Buongiorno, mio marito ha reazioni molto nervose a cose che dico che gli danno fastidio, si arrabbia

24 risposte
Buongiorno, mio marito ha reazioni molto nervose a cose che dico che gli danno fastidio, si arrabbia e interrompe la comunicazione. Penso che tutto questo derivi dalla frustrazione di cui mi parla relativa al fatto che non fa' più niente di suo e ha messo da parte hobby e amicizie per la coppia. Io vorrei sapere come potere gestire questa sua rabbia che mi allontana sempre di più da lui. Ho provato a parlargli tante volte di questa sua modalità e lui mi ha promesso di lavorarci su, ma poi riaffiora sempre
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,

la situazione che descrive è delicata e comprensibilmente dolorosa. La rabbia e le reazioni di chiusura di suo marito potrebbero effettivamente essere collegate a una frustrazione personale, come lei stessa ipotizza, legata alla rinuncia a spazi individuali (hobby, amicizie, interessi) che sono importanti per il benessere emotivo di ciascuno. Quando una persona sente di aver perso parti di sé, può sviluppare tensione e risentimento che finiscono per manifestarsi proprio nella relazione più vicina.

Per quanto riguarda la gestione della sua rabbia, alcuni spunti possono essere:

Scelga il momento giusto per parlare: Eviti di affrontare discorsi delicati nel pieno della rabbia. Aspetti momenti di maggiore calma, spiegandogli che desidera parlare non per accusarlo, ma per trovare insieme soluzioni.

Usi messaggi in prima persona: Ad esempio, invece di dire “Tu ti arrabbi sempre”, provi a dire “Mi sento ferita e distante quando interrompi la comunicazione. Vorrei capire come possiamo affrontare meglio questi momenti.”

Mantenga la calma: Anche se è difficile, rispondere alla rabbia con altra rabbia o con il silenzio può alimentare il ciclo conflittuale.

Provi a incoraggiarlo a riprendere spazi suoi: Anche piccole attività personali possono aiutarlo a sentirsi meno “intrappolato” nel ruolo di coppia e a ridurre la frustrazione.

Consideri la terapia di coppia o individuale: Sia per lui, per lavorare sulla gestione delle emozioni e sul recupero di sé stesso, sia per voi come coppia, per migliorare la comunicazione e ricostruire vicinanza.

Ha già fatto passi importanti provando più volte a parlargli e riconoscendo i possibili motivi del suo disagio. Tuttavia, visto che il problema continua a ripresentarsi e le sta causando sofferenza e distanza nella relazione, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.

DOTTORESSA SILVIA PARISI
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa

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Cara utente,
da quello che dice suo marito si comporta così perchè non ha più tempo da dedicare a sé stesso e alle cose che gli piacciono e che lo fanno star bene. Anche con lei suo marito stare bene, ma come ogni persona può aver bisogno di un suo spazio. Se vuole aiutarlo, allora lo sproni a riprendere qualche hobby e a rivedere qualche amico e nel caso si potrebbe anche pensare di intraprendere un percorso psicologico di coppia per poter trovare un equilibrio che possa funziona per entrambi.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
Dott.ssa Valentina Penati
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Carissima, grazie per il suo messaggio. Chiede come può gestire la rabbia di suo marito....semplicemente non può! Le emozioni sono qualcosa che può gestire soltanto chi le prova, al massimo lei può non dire per un paio di volte una certa cosa e "tenere buono" suo marito in quella occasione, ma la frustrazione di suo marito rimarrà e si manifesterà in altre situazioni. Mi sembra interessante il fatto che dica che suo marito è frustrato per il fatto che non fa niente di suo e ha messo da parte hobby e amicizie. Il bisogno di socialità e di avere degli hobby propri è legittimo e forse su questo può essere utile lavorare, la rabbia non è altro che il modo che suo marito utilizza per manifestare il suo disagio e la mancata realizzazione del proprio bisogno. Spostarsi su un piano dialogico in cui insieme si cerca di capire come potere organizzare il tempo insieme e individualmente, può certamente essere una buona via per affrontare la situazione. Per qualsiasi ulteriore approfondimento mi trova a disposizione, Valentina Penati
Dott.ssa Federica Trobbiani
Psicologo clinico, Psicologo
Albano Laziale
Gentile Paziente Anonimo,
Quella che descrive è sicuramente una situazione emotivamente impegnativa, in cui l'iniziale frustrazione di suo marito, dovuta al momento che sta vivendo, finisce per bloccare anche lei.
Parlarne tra di voi, come avete fato, è giustamente il primo passo da affrontare, per riconoscere entrambi cosa sta succedendo nelle vostre vite e nella coppia.
A volte può essere complicato trovare da soli il modo di risolvere, sia perché entrambi i partner sono molto coinvolti, sia perché cambiare il proprio modo di reagire allo stress non è così facile da modificare o gestire da soli.
In questi casi può essere utile una consulenza di coppia, focalizzata sulla comprensione dell'impasse del momento. Uno psicologo, in questi casi, rappresenta una figura terza in grado di proporre un ulteriore punto di vista sulla situazione, aiutando i due partner a giungere alla comprensione e alla soluzione.

Un caro saluto,
Dr.ssa Federica Trobbiani
Dott. Febbraro Jacopo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Ciao, credo che da come racconti questo problema emotivo, in particolare con la rabbia, sembra appesantire tutto e non lasciare spazio nè a voi come coppia nè come individui. Io credo che quel che tu possa fare dal canto tuo è lavorare sul tuo di spazio e in particolare sul tuo benessere, perchè solo in questo modo può essere possibile portare 'luce' anche nella coppia stessa. Concentrati sui tuoi bisogni, le tue volontà, le tue emozioni e sentimenti, riparti da lì!
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la situazione che mi descrive è delicata e credo che già il modo in cui la racconta faccia capire quanto tenga a suo marito e al legame che vi unisce, nonostante la fatica di questi momenti di conflitto. Le reazioni di rabbia che lui manifesta e che interrompono la comunicazione sono, come intuisce bene, spesso legate a un senso di frustrazione che nasce non solo dal momento presente ma anche da bisogni personali rimasti inascoltati troppo a lungo. Quando una persona sente di avere messo da parte parti importanti di sé, come passioni, amicizie o spazi di autonomia, finisce per vivere la relazione come se fosse diventata l’unico contenitore della propria identità e questo può generare tensioni difficili da controllare. In un’ottica cognitivo-comportamentale, è utile provare a vedere la rabbia non come un’emozione da spegnere a tutti i costi ma come un segnale di un bisogno non soddisfatto. Il problema nasce quando questo segnale si trasforma in reazioni impulsive che impediscono il dialogo e creano distanza. Spesso, chi si arrabbia in modo esplosivo non ha appreso strategie più funzionali per esprimere la propria frustrazione, finendo per sentirsi incompreso e per far sentire l’altro, in questo caso lei, impotente e ferito. Ha già fatto molto nel cercare di parlargli, ma comprendo bene quanto possa essere demoralizzante vedere che, nonostante le promesse di cambiamento, la modalità si ripresenta sempre uguale. La verità è che interrompere questo schema richiede non solo la volontà di suo marito ma anche un lavoro concreto su come gestire la rabbia quando compare e su come comunicare i propri bisogni in modo più sano. Anche lei, da parte sua, ha bisogno di tutelarsi perché vivere in un clima di tensione costante finisce per logorare l’affetto e minare la fiducia. Un passo importante potrebbe essere aiutarlo a riflettere, in momenti di calma, su come possa riprendersi piccoli spazi personali senza sentirsi in colpa. A volte basta ricominciare gradualmente con attività che diano un senso di autonomia e realizzazione. È altrettanto utile che lei possa esprimergli con chiarezza e fermezza come si sente quando lui interrompe la comunicazione, senza accusarlo, ma aiutandolo a vedere l’impatto che questo ha sulla vostra vicinanza. Potrebbe dire, ad esempio, che sente di perdere la possibilità di stargli accanto proprio quando avrebbe più bisogno di sentirlo vicino. Nel frattempo, sarebbe prezioso lavorare insieme, magari con un supporto di coppia, per imparare strategie di comunicazione più efficaci. Una terapia cognitivo-comportamentale di coppia può offrire strumenti pratici per gestire i momenti di conflitto, riconoscere i segnali prima che esplodano e allenare entrambi a rimanere in ascolto anche quando emergono emozioni difficili. Questo non significa colpevolizzare nessuno ma costruire uno spazio nuovo in cui poter parlare dei propri bisogni senza sentirsi attaccati o respinti. Il suo desiderio di restare vicino a suo marito nonostante la fatica è un segnale forte di quanto tenga al vostro legame. Lavorare su questi aspetti richiede pazienza ma soprattutto l’impegno di entrambi a non restare intrappolati nei vecchi schemi. Se dovesse sentire di non farcela da sola, consideri di farsi affiancare da un professionista, anche solo per qualche colloquio individuale, così da avere uno spazio in cui elaborare la frustrazione e capire come proteggersi senza rinunciare alla relazione. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno difficilmente aumentare in modo elevato la nostra parte accudente a svantaggio di una piu individuale porta a qualcosa di sereno, abbiamo bisogno di entrambe. Ci sono anche dei modi di comunicare che a volte fanno sì che essa si interrompa. Se ha piacere ci possiamo sentire per telefono oppure incontrarci di persona per un primo incontro conoscitivo.
Cordialmente
Dott.ssa Elena Parodi
Gentile Signora,
quello che sta descrivendo rappresenta una dinamica frequente nelle coppie: suo marito sembra vivere una frustrazione personale, forse per aver messo da parte i suoi spazi e interessi, che si esprime con rabbia e chiusura. Lei, giustamente, si sente ferita e sempre più distante, nonostante i tentativi di dialogo.

È importante sapere che la rabbia spesso maschera un disagio più profondo, ma non per questo va giustificata. Quando la comunicazione si interrompe e le promesse non portano a un cambiamento concreto, può diventare utile non affrontare tutto da soli.

Le suggerisco di proporre a suo marito un confronto in un contesto protetto, come una consulenza di coppia, dove entrambi possiate essere ascoltati e aiutati a comunicare in modo meno difensivo. Se lui non fosse pronto, può comunque iniziare lei un breve supporto personale, anche solo per capire come muoversi senza logorarsi.
Dott. Niccolò Orsi Bandini
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
gentile utente, grazie della condivisione.
la sua domanda è tanto semplice e diretta nella formulazione, quanto estremamente complessa nella risposta.
Purtroppo non conosco a fondo le dinamiche di coppia tra lei e suo marito, quindi ogni tentativo di metterla in mano una soluzione si ridurrebbe ad una semplificazione grossolana, che le causerebbe forse più danni che benefici.
Queste espressioni continue e persistenti di rabbia potrebbero avere radici più profonde ed altre rispetto a quelle che le propone suo marito. Il mio unico consiglio è quindi quello di provare, con tatto ma anche fermezza, ad affrontare l'argomento di una terapia individuale e/o di coppia.
So che può non essere affatto facile decidere di rivolgersi a uno psicologo, l'idea di aprirsi su temi personali ed intimi può causare molte titubanze.
le posso garantire però che i professionisti della salute mentale sono professionisti competenti e preparati, e sono sicuro che sapranno accogliere lei e suo marito, e insieme riuscirete a risolvere questo problema.
Per il resto le auguro una buona giornata e buon proseguimento, cordiali saluti, dott. Niccolò Orsi Bandini.
Gent.le signora.
comprendo cosa significhi convivere con reazioni emotive forti che compromettono il dialogo e la vicinanza nella coppia. Dal suo messaggio emerge un gran desiderio di ricostruire una connessione con suo marito, ma anche una fatica crescente di fronte a una rabbia che sente come poco accessibile. In una coppia bisogna sempre ricordarsi che oltre un "noi" esiste anche un "io" ed è possibile che suo marito soffra tantissimo proprio per la perdita del "sè" nel "noi". In questa danza relazionale, la rabbia e il silenzio sembrano diventare le forme (disfunzionali , ma forse le uniche disponibili al momento) con cui la coppia esprime distanza e bisogno di essere visti. Il cambiamento in questi casi difficilmente si ottiene solo cercando di calmare l'altro. Bisognerebbe restituire significato alle emozioni, ritrovare un linguaggio comune, rinegoziare ruoli, desideri e limiti. La coppia non è il problema ma puo essere il luogo della trasformazione. Se ha bisogno del mio aiuto, non esiti a contattarmi per un colloquio on line.
Un caro saluto,
dott.essa Sabrina Auteri
Salve, per poter dare un parere avrei bisogno di più dettagli, da quanto ha notato questo comportamento?
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Buongiorno,
quello che descrive è un circolo piuttosto comune nelle relazioni: un partner che si sente frustrato o svuotato, anche per aver sacrificato parte della propria individualità (hobby, amicizie, spazi personali), e che finisce per esprimere questo malessere in modo disfunzionale, attraverso reazioni di rabbia o chiusura. L’altro partner – in questo caso lei – si sente ferito, allontanato, e spesso anche impotente, nonostante gli sforzi di comunicazione.
Il punto centrale non è solo “gestire la sua rabbia”, ma anche capire che quella rabbia non è contro di lei, anche se è lei a riceverla. Probabilmente è la forma distorta con cui lui esprime un disagio profondo, legato alla perdita di una parte di sé.
Ha fatto benissimo a parlarne con lui e a provare a costruire un dialogo. Tuttavia, quando questo meccanismo si ripete e non cambia, può essere utile spostare il focus: invece di chiedere continuamente a lui di modificarsi, inizi lei a porre dei confini chiari, ad esempio dicendo: “Mi dispiace che tu sia arrabbiato, ma io non posso restare in una comunicazione in cui vengo ferita. Possiamo riparlarne quando entrambi siamo più calmi.”

In parallelo, potrebbe aiutarla molto un percorso di coppia, se lui fosse disposto, oppure un breve lavoro personale per lei, per sostenerla nel trovare strategie di gestione emotiva e comunicazione assertiva senza logorarsi.
Ricordi: non deve farsi carico del cambiamento al posto suo. Può esserci accanto, ma senza annullarsi.
Un caro saluto
Dott.ssa Silvia Caruso
Psicologo, Psicologo clinico
Palazzolo sull'Oglio
Buongiorno, qualora suo marito fosse d'accordo il mio consiglio è provare insieme una terapia di coppia. Infatti questo potrebbe aiutarvi profondamente nel capirvi a vicenda e trovare un punto di incontro. Qualora invece non fosse d'accordo si potrebbe optare anche per un percorso individuale solo con lei per poter capire meglio come si sente e cosa poter fare per stare meglio in questa modalità presentata da suo marito. Cordialmente dott.ssa Caruso
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, comprendo quanto possa essere faticoso convivere con una rabbia che si manifesta in modo improvviso e che, anziché creare spazio per la comprensione e il confronto, produce distanza e frustrazione. La dinamica che descrive, cioè la tendenza di suo marito a reagire bruscamente a certi stimoli, interrompendo il dialogo, è spesso legata a un accumulo emotivo che trova sfogo nei momenti meno opportuni, soprattutto quando la comunicazione diventa percepita come minacciosa o invadente, anche se non lo è.

Quando una persona rinuncia in modo progressivo a spazi personali, passioni o legami esterni per dedicarsi alla coppia, può nascere un senso di svuotamento o di perdita di sé, che se non riconosciuto in modo consapevole, può trasformarsi in irritazione verso chi, paradossalmente, non è la causa ma la parte più vicina e accessibile per esprimere il disagio. È come se l’altro diventasse il “contenitore” di frustrazioni che in realtà hanno origini più profonde e spesso non del tutto elaborate.

Il fatto che lei abbia provato a parlarne e che lui abbia promesso di lavorarci su, è già un punto da cui ripartire. Tuttavia, quando i tentativi si ripetono senza reale cambiamento, spesso non si tratta di mancanza di volontà, ma di difficoltà oggettiva nel comprendere davvero le proprie dinamiche interiori e trovare strumenti adeguati per trasformarle.

Ciò che può esserle utile, in questa fase, è innanzitutto tutelare sé stessa. Questo significa non farsi risucchiare da una comunicazione che diventa tossica o unilaterale. Cercare di parlare nei momenti in cui lui è più disponibile, usando un tono non accusatorio, ma che rifletta il proprio sentire (“quando succede questo, io mi sento…”), può ridurre la reattività. Tuttavia, quando queste modalità non bastano, è fondamentale che la coppia si dia la possibilità di un supporto esterno, come una consulenza psicologica di coppia, per uscire da circoli ripetitivi che a lungo andare minano la relazione.

A volte, solo in uno spazio protetto e facilitato, si riesce a interrompere davvero queste dinamiche e a far emergere i bisogni autentici, sia suoi che del partner, in modo costruttivo. È un gesto di cura reciproca, non un’ammissione di colpa.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Giulia Prinzis
Psicologo, Psicologo clinico
Olbia
Salve, ma queste rinunce (hobby, amicizie) fatte da suo marito per la coppia erano volute da entrambi o solo da uno di voi due? Perche' se gli ha parlato di questa frustrazione magari vorrebbe potersi appropriare nuovamente di qualcosa di se stesso come individuo e non come membro della coppia.
Salve, parto dal presupposto che il numero di informazioni in mio possesso sono davvero poche; in ogni caso:
suo marito richiede più spazio personale all'interno della coppia, mentre lei vorrebbe imparare a gestire i suoi scatti di rabbia, mi sembra dunque che le richieste e le "attribuzioni di colpa" dei membri della coppia siano differenti e che, di conseguenza, voi stiate cercando di risolvere il problema parlando però due "lingue" differenti. Quello che vi consiglio è di trovare uno specialista in grado di mediare tra di voi per raggiungere un accordo e rinnovare il contratto di coppia.

Cordiali saluti
Dott. BG
Dott.ssa Angela Amodio
Psicologo, Psicologo clinico
Lido Di Ostia
Buongiorno, questo cammino andrebbe deciso da suo marito per suo marito, purtroppo se nn si è decisi nel fare qualcosa , non si farà.
Cosa diversa invece per lei, che da come parla è decisa a capire come fare per difendersi da ciò che lui vive e riversa su di lei.
Una coppia è un equilibrio particolare , nel quale si vive insieme sentendosi uno, ma si ha la piena consapevolezza di essere comunque due persone distinte con interessi e desideri diversi .
Per questo è molto importante continuare a mantenere vivi i propri hobby,interessi e amicizie e forse tutto questo manca in voi. Se vuole può contattarmi.
Le auguro una buona giornata
Buongiorno, provo a rispondere a una tematica abbastanza complessa e sulla quale non si possiedono moltissimi dati.
Credo che un primo passaggio sia innanzitutto quello di capire quanto, di questa rabbia, sia legato a suo marito e alla sua storia; e quanto sia legato alla vostra relazione di coppia. Una volta fatto questo distinguo, ritengo sia un segnale molto positivo che suo marito le abbia permesso di entrare nel suo mondo e di lavorare sulle sue reazioni. Dalle sue descrizioni, però, sembrerebbe che gli scatti di rabbia di suo marito siano un qualcosa di profondamente radicato in lui, e che la "buona volontà" non sia sufficiente a cambiare questi meccanismi. Al contrario, potrebbe spingerlo a reprimerli e, repressione dopo repressione, a esplodere con maggiore intensità.
Credo sia opportuno lavorare sui motivi sottostanti a queste sue reazioni, e che questo lavoro possa essere di competenza di un professionista.
In ogni caso, ribadisco il fatto che sia un elemento molto positivo da parte di suo marito quello di mettersi in discussione con lei; e un elemento molto positivo della vostra coppia quello di riuscire a fare spazio al dialogo e a mettere in parola anche vissuti emotivi difficili da verbalizzare
Dott.ssa Sofia Bonomi
Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Buongiorno, la sua ricerca di strategie può partire anche da una comprensione della frustrazione di suo marito. Penso potrebbe giovare di un percorso psicologico che la aiuti a comprendere meglio le dinamiche in corso. Dott.ssa Bonomi
Dott.ssa Chiara Visalli
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buongiorno a Lei, grazie per aver condiviso la sua difficoltà qui.
Avete mai pensato ad intraprendere un percorso di terapia di coppia? Potrebbe essere molto utile per comunicare meglio, in luogo sicuro e neutro, in presenza di "un terzo" che possa aiutarvi a comprendere meglio ciò che accade, focalizzando i punti su cui eventualmente poter lavorare (singolarmente e in coppia).
Sicuramente c'è una frustrazione che si trasforma in rabbia in suo marito, per i più svariati motivi; sarebbe però giusto e necessario poterne parlare insieme a Lei, per portare avanti la vostra relazione in maniera più sana e autentica... La terapia di coppia dunque potrebbe essere un'idea da prendere in considerazione!

Restando a Sua disposizione, le auguro una buona giornata :)
Dott. Leonardo Nencioli
Psicologo, Psicologo clinico
Viareggio
La rabbia essendo di suo marito, può imparare a gestirla solo so marito, lei può gestire le sue reazioni verso la rabbia di suo marito, prendendosi cura di se stessa.
Mi dispiace molto, non deve essere facile.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Gentile Signora,
quando una persona mette da parte parti importanti di sé per “essere nella coppia”, col tempo può iniziare a percepire l’altro non più come complice, ma come limite alla propria libertà. E così, anche parole innocue possono diventare il bersaglio di una rabbia che in realtà ha radici più profonde.
Lei ha già fatto qualcosa di prezioso: ha cercato il dialogo. Ma a volte, parlare direttamente del “problema” non porta al cambiamento, perché l’altro si sente sotto esame, giudicato, e reagisce difendendosi.
Una via più efficace può essere un cambio di strategia: invece di chiedergli di lavorare sulla rabbia, gli proponga piccoli spazi in cui possa ritrovare sé stesso. Non per allontanarsi da lei, ma per tornare a sé. Più una persona si sente libera, meno ha bisogno di esplodere per affermarsi.
Le relazioni si trasformano non solo quando ci si capisce, ma soprattutto quando si coltiva ciò che manca senza puntare il dito. In questo momento, forse non serve convincerlo a cambiare, ma invitarlo – senza pressione – a rimettere un po’ di sé nella sua vita, perché da lì potrà tornare anche verso di lei, in modo più aperto.
Cordialmente,
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Alessandra Barcella
Psicologo, Psicologo clinico
Gorlago
Buongiorno,
comprendo quanto possa essere difficile affrontare queste dinamiche relazionali, soprattutto quando la rabbia dell’altro crea distanza nonostante il desiderio di ritrovarsi.
Può essere utile valutare un percorso di coppia per comprendere meglio ciò che sta accadendo e lavorare insieme su una comunicazione più funzionale.
Rimango a disposizione qualora volesse approfondire.

Un caro saluto,
A.B.
Gentile utente,
grazie per aver condiviso una situazione così delicata e importante.
Dalle sue parole emerge una sofferenza che riguarda sia il suo vissuto personale, sia la dinamica di coppia. È comprensibile sentirsi allontanata e scoraggiata quando si affronta ripetutamente una chiusura comunicativa, nonostante i tentativi di dialogo e le promesse di cambiamento.

La rabbia, quando diventa il primo canale espressivo, spesso nasconde emozioni più profonde come la frustrazione, il senso di insoddisfazione o la mancanza di spazio personale — aspetti che lei stessa ha colto con molta lucidità. Tuttavia, anche se ne comprende le cause, non significa che lei debba farsi carico della gestione emotiva di suo marito, soprattutto quando il suo comportamento diventa fonte di disagio o allontanamento.

In questi casi può essere utile un percorso di consulenza psicologica individuale o di coppia, che offra uno spazio neutro in cui affrontare questi temi con maggiore profondità e sicurezza. L’obiettivo non è solo “contenere” la rabbia dell’altro, ma anche capire come tutelare se stessi, riconoscere i propri bisogni e ritrovare una forma di comunicazione più sana e rispettosa.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.

Un caro saluto,
Dott.ssa Beatrice Moro
Psicologa – Sessuologa

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