Buongiorno dottori può essere che tutto quello che sto vivendo da 3 mesi sia un inizio di demenza pr

24 risposte
Buongiorno dottori può essere che tutto quello che sto vivendo da 3 mesi sia un inizio di demenza precoce?
Spiego i miei sintomi:
Allora da inizio marzo mentre ero al pc tutto ad un tratto mi inizio a sentire come dentro una bolla come se tutto quello che guardavo lo vedevo come se fossi dentro una bolla quindi non più lucidamente come si e di solito ma tutto confuso e difficile spiegarlo per chi non lo vive, in più nei giorni a seguire a tutto ciò si e unito dei pensieri di fare del male a chi avevo vicino, quindi tipo se avevo un coltello in mano, per la testa mi passavano strani film mentali per quello che poteto fare quindi mi metteva paura, ma quello che mi preoccupa e che a distanza di 3 mesi quasi si e unito un nuovo sintomi che mi sento come disconnesso dalla mia memoria, come se mi dimentico quello che ho fatto il giorno prima, oppure che giorno siamo quindi mi confondo, oppure mia mamma mi dice fai quella cosa dopo 30 secondi mi sono dimenticato cosa mi aveva chiesto, oppure certe volte leggo qualcosa e dopo quando vado per pensare cosa ho letto non mi ricordo... quindi volevo chiedere tutto questo può essere un inizio di demenza precoce, kmq ho 33 anni fatti ad aprile ...
Dott.ssa Paola Vitale
Psicologo, Psicologo clinico
Catania


Buonasera,
comprendo la sua preoccupazione e le sensazioni che descrive. È importante sapere che, sebbene i sintomi che riferisce siano vissuti come molto impattanti, non indicano necessariamente un inizio di demenza precoce, soprattutto considerando la sua giovane età.

La sensazione di "essere in una bolla", i pensieri intrusivi che la spaventano, la difficoltà di concentrazione e i vuoti di memoria possono essere legati a **stati di ansia intensa, stress prolungato o a una condizione di tipo dissociativo**. Anche la **depersonalizzazione** o la **derealizzazione** (cioè sentirsi distaccati da sé o dalla realtà) possono produrre effetti simili, spesso accompagnati da stanchezza mentale e difficoltà cognitive.

I **pensieri disturbanti o aggressivi**, se vissuti con angoscia e senza messa in atto, rientrano in quelli che chiamiamo *pensieri intrusivi*, comuni in diversi quadri d'ansia e talvolta nei disturbi ossessivi.

Tutto questo merita sicuramente attenzione, ma più in un'ottica **psicologica e clinica**, che non neurodegenerativa.
Il mio consiglio è di non restare solo con questi dubbi e di consultare uno/a psicologo/a o uno psichiatra che possa fare una valutazione approfondita e accompagnarla in un percorso di comprensione e cura.

Restare in ascolto del proprio disagio è già un primo passo molto importante. Un caro saluto.


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Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, premesso che non è possibile fare diagnosi in questa sede, posso però farle un'ipotesi: più che di demenza precoce potrebbe trattarsi di sintomi da derealizzazione. Le suggerisco di contattare uno psichiatra per una valutazione approfondita prima che i sintomi peggiorino.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Omar Vitali
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Dalmine
Buongiorno, può essere un dag cioè ansia genelizzata.
Comunque le consiglio visita specialistica neurologica.
Dott.ssa Claudia Torrente Cicero
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Saronno
Gentile paziente, la situazione che descrive potrebbe avere una causa diversa dalla demenza precoce. A volte i suoi sintomi possono essere originati da forti stati d'ansia o stress o anche da eventi particolarmente traumatici che fatichiamo ad elaborare.
Per averne certezza le consiglio di consultare uno specialista ed eventualmente valutare una terapia farmacologica in sostegno.
Cordiali saluti, Dott.ssa Torrente Cicero
Dr. Domenico Pianelli
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Ciao, capisco la tua preoccupazione, ma i sintomi che descrivi – sensazione di essere “dentro una bolla”, pensieri intrusivi disturbanti, difficoltà di memoria e confusione – non indicano necessariamente una demenza precoce, che alla tua età (33 anni) è estremamente rara. Piuttosto, sembrano legati a disturbi d’ansia, derealizzazione, o pensieri ossessivi, che sono molto comuni e spesso reversibili con il giusto supporto psicologico.
Dott.ssa MARIELLA BELLOTTO
Psicoterapeuta, Neuropsicologo, Psicologo
Vicenza
I sintomi che descrivi sembrano indicare un’altra direzione, nello specifico:
- Sensazione di “bolla” o distacco dalla realtà: potrebbe trattarsi di derealizzazione o depersonalizzazione, spesso legate a ansia acuta, disturbi dissociativi o stress traumatico.
- Pensieri intrusivi di fare del male: non significano che tu voglia davvero fare del male a qualcuno, ma sono tipici dei disturbi ossessivo-compulsivi (DOC), che possono includere pensieri violenti non desiderati, che spaventano molto ma non vengono mai messi in atto.
- Difficoltà di memoria recente, distrazione, fatica a concentrarsi: sono frequentemente legate a disturbi d’ansia, depressione, stress cronico, e non indicano per forza un deterioramento neurodegenerativo.

Quando la mente è molto in allarme o sotto stress, può capitare di sentirsi “disconnessi” da sé stessi o dagli altri. In questi casi, il cervello “disattiva” certe funzioni cognitive per proteggersi, ma si tratta di fenomeni reversibili e curabili, soprattutto con l’aiuto di uno specialista.



Non restare solo con questa paura. Rivolgiti a uno psicologo per una valutazione approfondita: ciò che descrivi merita attenzione, ma ci sono ottime probabilità che non si tratti di demenza, bensì di un disturbo d’ansia, ossessivo-compulsivo o dissociativo.
Non cercare di “controllare” i pensieri violenti o le dimenticanze forzandoti a ricordare tutto o a “non pensarci”: questo peggiora il circolo vizioso. Uno specialista può insegnarti modi efficaci per interrompere questi meccanismi.
Cari saluti

Se ti fa sentire più tranquillo, puoi anche fare
Dott. Gianluca Geraci
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Gentile utente, la demenza a un'età così precoce è molto rara (l'età, infatti, oltre ai sintomi è condizione necessaria per porre una diagnosi di demenza).
Sebbene alcuni dei sintomi da lei descritti siano presenti in quadri di demenza, comunque sembrerebbero più verosimilmente legati a una condizione di forte ansia e angoscia, che, d'altra parte, quando molto forti, possono proprio portare a quella sensazione di "sentirsi in una bolla" e a mancanza di concentrazione. Se poi l'attenzione viene meno, anche la memoria ne risente.
Immagino anche che i pensieri che ha qui espresso (il fare male a qualcuno) la angoscino ancor di più e assorbano tutta la sua attenzione.
Spero che possa intraprendere un percorso con un collega o una collega, per aiutarla ad affrontare questi timori nel miglior modo possibile.
Dott. Francesco Pompei
Psicologo, Psicoterapeuta
Verona
Salve, il quadro descritto appare a mio parere molto più compatibile con fenomeni dissociativi (in particolare derealizzazione, depersonalizzazione e difficoltà di concentrazione e memoria secondarie all’ansia) piuttosto che con una demenza precoce, che alla sua età sarebbe estremamente rara.
Capisco che i sintomi siano fonte di preoccupazione, ma molte delle esperienze che riporta sono comuni nei disturbi d’ansia e possono essere trattate efficacemente.
Le consiglierei una visita psichiatrica, con particolare attenzione a un possibile screening per disturbi dissociativi e d’ansia. Cordiali saluti.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la ringrazio per aver scritto con così tanta chiarezza e coraggio, perché i vissuti che descrive sono senza dubbio molto intensi e destabilizzanti. Comprendo quanto possa sentirsi spaventato da ciò che sta accadendo e, soprattutto, da non riuscire a trovare una spiegazione rassicurante a sintomi così complessi. La sensazione che descrive di trovarsi dentro una “bolla”, di percepire la realtà in modo confuso o distaccato, è qualcosa che nel linguaggio psicologico può essere associato a fenomeni come la derealizzazione e la depersonalizzazione. Sono esperienze molto comuni in momenti di forte stress, ansia o dopo vissuti traumatici, e possono far sentire una persona come se fosse spettatrice della propria vita o come se il mondo attorno perdesse il suo aspetto familiare. Anche se sembrano sintomi strani e spaventosi, nella gran parte dei casi non indicano una condizione degenerativa come la demenza, ma piuttosto un segnale che la mente è sovraccarica, iperattivata e in difficoltà a mantenere una percezione centrata del presente. Il fatto che questi episodi si siano accompagnati a pensieri intrusivi, anche a contenuto aggressivo, non deve allarmarla e non significa che lei abbia intenzioni reali di fare del male a qualcuno. La mente, quando è molto ansiosa o in uno stato di allerta prolungata, può produrre immagini o pensieri che non rispecchiano i nostri desideri o valori. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, questi sono chiamati pensieri intrusivi ossessivi, e si tratta proprio di idee che irrompono nella mente in modo involontario, causando paura e disagio, ma che non corrispondono a un reale rischio di agire quei pensieri. Per quanto riguarda i problemi di memoria che descrive, anche questi possono essere conseguenza di un alto livello di ansia, di difficoltà nel sonno, o di una persistente attivazione mentale che rende difficile la concentrazione. Quando siamo molto preoccupati o viviamo uno stato costante di ipervigilanza, il cervello fatica a immagazzinare correttamente le informazioni. Questo non significa affatto che lei stia sviluppando una demenza precoce. A 33 anni è molto raro, e i sintomi descritti non seguono l’andamento tipico di quel tipo di patologia. Piuttosto, sembrano legati a una risposta acuta di stress, ansia o a un possibile disturbo d’ansia generalizzato con componenti ossessive. È molto importante, in questi casi, rivolgersi a uno specialista della salute mentale per una valutazione approfondita. Da quanto scrive, la sua sofferenza è reale e persistente, e merita ascolto e trattamento. Un percorso cognitivo-comportamentale potrebbe aiutarla concretamente a identificare i pensieri disfunzionali, a ridurre l’ipercontrollo e la paura associata ai pensieri intrusivi, e a riprendere il contatto con la realtà attraverso strategie specifiche per il grounding e la ristrutturazione cognitiva. È positivo che lei stia cercando delle risposte: è il primo passo per cominciare a stare meglio. Le consiglio di non restare da solo con queste paure, ma di farsi accompagnare in un percorso di comprensione e gestione, perché il benessere è assolutamente possibile, anche in presenza di sintomi che sembrano così spaventosi. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott. Francesco Paolo Coppola
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Dott. Francesco Paolo Coppola (napoli on line o in presenza)
Prima cosa da fare: consulta un neurologo o uno psichiatra. Non perché tu sia “malato”, ma perché è il modo migliore per fermare questo continuo ruminare, che sta solo dando più forza ai tuoi pensieri. A volte basta una valutazione esterna per disinnescare la macchina del sospetto.

Poi ti farei una domanda più profonda: la vita che stai vivendo ti appartiene davvero? O sei intrappolato in una forma che non senti più tua? I pensieri, se coltivati troppo a lungo, possono creare falsi paradisi, e con loro anche inferni molto reali.

Dopo aver escluso le cause mediche, ti suggerirei di ascoltare ciò che non stai dicendo a parole: quanta rabbia, stress o paura repressa si nascondono dentro questi vissuti? Spesso è lì la radice. E certo — lo so — è più facile cercare risposte su internet che sedersi e sentire il peso vero di ciò che si prova. Ma è anche da lì che può iniziare qualcosa di vero.
Dott.ssa Elisa Manfredi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno a Lei e grazie per la sua condivisione. Descrive si tomi di dissociativi. Il mio consiglio é di farsi seguire e monitorare di una/o collega psicoterapeuta che tratti questo tipo di sintomatologia decisamente non trascurabile. Certamente la/il collega la aiuterà a definire la causa o ad indirizzarla. Un caro saluto.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,
comprendo quanto possa essere spaventante e destabilizzante vivere sintomi così intensi e difficili da spiegare. È importante riconoscere il proprio disagio e cercare aiuto, come hai fatto tu scrivendo questo messaggio.

I sintomi che descrivi — la sensazione di vivere "dentro una bolla", la percezione alterata della realtà, i pensieri intrusivi e disturbanti, la difficoltà di concentrazione e di memoria — non indicano necessariamente un inizio di demenza precoce, soprattutto considerando la tua giovane età (33 anni). La demenza a esordio precoce è una condizione rara e presenta solitamente un decorso differente.

Quello che descrivi può invece essere compatibile con altri quadri clinici, come stati di derealizzazione e depersonalizzazione, che si verificano spesso in condizioni di ansia intensa, stress prolungato o eventi traumatici. I pensieri aggressivi, che ti spaventano così tanto, possono rientrare nei pensieri ossessivi tipici di alcuni disturbi d’ansia o ossessivo-compulsivi: non sono desideri reali, ma pensieri involontari che generano molta angoscia proprio perché sono contrari a ciò che vorremmo fare.

Le difficoltà di memoria e attenzione, in questo contesto, possono essere una conseguenza dell’eccessiva attivazione emotiva o dell’ansia persistente: quando la mente è in uno stato di allerta o confusione, le funzioni cognitive ne risentono.

Tutto ciò non significa che tu stia impazzendo o che stia sviluppando una malattia degenerativa, ma è fondamentale non rimanere da solo in questo momento.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire questi sintomi rivolgersi ad uno specialista, che possa valutare nel dettaglio la tua situazione e offrirti un percorso mirato di supporto psicologico o psicoterapeutico.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa







Dott.ssa Mariella Losavio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bari
Buongiorno, ritengo che difficilmente si possa fare diagnosi di demenza, dovresti valutare di seguire un percorso di psicoterapia analitica.
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gentile,

Questa confusione sembra esserci da diverso tempo, quello che mi chiedo è se ha pensato di chiedere un aiuto ad un professionista? Aldilà di scrivere su questo box intendo.

Un caro saluto
Dott.ssa Floriana Ricciardi
Psicologo, Psicologo clinico
Venegono Inferiore
Gentile utente, così descritto non sembra un inizio di demenza. Dirle di che tipo di diagnosi (se c'è) si tratti, sarebbe un azzardo. Le consiglio di rivolgersi ad un professionista: saprà sicuramente darle le risposte che cerca.
Cordialmente.
dr.ssa Floriana Ricciardi
Dott.ssa Carla Fortuna Borrelli
Psicologo clinico, Psicologo
Avezzano
Buongiorno, grazie per aver condiviso con me i suoi sintomi. Quello che sta vivendo, come la sensazione di disconnessione dalla memoria, confusione, pensieri disturbanti e sensazioni di strani film mentali, può essere attribuibile a diverse condizioni, anche legate a eventi stressanti o a situazioni di burnout. Tuttavia, considerando la durata e la natura di questi sintomi, è molto importante che effettuare una visita specialistica il prima possibile. Un professionista, come uno psichiatra o un neurologo, potrà valutare approfonditamente la tua situazione, monitorare i sintomi e fare una diagnosi accurata, escludendo o confermando eventuali condizioni come la demenza precoce o altre difficoltà neuropsicologiche. Le consiglio di non rimandare questa visita, perché una valutazione tempestiva è fondamentale per ricevere il supporto più adeguato. Sono qui per aiutarla e supportarla in questo percorso. Dott.ssa Borrelli
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, comprendo profondamente la preoccupazione che sta vivendo, soprattutto perché i sintomi che descrive (la sensazione di vivere “in una bolla”, la confusione mentale, i pensieri intrusivi, le difficoltà di memoria) possono risultare estremamente destabilizzanti. È assolutamente legittimo che si stia interrogando su cosa stia accadendo dentro di lei, e che si sia spaventato al punto da pensare a qualcosa di grave come una demenza precoce.

Tuttavia, ci tengo a rassicurarla su un punto importante: quello che descrive è molto più compatibile con una condizione di natura ansiosa o dissociativa piuttosto che con un processo neurodegenerativo. La demenza precoce è estremamente rara alla sua età e, quando si presenta, ha caratteristiche cliniche ben diverse rispetto a quelle da lei riportate. Le difficoltà di attenzione e memoria che descrive, così come la sensazione di irrealtà o “disconnessione”, sono sintomi che si osservano frequentemente in persone che stanno vivendo stati intensi di stress, ansia, o in alcuni casi condizioni chiamate disturbi dissociativi o disturbi dell’adattamento. Anche i pensieri intrusivi e disturbanti che riferisce possono presentarsi in contesti di forte disagio psicologico, e ciò che conta è che lei non li agisce, ma ne è spaventato e disturbato. Questo è un segnale chiaro che non si tratta di una perdita del contatto con la realtà, ma piuttosto di un conflitto interno che merita attenzione e accoglienza, non giudizio.

Il fatto che questi sintomi persistano da alcuni mesi è un segnale che il suo sistema psicologico sta cercando, con fatica, di gestire qualcosa che non riesce a elaborare completamente da solo. Ecco perché, anche se comprensibilmente spaventato, le consiglierei con convinzione di rivolgersi a uno psicoterapeuta (meglio ancora se con formazione integrata e approccio evidence-based) per affrontare questi vissuti con un supporto adeguato. In parallelo, una consulenza neurologica può aiutarla a escludere con maggiore serenità eventuali cause organiche (che, ripeto, ad oggi appaiono poco probabili sulla base di quanto descritto), in modo da affrontare il tutto con maggiore chiarezza e tranquillità.

Prendersi cura di questo malessere ora, non significa solo capire cosa sta succedendo, ma anche prevenire che si cronicizzi. Lei ha già fatto un passo importante scrivendo questo messaggio e cercando risposte: è il segno che dentro di lei c’è ancora fiducia e desiderio di stare meglio. Si merita un ascolto attento e competente.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Stefania Conti
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buongiorno, Le sensazioni che racconta — la percezione alterata della realtà, i pensieri intrusivi, le difficoltà di memoria — sono certamente spaventose e possono far sentire molto soli, soprattutto quando sembrano incomprensibili o difficili da spiegare agli altri.

Capisco la sua preoccupazione per una possibile demenza precoce, ma vorrei rassicurarla su un punto importante: a 33 anni, una diagnosi di demenza è estremamente rara, e i sintomi che descrive non corrispondono in modo tipico a questo tipo di condizione. Piuttosto, ciò che riferisce può essere legato a un forte stato di ansia, stress cronico, o un vissuto dissociativo, che a volte si manifesta proprio con:

Sensazione di irrealtà o di essere “dentro una bolla”, nota come derealizzazione;
Difficoltà di concentrazione e memoria a breve termine, spesso legate all’iperattivazione del sistema nervoso;
Pensieri intrusivi e angoscianti, che non indicano la volontà di agire, ma sono sintomi
ansiosi che generano molta paura e senso di colpa in chi li prova.

Tutto ciò può diventare molto destabilizzante, soprattutto se vissuto in silenzio o con la paura di essere “fuori controllo”. È importante sottolineare che avere questi sintomi non significa impazzire né avere qualcosa di irreversibile. Anzi, sono spesso il segnale che mente e corpo stanno chiedendo aiuto per riorientarsi e ritrovare un equilibrio.

Il mio consiglio è quello di non restare solo in questo momento: parlarne con un professionista, in un ambiente protetto e senza giudizio, può aiutarla a comprendere l’origine di ciò che sta vivendo, ad alleggerire il peso delle paure e a ritrovare uno spazio di stabilità e fiducia.

Se lo desidera, sono disponibile per un colloquio conoscitivo, durante il quale potremo esplorare insieme ciò che sta accadendo e valutare il percorso più adatto per aiutarla a stare meglio.

Resto a disposizione.
Dott.ssa Stefania Conti, Psicologa
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

sarebbe opportuno chiedesse un consulto al fine di poter meglio esplorare le manifestazioni di cui parla comprendendone meglio il loro significato. Nel caso decidesse di intraprendere la strada indicata, non esiti a contattarmi, ricevo anche on-line.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buona giornata, ho letto attentamente la sua situazione e capisco che sia un pò agitato per questo. I sintomi che ha descritto non sono relativi solo alla demenza ma anche a tanti altri disturbi, quindi non giunga a conclusioni affrettate, ma prenda subito un appuntamento da uno psicologo o psichiatra per indagare questi sintomi così da risolverli al più presto, buona giornata.
Manuela Cecchetti
Dott.ssa Sara Rocco
Psicologo, Psicologo clinico
Ossi
Buonasera, ha consultato un medico in particolare un neurologo? non si può fare diagnosi in maniera così veloce, certo è che ci sono dei sintomi legati ad un malessere psicologico, ma per capire meglio cosa le sta accadendo è meglio rivolgersi ad un professionista, o neurologo o psicologo psicoterapeuta.
Cordiali saluti
Dott.ssa Sara Rocco
Dott.ssa Eleonora Errante
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
San matteo della Decima
Buonasera,
le consiglio di informare prima di tutto il suo MMG, poi sarà lui ad indirizzarla verso il professionista adatto.
Buona presa di cura di sé!
In bocca al lupo!
Dott.ssa Alessandra Di Fenza
Psicologo, Psicologo clinico
Marano di Napoli
Gentile utente,

comprendo quanto possa essere angosciante vivere sintomi così destabilizzanti, soprattutto quando sembrano toccare la percezione della realtà e la propria identità mentale. La prima cosa che desidero trasmetterLe è che non è solo e che il modo in cui descrive quanto sta vivendo dimostra una consapevolezza lucida, nonostante il turbamento.

I sintomi che racconta — la sensazione di essere "dentro una bolla", i pensieri intrusivi, la difficoltà di memoria recente e la confusione — non indicano automaticamente un inizio di demenza precoce. È comprensibile che la mente vada subito a ipotesi spaventose, ma è importante sapere che esistono molte altre condizioni, ben più comuni alla Sua età, che possono spiegare quanto sta vivendo.

In particolare, quanto descrive sembra avvicinarsi molto a una sintomatologia dissociativa associata a stati di ansia acuta, stress prolungato o esaurimento mentale. La sensazione di irrealtà, la perdita di contatto con le emozioni o la memoria immediata, così come i pensieri disturbanti, sono segnali che spesso nascono da un sovraccarico psichico. Non significano che si stia "impazzendo", ma che c’è un bisogno urgente di rimettere in equilibrio le proprie energie mentali ed emotive.

Anche i pensieri aggressivi che descrive — molto spaventosi per chi li vive — sono più comuni di quanto si creda. Si tratta spesso di pensieri ossessivi, che non corrispondono a un desiderio reale, ma a scatti mentali automatici che proprio per il loro contenuto angosciante provocano paura e confusione. Il fatto stesso che Lei li rifiuti e se ne senta turbato è un segno rassicurante: la Sua coscienza è presente e attiva.

Siamo esseri complessi, e la mente — quando è sotto pressione — può manifestare il proprio disagio in modi che sembrano inspiegabili o allarmanti. Ma c’è sempre una direzione costruttiva da prendere, e il primo passo è non rimanere da soli in queste sensazioni.

Non c’è nulla di vergognoso nel chiedere aiuto, anzi: è una dimostrazione di forza e di rispetto verso sé stessi. In questi casi, un approfondimento clinico con uno psicologo esperto o uno psichiatra può chiarire la natura dei sintomi e, soprattutto, offrire strumenti per gestirli e superarli.

Se lo desidera, può valutare la possibilità di parlarne più in dettaglio in uno spazio riservato, dove potrà sentirsi ascoltato senza giudizio e guidato con attenzione. A volte basta davvero poco per tornare a sentirsi padroni di sé.

Resto a disposizione,
Dott.ssa Alessandra Di Fenza
Dott.ssa Maria Cristina Giuliani
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Roma
Ciao, sono la dott.ssa Maria Cristina Giuliani, psicologa clinica e sessuologa.
A 33 anni, con esordio improvviso e fluttuante, ciò che descrivi, “bolla”/sensazione di irrealtà, pensieri intrusivi aggressivi che spaventano ma che riconosci come tali, vuoti di memoria a breve termine, confusione del giorno, è molto più coerente con ansia elevata con derealizzazione/depersonalizzazione e attacchi di panico, talvolta con componente ossessiva (pensieri di fare del male non voluti), che con una demenza precoce. Nelle demenze vediamo un declino progressivo e continuo, non a ondate legate all’ansia; i “vuoti” che riferisci assomigliano a cali dell’attenzione/memoria di lavoro tipici dell’iperattivazione ansiosa.

Dovresti fare una valutazione specialistica con psichiatria per diagnosi e impostazione/aggiustamento terapeutico, e iniziare dei colloqui psicologici. Utile anche un controllo medico di base per escludere fattori che peggiorano i sintomi. Se i pensieri di farti male o fare male a qualcuno diventano frequenti, urgenti o con impulso/plans, chiama subito il 112 o vai in Pronto Soccorso/CSM.

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