Buongiorno sono un uomo di 36 anni, sposato da 2 mia moglie ha una bimba di 7 anni da una precedente

18 risposte
Buongiorno sono un uomo di 36 anni, sposato da 2 mia moglie ha una bimba di 7 anni da una precedente relazione. Io sono in un momento particolare, esco pochissimo di casa vivo in un mondo prettamente idealizzato e finto, fatto di TV e social. Non ho lavoro,premetto che ho sempre lavorato come sportivo professionista( dove la mia identità si é costruita) fatta di illusioni, tante donne ecc, poi lontano dalla realtà.
Il problema a é che mi ci identifico molto. Nonostante anni di terapia sono ancora allo stato brado della ricerca si me.
Mia moglie é una donna estremamente intelligente, ma io la speso la saluto per questo suo modo di capire tutto al volo, perché implicherebbe me a dov é distruggere una parte di me che é totalizzante,e perché sento che sotto questo c é poco e altro. E quindi mi rifugio al passato, che era meno vero ma meno doloroso.
Quando esco di casa non mi sento nessuno o mi sento colui che puo essere superiore agl altri, arrogandosi diritti superiori. Sono preoccupato di questo ma non nego che mi da anche adrenalina in questa vita piatta. Vorrei trovare lavoro,ma ho paura che la mia arroganza la mia incapacità di stare in gruppo,nonostante venga dall ambiente sportivo,mi porti a fare casino. Poi provo tanto amore/ma tanto conflitto e rabbia nei confronti di mia moglie che é tutto quello che una donna dovrebbe avere ma che io da marito non mi ci avvicino. E per arrivarci tendo a sminuire.
Mi sento finto e questo mi fa star male. La situazione é molto complessa, perché o mi sento finto o malato che esula tutte le responsabilità. Grazie per l ascolto
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Gentile utente buonasera.
Da Psicologo dello Sport mi sento di poterla aiutare a riflettere su alcuni aspetti del suo periodo.

Sicuramente la transizione di carriera da atleta professionista a quello che viene dopo è una problematica seria e non sufficientemente approfondita.
La vita da atleta ha dei ritmi, delle regole e delle routine relazionali molto specifiche e ripetitive, che in qualche modo generano una zona di comfort molto gradevole , perché si guadagna facendo quello che piace di più, si vivono esperienze ed emozioni sportive molto coinvolgenti e adrenaliniche, si costruisce una personalità fatta di certezze e conquiste, e, infine, qualche optional di bella vita che non guasta.

Altro aspetto che caratterizza la vita dello sportivo professionista è che raramente ci si preoccupa del dopo. Qualcuno riesce, ma non è necessario, a investire gli ultimi anni di carriera nell'acquisire competenze da tecnico, allenatore o dirigente, rimanendo così nell'ambito ben conosciuto e stimolante del proprio sport.
In qualche altro caso, si investe una parte dei guadagni risparmiati in attività commerciali, imprenditoria o investimenti immobiliari. Ma ci sono molti altri casi in cui non si pianifica il futuro e ci trova, all'improvviso, nel dover fare i conti con una nuova vita, nuove esigenze (anche familiari), nuove abitudini e nuove responsabilità.

Non so che tipo di terapia ha seguito in passato.
Probabilmente, ed è questo il mio consiglio, un percorso psicologico basato sulla crescita personale, sulla ridefinizione di obiettivi e priorità e sulla valorizzazione delle potenzialità individuali, sarebbe la soluzione migliore per lei.

La Psicologia dello Sport offre anche questa opportunità. Non solo si occupa della prestazione degli atleti in attività, ma aiuta anche gli atleti a ricostruire una vita post-abbandono. Lavorando su aspetti psicologici che da sportivo ben conosce, potrà riacquisire motivazione, obiettivi e metodologia di apprendimento e pratica (allenamento), essenziali per acquisire nuove competenze ed esplorare le opportunità lavorative migliori.

Se lo desidera posso darle maggiori informazioni su un percorso di questo tipo e aiutarla a ritrovare una buona soddisfazione di vita. Disponibile anche per consulenza online.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
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Gentile Utente, grazie per la condivisione.
Mi dispiace sentire che sta attraversando un momento così difficile e confuso nella sua vita. La sua situazione appare complessa e ricca di conflitti interni. È evidente che sta cercando di comprendere se stesso, la sua identità e il suo posto nel mondo, ma si trova ad affrontare sfide significative.

Il fatto di identificarsi fortemente con la sua identità precedente come sportivo professionista potrebbe rappresentare una sorta di ancoraggio alla sua vecchia vita, un periodo che potrebbe sembrarle più autentico o significativo rispetto al presente. Questa identificazione potrebbe anche fungere da meccanismo di difesa contro la realtà attuale, che trova difficile da affrontare.

La sua descrizione della sua relazione con sua moglie è altrettanto complessa. Da un lato, riconosce e apprezza le sue qualità, ma dall'altro sente un conflitto interno che la porta a sminuire il valore della sua relazione con lei. Questo potrebbe riflettere una lotta interna tra la sua paura di avvicinarsi e la sua necessità di connessione e intimità.

La menzione di comportamenti arroganti e l'incapacità di interagire in modo costruttivo con gli altri potrebbero essere segni di una sorta di difesa o maschera che indossa per proteggersi dalle vulnerabilità e dai dolori interni. Tuttavia, questi comportamenti possono anche creare ulteriori distanze tra lei e gli altri, compresa sua moglie.

È positivo che lei sia aperto alla possibilità di cercare lavoro e che riconosca le sue preoccupazioni riguardo al suo comportamento e alla sua interazione con gli altri. Questo potrebbe essere un primo passo importante verso la costruzione di una vita più autentica e soddisfacente.

Le suggerirei di considerare di continuare con la terapia o di iniziare un percorso di counseling se non lo sta già facendo. Un professionista può aiutarla a esplorare questi sentimenti e comportamenti complicati, a comprendere le sue paure e a sviluppare strategie per gestirle in modo più sano e produttivo.

Inoltre, potrebbe trovare utile lavorare sulla sua autostima e sull'accettazione di se stesso, cercando di abbracciare tutte le parti di se, comprese quelle che potrebbero sembrarle meno piacevoli o accettabili. Questo potrebbe aiutarla a costruire relazioni più autentiche e appaganti con gli altri, inclusa sua moglie.

Ricordi, è un percorso e ci vorrà tempo e impegno per fare progressi significativi. Sia gentile con se stesso durante questo processo e cerchi il sostegno di professionisti e cari quando ne ha bisogno.
Cordiali Saluti.
Dott.ssa Lidia Milazzo

Buonasera, 'nonostante anni di terapia sono allo stato brado' mi porterebbe a farle tante domande, ad approfondire ciò che sembra ancora sullo sfondo della sua vita. Prenda in considerazione un ritorno alla terapia non solo per comprendere col suo sentire ed il suo 'non fare' ma soprattutto per decidere cosa vuole di diverso per lei, oggi rispetto a ieri ed in prospettiva. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa
Buongiorno, mi dispiace molto per questa situazione di disagio. Mai sembra di capire che si sente decontestualizzato e che avendo cambiato l'ambiente lei sia uscito da una sorta di confort zone dove lei era centrato, apprezzato e riconosciuto come sportivo. Identificarsi col proprio lavoro molto di più che con altre variabili può generare degli scompensi una volta che quella sicurezza inizia a barcollare. Prova quindi della frustrazione che qualche volta riversa anche nella sfera relazionale. A mio avviso dovrebbe davvero considerare un percorso di supporto psicologico per comprendere come meglio agire e pensare in vista di migliorare questa situazione. Anche perché ha un'età molto giovane e se si sente così adesso il rischio di vivere nel passato fra 20, 30 o 40 anni diventerebbe davvero complesso. Se lo desidera mi trova a disposizione. In quanto coetaneo capisco molto bene quello che sta vivendo, io stesso ho avuto una ottima carriera fattoriale in gioventù ed ho corso il rischio di compiangere le vecchie glorie teatrali troppe volte, vivendo nel passato e perdendomi il presente. Coraggio. Sono certo che riuscirà a superare questo impasse
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Ciao,

Prima di tutto, voglio ringraziarti per condividere sinceramente i tuoi sentimenti e le tue preoccupazioni. È un passo importante verso il cambiamento e il benessere personale.

Sembrano emergere diverse sfide nella tua vita in questo momento, e capisco che affrontarle può sembrare scoraggiante. È chiaro che stai attraversando un periodo di transizione e di ricerca di te stesso, e questo è un processo che richiede tempo, impegno e pazienza.

È positivo che tu riconosca la necessità di trovare un lavoro e di uscire dal mondo idealizzato e finto in cui ti trovi attualmente. Trovare un lavoro potrebbe essere un passo importante verso il ritrovamento della tua identità e del tuo scopo nella vita. Tuttavia, è anche comprensibile che tu possa sentire ansia riguardo alla tua capacità di adattarti a un nuovo ambiente lavorativo. In questo caso, potresti valutare l'opportunità di cercare supporto professionale, come un coach o un consulente, per aiutarti a sviluppare strategie per affrontare le tue preoccupazioni e le tue sfide personali.

Quanto al tuo rapporto con tua moglie, sembra che tu abbia sentimenti contrastanti nei suoi confronti. È positivo che tu riconosca le sue qualità e il suo valore, ma è anche importante esplorare i sentimenti di conflitto e rabbia che provi nei suoi confronti. Potresti considerare l'opportunità di rivolgerti a un terapeuta di coppia per esplorare queste dinamiche e migliorare la comunicazione e l'intimità nella vostra relazione.

Infine, riguardo alla sensazione di sentirsi finto, è importante ricordare che è normale avere dubbi e incertezze sulla propria identità e sul proprio ruolo nella vita. Il processo di autoesplorazione e crescita personale può essere complesso e richiede tempo e impegno. Ti consiglio di essere gentile e compassionevole con te stesso mentre navighi attraverso questo periodo di cambiamento e di ricerca di te stesso.

Ricorda che sei degno di amore, sostegno e felicità, e che ci sono risorse e persone disponibili ad aiutarti lungo il tuo percorso. Non esitare a cercare aiuto e supporto quando ne hai bisogno.

Con affetto,

Dott.ssa De Pretto
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso così apertamente la sua situazione. Sembra che stia affrontando un momento molto complesso, e posso capire quanto possa essere difficile affrontare tutti questi sentimenti e conflitti interiori.

Mi sembra che stia vivendo una sorta di conflitto tra il suo passato, che le offre una sensazione di comfort e sicurezza, e la realtà attuale, che è piena di incertezze e sfide. È comprensibile che lei abbia paura di affrontare questa realtà, soprattutto considerando i cambiamenti significativi che ha sperimentato nella sua vita, come il passaggio da una carriera sportiva professionale a una vita quotidiana più ordinaria.

Pare che questa situazione vada anche a influenzare il rapporto con sua moglie, verso la quale prova sentimenti contrastanti.

Tuttavia, mi pare anche che lei abbia anche tanta consapevolezza delle sue difficoltà, forse acquisita nel corso della sua precedente terapia.

Spero possa riuscire a superare questo momento di difficoltà, e che possa vivere con pienezza anche questa nuova fase della sua vita.
Cordiali saluti
Dott. Antonio Dell'Abate
Buongiorno.
le consiglio una psicoterapia con EMDR che la aiuti a lasciare il passato nel passato ed essere di più nel presente in modo funzionale. Ha avuto una vita passata molto diversa da quella che ha oggi ed è bene che quella del passato venga lasciata andare a favore di un vivere positivo nel presente e nel futuro grazie anche alla costruzione e consapevolezza della sua nuova identità.

Un saluto
Gentile utente, anche se non sente risultati dalla scorsa terapia di sicuro l'avrà fatta mettere in contatto in maniera. Questa può essere una buona base dalla quale partire per un viaggio insieme all'analista affinché lei possa raggiungere una trasformazione della sua persona. questo lo può fare solo in terapia. rimango a disposizione per eventuali domande.
Cordialmente.
buongiorno gentile utente. Colgo nelle sue parole il desiderio e il bisogno di dare alla sua quotidianità un nuovo equilibrio che tenga conto delle esperienze che ha vissuto che, pur riferite in chiave critica, possono essere risorse dalle quali partire per un percorso di consapevolezza e cambiamento. Considero, inoltre, un buon punto di partenza il disagio che sta vivendo e che così bene descrive. Rivaluti la possibilità di riprendere il suo percorso. Quel sentirsi "allo stato brado" nonostante la terapia, merita di essere esplorato in un contesto dove possa sentirsi accolto, protetto, ascoltato e non giudicato.
Gentile Utente, grazie per la condivisione così profonda. Mi dispiace sentire che sta attraversando un momento così difficile e confuso nella sua vita. Mi sembra che stia vivendo una sorta di conflitto tra il suo passato, che le offre una sensazione di comfort e sicurezza, e la realtà attuale, che è piena di incertezze e sfide. È positivo che tu riconosca la necessità di trovare un lavoro e di uscire dal mondo idealizzato e finto in cui ti trovi attualmente. Trovare un lavoro potrebbe essere un passo importante verso il ritrovamento della tua identità e del tuo scopo nella vita. Tuttavia, è anche comprensibile che tu possa sentire ansia riguardo alla tua capacità di adattarti a un nuovo ambiente lavorativo. A mio avviso dovrebbe davvero considerare un percorso di supporto psicologico per comprendere come meglio agire e pensare in vista di migliorare questa situazione. Anche perché ha un'età molto giovane e se si sente così adesso il rischio di vivere nel passato diventerebbe davvero complesso. In bocca al lupo per il futuro.
Grazie per condividere il tuo pensiero. Sembra che tu stia attraversando un momento di profonda riflessione e confusione riguardo alla tua identità e al tuo ruolo nella vita. È positivo che tu sia consapevole dei tuoi comportamenti e delle tue emozioni, questo è il primo passo per iniziare a fare dei cambiamenti positivi.
È comprensibile che tu possa sentirti in conflitto riguardo alla tua relazione con tua moglie e alla tua situazione lavorativa. Potresti considerare di parlare con uno psicoterapeuta per esplorare più a fondo i tuoi sentimenti e ricevere supporto nell'affrontare queste sfide.
Ricorda che cambiare e crescere richiede tempo e impegno, ma è possibile superare queste difficoltà con pazienza e determinazione. Sii gentile con te stesso e cerca di essere aperto alle possibilità di cambiamento e crescita personale. Buona fortuna e rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio di conoscenza.
Dott. Cordoba
Grazie per ciò che hai condiviso della tua vita personale. Certo, ora non hai lavoro, però hai tanto tempo a disposizione. Come utilizzi il tuo tempo può davvero fare la differenza. Le attività che ci portano ad essere eccessivamente passivi (guardare per esempio la vita degli altri attraverso social e serie tv), aiutano davvero poco nella costruzione della propria vita. Sei stato (e forse sei ancora) uno sportivo, conosci quindi la disciplina, lo sforzo, gli obiettivi a lungo termine. Applica queste tue conoscenze alla tua vita attuale. Rimani nel presente il più possibile. Tua moglie può essere una tua alleata. Se hai avuto un allenatore, divieni tu ora allenatore di te stesso. Cosa ti diresti? Approveresti come stai vivendo la tua vita ora? Come passeresti le ore della tua giornata in modo proficuo? Cosa ti potrebbe aiutare nel sentirti accompagnato e guidato?
Mi auguro di esserti stata in qualche modo utile. Ti auguro il meglio e se vuoi, sono disponibile. Cari saluti e buona vita. Dott.ssa Simona Vanetti
Buongiorno, grazie per il quesito. In realtà la sua grande consapevolezza della situazione mi sembra un ottimo punto di partenza per ripartire. Credo fermamente che però, in questo processo di ridefinizione di sé sia importante che lei si faccia affiancare da un professionista. Ci tenga aggiornati. Cordiali saluti,
Carissimo, mi dispiace per questa sua sofferenza, mi sento di suggerirle la possibilità di riprendere la terapia il prima possibile per lavorare su questo conflitto interiore che genera una scissione, come se lei non potesse essere fedele a sé stesso ed al contempo felice, soddisfatto. Potrebbe essere utile lavorare su una maggiore consapevolezza delle motivazioni che l'anno portata a stare male. Resto a disposizione per qualsiasi cosa, anche da remoto, qualora ne rilevasse la necessità. Cordiali saluti. Dottor Montanaro
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso questo momento complesso della sua vita e le sono vicina. Dalle informazioni fornite mi sembra di capire che sta avendo difficoltà in un momento di transizione, ma i grandi cambiamenti sono sempre caratterizzati da grandi disordini. Dalle sue parole immagino che in questo momento, al di là di sua moglie, non riesca a trovare dei punti fermi che possano aiutarla a definire lei chi è, di conseguenza, rifugiarsi in un passato pieno di sicurezze potrebbe aiutarlo a dare una struttura alla sua identità. Le consiglierei di riprendere il percorso di terapia con lo stesso psicologo o con un professionista nuovo, in modo tale da poter essere supportato in questo momento di cambiamento e aiutato a capire come costruire dei nuovi punti di riferimento che possano definirla, senza più bisogno di doversi rifugiare in un passato che inoltre ad oggi sembra non piacerle più.
Spero di esserle stata d'aiuto.
Dott.ssa Anna Asia Forino
Buongiorno, sono spiacente di sentire che stai attraversando un momento così complesso nella tua vita. È comprensibile che la transizione da una carriera sportiva professionale a una vita quotidiana più "normale" possa essere difficile e portare a un senso di smarrimento e mancanza di identità. Sebbene tu abbia menzionato di aver intrapreso percorsi di terapia in passato, potrebbe essere utile continuare a esplorare queste questioni con uno psicologo o uno psicoterapeuta cognitivo comportamentale (CBT), esperti nell'individuare strategie pratiche ed efficaci per affrontare le difficoltà attuali. La CBT si concentra sul comprendere e modificare i pensieri e i comportamenti che influenzano le emozioni, offrendo strumenti concreti per migliorare il tuo benessere psicologico. Resto a tua disposizione per qualsiasi chiarimento o supporto aggiuntivo.
Un caro saluto,
Dott. Moro
Buongiorno, grazie per aver condiviso con noi questa tua situazione. Sembrano esserci molti strati di emozioni e sfide nella tua situazione. È importante riconoscere il desiderio di crescita e cambiamento, così come il bisogno di affrontare le tue paure e insicurezze. Potresti beneficiare ulteriormente dalla terapia per esplorare più a fondo questi sentimenti e per imparare strategie per gestire l'arroganza e le difficoltà nel rapporto con tua moglie. Inoltre, cercare un lavoro potrebbe essere un passo positivo verso la costruzione di una nuova identità basata su valori e obiettivi più solidi. Parla apertamente con tua moglie dei tuoi sentimenti e della tua volontà di cambiare, coinvolgendola nel processo di crescita e guarigione. Sii gentile con te stesso mentre affronti queste sfide e ricorda che è un percorso che richiede tempo e impegno. Un caro saluto, Dr. Vittorio Penzo.
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