Buongiorno, mi chiamo Cristina e scrivo, nonostante la vergogna che provo (i veri problemi, mi dico,

18 risposte
Buongiorno, mi chiamo Cristina e scrivo, nonostante la vergogna che provo (i veri problemi, mi dico, sono ben altri) perché mi sento bloccata in una sorta di spirale tossica dalla quale, da sola, non riesco ad uscire. Ho 47 anni, fino a 9 anni fa ho vissuto in una città dove avevo amicizie, genitori, lavoro, seppur precario e non sempre appagante. Un posto dove era facile spostarsi attraverso i mezzi di trasporto pubblici. Poi ho conosciuto il mio attuale compagno e, quindi, mi sono trasferita nel suo paese, dove i mezzi pubblici di trasporto sono scarsi, dove non ho amicizie, dove la gente è chiusa, fredda e indifferente, diversissima dal luogo da cui provengo, per cui è difficile fare amicizia, specie dai 40 anni in su. La mia famiglia ovviamente è rimasta dove vivevo prima, nella mia città natale. Inoltre, qui, non un lavoro, un po' per la difficoltà di trovarlo e, negli ultimi anni, perché non ho più cercato, volendo avere la libertà di andare e tornare dalla mia città natale per aiutare i miei genitori ormai anziani. Dunque, a intervalli mensili faccio la pendolare tra la mia città natale e dove vivo con il mio compagno. Quando torno nella mia città natale va tutto bene. Sto benissimo. Quando, invece, mi ritrovo nel paese del mio compagno sto male. Soffro di solitudine, e vivo praticamente di noia. Una noia che mi soffoca e mi spegne. Somatizzo feroci mal di testa dalle troppe letture e feroci mal di stomaco. Non mi fido della gente del posto che ho constatato sulla mia pelle essere, appunto, fredda e indifferente. Non ho amici. Non amo la palestra. E ogni cosa mi sembra irraggiungibile, in quanto si trova in città, costringendomi a guidare, per giunta in strade che non conosco, quando prima, nel mio paese, bastavano un treno o un autobus. Qui, in questo posto, tutto è spento, grigio, povero. Povere, culturalmente, le persone e poveri i luoghi, privi di stimoli e occasioni. Un trasferimento del mio compagno nel mio paese è impossibile, al momento, non è fattibile. Un mio ritorno nel mio paese, idem, dato che dovrei andare a vivere con i miei genitori. Non so come uscirne. Mi sento sbagliata io. Sento che la noia che provo mentre aspetto che il mio compagno torni dal lavoro è sempre più un muro. Ho come perso quello slancio interiore, la curiosità di vedere come sarà ogni giorno nuovo, che ho sempre avuto, l'entusiasmo, l'allegria. Leggo compulsivamente, è la mia unica salvezza. Cerco stimoli, slancio, vitalità, contro tutto il grigiore che sento circondarmi. Solo spesso non basta. La testa mi scoppia... e mi ritrovo a guardare una stanza circondata di solitudine, di noia, di nostalgia. Ricordando gli anni della scuola, pieni di voci, di scoperte, di attività. Come posso uscire da questa spirale? Grazie.
Gentilissima buongiorno, comprendo la sua situazione e penso sia sufficientemente triste da non doverne provare vergogna. Sa quante persone per non guardare a questo vuoto che le ingoia si nascondono dietro l'alcool o peggio? Lei ha avuto la forza di dare un volto al suo disagio, coraggio, non si fermi ora. Penso che la prima cosa da fare sia recuperare l'energia mentale necessaria per fare i passi ulteriori. Oggi è stanca, depressa scoraggiata, tutto le appare difficile, impossibile da affrontare anche prendere l'auto per andare in città . Recuperare le energie mentali le permetterà di vedere le cose da una prospettiva meno ardua e scoprire che c'è una soluzione. Se lo desidera resto a sua disposizione. Un caro saluto, dott.ssa Manuela Leonessa

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve Cristina, comprendo la sua difficile situazione e sento di dirle che non c'è nulla di cui vergognarsi, che non sempre "i problemi sono ben altri". Tutti i problemi meritano di ricevere attenzione quando portano la persona a non stare bene. Lei ha compiuto una scelta legata ad un trasferimento in un luogo che dopo ha scoperto non essere adatto alle sue esigenze, questo l'ha portata a investire molte energie fisiche e mentali, a non riuscire a cogliere gli stimoli come vorrebbe e a sviluppare una visione piuttosto critica di ciò che la circonda. In questi casi però è importante darsi delle opportunità e mettersi nella condizione di riuscire a cogliere gli stimoli. Iniziare un percorso psicologico, potrebbe aiutarla in primis a condividere il dolore provato, la noia e la sua sofferenza: continuare a coltivare questo senso di solitudine difficilmente potrebbe portarla a stare meglio. In secondo luogo, potrebbe aiutarla a guardare la situazione da diverse prospettive, al fine di smuovere quello che attualmente sembra essere "stagnante", permettendole di riappropriarsi della bellezza di svolgere altre attività oltre la lettura. Oggi anche il suo corpo sta mandando dei segnali, parla infatti di feroci mal di testa e mal di stomaco, di cui immagino il peso, motivo per cui è arrivato il momento di prendere atto di quanto questo suo stato di malessere stia influenzando anche la sua parte organica. Concludo col dire che non dovrebbe sentirsi sbagliata, siamo esseri umani ed è giusto e normale non riuscire ad adattarsi perfettamente ad ogni contesto. Delle volte è infatti utile ricevere un supporto al fine di sviluppare delle strategie che ci permettano di far luce sulle necessità e su come possiamo rispondervi in modo funzionale. Resto a disposizione, anche online. Dott.ssa Laura Cappello
Buonasera, intanto ha già compiuto qualcosa di importante: ha messo in parola la sua sofferenza attuale. Ne ha già parlato anche con qualcun altro, amici, familiari o il suo partner? Si riservi di valutare un percorso professionale più articolato, che possa sostenerla in questo periodo ed in questa situazione, che si protrae da diversi anni. Un saluto cordiale
Carissima, come già detto da alcuni colleghi ogni sofferenza è degna di attenzione. Soprattutto se verbalizzata come ha fatto lei, non sempre è facile tirar fuori il proprio dolore e voler trovare una soluzione. La soluzione purtroppo non posso darglielo io, ma attraverso un percorso possiamo andare a comprendere come poter migliorare la sua situazione attuale, trovando dei compromessi rispetto a ciò che ha raccontato. Qualora volesse approfondire rimango a completa disposizione. Le auguro una buona giornata
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Buonasera. Capisco il problema che riporta, e penso che un percorso psicologico possa essere utile in tal senso, più che altro per capire in questo caso come mai è arrivata a trasferirsi in una città che, per quanto sia vicina al suo compagno, la fa sentire così fortemente a disagio. Poi non so cosa ne pensa il suo compagno del problema.
Resto a disposizione
Dott. Fabio Sebastiano Bellasio
Gent.ma Signora Cristina,
grazie per aver condiviso così apertamente e sinceramente il suo spaccato di vita attuale.
Probabilmente è troppo tempo che tiene per sé questa riflessione, le sue emozioni, la sua preoccupazione, ma soprattutto, il suo bisogno di poter vivere una vita felice e veramente soddisfacente.

A volte, purtroppo, bisogna arrivare a spezzare la corda, dopo averla tirata e tirata per tanto, troppo tempo, per accorgerci di dover far qualcosa di nuovo, di diverso. Credo che lei debba avere il coraggio di mettere un punto in questo momento della sua vita e voltare pagina, ricostruendo con pazienza ma determinazione il suo benessere interiore e il suo equilibrio psicologico.

Il supporto di uno psicologo potrebbe esserle davvero di grande aiuto. Uscire da vecchi schemi e vecchie abitudini può essere molto difficile e anche doloroso all'inizio. La guida dello psicologo le consentirà di comprendere il suo mondo emotivo, di dare una corretta elaborazione delle relazioni significative, di cominciare ad accorgersi delle emozioni positive che può cogliere intorno a lei. Ritroverà lentamente il gusto di fare ciò che le piace veramente, di crearsi obiettivi e pianificare per raggiungerli, di dedicare tempo e gentilezza per se stessa, ogni volta che lo desidera e ne ha bisogno.

Come ha superato la vergogna di aprirsi con noi sui suoi dilemmi, superi la paura di chiedere aiuto e di avvalersi di un supporto psicologico! Non c'è nulla di male nell'avere timore di un passo nel buio, in ciò che non conosciamo. Ma saltare quel fosso significa vincere i propri demoni e cominciare ad apprendere di nuovo cosa significa essere felici e rifiorire in un nuovo percorso di vita, fatto di valori fondanti, ambizioni, sogni, nuove opportunità, nuove competenze e nuove persone.

Sono a sua disposizione, anche online, per approfondire gli argomenti qui introdotti e mostrarle in cosa consiste un intervento psicologico adatto alle sue richieste e necessità.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Salve Cristina, colgo il suo disagio nel ritrovarsi spaesata e sola dove ha deciso di vivere per stare assieme al suo compagno, disagio che l'ha spinta ad aprirsi e a condividere le sue difficoltà per chiedere un aiuto a superarle.
Ritengo che debba prendersi cura dei segnali fisici ed emotivi che l'allontanano dal suo benessere ed equilibrio, magari intraprendendo un percorso terapeutico che le consenta, con l'aiuto di un professionista competente, di comprendere le ragioni profonde di un cambiamento così importante, trovare in se stessa le risorse per migliorare il suo stile di vita e renderlo più corrispondente a quelli che sono i suoi bisogni e desideri.
Resto a disposizione per ogni ulteriore chiarimento, anche online.
Un caro saluto
Dott.ssa Antonella Giardiello
Cara Cristina, a mio avviso dovresti parlarne prima di tutto col tuo compagno, aprirgli il cuore e avere fiducia nella sua comprensione e complicità. Se non fosse sufficiente, valuterei di parlarne in una consulenza privata, è una situazione delicata, quella che ci racconta, e merita uno spazio adeguato. Auguri. Se vuole sono disponibile anche on line.
Gentile utente, sembra che si trovi ferma in una condizione di sofferenza, che certamente merita di essere presa in carico. Il fatto che negli ultimi 9 anni lei non sia riuscita a creare dei legami significativi e che non riesca ad appassionarsi quasi a nulla, non significa che non sia in grado di fare queste cose in assoluto. Bisognerebbe approfondire meglio la storia della vostra coppia, la scelta del trasferimento e le aspettative che lei si è portata dietro scegliendo di cambiare città. Un percorso terapeutico potrebbe aiutarla a comprendere meglio ciò che prova e il significato del suo sentirsi così bloccata nella sua quotidianità. Coinvolga il suo compagno, in modo che questo possa essere un percorso per fortificare la vostra relazione e condividere le fatiche.
Un caro saluto, dott.ssa Silvia Calanchi
Gentile utente, la sua situazione risulta comprensibilmente dolorosa e faticosa e merita di essere espressa e affrontata così come qualsiasi difficoltà possa vivere ognuno di noi, indipendentemente dalla sua "portata". Credo che sia impossibile darle dei consigli che possano alleviare nell'immediato la sua sofferenza ma potrebbe risultarle utile approfondire e affrontare questi temi all' interno di un percorso psicologico che le consenta di esplorare in modo più consapevole i suoi vissuti e valutare eventuali strategie per stare bene. Resto a disposizione e le auguro di ritrovare presto la sua vitalità. Un saluto!
Cara Cristina, per prima cosa, i veri problemi sono quelli che uno vive come problemi, non ce ne sono altri, ognuno ha i suoi e di quelli è importante che si occupi. Da quello che scrivi sembra che tu abbia inquadrato la tua situazione piuttosto chiaramente: non senti che quello è il luogo adatto per te, e stai sentendo un profondo vuoto esistenziale. Visto che hai questa consapevolezza, è importante usarla per stare meglio, per muovere gli ingranaggi e le energie. Parla con il tuo compagno di come ti senti ogni giorno, senza sensi di colpa, senza paura e senza dare colpe a nessuno. Si può parlare e condividere i propri vissuti e sentimenti anche se sembra che una soluzione non ci sia; uno dei più grossi errori che commettiamo è non fare nulla perchè pensiamo che non ci sia soluzione. L'esperienza di condividere come stai con qualcuno che ti ama significa sentirsi accolti e ascoltati, ed è la partenza, la base, per poi dire "quindi, che cosa possiamo fare insieme?". è possibile studiare un'altra situazione tenendo presente che l'obiettivo è stare bene sul lungo periodo, è pensare che tra un anno tutto vada meglio e la situazione sia finalmente quella che senti giusta per te. Con questo in mente, iniziare a muovere i primi passi, magari subito scomodi, complessi, ma man mano poi orientati verso il tuo obiettivo.
Spero di esserti stato utile, resto disponibile, un caro saluto.
Buongiorno Cristina, posso immaginare il malessere che prova ed anche il senso di vergogna se confronta la sua sofferenza con quella di altri. Il dolore che ha espresso così bene arriva con un senso di sradicamento e di solitudine che mina l'esistenza; è una sofferenza esistenziale e come tale profonda e riconoscibile. Tecniche e strategie potrebbero aiutarla a tamponare il dolore tuttavia mi sembra di cogliere un bisogno di comprensione e di relazione che può trovare una risposta, se non una soluzione, in un percorso esistenziale (...) che anche un percorso terapeutico può offrire. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa
Buon giorno Cristina, le lascio due spunti su cui riflettere.Il primo riguarda l'inizio da parte sua di un percorso psicoterapeutico per fare fronte alla sua tristezza. Il secondo è quello di muoversi in macchina durante il giorno per raggiungere posti stimolanti anche se non proprio a portata di mano. Saluti, dott.ssa Agostini Maria Grazia
Cara Cristina, dal suo racconto emerge tutta la sua difficoltà… Sicuramente sta vivendo una vita che probabilmente non sente sua e questo la devitalizza completamente, rendendo tutto così grigio, difficile e noioso. Ne ha parlato con il suo compagno? Avete già provato insieme a trovare una soluzione?
Aggiungo un aspetto importante: più si chiude in questo circolo di solitudine e non voglia di fare, più il malessere si amplifica e diventa forte al punto da far sembrare insormontabile ogni piccolo ostacolo.
Purtroppo non è il mio potere indicarle la via d'uscita, ma iniziare un percorso psicologico (anche online se non si vuole spostare da casa) potrebbe essere un primo passo per ritrovare qualche stimolo vitale e la motivazione per uscire da una situazione che la sta letteralmente annientando.
Non provi vergogna, ma al contrario cerchi di trovare la forza per chiedere aiuto.
Le auguro un grande in bocca al lupo!
Gentile Cristina, prima di tutto mi sento in dovere di rassicurarla sul fatto che i suoi vissuti e quello che sente sono validi ed importanti, e dunque giudicarsi e vergognarsi di ciò che le accade non le è di aiuto e non si valida. Ogni vissuto è importante e significativo, non esistono dolori di serie A o serie B. Mi sembra di capire che le oggi si senta un po smarrita. Potrebbe prima di tutto parlare con il suo compagno di ciò che le sta accadendo per comprendere meglio se ci possa essere un mediazione che venga incontro ai suoi bisogni e a quelli del suo compagno. Inoltre potrebbe essere importante per lei ritagliarsi uno spazio di terapia per elaborare tali vissuti e prendersi cura di sè. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buonasera Cristina,
innanzitutto non c'è nulla di cui vergognarsi ed anzi grazie per aver condiviso sulla piattaforma la sua situazione.
Parlarne con il suo compagno credo possa rappresentare un primo passo per uscire dalla spirale di cui parla. È importante che lui sappia di come questo trasferimento la stia facendo sentire. Potrete valutare insieme le possibili opzioni praticabili in questo momento o in un prossimo futuro.
Permanere in una situazione come quella che descrive non le porterà beneficio ma potrebbe solo peggiorare la sua salute psicofisica.
Un caro saluto,
Dott.ssa Giorgia Colombo
Gentile utente, innanzitutto la ringrazio per aver condiviso con noi la sua esperienza. Mi spiace molto per la situazione che descrive e posso immaginare il disagio connesso non solo al cambiamento rispetto al luogo di origine, ma anche rispetto alla freddezza locale che sembra permeare luoghi e persone dal suo racconto.
Le suggerirei di valutare un consulto psicologico al fine di rielaborare il suo vissuto e le emozioni connesse, sviluppando insieme al professionista strategie utili per far fronte a situazioni di difficoltà e trovare modi per rendere più interessante la sua quotidianità.
Nella speranza che questo confronto possa esserle utile, resto a disposizione anche online.
Un caro saluto.
Dott.ssa Elena Sinistrero

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