Buongiorno ,uno psicologo dopo un anno di terapia freudiana mi ha detto che soffro di disturbo tra i

17 risposte
Buongiorno ,uno psicologo dopo un anno di terapia freudiana mi ha detto che soffro di disturbo tra il nevrotico e il borderline ,poi mi son trasferita qui a Roma ( premetto che forse questo tipo di disciplina psicologica non mi ha aiutata ) avrei bisogno di uno psicologo e se sì di che tipo ? O psichiatra ? Prendo zoloft e Xanax che il mio medico di base mi dette 2 anni fa ma se ci penso sono cure che facevo anni fa per attacchi di panico e ora più che panico ho casino in testa ( male non mi fanno ) attendo una vostra risposta,grazie in anticipo
Salve, mi spiace molto per la situazione che espone. Per quanto riguarda i farmaci è opportuno farsi seguire da uno psichiatra, persona più competente in materia.
Accanto a ciò, comunque, ritengo fondamentale che Lei intraprenda un percorso psicologico al fine di indagare le cause, origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche, onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Nonostante io sia di approccio cognitivo-comportamentale e la terapia cognitivo-comportamentale sia una terapia di efficacia evidence-based, mi permetto di suggerirLe di non badare troppo all'orientamento del terapeuta ma di focalizzarsi meglio sugli aspetti relazionali e di sintonia riscontrati durante il dialogo psicoterapeutico: è ormai consolidato, infatti, che i risultati migliori si ottengano se c'è una solida fiducia e alleanza terapeutica alla base.
Cordialmente, dott. FDL

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Gentile Utente, mi dispiace per il disagio che sta vivendo. Sono del parere che sia di estrema importanza individuare uno specialista che possa seguirla nella terapia farmacologica, che quindi possa essere uno psichiatra al quale magari proprio il suo medico di medicina generale potrebbe inviarla, conoscendo la sua storia clinica. In merito alla scelta di uno psicoterapeuta, piuttosto che l'indirizzo di specializzazione, credo sia di maggior rilievo affidare tale scelta alla qualità della relazione terapeutica che potrà scoprire incontrando e lasciandosi a sua volta conoscere dallo stesso. Resto a disposizione per eventuali chiarimenti o ulteriori specifiche e le auguro il meglio, buon percorso. Dott.ssa Valentina Cecchi
Salve, per quanto riguarda l’utilizzo dei farmaci si confronti con il suo medico di fiducia. Per quanto riguarda il tipo di terapia stia tranquillo, l’importante è che lei si senta a suo agio.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve. Per i farmaci si rivolga a uno psichiatra. Per il percorso psicoterapeutico, come già hanno detto i colleghi, ciò che conta, più che il metodo, è la relazione. Nella relazione si stabilisce l'alleanza terapeutica che permette di affrontare insieme i problemi. Affinché si possa verificare, lei deve sentirsi a suo agio con chi la seguirà. Distinti saluti
Buongiorno, credo che la situazione di confusione che porta possa essere oggetto di lavoro psicoterapeutico. Di sicuro avere un luogo dove sentirsi ascoltati, accolti e non giudicati potrebbe essere di grande aiuto per ritrovare se stessi. Credo anche che possa essere valutata una terapia con approccio diverso se nella precedente non mi sono trovata completamente a mio agio. Sarebbe importante avere un terapeuta con cui mi senta a mio agio, in quanto questo mi permetterebbe di affrontare ogni questione riducendo al minimo le difese. Le auguro di trovare una persona che sappia aiutarla nel fare ordine. Buona fortuna.
Gentile utente concordo con i miei colleghi, su quello fino ora detto. E' importante che la terapia farmacologica sia non solo prescritta da un professionista come lo Psichiatra (specializzato nella psicofarmacologia) ma che la terapia sia anche seguita e valutata nel tempo. Non c'è sempre da scegliere tra psichiatra o psicologo, queste sono figure che nella maggior parte dei casi collaborano insieme. Il "casino in testa" può essere una buona scusa per richiedere un sostegno psicologico ed un percorso che aiuti a far luce sulla sua vita.
Cordiali saluti Alessia Battista
Buonasera Gentile Utente, per quanto riguarda i farmaci è bene che si consulti con uno psichiatra o, in alternativa, col suo medico di base. Per quanto riguarda l'orientamento psicoterapico, consideri che non esiste un orientamento più o meno efficace di un altro; se lei però vuole cambiare, allora potrebbe passare ad un approccio più cognitivista, di matrice diversa rispetto ad uno psicanalista. Se vuole preferisce fare terapia in presenza ho un contatto su Roma. Mi scriva pure se interessata. Rimango a disposizione. Cordialmente, dott. Simeoni
Gentile utente,
Per rispondere alle sue domande le dico che per la terapia farmacologica ha bisogno di un/una psichiatra; per la psicoterapia è necessario che sia lei a scegliere il/la terapeuta con il/la quale si trova più comoda, indipendentemente dal tipo di approccio psicoterapico.
Un cordiale saluto.
Dr.ssa Marta Fuscà
Gentile utente, per la cura psicofarmacologica è opportuno che si faccia seguire da uno psichiatra, specialista competente in materia, e non dal medico di base. Per ciò che invece concerne la confusione di cui parla, l'invito è quello di riprendere l'idea di un percorso psicologico. Nell'orientarsi tra i vari professionisti, che può consultare anche qui sul portale, concordo con i colleghi nel suggerirle una scelta basata non esclusivamente sul metodo applicato dal professionista. Inoltre, il suo riferimento all'insoddisfazione che sembra avere provato nel precedente percorso potrebbe essere approfondita e sicuramente le direbbe cose preziose su di sé e sul suo modo di vivere le relazioni interpersonali.
Resto a sua disposizione,
Dott.ssa Pamela Cornacchia
Gent.ma,
non è chiaro cosa significhi soffrire di un disturbo tra il nevrotico e il borderline. Se però sente che ci sono aspetti della sua esperienza che la disturbano e desidera poter vivere meglio, può provare a cercare uno psicoterapeuta disponibile a seguirla. Rispetto al metodo terapeutico, la psicoanalisi è un procedimento che richiede tempo e motivazione: per darle un riferimento, non esaustivo, una psicoanalisi classica (freudiana) richiede una frequenza da tre a cinque sedute la settimana, l’utilizzo del lettino, insieme alla richiesta di osservare e riferire in seduta i suoi pensieri e sentimenti (qualunque siano), compresi sogni, fantasie, sensazioni, ricordi, persino idee che le sembrano non rientrare in quel che intendeva dire. Detto ciò, una psicoanalisi classica viene proposta in situazioni appropriate. Ed è un procedimento che permette la trasformazione della sofferenza e la possibilità di una nuova esperienza di sé e degli altri solo se si crea una minima collaborazione, base fondamentale per l’esplorazione delle turbolenze e dei sentimenti piacevoli o spiacevoli (il cui senso è afferrabile solo strada facendo) che inevitabilmente si presentano anche nel rapporto col terapeuta. SG
Gent.le utente,
Sicuramente il piano farmacologico è importante che venga monitorato da uno psichiatra. Per quanto riguarda invece un percorso di psicoterapia, è importante che trovi un professionista col quale possa crearsi un buon rapporto terapeutico, al di là dell' orientamento.
Un caro saluto
Dott.ssa Laura Perdisci
Gentile utente di mio dottore,

affinché la sua richiesta di aiuto possa esser accolta nel migliore dei modi potrebbe esser opportuno ricevere una consulenza psichiatrica sia per l' inquadramento diagnostico che per eventuali modifiche sulla terapia farmacologica con lo scopo di ricevere somministrazione farmaceutica adeguata per poter star meglio. Gli psichiatri sotto questo aspetto sono le figure più indicate. Al trattamento farmacologico è necessario abbinare un percorso di psicoterapia. L'orientamento dello psicoterapeuta è importante sino ad un certo punto, di fondamentale importanza risulta essere l'alleanza terapeutica chi si struttura tra paziente e psicoterapeuta. Intraprenda un
nuovo percorso e trovi uno specialista a cui affidarsi, vedrà che con il tempo potrà migliorare la sua qualità della vita.

Cordiali Saluti
Dottor. Diego Ferrara
Gentile utente, va fatta chiarezza prima di tutto sulla terapia farmacologica. Dovrebbe consultarsi con uno psichiatra di fiducia per capire se e come procedere con il supporto farmacologico. Il percorso psicoterapico è invece consigliabile. Potersi affidare ad un terapeuta competente e con lui affrontare i vari disagi emotivi e comportamentali, ricevendo anche sostegno ed indicazioni utili al miglioramento.
Auguri,

Dr. Vittorio Cameriero
Gentile Signora gli elementi presenti nella sua nota indicano l'opportunità di un incontro con un professionista per continuare il lavoro che ha iniziato e sicuramente su questo sito potrà trovarne uno. In relazione ai farmaci è utile un consulto con uno psichiatra che sicuramente saprà darle le opportune indicazioni. Diversamente per le questioni legate al "disturbo tra il nevrotico e il borderline" può consultare uno psicoterapeuta. Le altre questioni le lascerei aperte in quanto sono sicuramente un tema da trattare all'interno del rapporto fra lei ed il suo terapeuta se ovviamente deciderà di contattarne uno. Un cordiale saluto
Buongiorno,
consultare uno psichiatra potrebbe esserle utile per valutare come comportarsi rispetto ai farmaci, per fare il punto rispetto alla sua necessità. Quanto alla sua terapia interrotta sta a lei decidere se ritiene opportuno proseguire con un altro professionista. Su questo portale ne trova molti, provi a farsi guidare da chi più la ispira, indipendentemente dall'orientamento. Quello che conta è che si instauri una buona relazione di fiducia. Le auguro il meglio. Dott.ssa Franca Vocaturi
Buongiorno, mi sembra che non sia soddisfatta del primo percorso e forse vuole trovare un approccio terapeutico diverso? In ogni caso da ciò che scrive mi pare che sia importante affiancare alla sua cura farmacologica quella psicoterapica. Se si intratterrà a Roma per un lungo periodo può cercare uno psicoterapeuta sul portale di mio dottore. L'indirizzo va in secondo piano, prima deve trovarsi bene e a suo agio lei nella relazione con il o la professionista.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Guardi la diagnosi lascia il tempo che trova. Siamo tutti nevrotici, chi più chi meno. L'approccio psicologico direi che è relativo, l'importante è trovare una persona competente e stabilire una buona alleanza terapeutica. A quanto pare non si è trovata a Suo agio o comunque non ha tratto un grande beneficio, perciò è giusto darsi un'altra chance. Io sono analista transazionale e faccio terapia anche online, sono a disposizione come gli altri colleghi. Quanto al discorso farmacologico Le voglio dire che circa 10 anni fa ho seguito la Sua stessa cura, che mi fu prescritta da uno psichiatra. Le suggerisco di farsi seguire anche Lei da uno psichiatra. Il medico di base, a mio modesto avviso, può essere utile qualora abbia bisogno di un ansiolitico per un breve periodo di ansia invalidante, ma per assumere un antidepressivo è importante capire quale sia quello che fa al caso Suo, quale il dosaggio e il tempo di assunzione.

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