Buongiorno, sono uan ragazza di 26 anni e sto con un ragazzo della mia età da 10 anni ;ci siamo cono

24 risposte
Buongiorno, sono uan ragazza di 26 anni e sto con un ragazzo della mia età da 10 anni ;ci siamo conosciuti quando eravamo ragazzini.
Io con lui mi trovo bene diciamo andiamo d accordo, ma ho un problema con la sua famiglia da quasi sempre. Sia sua madre che suo padre non mi hanno mai calcolata (come ragazza di suo figlio), mai una chiamata se non io che chiamo o cerco un incontro .
lui è sempre a casa mia e ha un ottimo rapporto e supporto dai miei genitori io invece non vado mai casa sua e nessuno mai mi invita. Ho provato diverse volte a parlare con lui di questa cosa ma dice che non sa cosa dirmi e di risolverla con loro. Lui oltretutto lavora anche con i suoi.questo mi da nervosismo e mi faccio sempre la stessa domanda dicendo perché si comportano cosi .. praticamente loro sono degli estranei per me.una cosa che ho notato che sua madre se non ce mia madre non vuole uscire con me trova sempre delle scuse.. vorrei dei consigli su come comportarmi . Grazie
Buongiorno, ha provato a parlare delle difficoltà che descrive con i genitori del suo ragazzo? Mettere in chiaro i sentimenti e le proprie impressioni è la base di ogni rapporto affettivo. Parli delle sue sensazioni, eventuali difficoltà, aspettative. Così facendo non è detto che i genitori del suo fidanzato comprendano le sue necessità e inizino a dedicarle più attenzioni, ma quantomeno lei non si sarà tirata indietro: aprirsi all'altro comporta dei rischi, ma ci permette di avere ben chiara la nostra posizione desiderante.

Cordialmente,

dott.ssa Genitore

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Buona sera. Da quanto condivide mi sembra di capire che questo rapporto con i genitori del suo ragazzo viene vissuto come problematico solo da lei senza il supporto del suo fidanzato. Forse potrebbe essere utile parlare con i diretti interessati visti i molti anni di conoscenza. Inoltre qualora la situazione dovesse continuare ad essere difficile per lei potrebbe essere utile provare a capire, insieme ad uno psicologo, che significato ha per lei questo "non" rapporto con queste figure genitoriali e trovare un accordo tra ciò di cui ha bisogno lei e ciò che loro le possono dare.
Cordiali saluti, Dott.ssa Giulia Mattalia
Buonasera. Concordo con le colleghe. È bene in questa fase del rapporto concentrarsi anche su Cosa rappresenti per lei questo vissuto di "esclusione". Anche a mio parere potrebbe esserle utile un confronto con se stessa, attraverso un colloquio con un professionista. Fino a che non chiarirà il significato profondo di questa delusione probabilmente rischierà di rimanervi imprigionata
Buonasera, mi sembra molto strano che il suo ragazzo è sempre ospite nella sua casa ed accettato dai i suoi genitori e lui non riesce a notare come i suoi genitori da 10 anni la stanno evitando. Cmq posso capire che per lei questi comportamenti la feriscono molto, quindi come prima cosa ne deve parlare con il suo ragazzo perchè non credo che lui non lo sappia. Inoltre faccia dei colloqui con una psicoterapeuta ed elabori quanto la fa stare male essere ignorata dai genitori del suo ragazzo ed in seguito quanto può influire negativamente nel vostro rapporto essere invisibile dai suoi probabili suoceri, cordiali saluti, dott. Eugenia Cardilli.
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Buongiorno, avrà certamente trovato spunti di riflessione nelle risposte precedenti e pertanto aggiungerò solamente due punti.
A me sembra evidente che il suo ragazzo abbia un rapporto di dipendenza affettiva polarizzato soprattutto con sua madre e che, il lavorarci insieme acuisca la relazione tra voi due. Questo non significa assolutamente che, cambiando per esempio lavoro, il problema scompaia, anzi; se lui non avrà possibilità di opportuna elaborazione con una specialista, non risolverà mai la sua dipendenza.
Per ciò che la riguarda più direttamente, a me sembra invece che la sua sofferenza nel sentirsi esclusa, dipenda soprattutto dall'indifferenza del suo ragazzo a questo vostro problema.
La invito a non "investire" direttamente la sua relazione di tutte queste nostre riflessioni perché potrebbe essere controproducente.
Rifletta sull'opportunità di una buona psicoterapia, l'unica in grado di vero cambiamento. Potrete pensare anche ad un consulto di coppia.
Significativo è il fatto che il suo ragazzo lavori con i genitori. L'autonomia e il distacco dalla famiglia d'origine non si realizzano mai completamente e in certi casi mai. Non è facile la sua situazione. Non ci passi sopra e chieda al suo ragazzo di affrontare seriamente la sua accoglienza nella sua famiglia.
Lei rischia uno di quei drammatici matrimoni a metà, dove uno dei due rimane tutta la vita "sposato" con la propria famiglia d'origine.
Gentile utente, questa situazione di esclusione ha dei significati ben precisi per lei, che non cambieranno cambiando le modalità di lavoro del compagno o con l'evitamento del problema, ad esempio non frequentando la famiglia del compagno. Questo momento lo prenda come importante punto di partenza e riflessione per se stessa, decida di investire su di lei e sulle sue risorse per far fronte ad una situazione stagnante.
Dott.ssa Giulia Bernardinello
Buongiorno.
La prima cosa che colpisce è che questo rapporto di non comunicazione con i genitori sia andato avanti per così tanto tempo senza che vi sia stato un chiarimento e un confronto. Cosa la spaventa così tanto da affrontare direttamente con loro la questione?
La seconda è che il suo fidanzato non veda il problema come un problema per la vostra coppia oltre che individuale, e non si preoccupi di trovare una strada per risolverlo . Anche qui sembra ci sia un tema di difficoltà di comunicazione profonda, anche questo piuttosto particolare in una relazione così consolidata .
Sono tematiche che sarebbe prezioso esplorare prima di procedere a superare attivamente l'ostacolo, attraverso un allenamento esperienziale di preparazione all'incontro per il superamento di distanze e malintesi.
Buongiorno, che quella tra “suocera" e "nuora" sia una relazione spesso difficile è noto. Se vuole provare a guardare il lato ironico della situazione (il che non guasta mai), ripensi alla barzellette che sicuramente avrà sentito raccontare al riguardo... A parte l'ironia, sinceramente non credo che la situazione possa migliorare, in questi casi la buona volontà di una delle due parti coinvolte spesso non basta a migliorare la situazione. Io credo che lei sia fortunata ad avere un ragazzo con cui si trova bene da così tanto tempo. In dieci anni sicuramente avete avuto l’occasione di mettervi alla prova più volte e la vostra relazione è rimasta solida. La sua famiglia la appoggia, il suo ragazzo si trova bene con i suoi genitori, a me sembra che lei abbia moltissimo di cui essere soddisfatta. Certo, sua suocera non la considera come lei vorrebbe, ma non si può piacere a tutti. Forse questo potrebbe essere un punto su cui varrebbe la pena soffermarsi per qualche riflessione più approfondita... Cordialmente MC Boria
difficile cambiare questa situazione molto difficile , tutto e statico o l accetta o cambia fidanzato la psicoterapia l aiuterebbe a fare una scelta
Buongiorno, dal suo scritto colgo il desiderio di un riconoscimento della sua esistenza, del suo rapporto che dura da molti anni da parte della famiglia del suo compagno. Mi sembra che cerchi un aiuto, sostegno da lui ma, ritiene sia un problema che deve risolvere lei. Mi chiedo come mai lui non avverta il problema, come mai accetti che lei non sia considerata dalla sua famiglia?
Credo sia difficile convivere con il sentirsi estranea e non considerata, proverei a chiedermi cosa la porta ad accettare questo, e a considerare il suo disagio. Chieda un aiuto psicoterapeutico per far luce su aspetti di se e del suo rapporto di coppia, penso le sarebbe di aiuto.
Disponibile per approfondimenti
Dr.ssa Elisabetta Ciaccia
Buongiorno, il consiglio che le do è di cercare di parlare con i genitori del suo ragazzo delle difficoltà che sente di avere con loro, cercando di sottolineare come lei stessa si sente quando loro si comportano così, in modo da non farli sentire accusati, solo così si potrà avere un confronto equilibrato senza ricorrere all’escalation conflittuale.
In bocca al lupo!

Dott.ssa Elisa Paterlini
Buongiorno,
mi unisco al parere dei colleghi ma cercherei di far comprendere al suo ragazzo che la cosa la fa soffrire e vedere se lui le desse manforte nel colloquio coi suoi genitori. Se vi mostraste uniti, forse i genitori di lui ascolterebbero di più.
Non abbia timore, esprima le sue difficoltà e i suoi sentimenti che sono tutti buoni sentimenti. Vedrà che capiranno. Spesso le dinamiche familiari sono diverse e potrebbe essere che loro nemmeno si accorgano che sia così, oppure lo ritengano normale.
Gentilissima,
mi sembra di capire che il non sentirsi considerata dai genitori del suo fidanzato la fa star male, e questo è comprensibile visto vostra lunga relazione, io le consiglio di usare la trasparenza, richiedere un momento di confronto con loro, in cui poter comunicare tutte le sue perplessità in merito alla vostra relazione ed esprimere il suo bisogno e la sua volontà di creare un rapporto con loro. Potrebbe iniziare da qui, forse potrebbe essere utile per lei, liberarsi di tanti pensieri e domande in merito questo rapporto un pò distante.
In bocca al lupo.
Dott.ssa Alessandra Contiero
Buongiorno,
sicuramente avrà già trovato qualche altro spunto nelle risposte dei colleghi.
Ciò che mi ha colpito nel suo racconto è la presenza di un legame forte tra il suo fidanzato e i suoi genitori, forse lui ha trovato nella vostra famiglia quello che non c’è mai stato nella sua. Il mio consiglio è di parlarne apertamente con lui, è abbastanza chiaro che dicendole di risolverla direttamente con loro, il suo sia un modo per evitare il problema. Un confronto chiaro potrà aiutare tutti e due e salvaguardare il vostro rapporto da questa situazione. Se ciò non bastasse o risultasse troppo faticoso, può chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta che può aiutarla a leggere il suo vissuto di esclusione e magari aiutare anche il suo fidanzato a comprendere il malessere che ne deriva da questo suo non rapporto con i “suoceri”. Cordiali saluti, dott.ssa Piazzini
Gentile utente, il suo vissuto probabilmente è legato al fatto che il suo fidanzato non prende una posizione chiara. Probabilmente sarà diviso e combattuto, cerchi un confronto prima di tutto con lui, è la chiave per leggere meglio ciò che sta accadendo.
Cordialmente
Dottoressa Daniela Germano
Carissima, dalla sua lettera si evince che il rapporto con il suo ragazzo è complessivamente positivo e questo mi sembra la cosa più importante. D'altra parte lei segnala un disagio nel rapporto con i suoi genitori. Ogni famiglia è un sistema con la sua storia, cultura, valori, norme e modalità di comportamento. Quando facciamo entrare una persona nella nostra vita, per certi versi abbracciamo anche tutto quello che riguarda la sua famiglia d'origine. A volte succede che questo risulti molto diverso dai nostri valori, dalle nostre aspettative e dal nostro modo di essere. Chiarire apertamente i propri sentimenti e le proprie aspettative può essere utile, anche se non garantisce l'esito. Noi possiamo esprimere le nostre aspettative e avvicinarci agli altri, ma non abbiamo nessuna possibilità di determinare i loro comportamenti. Le suggerirei di riflettere sul senso di esclusione che lei prova e che sembra di condizionarla.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Jarmila Chylova
Buongiorno penso proprio che potreste fare qualche incontro in coppia con un professionista per capire più a fondo quello che sta succedendo e quali sono gli ostacoli, affrontare da sola tutte queste dinamiche temo che possa esporsi a equivoci e delusioni. Io farei questo. Grazie S. Nuti
Buongiorno,
percepisco un forte sentimento di esclusione che genera rabbia e forse impotenza; da qui la sua difficoltà a parlarne con la famiglia del suo ragazzo. Avete iniziato la storia da adolescenti e forse non siete "cresciuti",intendo a livello emotivo/relazionale con le medesime tappe di autonomia. Sembra che il suo ragazzo o non voglia vedere "il problema" per una sorta di negazione o ancora di immaturità e non riesca a con-dividere con lei le sue legittime preoccupazioni; nasce così in lei un bisogno di sentirsi riconosciuta con un'identità nella coppia che non riesce a trovare. Forse una psicoterapia le servirebbe per capire meglio i passi verso l'autonomia come coppia che avete fatto fino ad ora e che sembrano essersi fermati perché dentro di lei nasce il desiderio di 'fare un salto in avanti' e di lasciare alle spalle la relazione adolescenziale nel suo percorso di crescita personale .
Buongiorno, la situazione che descrive di incomunicabilità con la madre del proprio compagno, non è insolita. Certo nel suo caso è molto evidente che non si cerchi nemmeno di salvaguardare la formalità dei rapporti. Ci potrebbero essere molti motivi, ad esempio una formazione culturale che riconosce solo i rapporti strettamente familiari, tanto più se inseriti in un'attività economica, come un'azienda familiare. In questo senso sarebbe un piccolo mondo chiuso e auto-difeso perché il piano affettivo ed economico si sovrappongono. Quindi sta a lei cercare d farsi un'idea dei limiti di questo ambiente familiare e di non sentirsi sotto esame, mettendosi in una posizione da cui domanda consenso e riconoscimento a senso unico. Di cosa? Del suo legame sentimentale? Del suo valore? Il valore non è universale, cambia a seconda dei tempi e degli ambienti. Inoltre è anche possibile che la madre del suo fidanzato non possa accettare l'idea che il figlio desideri una donna. E su questo punto forse potrebbe esserci un problema anche nel rapporto tra lei e il suo fidanzato. E' la madre che deve riconoscere, legittimare il vostro legame? Il fatto che il suo fidanzato eviti di parlarne e di vederla a casa sua, casa dei genitori, indica la sua difficoltà a farsi riconoscere lui come un uomo, un adulto capace di amare una donna. Cioè, è lui a non essere riconosciuto. Dalla madre? Ma il padre dov'è e che dice? Forse, dice quello che dice la moglie ... Dunque, per concludere, situazione familiare confusa, dove i posti non sono chiari, la madre decide, del padre non si parla, il figlio è sempre un bambino che esce, ma poi torna a casa senza che ci sia traccia di niente. Del resto i suoi genitori, della fidanzata, lo trattano anche loro un po' come un figlio. Come sempre, la questione è cosa vuole lei. Se quello che vive le crea disagio. Insomma cosa è che non va, oggi, nella sua vita.
Il problema sembra esserci con il suo ragazzo più che con i genitori di lui.
Al di là dei motivi per i quali non funziona la comunicazione con i "suoceri", occorre che si chiarisca con il suo compagno: sottovaluta il suo malessere? Considera la faccenda come qualcosa che non lo riguarda? Oppure si sente in difficoltà perché, ad esempio, si sente messo di fronte alla consapevolezza di non essersi reso autonomo (non solo economicamente) dai propri genitori?
Non abbia timore ad affrontare la discussione con il suo ragazzo, anche a costo di interrompere la relazione.
26 anni e una relazione che va avanti da 10 anni: un arco di tempo abbastanza lungo da portare a delle riflessioni e dei bilanci. Manca una descrizione della storia d'amore e delle abitudini della coppia se non nel cenno di un "andare d'accordo e trovarsi bene con lui": che sentimenti prova dunque? Come è la sfera intima che definisce propriamente un legame di coppia? So di non rispondere alla domanda e di porne invece delle altre ma credo siano quelle a cui LEI può rispondere e orientare quindi il suo comportamento e le sue interpretazioni e scelte. Una consulenza psicogica potrà darle altri preziosi contributi.
Saluti.
Anna Mallocci
Buonasera, per le informazioni fornite si può comprendere che questa situazione le sta creando particolare sofferenza e alla lunga potrebbe rischiare di inquinare il rapporto con il suo fidanzato. A tale proposito mi sembra già buono che si sia posta queste domande in merito alla questione. Detto questo, nella maggioranza dei casi che trattano queste dinamiche è molto difficile o comunque faticoso portare il partner a vedere e riconoscere la situazione così come la vive lei. Perciò un punto di partenza potrebbe essere quello di ridefinire ed esternare con i genitori del suo ragazzo quelle che sono le sue difficoltà, riportandole sul suo punto di vista, cercando il più possibile di abbassare le aspettative sugli altri cominciando a vedere su quali canali questo rapporto con loro può cominciare a funzionare.
Cordialmente,
Dott.ssa Alice Bianchi
Un Counseling psicologico integrato da Floriterapia di Bach l'aiuterebbe a trovare una soluzione pacificatrice per se stessa a prescindere dal comportamento altrui. Cordiali e solidali saluti.

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