Buongiorno, volevo chiedere se il doc può infljenzare molto le funzioni cognitive come memoria, atte

23 risposte
Buongiorno, volevo chiedere se il doc può infljenzare molto le funzioni cognitive come memoria, attenzione, ragionamento. Io ho letto che è il contrsrio, cioè i deficit cognitivi portano al doc. concentrazione, difficoltà a pensare e quindi ciò ha influenzato l'apprendimento. Personalmente ho sempre avuto problemi di affettività, a provare empatia, ad esprimere emozioni in pubblico, soffrivo i cabiamenti. Pensare e riflettere mi affatica e dopo poco sono esauto; ho mille spunti ed idee di riflessione, ma fatico a finalizzarle in un'opinione e in un discorso coerente. Quindi sono preoccupato che il doc sia solo una conseguenza di deficit dovuti ad ahdh o ritardi mentali. Che ne pensate? Grazie per l'attenzione
Dr. Dario Mazzagatti
Psicologo, Psicoterapeuta
Messina
Buongiorno. Non vi sono evidenze scientifiche che indichino che i DOC siano causati da ritardi cognitivi, da disturbi dell'attenzione o altre funzioni esecutive. E' possibile, però, che alcuni sintomi dei suddetti disturbi si verifichino insieme (comorbidità), rendendo difficile capire cosa sia causa e cosa effetto. La cosa migliore sarebbe fare una buona valutazione diagnostica. Sulla base di tale valutazione si potrà "costruire" una strategia terapeutica su misura che in ogni caso potrà aiutarla con i sintomi cui ha accennato. Sono a sua disposizione, per un consulto se vuole approfondire l'argomento, o anche se desira dei riferimenti bibliografici (scientificamente più attendibili rispetto a ciò che si può trovare in rete). Un saluto e un augurio. Dott. Dario Mazzagatti

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Dott.ssa Raffaella Abate
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Buongiorno, prima di tutto la ringrazio per la condivisione della sua esperienza. Se sente tale preoccupazione e se sente possa essere utile per lei potrebbe anche provare a pensare di approfondire tali aspetti con esami clinici che le consentano di definire meglio la presenza o assenza dei deficit di cui lei parla. Non si può escludere sicuramente che ci possa essere una concomitanza di elementi che scaturiscano determinate conseguenze.
Resto a sua disposizione.
Un caro saluto
Dott.ssa Raffaella Abate
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Vizzolo Predabissi
Buongiorno
Ogni caso è a se'. Per cui sicuramente la sua situazione andrebbe analizzata singolarmente.
Sono disponibile ad aiutarla.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Dott.ssa Noemi Carrieri
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Firenze
Buongiorno, dalle sue parole mi pare di capire che le è sato diagnosticato un DOC? I sintomi che lei descrive non sembrano coincidere con quelli di un Disturbo ossessivo - compulsivo. Non ci sono evidenze scientifiche rispetto al fatto che un DOC causi ritardi cognitivi, o problemi di empatia o altre forme di affaticamento. E' più probabile che vi sia in comorbidità qualche altra problematica. Il doc è caratterizzato dalla presenda di pensieri ossessivi e ridondanti, ed incerti casi da comportameni ritualizzati. I sintomi che lei riporta potrebbero esser dovuti a qualcos'altro, non per forza di patologico, e che le suggerirei di indagare con un professionista.
Inano le auguro un buon proseguimeno.
Cordialmente Dr.ssa Noemi Carrieri - Firenze
Dott.ssa Emilia Rota
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno, innanzitutto, è necessario fare una valutazione approfondita, escludendo anche le potenziali cause organiche. Dopo di ché, sono due condizioni estremamente diverse, che possono, però, mostrarsi in concomitanza a un DOC, oppure è possibile che alcuni sintomi siano comuni. In ogni caso, penso sia necessario affidarsi ad un professionista specializzato anche nella valutazione cognitiva. Rimango a disposizione per ulteriori dubbi o chiarimenti.
Dott.ssa Rota
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Dott.ssa Valeria Maccarini
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Da quello che scrive, a me vengono in mente altri campanelli, che non sono né l'ADHD né il ritardo mentale.
Non per forza dietro a stanchezza mentale, difficoltà a provare empatia e problemi di memoria ci sono disturbi da diagnosticare. La sua descrizione mi ha incuriosita e sarei più interessata ad ascoltarla per sapere come sta vivendo le sue giornate, quali sport pratica, se ha amicizie importanti e altri aspetti chiave della sua vita.
Detto questo, il DOC concordo che fa la sua parte ma è un disturbo risolvibile.
Dott.ssa Camilla Centanni
Psicologo, Psicologo clinico
Maccarese
Buonasera, grazie per la sua condivisione. Disturbo Ossessivo-Compulsivo e ADHD, ritardi mentali e deficit cognitivi sono condizioni diverse: le evidenze di ricerca non dimostrano alcun nesso causale tra il DOC e le successive. Tuttavia, è possibile che coesistano e vi sia, dunque, una sovrapposizione di sintomi (comorbidità).
Anche le difficoltà di empatia, le manifestazioni di emozioni in pubblico e i problemi di affettività non sono specificatamente legati al DOC. Ciò non toglie, comunque, che possano essere presenti in una persona che soffre di Disturbo Ossessivo-Compulsivo. In merito all'affaticamento del pensiero, invece, mi sento di ipotizzare che possa essere considerato plausibile se, nel corso della giornata, impegna molto del suo tempo in rituali (soprattutto se mentali).
Sottolineo, comunque, che queste osservazioni sono parziali e non esaustive: sarebbe appropriata una valutazione completa, sia clinica sia diagnostica e, soprattutto, basata sull'osservazione.
Rimango a disposizione.

Cordialmente
Dott.ssa Camilla Centanni
Dott.ssa Eleonora Carlino
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Buona sera, confermo quanto già detto dai miei colleghi. Non ci sono evidenze che correlino il disturbo ossessivo compulsivo con un aumento o una nascita di deficit cognitivi e difficoltà di apprendimento.
Il mio consiglio è quello di effettuare una valutazione in merito a queste difficoltà che riporta. Nel caso non esistessero deficit certificabili e una volta escluse le cause eventuali mediche , le consiglierei se ne sente necessità di rivolgersi a un professionista psicologo o psicoterapeuta per dare spazio alla fatica e alla difficoltà che riporta in relazione ai suoi pensieri, alle sue emozioni, al modo in cui sente di affrontare i cambiamenti.
Sono elementi che richiedono uno sforzo cognitivo che potrebbe “rubarle” energie e causarle quella sensazione di fatica e sofferenza.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, il disturbo ossessivo compulsivo certamente può interferire ed impattare con le normali funzioni della vita per il suo carattere intrusivo e che non lascia fiato alla persona. Ho avuto ad esempio diverse persone in terapia che a causa del doc ad esempio hanno perso dei chili proprio perché le idee ossessive e intrusive prendevano un sopravvento addirittura sulle funzioni vitali. Ritengo fondamentale dunque che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, e la buona dei pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto come terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in alto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dr. Christopher Pacioni
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno!
La rassicurerei rispetto a delle forme di ritardo mentale, soprattutto vista la consapevolezza e la lucidità con cui riporta quel che le succede.
Inoltre, malgrado capisca l’urgenza di risposte e di dare un nome a quel che vive perché questo dà una sensazione di ordine e chiarezza e, dunque, di sicurezza, le consiglierei di non autodiagnosticarsi dei disturbi psichici, ma di fissare un colloquio preliminare con un/una professionista che possa guidarla nella ricerca di risposte e, ancor di più, verso una sperabile soluzione al suo disagio.
Mi pare di capire che la sua difficoltà cognitiva, quindi legata al pensiero e formulare un discorso coerente, sia legata anche al disagio emotivo di cui parla. Personalmente, userei quindi le emozioni come finestra di ingresso.
Non abbia paura: esiste sempre una possibilità per essere aiutati e aiutarsi. Coraggio!
Dott. Andrea Brumana
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno e grazie per averci parlato di lei. E' molto difficile poterle dare un parere senza conoscere nel dettaglio la sua situazione, per questo il mio consiglio è quello di affidarsi ad uno specialista del settore. Cordialmente, dott. Andrea Brumana
Dott. Domenico Mattiello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Salve, in relazione ai sintomi da lei presentati, occorre considerare una pluralità di fattori che potrebbero essere sottesi al suo stato attuale, quali ad esempio l'impatto di eventi stressanti o di situazioni di ansia cronica, oppure una fatica mentale che potrebbe aver inciso sul suo equilibrio psico-emotivo. Inoltre, va considerato che eventuali traumi passati possono influenzare la sua capacità di manifestare empatia o di regolare le proprie emozioni. Al fine di giungere a una diagnosi differenziale accurata e di individuare il percorso terapeutico più idoneo per il suo benessere psicologico, sarebbe opportuno analizzare con maggiore dettaglio i suoi vissuti in uno specifico setting terapeutico. Cordiali saluti, DM
Buonasera, ritengo che il Disturbo Ossessivo Compulsivo non insorga come conseguenza di deficit cognitivi. Sono disturbi molto differenti, possono essere presenti entrambi ma vanno ad agire su diversi aspetti della vita. La confusione nell’ eloquio e nel pensiero, di cui parla, può essere attribuita ad una difficoltà nel linguaggio che potrebbe essere scatenata anche da fattori di ansia. Inoltre la sfera dell’affettività andrebbe maggiormente indagata. Credo che confrontarsi, di persona, con un professionista in ambito psicologico possa mettere ordine a questi aspetti. Inoltre le chiederei se avesse avuto in precedenza qualche diagnosi o se queste affermazioni fossero sue ipotesi.
Rimango a disposizione, Dott.ssa Valentina Franco
Dott. Omar Isa
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, prima di esprimersi in merito ad eventuali ipotesi diagnostiche sarebbe necessario un lavoro di approfondimento e comprensione del quadro clinico.
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento.
Un cordiale saluto, dott. Omar Isa
Dott.ssa Sara Bachiorri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Il disturbo oppositivo provocatorio (DOC) è un disturbo del comportamento che si manifesta attraverso un modello persistente di comportamenti ostili, provocatori e sfidanti. È importante notare che il DOC può avere diverse cause e influenze, sia biologiche che ambientali. Non è corretto affermare che il DOC sia causato esclusivamente da deficit cognitivi come difficoltà di attenzione, memoria o ragionamento.

Tuttavia, è vero che alcuni individui con DOC possono presentare difficoltà cognitive associate, come problemi di attenzione o di controllo degli impulsi. Queste difficoltà possono influire sul loro apprendimento e sul modo in cui elaborano le informazioni. Ad esempio, potrebbero avere difficoltà a concentrarsi a scuola o ad ascoltare le istruzioni.

È importante sottolineare che i deficit cognitivi non sono la causa diretta del DOC, ma possono influenzare la presentazione e la gestione dei sintomi. È fondamentale valutare e affrontare i deficit cognitivi in modo adeguato, al fine di supportare l'individuo nella gestione del disturbo e nel raggiungimento del proprio potenziale.

Se si sospetta di avere difficoltà cognitive, come problemi di attenzione, memoria o pensiero organizzato, è consigliabile consultare un professionista qualificato, come uno psicologo o un neuropsicologo. Questi professionisti possono valutare le funzioni cognitive, identificare eventuali deficit e fornire supporto appropriato, come la terapia cognitivo-comportamentale o l'allenamento cognitivo.

In generale, è importante considerare il disturbo oppositivo provocatorio, tenendo conto di diversi fattori che possono influenzarlo, tra cui le funzioni cognitive. Un approccio completo che prenda in considerazione gli aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali può aiutare a comprendere meglio il disturbo e a sviluppare strategie di gestione adeguate.
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Dott.ssa Elena Sinistrero
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentile utente, innanzitutto la ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza. Mi spiace molto per la situazione che descrive e posso immaginare il disagio connesso. Attualmente non esistono evidenze scientifiche della correlazione di cui lei parla, tuttavia, se percepisce preoccupazione e ritiene che possa essere utile per lei, potrebbe anche provare a pensare di iniziare un percorso per approfondire tali aspetti con apposita testistica.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) può influenzare le funzioni cognitive, come la memoria, l'attenzione e il ragionamento, ma l'impatto può variare da persona a persona.

È importante consultare uno psicologo per una valutazione accurata dei tuoi sintomi e delle tue preoccupazioni specifiche. Essi saranno in grado di valutare attentamente la tua situazione e fornirti un'adeguata comprensione e supporto.

È anche importante considerare che i deficit cognitivi possono essere associati ad altre condizioni, come l'ADHD o ritardi mentali, ma sarebbe opportuno discuterne con un professionista che possa valutare attentamente la tua situazione clinica.

Rivolgersi a un esperto ti permetterà di ottenere una valutazione accurata e di ricevere l'assistenza adeguata per affrontare le tue preoccupazioni.
Dott.ssa Veronica Savio
Psicologo, Psicologo clinico
Medolla
Buongiorno, la ringrazio per la sua condivisione. Mi trovo in accordo con le risposte fornite dai colleghi. Tuttavia è molto difficile poterle dare una risposta adeguata senza conoscere nel dettaglio la sua situazione medica, ma soprattutto la sua storia personale. Per questo le consiglio di affidarsi ad uno professionista che possa aiutarla. Rimango a disposizione. Dott.ssa Veronica Savio
Buonasera e grazie per aver condiviso con noi la sua situazione. Il DOC in sé non provoca disturbi cognitivi, ma può succedere che il tempo dedicato alle ossessioni e compulsioni distragga da altre attività, portando via tempo e attenzione ad esse.
Se ha bisogno di aiuto, io sono a disposizione anche online.
Dott.sa Elena Bonini
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Dott.ssa Laura Cancellara
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno a lei, posso solo aggiungere che potrebbe forse esserle utile chiedere un supporto di uno specialista, che sicuramente saprà ascoltarla, accoglierla e con lei capire quali siano i suoi dubbi e le difficoltà che sta affrontando. Sinceramente più che chiedermi "chi influenza chi o cosa", inizierei a capire cosa mi fa stare bene e cosa no, potrebbe coltivare una passione e frequentare contesti che risuonano in armonia con ciò che sente davvero, esprimendo emozioni e sentimenti autentici. In ogni caso le consiglio un supporto di un professionista dove potrà dare spazio a tutto ciò. Spero che abbia la possibilità di poterlo fare, mettere al centro il suo benessere e la salute psicofisica come priorità essenziale.
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso le sue preoccupazioni. Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo può effettivamente avere un impatto significativo sulle funzioni cognitive, poiché i pensieri ossessivi e i rituali compulsivi impegnano molte risorse mentali. Questo può portare a difficoltà di concentrazione, affaticamento mentale e una sensazione di esaurimento cognitivo.
Tuttavia, come giustamente ha osservato, la relazione tra funzionamento cognitivo e DOC è complessa e bidirezionale: in alcuni casi, le difficoltà cognitive possono contribuire allo sviluppo del disturbo, mentre in altri il DOC stesso può compromettere alcune funzioni cognitive, come l’attenzione e il ragionamento. È anche possibile che vi siano altri fattori in gioco, come eventi di vita traumatici e stressanti, aspetti legati all’attenzione, alla regolazione emotiva o alla gestione dello stress.
La sua preoccupazione rispetto a possibili condizioni concomitanti, come ADHD o altre difficoltà cognitive, è comprensibile, ma per ottenere una risposta chiara è fondamentale affidarsi a un professionista. Da un semplice messaggio su questa piattaforma non sarebbe corretto formulare ipotesi diagnostiche, poiché una valutazione approfondita richiede un dialogo più strutturato e strumenti specifici.
Le consiglio di rivolgersi a uno specialista della salute mentale, che potrà aiutarla a comprendere meglio la sua situazione e, se necessario, effettuare una diagnosi accurata. L’importante è che non si senta solo in questo percorso: con il giusto supporto, è possibile trovare strategie efficaci per gestire le difficoltà che sta vivendo.
Dott.ssa Veronica Simonetti
Psicologo
Grumo Nevano
Il DOC può influire sulla cognizione, causando difficoltà di concentrazione e affaticamento mentale, ma non necessariamente porta a deficit cognitivi diretti. I problemi che descrivi, come difficoltà di concentrazione e fatica nel finalizzare i pensieri, potrebbero essere legati anche a altre condizioni, come l’ADHD. Inoltre, difficoltà emotive come l’empatia ridotta possono dipendere da vari fattori. Ti consiglio di consultare un professionista per una valutazione accurata, che possa aiutarti a comprendere meglio la causa delle tue difficoltà e trovare il supporto adeguato.
Dott.ssa Veronica De Iuliis
Psicologo, Psicologo clinico
Cogliate
Ciao,
quello che descrivi è un quesito molto frequente: il DOC può influenzare la concentrazione, la memoria e le capacità di ragionamento, ma allo stesso tempo alcune difficoltà cognitive possono rendere più vulnerabili a certi pensieri ossessivi o a schemi ripetitivi. Non c’è sempre una sola direzione di causa-effetto: spesso si tratta di un’interazione tra fattori cognitivi, emotivi e comportamentali.

Il fatto che tu fatichi a finalizzare le idee in un discorso coerente, ti stanchi riflettendo o abbia difficoltà con l’affettività e l’espressione delle emozioni non implica necessariamente ritardi mentali o ADHD, ma segnala che il tuo sistema emotivo e cognitivo potrebbe avere bisogno di essere supportato. La terapia psicologica, soprattutto di tipo gestaltico, può aiutarti a migliorare il contatto con le tue emozioni, organizzare i pensieri e ridurre l’affaticamento mentale legato al DOC.

Un’attenta valutazione psicodiagnostica può chiarire eventuali fattori cognitivi aggiuntivi e permetterti di intervenire in modo mirato. Non sei solo in questo: è possibile migliorare concentrazione, chiarezza mentale e gestione dell’ansia, lavorando insieme sulle tue risorse.

Un caro saluto,
Dott.ssa Veronica De Iuliis

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