Buongiorno, sono una ragazza di 23 anni. Scrivo perché da sempre ho problemi relazionali con i miei

15 risposte
Buongiorno, sono una ragazza di 23 anni.
Scrivo perché da sempre ho problemi relazionali con i miei genitori che tornano ciclicamente nel tempo.
I miei genitori sono molto restrittivi. Ho vissuto l mia adolescenza senza poter fare quello che per i miei coetanei era normale, come andare in gita ( ma questo lo capisco perché col senno di poi capisco che era dovuto a questioni economiche) non potevo e non posso tutt'ora andare a dormire da una amica, fino all'età di 20 anni dovevo rientrare la sera per le 22:30 e potevo uscire la sera solo un sabato ogni due settimane. Col passare del tempo la situazione di è un po' ammorbidita dopo le aspre liti che io e le mie sorelle (abbiamo vissuto situazioni analoghe) abbiamo avuto con i miei genitori. Il problema è che queste liti sono sempre state esagerate, composte da grida, minacce come il dover andare via da casa e a volte si è arrivati anche alle mani. Dover subire tutto ciò ogni volta che avevamo un pensiero opposto a quello dei nostri genitori è diventato pesante e genera ansia da anticipazione. Dicono sempre che la base di una famiglia è il dialogo ma ogni volta che si prova a parlarle di qualcosa che per loro non va bene iniziano a urlare. Mi dicono che sono irrispettosa, ingrata e che non apprezzo i sacrifici che loro fanno per noi. Non siamo mai state delle figlie pretenziose, abbiamo sempre rispettato le regole ma crescendo questa situazione è diventata stretta. Ora sono fidanzata da poco più di due anni e ho chiesto ai miei genitori se potessi andare in vacanza con lui e i nostri amici ma me lo hanno severamente vietato perché non accettano il fatto che io e lui possiamo dormire insieme. Potrebbe essere sensato ma è già successo. Siamo stati in vacanza con la sua famiglia due volte e abbiamo fatto anche 10 giorni di quarantena da soli a casa sua. Non mi sono opposta al loro "no" per non creare situazioni di conflitto e nonostante ciò mi guardano con sufficienza e mentre sono a lavoro mi arrivano messaggi di disprezzo da parte di mia mamma quali "ci fai disperare " "non capisci i sacrifici che facciamo per te" "sei ingrata " "sei laureata ma non vali nulla " "cuoci nel tuo brodo " . Non mi ritengo una persona del genere. Ho sempre fatto di tutto per renderli fieri. Mi sono laureata alla triennale con il massimo dei voti, proseguo gli studi magistrale, lavoro in un ufficio a tempo pieno e nel tempo libero do ripetizioni. Ho sempre lavorato durante l'estate per poter contribuire alle spese universitarie e grazie al merito ho vinto ogni anno le borse di studio. Nonostante tutto ciò vengo classificata immeritevole. Non so come comportarmi. Non vorrei arrivare alla decisione di dover andare via da casa perché conoscendoli non vorrebbero più vedermi e non voglio perderli. Chiedo consigli su come potermi comportare
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Descrive una situazione molto difficile, che temo non cambierà fino a che non guadagnerà la propria piena autonomia. E nei giudizi, probabilmente non si modificherà neanche allora. Ma forse a quel punto sarà più facile per lei accettare i suoi genitori per quelli che sono. Con i loro pregi e i loro difetti. Fare quattro chiacchiere con una psicoterapeuta potrebbe aiutarla ad aggiornare il proprio punto di vista. un caro saluto.

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gent.ma, descrive una situazione molto insoddisfacente e conflittuale. Valuti l’ipotesi di chiedere una consulenza con uno specialista, così da poter capire meglio il suo disagio e prospettare un modo con cui poterla eventualmente aiutare. SG
Salve, si dice che il morbido vince sul duro, ying vince su yang.
In attesa di una sua autonomia economica e conseguente vita indipendente, introduca ogni giorno nelle relazione con i suoi severi genitori una piccola attenzione quotidiana nei loro confronti (ad esempio a tavola serva lei il piatto per prima al papà, alla mamma cheda se le serve qualcosa dato che deve uscire, porti al papà il suo quotidiano preferito, ecc)
La situazione si ammorbidirà, e potrà avere delle sorprese.
Saluti
Gentile utente, sono qui a fare l'avvocato del diavolo e a difendere i suoi genitori poichè secondo me il loro modo deriva da un fatto culturale, da convinzioni e credenze rigide, inflessibili che anche a fatica non riescono a modificare. Loro sono convinti di ottenere (come del resto hanno fatto fin quì) imputandole il senso di colpa e responsabilità per i loro sacrifici e sofferenze. Il senso di colpa è un emozione che pesa come un macigno, rappresenta delle catene, logora e fa apparire inferiore agli occhi degli altri, consuma l'autostima e la sicurezza in se stessi. Svilisce le idee Creative e le forze terminando. La colpa ci fa sentire perdenti. Detto questo, è importante che lei si fermi e rifletta entro un percorso di psicoterapia il ruolo che questa emozione ricopre nella vita e nello sviluppo della sua persona. Saluti
Dott.ssa Silvana Zito
Buongiorno, la situazione che lei descrive è molto difficile e credo abbia radici lontane. Immagino che i suoi genitori abbiano vissuto restrizioni e minacce simili a quelle che lei e le sue sorelle subite ogni giorno. I vostri genitori hanno imparato in questo modo a fare del sacrificio un valore che cercano di inculcare anche a voi in tutti i modi. Probabilmente anche loro non hanno avuto riconoscimento dai loro genitori e per questo sono così arrabbiati. Lei si emanciperà da questa situazione con la fine dell'università, che mi sembra non sia così lontana, ma dovrà stare attenta a non portare avanti questa modalità di pensiero che sembra evitare il principio di piacere e l'accettazione delle differenze. Quando potrà farlo sarebbe utile confrontarsi con uno psicoterapeuta per evitare la ripetizione di un copione famigliare che risulta molto disfunzionale e crea inutile sofferenza.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cari saluti
Lorena Menoncello
Buonasera, il comportamento dei suoi genitori potrebbe derivare dalla loro cultura o da qualcosa di generazionale che passa sottilmente a loro come stereotipo da seguire. Immagino che chi dissenta da tutto ciò non venga "riconosciuto"perché fuori copione familiare. Detto ciò, le sottolineo come il senso di colpa possa essere un modo, inconsapevole, di tenere legati a sé. Da ciò che descrive lei è quello che ogni genitore vorrebbe e non mi pare che nella sua vita ci sia nulla di ingrato. Piuttosto rifletterei sul distacco, su come quella cosa invisibile abbia impatto nella SUA vita.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile Utente, descrive un quadro familiare senza dubbio complesso, nel quale arrivano a scontro motivazioni profondamente diverse: quelle dei suoi genitori, con la loro teoria del mondo rigida nelle sue restrizioni, e le sue, che esprimono una vitalità e bisogni di autonomia in linea con l’età. Il problema nasce laddove sembra che i suoi genitori non siano disposti a negoziare, hanno convinzioni che non appaiono rivedibili, e se lei prova a persistere nelle sue idee ottiene ferimento e critica. Non le nascondo che sarebbe doloroso per tutti sentire di ferire i nostri genitori, ma esattamente cosa rende questa dinamica così intollerabile al punto da farla desistere? Potrebbe considerare la possibilità di iniziare una terapia, nella quale chiarire la vera natura di questa impasse e cercare una posizione alternativa a quella attuale, che sembra consentirle solo di sperare che qualcosa in questa relazione cambi. Un caro augurio di buona fortuna
Buongiorno,
la situazione è assai complessa, però le dico che crescere spesso significa prendere delle decisioni che non per forza accontentino chi ci vuol bene. Le capiterà anche in futuro che i suoi potrebbero esser in disaccordo con lei sulle sue scelte e le sue decisioni. La discrepanza di vedute e i vissuti diversi non possono divenire un vincolo per il suo sviluppo e la sua evoluzione. Probabilmente la sua difficoltà è in questo, vorrebbe i suoi dalla sua in qualunque cosa decida, ma questo è impossibile....non solo per lei. Nel caso sentisse queste difficoltà come un peso che non le consenta di spiccare il volo penso ad una psicoterapia. Quest' ultima nel tempo potrebbe farle gli strumenti per poter fare le sue scelte con maggior serenità e consapevolezza, soprattutto in pace con se stessa e con quanto la circonda.

Cordiali saluti.
Dott. Diego Ferrara
salve. il quadro che dipinge rispetto alla sua situazione familiare sembra drammatico ed estremamente conflittuale. avviare un percorso psicoligici la aiuterà a valutare accuratamente la sua situazione per poter fare le scelte più opportune per la sua vita. Cordiali saluti. EG
Buongiorno,
la situazione che racconta è sicuramente carica di tanta sofferenza. Il rapporto con i nostri genitori è un legame prezioso che però può essere costellato da incomprensioni e fatiche. Ha mai pensato di iniziare un percorso di psicoterapia? Esplorare i temi che riporta come problematici nella sua famiglia potrebbe essere un buon punto di partenza per sentirsi meglio.

Le auguro di trovare la serenità che sta cercando.

Dott.ssa Erika Battaglia
Buongiorno,
la situazione che descrive è molto delicata e conflittuale.
Può darsi che per fattori educativi e culturali i suoi genitori prediligano un'educazione rigida e autoritaria, che si scontra con il suo legittimo bisogno adulto di autonomizzazione e indipendenza.
Un percorso psicoterapeutico può senza dubbio aiutarla ad affrontare la situazione nel modo più opportuno.
Cordialmente, EP
Cara utente, la famiglia è portatrice di una narrazione originale e propria, di una storia che abbraccia più generazioni. Miti, non detti e riti agiscono inconsapevolmente su ogni individuo. Lei, con le sue sorelle, sta cercando di individuarsi, trovare la propria strada cercando di meritare l'amore dei vostri genitori. Le liti che derivano da questa distanza fisiologica tra voi figlie che tentate dei movimenti di indipendenza e le loro restrizioni minano la fiducia in se stessi e la capacità di andare nel mondo sapendo di poter tornare.
Come terapeuta familiare le consiglio un percorso terapeutico per rileggere la sua storia, trovare connessioni inconsapevoli per capire insieme quali nuovi passi sente di fare.
Resto a disposizione, un caro saluto. Silvia Abbà
Gentile ragazza, le dinamiche da lei descritte sono complesse e, se da una parte può cercare di comprenderne i meccanismi per non sfociare in conflitti dove si attacca per non essere attaccati o dove si soccombe alla svalutazione, dall'altra una sana consapevolezza che non siamo onnipotenti e che possiamo agire per quanto ci riguarda nel modo migliore che riteniamo possibile è la strada che solitamente dona, a lungo termine, soddisfazione e stima di sé. Se il suo bisogno è di mantenere il legame la strada giusta potrebbe essere sia il comprendere e l'imparare strategie comunicative per rispondere alle dinamiche (in linguaggio AT, Analisi Transazionale, sarebbero i giochi psicologici in cui vi trovate invischiati) sia un lavoro su di sé di autoefficacia e di autostima per accrescere quella forza dell'Io che ha già mostrato di possedere. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa
Salve, da come descrivi la relazione con i tuoi genitori sembrerebbero emergere sono conflitti profondi che vanno oltre le questioni pratiche come le vacanze. È comprensibile che tu sia desiderosa di mantenere un buon rapporto con loro e di evitare situazioni di conflitto, ma allo stesso tempo è importante che tu difenda la tua autonomia e le tue esigenze.
Una possibile strada da seguire, potrebbe essere quella di cercare di avviare un dialogo costruttivo con i tuoi genitori. Potresti cercare di spiegare loro i tuoi sentimenti in modo calmo e rispettoso, evidenziando quanto tu abbia lavorato duramente per raggiungere i tuoi obiettivi e quanto sia importante per te essere trattata con rispetto e comprensione.
E' importante però essere realistici riguardo alle aspettative di questo confronto. Se i tuoi genitori hanno dimostrato una tendenza a reagire con grida e minacce, potrebbe essere difficile ottenere un cambiamento immediato di atteggiamento. In tal caso, potresti dover considerare altre strategie per gestire la situazione.
Una di queste strategie potrebbe essere quella di stabilire confini chiari e sani all'interno della tua relazione con i tuoi genitori. Ad esempio, potresti prendere in considerazione l'idea di cercare uno spazio personale e indipendente, se possibile, per ridurre la pressione e lo stress derivanti dalla convivenza in un ambiente così teso.
Parlarne con qualcuno che ti comprenda e ti supporti, come ad esempio: persone di fiducia, amici, familiari o professionisti del settore, potrebbe aiutarti a trovare le risorse necessarie per affrontare questa situazione in modo efficace.
Affrontare una situazione familiare così difficile è una sfida complessa e personale, e non esiste una risposta unica o facile. Tuttavia, con il tempo, la pazienza e il sostegno appropriato, spero che tu possa trovare la strada che ti permetta di vivere una vita piena e soddisfacente, mantenendo nel contempo un legame positivo con i tuoi genitori.

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