Buongiorno, vorrei esporvi un problema d’ansia con cui convivo da un paio di mesi. Premetto che sono

15 risposte
Buongiorno, vorrei esporvi un problema d’ansia con cui convivo da un paio di mesi. Premetto che sono in cura tramite uno psicoterapeuta ma risulta molto difficile nel mio caso saper esprimere in quell’ora di seduta tutti i sentimenti e le emozioni che provo senza farmi trascinare dall’emozione del momento. Vengo da un periodo particolare ad ottobre ho cambiato casa e sono andata a convivere, a gennaio ho avuto un piccolo problema di salute che mi ha molto spaventata a febbraio sono stata operata di una fistola, a maggio il mio ragazzo con cui condividevo tutto è andato a lavorare e non frequenta più l’università con me. Tutti questi fattori, presi singolarmente, hanno sicuramente contribuito allo stato attuale. Ora però, più che continuare a cercare l’artefice voglio concentrarmi su come uscire da quello che penso. Sono qui dunque ad esprimervi le mie emozioni.
La mia ansia è strana. A volte non so nemmeno se quello che provo è ansia oppure un senso di angoscia che mi pervade.
Sono in preda a pensieri che vanno dai più disparati. È come se nella libreria della mia mente tutti gli scatoloni fossero caduti per terra.
A volte mi rendo conto che quello che prima mi piaceva e mi dava stimolo tipo ‘a settembre torno a Milano, si studia duro per raggiungere il successo’ ora è come se non mi stimolasse più. Se prima questo mi rendeva felice e mi rassenerava ora non lo fa più e sentirmi così mi genera ansia.
Oppure prima pensare di ‘tornare a casa vedere un film E farmi le unghie’ mi generava serenità ora sembra che non mi piaccia più e questo mi fa paura
È come se fossi in qualche modo diversa e questo essere diversa mi spaventa tantissimo. Vorrei la me di prima ma non riesco a trovarla
Oppure se prima ‘non mi andava di telefonare il mio ragazzo perché mi volevo rilassare’ e nel fare questo pensiero ero serena ora invece mi genera ansia perché subito penso’ e questo che vuol dire? Vuol dire che non lo vuoi più?’ E parte il panico
Anche con lo studio adesso sento che non ho voglia . Non ho voglia di studiare, di mettermi lì a fare la ‘full immersion’ non mi va. E quindi penso ‘ ma non puoi sentirti così! Ti devi laureare devi studiare. Che cos’è questo modo di vivere?’ E mi viene ansia
Sento come se le mie abitudini e il mondo fosse cambiato e io stessi facendo lo sforzo di riadattarmi
In tutto questo il futuro e le responsabilità mi mettono ansia. Studio ingegneria mi mancano 4 esami alla fine della magistrale eppure non riesco a trovare la motivazione per studiare, le frasi che prima mi ripetevo ‘ anche se non hai voglia oggi, devi studiare per diventare qualcuno di importante domani’ oppure ‘ immagina il giorno della tua laurea come sarai felice ‘ ora non mi fanno più alcun effetto e il fatto che non mi facciano effetto mi genera ansia.

Riconosco che c’è uno schema: faccio un pensiero, non riconosco le emozioni che provo associate a quel pensiero o comunque ‘ non le ritengo giuste ‘ , quindi mi spavento e mi agito’.

E se invece l’ansia fosse un campanello d’allarme che mi dice che devo cambiare tutto? E se tutti i pensieri che mi generano ansia fossero veri? Questo è il pensiero che più di tutti mi spaventa

Cosa ne pensate?
Grazie
Cara utente, posso solo immaginare cosa sta attraversando. Farsi delle domande sui propri pensieri, riflettere sul loro significato e sulla loro origine non è affatto semplice. La terapia può essere un luogo che aiuta anche a mettere in ordine. Se per lei fosse difficile esprimere tutto ciò che le accade durante la seduta di terapia, potrebbe provare, in primis a condividere proprio questa fatica con il suo terapeuta, in un secondo momento potrebbe pensare di scrivere sulle note del telefono o in un quadernino tutto ciò che vorrebbe dire, e condividerla poi in terapia. Ne parli apertamente con il suo terapeuta, e troverete insieme la strategia che meglio si addice a lei.
Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo

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Gentilissima, mi spiace per la sofferenza che si porta addosso. Ha fatto una riflessione importante, i suoi pensieri la portano all'ansia e l'ansia aumenta certi suoi pensieri. E' da qua che deve partire, si rivolga a un professionista, con il suo aiuto potrà esplorare emozioni e pensieri che stanno alla base del suo malessere, trovando le strategie più adatte per poterlo affrontare. L'ansia è legata ai pensieri, i pensieri sono, appunto, 'solo pensieri', che causano emozioni talvolta difficili da gestire ma niente di più. E i pensieri, così come sono iniziati, possono anche ridursi e allontanarsi.
Qualora lo volesse resto a disposizione, anche online.
i miei migliori auguri, dott.ssa Miculian
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, l'ansia è un'emozione complessa, data dalla mescolanza di rabbia e paura, che si genera perché ci troviamo di fronte a situazioni imprevedibili che non sappiamo come affrontare. Mi sembra di cogliere che prima di questo periodo lei si impegnava per raggiungere degli obiettivi che la definivano come persona di valore, probabilmente secondo il punto di vista delle persone per lei significative. Le cose che le sono capitate, anche se di lieve entità prese singolarmente, hanno provocato nel suo profondo una crisi valoriale per cui si sta chiedendo se sono davvero "suoi" quegli obiettivi e, parallelamente, teme di perdere il supporto di chi le sta vicino se li mette in discussione. I momenti di crisi sono preziosi perché la sofferenza e la confusione che provocano può portare ad esplorare più consapevolmente i propri vissuti, scoprire i propri bisogni e desideri e individuare modi nuovi e più funzionali per soddisfarli. Ritengo che in tali momenti può essere utile chiedere l'aiuto di un professionista esperto con cui iniziare un percorso per riappropriarsi di quelle dimensioni che sono state messe in secondo piano. Rimango a disposizione per ogni ulteriore chiarimento o necessità.
Dott.ssa Antonella Giardiello
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Buongiorno, le suggerirei di rappresentare il problema al suo terapeuta. Ritengo, infatti, che innanzitutto sia importante condividere con il suo terapeuta il proprio vissuto, con metodi anche alternativi, ad esempio scrivendo un promemoria da portare nel colloquio, come già suggeritole. Solo dopo alcuni tentativi di superare questo stallo, valuterei altre terapie o consulenze, soprattutto se ha iniziato il suo percorso psicologico da poco tempo. Ad ogni modo parte delle sue ansie (o angosce) potrebbero essere collegate appunto agli "scatoloni caduti a terra", nel senso che in questa fase di crisi (pure nel senso greco-antico del termine), lei sta sentendo la necessità di un nuovo ordine nella sua libreria, secondo nuovi e diversi criteri e priorità (e spesso l'ansia o l'angoscia accompagnano le fasi critiche e di svolta). In questo senso si può leggere l'impasse, che sta interessando pure il suo percorso di studi. Tenga presente che anche in una banale ottica di maturazione dell'encefalo (visto che se le mancano pochi esami alla laurea magistrale, avrà circa 23/24/25 anni), potrebbe darsi che stiano emergendo nuovi desideri o prospettive, più proprie e meno condizionate da altrui aspettative. Detto ciò, se lei durante questo suo faticoso percorso si renderà conto che dell'essere ingegnera non gliene importa proprio nulla, si regolerà di conseguenza. Mi permetta però un'osservazione: conosco diversi ragazzi o ex ragazzi e anche molte ragazze o ex ragazze, che con il passare del tempo si sono pentite di aver interrotto gli studi a pochi esami dalla laurea. Perdoni quindi il suggerimento da "boomer", ma un titolo come quello ingegneristico può sempre servirle e soprattutto nel mondo tecnico e tecnologico c'è bisogno di ingegnere oltre che di ingegneri. Per cui, se si renderà conto che il suo sogno non sarà ad esempio diventare violinista o scrittrice, magari a colpi di "18" o "copiando", faccia gli ultimi esami, contenendo eventuali ansie da prestazioni future o insicurezze, che spesso insidiano, chi sta per terminare il proprio percorso di studi. Cordialmente,
M.M.
Buonasera, la metafora che descrive: " è come se nella mia mente tutti gli scatoloni fossero caduti per terra" è eloquente. Probabilmente deve fare ordine ma vedere prima cosa contengono. Credo che il luogo ideale per porre i suoi quesiti sia all'interno del percorso che ha giustamente intrapreso. La sua psicoterapeuta "allaccerà" le sue emozioni alla sua storia e tutto le sarà più chiaro. Dopo potrà decidere spontaneamente se è tutto da cambiare o se deve modificare solo qualcosa. Di certo l'ansia le segnala che c'è un groviglio di emozioni da ascoltare e che esplodono, non a caso, in determinate situazioni.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile Amica,
dalla sua lettera, si comprende bene il periodo difficile che sta attraversando. I dubbi e le incertezze sembrano toglierle ogni energia, perché la richiamano alla loro angosciosa urgenza. Il periodo di passaggio (relazione, laurea, guai di salute) la interrogano, come sempre fanno per tutti, sul suo futuro, su cosa vuole veramente, e chi sente di essere. Vorrebbe essere "qualcuno importante", ma questo non la motiva (e come potrebbe?). Vorrei chiederle: importante per chi? Leggendola, infatti, ho immaginato che finora lo sguardo altrui, l'apprezzamento esterno, fosse molto importante per lei, ma che ora inizi a chiedersi come lei stessa si considera - proprio a 4 esami di distanza dalla sua laurea.
Abbia fiducia nella terapia, e provi ad esplorare quello che le suggerisco con la collega. Risolverà sicuramente!

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buongiorno, capisco la sua angoscia che la spinge a scriverci ma ogni risposta sarebbe riduttiva rispetto al percorso che giustamente ha scelto di intraprendere. Anche questa è una caratteristica dell'ansia, ma la concentri nel suo percorso, ne parli con la terapeuta, trovi alcune strategie come le hanno già consigliato per parlare di tutto ciò che serve anche annotandosi le cose eventualmente per non dimenticarsele.
Buongiorno,

ha iniziato un percorso di psicoterapia, e sarebbe opportuno condividere questi aspetti con il collega che la segue. Sono importanti spunti di riflessione da analizzare da cui poter ripartire. Esprimere questi pensieri al di fuori del setting terapeutico è anti terapeutico ed ulteriori pareri rischiererebbero di inquinare la relazione terapeutica stessa che invece è alla base del cambiamento e della possibilità di guarigione. Nel caso in questo momento l'ansia la bloccasse nel quotidiano al punto da non riuscire a stare nella pausa che separa una seduta e dall'altra la inviterei a parlarne col suo terapista valutando insieme la possibilità in questo momento di esser sostenuti anche farmacologicamente.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno. Mi dispiace per la sofferenza che sta sperimentando alla luce di quanto condivide.
Il mio suggerimento è quello di continuare ad impegnarsi nel proprio lavoro di psicoterapia, permettendosi il tempo necessario per poter gradualmente riconoscere e comprendere più a fondo i propri sentimenti ed i propri pensieri. Vorrei restituirle infine un piccolo spunto in merito a quando scrive che il pensiero che più la spaventa è: "E se tutti i pensieri che mi generano ansia fossero veri?"; credo sia molto importante in relazione a questo aspetto poter distinguere i diversi e differenti valori che hanno per lei i suoi pensieri, e per far questo è fondamentale poter imparare gradualmente ad osservare i suoi pensieri ed ascoltare i suoi sentimenti senza giudicarli in modo automatico, promuovendo in se stessa uno stato di regolazione interna della propria emotività. Buon lavoro e un saluto, Dott. Felice Schettini
Buongiorno. Spesso nella vita abbiamo bisogno di capire chi siamo, cosa stiamo facendo, dove vogliamo andare. Questi arresti, intoppi, spaesamenti ci stanno ad indicare un cambiamento che spesso è necessario attuare per progredire. Sono crisi evolutive che vanno accolte, esplorate ed analizzate in primis nello spazio e nel luogo della terapia. Se ha difficoltà a descrivere ciò che sente, non abbia fretta di trovare subito delle risposte, si apra e sperimenti altre modalità espressive e comunicative; pensi alla musica, al cinema, alla lettura, all'arte in genere. Sono ottimi strumenti dove potrà trovare spunti interessanti e complementari al lavoro terapeutico che sta facendo. Cordiali saluti.
Buongiorno,
certemente tutti i pensieri che ha sono validi, dipende che obiettivo perseguono, in questo momento della sua vita quelle idee.
Un saluto cordiale
dott.ssa Marzia Sellini
Salve, parli con il suo psicologo della difficoltà che incontra quando vive la sensazione di non riuscire ad esternare tutto quello che desidera in modo tale che avrete modo di spiegarvi e comprendere il percorso che state facendo. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno,
Le sue parole e l'uso delle sue metafore per descrivere i suoi pensieri e la sua mente indicano chiaramente le sua difficoltà del momento. Sembrerebbe che per ora il suo percorso psicoterapeutico sia un "luogo sicuro" dove può dare sfogo alla sua emozioni, abbia fede, nel tempo in quel luogo di cura troverà lo spazio per esprimere con calma quello che ha espresso qui. A volte basta darsi un po' di tempo e non avere fretta di trovare una rapida soluzione.
Le auguro una buona giornata
Dott.ssa Camilla Lenti
Tanti cambiamenti in un tempo molto ristretto possono portare ad un aumento di ansia e depressione. E' importante che riporti i suoi vissuti nel suo spazio di psicoterapia, magari aumentando le sedute per un periodo. Penso che dovrà lavorare sul suo stile di attaccamento, è come se avesse paura di fare dei passi verso una maggiore autonomia tant'è che si arresta anche con lo studio.
Le frasi motivatrici possono servirle, ma mi chiedo.... quanto lei si sente accolta e amata così com'è? E' come se lei non si sente mai abbastanza, forse ha bisogno odi tornare per un pò in uno spazio di protezione per imparare ad accogliersi così com'è e non lodarsi solo se diventa una wonderwoman. Provi a rifletterci un pò su.
Michela Romano

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