Buongiorno, sono una ragazza di 24 anni... volevo chiedere un consiglio a tutti gli esperti psicolo

19 risposte
Buongiorno,
sono una ragazza di 24 anni... volevo chiedere un consiglio a tutti gli esperti psicologi, in quanto ho passato un anno terribile e molto sofferente.
Circa un anno fa presi un forte spavento... avevo letto male un esito medico e mi ero convinta di avere una grave malattia.
Dopo circa 1 mese e mezzo dall'accaduto andai al mare per fare un weekend, mi rilassai per bene... al ritorno in treno mi successe una cosa strana, iniziai ad avere delle forti vertigini e una sensazione di estraneamento della realtà... da quel giorno non mi sono più ripresa completamente.
Inizialmente andai al pronto soccorso per ben 3 volte...mi sentivo impazzire, come se fossi sul punto di morte (una strana sensazione che non so ben descrivere)...mi feci visitare da uno psichiatra il quale mi diagnosticò "ansia da conflitto interiore" e mi disse di capire cosa volevo nella mia vita e di fare pulizia di tutto ciò che non volevo veramente... così lasciai il mio ragazzo e cercai di rivedere le cose che non andavano. Lo psichiatra mi diede da prendere 3 volte al giorno un ansiolitico che poi dopo mesi scalai gradualmente... in contemporanea iniziai una psicoterapia (una volta alla settimana) che ora ho interrotto per l'emergenza Covid-19, ma che volevo già mollare perchè non trovavo ottimi risultati.
So per certo che le vertigini siano di tipo psicosomatico perchè ho fatto tutti i più svariati accertamenti e perchè è la terza volta che mi capita nella vita...la prima volta durante l'esame di terza media (mi durarono un anno per poi sparire da un giorno all'altro), la seconda volta durante l'esame di maturità dove anche lì successe la stessa cosa... questa volta è un po' diversa... perchè mi sento diversa mentalmente... vedo la realtà in modo diverso e questa cosa mi spaventa molto...soprattutto perchè è tutti i giorni 24h su 24h (anche se ora sto molto meglio rispetto all'inizio). L'unica cosa che mi ha dato giovamento è stato un trattamento che faccio tutti i mesi da un osteopata che mi ha detto di avere una "Distonia Neurovegetativa".
Dopo aver raccontato un po' la mia storia, volevo chiedere un parere... come mi devo comportare ora?... ho capito che somatizzo moltissimo, ma stare male per anni ogni volta che la vita mi mette in condizione di avere piccole problematiche non va bene... queste sensazioni passeranno da sole col tempo o mi devo recare ancora da uno psicoterapeuta/psichiatra?
Grazie
Saluti
Buongiorno. Secondo la sua ricostruzione, "piccole problematiche la fanno stare male per anni": ciò forse significa che tanto piccoli non sono questi problemi, ma che forse sono la spia di qualche problema più profondo e importante.
Le consiglio di riprendere a parlare con una persona di cui sente di potersi fidare, psichiatra o psicoterapeuta; specificandole che molto spesso, nel corso della cura, la remissione dei sintomi è l'inizio e non la fine del percorso di comprensione di sé.

Un caro saluto,

mg

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Buongiorno, descrive una sintomatologia persistente da molto tempo e fluttuante. Per comprendere la natura di questi disturbi è necessario calare l'osservazione sul paziente e sulla sua storia di vita. Cosa fa nella vita, lavora o studia, ha una cerchia di riferimento....
Quello che lei definisce come l'esordio della sintomatologia (lo spavento) sembra in realtà una nuova manifestazione di qualcosa che le capitava già in precedenza (periodo delle medie come descrive).
Le consiglio di affrontare la problematica con un professionista psicoterapeuta, in modo da poter comprendere quel che le sta accadendo, le motivazioni alla base e superare così la problematica. Non si faccia spaventare dall'epidemia attuale e dall'impossibilità di un percorso in studio, vi è la possibilità di colloqui online che si propongono il medesimo fine di quelle in vivo.
Resto a disposizione, un caro saluto
Buongiorno. Se possibile sarebbe l'ideale riprendere con la persona che già l'aveva in carico prima del covid19. Esplicitare il senso di frustrazione rappresenta un passo importante in qualsiasi relazione. Dopo di che si stabilisce insieme l'interruzione o meno. Cercare sempre soluzioni a breve termine o cambiamenti istintivi rischia di farle ripetere un copione poco efficace
Salve,
credo che lei non abbia terminato il suo percorso psicoterapeutico, quindi sarebbe il caso di riprenderlo, magari esprimendo al suo terapeuta le sue perplessità e le sue delusioni in merito al trattamento, oppure scegliendo un altro professionista.
Saluti.
Gentile utente sono d'accordo con le mie colleghe che consigliano di riprendere con la sua terapeuta, e parlare con lei dei sui pensieri, dubbi, e se la terapia è giunta a destinazione ne parlerete insieme. Ma è importante dare un significato al percorso psicoterapeutico. Un caro saluto
Gentilissima,
Nel suo racconto parla più volte di somatizzazione e in quanto tale, dopo valutazione psicologica di un professionista che la prende in carico per i malesseri che riporta e che lui o lei diagnostica come espressione psicosomatica di un eventuale disturbo, questa andrebbe trattata con la psicoterapia. Se ha già avuto esperienza, come detto, può approfondire i dubbi che ha Con il suo terapeuta e soprattutto riportargli ciò che pensa delle difficoltà che ha riscontrato ad oggi nella terapia stessa. Questo le può consentire di non portarsi dietro la relazione terapeutica interrotta e continuare il percorso per se stessa. Un saluto. MF
Buonasera! Ho letto attentamente ciò che ha scritto. Le direi di continuare con l'osteopata se ottiene dei risultati sulle vertigini ma le consiglio anche di contattare uno psicoterapeuta per un inquadramento diagnostico sul suo funzionamento emotivo. In un secondo momento, secondo quanto emerso, sarà lui o lei stessa ad indirizzarla nuovamente da uno psichiatra. Non sempre infatti è necessaria la somministrazione di farmaci, altre volte insieme alla psicoterapia può essere fondamentale associarli. Tutto dipende dal caso individuale.
Dott.ssa Valeria Randisi
Buonasera, nella sua domanda trapela una difficoltà nel superare dei scalini che l'avrebbero portata ad un cambiamento nella sua vita e di crescita. Tali eventi l'hanno portata a decidere di eliminare rapporti che la facevano stare male, ma sembra che non sia bastato xchè continua a non capire perchè del suo malessere. Sicuramente dovrebbe capire cosa nascondono i suoi sintomi, quindi o continuare con la sua precedente psicoterapeuta o se sente che non è il caso, dovrebbe contattare una nuova professionista e con un profondo lavoro psicoterapeutico elaborare tutto il suo malessere, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Cara Ragazza, Ha ricevuto numerose etichette diagnostiche che però hanno aggiunto ben poco alla sua comprensione del problema. L'informazione più giusta l'ha trovata lei stessa: tende a somatizzare forti situazioni di stress. Questo accade quando incontriamo difficoltà nel gestire emozioni o pensieri scomodi, e dunque li canalizziamo. E' una reazione antica che l'accompagna da molti anni, e con lo spavento di aver contratto una malattia importante, ha subito uno scossone che l'ha iper-attivata. I sintomi che descrive assomigliano ad una reazione ansiosa molto forte ma potrebbe esserci di più, nel senso che sembra essere uno stato d'allarme continuo, che non riesce a spegnersi. I motivi possono dipendere dall'episodio che ha raccontato, come dalla sua storia personale, e dovrebbe approfondirli in un lavoro terapeutico che la incoraggio a riprendere; rischia altrimenti di vivacchiare senza mai liberarsi davvero. Un caro augurio di buona fortuna
Buongiorno, credo che la cosa migliore da fare per lei sia parlare con il suo psicoterapeuta riguardo alle sue perplessità in merito al lavoro che state facendo: adesso si può ricevere in studio (se in sicurezza) o in alternativa chieda di potervi vedere online. Se dopo il confronto vede che la situazione non migliora per qualsiasi motivo, può decidere di cambiare professionista, ma le consiglio di continuare un percorso psicoterapeutico, perchè le somatizzazioni che manifesta non passeranno da sole. Un caro saluto
Buonasera, il mio consiglio è quello di chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta che possa trattare queste paure/Ansia/somatizzazioni attraverso terapie improntate sul disturbo (Ipnosi, EMDR, Tecniche cognitivo comportamentali) in modo da modificare lo stato interno negativo e limitante per aiutarla a ritrovare il suo benessere e il suo equilibrio psico-fisico.
Buona Vita
Buongiorno, concordo sul fatto che riuscire a parlare con il suo terapeuta sarebbe veramente di grande aiuto: lo deve a sé stessa prima di tutto. Può essere che la terapia non le stia dando i risultati sperati ma prima di cambiare semplicemente professionista provi a capire il perché. Poi nulla le vieta comunque di tentare un altro approccio, un'altra persona. Sperare che con il tempo le cose migliorino da sé mi sembra purtroppo una strategia alquanto passiva e credo che lei abbia bisogno (da quel poco che scrive) di cominciare invece a sentire di avere il controllo sulla sua vita.
Se queste sensazioni che ci descrive si sono presentate più volte nella sua vita e sono durate a lungo, non credo che si risolveranno da sole con il trascorrere del tempo…sarebbe già accaduto, non crede?
Le consiglio di parlare delle sue perplessità con il suo terapeuta e se proprio non si dovesse trovare bene (che può capitare), non demorda e ricerchi un professionista che possa darle gli strumenti per uscire dal suo problema.
In bocca la lupo per la sua vita!
Buongiorno, la invito a riprendere, o semmai non si trovasse bene con il suo psicoterapeuta o con il metodo utilizzato, di ricominciare un percorso di psicoterapia per risolvere il "conflitto" che le è stato diagnosticato. A volte, succede di avvertire delle "resistenze" alla psicoterapia proprio nei momenti di forte difficoltà emotiva ed è per questo che andrebbero riportati in seduta parlandone con il proprio psicoterapeuta; difficili da vivere ma altrettanto efficaci qualora si affrontassero.
Potrebbe essere diversamente che lei non si trovi bene nel percorso intrapreso ma questo potrà verificarlo solo confrontandosi. Purtroppo, soluzioni magiche e veloci rispetto ai conflitti che hanno avuto, al contrario, molto tempo per strutturarsi dentro di noi, non esistono. E' necessaria perseveranza, motivazione e fiducia. Le auguro di intraprendere un percorso che la porti a realizzare la sua serenità.
Cordiali saluti.
Buongiorno, le consiglierei di intraprendere una psicoterapia perché i sintomi da lei descritti sono severi ( non significa necessariamente gravi ma invalidanti). Il percorso terapeutico si fonda sulla relazione ed è un incontro: può succedere che non funzioni perché non nasce un buon feeling o perché lo stile del terapeuta non ha buona presa su quel determinato soggetto. Può anche succedere di iniziare una psicoterapia e, sebbene ci si senta motivati, si faccia fatica ad affrontare la frustrazione del lavoro. Sta a lei valutare se le è possibile riprendere con il/la Terapeuta già conosciuto/a oppure se sta cercando una modalità diversa dalla quella sperimentata. Se poi, incontra attività, come l'osteopatia, che la fanno stare meglio, questo è un bene ma sarebbe importante abbinarle ad un lavoro che le permetta di essere maggiormente consapevole e quindi più autonoma. Un saluto.Daniela Bianchi
Buongiorno, ancora è molto giovane e sicuramente avrà tante risorse! La cosa che mi colpisce è che si esprime con queste parole molto forti: "ho passato un anno terribile e molto sofferente...iniziai ad avere delle forti vertigini e una sensazione di estraneamento della realtà, come se fossi sul punto di morte...mi sento diversa mentalmente... stare male per anni ogni volta che la vita mi mette in condizione di avere piccole problematiche non va bene". Queste espressioni denotano un sofferenza ed un disagio psicologico che vanno affrontate durante un percorso psicoterapico con un professionista, al fine di migliorare la sua qualità della vita. Resto a sua disposizione. Cordiali saluti. Dott.ssa Barbara Gizzi
Buonasera,
purtroppo il malessere non passa con il semplice passare del tempo, e i farmaci sono un modo per tamponare i sintomi, ma questi sono l'espressione di qualcosa di più profondo e bisogna capirne il significato. Le emozioni devono essere riconosciute, ascoltate e lasciate andare via. Voltarsi dall'altra parte e aspettare che il tempo passi purtroppo non è risolutivo. Per tanto le consiglio di contattare uno psicoterapeuta che la possa aiutare a capire da dove si origina il suo malessere e a trovare delle risoluzioni durature.
Sono disponibile per eventuali chiarimenti,
cordiali saluti
Buonasera, da quello che ha accennato, sembra che i sintomi da lei riportati (vertigini, sensazione di impazzire,…) siano una manifestazione ansiosa legata alla situazione che di volta in volta si trova a vivere. Sicuramente, approfondire maggiormente e capire insieme ad un professionista psicoterapeuta i suoi modi di stare male potrebbe aiutarla ad affrontare in modo diverso le situazioni che la mettono in scacco. Infatti, spesso, fare luce sui propri modi di essere, di comportarsi, di vivere le esperienze ci permette di dare un senso a quello che ci succede. Attraverso un lavoro di psicoterapia su di sé, gli eventi ci faranno un effetto diverso; nel suo caso, ad esempio, può diminuire la carica spaventante di quelle che lei definisce “piccole problematiche” – che la fanno stare male.
Una volta emerso che lei ha uno specifico modo di reagire a situazioni di tensione, stress, ansia, in futuro cambierà il suo modo di vivere una situazione simile.
Se avverte l’esigenza di andare a fondo, perché costantemente in balia di quello che accade, le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, per contestualizzare e dare senso al suo disagio, evitandone la cronicizzazione.
Salve, Io non correrei il rischio di farle passare da sole. Intanto perchè non è detto e poi perchè nel frattempo lei soffre. L'osteopata può aiutarla per questa diagnosi che le ha fatto? Accanto a questo io contatterei anche uno psicoterapeuta, magari con l'altro ha preso tutto quello che poteva e ha bisogno di un altro percorso. Nella vita ci saranno sempre momenti difficili e se non si imparano modi per esprimere le emozioni e farci qualcosa il corpo parla al posto nostro somatizzando.
Un caro saluto
Dott.ssa Silvia Polizzi Andreeff

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