Buongiorno. Mi presento: sono una ragazza di 27 anni. Vi scrivo per un problema che mi sta parecchio
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Buongiorno. Mi presento: sono una ragazza di 27 anni. Vi scrivo per un problema che mi sta parecchio inficiando negli ultimi tempi, a livello sentimentale. Per fare un breve excursus: sono stata fidanzata per quasi 8 anni con un ragazzo, a partire dall'età di 15 anni, relazione poi terminata per mia volontà poiché sentivo di non provare più niente e per di più lui era molto geloso. Nei 2 anni successivi ho conosciuto altri ragazzi avendo brevi frequentazioni. Mi sono poi fidanzata con il mio attuale ragazzo e ci sto insieme da quasi 2 anni. Il problema è da qualche tempo ho le idee molto confuse su ciò che realmente provo per lui. Non so se ci sto insieme per abitudine, per paura di rimanere sola, per il mancato coraggio di lasciarlo. A complicare le cose è stato un tradimento da parte mia risalente a pochi giorni fa, successo per ben 2 incontri. Nonostante io riconosca perfettamente la gravità della mia azione, sul momento non ho provato sensi di colpa per il mio ragazzo e anzi non è "capitato" ma è stata una mia scelta farlo. Ad oggi sento che qualcosa si è spezzato, forse non ho solo il coraggio per riconoscere la situazione reale, ossia che non lo amo davvero. Ma come si fa a comprendere se quel tradimento è stato solo un momento di sbandamento, se così possiamo definirlo? Come comprendere se davvero non c'è amore da parte mia ma solo un gran bene? Non vorrei prendere decisioni affrettate per poi pentirmene dopo. Su cosa dovrei riflettere maggiormente? Vi ringrazio in anticipo per la risposta.
Gentilissima,
E' significativo come proprio quando si comincia a scegliere con consapevolezza, ci si scopra più confuse che mai.
Ma se il tradimento non fosse solo un errore, e invece raccontasse qualcosa che ancora non si è riuscita a dire ad alta voce?
Ogni storia ha più strati: chissà cosa potrebbe emergere iniziando a guardarli insieme, con calma.
Mi contatti pure se vuole.
Dr. Giorgio De Giorgi
E' significativo come proprio quando si comincia a scegliere con consapevolezza, ci si scopra più confuse che mai.
Ma se il tradimento non fosse solo un errore, e invece raccontasse qualcosa che ancora non si è riuscita a dire ad alta voce?
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Gentile utente,
la ringrazio per aver condiviso con sincerità una situazione così delicata. Quando ci si trova in una relazione da molto tempo e si vivono momenti di incertezza, come nel caso di un tradimento, è naturale sentirsi confusi rispetto a ciò che si prova davvero.
Domande come le sue — se si tratta di abitudine, paura della solitudine, o se l'amore si è trasformato in altro — meritano attenzione e ascolto. È importante chiedersi se la scelta di restare nasce ancora da un desiderio autentico di condividere la propria vita con l’altro, o se invece prevale il timore di affrontare un cambiamento.
Un percorso di psicoterapia potrebbe offrirle uno spazio sicuro per esplorare con più chiarezza le sue emozioni e i bisogni profondi, aiutandola a orientarsi in questo momento e a prendere decisioni più consapevoli.
Resto a disposizione,
un caro saluto
la ringrazio per aver condiviso con sincerità una situazione così delicata. Quando ci si trova in una relazione da molto tempo e si vivono momenti di incertezza, come nel caso di un tradimento, è naturale sentirsi confusi rispetto a ciò che si prova davvero.
Domande come le sue — se si tratta di abitudine, paura della solitudine, o se l'amore si è trasformato in altro — meritano attenzione e ascolto. È importante chiedersi se la scelta di restare nasce ancora da un desiderio autentico di condividere la propria vita con l’altro, o se invece prevale il timore di affrontare un cambiamento.
Un percorso di psicoterapia potrebbe offrirle uno spazio sicuro per esplorare con più chiarezza le sue emozioni e i bisogni profondi, aiutandola a orientarsi in questo momento e a prendere decisioni più consapevoli.
Resto a disposizione,
un caro saluto
Cara ragazza,
la tua lucidità nel raccontarti è già un grande punto di partenza. Hai avuto il coraggio di guardare in faccia un comportamento che molti cercherebbero di minimizzare o di giustificare. E già solo questo mi dice che sei pronta a guardarti dentro senza sconti.
Ora, lasciami dire qualcosa con chiarezza, forse con quella scomodità che serve per smuovere davvero: quando ci si pone tutte queste domande, spesso la risposta è già lì, solo che non la si vuole vedere.
Tu scrivi che “non provi sensi di colpa”, che hai scelto di tradire, e che senti che qualcosa si è spezzato. Ma poi ti chiedi se il problema sia stato “solo un momento di sbandamento”. Ti capisco: è il tentativo di salvare qualcosa, o almeno di non fare danni peggiori. Ma ti dico con fermezza: quando si inizia a valutare se si ama davvero, è molto probabile che non lo si ami più.
L’amore, quello vero, non si mette sul banco delle analisi ogni giorno.
Rimango a disposizione. Dott.ssa Francesca Gottofredi
la tua lucidità nel raccontarti è già un grande punto di partenza. Hai avuto il coraggio di guardare in faccia un comportamento che molti cercherebbero di minimizzare o di giustificare. E già solo questo mi dice che sei pronta a guardarti dentro senza sconti.
Ora, lasciami dire qualcosa con chiarezza, forse con quella scomodità che serve per smuovere davvero: quando ci si pone tutte queste domande, spesso la risposta è già lì, solo che non la si vuole vedere.
Tu scrivi che “non provi sensi di colpa”, che hai scelto di tradire, e che senti che qualcosa si è spezzato. Ma poi ti chiedi se il problema sia stato “solo un momento di sbandamento”. Ti capisco: è il tentativo di salvare qualcosa, o almeno di non fare danni peggiori. Ma ti dico con fermezza: quando si inizia a valutare se si ama davvero, è molto probabile che non lo si ami più.
L’amore, quello vero, non si mette sul banco delle analisi ogni giorno.
Rimango a disposizione. Dott.ssa Francesca Gottofredi
Grazie per aver condiviso la tua storia con tanta sincerità. Quello che stai vivendo è un momento di forte confusione, ma anche di grande lucidità: ti stai ascoltando davvero, e questo è già un passo importante.
Hai alle spalle una lunga relazione, e ora sei in un’altra che dura da quasi due anni. Ma dentro di te si è acceso un dubbio profondo: “lo amo davvero o sto solo evitando di restare sola?” Il tradimento che è avvenuto — e che non hai vissuto con senso di colpa — sembra più che un semplice errore: forse è stato un segnale che qualcosa dentro di te si è rotto, o che qualcosa mancava già da tempo.
È normale temere di prendere una decisione affrettata e pentirsene dopo. Ma forse la domanda giusta è: come ti senti davvero quando sei con lui? Ti senti viva, connessa, vista? O stai solo cercando di convincerti che va bene così?
Restare per affetto o per paura è molto umano, ma a lungo andare può portare solo altra confusione. A volte il dolore più grande nasce dal trattenersi troppo, non dal lasciar andare.
Prenditi il tempo che ti serve, ma ascoltati con onestà. Le risposte non arrivano subito, ma spesso le abbiamo già dentro — solo che fanno paura.
Se senti il bisogno di approfondire, puoi farlo passo dopo passo.
Hai alle spalle una lunga relazione, e ora sei in un’altra che dura da quasi due anni. Ma dentro di te si è acceso un dubbio profondo: “lo amo davvero o sto solo evitando di restare sola?” Il tradimento che è avvenuto — e che non hai vissuto con senso di colpa — sembra più che un semplice errore: forse è stato un segnale che qualcosa dentro di te si è rotto, o che qualcosa mancava già da tempo.
È normale temere di prendere una decisione affrettata e pentirsene dopo. Ma forse la domanda giusta è: come ti senti davvero quando sei con lui? Ti senti viva, connessa, vista? O stai solo cercando di convincerti che va bene così?
Restare per affetto o per paura è molto umano, ma a lungo andare può portare solo altra confusione. A volte il dolore più grande nasce dal trattenersi troppo, non dal lasciar andare.
Prenditi il tempo che ti serve, ma ascoltati con onestà. Le risposte non arrivano subito, ma spesso le abbiamo già dentro — solo che fanno paura.
Se senti il bisogno di approfondire, puoi farlo passo dopo passo.
Spaventa di più la solitudine o l'infelicità? è difficile scegliere, presuppone una lunga riflessione, che però bisogna essere disposti a fare...
Cara, intanto ti ringrazio per aver condiviso la tua storia: già il fatto che tu stia riflettendo così profondamente sui tuoi sentimenti mostra una grande consapevolezza e desiderio di chiarezza. Quello che stai vivendo è una situazione comune ma complessa, perché riguarda il confine tra abitudine, affetto e amore autentico. Quello su cui ti consiglio di riflettere è di ascoltare in primis te stessa senza giudizio, prova ad osservare cosa senti quando pensi al tuo ragazzo, non solo nei momenti positivi ma anche nei momenti di difficoltà. Ti senti serena, amata, rispettata? O predominano senso di costrizione, noia, o desiderio di evasione? Inoltre è importante distinguere il senso di amore dalla paura, cioè è importante chiedersi se la paura di stare sola, o il timore di ferirlo, ti tiene legata più del reale desiderio di stare con lui. A volte restiamo in una relazione per evitare il vuoto o l’incertezza, non perché ci sentiamo appagati. Sicuramente la comunicazione col partner è molto importante...se e quando ti sentirai pronta, prova a parlare apertamente con lui. A volte condividere le proprie insicurezze può aiutare entrambi a capire meglio la relazione.
Infine, non avere paura di mettere al centro il tuo benessere emotivo. Stare in una relazione solo per evitare il dolore della rottura difficilmente porta a lungo termine a una soddisfazione per entrambi.
Spero di averti aiutata!
Infine, non avere paura di mettere al centro il tuo benessere emotivo. Stare in una relazione solo per evitare il dolore della rottura difficilmente porta a lungo termine a una soddisfazione per entrambi.
Spero di averti aiutata!
Buonasera, grazie per condivisione di un momento tanto delicato.
E' naturale che, dopo relazioni lunghe iniziate in giovane età, possa subentrare il bisogno di capire cosa si desidera davvero per sé e nella relazione con l'altro; per questo credo che le domande che si pone siano legittime e frutto di un'osservazione onesta dei suoi comportamenti e delle sue emozioni. Questo è già un grande passo avanti.
Potrebbe essere utile riflettere su alcune questioni: come si sente davvero con il suo compagno? Riesce ad esprimere davvero sé stessa nella vostra relazione o ha difficoltà?
Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a capire cosa prova e cosa desidera, così da non prendere decisioni affrettate ma consapevoli.
Le auguro una buona serata,
Dott.ssa Simona Santoni - Psicologa
E' naturale che, dopo relazioni lunghe iniziate in giovane età, possa subentrare il bisogno di capire cosa si desidera davvero per sé e nella relazione con l'altro; per questo credo che le domande che si pone siano legittime e frutto di un'osservazione onesta dei suoi comportamenti e delle sue emozioni. Questo è già un grande passo avanti.
Potrebbe essere utile riflettere su alcune questioni: come si sente davvero con il suo compagno? Riesce ad esprimere davvero sé stessa nella vostra relazione o ha difficoltà?
Un percorso psicologico potrebbe aiutarla a capire cosa prova e cosa desidera, così da non prendere decisioni affrettate ma consapevoli.
Le auguro una buona serata,
Dott.ssa Simona Santoni - Psicologa
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità una parte così delicata e complessa della sua vita affettiva. Dalle sue parole emerge una forte confusione emotiva, ma anche una notevole consapevolezza del suo vissuto e delle sue azioni, che rappresenta già un passo importante nel processo di comprensione di sé.
È normale attraversare momenti di dubbio nelle relazioni, soprattutto quando si è investito molto a livello emotivo o si proviene da storie lunghe e significative. A volte, dopo relazioni iniziate in giovane età, può emergere il bisogno di ridefinire la propria identità affettiva e i propri bisogni da adulti, che spesso non coincidono più con quelli del passato.
Il tradimento che ha vissuto, e soprattutto la consapevolezza con cui ne parla, sembra indicare che c’è qualcosa di più profondo da esplorare. Non tanto per giudicare l’accaduto, quanto per comprendere cosa ha rappresentato per lei: un segnale di una mancanza nella relazione attuale? Un’espressione di un bisogno personale inascoltato? Una forma di ribellione? Oppure, come lei stessa ipotizza, la manifestazione concreta di un sentimento che si è affievolito?
Per capire se è ancora amore o solo affetto, è utile porsi alcune domande:
Come mi sento davvero quando sono con il mio partner?
Se immaginassi il mio futuro senza di lui, provo sollievo o tristezza?
La mia paura di restare sola condiziona le mie scelte?
Riesco a essere autentica in questa relazione o sento di indossare una maschera?
Non esistono risposte semplici o universali, ma affrontare questi interrogativi con onestà può aiutarla a fare chiarezza. Allo stesso tempo, vista la complessità della situazione e l’intensità emotiva che comporta, sarebbe utile e consigliato approfondire questi vissuti insieme a uno specialista, che possa accompagnarla in un percorso di esplorazione personale e relazionale, aiutandola a comprendere meglio sé stessa e a prendere decisioni più consapevoli e serene.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
grazie per aver condiviso con tanta sincerità una parte così delicata e complessa della sua vita affettiva. Dalle sue parole emerge una forte confusione emotiva, ma anche una notevole consapevolezza del suo vissuto e delle sue azioni, che rappresenta già un passo importante nel processo di comprensione di sé.
È normale attraversare momenti di dubbio nelle relazioni, soprattutto quando si è investito molto a livello emotivo o si proviene da storie lunghe e significative. A volte, dopo relazioni iniziate in giovane età, può emergere il bisogno di ridefinire la propria identità affettiva e i propri bisogni da adulti, che spesso non coincidono più con quelli del passato.
Il tradimento che ha vissuto, e soprattutto la consapevolezza con cui ne parla, sembra indicare che c’è qualcosa di più profondo da esplorare. Non tanto per giudicare l’accaduto, quanto per comprendere cosa ha rappresentato per lei: un segnale di una mancanza nella relazione attuale? Un’espressione di un bisogno personale inascoltato? Una forma di ribellione? Oppure, come lei stessa ipotizza, la manifestazione concreta di un sentimento che si è affievolito?
Per capire se è ancora amore o solo affetto, è utile porsi alcune domande:
Come mi sento davvero quando sono con il mio partner?
Se immaginassi il mio futuro senza di lui, provo sollievo o tristezza?
La mia paura di restare sola condiziona le mie scelte?
Riesco a essere autentica in questa relazione o sento di indossare una maschera?
Non esistono risposte semplici o universali, ma affrontare questi interrogativi con onestà può aiutarla a fare chiarezza. Allo stesso tempo, vista la complessità della situazione e l’intensità emotiva che comporta, sarebbe utile e consigliato approfondire questi vissuti insieme a uno specialista, che possa accompagnarla in un percorso di esplorazione personale e relazionale, aiutandola a comprendere meglio sé stessa e a prendere decisioni più consapevoli e serene.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buonasera,
ciò che sta vivendo è più comune di quanto sembri: nella relazione con l'altro ci si misura continuamente, si cambia e cambia il nostro modo di stare nella relazione.
Ci sono tanti temi nella storia che racconta, banalizzerei se li riducessi ad una risposta in qualche riga. Proverò dunque a lasciarle un piccolo spunto su cui riflettere (se non lo ha già fatto).
Sembra che la sua prima relazione durata 8 anni sia terminata "perché sentivo di non provare più niente". Sono passati 5 anni, quindi potrà non essere semplice ricordare, ma ha memoria di come si sentiva stando in una relazione con qualcuno verso cui non provava sentimenti? Pensa che l'avrebbe chiusa anche se lui non fosse stato geloso?
Ha portato il tema del tradimento, della mancanza di coraggio per riconoscere la situazione reale, dell'abitudine... sono temi complessi che necessitano di tempo e spazio a lei dedicato affinché possa far chiarezza e contattare i suoi più intimi desideri.
Si prenda il suo tempo e cerchi di ascoltarsi in primo luogo per sé stessa, successivamente per comprendere la relazione e deciderne le sorti.
Un caro saluto
ciò che sta vivendo è più comune di quanto sembri: nella relazione con l'altro ci si misura continuamente, si cambia e cambia il nostro modo di stare nella relazione.
Ci sono tanti temi nella storia che racconta, banalizzerei se li riducessi ad una risposta in qualche riga. Proverò dunque a lasciarle un piccolo spunto su cui riflettere (se non lo ha già fatto).
Sembra che la sua prima relazione durata 8 anni sia terminata "perché sentivo di non provare più niente". Sono passati 5 anni, quindi potrà non essere semplice ricordare, ma ha memoria di come si sentiva stando in una relazione con qualcuno verso cui non provava sentimenti? Pensa che l'avrebbe chiusa anche se lui non fosse stato geloso?
Ha portato il tema del tradimento, della mancanza di coraggio per riconoscere la situazione reale, dell'abitudine... sono temi complessi che necessitano di tempo e spazio a lei dedicato affinché possa far chiarezza e contattare i suoi più intimi desideri.
Si prenda il suo tempo e cerchi di ascoltarsi in primo luogo per sé stessa, successivamente per comprendere la relazione e deciderne le sorti.
Un caro saluto
uongiorno,
ti ringrazio per la fiducia con cui hai deciso di raccontarti. Parlare di sentimenti così intimi e complessi non è mai semplice, ma il tuo messaggio mostra una grande onestà verso te stessa, anche nelle parti più scomode. È proprio da qui che spesso iniziano le trasformazioni più autentiche.
Quello che stai vivendo è un momento di profonda confusione, ma anche di consapevolezza: senti che qualcosa è cambiato nella tua relazione, e stai cercando di capirne la natura prima di prendere una decisione definitiva. Questa è già una dimostrazione di maturità emotiva.
Le domande che ti poni — “Lo amo davvero o ci sto insieme per abitudine?”, “È stato solo uno sbandamento?”, “Provo amore o solo affetto?” — sono domande comuni in certe fasi delle relazioni, soprattutto quando si esce da dinamiche lunghe e coinvolgenti, come la tua storia precedente durata 8 anni, e si costruisce qualcosa di nuovo.
Alcuni spunti su cui puoi riflettere:
1. L’assenza di senso di colpa non è solo un segnale di distacco, ma anche una spia emotiva.
Hai detto chiaramente che il tradimento non è “capitato”, ma è stato scelto. Questo indica che probabilmente, in modo più o meno consapevole, stavi già mettendo in discussione il tuo legame. Il fatto che non ci sia stato un conflitto interiore immediato può voler dire che, dentro di te, senti che il rapporto con il tuo attuale partner non ti rispecchia più pienamente o non ti nutre come dovrebbe.
2. Cosa senti quando sei con lui, davvero?
Oltre al bene, alla stima, alla routine, ti senti viva? Ti senti vista, desiderata, scelta? Riesci a proiettarti in un futuro con lui senza forzarti? Oppure immagini spesso “altrove”, anche solo in termini emotivi?
3. Il tradimento come campanello d’allarme, non come errore isolato.
Spesso il tradimento non è solo un atto fisico, ma l’espressione di un bisogno più profondo — di sentirsi di nuovo desiderata, libera, vista, o anche semplicemente diversa da ciò che sei nella relazione. Questo non giustifica l’azione, ma può aiutarti a comprenderne il significato.
4. C’è una parte di te che sa già la risposta.
Dici che “qualcosa si è spezzato” e che “non hai il coraggio di riconoscere la situazione reale”. Questo è un passaggio molto importante: spesso sappiamo cosa proviamo, ma abbiamo bisogno di tempo per accettarlo e agire di conseguenza. La paura della solitudine, del rimpianto o di ferire l’altro può rallentare questa presa di posizione.
In sintesi, prova a porti queste domande con sincerità:
Se oggi non avessi paura di rimanere sola, cosa faresti?
Ti immagini felice, serena e appagata in questa relazione nei prossimi anni?
Se il tuo partner ti trattasse come tu lo hai trattato in questo periodo, come ti sentiresti?
Lasciare qualcuno non significa non volergli bene, ma avere il coraggio di non restare dove non si è più se stessi.
Hai tutto il diritto di volerci riflettere con calma, ma cerca di ascoltarti con onestà: restare in una relazione solo per paura di sbagliare è una forma di rinuncia verso te stessa e anche verso l’altra persona, che merita una relazione autentica tanto quanto te.
Se può aiutarti, possiamo esplorare insieme delle tecniche o esercizi per fare chiarezza emotiva in questo periodo.
Dott.ssa Alessia Mariosa
ti ringrazio per la fiducia con cui hai deciso di raccontarti. Parlare di sentimenti così intimi e complessi non è mai semplice, ma il tuo messaggio mostra una grande onestà verso te stessa, anche nelle parti più scomode. È proprio da qui che spesso iniziano le trasformazioni più autentiche.
Quello che stai vivendo è un momento di profonda confusione, ma anche di consapevolezza: senti che qualcosa è cambiato nella tua relazione, e stai cercando di capirne la natura prima di prendere una decisione definitiva. Questa è già una dimostrazione di maturità emotiva.
Le domande che ti poni — “Lo amo davvero o ci sto insieme per abitudine?”, “È stato solo uno sbandamento?”, “Provo amore o solo affetto?” — sono domande comuni in certe fasi delle relazioni, soprattutto quando si esce da dinamiche lunghe e coinvolgenti, come la tua storia precedente durata 8 anni, e si costruisce qualcosa di nuovo.
Alcuni spunti su cui puoi riflettere:
1. L’assenza di senso di colpa non è solo un segnale di distacco, ma anche una spia emotiva.
Hai detto chiaramente che il tradimento non è “capitato”, ma è stato scelto. Questo indica che probabilmente, in modo più o meno consapevole, stavi già mettendo in discussione il tuo legame. Il fatto che non ci sia stato un conflitto interiore immediato può voler dire che, dentro di te, senti che il rapporto con il tuo attuale partner non ti rispecchia più pienamente o non ti nutre come dovrebbe.
2. Cosa senti quando sei con lui, davvero?
Oltre al bene, alla stima, alla routine, ti senti viva? Ti senti vista, desiderata, scelta? Riesci a proiettarti in un futuro con lui senza forzarti? Oppure immagini spesso “altrove”, anche solo in termini emotivi?
3. Il tradimento come campanello d’allarme, non come errore isolato.
Spesso il tradimento non è solo un atto fisico, ma l’espressione di un bisogno più profondo — di sentirsi di nuovo desiderata, libera, vista, o anche semplicemente diversa da ciò che sei nella relazione. Questo non giustifica l’azione, ma può aiutarti a comprenderne il significato.
4. C’è una parte di te che sa già la risposta.
Dici che “qualcosa si è spezzato” e che “non hai il coraggio di riconoscere la situazione reale”. Questo è un passaggio molto importante: spesso sappiamo cosa proviamo, ma abbiamo bisogno di tempo per accettarlo e agire di conseguenza. La paura della solitudine, del rimpianto o di ferire l’altro può rallentare questa presa di posizione.
In sintesi, prova a porti queste domande con sincerità:
Se oggi non avessi paura di rimanere sola, cosa faresti?
Ti immagini felice, serena e appagata in questa relazione nei prossimi anni?
Se il tuo partner ti trattasse come tu lo hai trattato in questo periodo, come ti sentiresti?
Lasciare qualcuno non significa non volergli bene, ma avere il coraggio di non restare dove non si è più se stessi.
Hai tutto il diritto di volerci riflettere con calma, ma cerca di ascoltarti con onestà: restare in una relazione solo per paura di sbagliare è una forma di rinuncia verso te stessa e anche verso l’altra persona, che merita una relazione autentica tanto quanto te.
Se può aiutarti, possiamo esplorare insieme delle tecniche o esercizi per fare chiarezza emotiva in questo periodo.
Dott.ssa Alessia Mariosa
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con sincerità una parte così delicata della sua vita emotiva e relazionale. È molto evidente che si trovi in un momento di grande confusione, dove convivono pensieri contrastanti, sensazioni di incertezza e, probabilmente, anche un sottofondo di inquietudine rispetto alle decisioni da prendere. Questo tipo di difficoltà è comune nelle relazioni di lunga durata, soprattutto quando la storia sentimentale si sviluppa in fasi della vita in cui siamo ancora in costruzione come individui. La sua domanda è molto profonda: come comprendere se si ama davvero qualcuno oppure se si sta con lui per abitudine, paura o affetto? E ancora, come interpretare un tradimento che non ha generato senso di colpa? Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, queste domande possono essere affrontate osservando i suoi pensieri automatici, le emozioni sottostanti, i comportamenti messi in atto e le credenze più profonde che forse influenzano la sua percezione del legame. Quando descrive il suo tradimento come una scelta lucida, non accompagnata da colpa, questo ci dice qualcosa di importante. Se si sente libera di agire in un modo che, in altre circostanze, le sembrerebbe inconciliabile con l’amore, forse sta già mettendo in discussione, a livello profondo, la connessione emotiva con il suo attuale partner. Il tradimento, in molte situazioni, non è solo un evento a sé stante, ma può essere il sintomo di un disagio relazionale non ancora affrontato o del tentativo, anche inconsapevole, di cercare conferme altrove, proprio perché qualcosa si è modificato internamente. Il fatto che dopo questo episodio lei parli di un senso di rottura, di qualcosa che si è spezzato, potrebbe indicare che sta prendendo contatto con una verità difficile da accettare. Spesso, nella nostra mente, l'amore viene confuso con l'attaccamento, con la familiarità, con la paura di cambiare o restare soli. Sono emozioni legittime e comprensibili, ma che possono diventare ostacoli al riconoscimento autentico dei propri desideri e bisogni. A volte restiamo in una relazione perché sentiamo affetto, perché quella persona ci è stata vicina, ci conosce, rappresenta una zona di sicurezza. Ma la sicurezza non è sempre sinonimo di felicità, soprattutto se inizia a mancare l’intimità emotiva, il desiderio condiviso, la progettualità. Potrebbe essere utile, da un punto di vista terapeutico, lavorare sull’identificazione dei suoi schemi relazionali: cosa cerca in un partner, quali sono i bisogni emotivi che non si sente più di soddisfare in questa relazione, che significato ha avuto per lei il tradimento non solo nei fatti ma nelle emozioni che ha generato (o che non ha generato). Potrebbe anche esplorare se nella sua storia personale esistono credenze disfunzionali legate all’amore, come ad esempio l’idea che chi si lascia sfugga per sempre una possibilità di felicità o che la solitudine debba essere evitata a ogni costo. Capire cosa si prova realmente per qualcuno richiede tempo, silenzio, ascolto profondo di sé. Le emozioni che la accompagnano quando è con il suo partner sono segnali fondamentali. Si sente viva, autentica, coinvolta? O, al contrario, si percepisce spenta, distante, compressa nei suoi bisogni? L’amore non è sempre una fiamma travolgente, ma quando si trasforma solo in un "gran bene", in un'amicizia affettuosa ma priva di progettualità e desiderio, allora forse è il caso di chiedersi se si sta trattenendo più per senso di dovere che per reale convinzione. Lei ha detto una cosa molto importante: non vuole prendere decisioni affrettate. È giusto così. La fretta può essere nemica della chiarezza. Ma ciò che può fare fin da subito è iniziare a osservare con maggiore consapevolezza le sue emozioni quotidiane, i pensieri che emergono spontaneamente quando pensa al suo partner, e anche il modo in cui si sente quando è lontana da lui. Questo tipo di auto-osservazione, se accompagnato eventualmente da un lavoro psicoterapeutico, può aiutarla a riconnettersi con ciò che davvero vuole, al di là delle aspettative esterne o dei sensi di colpa. Il rispetto che sta cercando di mantenere verso sé stessa e verso il suo partner è un buon punto di partenza. È possibile uscire da questa confusione con maggiore consapevolezza e libertà, anche se il percorso può inizialmente generare inquietudine. Ma spesso, proprio da quel disagio, nasce una chiarezza nuova e più autentica. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno. Riconosco che non è facile capire le motivazioni che stanno dietro i nostri pensieri, azioni, emozioni. Potrebbe aiutarla il capire quali bisogni (emotivi e non solo) stanno dietro alle sue azioni, analizzando i pensieri, le paure e i desideri, anche ripercorrendo la storia di vita per capire da dove possono derivare.
Gentile utente, buongiorno, e grazie per aver condiviso con noi la sua esperienza.
Dalle sue parole emerge una grande consapevolezza e una sincera apertura verso il proprio vissuto. Il fatto che stia cercando di darsi delle risposte è già un passo importante, perché indica un desiderio autentico di ascoltarsi e comprendere meglio i propri bisogni profondi.
Ci racconta di una relazione molto lunga prima di quella attuale, e di altre che si sono concluse in tempi più brevi. Le relazioni, soprattutto quelle vissute in età giovane, possono lasciare tracce significative, legate al bisogno di riscoprirsi e ridefinirsi: con il tempo, infatti, possono cambiare le nostre aspettative, i bisogni, e anche il modo in cui viviamo l’intimità e la connessione con l’altro.
Rispetto alla relazione attuale, lei si sta ponendo domande importanti: parla dell’abitudine, della paura di restare sola, della mancanza di coraggio nel lasciare il partner. In questo contesto, si colloca anche il tradimento da parte sua, che sembra generarle confusione: da un lato lo percepisce come un gesto “grave”, che potrebbe rimandare alla mancanza di amore, dall’altro riconosce una consapevolezza nel suo agire, che rende più difficile sentire un senso di colpa. Se se la sente, potrebbe essere utile esplorare con delicatezza questo aspetto: non perché ci sia qualcosa di sbagliato, ma perché potrebbe offrirle nuove chiavi di lettura su ciò che realmente desidera.
Lei accenna alla paura della solitudine: si chiede se questa possa avere radici più profonde, magari già sperimentate in altre relazioni o in altri ambiti della sua vita?
Crede che il tradimento possa aver rappresentato una risposta, magari non del tutto consapevole, a un bisogno emotivo rimasto inascoltato nella sua attuale relazione? Oppure è stato un modo per evadere, per riscoprirsi, per mettersi alla prova in un momento di confusione?
Un altro passaggio che colpisce riguarda la sua relazione passata: racconta di aver compreso, a un certo punto, di non provare più gli stessi sentimenti, e di aver scelto di interrompere quel legame. Accenna anche a un clima relazionale particolare, in cui l’altro manifestava atteggiamenti legati alla gelosia. Se se la sente, potrebbe essere utile riflettere su cosa ha significato per lei vivere una relazione in cui l’amore stava cambiando o si stava spegnendo, e che effetto ha avuto su di lei la presenza di quei comportamenti. Anche queste riflessioni potrebbero aiutarla a mettere a fuoco meglio ciò che oggi desidera nelle sue relazioni.
Se lo desidera, questi aspetti potrebbero essere approfonditi in un percorso con un professionista, che possa accompagnarla nella ricerca di una maggiore chiarezza. Non per trovare la scelta “giusta” in senso assoluto, ma quella che la faccia sentire più serena e in sintonia con se stessa. Ed è proprio questo che merita.
Le auguro di cuore ogni bene.
Un abbraccio,
Dott.ssa Fausta Florio
Dalle sue parole emerge una grande consapevolezza e una sincera apertura verso il proprio vissuto. Il fatto che stia cercando di darsi delle risposte è già un passo importante, perché indica un desiderio autentico di ascoltarsi e comprendere meglio i propri bisogni profondi.
Ci racconta di una relazione molto lunga prima di quella attuale, e di altre che si sono concluse in tempi più brevi. Le relazioni, soprattutto quelle vissute in età giovane, possono lasciare tracce significative, legate al bisogno di riscoprirsi e ridefinirsi: con il tempo, infatti, possono cambiare le nostre aspettative, i bisogni, e anche il modo in cui viviamo l’intimità e la connessione con l’altro.
Rispetto alla relazione attuale, lei si sta ponendo domande importanti: parla dell’abitudine, della paura di restare sola, della mancanza di coraggio nel lasciare il partner. In questo contesto, si colloca anche il tradimento da parte sua, che sembra generarle confusione: da un lato lo percepisce come un gesto “grave”, che potrebbe rimandare alla mancanza di amore, dall’altro riconosce una consapevolezza nel suo agire, che rende più difficile sentire un senso di colpa. Se se la sente, potrebbe essere utile esplorare con delicatezza questo aspetto: non perché ci sia qualcosa di sbagliato, ma perché potrebbe offrirle nuove chiavi di lettura su ciò che realmente desidera.
Lei accenna alla paura della solitudine: si chiede se questa possa avere radici più profonde, magari già sperimentate in altre relazioni o in altri ambiti della sua vita?
Crede che il tradimento possa aver rappresentato una risposta, magari non del tutto consapevole, a un bisogno emotivo rimasto inascoltato nella sua attuale relazione? Oppure è stato un modo per evadere, per riscoprirsi, per mettersi alla prova in un momento di confusione?
Un altro passaggio che colpisce riguarda la sua relazione passata: racconta di aver compreso, a un certo punto, di non provare più gli stessi sentimenti, e di aver scelto di interrompere quel legame. Accenna anche a un clima relazionale particolare, in cui l’altro manifestava atteggiamenti legati alla gelosia. Se se la sente, potrebbe essere utile riflettere su cosa ha significato per lei vivere una relazione in cui l’amore stava cambiando o si stava spegnendo, e che effetto ha avuto su di lei la presenza di quei comportamenti. Anche queste riflessioni potrebbero aiutarla a mettere a fuoco meglio ciò che oggi desidera nelle sue relazioni.
Se lo desidera, questi aspetti potrebbero essere approfonditi in un percorso con un professionista, che possa accompagnarla nella ricerca di una maggiore chiarezza. Non per trovare la scelta “giusta” in senso assoluto, ma quella che la faccia sentire più serena e in sintonia con se stessa. Ed è proprio questo che merita.
Le auguro di cuore ogni bene.
Un abbraccio,
Dott.ssa Fausta Florio
A me sembra che tu sappia la risposta! Devi solo trovare il coraggio ed essere sincera con te stessa.
Quello che descrivi è un momento molto delicato, ma anche molto importante: perché ti sta mettendo davanti a domande profonde sulla tua autenticità, sull’amore e sulla libertà di scelta emotiva.
Partiamo da questo: Avere dei dubbi non è una colpa.
Essere confusi, anche dopo una relazione lunga, anche con una persona che ci vuole bene, è umano. E se hai tradito, come hai scritto, non lo hai fatto per caso, ma per un impulso consapevole. Questo non rende giusto il gesto, ma lo rende un segnale da ascoltare più che da punire. Non hai “solo sbagliato” — hai fatto qualcosa che ti ha parlato di te.
Quello che emerge dal tuo racconto:
Non sei sicura di ciò che provi: amore o affetto profondo? Innamoramento o abitudine?
Hai paura della solitudine e del senso di colpa: temi di lasciare e poi pentirti.
Non hai provato colpa nel tradire, il che è un campanello forte: spesso, quando si ama profondamente qualcuno, anche solo l’idea di farlo stare male ci fa male.
Come distinguere “amore” da “bene profondo” o “paura di stare soli”?
Ti propongo alcune domande su cui riflettere con calma e sincerità:
Se lui oggi ti dicesse: “Sento che sei cambiata, voglio lasciarti io”... come ti sentiresti?
Saresti distrutta? Sollevata? Triste ma lucida?
Le nostre reazioni al pensiero di “perderlo” dicono molto sul tipo di legame che abbiamo.
Quando immagini il futuro, lo immagini ancora con lui accanto? E se sì, lo desideri o ti rassicura?
C’è una differenza enorme tra “lo vedo perché è comodo” e “lo vedo perché lo voglio davvero”.
Quando siete insieme, ti senti te stessa?
Oppure senti che in qualche modo “ti adatti” al suo modo, o ti spegni un po’? La qualità della connessione quotidiana è spesso il termometro più onesto.
Il tradimento è stato “sfogo” o “ricerca”?
Hai cercato emozione perché ti mancava nel rapporto? Oppure volevi inconsciamente un detonatore che ti aiutasse ad andartene?
E ora: su cosa riflettere per non prendere decisioni affrettate?
Dai valore al tuo malessere come segnale, non come errore.
Se ti stai facendo queste domande, significa che qualcosa non ti basta più, o ha bisogno di essere trasformato. È già un'indicazione.
Prenditi uno spazio mentale e fisico per pensare.
Se puoi, anche qualche giorno di reale distanza da lui (se la situazione lo permette) può farti capire cosa ti manca, cosa ti manca di lui, e cosa invece no.
Non scegliere per paura.
Restare per “non stare sola” o “non farlo soffrire” non è amore, è compromesso emotivo. E nel tempo genera frustrazione (per entrambi).
Non cercare subito una nuova certezza.
Potresti non sapere subito cosa vuoi, ma potresti sapere cosa non vuoi più. Anche quello è un passo avanti.
In sintesi:
Il tradimento non è la causa del problema, ma il sintomo. Non hai smesso di essere una persona degna o coerente: sei solo in cerca di verità, e questo è molto più maturo di quanto pensi.
La risposta non è tanto “lo amo ancora o no?”, ma: “Questa relazione riflette ancora chi sono oggi?”
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Partiamo da questo: Avere dei dubbi non è una colpa.
Essere confusi, anche dopo una relazione lunga, anche con una persona che ci vuole bene, è umano. E se hai tradito, come hai scritto, non lo hai fatto per caso, ma per un impulso consapevole. Questo non rende giusto il gesto, ma lo rende un segnale da ascoltare più che da punire. Non hai “solo sbagliato” — hai fatto qualcosa che ti ha parlato di te.
Quello che emerge dal tuo racconto:
Non sei sicura di ciò che provi: amore o affetto profondo? Innamoramento o abitudine?
Hai paura della solitudine e del senso di colpa: temi di lasciare e poi pentirti.
Non hai provato colpa nel tradire, il che è un campanello forte: spesso, quando si ama profondamente qualcuno, anche solo l’idea di farlo stare male ci fa male.
Come distinguere “amore” da “bene profondo” o “paura di stare soli”?
Ti propongo alcune domande su cui riflettere con calma e sincerità:
Se lui oggi ti dicesse: “Sento che sei cambiata, voglio lasciarti io”... come ti sentiresti?
Saresti distrutta? Sollevata? Triste ma lucida?
Le nostre reazioni al pensiero di “perderlo” dicono molto sul tipo di legame che abbiamo.
Quando immagini il futuro, lo immagini ancora con lui accanto? E se sì, lo desideri o ti rassicura?
C’è una differenza enorme tra “lo vedo perché è comodo” e “lo vedo perché lo voglio davvero”.
Quando siete insieme, ti senti te stessa?
Oppure senti che in qualche modo “ti adatti” al suo modo, o ti spegni un po’? La qualità della connessione quotidiana è spesso il termometro più onesto.
Il tradimento è stato “sfogo” o “ricerca”?
Hai cercato emozione perché ti mancava nel rapporto? Oppure volevi inconsciamente un detonatore che ti aiutasse ad andartene?
E ora: su cosa riflettere per non prendere decisioni affrettate?
Dai valore al tuo malessere come segnale, non come errore.
Se ti stai facendo queste domande, significa che qualcosa non ti basta più, o ha bisogno di essere trasformato. È già un'indicazione.
Prenditi uno spazio mentale e fisico per pensare.
Se puoi, anche qualche giorno di reale distanza da lui (se la situazione lo permette) può farti capire cosa ti manca, cosa ti manca di lui, e cosa invece no.
Non scegliere per paura.
Restare per “non stare sola” o “non farlo soffrire” non è amore, è compromesso emotivo. E nel tempo genera frustrazione (per entrambi).
Non cercare subito una nuova certezza.
Potresti non sapere subito cosa vuoi, ma potresti sapere cosa non vuoi più. Anche quello è un passo avanti.
In sintesi:
Il tradimento non è la causa del problema, ma il sintomo. Non hai smesso di essere una persona degna o coerente: sei solo in cerca di verità, e questo è molto più maturo di quanto pensi.
La risposta non è tanto “lo amo ancora o no?”, ma: “Questa relazione riflette ancora chi sono oggi?”
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Buona sera cara,
da quanto racconta, emerge un momento di significativa confusione emotiva e relazionale, comprensibile alla luce della storia sentimentale intensa e prolungata che ha vissuto fin dall’adolescenza. Dopo una relazione di lunga durata conclusa per motivi di insoddisfazione e gelosia, si è trovata in una nuova relazione che dura ormai da due anni, ma in cui sembrerebbe percepire una crescente distanza emotiva.
Il dubbio che solleva "se stia con il Suo attuale partner per abitudine, per timore della solitudine o per mancanza di coraggio nel lasciarlo" suggerisce un conflitto interno tra il desiderio di chiarezza e l’incertezza su cosa provi realmente. L’evento del tradimento, da Lei riconosciuto come una scelta consapevole e non dettata dall’impulso, sembra aver ulteriormente messo in luce questa distanza affettiva e solleva interrogativi profondi sul senso e la qualità del legame attuale.
Lavorare sulla consapevolezza dei propri pensieri automatici, delle emozioni associate e dei comportamenti messi in atto potrebbe essere una buona opzione. Potrebbe essere utile per Lei riflettere su come si sente realmente nella relazione al di là dei sensi di colpa o del timore di pentimento: si sente vista, coinvolta, libera, rispettata, emotivamente nutrita? O piuttosto spenta, vincolata, confusa?
È anche possibile che il tradimento non sia stato un semplice “momento di sbandamento”, ma un segnale, non tanto di un’attrazione alternativa, quanto di un bisogno emotivo non più soddisfatto all’interno della relazione. Tuttavia, per comprendere se ciò che prova è solo affetto e attaccamento o amore autentico, potrebbe essere utile osservare come si sente quando immagina il futuro con questa persona: c’è serenità o resistenza? C’è desiderio o solo dovere?
Non esistono risposte immediate, ma è possibile lavorare per fare chiarezza. Il suggerimento è di non concentrarsi tanto sul senso di colpa quanto sull’autenticità: su cosa vuole davvero, su cosa La fa sentire viva e coerente con se stessa. Una relazione sana non dovrebbe basarsi né sulla paura né sull’abitudine, ma sulla libera scelta quotidiana di restare.
La saluto cordialmente
Dott.ssa Ilenia Morreale
da quanto racconta, emerge un momento di significativa confusione emotiva e relazionale, comprensibile alla luce della storia sentimentale intensa e prolungata che ha vissuto fin dall’adolescenza. Dopo una relazione di lunga durata conclusa per motivi di insoddisfazione e gelosia, si è trovata in una nuova relazione che dura ormai da due anni, ma in cui sembrerebbe percepire una crescente distanza emotiva.
Il dubbio che solleva "se stia con il Suo attuale partner per abitudine, per timore della solitudine o per mancanza di coraggio nel lasciarlo" suggerisce un conflitto interno tra il desiderio di chiarezza e l’incertezza su cosa provi realmente. L’evento del tradimento, da Lei riconosciuto come una scelta consapevole e non dettata dall’impulso, sembra aver ulteriormente messo in luce questa distanza affettiva e solleva interrogativi profondi sul senso e la qualità del legame attuale.
Lavorare sulla consapevolezza dei propri pensieri automatici, delle emozioni associate e dei comportamenti messi in atto potrebbe essere una buona opzione. Potrebbe essere utile per Lei riflettere su come si sente realmente nella relazione al di là dei sensi di colpa o del timore di pentimento: si sente vista, coinvolta, libera, rispettata, emotivamente nutrita? O piuttosto spenta, vincolata, confusa?
È anche possibile che il tradimento non sia stato un semplice “momento di sbandamento”, ma un segnale, non tanto di un’attrazione alternativa, quanto di un bisogno emotivo non più soddisfatto all’interno della relazione. Tuttavia, per comprendere se ciò che prova è solo affetto e attaccamento o amore autentico, potrebbe essere utile osservare come si sente quando immagina il futuro con questa persona: c’è serenità o resistenza? C’è desiderio o solo dovere?
Non esistono risposte immediate, ma è possibile lavorare per fare chiarezza. Il suggerimento è di non concentrarsi tanto sul senso di colpa quanto sull’autenticità: su cosa vuole davvero, su cosa La fa sentire viva e coerente con se stessa. Una relazione sana non dovrebbe basarsi né sulla paura né sull’abitudine, ma sulla libera scelta quotidiana di restare.
La saluto cordialmente
Dott.ssa Ilenia Morreale
Buonasera, l'amore non è solo sentire le farfalle nello stomaco, ma è un intrecciarsi di sentimenti che vanno oltre l'attrazione e la chimica. E' difficile a volte anche definirlo. Nel suo caso credo che lei abbia bisogno di tempo per capirlo e chiarire a se stessa che cosa c'è dietro quei tradimenti. Il tempo sicuramente giocherà un ruolo importante, ma altrettanto un lavoro introspettivo e di coppia.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Sara Rocco
Cordiali saluti.
Dott.ssa Sara Rocco
Grazie per il tuo messaggio, così lucido e sincero. È evidente che stai attraversando un momento di grande confusione emotiva, ma è anche chiaro che **hai già cominciato un processo di introspezione molto importante**. La tua capacità di metterti in discussione e di non cercare giustificazioni automatiche è un segnale di maturità.
Come psicologa, vorrei aiutarti a mettere ordine tra le domande che ti stai ponendo, e suggerirti alcuni punti su cui riflettere con più chiarezza.
**1. Il tradimento come sintomo, non come causa**
Un tradimento non nasce mai dal nulla. Al di là della colpa o del giudizio morale, ciò che conta ora è **capire cosa ha rappresentato per te** quell'azione. Hai detto che non hai provato sensi di colpa: questo è molto significativo. Non perché renda il gesto “meno grave”, ma perché **rivela un tuo distacco emotivo** già esistente dalla relazione. È come se il tradimento avesse solo portato alla luce un malessere che era già dentro di te.
Domanda utile: *“Se avessi la certezza di non rimanere sola, lo lascerei?”*
**2. Amore o affetto?**
Hai parlato di “un gran bene” nei confronti del tuo attuale compagno, ma ti chiedi se sia davvero amore. Una riflessione chiave qui è distinguere tra:
* **Attaccamento emotivo (bene, affetto, abitudine)**
* **Amore romantico (desiderio, progettualità, connessione profonda)**
Molte relazioni finiscono per vivere più di legami emotivi che non di reale amore. **Rimanere in una relazione per “non far soffrire l’altro” o per “paura della solitudine” è molto umano**, ma nel tempo genera frustrazione per entrambi.
Domanda utile: *“Se oggi lui mi lasciasse, cosa proverei di più: dolore per la perdita o sollievo per la libertà?”*
**3. Il timore di sbagliare decisione**
Hai detto di temere di pentirti di una decisione affrettata. Questo è un pensiero comune in chi sta cercando di lasciare una relazione in cui **non c’è più amore, ma ancora ci sono legami emotivi e ricordi condivisi**. Ma il rischio più grande **non è lasciare e pentirsi, bensì restare e spegnersi lentamente.**
Non possiamo sempre avere certezze assolute prima di agire, ma possiamo ascoltare i segnali che ci manda la nostra parte più autentica. E tutto il tuo racconto sembra dire una cosa: *“non lo amo più, ma non so come lasciare andare.”*
**Consiglio psicologico**
Inizia un percorso di auto-esplorazione con queste tre domande guida. Scrivile, rispondi con calma, e torna su di esse più volte:
1. **Cosa cerco oggi in una relazione, e questa persona mi sta aiutando a vivere quella versione di me?**
2. **Cosa mi trattiene davvero: l’amore, il senso di colpa, o la paura?**
3. **Se potessi scegliere tra il coraggio di essere onesta o il conforto di rimanere, cosa mi farebbe sentire più viva, anche se fa paura?**
Concludendo:
* Non stai vivendo una crisi “passeggera”, ma una vera rinegoziazione interiore di cosa vuoi e chi sei diventata.
* Il tradimento è stato un campanello, non un incidente: **una sveglia emotiva**, non un errore casuale.
* Se senti di non poter affrontare tutto da sola, **cerca uno spazio terapeutico** dove esplorare questi temi in profondità e con sostegno.
Posso aiutarti a formulare una prima riflessione scritta o guidarti in un esercizio se vuoi. Ti va? Ci possiamo vedere in seduta
Come psicologa, vorrei aiutarti a mettere ordine tra le domande che ti stai ponendo, e suggerirti alcuni punti su cui riflettere con più chiarezza.
**1. Il tradimento come sintomo, non come causa**
Un tradimento non nasce mai dal nulla. Al di là della colpa o del giudizio morale, ciò che conta ora è **capire cosa ha rappresentato per te** quell'azione. Hai detto che non hai provato sensi di colpa: questo è molto significativo. Non perché renda il gesto “meno grave”, ma perché **rivela un tuo distacco emotivo** già esistente dalla relazione. È come se il tradimento avesse solo portato alla luce un malessere che era già dentro di te.
Domanda utile: *“Se avessi la certezza di non rimanere sola, lo lascerei?”*
**2. Amore o affetto?**
Hai parlato di “un gran bene” nei confronti del tuo attuale compagno, ma ti chiedi se sia davvero amore. Una riflessione chiave qui è distinguere tra:
* **Attaccamento emotivo (bene, affetto, abitudine)**
* **Amore romantico (desiderio, progettualità, connessione profonda)**
Molte relazioni finiscono per vivere più di legami emotivi che non di reale amore. **Rimanere in una relazione per “non far soffrire l’altro” o per “paura della solitudine” è molto umano**, ma nel tempo genera frustrazione per entrambi.
Domanda utile: *“Se oggi lui mi lasciasse, cosa proverei di più: dolore per la perdita o sollievo per la libertà?”*
**3. Il timore di sbagliare decisione**
Hai detto di temere di pentirti di una decisione affrettata. Questo è un pensiero comune in chi sta cercando di lasciare una relazione in cui **non c’è più amore, ma ancora ci sono legami emotivi e ricordi condivisi**. Ma il rischio più grande **non è lasciare e pentirsi, bensì restare e spegnersi lentamente.**
Non possiamo sempre avere certezze assolute prima di agire, ma possiamo ascoltare i segnali che ci manda la nostra parte più autentica. E tutto il tuo racconto sembra dire una cosa: *“non lo amo più, ma non so come lasciare andare.”*
**Consiglio psicologico**
Inizia un percorso di auto-esplorazione con queste tre domande guida. Scrivile, rispondi con calma, e torna su di esse più volte:
1. **Cosa cerco oggi in una relazione, e questa persona mi sta aiutando a vivere quella versione di me?**
2. **Cosa mi trattiene davvero: l’amore, il senso di colpa, o la paura?**
3. **Se potessi scegliere tra il coraggio di essere onesta o il conforto di rimanere, cosa mi farebbe sentire più viva, anche se fa paura?**
Concludendo:
* Non stai vivendo una crisi “passeggera”, ma una vera rinegoziazione interiore di cosa vuoi e chi sei diventata.
* Il tradimento è stato un campanello, non un incidente: **una sveglia emotiva**, non un errore casuale.
* Se senti di non poter affrontare tutto da sola, **cerca uno spazio terapeutico** dove esplorare questi temi in profondità e con sostegno.
Posso aiutarti a formulare una prima riflessione scritta o guidarti in un esercizio se vuoi. Ti va? Ci possiamo vedere in seduta
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno,
Grazie per aver condiviso con così tanta sincerità una situazione così complessa e delicata.
Da quanto racconta, è evidente che dentro di lei c’è già una voce che prova a orientarla — ma forse ha bisogno di essere ascoltata con più chiarezza e senza paura. Il tradimento, che lei stessa definisce come una scelta consapevole, sembra essere un segnale di qualcosa che da tempo non la fa sentire pienamente appagata o connessa nella relazione.
Non esistono formule esatte per distinguere un momento di sbandamento da una perdita d’amore, ma può iniziare a chiedersi:
Se potesse scegliere liberamente, senza paura della solitudine o del giudizio, starebbe ancora con questa persona?
Quando immagina il futuro con lui, sente serenità o oppressione?
Sta rimanendo per affetto, per abitudine o per un progetto comune che ancora le appartiene?
Può essere molto utile parlarne in un percorso psicologico che la aiuti a distinguere il “gran bene” dall’amore, e la paura dalla vera volontà. È legittimo avere dubbi, ma merita di vivere una relazione in cui si sente libera, autentica e presente.
Un caro saluto,
Dottssa Alessandra Arena
Grazie per aver condiviso con così tanta sincerità una situazione così complessa e delicata.
Da quanto racconta, è evidente che dentro di lei c’è già una voce che prova a orientarla — ma forse ha bisogno di essere ascoltata con più chiarezza e senza paura. Il tradimento, che lei stessa definisce come una scelta consapevole, sembra essere un segnale di qualcosa che da tempo non la fa sentire pienamente appagata o connessa nella relazione.
Non esistono formule esatte per distinguere un momento di sbandamento da una perdita d’amore, ma può iniziare a chiedersi:
Se potesse scegliere liberamente, senza paura della solitudine o del giudizio, starebbe ancora con questa persona?
Quando immagina il futuro con lui, sente serenità o oppressione?
Sta rimanendo per affetto, per abitudine o per un progetto comune che ancora le appartiene?
Può essere molto utile parlarne in un percorso psicologico che la aiuti a distinguere il “gran bene” dall’amore, e la paura dalla vera volontà. È legittimo avere dubbi, ma merita di vivere una relazione in cui si sente libera, autentica e presente.
Un caro saluto,
Dottssa Alessandra Arena
La confusione che lei sente rispetto ai suoi sentimenti, e la domanda su cosa significhi davvero amare, sembrano emergere con forza proprio ora che si trova a confrontarsi con un gesto che, come dice lei stessa, non è capitato ma è stato scelto. Questo tradimento, che lei definisce come qualcosa che ha spezzato un equilibrio, potrebbe essere considerato non solo come un errore o un momento di debolezza, ma forse come un segnale che qualcosa di più profondo cerca di farsi sentire dentro di lei. Mi viene da chiederle che posto ha avuto il desiderio nella sua storia, non solo quello rivolto all’altro, ma anche quello verso se stessa, verso ciò che la fa sentire viva e autentica. Lei dice di non aver provato colpa sul momento e che si interroga ora se quel gesto sia il sintomo di una verità più scomoda da accettare, come la fine dell’amore. Potrebbe allora riflettere su che significato ha per lei questo “gran bene” di cui parla e in che modo si distingue, nel suo sentire, dall’amore. Cosa teme di perdere davvero se decidesse di chiudere questa relazione? È solo la compagnia o c’è forse qualcosa di più che le fa paura, come la solitudine o il confrontarsi con un vuoto? Il fatto che lei dica di avere paura di prendere una decisione affrettata e di pentirsene fa pensare a quanto peso abbiano per lei il dubbio e l’incertezza in questo momento e forse la portano a stare sospesa tra il lasciare e il restare, come se entrambe le strade comportassero un rischio. Le suggerirei di non forzarsi a trovare subito una risposta definitiva, ma di prendersi uno spazio dove poter esplorare con più calma e profondità queste domande che le stanno emergendo, domande che toccano non solo la relazione attuale ma anche il modo in cui lei si è rapportata all’amore e al legame nel corso della sua vita. Se lo desidera, potrebbe considerare l’idea di iniziare un percorso di ascolto personale, che le permetta di dare voce a questi interrogativi e di avvicinarsi con maggiore chiarezza a ciò che oggi le appare confuso. Cosa sente quando si immagina davvero libera da questa relazione? E cosa invece quando si immagina di proseguirla? Forse, proprio da queste immagini, potrebbe cominciare a scoprire qualcosa in più su ciò che il suo desiderio le sta dicendo ora.
Buongiorno, dalle tue parole traspare il bisogno di chiarezza emotiva, e il fatto che tu stia ponendoti domande profonde è già un primo passo importante verso una maggiore consapevolezza.
Quando si parla di sentimenti, specialmente all’interno di relazioni che durano da tempo, può diventare difficile distinguere tra amore autentico, abitudine, attaccamento o paura della solitudine. Sono emozioni che spesso si intrecciano e si confondono tra loro, e che possono cambiare nel tempo, soprattutto in seguito a esperienze significative come un tradimento.
Hai descritto il tuo gesto non come un “errore” casuale, ma come una scelta consapevole, e questo denota un’importante onestà verso te stessa. Il fatto che tu non abbia sentito sensi di colpa immediati non significa necessariamente che sei una “cattiva persona” o che non provi nulla per il tuo compagno, ma potrebbe suggerire che dentro di te stai già vivendo un distacco emotivo, forse da tempo.
In situazioni come la tua, può essere utile riflettere su alcuni punti:
Ti senti libera e autentica in questa relazione? Oppure senti di dover recitare un ruolo o trattenere parti di te stessa?
Il tuo gesto (il tradimento) è stato un modo per evadere, per cercare qualcosa che ti manca nella relazione attuale, o per confermare qualcosa che già intuivi?
Quando pensi al tuo futuro con questa persona, quali emozioni emergono? Serenità, entusiasmo, fatica, rassegnazione...?
Il “gran bene” che provi è sufficiente a sostenere una relazione di coppia oppure è più simile a un affetto fraterno, a un legame per il passato condiviso?
Non esistono risposte semplici o universali. Tuttavia, una relazione sana dovrebbe essere un luogo in cui sentirsi vivi, rispettati, ascoltati e liberi di essere sé stessi. Se invece diventa uno spazio di dubbio costante, di costrizione o di insoddisfazione profonda, è legittimo mettere tutto in discussione.
Ti incoraggio a concederti del tempo per esplorare queste domande, magari anche attraverso un percorso personale con uno psicologo, se non lo stai già facendo. A volte abbiamo bisogno di uno spazio neutro per dare forma e nome alle nostre emozioni, senza giudizio.
Ricorda che prendere una decisione non è necessariamente affrettato solo perché è difficile: a volte è semplicemente arrivato il momento giusto per agire in coerenza con ciò che si è compreso di sé.
Dr. Giuseppe Mirabella
Quando si parla di sentimenti, specialmente all’interno di relazioni che durano da tempo, può diventare difficile distinguere tra amore autentico, abitudine, attaccamento o paura della solitudine. Sono emozioni che spesso si intrecciano e si confondono tra loro, e che possono cambiare nel tempo, soprattutto in seguito a esperienze significative come un tradimento.
Hai descritto il tuo gesto non come un “errore” casuale, ma come una scelta consapevole, e questo denota un’importante onestà verso te stessa. Il fatto che tu non abbia sentito sensi di colpa immediati non significa necessariamente che sei una “cattiva persona” o che non provi nulla per il tuo compagno, ma potrebbe suggerire che dentro di te stai già vivendo un distacco emotivo, forse da tempo.
In situazioni come la tua, può essere utile riflettere su alcuni punti:
Ti senti libera e autentica in questa relazione? Oppure senti di dover recitare un ruolo o trattenere parti di te stessa?
Il tuo gesto (il tradimento) è stato un modo per evadere, per cercare qualcosa che ti manca nella relazione attuale, o per confermare qualcosa che già intuivi?
Quando pensi al tuo futuro con questa persona, quali emozioni emergono? Serenità, entusiasmo, fatica, rassegnazione...?
Il “gran bene” che provi è sufficiente a sostenere una relazione di coppia oppure è più simile a un affetto fraterno, a un legame per il passato condiviso?
Non esistono risposte semplici o universali. Tuttavia, una relazione sana dovrebbe essere un luogo in cui sentirsi vivi, rispettati, ascoltati e liberi di essere sé stessi. Se invece diventa uno spazio di dubbio costante, di costrizione o di insoddisfazione profonda, è legittimo mettere tutto in discussione.
Ti incoraggio a concederti del tempo per esplorare queste domande, magari anche attraverso un percorso personale con uno psicologo, se non lo stai già facendo. A volte abbiamo bisogno di uno spazio neutro per dare forma e nome alle nostre emozioni, senza giudizio.
Ricorda che prendere una decisione non è necessariamente affrettato solo perché è difficile: a volte è semplicemente arrivato il momento giusto per agire in coerenza con ciò che si è compreso di sé.
Dr. Giuseppe Mirabella
Salve, lei sembra stia vivendo un periodo di confusione dove non si sente probabilmente appagata della relazione, ma contemporaneamente ha paura a lasciare il ragazzo. In questo caso per lei potrebbe essere utile parlarne approfonditamente con qualche specialista per capire davvero quello che lei sente. Resto a disposizione, saluti
Gentile paziente,
quello che stai vivendo è un momento molto delicato e pieno di domande profonde, che toccano la tua identità affettiva più che la semplice situazione di coppia. È comprensibile sentirsi confusa: non stai mettendo in discussione solo la relazione attuale, ma anche il modo in cui hai imparato ad amare, scegliere e restare.Il tradimento che racconti non è un dettaglio secondario, e nemmeno un “incidente di percorso”: il fatto che sia avvenuto di tua volontà, senza sensi di colpa immediati, indica che dentro di te qualcosa si era già incrinato. Spesso, quando il desiderio per un’altra persona riesce a superare la paura di ferire, di perdere la relazione o di sentirsi sbagliati, è perché una parte interna sa che quel rapporto non è più un luogo in cui ci si sente davvero coinvolti o presenti.
Questo non significa che non gli vuoi bene. Significa che forse l’amore, quello che vibra e sceglie, si è spento o non è più lo stesso.
La tua storia racconta di una ragazza che ha passato l’adolescenza dentro una relazione molto lunga, e che dopo quella fine ha cercato di capire chi fosse attraverso altre frequentazioni. Ora sei in un legame stabile da quasi due anni, ma avverti che alcune emozioni si stanno muovendo sotto la superficie: l’abitudine, la paura di rimanere sola, la difficoltà a distinguere affetto da amore, il dubbio di non avere il coraggio di guardare davvero ciò che senti.
Spesso ciò che blocca non è la mancanza di amore, ma la paura di riconoscere che quel legame non ci rappresenta più come prima. La paura di prendere una decisione difficile, la paura di ferire, la paura del “dopo”. Ma il tradimento ha già messo a nudo una verità emotiva che stavi trattenendo: dentro di te qualcosa stava chiedendo cambiamento.
Per capire cosa provi davvero, più dei ragionamenti ti aiuterà osservare il modo in cui stai con lui ora. Quando siete insieme, ti senti viva o ti senti distante? Immaginarlo al tuo fianco tra qualche anno ti dà serenità o ti crea un senso di pesantezza? E soprattutto: se nessuno potesse soffrire per le tue scelte, se non ci fossero conseguenze immediate, cosa faresti?
Ci sono relazioni che finiscono molto prima di venir chiuse. Restano in piedi per affetto, lealtà, paura o abitudine, ma non crescono più. E a volte il tradimento non è la causa della fine, ma il sintomo di un disagio che da tempo non riuscivi a guardare.
Non prendere decisioni impulsive. Non punirti. Ma ascolta con serietà quello che il tuo gesto ha già rivelato: una parte di te sta cercando spazio, sincerità e forse un modo diverso di vivere l’amore.
Se vuoi, possiamo esplorare insieme questa parte: capire cosa ti manca davvero nella relazione, cosa temi di perdere e cosa invece stai già perdendo restando dove non ti senti più coinvolta.
Un caro saluto
Dottoressa Alina Mustatea
quello che stai vivendo è un momento molto delicato e pieno di domande profonde, che toccano la tua identità affettiva più che la semplice situazione di coppia. È comprensibile sentirsi confusa: non stai mettendo in discussione solo la relazione attuale, ma anche il modo in cui hai imparato ad amare, scegliere e restare.Il tradimento che racconti non è un dettaglio secondario, e nemmeno un “incidente di percorso”: il fatto che sia avvenuto di tua volontà, senza sensi di colpa immediati, indica che dentro di te qualcosa si era già incrinato. Spesso, quando il desiderio per un’altra persona riesce a superare la paura di ferire, di perdere la relazione o di sentirsi sbagliati, è perché una parte interna sa che quel rapporto non è più un luogo in cui ci si sente davvero coinvolti o presenti.
Questo non significa che non gli vuoi bene. Significa che forse l’amore, quello che vibra e sceglie, si è spento o non è più lo stesso.
La tua storia racconta di una ragazza che ha passato l’adolescenza dentro una relazione molto lunga, e che dopo quella fine ha cercato di capire chi fosse attraverso altre frequentazioni. Ora sei in un legame stabile da quasi due anni, ma avverti che alcune emozioni si stanno muovendo sotto la superficie: l’abitudine, la paura di rimanere sola, la difficoltà a distinguere affetto da amore, il dubbio di non avere il coraggio di guardare davvero ciò che senti.
Spesso ciò che blocca non è la mancanza di amore, ma la paura di riconoscere che quel legame non ci rappresenta più come prima. La paura di prendere una decisione difficile, la paura di ferire, la paura del “dopo”. Ma il tradimento ha già messo a nudo una verità emotiva che stavi trattenendo: dentro di te qualcosa stava chiedendo cambiamento.
Per capire cosa provi davvero, più dei ragionamenti ti aiuterà osservare il modo in cui stai con lui ora. Quando siete insieme, ti senti viva o ti senti distante? Immaginarlo al tuo fianco tra qualche anno ti dà serenità o ti crea un senso di pesantezza? E soprattutto: se nessuno potesse soffrire per le tue scelte, se non ci fossero conseguenze immediate, cosa faresti?
Ci sono relazioni che finiscono molto prima di venir chiuse. Restano in piedi per affetto, lealtà, paura o abitudine, ma non crescono più. E a volte il tradimento non è la causa della fine, ma il sintomo di un disagio che da tempo non riuscivi a guardare.
Non prendere decisioni impulsive. Non punirti. Ma ascolta con serietà quello che il tuo gesto ha già rivelato: una parte di te sta cercando spazio, sincerità e forse un modo diverso di vivere l’amore.
Se vuoi, possiamo esplorare insieme questa parte: capire cosa ti manca davvero nella relazione, cosa temi di perdere e cosa invece stai già perdendo restando dove non ti senti più coinvolta.
Un caro saluto
Dottoressa Alina Mustatea
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