Buongiorno, sono Emanuele,un ragazzo di 17 Un paio di giorni fa ho avuto un incidente con lo scoot

23 risposte
Buongiorno, sono Emanuele,un ragazzo di 17
Un paio di giorni fa ho avuto un incidente con lo scooter e cadendo mi sono fatto male alle braccia (al polso destro e al gomito sinistro poiché lo scooter mi è caduto di sopra) e ora ho gesso e fasciatura in entrambe le braccia.Quindi da come si può chiaramente capire non posso fare praticamente niente,infatti per qualsiasi cosa,anche per le cose più banali (come: mangiare,bere,vestirmi....) mi aiuta mia mamma.Il problema è quando mi devo lavare e quando devo andare in bagno soprattutto per fare la cacca perché ogni volta quando finisco devo chiamare mia mamma e mi devo fare pulire da lei,visto che io da solo non lo posso fare.Non potete immaginare quanto sia imbarazzante farsi pulire il sedere dalla mamma a questa età infatti ,ogni volta, non vedo l'ora che finisce e se per caso perde un po di tempo in più per pulirmi perchè sono molto sporco (se per esempio faccio diarrea) muoio dalla vergogna.Idem quando mi fa la doccia.Però devo cercare di superare questa cosa perchè per almeno un mese non potrò muovere le braccia,quindi cosa posso fare per superare la vergogna e l’imbarazzo?
Dott. Alessio Vellucci
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Caro Emanuele,
mi dispiace per l'incidente che hai avuto. Immagino anche la fatica per scrivere questo messaggio alla tastiera e capisco quanto possa frustrare non sentirsi più autonomi, soprattutto per quanto riguarda l'igiene intima. E' naturale provare un certo grado di imbarazzo, a 17 anni si è già sviluppati. Purtroppo sei in una condizione di impossibilità fisica, e quindi un aiuto si rende necessario, e l'unica alternativa per rispettare la tua intimità potrebbe essere richiedere la presenza di un operatore/operatrice socio assistenziale per questo mese di attesa. Resta da capire se la fatica di questa situazione sia però legata esclusivamente alla figura di mamma (magari ai modi con cui si occupa di te) o al dover ricevere aiuto in senso più assoluto per la tua cura. E' in questo che si annida l'origine della profonda vergogna che racconti. Auguri di pronta guarigione

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Dott.ssa Milvia Verginelli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Fiumicino
Salve giovane ragazzo, pensa che è solo una situazione passeggera, on breve tempo riuscirai a fare ciò che facevi prima. Vedrai che giorno dopo giorno migliorerai e ritroverai la tua giusta autonomia. In bocca al lupo
Dott.ssa Milvia VERGINELLI
Dott.ssa Paola Giovani
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, il sentimento di vergogna è un'utile difesa che mantiene i limiti della sua identità, della sua dimensione corporea, soprattutto nei confronti di sua madre, verso la quale è bene che lei avverta l'esigenza di mantenere ormai una netta separazione. In questo senso, può utilizzare il suo sentimento di vergogna per non ricadere in uno stato di accudimento infantile, da cui si sente minacciato. Perciò, la sua inquietudine è la cosa migliore che le poteva capitare in questa situazione, di cui tuttavia non ha nessuna colpa. Per quanto può, cerchi di fare da solo. Allora, speriamo in una rapida guarigione. Molti auguri. PG
Dott.ssa Debora Gilardi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Caro Emanuele, certamente la situazione non è facile... sentirsi dipendenti per le cose più banali, ma fondamentali come l'igiene personale, capisco sia dura da sopportare. Pensa però che colei che ti aiuta è tua madre: ti ha partorito, accudito, cresciuto. È un momento che passerà. In bocca al lupo di cuore.
Dott.ssa Perla Margherita Amodio
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Caro Emanuele, le tue emozioni sono comprensibili vista la situazione nella quale ti sei venuto a trovare. Prova a parlare con i tuoi genitori di come ti senti, magari insieme a loro puoi trovare una soluzione alternativa. In alcune situazioni anche solo esprimere all'altro ciò che si prova può aiutare a sentirsi più a proprio agio. In bocca al lupo!
Dott.ssa Paola Maria Biancardi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno Emanuele,
mi dispiace per il tuo incidente. Capisco che a 17 anni ricevere questo tipo di aiuto da tua mamma non sia facile e comprendo la vergogna e l’imbarazzo che può suscitare. Mi chiedo e ti chiedo se il pensare che si tratta di un arco di tempo limitato, perché poi tu potrai riacquistare la tua autonomia, ti possa aiutare. Mi chiedo e ti chiedo anche se condividere questi sentimenti con tua mamma, cosa che magari hai già fatto, possa essere d’aiuto per te per attenuarli.
Ti auguro di affrontare e attraversare quest’esperienza con sempre maggior serenità e ti auguro una buona guarigione che ti permetta di riacquistare pienamente la tua autonomia.
Paola
Dott. Gian Piero Grandi
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista clinico
Torino
Buon giorno dalla tua descrizione si percepisce inevitabilmente disagio e fastidio. Purtroppo come hanno detto i colleghi non puoi farci nulla a meno che in casa non ci siano altre figure che possano recarti meno disagio. È comunque una situazione temporanea e presto finirà. Coraggio. Cordialmente Gian Piero Dott Grandi
Dott.ssa Germana Ajraldi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
L'Aquila
salve Emanuele, stia tranquillo, come ha detto lei è solo una situazione passeggera, è normale che si sente imbarazzato, ma pensi che le manca poco e potrà "riprendersi" tutta la sua intimità.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

concordo con i colleghi, pensi che è solo una situazione passeggera, e che a breve riuscirà a fare ciò che faceva prima. Vedrà che giorno dopo giorno migliorerà e ritroverà la sua giusta autonomia.
Auguri per il futuro!

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Milena Pacini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, capisco quanto possa essere difficile ed imbarazzante la situazione che sta vivendo. Ciò che le posso consigliare è di provare a dare un significato diverso alla situazione , mi spiego meglio, se ad esempio provasse ad attribuire ai momenti relativi all'igiene una motivazione di assoluta necessità senza i quali non potrebbe oggettivamente occuparsene da solo, da quanto poi si evince dalla sua descrizione. Cordiali saluti Dott.ssa Milena Pacini
Dr. Leonardo Gottardo
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Padova
Ciao Emanuele,
è normale provare vergogna per quello che hai raccontato.
È un momento passeggero, potrebbe aiutarti poter parlare con la mamma e poterti distrarre magari guardando qualche video sul cellulare.
Buona guarigione.
Dott. Leonardo Gottardo.
Dr. Manuel Marco Mancini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve,
concordo con i colleghi. Cerchi di pensare che è un fatto momentaneo.
Un saluto,
MMM
Dott.ssa Mariagrazia Di Cello
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Lamezia Terme
La Vergogna nasce per auto valutazione di inadeguatezza rispetto a standard di condotta ai quali si aderisce. Mi dispiace per quello che le è successo, immagino anche quanto possa essere frustrante non sentirsi più autonomi, ma anche mettersi a nudo con le proprie fragilità
e per questo la ringrazio.
Cerchi di ricordare che la sua situazione è transitoria…e non ha colpa se oggi ha bisogno di un maggiore aiuto da parte di sua madre, sta affrontando le conseguenze di quello che le è accaduto. L’incidente ha messo in luce le sue fragilità, ma vorrei ricordarle che può essere un’occasione per riscoprire anche i suoi punti di forza.
Provi a condividere con sua madre quello che prova (è normale che sua madre si prenda cura lei, con amore, continuerà a farlo, con lo stesso amore soprattutto nei momenti di bisogno). Potrete valutare insieme la presenza di un operatore che la assista anche solo in questi momenti di maggiore disagio. Un supporto psicologico anche via pc potrebbe aiutarla nell’affrontare meglio quello che prova, a mettere in luce quanto riesce ad accettare sua fragilità, cosa rappresenta per lei l’impossibilità fisica, i suoi significati, per trovarne nuovi più accettabili.Quanto è abituato a chiedere ed accettare di aver bisogno anche degli altri? Quali risorse ha a disposizione? Questi sono solo alcuni spunti.
Resto a disposizione per ogni chiarimento o confronto.
Un caro saluto Dr.ssa Mariagrazia Di Cello

Dott.ssa Susanna Nuti
Psicoterapeuta, Psicologo
Firenze
Guarda Emanuele ti dico da mamma di affidarti alle cure della tua mamma che ti vuole bene e fa tutto questo con amore. Tu guarda la cosa con gli occhi di un bambino e con un po’ di ironia... e quando tutto sarà passato tornerai come prima magari con un rapporto con tua mamma più forte di prima. Buona guarigione Dott.ssa Susanna Nuti
Ciao Emanuele,
Mi dispiace per il tuo incidente e per l'inconveniente che ti ha creato. Comprendo il tuo disagio, in quanto hai un'età nella quale hai pienamente sviluppato e di conseguenza la vergogna che provi è normale ed è anche indice della tua identità e del senso di pudore che è giusto avere.
Pensa però che è un momento passeggero, tra un mesetto finirà e tutto tornerà alla normalità. Nel frattempo puoi parlarne con tua mamma, perché esprimere le proprie emozioni aiuta sempre, e magari cercare insieme un'altra opzione nell'aiuto doccia e bagno.
Un caro saluto e in bocca al lupo per la tua guarigione.
Dott.ssa Paola De Martino
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per l'accaduto e per il disagio che sta provando. Proprio ora purtroppo che era nella fase dello svincolo genitoriale, all'alba del 18 anni, ecco che invece gli eventi della vita fanno credere che si stia regredendo anzichè evolvendo. Tuttavia credo che non sia così, nel senso che la situazione è transitoria e, per quanto possa essere complicato accettare tutto questo, anche queste saranno esperienze che faranno parte del nostro bagaglio personale. Da questi eventi, inoltre, possono nascere riflessioni che ci permettono di conoscere meglio noi stessi, le nostre paure e fragilità. Non bisogna rinnegare tali eventi ma, piuttosto, sfruttarli al massimo affinchè possano diventare un modo per conoscerci ancora
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Giulia Bernardinello
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Bologna
Gentile Emanuele, è normale provare un sentimento di imbarazzo per un giovane adulto come lei, non c'è niente che non va in questo, ha provato a comunicarlo a sua madre? Potrebbe essere di aiuto contattare un operatore sanitario esterno se vede che tutto ciò persiste e non può proprio fronteggiarlo. In ambedue i casi, si ricordi che è una situazione temporanea, ma necessaria. Le auguro una pronta guarigione. Dott.ssa Giulia Bernardinello
Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera, concordo con molti dei colleghi, deve considerare questo momento come transitorio. In questo momento non deve allentare le emozioni dolorose ma accoglierle. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dott.ssa Beatrice Planas
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Dott. Luca Ferretti
Psicologo, Psicoterapeuta
Livorno
Buongiorno, mi dispiace per il suo incidente E per il suo disagio.
Come lei stesso ha affermato, si tratta di una situazione di emergenza una situazione passeggera dovuta a una situazione obbligata di necessità. Pensi questo.
Anche per queste situazioni spiacevoli e imbarazzanti possiamo imparare qualcosa che magari ci sarà utile in un futuro. Chi lo sa magari un giorno si troverà a lei a dover aiutare qualcun altro/a ( anche a lei vicino) nel medesimo modo. Per lei sarà più facile comprendere il disagio di quella persona avendolo vissuto anche lei sulla sua pelle.Cordiali saluti Dottor Luca Ferretti
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Ciao Emanuele,
capisco benissimo quanto questa situazione possa essere difficile per te. È normale provare imbarazzo e disagio quando perdiamo temporaneamente la nostra indipendenza, specialmente in momenti così intimi come lavarsi o andare in bagno. A 17 anni, è naturale voler essere autonomi e sentirsi a disagio nel dipendere dagli altri, soprattutto da un genitore, per cose che normalmente faresti da solo. Quello che stai vivendo, però, è una condizione temporanea. Il tuo corpo ha bisogno di tempo per guarire, e questo periodo, per quanto fastidioso e frustrante, non durerà per sempre. Anche se ora può sembrare insopportabile, tra qualche settimana potrai tornare a fare tutto da solo, come prima. L’imbarazzo che provi deriva dal fatto che senti di non avere il controllo sulla situazione e che stai vivendo qualcosa di “non adatto” alla tua età. Ma prova a guardarla da un’altra prospettiva: tua mamma ti sta aiutando non perché tu sia un bambino o incapace, ma perché in questo momento ne hai davvero bisogno. Se fosse successo a lei, o a un amico, o a chiunque altro a cui vuoi bene, probabilmente faresti lo stesso senza pensarci due volte. È un gesto di cura, non di umiliazione. Una cosa che può aiutarti è cercare di normalizzare quello che sta succedendo. È una necessità, non una scelta. Più cerchi di combattere l’imbarazzo, più forte lo sentirai. Invece, se provi ad accettare che per qualche settimana dovrai dipendere da qualcuno per queste cose, piano piano la vergogna potrebbe ridursi. Un altro modo per gestire il disagio è provare a rendere la situazione più leggera. Se ti senti a tuo agio, puoi provare a scherzarci sopra con tua mamma, trasformando un momento imbarazzante in qualcosa di meno pesante. A volte, ridere di una situazione la rende meno opprimente. Se l’imbarazzo è davvero insostenibile, potresti anche provare a trovare qualche soluzione pratica per essere un po’ più autonomo. Ad esempio, ci sono strumenti che potrebbero aiutarti a pulirti con meno assistenza, come salviette umidificate o supporti per l’igiene. Potresti parlarne con un medico o un fisioterapista per capire se esistono alternative. Questa esperienza, per quanto difficile, può insegnarti qualcosa di importante: a volte, tutti abbiamo bisogno di aiuto, e accettarlo non significa essere deboli o inadeguati. È un momento passeggero, e tra qualche mese probabilmente ci riderai sopra pensando a quanto ti sembrava insormontabile. Sei forte e stai affrontando tutto questo nel miglior modo possibile.
Coraggio, passerà più in fretta di quanto pensi!
Dott. Andrea Boggero
Caro Emanuele,
grazie per aver condiviso questa esperienza così personale e delicata. Hai fatto bene a parlarne, e ti assicuro che **quello che provi è assolutamente normale.**

A 17 anni si ha un **bisogno fortissimo di autonomia**, di sentirsi indipendenti, adulti, capaci. Ritrovarsi, anche solo temporaneamente, in una situazione in cui **dipendi da qualcuno — e proprio da un genitore — per cose intime** come lavarsi o andare in bagno, può essere vissuto come un grande colpo alla dignità. Ma c’è una cosa importante che voglio dirti, da psicologa:

Sentirsi a disagio non è una debolezza. È umanità.

La vergogna che provi nasce dal tuo senso del pudore, dal desiderio di riservatezza e autonomia — ed è un **segno che stai crescendo**. Ma allo stesso tempo, non dimenticare che tua mamma non lo vive come un’umiliazione per te. Lei *ti sta aiutando con amore*, e quello che per te ora è imbarazzante, per lei è solo un gesto di cura.

Ecco alcuni consigli per affrontare meglio questa situazione:
1. **Accetta che è una fase temporanea.**
Non stai tornando “bambino”. Stai **vivendo un infortunio**. Se ti fossi rotto una gamba e avessi bisogno di una carrozzina, nessuno metterebbe in dubbio la tua indipendenza come persona. Questo vale anche per ora.

2. **Dai un nome alle emozioni.**
Puoi anche parlarne con tua madre, se te la senti. Dire qualcosa come:

> “Lo so che non è niente per te, ma per me è davvero imbarazzante… ti ringrazio perché lo fai comunque con pazienza.”
> A volte **dire le cose ad alta voce** fa calare un po’ il peso che sentiamo dentro.

3. **Mantieni il tuo ruolo attivo dove puoi.**
Anche se non puoi fare certe cose, prova a essere tu a decidere *come*, *quando*, con che ritmo. Anche solo dire: “Ok, adesso sono pronto” ti aiuta a **riprendere un piccolo controllo** sulla situazione.

4. **Ridi se puoi.**
L’umorismo, quando nasce da affetto e fiducia, è una grande medicina. Una battuta, anche autoironica, può aiutarti a sdrammatizzare e vivere il momento con meno tensione.

Ricorda:
Essere accuditi non toglie nulla alla tua identità. Non stai perdendo dignità: **stai solo affidandoti a qualcuno che ti vuole bene**, finché potrai tornare a fare tutto da solo.

E se un giorno tu sarai genitore o amico di qualcuno che si trova in difficoltà, questa esperienza ti avrà insegnato **quanto conta esserci con rispetto, delicatezza e amore.**

Un abbraccio (con tutte e due le braccia, visto che tu per ora sei un po limitato )
Emanuele, stai facendo il meglio che puoi. E questo basta.
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Ciao Emanuele,
capisco perfettamente quanto ti senta a disagio — è una situazione davvero difficile per la tua età, in cui il bisogno di autonomia è fortissimo, e trovarsi improvvisamente dipendenti da qualcuno, soprattutto da un genitore, può farti provare vergogna, imbarazzo e perfino rabbia. Ma la verità è che non c’è nulla di cui vergognarsi: il tuo corpo è semplicemente ferito e ha bisogno di aiuto temporaneo, proprio come accadrebbe se avessi una gamba rotta e non potessi camminare.

Puoi provare a cambiare prospettiva in questo modo:

Pensa che si tratta di un atto di cura, non di umiliazione. Tua madre non ti sta giudicando, ti sta accudendo perché ti vuole bene e sa che per ora non puoi farne a meno. È un gesto d’amore, non una perdita di dignità.

Ricordati che è una condizione temporanea. Quando starai meglio e toglierai il gesso, tornerai a fare tutto da solo. Tenere in mente questo orizzonte ti aiuterà a tollerare il disagio attuale.

Comunica come ti senti. Puoi dirle con calma: “Mamma, mi vergogno un po’, ma so che devo farmi aiutare”. Dirlo apertamente spesso fa diminuire l’imbarazzo e crea complicità.

Concentrati su ciò che puoi fare. Anche se non puoi usare le braccia, puoi ascoltare musica, leggere, guardare film o semplicemente parlare con gli amici: mantenere una routine “normale” aiuta a non fissarsi sulla parte più difficile.

Ti stai solo adattando a una fase passeggera, e la vergogna che provi è una reazione umana e sana: significa che tieni alla tua indipendenza e alla tua intimità. Ma in questo momento la cosa più importante è lasciarti aiutare e avere pazienza con te stesso: non è una perdita di forza, ma un atto di maturità.

Dott.ssa Sara Petroni

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