Buongiorno, volevo chiedere come ridurre cipralex 10 gocce e alprazolam 5 gocce prese al mattino. E
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Buongiorno, volevo chiedere come ridurre cipralex 10 gocce e alprazolam 5 gocce prese al mattino. E 5 gocce di alprazolam la sera.
Questa terapia mi è stata data per ansia snticipatoria dovuta ad uno stress lavorativo. Adesso la situazuone è migliorata e non sento più la necessità di continuare la terapia anche perché ho seguito una terapia cognitiva comportamentale dove ho imparato a gestire varie situazioni ansiogene. Non ho più bisogno della via farmacologica. Ho chiesto al mio medico curante che ho cambiato da poco perché mi sono trasferita, mi ha detto di scalare 1 goccia di cipralex e alprazolam ogni giorno. Voi cosa mi consigliate? Mi ha detto che sono dosi blande quelle che prendo è quindi togliendo una goccia al giorno va bene. Volevo essere sicura perché sentendo altre fonti specialmente sul cipralex dicono di scalare 1 goccia a settimana e alpraxolam 1 goccia ogni 3 giorni. Ripeto volevo una conferma perché non conosco il mio nuovo dottore che mi è sembrato frettoloso sul da farsi. Ringrazio anticipatamente, spero di aver descritto chiaramente la questione
Questa terapia mi è stata data per ansia snticipatoria dovuta ad uno stress lavorativo. Adesso la situazuone è migliorata e non sento più la necessità di continuare la terapia anche perché ho seguito una terapia cognitiva comportamentale dove ho imparato a gestire varie situazioni ansiogene. Non ho più bisogno della via farmacologica. Ho chiesto al mio medico curante che ho cambiato da poco perché mi sono trasferita, mi ha detto di scalare 1 goccia di cipralex e alprazolam ogni giorno. Voi cosa mi consigliate? Mi ha detto che sono dosi blande quelle che prendo è quindi togliendo una goccia al giorno va bene. Volevo essere sicura perché sentendo altre fonti specialmente sul cipralex dicono di scalare 1 goccia a settimana e alpraxolam 1 goccia ogni 3 giorni. Ripeto volevo una conferma perché non conosco il mio nuovo dottore che mi è sembrato frettoloso sul da farsi. Ringrazio anticipatamente, spero di aver descritto chiaramente la questione
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso sul lavoro.
Per quanto riguarda questioni relative ai farmaci, credo sia meglio rivolgersi al proprio medico, professionista più competente in materia.
Ritengo comunque fondamentale associare alla terapia farmacologica anche un percorso psicologico al fine di trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Cordialmente, dott FDL
Per quanto riguarda questioni relative ai farmaci, credo sia meglio rivolgersi al proprio medico, professionista più competente in materia.
Ritengo comunque fondamentale associare alla terapia farmacologica anche un percorso psicologico al fine di trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Cordialmente, dott FDL
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Salve, per quanto riguarda l'utilizzo dei farmaci si rivolga sempre al suo medico di fiducia.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve. Sono contenta che sta riuscendo a ridurre i farmaci ma è importante che si rivolga al medico di fiducia o a chi glieli ha prescritti. Distinti saluti
Credo debba rivolgersi al medico prescrittore oppure al terapeuta che la conosce bene, le due modalità di scalaggio vanno comunque bene, ma bisogna conoscere la persona ed i suoi vissuti.
Salve, la terapia farmacolgica va modulata con lo psichiatra che l'ha prescritta, al quale le suggerirei di esprimere con tranquillità i suoi dubbi.
Buona serata
Dr. ssa Clotilde Marinacci
Buona serata
Dr. ssa Clotilde Marinacci
Buongiorno, uno psicologo o psicoterapeuta che non abbia alle spalle un percorso universitario in medicina non possono prescrivere o dare indicazioni sulle prescrizioni farmacologiche. E' importante quindi che lei possa dialogare sulla possibile rimodulazione delle dosi dei farmaci assunti con il medico di base o con lo specialista che ha prescritto inizialmente la cura. Un caro saluto, dott.ssa Marinella Balocco
gentile utente, in qualità di psicologa non posso prescrivere farmaci, le consiglio di rivedere la terapia con uno psichiatra e discutere su eventuali dubbi in merito. cordiali saluti Dott.ssa Serena Sciortino
Salve comprendo la situazione difficile e la difficoltà emotivo. Essendo una psicologa non posso indicarle come diminuire o cambiare un dosaggio farmacologico. Questo tipo di intervento dovrà essere effettuato da uno psichiatra o da un altro specialista medico. Di certo la invito ad affiancare dei colloqui psicologici alla terapia farmacologica per trovare strategie utili ed efficaci per la sua persona, evitando di cristallizza la problematica.
Rimango a disposizione
Cordialmente Dott.ssa Martina Cecconi
Rimango a disposizione
Cordialmente Dott.ssa Martina Cecconi
Buon giorno. Grazie mille per la domanda ma concordo con i colleghi nel sostenere che per tutto ciò che concerne la farmacologia è meglio rivolgersi al proprio medico curante e seguire le sue indicazioni. Augurandole il meglio le porgo cordiali saluti. Gian Piero dott. Grandi
Buongiorno.
Si attenga alle indicazioni del medico. SG
Si attenga alle indicazioni del medico. SG
Salve, se ha dubbi sullo scalaggio dei farmaci, in particolare dell'antidepressivo, si rivolga in una consulenza a un medico psichiatra che sia specializzato. Fa bene a non sottovalutare la questione. Molto dipende anche dall'effetto soggettivo del farmaco ma esistono comunque delle linee guida che è bene interpellare.- Un saluto, Marina Montuori
Gentile utente la ringrazio per averci contattato purtroppo non essendo medico non posso aiutarla per quanto scrive, le consiglio caldamente di rivolgersi ad uno specialista psichiatria per che possa aiutarla con i farmaci.
Resto a disposizione e cordialmente la saluto,
Dottoressa Monica Pesenti
Resto a disposizione e cordialmente la saluto,
Dottoressa Monica Pesenti
Gent.mo utente, le consiglio vivamente di rivolgersi ad uno psichiatra, che sarebbe lo specialista di riferimento rispetto a questo tipo di trattamenti farmacologici. Cordialmente.
Gentile utente, per trattamenti farmacologici è necessario rivolgersi al medico, preferibilmente con chi li ha prescritti in quanto conosce la sua storia clinica, i motivi che l'hanno portata dover ricorrere ai farmaci e all'affiancamento di un sostegno psicologico per migliorare la situazione di disagio che viveva. Un caro saluto, Dott.ssa Mariagrazia De Lisio
penso che abbia fatto la scelta più giusta, cioè rivolgersi al suo medico per le indicazioni su come scalare i farmaci.
Dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Dott.ssa Tiziana Vecchiarini
Buonasera, se desidera un parere ulteriore selezioni la categoria "psichiatra", lo psicologo non prescrive farmaci.
Buongiorno. Per questioni farmacologiche, senta sempre il parere di un medico.
Saluti
MT
Saluti
MT
Buonasera cara, dalla mia esperienza le consiglierei di prendere in considerazione l'idea di portare la sua terapia farmacologica da uno psichiatra e discuterne con lui a riguardo. Essendo psicologa non sono qualificata e con una preparazione medica, per cui non le posso dare nessun consiglio di tipo farmacologico. Tenga presente che ciò che prende ha influito ed influenza tuttora il suo organismo, quindi se fossi in lei non "giocherei" tanto sullo scalere le dosi se non ne è sicura, il rischio è che ritorni l'ansia.
Un saluto.
Dott.ssa Francesca Maggi
Un saluto.
Dott.ssa Francesca Maggi
Salve, queste questione dei dosaggi dei farmaci sono molto delicate. Si affidi ad un medico specialista, nel caso provi a contattarne un'altro dal quale recarsi in visita e rappresentare la sua situazione medica e psicologica attuale e la sua richiesta o bisogno. Un saluto cordiale. Dott.ssa Di Giovanni
Buongiorno, rispetto all'uso dei farmaci è sempre bene seguire le indicazioni del medico. Dalle sue parole traspare un timore legato alla scarsa conoscenza del nuovo medico. Le suggerirei di provare ad esporre i suoi dubbi, per poter gradualmente instaurare un legame di fiducia. L'alternativa è di rivolgersi ad uno psichiatra, per richiedere un consulto specialistico. Dott.ssa Franca Vocaturi
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Buongiorno, uno psicologo non può darle indicazioni ne conferme al riguardo. Se ha percepito il suo medico di medicina generale troppo frettoloso può chiedergli un nuovo appuntamento per poterne parlarle, rimandandogli che ha bisogno di informazioni più chiare. Potrebbe essere anche un’occasione per iniziare a conoscersi meglio e fidarsi di lui. È molto importante instaurare un rapporto di fiducia con il proprio medico di riferimento.
Inoltre potrebbe valutare anche una consulenza psichiatrica per avere un professionista specializzato come riferimento.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Inoltre potrebbe valutare anche una consulenza psichiatrica per avere un professionista specializzato come riferimento.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Salve, Capisco perfettamente il suo desiderio di fare le cose con calma e in sicurezza, soprattutto dopo un percorso psicologico che le ha permesso di ritrovare strumenti e stabilità. È normale volersi fidare del proprio corpo e accompagnarlo con attenzione in questa fase.
Anche se le dosi che sta assumendo sono basse, sia l’escitalopram che l’alprazolam sono farmaci che il sistema nervoso “riconosce” e a cui si abitua. Per questo di solito è più delicato ridurli gradualmente, così da evitare piccoli fastidi o quella sensazione di rimbalzo che può confondere e far pensare di “stare tornando indietro”, quando in realtà è solo una risposta fisiologica al cambiamento.
In genere, per l’escitalopram molte persone tollerano bene un ritmo di riduzione di una goccia ogni cinque-sette giorni, oppure due gocce ogni paio di settimane se tutto procede liscio. Per l’alprazolam si preferisce un percorso ancora più morbido, ad esempio una goccia ogni tre-sette giorni. Non è una regola rigida, ma un orientamento clinico che aiuta a dare al cervello il tempo di riassestarsi.
È anche importante ricordarsi che ridurre lentamente non significa essere “dipendenti” o non essere pronti. Al contrario, è un modo per rispettare un equilibrio nuovo e più sano, già costruito con la psicoterapia e con le competenze che ha sviluppato. Se durante il percorso dovesse sentire qualche piccolo segnale fisico o emotivo, non sarebbe un passo indietro: significherebbe solo rallentare un attimo, restare su quel dosaggio qualche giorno in più e poi riprendere.
Quando ne parlerà con il medico, può semplicemente spiegare che si sente più tranquilla con una riduzione progressiva e costante. Non è mettere in discussione la sua competenza, ma chiedere di procedere con un ritmo che la faccia sentire sostenuta e al sicuro.
Resto a disposizione per approfondire il suo caso qualora lo necessitasse.
Saluti
Anche se le dosi che sta assumendo sono basse, sia l’escitalopram che l’alprazolam sono farmaci che il sistema nervoso “riconosce” e a cui si abitua. Per questo di solito è più delicato ridurli gradualmente, così da evitare piccoli fastidi o quella sensazione di rimbalzo che può confondere e far pensare di “stare tornando indietro”, quando in realtà è solo una risposta fisiologica al cambiamento.
In genere, per l’escitalopram molte persone tollerano bene un ritmo di riduzione di una goccia ogni cinque-sette giorni, oppure due gocce ogni paio di settimane se tutto procede liscio. Per l’alprazolam si preferisce un percorso ancora più morbido, ad esempio una goccia ogni tre-sette giorni. Non è una regola rigida, ma un orientamento clinico che aiuta a dare al cervello il tempo di riassestarsi.
È anche importante ricordarsi che ridurre lentamente non significa essere “dipendenti” o non essere pronti. Al contrario, è un modo per rispettare un equilibrio nuovo e più sano, già costruito con la psicoterapia e con le competenze che ha sviluppato. Se durante il percorso dovesse sentire qualche piccolo segnale fisico o emotivo, non sarebbe un passo indietro: significherebbe solo rallentare un attimo, restare su quel dosaggio qualche giorno in più e poi riprendere.
Quando ne parlerà con il medico, può semplicemente spiegare che si sente più tranquilla con una riduzione progressiva e costante. Non è mettere in discussione la sua competenza, ma chiedere di procedere con un ritmo che la faccia sentire sostenuta e al sicuro.
Resto a disposizione per approfondire il suo caso qualora lo necessitasse.
Saluti
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