Buongiorno, sono donna, 39 anni, è circa un anno che non sopporto più le persone, svolgo un lavoro f

21 risposte
Buongiorno, sono donna, 39 anni, è circa un anno che non sopporto più le persone, svolgo un lavoro full time in cui mi devo costantemente rapportare con qualche centinaio di persone tutti i giorni. Ho perso la pazienza, sono arrivata al limite l'altro giorno quando ho iniziato a piangere e non sono più riuscita a smettere, chiedono, pretendono e non ci guadagno nulla se non stanchezza e disgusto. Ho contattato il mio medico che conosce il posto di lavoro e i turni (anche da 12 ore che mi fanno fare), mi ha suggerito di allontanarmi per almeno una settimana dalla postazione lavorativa in quanto ambiente tossico, ma ferie non me ne danno, sto coprendo anche le malattie dei colleghi quindi dovro usare gg di malattia. Il fatto è che la notte non dormo, penso gia a quando inizierà la giornata, voglia di uscire per andare al lavoro non ne ho, invidio fortemente le persone che stanno in smart working e che non devono sopportare nessun altro vis a vis ma solo dietro uno schermo. Non lo so il perchè sono arrivata in questo stato, forse 18 anni in questo posto sono troppi, vorrei cambiare, andarmene e lavorare in un altro posto, magari a contatto con gli animali e la natura (quando vado in montagna in mezzo al silenzio io rinasco ma poi quando è ora di rientrare sto male) ma il mio problema per il cambiamento, sono i miei genitori, io sono qua ancora per loro, mio padrè è molto malato e mia madre ha bisogno di me. I miei fratelli non si fanno mai vedere. Io non vado via dalla mia città solo per loro ma questo posto, la città (pericolosa) in cui vivo, la gente che vedo e frequento, mi sta tutto stretto. Non so come uscirne, sto tornando a piangere anche ora. Vorrei avere qualche consiglio da parte vostra. Grazie a tutti.
Dott.ssa Ilaria Biasion
Psicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
Rovereto
Buonasera,
comprendo la situazione difficile che sta vivendo e l'oppressione che sente. Mi dispiace molto e credo che la cosa migliore sarebbe quella di parlarne con un terapeuta e iniziare magari un percorso che possa servirle a ritrovarsi, a mettere confini e a capire come poter vivere una vita serena nonostante le difficoltà e la quotidianità a volte complessa.
Resto a disposizione online per qualsiasi necessità, un caro saluto
Dott.ssa Ilaria Biasion

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Dott.ssa Melissa Angelini
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Torino
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità quello che sta vivendo. Comprendo quanto possa essere faticoso trovarsi in una situazione in cui il lavoro diventa fonte di esaurimento e dolore, invece che di stabilità o soddisfazione. Da ciò che scrive, sembra che stia vivendo un livello elevato di stress lavorativo, al punto da avvertire sintomi che ricordano un esaurimento emotivo e fisico, spesso associato a fenomeni come il burnout. Il fatto che il suo medico le abbia già suggerito di fermarsi indica che anche a livello sanitario viene riconosciuta la necessità di uno stop.
Lei ha espresso con chiarezza cosa la fa stare meglio: natura, silenzio, animali. Non è detto che debba stravolgere la sua vita, ma può iniziare a introdurre gradualmente più spazi di questo tipo, anche solo nel tempo libero.
E' inoltre comprensibile che si senta legata ai suoi genitori, ma la sua vita non può essere interamente sacrificata. Spesso il percorso in psicoterapia aiuta proprio a distinguere tra “prendersi cura” e “farsi carico di tutto”, trovando un equilibrio più sano.
Il fatto che lei pianga con facilità, che faccia fatica a dormire e che senta disgusto per la sua quotidianità sono segnali che meritano attenzione. Una psicoterapia potrebbe offrirle uno spazio protetto per elaborare queste emozioni, rafforzare le sue risorse e pensare gradualmente a un cambiamento, senza sentirsi sopraffatta. Un caro saluto
Dr. Andrea Como
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Grazie per aver scritto con tanta sincerità: già questo è un passo importante.
Dalla sua descrizione emergono segnali forti di stress cronico lavorativo (quello che spesso viene definito burnout) unito a una condizione di sovraccarico personale: lavoro logorante, ambiente percepito come tossico, responsabilità familiari gravose e pochissimo spazio per sé stessa.
Il corpo e le emozioni la stanno invitando a un cambiamento. Non deve fare tutto insieme, ma iniziare a prendersi degli spazi per respirare e chiedere aiuto (medico, psicologo, rete sociale).
Per questo motivo, un percorso psicoterapeutico può essere di grande aiuto.
Il percorso più adatto dipende dalla sua sensibilità personale e dagli obiettivi che sente più vicini (gestione dello stress, comprensione dei vissuti profondi, miglioramento della qualità di vita).
Spero di essere stato d’aiuto.
Saluti
Dott. Como
Dott.ssa Arianna Moroni
Psicoterapeuta, Psicologo
Trieste
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso. I sintomi di stanchezza, irritabilità, pianto, difficoltà a dormire sembrano essere un segnale di un sovraccarico dopo tanti anni di lavoro intenso e di responsabilità verso gli altri.
Mi ha colpito molto come descrive il contrasto tra il lavoro quotidiano e i momenti in natura, dove “rinasce”. Cosa le impedisce, oggi, di dare più spazio a ciò che la fa stare bene? Dove finisce il dovere verso gli altri e dove inizia il suo diritto a prendersi cura di sé?
Sono domande che possono aiutarla a riflettere senza colpevolizzarsi, per iniziare a tracciare piccoli cambiamenti possibili.
Un caro saluto, AM
Dr. Antonio Rivetti
Psicologo, Psicoterapeuta
Caserta
Gentile Utente, Lei è molto lucida nel riconoscere le sue difficoltà (lavoro, genitori); la domanda è cosa la spinge a continuare a stare in un luogo che definisce tossico? I sacrifici che sta facendo guariranno suo Padre? Sua Madre ha bisogno di Lei oppure Lei ha bisogno di sua Madre? La invito ad approfondire dinamiche interne che La stanno "bloccando" in questa situazione disfunzionale che non Le permetteranno di poter vivere una Vita come la desidera. Grazie.
Dott.ssa Giulia Solinas
Psicologo, Psicoterapeuta
Quartu Sant'Elena
Il suo problema è un quadro da stress con tutti gli elementi che lo caratterizzano; credo sia giunto il momento di intraprendere un percorso di pscioterapia per la gestione degli eventi stressanti; nel caso l'approccio minfulness sarebbe molto appropriato proprio per la costellazione di disturbi fisici, emotivi e di pensiero che in questo momento le stanno rendendo difficile lo stare in un luogo di lavoro dove non si sente gratificata e ancora di piu per la sua insofferenza alle relazioni sociali. Prima di assumere qualsiasi decisione cerchi di iniziare a prendersi cura di sè e inizi una psicoterapia ( anche con un terapeuta online) in modo da acquietare la mente a vere la lucidità per decidere di seguire i suoi bisogni ( con consapevolezza).
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gent.ma, riporta una profonda insoddisfazione nel contesto lavorativo e una vicenda familiare complessa che sembra farle sperimentare la sensazione di non poter cambiare. Prenda in considerazione una richiesta di aiuto: probabilmente un sostegno psicoterapeutico potrebbe accompagnarla ad affrontare questo periodo difficoltoso e aiutarla ad individuare una soluzione per sé stessa. SG
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, grazie per la sua difficile condivisione. Credo che sia arrivata a un punto di rottura, dove come dice chiaramente non sopporta più nulla e nessuno, ma allo stesso tempo si sente incastrata e impossibilitata a cambiare. Credo però che da qualche parte la possibilità di cambiare e trasformarsi ci sia sempre, per quanto difficile sia da immaginare. L'unico consiglio sincero che mi sento di darle è quello di cominciare un percorso: sono sicura che tramite il confronto e la riflessione con un professionista di cui possa fidarsi si possano aprire insieme nuove porte verso il cambiamento, che ora, ferma in questa posizione, sembrano impensabili. Il punto è mettersi in gioco, in cammino, e non rimanere sola. Se avesse domande o volesse approfondire la questione mi trova a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Dott.ssa Tonia Caturano
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Pioltello
Ecco un **riassunto** del testo in stile narrativo e con approccio umanistico:

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**Cara anima stanca**, le tue parole raccontano un'esistenza di resistenza silenziosa, schiacciata da anni di richieste, responsabilità e stanchezza. Il tuo corpo e la tua mente stanno urlando che non puoi più andare avanti così: pianto, insonnia, rifiuto del quotidiano... sono segnali che non si possono ignorare.
Hai dato tutto, al lavoro e in famiglia, senza ricevere abbastanza in cambio. Ma ora sei esausta, e quel desiderio di montagna, di silenzio, di natura, non è un capriccio: è la bussola che indica dove si trova il tuo vero centro, la tua pace.
Cambiare fa paura, soprattutto con i legami familiari forti che ti trattengono. Ma **non sei egoista se scegli di proteggerti**, se desideri una vita più autentica. Anche solo fermarti, come ti ha suggerito il medico, è già un primo passo.
In quella pausa, ascoltati. Scrivi, cammina, respira. Non devi sapere tutto adesso, ma **hai il diritto di cercare ciò che ti fa bene**, anche a piccoli passi. La tua rinascita potrebbe cominciare proprio da lì.
Dott.ssa Caterina De Galitiis
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Pescara
Buongiorno,
dalle sue parole emerge con forza quanto si senta schiacciata da un contesto che non le lascia spazio in nessun ambito della vita: familiare, lavorativo, relazionale. È comprensibile che senta il bisogno di isolarsi per riuscire di nuovo a respirare. La situazione che descrive appare senza via d’uscita: dove si trova non sta bene, eppure non riesce ad allontanarsi. Forse, però, il punto di svolta è proprio qui, perché la scelta c’è, anche se ora non la vede: può scegliere sé stessa e fermarsi.
Il suo corpo e le sue emozioni stanno già mandando segnali molto chiari: pianto, insonnia, disgusto verso la quotidianità. Non sono “debolezze”, ma campanelli d’allarme che le ricordano che ha bisogno di prendersi cura di sé. Fermarsi non significa abbandonare gli altri: al contrario, vuol dire riconoscere che per poter sostenere chi le sta vicino deve prima proteggere le proprie energie.
È chiaro che non può stravolgere la sua vita dall’oggi al domani, ma può iniziare con piccoli passi: ritagliarsi spazi nella giornata o nella settimana solo per sé, dedicati a rigenerarsi e ricaricarsi, attraverso ciò che le dà piacere e benessere, come la natura e il silenzio. Parallelamente, valutare un percorso con un professionista potrebbe aiutarla a gestire la pressione, fare chiarezza sui suoi desideri e, quando sarà possibile, progettare un cambiamento più in linea con i suoi bisogni.
Dott.ssa Elisa Morandotti
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, sembra che lei sia sotto pressione da diversi punti di vista e abbia tante responsabilità lavorative e famigliari. Prendersi dei momenti di libertà sarebbe utile. Le consiglio anche di rivolgersi ad uno psicologo per ritagliarsi uno spazio tutto suo, dove possa esserci lei al centro e dove possa prendersi cura di questo momento emotivamente faticoso.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,
da ciò che racconta emerge un forte stato di stress e di sovraccarico emotivo e lavorativo. Sentirsi senza energie, avere difficoltà a dormire e arrivare a piangere senza riuscire a fermarsi sono segnali importanti, che il suo corpo e la sua mente le stanno inviando per dirle che ha bisogno di prendersi cura di sé.

Il contesto lavorativo che descrive sembra effettivamente tossico e logorante, e non sorprende che, dopo tanti anni, lei senta un rifiuto profondo verso le persone con cui deve interagire quotidianamente. Il desiderio di cambiare, di vivere in un ambiente più sano, a contatto con la natura e lontano dalla pressione sociale, è un bisogno reale e comprensibile. Tuttavia, capisco anche quanto il senso di responsabilità verso i suoi genitori la faccia sentire bloccata.

In situazioni come la sua, è importante iniziare da piccoli passi: ritagliarsi momenti di respiro, anche brevi, in cui staccare e dedicarsi a ciò che le dà sollievo (come la montagna o il silenzio). Questo non risolve tutto, ma può darle un appoggio per resistere meglio alla pressione quotidiana. Allo stesso tempo, può essere utile cominciare a riflettere su come pianificare, gradualmente, un cambiamento lavorativo o di vita, anche se non immediato.

Vivere così, come si sente ora, rischia di diventare insostenibile a lungo termine. Per questo motivo, le consiglio di non affrontare tutto da sola: parlare con uno specialista può aiutarla a fare chiarezza sui suoi bisogni, a gestire lo stress e a trovare strategie per avvicinarsi al cambiamento che desidera, senza sentirsi in colpa verso i suoi genitori.

È consigliato per approfondire rivolgersi a uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Silvia Turri
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, comprendo il suo stato di profondo malessere. Credo che, a fronte dell'impegno che ha verso i suoi genitori, sia essenziale che possa trovare delle condizioni di vita più sane e funzionali per il suo benessere. Penso che sarebbe utile per lei un percorso di psicoterapia individuale per comprendere dentro di sé cosa poter cambiare della sua vita attuale in modo tale da poter sentire di stare meglio. Se lo desidera, io sono psicologa psicoterapeuta e sono disponibile
Gentile signora credo che il suo sia un malessere dell'anima oltre che del corpo che le sta indicando che il tipo di vita che sta facendo le è diventato stretto
Provi a fare un percorso di terapia che la possa aiutare a prendere delle decisioni diverse
Il corpo parla attraverso i sintomi e il suo gliene sta dando tanti
Coraggio
In bocca al lupo
Dott.ssaLorenzini Maria santa psicoterapeuta
Dott
Dott.ssa Eugenia Cardilli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, mi dispiace per ciò che sta sopportando, Capisco che la grande città è molto faticosa ed anche chi è intorno a lei. Da ciò che capisco mi sembra , da ciò che racconta piange e non vuole iniziare la giornata, lei ha un abbassamento del tono dell'umore. Quindi le consiglio, prima che peggiora ulteriormente, di recarsi da un professionista per prima cosa contatti uno psicoterapeuta e poi magari prendere anche un antidepressivo per poterla aiutare ad alzare il suo tono dell'umore. inoltre cerchi una brava terapeuta che mette in atto come terapia l'EMDR una terapia che l'aiuterà ad elaborare i suoi traumi e trovare una pace per meglio aiutare anche i suoi genitore. Io con i miei pazienti la pratico e l'assicura, con traumi molto importanti, riescono a stare meglio. La saluto, dott, Eugenia Cardilli.
Dott.ssa Silvia De Roni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Verona
Carissima, leggo una sofferenza estrema e urgente. Quello che descrivi non è stanchezza, ma un grave quadro di Esaurimento Psicofisico (Burnout), amplificato da un forte Caregiver Burden (il carico di responsabilità verso i tuoi genitori).

La tua crisi di pianto è il segnale che hai superato il limite: il tuo corpo sta letteralmente urlando che è ora di fermarsi.

Il Passo Immediato
Devi accettare e prendere i giorni di malattia consigliati dal medico. Non è un fallimento, ma l'unica azione protettiva immediata per ripristinare il sonno e abbassare lo stato di allerta.

Il Ruolo della Psicoterapia
Il tuo stato è il risultato del conflitto insostenibile tra un lavoro distruttivo e il tuo senso del dovere familiare. La psicoterapia è fondamentale per:

Stabilire Confini Sani: Imparare a dire 'no' e a differenziare i tuoi bisogni dai doveri imposti dalla colpa, specialmente con i tuoi genitori e nel luogo di lavoro.

Sbloccare il Cambiamento: Trasformare il tuo desiderio di 'fuga' (montagna, natura) in una pianificazione realistica per un nuovo equilibrio di vita.

Non puoi uscirne solo con i consigli; hai bisogno di un percorso professionale per sciogliere il nodo tra i tuoi doveri e la tua salute. Ti incoraggio fortemente a iniziare a cercare un terapeuta con cui sentirti a tuo agio.
Dott.ssa Cristina Sinno
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Buongiorno, quello che racconta trasmette con forza il peso che sta portando: un’esposizione continua a richieste, responsabilità e solitudine, in un contesto che sembra non lasciarle spazio per respirare. Le emozioni che oggi emergono: il pianto, la stanchezza, il desiderio di fuggire, sono segnali importanti, che meritano ascolto.
Il bisogno di silenzio, natura e libertà parla di una parte viva di lei che chiede attenzione. Un percorso di psicoterapia può offrirle uno spazio protetto per ritrovare contatto con sé stessa, dare voce ai suoi bisogni e iniziare a immaginare nuove possibilità.
Se lo desidera, sono qui. Per qualsiasi informazione non esiti a contattarmi, sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
Dott.ssa Greta Pisano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile Signora,
le sue parole raccontano una stanchezza profonda, che non è solo fisica, ma anche emotiva e psicologica. Dopo tanti anni di impegno costante in un lavoro molto esigente e in un ambiente che appare sempre più faticoso e svuotante, è del tutto comprensibile che si senta esausta, frustrata e al limite.

Il suo corpo e la sua mente, attraverso l'insonnia, il pianto e il desiderio di fuggire, stanno probabilmente cercando di dirle qualcosa di importante: che ha bisogno di fermarsi, di prendersi cura di sé e di ritrovare un equilibrio più sano.

La sensazione di “non sopportare più le persone” non è segno di debolezza, ma spesso il risultato di un sovraccarico prolungato, che porta a una forma di esaurimento emotivo che conosciamo anche come burnout. A questo si aggiunge il senso di responsabilità familiare che la tiene legata a una realtà che però, oggi, non le dà più respiro.

Ciò che mi colpisce è anche la sua consapevolezza: ha già intuito quanto le faccia bene la natura, il silenzio, il prendersi uno spazio tutto suo, e questa è una direzione preziosa da ascoltare.

Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a dare voce a tutto ciò che sta provando, a ritrovare le sue risorse interne, e soprattutto a capire come prendersi cura di sé , senza sentirsi in colpa, anche nei confronti delle persone che ama.

Se lo desidera, possiamo fissare un primo incontro conoscitivo (online o in presenza), in cui potremo approfondire insieme quello che sta vivendo e valutare quale tipo di supporto possa esserle più utile in questo momento.

Resto a disposizione per qualsiasi informazione o per concordare un appuntamento.

Un caro saluto,
Dott.ssa Greta Pisano
Psicologa – Psicoterapeuta
Dott.ssa Federica Gigli
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
dalle sue parole emerge tutta la fatica di portare avanti una situazione che la sta prosciugando, tra un lavoro molto impegnativo e le responsabilità familiari. È comprensibile che si senta arrivata al limite. A volte, quando ci si trova in condizioni simili, può aiutare iniziare a ritagliarsi piccoli spazi di respiro, anche brevi, in cui riconnettersi a ciò che le dà sollievo e pace, come accade per lei in montagna.
Allo stesso tempo, per affrontare in profondità ciò che sta vivendo e trovare nuove strade per sé, credo possa esserle molto utile un percorso di sostegno psicologico. Mi rendo disponibile per un consulto, così da valutare insieme come aiutarla a ritrovare equilibrio e benessere.

Un caro saluto
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

la sua è una condizione di burnout. Per poterne uscire sarebbe necessario un supporto psicologico. Si affidi ad uno specialista, vedrà che con il tempo la aiuterà ad uscire dalla morsa dell'angoscia lavoro-correlata.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, probabilmente lei è in burnout e dovrebbe informarsi se nel suo posto di lavoro c'è un sostegno psicologico in tal senso. Se, come è probabile, non ci fosse dovrebbe cercare un sostegno psicologico. La soluzione di cambiare lavoro sarebbe da assecondare. Comprendo che non possa lasciare la sua famiglia ma potreste pensare di cambiare città tutti insieme? Le suggerisco di prendersi cura di sé prima possibile.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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