Buongiorno, Mi sono innamorato di una ragazza e siamo fidanzati da ormai più di un anno ma tutta
24
risposte
Buongiorno,
Mi sono innamorato di una ragazza e siamo fidanzati da ormai più di un anno ma tutta la relazione é stata gravata dal problema per me del suo passato. Abbiamo entrambi 34 anni e quindi abbiamo avuto le nostre esperienze, ma io non riesco ad accettare le sue, specialmente quelle occasionali.
Sono in terapia di gruppo da circa un anno ed ho intrapreso anche un percorso individuale specifico per la gelosia retroattiva che però non ha portato ad una risoluzione del problema.
Si presenta come pensiero costante nella giornata che mi dà molto malessere.
Che posso fare per risolvere?
Grazie
Un saluto
Mi sono innamorato di una ragazza e siamo fidanzati da ormai più di un anno ma tutta la relazione é stata gravata dal problema per me del suo passato. Abbiamo entrambi 34 anni e quindi abbiamo avuto le nostre esperienze, ma io non riesco ad accettare le sue, specialmente quelle occasionali.
Sono in terapia di gruppo da circa un anno ed ho intrapreso anche un percorso individuale specifico per la gelosia retroattiva che però non ha portato ad una risoluzione del problema.
Si presenta come pensiero costante nella giornata che mi dà molto malessere.
Che posso fare per risolvere?
Grazie
Un saluto
Buongiorno, capisco la sofferenza che può portare un pensiero continuo come questo, per lei e per la sua relazione. Un pensiero costante diventa sfibrante e, visto anche il suo impegno nel distacco dal contenuto del pensiero, immagino che diventi ancora più frustrante e faticoso da gestire. Probabilmente potrebbero essere interessanti delle domande - che forse ha già affrontato nel suo percorso- per comprendere cosa le racconta di lei stesso questa gelosia retroattiva, per capire che cosa la spaventa veramente, quali sono le convinzioni profonde che nutre su se stesso e sulla sua compagna e quali sono le strategie che mette in atto per rispondere a situazioni che per lei sono stressanti. Capisco che a volte i percorsi di supporto psicologico possano essere molto lunghi e che non vedere un risultato possa essere frustrante. Ha provato a parlarne con il suo terapeuta? Il terapeuta è un suo alleato e magari, a conoscenza della sua frustrazione per la percezione di mancanza di cambiamenti, forse potreste decidere insieme quale possa essere il prossimo passo per sostenerla.
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Gentile paziente, la gelosia retroattiva è un vissuto doloroso e complesso da gestire, soprattutto quando i pensieri diventano costanti e invasivi.
Il fatto che lei stia già lavorando su di sé attraverso percorsi di gruppo e individuali rappresenta un passo molto importante. Le consiglio di condividere con il suo terapeuta non solo il sintomo (i pensieri intrusivi), ma anche i temi più profondi legati all’autostima, al senso di sicurezza personale e al significato che attribuisce alla sessualità e alla storia di coppia. È importante avere pazienza e dare tempo al percorso: il cambiamento e la remissione sintomatica difficilmente arrivano dall’oggi al domani, ma con costanza il lavoro terapeutico può portare a risultati significative.
Il fatto che lei stia già lavorando su di sé attraverso percorsi di gruppo e individuali rappresenta un passo molto importante. Le consiglio di condividere con il suo terapeuta non solo il sintomo (i pensieri intrusivi), ma anche i temi più profondi legati all’autostima, al senso di sicurezza personale e al significato che attribuisce alla sessualità e alla storia di coppia. È importante avere pazienza e dare tempo al percorso: il cambiamento e la remissione sintomatica difficilmente arrivano dall’oggi al domani, ma con costanza il lavoro terapeutico può portare a risultati significative.
Buongiorno,
ha fatto un ottimo passo nel problematizzare la sua gelosia portandola all'attenzione di specialisti che propongono percorsi specifici per questo genere di problematiche. La gelosia, tuttavia, risulta una dimensione assolutamente implicata nelle primissime relazioni di vita del soggetto e può arrivare a rappresentare una lente con la quale si vive il mondo esterno e le relazione adulte, soffrendone eccessivamente. Si tratta di un processo ben conosciuto.
Sarebbe bene che nel contesto di una psicoterapia individuale si affrontino le questioni strutturali del soggetto al di là di quelle specifiche, se l'interesse è quello di tutelare il desiderio e la relazione con la sua fidanzata. Il mio consiglio è di rivolgersi ad uno psicoterapeuta e psicoanalista in grado di aiutarla in questo.
Cordiali saluti.
ha fatto un ottimo passo nel problematizzare la sua gelosia portandola all'attenzione di specialisti che propongono percorsi specifici per questo genere di problematiche. La gelosia, tuttavia, risulta una dimensione assolutamente implicata nelle primissime relazioni di vita del soggetto e può arrivare a rappresentare una lente con la quale si vive il mondo esterno e le relazione adulte, soffrendone eccessivamente. Si tratta di un processo ben conosciuto.
Sarebbe bene che nel contesto di una psicoterapia individuale si affrontino le questioni strutturali del soggetto al di là di quelle specifiche, se l'interesse è quello di tutelare il desiderio e la relazione con la sua fidanzata. Il mio consiglio è di rivolgersi ad uno psicoterapeuta e psicoanalista in grado di aiutarla in questo.
Cordiali saluti.
Capisco bene quanto possa essere faticoso convivere con pensieri ricorrenti sul passato del partner. La gelosia retroattiva può diventare molto invasiva e non basta “dirsi di non pensarci” per farla sparire. Il fatto che lei abbia già intrapreso percorsi terapeutici è un passo importante: a volte non si tratta di cancellare i pensieri, ma di cambiare il modo in cui ci relazioniamo a essi, lavorando sull’autostima, sulla gestione delle emozioni e sul dare più spazio al presente della relazione. Bisogna porre fiducia nel percorso che si sta facendo e rendersi conto che non parliamo di un cambiamento immediato, bisogna darsi del tempo.
Salve, quello che descrivi è un problema molto comune ma anche molto doloroso: la gelosia retroattiva tende a trasformarsi in un pensiero ossessivo che si ripresenta costantemente e rischia di minare la serenità della relazione. Da quello che scrivi, sembri consapevole del fatto che la difficoltà non riguarda il comportamento attuale della tua compagna, ma la tua difficoltà ad accettare ciò che appartiene al suo passato. Questa consapevolezza è importante, perché ti mette già in una posizione attiva rispetto al problema.
La gelosia retroattiva spesso non nasce solo dal confronto con la storia dell’altro, ma tocca insicurezze personali più profonde: il timore di non essere “abbastanza”, la paura del confronto con chi c’è stato prima, la difficoltà ad accettare che la persona amata non ci appartenga totalmente. Questi pensieri diventano intrusivi perché alimentati dal bisogno di controllo, ma anche dal tentativo di trovare una sicurezza che in realtà non può venire dall’altro.
Dal momento che sei già seguito in terapia, può essere utile rendere ancora più chiaro il focus del lavoro: non tanto eliminare il pensiero (che con la sola forza di volontà tende a ripresentarsi), quanto imparare a riconoscerlo, ridimensionarlo e non lasciarti trascinare dentro il vortice di immagini e confronti. Tecniche di consapevolezza, come quelle mutuate dalla mindfulness, possono aiutarti a osservare i pensieri senza identificarli come verità, e senza che diventino padroni delle tue giornate.
Un secondo passaggio riguarda l’autostima: lavorare sulla fiducia in te stesso e sulla tua capacità di sentirti degno d’amore a prescindere dal confronto con il passato della tua compagna. Più ti senti sicuro del tuo valore, meno i fantasmi del passato avranno spazio.
Ti propongo come lavoro terapeutico concreto di costruire un “protocollo personale” da usare ogni volta che il pensiero intrusivo emerge:
1. Nominarlo mentalmente (“questo è il pensiero della gelosia retroattiva”).
2. Fare tre respiri lenti, riportando l’attenzione sul corpo.
3. Scegliere un’azione piccola e reale da compiere subito (telefonare a qualcuno, uscire a fare una passeggiata, concentrarti su un’attività lavorativa).
Questo schema, se ripetuto con costanza, aiuta a interrompere il circolo vizioso e a ridurre il tempo che i pensieri occupano. Prova e, se vuoi fammi sapere se ne trai sollievo.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
La gelosia retroattiva spesso non nasce solo dal confronto con la storia dell’altro, ma tocca insicurezze personali più profonde: il timore di non essere “abbastanza”, la paura del confronto con chi c’è stato prima, la difficoltà ad accettare che la persona amata non ci appartenga totalmente. Questi pensieri diventano intrusivi perché alimentati dal bisogno di controllo, ma anche dal tentativo di trovare una sicurezza che in realtà non può venire dall’altro.
Dal momento che sei già seguito in terapia, può essere utile rendere ancora più chiaro il focus del lavoro: non tanto eliminare il pensiero (che con la sola forza di volontà tende a ripresentarsi), quanto imparare a riconoscerlo, ridimensionarlo e non lasciarti trascinare dentro il vortice di immagini e confronti. Tecniche di consapevolezza, come quelle mutuate dalla mindfulness, possono aiutarti a osservare i pensieri senza identificarli come verità, e senza che diventino padroni delle tue giornate.
Un secondo passaggio riguarda l’autostima: lavorare sulla fiducia in te stesso e sulla tua capacità di sentirti degno d’amore a prescindere dal confronto con il passato della tua compagna. Più ti senti sicuro del tuo valore, meno i fantasmi del passato avranno spazio.
Ti propongo come lavoro terapeutico concreto di costruire un “protocollo personale” da usare ogni volta che il pensiero intrusivo emerge:
1. Nominarlo mentalmente (“questo è il pensiero della gelosia retroattiva”).
2. Fare tre respiri lenti, riportando l’attenzione sul corpo.
3. Scegliere un’azione piccola e reale da compiere subito (telefonare a qualcuno, uscire a fare una passeggiata, concentrarti su un’attività lavorativa).
Questo schema, se ripetuto con costanza, aiuta a interrompere il circolo vizioso e a ridurre il tempo che i pensieri occupano. Prova e, se vuoi fammi sapere se ne trai sollievo.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità la sua difficoltà. Quello che descrive è un peso che molte persone si trovano ad affrontare, e che può minare la serenità di una relazione anche quando i sentimenti sono autentici e profondi. Il fatto che lei riconosca la presenza di questo problema e che abbia deciso di affrontarlo già da tempo, sia in gruppo che individualmente, dimostra un impegno importante verso se stesso e verso la relazione. La gelosia legata al passato del partner ha una caratteristica particolare: si concentra su eventi ormai conclusi, su scelte e situazioni che appartengono a un tempo in cui lei non era presente. Proprio per questo, la sensazione di impotenza può risultare ancora più forte, perché non c’è possibilità di modificare ciò che è accaduto. La mente, però, continua a riportare quei pensieri, quasi a volerla proteggere da un ipotetico pericolo, anche se in realtà non vi è alcuna minaccia reale nella sua relazione attuale. Questo meccanismo, tipico dei pensieri intrusivi, diventa logorante quando inizia a occupare gran parte della giornata e a influenzare le emozioni. Un passo importante che può aiutarla è imparare a riconoscere la differenza tra i fatti e le interpretazioni. Il passato della sua compagna è un fatto immutabile. Il significato che lei attribuisce a quel passato, invece, è frutto di pensieri che possono essere messi in discussione e ristrutturati. Ad esempio, può accadere che dentro di sé si formi l’idea che quelle esperienze occasionali rappresentino una mancanza di valore o di serietà, e questo fa scattare la paura che qualcosa del genere possa ripetersi. Ma se osserva con attenzione la realtà di oggi, lei ha accanto una persona che ha scelto di costruire una relazione stabile con lei, e che vive con lei un presente fatto di scelte quotidiane di vicinanza. Può essere utile allenarsi a riconoscere quando il pensiero sul passato si attiva e provare a non combatterlo, ma a lasciarlo scorrere come un rumore di fondo, riportando l’attenzione a ciò che nel presente testimonia la solidità del legame. Questo atteggiamento, chiamato spesso esposizione con prevenzione della risposta, serve a ridurre il potere che quei pensieri hanno su di lei. Parallelamente, lavorare su ciò che per lei significa fiducia, intimità e sicurezza in una relazione può aiutarla a creare basi più stabili dentro di sé, indipendentemente da ciò che è accaduto prima. Un altro passaggio cruciale riguarda l’accettazione della sua vulnerabilità. A volte la gelosia retroattiva si alimenta anche della paura di non essere all’altezza o di venire confrontati con chi c’è stato prima. Coltivare un senso di valore personale, riconoscere le sue qualità e ciò che porta di unico nella relazione, le permette di ridurre la forza di questi confronti mentali. Non si tratta di cancellare i pensieri, ma di ridurre l’impatto che hanno sulla sua autostima e sul suo benessere. Infine, la strada che ha già intrapreso con la terapia è preziosa. Potrebbe essere utile condividere apertamente con il suo terapeuta l’impressione che, nonostante il lavoro fatto, il pensiero resti costante, in modo da esplorare tecniche più mirate per affrontare i pensieri intrusivi e l’ansia che ne deriva. A volte non è questione di mancanza di impegno, ma di trovare la strategia più adatta alla propria esperienza. La sua domanda “che posso fare per risolvere?” mostra chiaramente la sua volontà di liberarsi da questo peso. La direzione non è quella di eliminare i pensieri, ma di imparare a convivere con essi senza che determinino più la qualità della sua vita di coppia. Con tempo, pazienza e lavoro su di sé, questo è un obiettivo assolutamente raggiungibile. resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentile utente,
la ringrazio per aver condiviso con sincerità la sua esperienza. La sofferenza legata alla gelosia retroattiva è molto più comune di quanto si pensi e, come lei stesso descrive, può diventare pervasiva, fino a condizionare significativamente la qualità della relazione e del proprio benessere personale.
Il fatto che lei abbia già intrapreso sia un percorso di gruppo che individuale è molto positivo e dimostra una forte motivazione al cambiamento. Tuttavia, quando la sofferenza persiste, può essere utile riformulare il problema da nuove angolazioni, ad esempio esplorando i significati personali, familiari e relazionali che il passato dell’altro evoca dentro di sé.
Un approccio sistemico-relazionale può aiutare a comprendere come si costruiscono certe rappresentazioni, e come queste si connettano alla propria storia affettiva e identitaria, offrendo così uno spazio per rielaborare ciò che oggi fa male, ma che spesso ha radici più profonde.
Le auguro di trovare presto uno spazio terapeutico in cui sentirsi accolto, compreso e accompagnato nel suo percorso.
cordiali saluti Dott.ssa Di Maggio Federica
la ringrazio per aver condiviso con sincerità la sua esperienza. La sofferenza legata alla gelosia retroattiva è molto più comune di quanto si pensi e, come lei stesso descrive, può diventare pervasiva, fino a condizionare significativamente la qualità della relazione e del proprio benessere personale.
Il fatto che lei abbia già intrapreso sia un percorso di gruppo che individuale è molto positivo e dimostra una forte motivazione al cambiamento. Tuttavia, quando la sofferenza persiste, può essere utile riformulare il problema da nuove angolazioni, ad esempio esplorando i significati personali, familiari e relazionali che il passato dell’altro evoca dentro di sé.
Un approccio sistemico-relazionale può aiutare a comprendere come si costruiscono certe rappresentazioni, e come queste si connettano alla propria storia affettiva e identitaria, offrendo così uno spazio per rielaborare ciò che oggi fa male, ma che spesso ha radici più profonde.
Le auguro di trovare presto uno spazio terapeutico in cui sentirsi accolto, compreso e accompagnato nel suo percorso.
cordiali saluti Dott.ssa Di Maggio Federica
Buongiorno, comprendo che questi pensieri costanti legati alla gelosia possano portarti malumore e malessere in generale. Tuttavia hai già fatto passi importanti: sei in una relazione stabile da oltre un anno, hai intrapreso un percorso terapeutico individuale mirato e partecipi anche da tempo a un gruppo terapeutico. Tutto questo dimostra una grande forza, consapevolezza e un’autentica volontà di affrontare il problema e stare meglio. Considerando che non senti ancora una vera risoluzione profonda del disagio, è comprensibile e del tutto lecito iniziare a chiedersi cosa possa esserci ancora da esplorare o da affrontare in modo diverso. Potresti capire con il tuo terapeuta se da un anno a questa parte ci siano stati dei miglioramenti significativi oppure no e fare delle riflessioni assieme se è il caso di fare un percorso terapeutico con un diverso approccio o quali ostacoli ci siano per il tuo cambiamento ( per esempio se ci siano dei vantaggi nel rimanere nella stessa posizione). Inoltre potresti considerare altri percorsi come per esempio un corso di mindfulness che aiuta a rilassare la mente e non farsi travolgere dai pensieri. Spero di averti aiutato in qualche modo. Buona giornata!
Penso sarebbe opportuno valutare la relazione sentimentale e le modalità di comunicazione tra voi per migliorarle e per vedere se ci sono altri fattori che rendono difficile la relazione stessa. Potrebbe anche essere opportuno vedere se ci sono fattori che la predispongono alla gelosia e la mantengono, per valutare se si tratti di gelosia eccessiva patologica o no. La Terapia della Gestalt opportunamente applicata è molto efficace per migliorare comunicazione e relazioni
Buongiorno caro. è importante sottolineare che questa tua gelosia retroattiva non ha a che fare con ciò che la tua compagna fa oggi, ma con il modo in cui la tua mente rielabora immagini, pensieri e confronti, spesso in maniera ossessiva. Questo spiega perché, anche dopo un anno di relazione stabile e affettuosa, continui a sentire il peso di quelle esperienze come se fossero presenti.
Un passo importante è distinguere la realtà dal film mentale che la gelosia retroattiva tende a creare: il passato appartiene a un tempo diverso e non intacca ciò che vivete ora. Allo stesso tempo, non basta “dirsi” che non dovrebbe pesare: il pensiero ritorna lo stesso, con un’intensità che crea sofferenza quotidiana. Qui diventa utile imparare tecniche per ridurre la forza dei pensieri intrusivi, come esercizi di mindfulness, strategie cognitive per mettere in discussione i confronti automatici, e attività che spostino l’attenzione sul presente e sulla relazione reale che state costruendo.
Sarebbe altrettanto utile lavorare su di te in senso più ampio: rinforzare la tua autostima, capire cosa scatena il bisogno di controllo o di paragone, sviluppare modi più sani per gestire l’insicurezza. Più il tuo senso di valore personale diventa stabile, meno spazio trovano questi pensieri. Non è questione di “cancellare” il passato di lei, ma di integrare il fatto che ognuno ha una storia e che il significato di ciò che vive oggi con te è unico e diverso.
Visto che mi scrivi di avere già intrapreso sia un percorso di gruppo che individuale, quello che può fare la differenza è un lavoro psicologico più mirato proprio a questi aspetti: la gestione dei pensieri ossessivi, il rafforzamento dell’identità personale e la costruzione di modalità relazionali più sicure. Un percorso in questa direzione ti aiuterebbe non solo a liberarti dal malessere legato al passato della tua compagna, ma anche a costruire una base più solida per le tue relazioni e per il tuo benessere personale.
Un passo importante è distinguere la realtà dal film mentale che la gelosia retroattiva tende a creare: il passato appartiene a un tempo diverso e non intacca ciò che vivete ora. Allo stesso tempo, non basta “dirsi” che non dovrebbe pesare: il pensiero ritorna lo stesso, con un’intensità che crea sofferenza quotidiana. Qui diventa utile imparare tecniche per ridurre la forza dei pensieri intrusivi, come esercizi di mindfulness, strategie cognitive per mettere in discussione i confronti automatici, e attività che spostino l’attenzione sul presente e sulla relazione reale che state costruendo.
Sarebbe altrettanto utile lavorare su di te in senso più ampio: rinforzare la tua autostima, capire cosa scatena il bisogno di controllo o di paragone, sviluppare modi più sani per gestire l’insicurezza. Più il tuo senso di valore personale diventa stabile, meno spazio trovano questi pensieri. Non è questione di “cancellare” il passato di lei, ma di integrare il fatto che ognuno ha una storia e che il significato di ciò che vive oggi con te è unico e diverso.
Visto che mi scrivi di avere già intrapreso sia un percorso di gruppo che individuale, quello che può fare la differenza è un lavoro psicologico più mirato proprio a questi aspetti: la gestione dei pensieri ossessivi, il rafforzamento dell’identità personale e la costruzione di modalità relazionali più sicure. Un percorso in questa direzione ti aiuterebbe non solo a liberarti dal malessere legato al passato della tua compagna, ma anche a costruire una base più solida per le tue relazioni e per il tuo benessere personale.
Gentile utente,
la gelosia, in molti casi, può essere dovuta alla tendenza ad instaurare un tipo di unione emotiva che tende alla fusione. La difficoltà a mantenere un senso del Sé quando si è emotivamente e/o fisicamente distanti dal partner, può portare ad un insopportabile bisogno di unione per poter "riempire" quel Sé che non appare solido. La gelosia rappresenta quindi una difficoltà ad accettare i confini e la separazione dalle persone che amiamo, in quanto il bisogno di dover riempire il Sé risulta frustrato dal fatto che l'altro/a è una persona separata con una propria storia personale. Risulta quindi fondamentale lavorare su un processo che porti alla costruzione di un Sé solido e permeabile, all'elevazione di confini personali e al rispetto di quelli altrui.
Un saluto
Dott.ssa Rosa Feola
la gelosia, in molti casi, può essere dovuta alla tendenza ad instaurare un tipo di unione emotiva che tende alla fusione. La difficoltà a mantenere un senso del Sé quando si è emotivamente e/o fisicamente distanti dal partner, può portare ad un insopportabile bisogno di unione per poter "riempire" quel Sé che non appare solido. La gelosia rappresenta quindi una difficoltà ad accettare i confini e la separazione dalle persone che amiamo, in quanto il bisogno di dover riempire il Sé risulta frustrato dal fatto che l'altro/a è una persona separata con una propria storia personale. Risulta quindi fondamentale lavorare su un processo che porti alla costruzione di un Sé solido e permeabile, all'elevazione di confini personali e al rispetto di quelli altrui.
Un saluto
Dott.ssa Rosa Feola
Buongiorno caro utente, quello che La invito a fare è di continuare a lavorare - sia in gruppo che individualmente - su questa "gelosia retroattiva", poiché è fondamentale comprenderne il senso più profondo, che connessioni ha con la sua storia e/o le sue fragilità, quale significato inconscio gli afferisce... Inoltre, se può servire, ricordi sempre che i suoi pensieri "retroattivi" di gelosia sono "solo" dei pensieri, le sue percezioni ed ipotesi, e non sono fatti oggettivi che riguardano davvero la sua relazione attuale. Se riesce a fare questa distinzione, potrebbe riuscire a vivere più serenamente la sua relazione ed a lasciare andare quella gelosia "ossessiva" rivolta al passato.
Questa è una tecnica concreta, cognitiva, ma ritengo comunque fondamentale continuare a riflettere ed approfondire il livello più profondo e nascosto di questa sua gelosia retroattiva. Sono certa che sia il gruppo che la relazione terapeutica 1 a 1 La aiuteranno.
Grazie per questa condivisione, e se avrà bisogno sarò comunque a Sua disposizione.
Chiara Visalli - Psicologa Clinico Dinamica
Questa è una tecnica concreta, cognitiva, ma ritengo comunque fondamentale continuare a riflettere ed approfondire il livello più profondo e nascosto di questa sua gelosia retroattiva. Sono certa che sia il gruppo che la relazione terapeutica 1 a 1 La aiuteranno.
Grazie per questa condivisione, e se avrà bisogno sarò comunque a Sua disposizione.
Chiara Visalli - Psicologa Clinico Dinamica
Salve, mi complimento per la terapia di gruppo ed individuale che è riuscito ad attivare e che le suggerisco di portare avanti con costanza, in quanto già potenzia l'autoconsapevolezza rispetto al problema in essere. Potrebbe chiedere in terapia di provare ad attivare degli esercizi che lavorino sul distacco e sul "riprocessamento" dei pensieri di gelosia e altri che favoriscano la rifocalizzazione invece sul presente sentimentale positivo e su ciò che alimenta la vs. relazione. Sarebbe interessante sapere se è la prima volta che lei avverte tale gelosia, se invece è stata un'amica presente anche in altre relazioni e come eventualmente si è giostrato in tali occasioni per controllarla.
Auguri e saluti
Auguri e saluti
Buongiorno, grazie per la condivisione. Capisco quanto spesso la gelosia retroattiva possa diventare un pensiero pervasivo e doloroso. Questi vissuti a volte non riguardano solo il passato del partner, ma toccano nodi più profondi legati al senso di identità, al bisogno di sicurezza e al modo in cui costruiamo fiducia e intimità nella relazione.
Il fatto che lei abbia già intrapreso un percorso, sia individuale che di gruppo, è molto importante: significa che sta già lavorando su di sé e cercando strumenti per non lasciare che questi pensieri compromettano la relazione. Più che cercare di “eliminare” la gelosia, il passo potrebbe essere quello di imparare a comprenderla come segnale: cosa mi dice su di me, sulle mie paure, sul mio bisogno di controllo o di conferma?
Potrebbe essere utile esplorare come queste emozioni si intrecciano con la sua storia familiare e con le modalità con cui ha imparato a vivere la fiducia e l’intimità. Allo stesso tempo, il lavoro con la partner può diventare un’occasione per condividere vulnerabilità e costruire insieme una base più solida.
Il fatto che lei abbia già intrapreso un percorso, sia individuale che di gruppo, è molto importante: significa che sta già lavorando su di sé e cercando strumenti per non lasciare che questi pensieri compromettano la relazione. Più che cercare di “eliminare” la gelosia, il passo potrebbe essere quello di imparare a comprenderla come segnale: cosa mi dice su di me, sulle mie paure, sul mio bisogno di controllo o di conferma?
Potrebbe essere utile esplorare come queste emozioni si intrecciano con la sua storia familiare e con le modalità con cui ha imparato a vivere la fiducia e l’intimità. Allo stesso tempo, il lavoro con la partner può diventare un’occasione per condividere vulnerabilità e costruire insieme una base più solida.
Ti ringrazio per aver condiviso il tuo vissuto.
Quelli che porti sembra causarti molto malessere e merita uno spazio sicuro in cui essere esplorato.
In Gestalt guardiamo questi pensieri e queste emozioni non tanto a qualcosa da "eliminare" ma come segnali che raccontano bisogni, paure e parti di te che chiedono ascolto.
potrebbe essere utile dare voce a quelle parti che faticano ad accettare il passato della tua ragazza: che cosa stanno proteggendo? di cosa hanno paura?
Un buon lavoro potrebbe essere quello di soffermarsi su come tu ti relazione con quello che stai provando, portare attenzione nel qui e ora, i pensieri ricorrenti, da te riportarti, vanno esplorati, le emozioni che emergono vanno viste , questo può aiutarti a conoscerti meglio e aprire nuove possibilità di scelta.
Un caro saluto
Quelli che porti sembra causarti molto malessere e merita uno spazio sicuro in cui essere esplorato.
In Gestalt guardiamo questi pensieri e queste emozioni non tanto a qualcosa da "eliminare" ma come segnali che raccontano bisogni, paure e parti di te che chiedono ascolto.
potrebbe essere utile dare voce a quelle parti che faticano ad accettare il passato della tua ragazza: che cosa stanno proteggendo? di cosa hanno paura?
Un buon lavoro potrebbe essere quello di soffermarsi su come tu ti relazione con quello che stai provando, portare attenzione nel qui e ora, i pensieri ricorrenti, da te riportarti, vanno esplorati, le emozioni che emergono vanno viste , questo può aiutarti a conoscerti meglio e aprire nuove possibilità di scelta.
Un caro saluto
Buongiorno, la gelosia retroattiva può nascere da insicurezze personali e dal bisogno di conferme sul proprio valore più che dal passato del partner in sé. La mente tende a trasformare le esperienze precedenti dell’altro in un continuo confronto, e questo alimenta dubbi e pensieri intrusivi anche quando la relazione nel presente funziona. In terapia è importante lavorare sull’autostima, sulla gestione dei pensieri ossessivi e sulla capacità di restare ancorato al qui e ora, così da distinguere tra ciò che appartiene alle tue paure e ciò che invece riguarda davvero la relazione attuale. Spero di essere stato utile, un caro saluto.
Per affrontare davvero la gelosia retroattiva non esistono scorciatoie, ma il lavoro terapeutico resta lo strumento più efficace. Quello che può fare nell’immediato è imparare a riconoscere i pensieri quando arrivano, senza combatterli o alimentarli, e riportare l’attenzione sul presente e sulla relazione che ha oggi. Allenarsi a distinguere tra ciò che è reale (il legame attuale) e ciò che è solo immaginato o passato può aiutarla a ridurre il malessere. Un caro saluto
Buongiorno,
La gelosia retroattiva può essere particolarmente intensa e difficile da gestire, soprattutto quando diventa un pensiero costante che influisce sul benessere quotidiano e sulla qualità della relazione. È comprensibile che le esperienze passate del partner possano suscitare emozioni forti, ma quando queste emozioni persistono nonostante percorsi terapeutici già intrapresi, è importante considerare strategie aggiuntive.
Alcuni approcci che potrebbero essere utili includono: lavorare sul riconoscimento e la gestione dei pensieri intrusivi, rafforzare la consapevolezza emotiva, sviluppare strumenti per differenziare il passato del partner dalla realtà attuale della relazione, e praticare tecniche di auto-compassione per ridurre il senso di minaccia percepito.
Detto ciò, dato che la problematica persiste da tempo e causa malessere significativo, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi a uno specialista.
Un saluto,
Dottoressa Silvia Parisi – Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
La gelosia retroattiva può essere particolarmente intensa e difficile da gestire, soprattutto quando diventa un pensiero costante che influisce sul benessere quotidiano e sulla qualità della relazione. È comprensibile che le esperienze passate del partner possano suscitare emozioni forti, ma quando queste emozioni persistono nonostante percorsi terapeutici già intrapresi, è importante considerare strategie aggiuntive.
Alcuni approcci che potrebbero essere utili includono: lavorare sul riconoscimento e la gestione dei pensieri intrusivi, rafforzare la consapevolezza emotiva, sviluppare strumenti per differenziare il passato del partner dalla realtà attuale della relazione, e praticare tecniche di auto-compassione per ridurre il senso di minaccia percepito.
Detto ciò, dato che la problematica persiste da tempo e causa malessere significativo, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi a uno specialista.
Un saluto,
Dottoressa Silvia Parisi – Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
La gelosia legata al passato dell’altro può diventare davvero invasiva e togliere spazio alla serenità di coppia. Quello che stai già facendo, cioè lavorare su di te in terapia, è un passo importante: affrontare un tema così radicato richiede tempo e pazienza, perché spesso dietro c’è qualcosa di più profondo, come insicurezze personali o il bisogno di controllo, che non si scioglie con semplici spiegazioni razionali. Può aiutarti cercare di spostare l’attenzione dal passato — che nessuno può cambiare — al presente della vostra relazione, osservando i momenti di connessione e ciò che lei ti sta dimostrando ora. Ogni volta che il pensiero intrusivo arriva, prova a riconoscerlo come un prodotto della tua mente, non come un dato oggettivo, e a riportarti su ciò che oggi costruite insieme. Se senti che, nonostante il lavoro fatto, il disagio resta troppo intenso, puoi parlarne con il tuo terapeuta valutando approcci più mirati.
Salve, la sofferenza legata alla gelosia retroattiva è un tema delicato e complesso, che spesso ha radici profonde legate all'autostima, all'identità e al bisogno di controllo. È positivo che lei abbia già intrapreso un doppio percorso terapeutico: questo indica consapevolezza e motivazione.
Tuttavia, quando il pensiero rimane intrusivo e persistente, può essere utile rivedere l’approccio terapeutico: a volte lavorare più in profondità sull’accettazione, sulla narrazione personale o sulle credenze legate al valore e alla sessualità può aprire nuove strade. Parlarne apertamente in terapia individuale, senza giudizio verso te stesso, è un primo passo essenziale per trasformare il malessere.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti, Dott.ssa Farese Lucrezia
Tuttavia, quando il pensiero rimane intrusivo e persistente, può essere utile rivedere l’approccio terapeutico: a volte lavorare più in profondità sull’accettazione, sulla narrazione personale o sulle credenze legate al valore e alla sessualità può aprire nuove strade. Parlarne apertamente in terapia individuale, senza giudizio verso te stesso, è un primo passo essenziale per trasformare il malessere.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti, Dott.ssa Farese Lucrezia
Buonasera. Secondo me deve concentrarsi sull'attuale presente. La sua ragazza attualmente sta con lei. La sua ragazza è innamorata di lei nel presente. Le relazioni, anche occasionali, che ha avuto in passato restano nel passato. E' più che normale avere avuto delle esperienze passate, non si può certo pretendere che la persona con cui si sta non le abbia avute. Cosa le dà davvero fastidio? Che oltre ad aver avuto relazioni serie abbia avuto quelle "occasionali"? La fa sembrare una poco di buono ai suoi occhi? Nella vita uno sperimenta ciò che vuole alla fine. Se riesce a pensare esclusivamente al presente è un passo per essere davvero felice. Lei riuscirebbe a stare con una persona che non riesce ad accettare il fatto che lei stesso abbia avuto delle relazioni passate? Accetterebbe che la sua ragazza avesse la gelosia retroattiva? Si rende conto che così lei rischia di perderla? La forza di reagire la troverà dentro sé stesso. Va benissimo che segua un percorso di terapia ma la forza di reagire ce l'ha solo lei. Ciò che posso dirle è di continuare la terapia se si trova bene. Se sente il bisogno di cambiare terapeuta può sempre farlo poiché non è obbligato a seguire una terapia che secondo lei non porta alcun beneficio. Spero di esserle stata di aiuto. Resto a disposizione se ha delle domande o desidera fissare un appuntamento per un eventuale sostegno psicologico. Cordiali saluti.
Dott.ssa Angela Atlante
Dott.ssa Angela Atlante
Buongiorno, mi dispiace per questo disagio che dev'essere davvero pesante durante la giornata. Consiglierei di continuare i due percorsi o almeno quello individuale dando fiducia al suo terapeuta e aprendoti dicendogli che sei preoccupato e che non vedi miglioramenti. Essere sinceri aiuterà a cambiare modalità o comunque ad attendere tempistiche idonee.
Rimango a disposizione, Dott.ssa Casumaro Giada
Rimango a disposizione, Dott.ssa Casumaro Giada
Gentile Utente, buona sera. Grazie per aver portato qui questo suo sentire e per aver espresso così apertamente le sue riflessioni.
La prima domanda che vorrei porle è forse quella più complessa da rispondere. Penso che sarebbe interessante per lei cercare di approfondire le ragioni per cui le risulta complicato accettare il passato della sua ragazza. A prescindere da quelle che sono state effettivamente le esperienze di lei, penso che potrebbe tornarle utile cogliere le emozioni che i suoi pensieri le comportano, dar loro un nome e cercare di chiarire quali pensieri lei vi associ.
Relativamente al passato della sua compagna, vi è un elemento importante, ovvero la sua assenza o estraneità, in merito a trascorsi che non avete condiviso assieme e in cui lei non era presente. Tale riflessione comporta inevitabilmente un ulteriore quesito, ovvero sarebbe utile per lei cercare di comprendere se forse gli episodi che la sua compagna ha vissuto prima di incontrarla, in qualche modo vengano da lei percepiti come riflesso di qualcosa che appartiene ai suoi propri vissuti in prima persona o che tocchino qualche tema rilevante per lei, anche se di lei a tutti gli effetti non si tratta.
Concordo sull'opportunità di svolgere terapia di coppia in aggiunta al percorso individuale, nel momento in cui la sua fatica riguarda la coppia, ma tocca la sua soggettività e il suo sentire. Ricavarsi uno spazio per aprirsi serenamente e portare ciò che sta provando, può darle dei benefici e esserle di supporto e sostegno nel definire con maggior chiarezza cosa risuona in lei la dinamica di cui parla.
Resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Letizia Turchetto
La prima domanda che vorrei porle è forse quella più complessa da rispondere. Penso che sarebbe interessante per lei cercare di approfondire le ragioni per cui le risulta complicato accettare il passato della sua ragazza. A prescindere da quelle che sono state effettivamente le esperienze di lei, penso che potrebbe tornarle utile cogliere le emozioni che i suoi pensieri le comportano, dar loro un nome e cercare di chiarire quali pensieri lei vi associ.
Relativamente al passato della sua compagna, vi è un elemento importante, ovvero la sua assenza o estraneità, in merito a trascorsi che non avete condiviso assieme e in cui lei non era presente. Tale riflessione comporta inevitabilmente un ulteriore quesito, ovvero sarebbe utile per lei cercare di comprendere se forse gli episodi che la sua compagna ha vissuto prima di incontrarla, in qualche modo vengano da lei percepiti come riflesso di qualcosa che appartiene ai suoi propri vissuti in prima persona o che tocchino qualche tema rilevante per lei, anche se di lei a tutti gli effetti non si tratta.
Concordo sull'opportunità di svolgere terapia di coppia in aggiunta al percorso individuale, nel momento in cui la sua fatica riguarda la coppia, ma tocca la sua soggettività e il suo sentire. Ricavarsi uno spazio per aprirsi serenamente e portare ciò che sta provando, può darle dei benefici e esserle di supporto e sostegno nel definire con maggior chiarezza cosa risuona in lei la dinamica di cui parla.
Resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Letizia Turchetto
Buonasera, mi dispiace molto per il disagio che sta vivendo e la sofferenza che traspare dalle sue parole. Allo stesso tempo, mi sento di dirle che ha fatto un passo importante e molto coraggioso nell’affrontare questo problema: il fatto di essersi già rivolto a un gruppo terapeutico e di aver intrapreso anche un percorso individuale dimostra la sua volontà di comprendere e migliorare la situazione. Mi chiedo come mai, nonostante il percorso intrapreso, il problema non si sia ancora risolto. Cosa avete affrontato in terapia finora? Che tipo di aspetti o dinamiche sono emerse rispetto a questa difficoltà nell’accettare il passato della sua compagna? Lei scrive di non riuscire ad accettare soprattutto le esperienze “occasionali”. Mi incuriosisce capire perché proprio queste la turbano di più rispetto alle esperienze “più serie”. Quali differenze percepisce tra i due tipi di esperienze? Cosa rappresentano per lei quelle occasionali? Quando questi pensieri le tornano alla mente durante la giornata, come racconta, che tipo di emozioni prova? Rabbia, tristezza, paura, senso di inferiorità? E cosa teme esattamente nel pensare al passato della sua compagna? Che cosa, secondo lei, le impedisce di accettarlo e di lasciarlo andare? Lei parla di “gelosia retroattiva”, e mi chiedo se questa difficoltà sia comparsa solo in questa relazione o se è una caratteristica che ha notato anche in legami precedenti. È una sensazione che si riattiva ogni giorno, come dice, quasi in modo costante: è legata a una minaccia che percepisce nel presente, o si tratta, per esempio, più di un confronto interiore, un paragone con le esperienze passate della sua compagna? Nel presente, come si descriverebbe? Si sente una persona gelosa in generale? Riesce a distinguere la gelosia per il passato da quella, eventualmente, per situazioni attuali? Ha mai provato a condividere apertamente con la sua compagna queste sue fragilità e difficoltà? Se sì, come ha reagito lei? Infine, poiché ha già affrontato questo tema in terapia, cosa pensa che abbia impedito, come scrive, una vera “risoluzione del problema”? Approfondire questi aspetti, comprendere cosa si nasconde dietro il timore e l’inaccettabilità del passato dell’altro, potrebbe aiutarla a liberarsi da un peso che oggi la accompagna ogni giorno e le toglie serenità. A volte non si tratta solo di accettare il passato dell’altro, ma anche di comprendere meglio se stessi e le proprie insicurezze. Dott.ssa Chiara Avelli
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.