Buongiorno, vorrei presentare, cercando di essere il più possibile breve, la mia condizione mentale

21 risposte
Buongiorno,
vorrei presentare, cercando di essere il più possibile breve, la mia condizione mentale attuale per avere un parere. Sono sempre stata una persona abbastanza diffidente e sospettosa, ma ho sempre cercato e sperato in un incontro positivo con gli altri. Oggi sono invece al punto in cui praticamente non sopporto più nessuno e cosa ancora più grave non credo più in quasi nessuno tranne pochissime persone molto vicine a me che pur avendo anch'esse i loro difetti lasciano comunque trasparire un sentimento di amore autentico. Da tutti gli altri (e parlo sempre di una cerchia di persone care) mi arrivano spesso brutte sensazioni di sentimenti di invidia , oppure di desiderio di controllo o cose simili e quando va meglio indifferenza. In realtà non ho nulla di grandioso per cui essere invidiata se non forse la mia volontà e determinazione nel cercare qualcosa di buono e bello per me e di farlo con la mia testa ,seguendo idee che sono mie e ricevendo in cambio come l'impressione di aver "deluso" per questo. Vi ringrazio per qualunque cosa vogliate scrivere a riguardo.
Saluti
Gentile Utente,
sembra guidata dal desiderio di incontro con l'Altro, che però viene frustrato dall'attesa di una reazione che appare un misto di invidia e delusione. Oggi, pur non precludendosi nulla, diffida della possibilità di incontrare qualcuno che le riservi un sentimento autentico, capace di sintonizzarsi davvero con lei, e sembra lasciarle in eredità uno sguardo distante sul mondo, quasi un senso di non appartenenza. Non conosco la sua storia, né quali esperienze abbiano nutrito l'idea di un Altro inaffidabile e indisponibile, ma il suo messaggio sembra quasi cercare un'autorizzazione a continuare a sperare di cambiare il destino del suo desiderio. Magari sbaglio, ma trovo che questo potrebbe essere il nucleo centrale di un importante lavoro terapeutico, che non le venda il sorriso degli Altri, ma la capacità di riconoscersi il diritto di continuare a cercare uno sguardo accogliente su di sé. Un caro saluto

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Salve, mi spiace per la situazione ed il disagio espresso. Come mai è sempre stata diffidente e sospettosa? quali eventi di vita le hanno insegnato a mantenere le dovute distanze dagli altri? Da dove derivano le sensazioni di invidia che non le permettono di vivere appieno le relazioni sociali? Come vede sono molte le domande che queste sue righe suscitano, a mio avviso sarebbe inoltre essenziale intraprendere un percorso di supporto psicologico che possa identificare e riconoscere cause e fattori di mantenimento dei suoi sintomi.
Cordialmente, dott. FDL
Buona sera, mi scusi ma non riesco a capire la sua richiesta/domanda. Da quello che lei scrive mi sembra che sia una domanda di natura relazionale e di come lei si approccia alle persone. Dice che c'è stato un cambiamento, su come vede e percepisce la maggior parte delle persone, percepisce invidia, desiderio di controllo ecc....e questo come la fa sentire?.
Dott.ssa Chiara Pavia
Gentile signora,
Penso sia utile approfondire la natura, la frequenza e l’intensita’ di questi pensieri e delle aspettative di cui lei parla. Soprattutto se hanno il potere di indurla a percepire in se stessa sofferenza/insofferenza emotiva e relazionale.
Valuti dunque serenamente la possibilità di svolgere anche solo un colloquio di consulenza con un professionista: assieme potrete mettere a fuoco adeguatamente il problema.
Cordialità, dott.ssa Mariagrazia Fanciulli
Buonasera, gli elementi che fornisce non sono sufficienti per darle una risposta definitiva; Le consiglio un colloquio dove sarà necessario conoscere altri aspetti del suo stato psicologico e dove potrà fare maggiore chiarezza riguardo alla sua situazione. Un caro saluto Dr.ssa Claudia Sposini
Salve, è difficile poterle dare una risposta precisa con così pochi elementi.
Ha mai pensato ad intraprendere un percorso di psicoterapia? Potrebbe aiutarla.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Gent.mo utente, la situazione e il disagio che descrive sembrerebbero presenti da tempo e potrebbero quindi configurarsi come tratti di personalità più o meno stabili. Potrebbe essere opportuno consultare uno specialista in psicoterapia cognitiva per eventualmente provare a lavorare su vari aspetti di sé, come ad esempio le abilità metacognitive. Cordialmente.
Gentile utente, se ha raggiunto questo stato di sospettosità e scarsa tolleranza nei confronti degli altri, un motivo ci sarà, ed è bene identificarlo per poi affrontarlo. Quali esperienze negative ha affrontato in passato sul piano relazionale? In che modo queste esperienze hanno plasmato la sua idea degli altri? Quali livelli di generalizzazione, successivamente, ha raggiunto quest'idea? Sono tre quesiti in grado di orientare il pensiero verso una maggiore consapevolezza di sé e del proprio vissuto emotivo.
Gentile Utente,
dalle sue parole emerge un importante bisogno di relazione, ma la sua difficoltà ad affidarsi non le permette questo. Se dovesse intraprendere un percorso terapeutico probabilmente questo la potrebbe aiutare a comprendere l’origine dei suoi schemi di funzionamento ed eventualmente “lavorarci” per raggiungere un maggiore benessere.
Cordiali saluti
Gentile Utente. È bello seguire le proprie idee con determinazione nell'obiettivo di trovare ciò che per noi è buono sano e positivo, a patto che ciò non ci conduca fuori strada, facendoci poi stare male.
Dia comunque una possibilità alle nuove persone che incontra e alle sue relazioni, certo senza illusioni! Tutti abbiamo diritto ad una "chance" in un periodo carico di diffidenze e sospetti.
Buongiorno. Sicuramente è difficile poterle dare un parere con così pochi elementi e non conoscendo la sua situazione. Dalle sue parole però traspare molto dolore e rabbia da un lato, ma dall'altro anche desiderio di vicinanza e contatto. Le relazioni sono complesse, un po' per tutti, e possono creare profonda sofferenza ma anche nutrimento e soddisfazione. Magari può considerare la possibilità di rivolgersi a uno psicologo per iniziare un percorso che possa aiutarla a ritrovare la serenità relazionale che si merita.
Un caro augurio.
Gentile utente, penso che se le sue sensazioni sono sempre molto simili in presenza di persone diverse tra loro, potrebbe essere che la motivazione sia dentro di sè. Come mai si sente sempre così invidiata e ha paura di essere controllata? Cosa intende con l'avere "volontà e determinazione nel cercare qualcosa di buono e bello per me e di farlo con la mia testa ,seguendo idee che sono mie e ricevendo in cambio come l'impressione di aver "deluso" per questo"? Credo che ci potrebbero essere tanti spunti per intraprendere un percorso conoscitivo che la potrebbe aiutare molto nella gestione delle relazioni interpersonali, che sono imprescindibili per il nostro benessere psicologico. Un caro saluto
Salve gentile signora, credo che gli elementi siano diversi e complessi. Deludere gli altri ha sempre a che fare con quanto e come gli altri ci vedono,rispetto a ciò che siamo. Dal suo racconto, appare un grande desiderio di affermarsi, ma chiaramente necessità di ulteriore approfondimento.
Resto a sua disposizione
Dr.ssa Rosaria Bertuccelli
Buongiorno, per rispondere alle sue domande è sicuramente necessario fare un approfondimento. Ha mai pensato a come mai è sempre stata diffidente e sospettosa e a quali situazioni le hanno insegnato a mantenere le distanze dagli altri? Sicuramente un percorso di supporto psicologico con un esperto può aiutarla a fare un po' di chiarezza e ad identificare per poi affrontare quegli elementi che la fanno soffrire. un caro saluto Greta Casiraghi
Cara utente, grazie innanzitutto per aver condiviso il suo disagio. Da quanto emerge dalle sue parole sembra che il suo disagio derivi da una contrapposizione importante tra due bisogni: il bisogno di affermarsi e quello di costruire e nutrirsi di rapporti di stima e di genuina reciprocità. Per definizione questi sono bisogni che non si escludono l'un l'altro, ma nel suo caso comunque non trovano un buon incastro. Sarebbe importante capire quale sia la ragione di questo mancato incontro che l'ha portata a vivere ad oggi questo senso di insofferenza verso gli altri.
Un percorso psicologico potrebbe esserle sicuramente d'aiuto in questo.
Dott.ssa Chiara Ripa
Buongiorno, la situazione che descrive è sicuramente provante e per questo la ringrazio di averla condivisa.
Le nostre esperienze di vita possono creare alcuni "nervi scoperti" da cui cerchiamo di restare lontani perché insopportabili o connessi ad emozioni troppo dolorose. Tuttavia, questa necessità di restarne lontani spesso si mette in mezzo alla realizzazione del nostro scopo: ho troppa paura del giudizio dell'altro o della possibilità che resti delusa e per questo mi limito nelle mie relazioni. In questo modo però, ci poniamo in una condizione di non sperimentare nuove relazioni, con la possibilità di disconfermare l'idea che tutti i miei futuri rapporti funzioneranno in questo modo.
Un percorso psicologico può aiutarla ad identificare i meccanismi. spesso non consapevoli, che sono alla base di questo circolo di rinforzo dell'allontanamento dagli altri.
dott. De Rosa Saccone
Gentile utente,
La diffidenza è quell'emozione che non ci permette di fidarci degli altri. È come se vivessimo sempre in uno stato di allerta. Può quindi diventare un ostacolo nel costruire relazioni positive. Una consulenza psicologica può aiutarla a vivere con più serenità il rapporto con gli altri. Un cordiale saluto
Buonasera gentile utente,
dalle sue parole emerge amarezza per la condizione espressa. Da terapeuta sistemico-relazionale penso istintivamente allo stile di attaccamento che lei ha avuto con i suoi genitori e come questo possa avere influenzato il corso della sua vita relazionale. Ha mai intrapreso percorsi psicoterapici? La conoscenza del proprio modo di stare al mondo e rapportarsi con il mondo in base a schemi appresi e fatti propri può sicuramente aiutare a comprendere il perchè di alcune azioni o pensieri.
Per chiarimenti in merito resto a disposizione,
un cordiale saluto!
Dott.ssa Valentina Maggiore
Salve, la questione andrebbe approfondita con un professionista. Dovrebbe cercare di indagare sulle dinamiche di queste sensazioni ed eventualmente agire direttamente sulle cause. Affronti un percorso e riponga fiducia in un professionista di sua scelta, sicuramente ne troverà beneficio.
MMM
Buongiorno, la scarsa fiducia negli altri rimanda alla pochissima fiducia in se stessi e nelle proprie capacità di costruire delle buone relazioni. Credo che andrebbe indagata l'origine della sua sfiducia, che la sta conducendo a ritirarsi dal mondo delle relazioni, di cui non possiamo fare a meno senza privarci della possibilità di stare bene. Dott.ssa Franca Vocaturi
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati o richieste di una seconda opinione.
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.