buongiorno i miei litigano sempre ogni giorno da quando sono piccolo,ho sempre cercato di capire il

20 risposte
buongiorno i miei litigano sempre ogni giorno da quando sono piccolo,ho sempre cercato di capire il perche.Sento che questa cosa mi sta distruggendo la vita,anzi me la sento distrutta e non ne posso piu.Infatti ho problemi sociali a 44 anni la mia non e' vita. Vorrei un vostro consiglio, grazie.
Buongiorno caro paziente,
quello che le consiglio è di intraprendere un percorso di consulenza psicologica per capire in che modo i litigi dei suoi genitori influenzino ancora oggi, a 44 anni, il suo presente e la sua vita.
Dopo una consulenza, in base a ciò che emerge, si potranno valutare le diverse possibilità di percorsi per permetterle di riacquisire soddisfazione nelle relazioni e nella sua vita.

Le auguro il meglio!
Dott. Domenico Samele

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Dott.ssa Martina Gervasoni
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno, grazie per aver condiviso qualcosa di così profondo e doloroso. Crescere in un ambiente in cui i conflitti sono frequenti e costanti può lasciare ferite molto profonde, anche quando si diventa adulti. Il fatto che tu senta ancora oggi il peso di quella situazione non significa che tu sia “sbagliato”, ma che hai portato per tanto tempo un dolore che nessun bambino dovrebbe sopportare.
Quando per anni assistiamo a litigi o tensioni familiari, dentro di noi può nascere un senso di insicurezza, paura o impotenza che poi si ripresenta nella vita adulta, soprattutto nelle relazioni e nella percezione di sé. È comprensibile che tu ti senta stanco e che la tua vita ti appaia “distrutta”: è il segnale che questo dolore ha bisogno di essere finalmente accolto e compreso, non più affrontato da solo.
Non conoscendo la tua storia nel dettaglio, né il contesto in cui ti trovi oggi, è difficile darti indicazioni precise o suggerimenti mirati. Ogni persona reagisce in modo diverso alle esperienze vissute e ha bisogni specifici che meritano di essere ascoltati da vicino. Ciò che posso però consigliarti è di concederti la possibilità di iniziare un percorso terapeutico, se non lo hai già fatto. Parlare con uno psicoterapeuta in uno spazio protetto può aiutarti a dare un significato a quello che hai vissuto, a distinguere ciò che ti appartiene da ciò che è legato al passato dei tuoi genitori, e a ricostruire un senso di fiducia in te stesso e negli altri.
Nonostante la sofferenza che descrivi, il fatto che tu stia chiedendo aiuto dimostra che dentro di te c’è ancora una parte viva, che desidera cambiare e ritrovare serenità. È da lì che si può ripartire, con calma e con rispetto dei tuoi tempi.
Dott.ssa Roberta Portelli
Psicologo, Psicoterapeuta
Botticino sera
Buongiorno, assistere ai litigi dei propri genitori è spesso un'esperienza penosa, da cui è difficile distanziarsi, spesso perché invischiati in relazioni familiari intrise di vissuti negativi, stratificati negli anni di convivenza Quando si diventa adulti è possibile rivolgersi a una/uno psicoterapeuta per una terapia individuale, che le può fornire aiuto e supporto, valorizzare le sue risorse personali, affiancarla in una ricostruzione adulta di quanto è accaduto nell'infanzia e nella giovinezza.
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, vivere con dei genitori ad altissima conflittualità non deve essere una cosa semplice. Posso immaginare il suo disagio. Tuttavia mi chiedo come mai continua a chiedere il perchè? Cosa vorrebbe? Come mai è così importante per lei alla sue ancora oggi occuparsi di ciò? Esiste uno scenario dove lei prende le distanze da questi liti? Accettando che quella e la loro relazione come coppia e che può lasciarli vivere a modo loro. Preservando quindi se stesso? Rimango a sua disposizione. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Marzia Sellini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno,
il tuo problema è un invischiamento nei limiti e confini dei ruoli familiari. Per uscirne, da sola, se non ha strumenti sufficienti di carattere psicologico, è difficile. TI ci vorrebbe un aiuto.
Un saluto cordiale
Dott.ssa Marzia Sellini
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Vizzolo Predabissi
Buongiorno, mi spiace per la sua situazione.
La famiglia dovrebbe essere il luogo tranquillo e protetto dove ognuno di noi trova pace invece spesso non è così.
Sono disponibile ad aiutarla mediante un percorso. Mi contatti pure.
Cordiali saluti Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno — grazie per aver scritto e per la sincerità: quello che descrivi è molto doloroso e comprensibilmente ti pesa sulla vita quotidiana. Crescere in un clima familiare fatto di litigi ripetuti può lasciare segnali profondi: ansia, difficoltà nelle relazioni, isolamento e la sensazione che “la vita non sia vita”.
Ti suggerisco intanto due passi concreti e utili: 1) se ti senti sopraffatto o hai pensieri di farti del male, contatta subito i servizi di emergenza o il tuo medico; 2) prova a rivolgerti a uno specialista (psicologo/psicoterapeuta) che possa valutare la tua storia e proporti un percorso mirato.

In terapia si lavora su come questi vissuti si riproducono oggi, su strategie pratiche per ridurre l’ansia e migliorare le relazioni sociali, e — se necessario — si valuta un supporto farmacologico con uno psichiatra. Metodi utili spesso usati sono la terapia cognitivo-comportamentale per modificare schemi disfunzionali, interventi sulla regolazione emotiva, e tecniche per affrontare traumi passati (es. EMDR); la Mindfulness può aiutare a gestire lo stress quotidiano.
Capisco che fare il primo passo è difficile, ma è possibile costruire cambiamenti anche a 44 anni: non è una condanna definitiva. Ti consiglio di approfondire quanto prima con uno specialista per una valutazione personalizzata e un piano di cura adeguato.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Alice Iuso
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera,
crescere in un ambiente familiare segnato da conflitti continui può lasciare segni profondi, presenti anche in età adulta. È comprensibile che questa situazione l’abbia fatta sentire impotente e che oggi ne percepisca ancora le conseguenze nella vita sociale e personale. Le ferite emotive dell’infanzia non scompaiono da sole, ma possono essere comprese e rielaborate con un percorso di consapevolezza e di supporto adeguato. Le consiglio pertanto di rivolgersi ad un professionista, che saprà guidarla nell'esplorazione e nell'elaborazione della sua storia, trovando finalmente uno spazio sicuro per sé nel quale ricostruire il proprio benessere.
Resto a disposizione, cordiali saluti
Dott.ssa Greta Pisano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera,

È comprensibile che vivere in un contesto familiare conflittuale per tanti anni abbia avuto un forte impatto sulla sua vita e sulle relazioni sociali. Non è colpa sua. Un percorso psicologico può aiutarla a elaborare il vissuto familiare, ritrovare sicurezza e migliorare la vita sociale.

Se lo desidera, sono disponibile per un colloquio conoscitivo, anche online.
Dott.ssa Greta Pisano, psicologa e psicoterapeuta
Dott.ssa Antea Viganò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pessano con Bornago
Gentilissimo/a, grazie per la condivisione innanzitutto. Capisco la situazione che ci riporta, e comprendo soprattutto il suo bisogno di comprendere quanto accade nella sua famiglia. Credo che, dati anche i problemi sociali che sente di avere, intraprendere un percorso di terapia potrebbe aiutarla ad esplorare e provare a comprendere le motivazioni sottostanti questo suo vissuto, individuando delle strategie funzionali insieme allo specialsita.
Resto a disposizione!
cordiali saluti
AV
Dott. Valerio Ancis
Psicoterapeuta, Psicologo
Assemini
Buongiorno,
capisco profondamente quanto possa essere doloroso vivere, fin da bambini, in un clima familiare fatto di litigi continui. Quando si cresce in un ambiente instabile o conflittuale, il sistema emotivo rimane costantemente in allerta, e questo può lasciare ferite profonde che, con il tempo, si trasformano in difficoltà relazionali, insicurezza o senso di vuoto.

Quello che sta vivendo oggi — il sentirsi “distrutto” e con difficoltà sociali — non è una colpa né una condanna: è la conseguenza di un dolore accumulato per anni, che non ha mai trovato spazio per essere elaborato davvero.

Le consiglierei di intraprendere un percorso di psicoterapia individuale, con un approccio centrato sulla ricostruzione del sé e sulla rielaborazione delle ferite emotive dell’infanzia.
Attraverso la terapia potrà:

comprendere meglio come l’ambiente familiare ha influenzato la sua autostima e le sue relazioni,

imparare a riconoscere e gestire le emozioni legate alla rabbia e alla delusione,

costruire una modalità più sana di stare in relazione con gli altri e con sé stesso.

È possibile tornare a vivere in modo pieno, ma serve uno spazio protetto in cui poter finalmente ascoltare e guarire la parte di sé che è rimasta ferma in quel dolore.
Se lo desidera, possiamo fissare un primo colloquio per iniziare a lavorare insieme su questo percorso di ricostruzione. Saluti, Dott. Valerio Ancis
Dott.ssa Giulia Diener
Psicoterapeuta, Psicologo
Napoli
Buongiorno, dal suo messaggio emerge la sua sofferenza. Purtroppo spesso anche da adulti ci portiamo dietro ferite che riguardano la nostra infanzia. Credo che possa essere arrivato per lei il momento di prendersi cura di questo dolore e finalmente svincolarsi dal ruolo familiare che la porta ancora oggi a soffrire.
Rimango a sua disposizione.
Dott.ssa Giulia Diener
Dott.ssa Cinzia Rosati
Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Buongiorno, il tentare di capire perché i genitori sono in conflitto è destabilizzante. Tenere una costante attenzione all’ambiente che ci circonda allontana da Sé stessi. Il controllo è un modo per calmare l’ansia che, comunque, non migliora. È necessario svincolarsi psicologicamente dalle figure genitoriali e acquisire consapevolezza e autonomia. Come? Attraverso un percorso di psicoterapia
Dott.ssa Ilaria Cabula
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Torino
Le parole che condivide fanno sentire quanto dolore si porti dentro da molto tempo. Crescere in un clima familiare segnato da conflitti continui può lasciare ferite profonde, che non sempre si vedono ma che, con gli anni, si fanno sentire in molti aspetti della vita.
Quando la tensione è presente da così tanto, si finisce per convivere con un senso di stanchezza e di vuoto difficile da spiegare, quasi come se la mente e il corpo fossero rimasti a lungo in allerta. È comprensibile che oggi senta di non avere più spazio per tutto questo.
Riuscire a dare voce a ciò che prova, come sta facendo ora, è già un passo importante: significa che una parte di sé sta cercando un modo diverso per stare, per non continuare a portare da solo un peso così grande.

Un caro saluto,
Dott.ssa Ilaria Cabula
Psicologa Psicoterapeuta
Dott.ssa Verdiana Lilith Vienna
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Rivoli
Gentile Utente,
da quello che scrive sembra che sia arrivato ad un punto in cui non è più disposto a restare in questa situazione che le porta della sofferenza, come è comprensibile che sia. Mancano molti elementi per poter rispondere qualcosa di più, ma si evince una certa sofferenza a cui varrebbe la pena dare voce.
Dal momento che chiede un consiglio, mi sento di suggerirle di valutare di iniziare un percorso di sostegno psicologico o di psicoterapia per provare a lavorare su questi nuclei più sofferenti.
Penso che possa essere d'aiuto avere uno spazio in cui poter dare un nuovo significato alla propria esperienza per creare nuove traiettorie.
Un caro saluto
Dott.ssa Tonia Caturano
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Pioltello
Buonasera,
la ringrazio per la fiducia e per il coraggio con cui ha deciso di raccontare la sua storia. Le sue parole trasmettono un dolore profondo, ma anche una grande lucidità: la consapevolezza che le ferite emotive dell’infanzia — soprattutto quelle vissute all’interno del nucleo familiare — non svaniscono con il tempo, ma spesso continuano a vivere dentro di noi, influenzando il modo in cui ci relazioniamo, ci fidiamo, e sentiamo di meritare serenità.
Crescere in un ambiente dove il conflitto è costante significa vivere, giorno dopo giorno, in una condizione di **tensione e allerta**. Da bambini, questo ci costringe a sviluppare strategie per sopravvivere emotivamente: diventiamo iperattenti, silenziosi, oppure ci chiudiamo per proteggerci. Tuttavia, nel corpo e nella psiche restano tracce profonde: una contrazione nel respiro, una fatica nel contatto con l’altro, un senso di solitudine che non si riesce a spiegare con le parole.
Dal punto di vista **umanistico e bioenergetico**, è come se l’energia vitale fosse rimasta “congelata” in risposta al dolore vissuto allora. Ma la buona notizia è che, attraverso un percorso mirato, questa energia può tornare a muoversi, a respirare, a ricreare spazio per la vita.
Capisco bene quando dice che “la sua non è vita”: è il modo in cui il corpo e il cuore ci dicono che è tempo di prendersi cura di sé, finalmente. Un **colloquio conoscitivo** con un terapeuta potrebbe offrirle un luogo sicuro dove poter raccontare ciò che per anni è rimasto inascoltato — non per analizzare soltanto, ma per *sentire*, per riconnettersi con la parte viva e integra che ancora esiste dentro di lei.
Non è mai troppo tardi per ritrovare il proprio centro, per imparare a respirare in modo diverso, per liberarsi da un peso che non le appartiene interamente. Il dolore che oggi sente può diventare il punto di partenza di una rinascita autentica.
Con profonda stima e vicinanza,
Dott.ssa Tonia Caturano
Buongiorno, la ringrazio per la sua condivisione.
Anche se non ha specificato quali sono le difficoltà che sta vivendo, dalle sue parole percepisco un’intensa sofferenza.
Sicuramente l’esperienza di crescere in un ambiente familiare conflittuale l’ha segnata profondamente. E’ come se, essendo stato esposto per anni a tensioni e litigi, abbia imparato inconsapevolmente a vivere in uno stato di allerta e sfiducia, il che può aver reso difficile sentirsi sereno in relazione con gli altri.
Dal punto di vista psicologico, ciò che viviamo nelle prime relazioni di attaccamento contribuisce a costruire l’immagine che abbiamo di noi stessi e degli altri. Se i modelli relazionali di riferimento sono stati fonte di sofferenza, può diventare complesso in età adulta riconoscere i propri bisogni, fidarsi e sentirsi a proprio agio nelle relazioni.

Il fatto che lei oggi ne sia consapevole è già un passo importante. Le suggerirei di cercare uno spazio terapeutico personale, dove poter comprendere meglio come queste esperienze hanno influenzato il suo modo di vivere e di percepirsi, per iniziare a ricostruire un senso di sé meno vincolato al passato.
Spero di esserle stata d’aiuto.
Un caro saluto.

Dott.ssa Michela D'Argenzio
Dott.ssa Giada Bossi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, mi sembra di avvertire profondamente la fatica che descrive. Come già ben intuisce, trovarsi a crescere in un clima segnato da conflitti perpetui può lasciare il segno: quando i litigi durano anni, il corpo e la mente imparano a restare sempre allerta e questo consuma; oppure a volte potremmo pensare che il nostro compito sia quello di mantenere l’armonia a scapito della nostra esistenza…. È difficile, quindi, sviluppare uno spazio interno stabile, da cui sentire di poter sviluppare con serenità e relazioni e progetti. Le suggerisco di iniziare il prima possibile un percorso di psicoterapia, che potrebbe offrirle un buon aiuto , per attivare e consolidare le sue risorse, rielaborare quel tipo di infanzia che sente così pesante, comprendere come ha influenzato le sue relazioni e la vita adulta, costruire confini interni piu funzionali e competenze che le permettano di sentirsi libero e affrontare con maggiore sicurezza le relazioni. Per costruire una vita che sia finalmente sua. Se vuole io sono disponibile, sia in studio a Milano che online. 

Un caro saluto,
Dott.ssa Giada Bossi
Dott.ssa Maria Rosa Biondo
Psicologo, Psicoterapeuta
Vizzini
Mi dispiace sinceramente per quello che lei sta vivendo. Ciò che descrive, crescere in un ambiente familiare dove i genitori litigano costantemente, può lasciare delle ferite profonde, anche se si diventa adulti. Non è una sua debolezza sentire di essere distrutto dentro. E' una reazione umana ad una sofferenza prolungata. Questa ad ogni modo non è la fine, perché si può ancora costruire anche a 44 anni. Ci vuole tempo, ma è possibile. Quello che posso consigliarle è di riconoscere la sua storia come un trauma relazionale e di cercare un contesto sicuro in cui parlarne.
Caro utente,
crescere in una casa dove i litigi sono quotidiani significa vivere per anni in un’atmosfera che non dà tregua. Non è solo “avere genitori che discutono”: è abitare un luogo in cui la stabilità manca, in cui ogni giorno può succedere qualcosa, in cui ci si abitua a rimanere in allerta. Il bambino che eri non aveva gli strumenti per difendersi o capire davvero, ma sentiva tutto nel corpo, nel respiro, nella tensione. E quando questo accade per molto tempo, lascia un segno profondo che non si cancella da solo.
Quello che oggi ti pesa — la fatica nelle relazioni, la sensazione che la vita sia stata schiacciata, la stanchezza emotiva — non è un tuo fallimento. È la conseguenza naturale di un’infanzia passata a sopravvivere in un ambiente emotivamente instabile. Il corpo e la mente imparano a proteggersi chiudendosi, ritirandosi, diffidando. E quell’antica modalità di difesa continua a vivere, anche quando ormai sei adulto.
A 44 anni non stai “esagerando”: stai, forse per la prima volta, dando voce a una sofferenza che ti ha accompagnato in silenzio per tutta la vita. Dire che “la tua vita non è vita” è un modo doloroso per riconoscere quanto quel passato abbia inciso sul tuo presente. Ma non significa che sia tutto perduto. Significa che quella parte ferita, lasciata sola per anni, oggi chiede finalmente ascolto.
Un percorso psicologico non serve a darti soluzioni immediate, ma può offrirti uno spazio dove ripercorrere ciò che hai vissuto senza doverlo più portare da solo. È un luogo in cui ricostruire lentamente una base interna più solida, quella che non hai potuto avere da bambino.
Il fatto che tu abbia scritto è già un movimento importante: è il primo gesto di cura verso te stesso, verso una storia che merita di essere finalmente compresa e accolta.
Con cura,
dott.ssa Raffaella Pia Testa

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