Buongiorno. Sono una ragazza di 26 anni. Ultimamente ho un rapporto difficile con mia madre. Mia mad

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Buongiorno. Sono una ragazza di 26 anni. Ultimamente ho un rapporto difficile con mia madre. Mia madre viene da una famiglia Tunisina venuta in Italia quando lei era molto piccola. Mia nonna era molto esigente, soprattutto con mia madre. Mia nonna ha avuto mia madre molto giovane e mia madre mi ha sempre raccontato che mia nonna si metteva sul suo stesso piano. Non andavano molto d’accordo. Mia nonna è ed è sempre stata il centro del loro nucleo familiare. Mio nonno lavorava e rientrava a casa tardi. Mia nonna lavorava e si occupava della casa. Circa 26 anni fa mia nonna entra in uno stato depressivo molto elevato e si ammala (non so bene le dinamiche) tanto che dopo poco tempo sviluppa diabete di tipo I. Da lì in poi tutta la famiglia (mia madre, mio zio e mio nonno) si è ancora più stretta intorno a lei assecondato qualsiasi dei suoi bisogni. Nella mia famiglia, da parte di mia madre, hanno tutti un problema con il cibo. Sono tutti (tranne mio nonno) molto magri ed è come se nutrissero gli altri invece che se stessi. Per questo motivo io e mia sorella siamo state sovrappeso.
Sono molto gelosi della famiglia fa parte di mio padre, che è completamente l’opposto.
Il mio rapporto con mia madre è sempre andato bene perché io ho sempre assecondato le sue richieste e il modo in cui lei voleva che io fossi, facendo, qualche volta, quello che volevo alle spalle.
Al liceo andavo molto bene. Quando, però, mi sono trovata a dover scegliere l’università (rigorosamente obbligatoria per mia madre) sono entrata in crisi. Mia mamma voleva che facessi medicina. Feci il test ma non entrai e mi iscrissi a ingegneria. Dopo un po’ faccio ricorso perché lei e mio zio volevano che lo facessi e io ho accettato. Vinco il ricorso ed entro a medicina. Il trasferimento è stato traumatico, però accettai. Ho passato 5 anni pessimi. Non riuscivo a studiare e non volevo farla ma in me risuonava sempre la stessa frase “ti pare che lasci medicina”. Nel frattempo mi fidanzo con un ragazzo che studiava ingegneria. Mia madre lo adorava. Lui era la mia via di fuga. Mia madre non mi ha mai vietato di fare niente, ma emotivamente mi permetteva di fare tutto con lui. A mia mamma non stanno tanto simpatiche le mie amiche più care e io certe volte dicevo che uscivo con lui. Dopo 6 anni lui mi lascia, in malo modo. Iniziò ad avere una crisi. Mia sorella di trasferisce a Milano per studiare. Mia mamma non ha mai voluto che noi andassimo fuori perché ci ha sempre voluto vicino. Stiamo cambiando casa e ne hanno trovata una con una casetta piccola accanto per me. Sono molto grata di questa cosa soprattutto perché mi fanno un posto mio mentre studio ancora.
Parlando anche con mia sorella mi rendo conto di voler cambiare facoltà e faccio il trasferimento. Mia madre mi dice che è contenta ma non è così.
Per colp del trasloco dobbiamo trascorrere un po’ di tempo a casa dei miei nonni. Mia nonna si fa in quattro per farci sentire a casa nostra. Ma è comunque una persona molto nervosa. Ha sbalzi di glicemia continui e alterna stati nevrotici a stati in cui non capisce più nulla.
Mia mamma inizia ad essere sempre più pesante. Ho iniziato a fare un po’ più tardi quando uscivo e un sabato sera torno a casa per le 2 (era un po’ di tempo che qualche volta facevo tardi) mi fa una piazzata, urlando, fino alle 3 dicendomi che ci stavano ragazzi più piccoli di me già laureati che lavoravano e non facevano così tardi il weekend.
All’inizio mia nonna era dalla mia parte e cercava di parlare con mia mamma ma mia mamma è molto rigida e severa.
Nonostante mia nonna stia cercando di farci stare bene, siamo in 5 con due cani e due gatti. Per le vacanze di natale scende mia sorella e diventiamo 6. Mia nonna ha un dispositivo attaccato al braccio che misura la glicemia e suona tutta la notte e io dormo in camera con mia nonna. Mio zio chiama a tutte le ore e l’ultima volta alle 5 del mattino, lamentandosi che noi dormivamo e dicendo che era normale chiamare a quell’ora. La cena di Natale non è stata bella. Mio zio ha iniziato ad attaccare me e mia sorella sull’università (è rimasto deluso perché io ho lasciato medicina) e sulla vita a Milano di mia sorella (vuole stabilirsi li anche dopo il master). Nessuno ha detto niente, tranne mio papà. Da quel giorno le cose peggiorano. Papà sta cercando in tutti i modi di parlare con mia mamma, la quale pensa che ci siamo coalizzati contro di lei.
Il fratello di mio papà ha una casa con 3 stanze libere e invita me e mia sorella a stare da loro. Dopo varie lotte noi andiamo la. Mia sorella torna a Milano e continuo a stare da mio zio, tornando di giorno a casa. Sono giorni che quando torno a casa dei miei nonni mi sento dietro le battutine e le brutte risposte di mia nonna r mia mamma zitta.
Questo è solo un episodio. Forse il più importante, visto che io continuo a non tornare a casa. Mia mamma ha sempre avuto problemi quando noi volevamo dormire fuori. Non ce lo permetteva. Solo da chi voleva lei. Anche ora, a 26 anni, mi fa problemi.
Noi siamo andate dai miei zii perché dai miei nonni eravamo stretti. Sono molto grata a mia nonna per tutto quello che sta facendo e si sta sentendo sempre più male. Devo ancora uscire da questi meccanismi malati e ancora mi chiedo se ho fatto bene o no. Hanno sempre giocato sulla colpa e io un po’ mi sento in colpa anche se so che sto meglio. Che ne pensate?
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Credo che sia importante instaurare un dialogo schietto e sincero affinché possiate scambiare pareri e opinioni in merito alla situazione da lei riportata e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buon giorno a lei. Spiace per la situazione descritta dalla quale si evincono vissuti di disagio e sofferenza. Quello che mi viene da proporle è la possibilità di rivolgersi a uno psicoterapeuta individual psicologico allo scoop di provare ad attuare un lavoro volto al rinforzo del suo io e al disvelamento delle sue risorse interne. Certo che troverà la forza per reagire e raggiungere il suo benessere le auguro una buona giornata. Cordialmente Gian Piero dott Grandi
Buongiorno, ci sono tante dinamiche all'interno della tua famiglia e sembra che tu abbia la necessità di chiarirle, soprattutto a te stessa per poter decidere, in modo libero, cosa fare nella tua vita.
Un percorso psicologico in questo caso ti può essere molto utile
Buongiorno, la situazione che descrive è articolata e complessa, le consiglio di parlarne con uno psicoterapeuta, in modo da poter acquisire gli strumenti necessari per gestirla al meglio.
Cordiali saluti.
Giada Bruni
Cara Utente,
attraverso le sue parole mi sembra di cogliere la presenza di un enorme carico sulle sue spalle. Nella situazione familiare che ha descritto, infatti, sebbene sia evidente il grandissimo amore che vi lega gli uni agli altri, credo esistano anche degli elementi di criticità che non le consentono di dedicarsi in maniera efficace alla sua realizzazione personale. Questo è tanto più vero quanto più lei avverte come prioritario il bisogno di corrispondere alle aspettative dei suoi cari, anche a costo di pagare un prezzo altissimo (quello del proprio benessere personale).
Ritengo potrebbe essere fondamentale per lei chiedere una consulenza psicologica che la aiuti ad imparare a porre un confine sano tra se e l'altro in modo da poter, al contempo, svincolarsi come giovane adulta dalle dinamiche della sua famiglia di origine, senza però finire per rimanere imbrigliata nel senso di colpa che oggi la blocca.
Dott.ssa Silvia Costanzo
Buongiorno, da quello che scrive le dinamiche familiari sembrano disfunzionali.
Le consiglio un percorso di psicoterapia che le permetta di svincolarsi emotivamente e psicologicamente dal resto del nucleo familiare e le dia gli strumenti per centrare l'attenzione su lei, le sue risorse e ciò che la fa stare bene.
Se ha bisogno anche di un breve confronto telefonico mi può contattare.
Dott.ssa Annalisa Passacantilli
Buongiorno, ho letto con attenzione le sue parole. Ha una storia familiare complessa e immagino non debba essere facile prendere delle decisioni per la propria vita trovandosi in queste dinamiche. Penso proprio che le sarebbe molto d'aiuto potersi fermare a pensare con uno/una psicoterapeuta alla sua storia e alle sue emozioni, per riuscire a dare dei significati che poi la aiuteranno nella costruzione della sua vita. Se dovesse averne bisogno può contattarmi. Cari saluti
Gentile ragazza, intanto grazie per il suo pezzetto di sè che ha voluto condividere con noi, quello che le posso dire è che le trame familiari sono spesso molto complesse e leganti, e il rischio è di rimanerci troppo invischiati, tanto da perdere quello che dovrebbe essere il proprio percorso personale, che ha tutto il diritto di reclamare a gran voce. Provi a pensare alla possibilità di farsi accompagnare da un terapeuta, che l'aiuti a dipanarsi in questo labirinto di aspettative, diktat familiari, emozioni contrastanti, e desideri mai realizzati, che rischiano di appesantirla nel suo percorso di vita. In bocca al lupo! Cordialmente Lydia Dott.ssa Chiovari
Buongiorno, la situazioni che descrivi è abbastanza complessa, soprattutto per gli strascichi emotivi che ti lascia. Noi terapeuti familiari, parliamo di lealtà invisibili che ci impediscono di vivere a pieno la nostra vita. Venire meno a questo senso di lealtà ci fa sentire che stiamo tradendo qualcuno. Perché non mi contatta per riuscire a liberarla da questo senso di colpa e vivere tranquillamente la sua vita?
Un caro abbraccio
Dott. ssa Viola Barucci
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Buongiorno, innanzitutto vorrei complimentarmi con lei per il coraggio e la lucidità con cui ha descritto e condiviso la sua storia. Dal suo racconto emerge che si trova in una fase fondamentale della vita che prevede lo svincolo dalla famiglia d'origine. Ciò non significa rompere i legami quanto piuttosto riuscire a trovare la propria misura tra distanza e vicinanza, in modo da poter iniziare a camminare in maniera più autonoma nella sua vita, pur mantenendo il legame con le proprie radici. Da quanto ci dice sembra che nella famiglia in cui è cresciuta sua madre questo svincolo, ovvero questa possibilità e libertà di allontanarsi ed "emanciparsi", sia vista come qualcosa di minaccioso e da evitare, e non stupisce che sua madre adesso faccia molta fatica ad accettare gli spazi di autonomia che lei e sua sorella state pin piano e con fatica acquisendo. Credo che stia andando coraggiosamente nella direzione giusta e che, essendo caricata dal senso di colpa e comunque controcorrente rispetto a sua madre, potrebbe esserle d'aiuto approfondire ulteriormente alcune dinamiche familiari per poter lasciar andare il senso di colpa, imparando anche a gestire il rapporto con sua madre e tutto quel lato della famiglia.
Qualora volesse io sono disponibile e può contattarmi in qualsiasi momento anche solo per informazioni.
Un caro saluto e demorda. Dr.ssa Benedetta Bartoli
Buongiorno, complimenti per la descrizione accurata e per aver saputo raccontare dettagli salienti con estrema lucidità. si percepisce la sua urgenza nel risolvere questa situazione che va avanti da troppo tempo e che la fa soffrire.
le consiglio un terapia sistemico relazionale, specializzata proprio nelle dinamiche e relazioni familiari, l'approccio che seguo anche io. perchè consigliargliela: i sensi di colpa che lei sente sono dei conflitti di lealtà, tra le cose che vorrebbe la sua famiglia e le cose che vorrebbe lei. questo può generare problemi nello svincolo (che non vuol dire andare solo via di casa): sua sorella per esempio per svincolarsi e definirsi come "persona diversa dagli altri" in questo caso la famiglia, è andata a milano, facendo un grosso cambio. forse per lei era l'unico modo di individualizzarsi, come diremmo in gergo tecnico. mi chiedo quale sarà il suo modo di svincolarsi e individualizzarsi con tutte queste difficoltà in famiglia. uno studio dell'albero genealogico (genogramma) potrebbe esserle anche utile a comprendere come molte "lotte e battaglie" che vengono da lontano, forse non le appartengono e si stanno solo ripercorrendo nelle generazioni. per questi e tanti altri motivi la invito a fare una terapia che la possa sostenere emotivamente e aiutarla a trovare in se stessa le capacità adeguate di svincolo (che ripeto, non vuol dire solo tagliare con tutto e tutti e andare via di casa). Resto a disposizione, a presto
Buongiorno,
lei descrive una situazione estremamente complessa e con un intreccio importante di relazioni.
Una situazione che, nonostante sia descritta in modo dettagliato, credo trarrebbe giovamento da uno spazio personale in cui poterla dipanare con calma e con le giuste informazioni.
Consideri l'opportunità di un percorso psicoterapeutico per poter elaborare una situazione familiare indubbiamente complessa. Potrà certamente aiutarla.
Cordialmente, EP
Gentile utente,
le dinamiche familiari complesse necessitano di essere chiarite affinché si possano acquisire consapevolezze utili all’affermazione di sé. Ha mai pensato di affidarsi ad un professionista psicologo per indagarle meglio? Credo le possa essere di grande utilità…
Cordiali saluti
Dott.ssa Zena Ballico
Buongiorno, ci sono tante dinamiche complesse all'interno della tua famiglia e descrivi una situazione molto articolata. Fare chiarezza è fondamentale per potersi conoscere meglio e prendere decisioni in autonomia. Credo sia importante portare tutte queste tematiche all'interno di un percorso psicologico. Resto a disposizione, dott.ssa Federica Curci
Cara utente, la dinamica familiare da lei descritta è sicuramente assai complessa e articolata.
C'è un grande invischiamento ed invasione dei propri spazi personali ed individuali. La fatica che sente e prova è assolutamente comprensibile.
Per quello che ho avuto modo di capire dalla sua descrizione la comunicazione con i membri della sua famiglia è assai complessa. Tuttavia trovare un modo per intavolare una conversazione aperta e sincera su come si sente in questo momento potrebbe essere di grande aiuto per chiarire alcune dinamiche e risolvere le incomprensioni.
Inoltre le consiglio di valutare la possibilità di intraprendere un suo percorso personale al fine di comprende meglio e dare voce a ciò che sente e sta vivendo.
Rimango a sua disposizione
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buonasera,
nel suo lungo scritto emergono dinamiche familiare complesse e difficili da contrastare. Parla di "meccanismi malati" da cui è difficile uscire e non c'è dubbio che sia così. Il suggerimento che posso darle è di valutare la possibilità di intraprendere un percorso psicologico che la aiuti a districarsi e soprattutto a costruirsi il suo svincolo da una famiglia tanto presente e coinvolgente.
Resto a sua disposizione, anche online
Dott.ssa Franca Vocaturi
Salve, intanto la ringrazio per aver condiviso qua la sua storia. Si percepisce la sua sofferenza e anche la situazione familiare e le dinamiche annesse, appaiono molto complesse ed intricate. Penso che potrebbe essere utile, pensare di cominciare ad intraprendere un percorso psicologico, questo potrebbe consentirle di spostare il focus della questione, non solo sulla sua famiglia, ma soprattuto su sé stessa.
Rimango a disposizione per eventuali dubbi o chiarimenti. Un caro saluto, dott.ssa Angela Peronace.
Buongiorno nella sua articolata descrizione ci sono molti punti da esplorare.
Potresti considerare di discutere con lui in un ambiente neutro e tranquillo, dove entrambi potete sentirvi a vostro agio per esprimere i vostri pensieri e sentimenti. Potrebbe essere utile esplorare insieme cosa vi ha portato a questa situazione e quali sono le vostre aspettative per il futuro della relazione.
Inoltre, potrebbe essere benefico considerare la possibilità di consultare un consulente di coppia o un terapeuta. Questo può aiutare entrambi a navigare attraverso le sfide della relazione in modo più strutturato e supportato. A volte, avere una terza parte imparziale può facilitare la comunicazione e aiutare a trovare soluzioni che rispettino i bisogni di entrambi.
Ricorda, è importante prendersi cura di se stessi. Assicurati di avere il supporto emotivo di cui hai bisogno, che può venire dagli amici, dalla famiglia o da professionisti della salute mentale.
Cordialmente buona vita, dott. Angelo Cetera

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