose su cui si è già andati a lavorare! Forse può essere il momento di iniziare un nuovo lavoro per approfondire certe tematiche e prendersi cura di queste paure.
Mi sento di mandarti un abbraccio e resto a disposizione per qualsiasi informazione o chiarimento!
Dott.ssa Fabiola Ribechini
Psicologo
Castelfiorentino
Buongiorno, quello che lei racconta ha assolutamente senso: Lei sta riproponendo in maniera involontaria lo script relazionale con i suoi genitori. Purtroppo anche se ci hanno fatto male, finché non elaboriamo bene le situazioni e le collochiamo nel passato, cioè dove sono avvenute, queste continueranno a ripresentarsi nelle sue relazioni e involontariamente tenderà ad allontanare il suo partner, continuando a riaprire la ferita che le è stata causata da piccola. Il mio consiglio è quello di ricominciare il suo percorso psicologico, con il vecchio psicologo o con uno nuovo, e andare a fondo di questo suo vissuto e per raggiungere quello che lei chiama giustamente "consapevolezza", con "pazienza e dedizione".
Le consiglio di cercare uno psicologo che pratichi come me la tecnica EMI (ma anche EMDR può andare bene), terapia a mio avviso molto adatta in queste situazioni.
Spero di esserle stata d'aiuto.
Resto a disposizione per qualsiasi necessità,
dott.ssa Fabiola Ribechini
Gentile utente, il percorso di terapia che ha intrapreso tempo fa è senz’altro evidente: ha una significativa consapevolezza dei suoi stati emotivi e delle sue dinamiche relazionali all’interno della coppia. Le ferite abbandoniche sono tra quelle più antiche e profonde e in questo caso immagino il bisogno di riconoscimento di esse, affinché i nodi del passato non la blocchino oggi. Ho immaginato il senso di solitudine e non riconoscimento nei momenti di “fragilità emotiva” di cui ha parlato, per cui la inviterei a intraprendere un nuovo percorso in questa fase della sua vita, in modo da trovare innanzitutto uno spazio di riconoscimento, esplicitazione e accoglienza dei suoi stati emotivi, così da poter lavorare e ri-costruire un suo spazio relazionale sano, lavorando sulle ferite abbandoniche, di cui parla. Le auguro un buon proseguimento e resto disponibile anche online. Un caro saluto, Dott.ssa Martina A. Cerelli
Dott. Andrea Moro
Psicologo, Psicologo clinico
Alghero
Buongiorno, mi dispiace molto per la situazione che stai attraversando. Dalla tua descrizione sembra che tu stia affrontando una serie di sfide legate alla tua emotività e alle relazioni interpersonali, in particolare con il tuo fidanzato. È positivo che tu abbia già lavorato su te stessa in terapia e che abbia raggiunto una certa serenità e stabilità emotiva, ma è anche chiaro che ci siano ancora aree in cui desideri crescere e migliorare. Per affrontare la situazione con lui , potresti considerare di esplorare più approfonditamente i tuoi bisogni emotivi e comunicarli in modo aperto e onesto. Inoltre, potresti continuare a lavorare su te stessa attraverso l' aiuto di uno psicologo o uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale (CBT), esperti nell'individuare strategie pratiche ed efficaci per affrontare le difficoltà attuali. La CBT si concentra sul comprendere e modificare i pensieri e i comportamenti che influenzano le emozioni, offrendo strumenti concreti per migliorare il tuo benessere psicologico. Resto a tua disposizione per qualsiasi chiarimento o supporto aggiuntivo.
Un caro saluto,
Dott. Moro
Dott.ssa Maria Torromacco
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Gentile utente grazie per aver portato qui il suo stato d'animo. E' ammirevole la sua esposizione e consapevolezza di tanti punti che reggono questa storia.
Le consiglio di iniziare un percorso psicoterapico perchè è chiaro che ci sono ancora altrettanti punti da affrontare e trattare così da poter aver maggior consapevolezza di ciò che le accade e perchè le accade.
Resto a sua disposizione.
Un caloroso abbraccio
Dott.ssa Chiara Ilardi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve,
Ho letto il suo messaggio e mi dispiace della sua grande sofferenza che si può cogliere benissimo dalle sue parole.
Lei ha detto di aver già fatto un percorso terapeutico ma leggendo ciò che scrive non è riuscita a risolvere il suo problema. Nonostante ciò io le consiglio di ricominciare un percorso di sostegno psicologico che le consente di poter comprendere quali siano le reali cause dietro al suo dolore e paura dell'abbandono, affrontare traumi del suo passato come il rapporto complicato coi i suoi genitori, imparare ad affrontare le sue paure e soprattutto accrescere la sua autostima. Lei ha detto che le sedute con il mio collega vertevano soprattutto sul rapporto difficile coi suoi genitori e le posso dire che non era così sbagliato perché la maggior parte delle volte dietro la paura dell'abbandono vi sono storie di rapporti disfunzionali con le figure genitoriali che vanno poi ad influenzare lo sviluppo della nostra personalità, le nostre modalità comportamentali e relazionali. Purtroppo i percorsi terapeutici possono essere piuttosto lunghi affinché vengano trattati tutti gli aspetti che sono alla base del nostro disagio e sofferenza e non sempre si possono affrontare più situazioni assieme.
Io le auguro di trovare la forza a riprovare un percorso di sostegno psicologico e che questa volta riesca ad acquisire le risposte che cerca ed ad affrontare e superare le sue paure e le ferite che l'hanno segnata.
Resto a disposizione tramite i miei canali social in quanto non ho modo di visualizzare messaggi qui.
Un caro saluto,
Dott.ssa Ilardi Chiara
Dott.ssa Irene Ferrara
Psicologo
San Martino Buon Albergo
Ciao, grazie per aver condiviso la tua esperienza. Da ciò che racconti, ci riporti che stai affrontando dinamiche legate alla sindrome dell'abbandono, una tematica spesso connessa a vissuti di attaccamento insicuro e alla difficoltà di sentirsi emotivamente al sicuro nelle relazioni. Il fatto che tu abbia già intrapreso un percorso terapeutico è un ottimo punto di partenza, ma è comprensibile che alcuni schemi si ripresentino. La tua testa pensa in questo modo da anni e non è immediato e facile uscire da alcuni schemi quando si è inserito il “pilota automatico”. La terapia può aiutarti a fare proprio questo. Le reazioni che descrivi, come il bisogno di allontanarti quando provi dolore emotivo o la difficoltà nel tollerare la frustrazione di non sentirti capita, potrebbero essere meccanismi di difesa appresi per proteggerti dalla paura del rifiuto. Questo può portare a un meccanismi quasi paradossali, spingendoti a chiudere la relazione prima di sentirti realmente ferita. Comprendi però che ogni cosa che la nostra mente ci dice di fare lo fa per proteggerci anche se nel lungo periodo vediamo gli effetti negativi. Il fatto che tu sia consapevole di questi meccanismi e motivata a lavorarci è un segnale molto positivo. Con il giusto equilibrio tra pazienza, consapevolezza e strumenti adeguati, puoi sicuramente costruire un rapporto più sereno e soddisfacente. Soffermati ad osservare quando ti capita che questo meccanismo si “accende”, può esserti utile per diventarne più consapevole e imparare a gestirlo.
Dott.ssa Ilenia Morreale
Psicologo, Psicologo clinico
Trento
Grazie per aver condiviso con tanta sincerità.
Quello che descrivi è coerente con uno schema di abbandono che può attivarsi in situazioni percepite come distacco o mancata empatia. È come se, in quei momenti, si attivasse una parte vulnerabile che teme la solitudine e cerca di proteggersi attraverso reazioni impulsive (come lasciare il partner), seguite da senso di colpa.
Potresti lavorare su: riconoscere i trigger emotivi e imparare a individuarli prima che scattino le reazioni impulsive; sulla regolazione emotiva con tecniche DBT, di mindfulness e defusione cognitiva (come osservare i pensieri invece che fonderti con essi).
Usare il diario ABC per identificare pensieri automatici e alternative più funzionali.
Comunicare in modo assertivo i tuoi bisogni affettivi, senza passare attraverso minacce o rotture.
Considera anche un breve percorso con un terapeuta specializzato in schema therapy o CBT focalizzata sulle relazioni, per approfondire e rinforzare queste risorse.
Un saluto cordiale
dott.ssa Morreale Ilenia
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,

ha descritto con grande chiarezza e profondità un meccanismo emotivo complesso: il bisogno intenso di sentirsi compresa e rassicurata, che quando resta insoddisfatto genera dolore e porta a reazioni impulsive di chiusura o fuga. Non è segno di debolezza, ma la traccia di un modo antico di difendersi dal senso di solitudine e rifiuto.

Già il fatto che riesca a riconoscere ciò che accade — il passaggio dalla fragilità alla rottura e poi al pentimento — è un punto di forza: significa che vede il ciclo e può imparare a interromperlo prima che si compia del tutto.

Può aiutarla:
– fermarsi un attimo prima di agire, riconoscendo che ciò che prova non è il gesto dell’altro, ma il dolore profondo che quel gesto riattiva;
– comunicare il bisogno senza minacciare la relazione, usando frasi come “in questo momento mi sento non capita, ho bisogno di un po’ di presenza o di una parola gentile”;
– allenarsi a tollerare un po’ di distanza emotiva, ricordando che non sempre l’altro riesce a rispondere subito, e che ciò non significa essere abbandonata;
– curare la parte più piccola di sé, quella che teme di non essere amata: prendersene cura consapevolmente la aiuterà a non chiedere al partner di colmare da solo quel vuoto.

Tra le letture che possono accompagnarla le consiglio:
– “Attaccamento e perdita” di John Bowlby (per comprendere le radici dei legami affettivi),
– “La paura di amare” di Giovanni Liotti e Paolo Cortellessa,
– “Donne che amano troppo” di Robin Norwood, che affronta proprio il tema del bisogno di accudimento nelle relazioni.

Un percorso psicologico orientato al lavoro sui legami affettivi potrebbe aiutarla a consolidare questi progressi e a trasformare le crisi in momenti di consapevolezza e dialogo.

Un cordiale saluto,
Dott.ssa Sara Petroni

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.