Buongiorno, sono una ragazza di 20 anni e volevo chiedervi un'opinione riguardo un problema che spes
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Buongiorno, sono una ragazza di 20 anni e volevo chiedervi un'opinione riguardo un problema che spesso mi causa molto imbarazzo per sapere se ci fosse un modo per provare a risolverlo almeno un po'. Il fatto è che soprattutto dopo un rimprovero o quando qualcuno alza la voce con me mettendomi in una situazione di imbarazzo o mortificazione, non posso trattenermi dal piangere fino ad arrivare a singhiozzare in maniera molto forte, quasi da perdere il respiro e la capacità di parlare. Mi ci vuole almeno un'ora ogni volta per calmare questo singhiozzo, che spesso mette molto in imbarazzo anche le persone intorno a me.. e la cosa che più mi preoccupa è che non mi capita spesso (se non mai) di vedere altre persone che reagiscono così.. Non so se è una domanda stupida, ma mi aiuterebbe molto sapere che c'è un modo per controllare questo singhiozzare disperato. vi ringrazio molto in anticipo per la vostra attenzione.
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione di materiale traumatico connesso ad eventuali esperienze passate che possano aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione di materiale traumatico connesso ad eventuali esperienze passate che possano aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
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Buonasera, la sua domanda non è affatto stupida, anzi.
Il singhiozzare, come dice lei, è una reazione che sopraggiunge nel momento in cui si sente mortificata. Premetto che non ho elementi sufficienti per poter trarre delle ipotesi, tuttavia sembra chiaro quanto possa essere doloroso per lei ricevere un rimprovero. Quando dice "quando qualcuno alza la voce con me mettendomi in una situazione di imbarazzo o mortificazione" si riferisce a qualsiasi persona o "qualcuno" in particolare? Come vive il rimprovero tanto da renderlo così mortificante? Sarebbe importante indagare attraverso un percorso psicologico per avere un quadro più completo e arginare il più possibile questo malessere, probabilmente interno, che viene innescato da eventi esterni.
Resto a disposizione in caso di necessità
Cordiali Saluti
Vincenzo Costantino
Il singhiozzare, come dice lei, è una reazione che sopraggiunge nel momento in cui si sente mortificata. Premetto che non ho elementi sufficienti per poter trarre delle ipotesi, tuttavia sembra chiaro quanto possa essere doloroso per lei ricevere un rimprovero. Quando dice "quando qualcuno alza la voce con me mettendomi in una situazione di imbarazzo o mortificazione" si riferisce a qualsiasi persona o "qualcuno" in particolare? Come vive il rimprovero tanto da renderlo così mortificante? Sarebbe importante indagare attraverso un percorso psicologico per avere un quadro più completo e arginare il più possibile questo malessere, probabilmente interno, che viene innescato da eventi esterni.
Resto a disposizione in caso di necessità
Cordiali Saluti
Vincenzo Costantino
Salve, credo che sia importante per lei intraprendere un percorso psicologico per elaborare il suo vissuto emotivo, soprattutto la tristezza.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve, la ringrazio per aver utilizzato questo portale per porre la sua questione.
Il disagio che sta vivendo merita di approfondimento. Non è possibile dare risposte generiche, ogni sintomo è collegato e nasce all’interno di una storia di vita del tutto personale e unica. Avere una reazione di pianto eccessiva ha a che fare con il significato personale di ciò che le accade. Quello che le posso suggerire è di fare una scelta su di sé, cioè prendersi cura di ciò che le accade. La direzione l'ha già intravista, ovvero quello di farsi accompagnare in questo momento difficile da uno psicologo/a.
Un buon percorso di psicoterapia in genere migliora la condizione di disagio che ci ha descritto e permette di valutare come proseguire per rimettere in moto la propria esistenza in una direzione più soddisfacente.
Se ha necessità di approfondimento non esiti a contattarmi o scrivermi.
Qualora decidesse di fare un percorso psicologico le sedute possono avvenire anche online.
Un saluto
Dott.ssa Camilla Ballerini
Il disagio che sta vivendo merita di approfondimento. Non è possibile dare risposte generiche, ogni sintomo è collegato e nasce all’interno di una storia di vita del tutto personale e unica. Avere una reazione di pianto eccessiva ha a che fare con il significato personale di ciò che le accade. Quello che le posso suggerire è di fare una scelta su di sé, cioè prendersi cura di ciò che le accade. La direzione l'ha già intravista, ovvero quello di farsi accompagnare in questo momento difficile da uno psicologo/a.
Un buon percorso di psicoterapia in genere migliora la condizione di disagio che ci ha descritto e permette di valutare come proseguire per rimettere in moto la propria esistenza in una direzione più soddisfacente.
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Un saluto
Dott.ssa Camilla Ballerini
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Buonasera , è tutt'altro che stupida la tua domanda. Denota una particolare sensibilità emotiva e vulnerabilità emotiva in relazione agli atteggiamenti degli altri nei tuoi confronti.Credo che dovresti trovare un rinforzo ed una maggiore autostima attraverso un percorso psicologico che ti aiuti a capire le tue insicurezze .Resto a disposizione dottoressa Luciana Harari
Buonasera,
La domanda che ha posto a noi non è stupida anzi!
Esprime la richiesta di un bisogno ed è totalmente lecita.
Grazie per aver condiviso la sua sofferenza.
Credo possa aiutarla parlare con un professionista per comprendere le cause sottostanti lo stato emotivo doloroso che le si scatena quando qualcuno alza la voce con lei.
Attraverso un percorso psicologico Potrá approfondire altri aspetti legati al contesto, alla sua storia di vita ed in oltre comprendere cosa teme maggiormente quando si trova in quelle situazioni.
Rimango a sua disposizione, con la possibilitá di svolgere colloqui online.
Un caro saluto
Dott.ssa Alessia Malaguti
La domanda che ha posto a noi non è stupida anzi!
Esprime la richiesta di un bisogno ed è totalmente lecita.
Grazie per aver condiviso la sua sofferenza.
Credo possa aiutarla parlare con un professionista per comprendere le cause sottostanti lo stato emotivo doloroso che le si scatena quando qualcuno alza la voce con lei.
Attraverso un percorso psicologico Potrá approfondire altri aspetti legati al contesto, alla sua storia di vita ed in oltre comprendere cosa teme maggiormente quando si trova in quelle situazioni.
Rimango a sua disposizione, con la possibilitá di svolgere colloqui online.
Un caro saluto
Dott.ssa Alessia Malaguti
Buonasera nessuna domanda è definibile stupida, soprattutto se crea un disagio. La sua esperienza ed il suo vissuto sono unici, il controllo della respirazione potrebbe aiutarla nel momento in cui si verifica, ma non risolve il suo disagio, che sarebbe opportuno cercare di capire da si origina.
Rimango a sua disposizione, anche on line.
Un cordiale saluto.
Dott.ssa Rosella Mastropietro
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Un cordiale saluto.
Dott.ssa Rosella Mastropietro
Salve forse non è molto opportuno lavorare solo su questo suo specifico comportamento in quanto probabilmente questa sua modalità è legata anche ad altri vissuti. Se un rimprovero le provoca un piano molto prolungato che non passa inosservato anche alle persone che le sono vicine allora è ragionevole ipotizzare c'è una spinta interna che la induce verso questo comportamento. Quindi un buon modo per cercare di modificare questa risposta collegata al pianto può essere legato alla comprensione di questo spinta. Ora se queste ipotesi sono ragionevoli un sistema per approcciare questa situazione non può essere legato ad una semplice strategia che le consenta di controllare il piano ma deve essere allargata alle ragioni per cui la sua risposta è così importante. Pertanto un consulto con uno psicoterapeuta potrebbe essere un buon inizio per valutare le eventuali o ulteriori attività. Un cordiale saluto
Buonasera,
i vissuti emotivi vengono espressi dalle persone in tanti modi. La nostra società e la nostra cultura ci dicono come è più conveniente esprimerli. I rimproveri e quando si alza la voce nei nostri confronti, colpiscono tutti, anche quelle persone che lei vede reagire diversamente. Se trova eccessiva la sua reazione, potrebbe apprendere delle tecniche di rilassamento (ce ne sono anche di semplici e di rapido utilizzo), così che possano aiutarla ad attenuare il forte vissuto che la porta a singhiozzare così a lungo.
Le auguro una buona serata
Gianpaolo Bocci
i vissuti emotivi vengono espressi dalle persone in tanti modi. La nostra società e la nostra cultura ci dicono come è più conveniente esprimerli. I rimproveri e quando si alza la voce nei nostri confronti, colpiscono tutti, anche quelle persone che lei vede reagire diversamente. Se trova eccessiva la sua reazione, potrebbe apprendere delle tecniche di rilassamento (ce ne sono anche di semplici e di rapido utilizzo), così che possano aiutarla ad attenuare il forte vissuto che la porta a singhiozzare così a lungo.
Le auguro una buona serata
Gianpaolo Bocci
Buonasera, piacere di "conoscerti"!
Da ciò che scrivi, immagino che tu sia una persona molto sensibile al rimprovero che, da quello che percepisco, ti fa sentire mortificata a tal punto da non riuscire a contenere la tua reazione.
Io credo quindi che questo "singhiozzo disperato" abbia bisogno di essere ascoltato, deve avere uno spazio dove poter essere accolto. Quali emozioni ci sono dietro? Cosa ti ricorda il rimprovero? E' difficile darti una ricetta su come fare: ogni cosa ha un senso se inserita in una storia personale, quindi - per aiutarti - dovrei avere più informazioni su di te. Se vuoi puoi scrivermi privatamente, così possiamo parlarne meglio. Ad ogni modo, quello che credo possa essere buono per te è iniziare un percorso che ti aiuti a risolvere il tuo problema. Non so dove vivi, ma eventualmente posso aiutarti nella ricerca di una persona adatta a te.
Un saluto e buona serata.
Francesca Giovannelli
Da ciò che scrivi, immagino che tu sia una persona molto sensibile al rimprovero che, da quello che percepisco, ti fa sentire mortificata a tal punto da non riuscire a contenere la tua reazione.
Io credo quindi che questo "singhiozzo disperato" abbia bisogno di essere ascoltato, deve avere uno spazio dove poter essere accolto. Quali emozioni ci sono dietro? Cosa ti ricorda il rimprovero? E' difficile darti una ricetta su come fare: ogni cosa ha un senso se inserita in una storia personale, quindi - per aiutarti - dovrei avere più informazioni su di te. Se vuoi puoi scrivermi privatamente, così possiamo parlarne meglio. Ad ogni modo, quello che credo possa essere buono per te è iniziare un percorso che ti aiuti a risolvere il tuo problema. Non so dove vivi, ma eventualmente posso aiutarti nella ricerca di una persona adatta a te.
Un saluto e buona serata.
Francesca Giovannelli
Salve, lei non pone domande stupide, anzi continui a porle, come ha già fatto tramite questo sito, magari proponendole ad un professionista durante un percorso psicologico, al fine di trasformare questa sua eccessiva sensibilità in una risorsa e un valore aggiunto per la sua personalità. Cordialmente.
M.M.
M.M.
Gentile utente di mio dottore,
nessun espressione del proprio se può esser giudicata come stupida o banale. Piuttosto se ritiene che la sua emotività sia eccessiva in alcuni momenti producendo situazioni come quella descritta potrebbe prendere in considerazione la possibilità di lavorarci su. La psicoterapia è un ottimo strumento ad esempio con cui poter equipaggiarsi rispetto alla modulazione delle emozioni rendendole adattive e funzionali e non fonte di dispersione. Nella speranza che queste poche righe possano esser spunto di una riflessione più profonda da parte sua.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
nessun espressione del proprio se può esser giudicata come stupida o banale. Piuttosto se ritiene che la sua emotività sia eccessiva in alcuni momenti producendo situazioni come quella descritta potrebbe prendere in considerazione la possibilità di lavorarci su. La psicoterapia è un ottimo strumento ad esempio con cui poter equipaggiarsi rispetto alla modulazione delle emozioni rendendole adattive e funzionali e non fonte di dispersione. Nella speranza che queste poche righe possano esser spunto di una riflessione più profonda da parte sua.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile Amica,
la vergogna è una delle emozioni più dolorose che possiamo provare. Comprendo bene che possa addirittura arrivare a mettersi a piangere: quando la proviamo ci sentiamo sbagliati, inadatti, da escludere...
E capisco bene che si chieda come fare a gestire meglio la sua reazione.
Si può certamente fare qualcosa: entrare in contatto con questa emozione, comprendere come mai in lei sembra essere così forte, e cambiare il punto di vista rigido che sembra incastrala in questa dolorosa posizione. Una psicoterapia la aiuterà molto ad elaborare e regolare il suo disagio e a scoprire anche come potersi difendere quando viene "attaccata".
con i migliori auguri,
dr. Ventura
la vergogna è una delle emozioni più dolorose che possiamo provare. Comprendo bene che possa addirittura arrivare a mettersi a piangere: quando la proviamo ci sentiamo sbagliati, inadatti, da escludere...
E capisco bene che si chieda come fare a gestire meglio la sua reazione.
Si può certamente fare qualcosa: entrare in contatto con questa emozione, comprendere come mai in lei sembra essere così forte, e cambiare il punto di vista rigido che sembra incastrala in questa dolorosa posizione. Una psicoterapia la aiuterà molto ad elaborare e regolare il suo disagio e a scoprire anche come potersi difendere quando viene "attaccata".
con i migliori auguri,
dr. Ventura
Salve, io credo che, per il suo caso, potrebbe essere utile intraprendere un percorso psicoterapeutico al fine di individuare le cause più profonde della sua problematica relazionale. Cordiali saluti
Buon pomeriggio. Per poter controllare maggiormente il singhiozzo disperato che vive nelle situazioni che riferisce a mio avviso sarebbe importante poter comprendere con maggiore chiarezza ciò che prova quando vive questa particolare esperienza. In questa ottica, se lo ritenesse d'aiuto, potrebbe rivolgersi ad uno/a psicologo/a psicoterapeuta per esplorare ulteriormente la sua esperienza e valutare l'inizio di un percorso specifico attraverso il quale poter lavorare sulla consapevolezza di se stessa più in generale e dei propri sentimenti di imbarazzo e di mortificazione più in particolare, con l'obiettivo di vivere in modo diverso, e maggiormente costruttivo, le situazioni in cui sente l'altro ostile nei suoi confronti (o più precisamente, le situazioni in cui sperimenta il rimprovero dell'altro o il suo alzare la voce). Un saluto, Dott. Felice Schettini
Gentile utente, dal suo racconto mi pare di capire che per lei sembra quasi intollerabile che qualcuno possa avercela con lei tanto da causarle un dolore emotivo fortissimo, e di conseguenza un pianto difficile da contenere e consolare. Sarebbe utile poter approfondire la sua storia di vita al fine si comprendere le origini di tale sofferenza, inoltre indagare e approfondire i pensieri che pervadono in queste situazioni potrebbe essere ulteriormente utile per lei. Pertanto potrebbe prendere in considerazione un percorso con uno psicologo.
Rimango a sua disposizione
Cordiali saluti
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Rimango a sua disposizione
Cordiali saluti
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno, più che "controllare" sarebbe utile "ascoltare" ciò che quel pianto dice. Capita spesso che esperienze odierne rievochino vissuti radicati nel nostro animo ma non nei nostri ricordi. Si tratta di esperienze non gestite, a cui l'ambiente non ha dato adeguate risposte. Le suggerirei di intraprendere un percorso che la aiuti non solo a dare voce e collocazione a quel pianto ma che miri a fortificare la sua autostima e le sue risorse per fronteggiare le difficoltà umane e quotidiane che possono sopravvenire.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, indubbiamente la sua reazione ai rimproveri e a certi toni è lo specchio di una sofferenza più profonda legata al significato che questi hanno per lei e al suo modo di affrontare il malessere che quelle sensazioni le causano. Sarebbe opportuno, per andare all'origine del suo malessere, intraprendere un percorso di psicoterapia che la aiuti a dare nuovi significati all'accaduto e a trovare nuovi strumenti per fronteggiare la situazione. Cordiali saluti Dr.ssa Michela Campioli
Buongiorno, e grazie di aver condiviso qui la tua esperienza. Mi dispiace molto e comprendo le difficoltà del tuo problema che probabilmente per te e/o gli altri non sembrano giustificate al contesto. Un percorso psicologico e alcune tecniche potrebbero aiutarti a raggiungere ciò che vuoi...controllare no, ma avere strategie diverse da usare in quelle situazioni si.
Saluti
Elisabetta Cavicchioli
Saluti
Elisabetta Cavicchioli
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Il tuo pianto intenso e il singhiozzo in situazioni di mortificazione o rimprovero possono essere il risultato di un’espressione emotiva che non ha trovato una via per essere elaborata o contenuta in modo diverso.
Questo può dipendere da:
Esperienze passate: Forse, in passato, hai vissuto situazioni in cui ti sei sentita giudicata o non accolta, sviluppando una sensibilità particolare al rimprovero.
Messaggi interiorizzati: Potresti aver interiorizzato l’idea che un rimprovero sia una minaccia al tuo valore personale, attivando una reazione emotiva molto intensaQuesta reazione non è un problema da eliminare, ma un aspetto di te che merita di essere compreso e accolto. La tua sensibilità è una qualità che può diventare una risorsa, ma per farlo è necessario lavorare sulla capacità di gestire le emozioni in modo che non ti possano sopraffare.
fatto che tu voglia affrontare questa situazione è già un segno di forza e di desiderio di crescita. Non sei definita dalle tue reazioni, e con il tempo e il giusto supporto puoi imparare a gestirle meglio.
Un percorso terapeutico potrebbe aiutarti a comprendere meglio la tua reazione e a sviluppare nuovi modi per gestirla.
Grazie ad un percorso psicologico potresti esplorare la tua storia di vita, lavorando sui vissuti che ti portano a sentirti così vulnerabile di fronte al rimprovero.
Un sostegno psicologico potrebbe aiutarti a costruire un dialogo interno più positivo e rassicurante e a guidarti nella risoluzione di eventuali ferite emotive passate che potrebbero contribuire alla tua reazione.
A tua disposizione Dott.ssa Monica D'Ettorre
Questo può dipendere da:
Esperienze passate: Forse, in passato, hai vissuto situazioni in cui ti sei sentita giudicata o non accolta, sviluppando una sensibilità particolare al rimprovero.
Messaggi interiorizzati: Potresti aver interiorizzato l’idea che un rimprovero sia una minaccia al tuo valore personale, attivando una reazione emotiva molto intensaQuesta reazione non è un problema da eliminare, ma un aspetto di te che merita di essere compreso e accolto. La tua sensibilità è una qualità che può diventare una risorsa, ma per farlo è necessario lavorare sulla capacità di gestire le emozioni in modo che non ti possano sopraffare.
fatto che tu voglia affrontare questa situazione è già un segno di forza e di desiderio di crescita. Non sei definita dalle tue reazioni, e con il tempo e il giusto supporto puoi imparare a gestirle meglio.
Un percorso terapeutico potrebbe aiutarti a comprendere meglio la tua reazione e a sviluppare nuovi modi per gestirla.
Grazie ad un percorso psicologico potresti esplorare la tua storia di vita, lavorando sui vissuti che ti portano a sentirti così vulnerabile di fronte al rimprovero.
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A tua disposizione Dott.ssa Monica D'Ettorre
Gentile utente,
è una domanda a cui non èfacile rispondere. Occorre comprendere da dove nasca questa forte reazione emotiva per poi comprendere come gestire la sua emotività. Penso che sia importante iniziare un percorso con un professionista che le permetta di analizzare le varie situazioni e possa suggerire le strategie d'azioni migliori.
Resto a disposizione
Francesca Cilento
è una domanda a cui non èfacile rispondere. Occorre comprendere da dove nasca questa forte reazione emotiva per poi comprendere come gestire la sua emotività. Penso che sia importante iniziare un percorso con un professionista che le permetta di analizzare le varie situazioni e possa suggerire le strategie d'azioni migliori.
Resto a disposizione
Francesca Cilento
Buongiorno,
non consideri questa domanda come stupida.
L'urlo è un atto molto forte a cui, per vari motivi collegati alla storia personale, ci si può abituare ma questo non lo prima della sua capacità lesiva e mortificante.
La sua è una reazione molto forte che può dipendere da molti fattori. In breve, alcune persone quando si sentono aggredite tendono a rispondere con aggressività; altre possono rimanere indifferenti; altre possono sentirsi svalutate, e così via.
Le motivazioni sono molteplici: temperamento, personalità e ambiente di vita. Provi a dedicarsi uno spazio per comprendere meglio la sua storia e imparare così a deattivarsi in certe situazioni.
La saluto
non consideri questa domanda come stupida.
L'urlo è un atto molto forte a cui, per vari motivi collegati alla storia personale, ci si può abituare ma questo non lo prima della sua capacità lesiva e mortificante.
La sua è una reazione molto forte che può dipendere da molti fattori. In breve, alcune persone quando si sentono aggredite tendono a rispondere con aggressività; altre possono rimanere indifferenti; altre possono sentirsi svalutate, e così via.
Le motivazioni sono molteplici: temperamento, personalità e ambiente di vita. Provi a dedicarsi uno spazio per comprendere meglio la sua storia e imparare così a deattivarsi in certe situazioni.
La saluto
Gentile utente,
non è affatto una domanda stupida: il pianto è una reazione naturale di fronte a emozioni intense, ma quando diventa difficile da controllare può effettivamente generare disagio o vergogna. Quello che descrive sembra collegato a una forte sensibilità emotiva e a un modo molto profondo di sentire le situazioni di tensione o di giudizio.
Il pianto in questi casi non è un segno di debolezza, ma un segnale del corpo che esprime ciò che le parole non riescono a contenere. Può però imparare a gestirlo meglio, ad esempio:
– Riconoscendo i segnali precoci (respiro corto, gola stretta, calore al viso) e iniziando a rallentare il respiro prima che l’emozione travolga;
– Allontanandosi momentaneamente dalla situazione per concedersi qualche minuto in un luogo tranquillo;
– Allenando la respirazione diaframmatica, utile per calmare corpo e mente durante l’ondata emotiva;
– Lavorando sull’autostima e sull’autoprotezione emotiva, in modo da non percepire i rimproveri come attacchi al proprio valore personale.
Un percorso di sostegno psicologico può aiutarla a comprendere meglio da dove nasce questa vulnerabilità e a costruire strategie per regolare le emozioni senza reprimerle. È un lavoro che dà risultati concreti e la aiuterà a sentirsi più padrona delle proprie reazioni.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Sara Petroni
non è affatto una domanda stupida: il pianto è una reazione naturale di fronte a emozioni intense, ma quando diventa difficile da controllare può effettivamente generare disagio o vergogna. Quello che descrive sembra collegato a una forte sensibilità emotiva e a un modo molto profondo di sentire le situazioni di tensione o di giudizio.
Il pianto in questi casi non è un segno di debolezza, ma un segnale del corpo che esprime ciò che le parole non riescono a contenere. Può però imparare a gestirlo meglio, ad esempio:
– Riconoscendo i segnali precoci (respiro corto, gola stretta, calore al viso) e iniziando a rallentare il respiro prima che l’emozione travolga;
– Allontanandosi momentaneamente dalla situazione per concedersi qualche minuto in un luogo tranquillo;
– Allenando la respirazione diaframmatica, utile per calmare corpo e mente durante l’ondata emotiva;
– Lavorando sull’autostima e sull’autoprotezione emotiva, in modo da non percepire i rimproveri come attacchi al proprio valore personale.
Un percorso di sostegno psicologico può aiutarla a comprendere meglio da dove nasce questa vulnerabilità e a costruire strategie per regolare le emozioni senza reprimerle. È un lavoro che dà risultati concreti e la aiuterà a sentirsi più padrona delle proprie reazioni.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Sara Petroni
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