Chi stabilisce il tempo (inteso come mesi) di durata di una psicoterapia? Il tempo è uguale per tut

19 risposte
Chi stabilisce il tempo (inteso come mesi) di durata di una psicoterapia?
Il tempo è uguale per tutti o varia da caso a caso?

Come può un paziente rendersi conto da solo che la terapia che segue da 3 anni stia funzionando o meno? Chi dice a quella persona che magari per il tipo di problema che ha ci vuole più tempo per far sì che quella terapia dia i suoi frutti?
Gentile Utente, la durata della psicoterapia varia da persona a persona. Le psicoterapia possono avere durata variabile in base al tipo di orientamento del terapeuta. Ad esempio se il terapeuta è di orientamento psicodinamico è possibile che la terapia duri a lungo e che le sedute siano settimanali. Diverso sarà se il terapeuta che sceglie/ha scelto è di orientamento breve strategico, cognitivo comportamentale, sistemico relazionale ecc.
Ad ogni modo, un cliente potrebbe risolvere la questione che lo ha portato in terapia con poche sedute così come potrebbe avere bisogno di qualche mese o di un anno. E' tutto estremamente soggettivo.
Per capire se la psicoterapia che sta facendo sta dando i suoi frutti potrebbe ad esempio riflettere con il suo terapeuta sui cambiamenti che sono avvenuti da quando ha iniziato la terapia fino ad ora.

Cordiali saluti,
Dott.ssa Federica Rizzo

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Buongiorno. Una buona terapia è generalmente una terapia che riesce a imbrigliare e mitigare la quota di angoscia libera nel consultante. Questo fa sì che ognuno, con i propri tempi, possa facilmente comprendere se il lavoro che sta facendo sia o meno proficuo.
Se parliamo di sintomi, la remissione è sempre effetto di un'aggiunta di sapere su sé stessi. Vi sono a volte effetti rapidi, a volte meno rapidi; ma tutti sono conseguenza di qualcosa su cui il consultante ha cominciato o ricominciato a ragionare. Non è detto tuttavia che, in mancanza di una remissione del sintomo, o di una sua trasformazione, non si sia svolgendo un lavoro psicoterapeutico: dipende da quanto il sintomo stesso sia sentito come estraneo e insistente: ancora una volta è il consultante a fare da metro.
SM
Gentile Signore/a le questioni che pone sono molto importanti sul piano teorico e le risposte variano in funzione dei diversi orientamenti.

“Chi stabilisce il tempo (inteso come mesi) di durata di una psicoterapia? “
La durata dipende solo dalle persone coinvolte in questo lavoro. Di solito la richiesta di concludere una terapia proviene dallo psicoterapeuta. Questa è sicuramente una buona prassi che bisogna cercare di rispettare ma, non è detto che sia sempre così.

Il tempo è uguale per tutti o varia da caso a caso?
Assolutamente no, il tempo varia molto e i fattori che lo influenzano sono molti. Io ritengo che il più importante sia legato al tipo di relazione che si sviluppa fra terapeuta/i e paziente/i nonché dai presupposti teorici utilizzati dallo psicoterapeuta. Le rappresento che esistono vari orientamenti alcuni definiti brevi e altri molto più lunghi.

Come può un paziente rendersi conto da solo che la terapia che segue da 3 anni stia funzionando o meno?
In tanti modi un “paziente” può rendersi conto che il lavoro “stia funzionando”. Non penso che le sia utile avere una lista di indicatori che come le dicevo varia in funzione delle diverse teorie. Personalmente ritengo che un lavoro proceda bene quando il “paziente” man mano riattiva la capacità di riflettere su se stesso.
Chi dice a quella persona che magari per il tipo di problema che ha ci vuole più tempo per far sì che quella terapia dia i suoi frutti?
Gli specialisti in grado di rispondere a questa domanda sono molti e di fatto partono tutti da una diagnosi che gli permette di fare una previsione dell’andamento o prognosi. Di solito gli psicologi non amano molto i test e le diagnosi poiché tendono ad considerale meno utile rispetto ad una psicoterapia. Non penso che sia difficile trovare uno psicologo esperte in diagnosi psicologiche. Alcune USL hanno questo tipo di strutture oppure le può cercare presso i laboratori delle Università.
Ovviamente dalla breve nota che ho letto non si comprende se queste domande riguardano una persona che le è cara o se sono delle riflessioni che la riguardano. In quest’ultimo caso potrebbe essere interessante parlarne con lo psicoterapeuta.
Gentile Utente,
non c'è una durata standard per un percorso di psicoterapia. Ci sono approcci che più di altri "vendono" la velocità di cambiamento, ma la verità è che sono tracce e nulla più, perché ciascun paziente è diverso, ed è impossibile sapere quali criticità porterà con sé prima di averlo conosciuto. Ciò detto, se la terapia inizia per intervenire sul sintomo, l'efficacia può essere discussa proprio sulla base di quanto quel sintomo si sta alleggerendo o se ne sta comprendendo la natura. Esistono tuttavia obiettivi terapeutici più lunghi, che possono richiedere maggiore pazienza. In ogni caso, giusto o sbagliato che sia, è normale fare dei check e chiedersi se la terapia sta funzionando (soprattutto dopo 3 anni), l'importante è che la risposta si origini da una riflessione a due, paziente e terapeuta insieme. Un caro saluto
Gentile utente, tutte le domande che pone, potrebbe parlarne con il suo terapeuta e comprendere fino ad oggi il suo percorso, se ci sono stati cambiamenti, obiettivi raggiunti. In genere il tempo nella psicoterapia non è quantificabile a priori, è una variabile soggettiva, un altro fattore da considerare è l'orientamento del terapeuta. L'importante che le Sue riflessioni/richieste le condivida con il suo terapeuta così da capire come procedere nel percorso terapeutico. Cordiali saluti dott.ssa Troisi
Gentile utente ogni caso è soggettivo, ogni persona è diversa dall'altra e due persone con la stessa patologia possono richiedere tempi diversi per la risoluzione del problema proprio perché ogni persona è diversa dall'altra . una persona si rende conto se la terapia sta funzionando vedendo e sentendo dei cambiamenti e confrontatosi anche con il terapeuta . per qualsiasi informazione resto a sua disposizione . cordiali saluti
Caro Utente
penso che le sue domande siano legittime e che dietro a queste sia possibile aprire altre riflessioni.
Se si guarda alla terapia come ad un viaggio le sue domande possono essere anche qui legittime ed essere declinate nei seguenti modi... "siamo arrivati?""oppure"quanto manca alla destinazione?"
Il punto è "dove voleva arrivare"? "quali sono le fermate che ha fatto lungo il tragitto e che sono state significative per lei per arrivare dov' è ora?"
Sia lei che la sua Terapeuta potete valutare com'è stato viaggiare insieme, quali sono stati gli ostacoli che avete incontrato e se avete raggiunto quello che lei desiderava per sé... penso che sia importante parlarne insieme e sentirsi dei viaggiatori che condividono uno scopo.
Spero che la mia risposta possa essere di aiuto per le risposte che cerca.
le auguro buon Viaggio!
Buongiorno,
in alcuni casi ci sono dei protocolli che stimano il tempo medio di guarigione dei pazienti. La cosa migliore è comunque quella di procedere per obiettivi e capire così se si sta progredendo verso un maggior benessere.
Personalmente, ho pazienti che raggiungono gli obiettivi in brevissimi tempi, ma che continuano a venire, magari a cadenza minore, perché trovano nello psicologo un punto di riferimento.
dott Tealdi
Buongiorno, il lavoro di psicoterapia è un lavoro di relazione, il tempo lo stabiliscono paziente e terapeuta insieme sulla base degli obiettivi raggiunti o da raggiungere. i miglioramenti li deve sentire prima di tutto la persona in terapia e confermati dal terapeuta.
proprio perchè ognuno di noi è diverso i tempi e i percorsi sono assolutamente individuali.
Il.mio suggerimento è di confrontarsi su questo con chi la segue è porre al terapeuta la domanda sul contratto terapeutico. Pagamento, frequenza, durata e luogo sonori cardini di una buona Buona alleanza. Se vacilla la fiducia il lavoro si arena improduttivamente
La durata della terapia non è definibile a priori. Quando si inizia un percorso però vengono definiti degli obiettivi che vengono via via rivalutati ed eventualmente modificati. Se non lo ha già fatto, può provare a porre al terapeuta i propri dubbi in merito al percorso. Questa sarà un'ottima occasione di confronto che darà spunti utili ad entrambi rispetto a come procedere. Saluti.
All'interno del rapporto psicoterapeutico vengono definiti i tempi e le modalità del percorso...in genere il paziente è il primo che si accorge del suo miglioramento e lo condivide con il terapeuta
Gentile utente di mio dottore,
La durata di un percorso di psicoterapia è imprevedibile. I processi evolutivi e di cambiamento che si attivano nel corso della psicoterapia richiedono un tempo diverso a secondo dei casi e del paziente.
Solitamente una psicoterapia tende a strutturarsi in due periodi, un primo che è quello riguardante l' esplorazione della storia del soggetto sia individuale che familiare e il secondo volto a valutare i cambiamenti necessari al fine di poter aiutare il paziente a scegliere strade che possano portare al benessere. Questa seconda fase risulta esser la più difficile e complessa in quanto è proprio quella che richiede maggior fatica e uno sforzo da parte del soggetto chiamato a rettificare dei pattern di comportamento relazionale a cui probabilmente è abituato da sempre. L accesso al ventaglio di possibilità diverse indicate proprio dal terapeuta stesso sarebbe ciò che determinerebbe la guarigione psichica del paziente.
Per ulteriori informazioni o chiarimenti non esiti a contattarmi privatamente.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno! Non si può sempre stabilire a priori la durata di un trattamento. Ci sono problematiche che richiedono tempo e bisogna considerare anche le risorse e le fragilità del paziente in questione. Dopo un anno in genere si nota qualche differenza, chi può dire se la fa stare meglio è lei stessa. Qui mi pare di capire, fra le righe, che si sia chiedendo dove sia arrivata e quali obiettivi sono raggiungibili a medio termine. Per queste ultime tematiche dovrebbe riferirsi al terapeuta in questione.
Saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente, nessuno può stabilire a priori la durata di una terapia, in quanto è estremamente soggettiva, le variabili in gioco sono molteplici e riguardano sia il paziente (età, patologia, terapie pregresse, terapia farmacologica, resistenze, fiducia...) sia il terapeuta (orientamento professionale). Anche la valutazione dell'andamento terapeutico è una questione da valutare caso per caso, in base agli obiettivi terapeutici, alla sensazione del paziente e al pensiero del terapeuta. Le consiglio, pertanto, di parlarne apertamente con chi la sta seguendo. Un caro saluto
Salve, strano che non ne parla con il suo terapeuta.
Dovrebbe essere un'interessante riflessione da fare insieme. Dovrebbe essere utile lavorare su questi dubbi
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
......ma soprattutto: come mai non ha già queste risposte dal suo terapeuta?.....
Buongiorno.
Domanda molto ampia: dipende da molti fattori. A livello generale: dal disagio presentato, dalla personalità del soggetto, dal tipo di psicoterapia proposto, dalla finalità del trattamento. Ad un livello più specifico, tra diversi altri fattori, si possono considerare la qualità della motivazione, le resistenze al lavoro terapeutico, la capacità di elaborazione psichica. Aspetti questi che non possono essere definiti a-priori, ma compresi e trasformati solo in corso d’opera. In linea di massima, una psicoterapia richiede tempo: quanto, dipende dal passo di ciascuno.
Se però questa domanda la riguarda personalmente e va al di là di una generica curiosità, ne parli col suo terapeuta. SG

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