buongiorno, dopo una terapia di 6 mesi con cipralex 20 gg andate ovviamente a diminuire ho avuto pro

18 risposte
buongiorno, dopo una terapia di 6 mesi con cipralex 20 gg andate ovviamente a diminuire ho avuto problemi con la gestione di piccoli eventi di attachi di panico che ora riesco a gestire grazie al cielo non sempre benissimo, ma ci riesco. Il problema attuale risulta la ciclicità del sonno , faccio per addormentarmi ma non ci riesco o mi sveglio dopo 15 minuti , per fornirvi un quadro completo voglio anche sottolineare che ho alterazioni ormonali carenza di acido folico, vit. d e piccoli sfasamenti glicemici, in più avendo avuto attacchi di notte e spesso nella parte acuta del problema , certamente sono intimorita nell addormentarmi. Fatta questa premessa volevo chiedere ci può essere un alterazione del ciclo del sonno? delle volte ti rendi conto dello sfasamento perchè magari di sera ti senti come se in quel momento devi iniziare al contrario la giornata. Questo scombussolamento come posso risolverlo?
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso.
Per quanto riguarda il farmaco credo sia meglio rivolgersi al proprio medico curante, figura professionale più competente in materia.
Ritengo fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico per indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Tenga presente che la letteratura scientifica è concorde nel sostenere che la terapia migliore sia quella combinata ossia costituita da farmaco più intervento psicologico.
Cordialmente, dott FDL

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Salve, credo che possa essere più utile per lei confrontarsi direttamente con il suo medico di fiducia.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buongiorno, direi che la cosa più opportuno è rivolgersi al medico che le ha prescritto la terapia e che può darle i chiarimenti che desidera .Non sottovaluti l importanza di un percorso psicologico che prenda in cura parallelamente le cause del malessere Un cordiale saluto dottssa Luciana Harari
Buonasera, per quanto attiene agli effetti farmacologici deve parlarne col medico che gliel'ha prescritto. Non sottovaluti l'opportunità di affiancare all'aiuto farmacologico inopportuna psicoterapua, al fine di indagare l'origine dei suoi disagi e disturbi. Buona serata, dr.ssa Daniela Benvenuti
Buonasera, le consiglio di prendere un appuntamento col medico che le ha prescritto la cura farmacologica, e parlare con lui degli effetti e sensazioni che ha condiviso con noi. Se si da' la possibilità di affidarsi ad un collega psicoterapeuta per un breve percorso, può raggiungere importanti consapevolezze sulle sue ansie attuali e sui movimenti psicologici principali, per imparare ad orientarsi e gestire i suoi equilibri interni.
Auguri,
Dr. Cameriero Vittorio
E’ necessario affrontare il suo disagio e L inquadramento del problema all’interno di un processo psicoterapeutico che possa non escludere le radici del suo disagio.
La psicoterapia può svolgersi in abbinamento con la terapia farmacologica.
Quindi per chiarimenti sui farmaci che assume si rivolga allo psichiatra che la segue mentre per la psicoterapia potrà scegliere uno psicologo specializzato in psicoterapia.
Un cordiale saluto
Gentile utente di mio dottore,

la manifestazioni sintomatiche da cui è affetto sono tipiche dei disturbi ansioso-depressivi.
La terapia per i Disturbi ansioso-depressivi è sia di tipo farmacologico che psicoterapeutico. L’approccio farmacologico è utile per alleviare i sintomi o per meglio controllarne alcune fasi più acute, o come supporto alla psicoterapia.
La psicoterapia è ritenuta ad oggi la forma di intervento più efficace per affrontare con successo i disturbi ansioso-depressivi
L’intervento della psicoterapia è volto a scoprire le funzionalità relazionali dei sintomo ed i suoi significati più profondi. Il paziente, intrapresa la psicoterapia, viene guidato attraverso un percorso atto a renderlo maggiormente consapevole dei suoi processi mentali, dei meccanismi che governano il suo comportamento. Con l’aiuto del terapeuta vengono individuati i circoli di mantenimento del disturbo e le sue ripercussioni su aspetti comportamentali, con un graduale miglioramento della qualità della vita, fino a quel momento compromessa dal timore di viverla appunto.
Si affidi ad uno psicoterapeuta, vedrà la aiuterà a star meglio.

Cordiali Saluti
Dottor. Diego Ferrara
Salve, le consiglio di consultare il suo medico o psichiatra di riferimento, chi le ha prescritto la terapia farmacologica, per quello che riguarda i farmaci.
Per il resto, ha mai pensato di intraprendere un percorso di psicoterapia? Nessun farmaco porta ad una guarigione assoluta.
Cordiali Saluti.
CS
Buongiorno, mi spiace per il disagio espresso. Le consiglio di consultare il medico psichiatra di riferimento per ponderare una terapia in base alle esigenze e contestualmente provare ad intraprendere un percorso che miri a sciogliere i nodi che potrebbero aver causato tale sintomatologia. Le ricerche provano che il miglior trattamento è quello integrato.

Dott.ssa D'urso Teresa
Buonasera, mi dispiace per la situazione. Dovrebbe, innanzitutto, contattare il suo medico curante che possa indirizzarla su valutazioni di tipo fisiologico. L'ansia e gli attacchi di panico, escluse condizioni mediche particolari, andrebbero trattate con una psicoterapia. I farmaci aiutano ma non risolvono le cause.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, mi dispiace tanto per la sofferenza che traspare dal suo racconto. Riguardo ai sintomi riportati credo che l'approccio più efficace al problema sia la combinazione di farmaci e psicoterapia, in modo tale da gestire la fase acuta dell'ansia e andare, contemporaneamente, a lavorare sugli schemi cognitivo-emotivi che alimentano i sintomi. Io utilizzo anche l'ipnosi nel trattamento del disturbo, in modo tale da favorire l'autonomia della persona nel gestire il problema e risolverlo.
Cordialmente Dott.ssa Anna Rita Marchi
Buongiorno, mi dispiace per il malessere che ha vissuto e sta vivendo.
Sicuramente l'ansia può e spesso influenza il nostro sonno: durata, qualità, intensità. Quindi queste sensazioni che prova, possono essere legate all'ansia.
Potrebbe esserle utile provare a fare un colloquio con uno psicologo, per avere uno spazio di confronto e sfogo e comprendere come si sente in questi momenti di panico ed ansia.
Per qualsiasi cosa, sono a disposizione,
un caro saluto.
Dott.ssa Alice Carbone
Buongiorno, mi dispiace per la situazione che sta attraversando. Valuterei l'ipotesi di intraprendere un percordo di psicoterapia per indagare le cause dietro a questo malessere. Cordialmente, Dott.ssa Valentina Maccioni
Caro utente, il quadro che descrive in questa domanda riporta a un vissuto che avrebbe sicuramente bisogno di essere discusso e approfondito in maniera più specifica. Come anche lei sostiene, sono certa che il supporto farmacologico può averla in una piccola misura aiutata a gestire i suoi attacchi di panico, ma valutando l'ipotesi di cominciare un percorso psicoterapico potrebbe far luce sull'origine della sua sofferenza, e tale consapevolezza, potrebbe poi fornirle gli strumenti che possano aiutarla a fronteggiare i suoi sintomi nel quotidiano.
Cordialmente, Dott.ssa Dainelli Irina
Buongiorno.

Rispetto al farmaco e ai possibili effetti collaterali, ciò è di competenza di chi glieli ha prescritti. Mi sembra molto interessante invece, da un punto di vista psicologico, questa angoscia che avverte "come se in quel momento devi iniziare al contrario la giornata", che potrebbe essere un punto importante di una presa di consapevolezza della propria situazione. La ciclicità, il ripetersi degli eventi, questo modo di concepire la notte, potrebbero essere connessi agli attacchi di panico e all'insonnia.

Saluti.

Greta Tovaglieri
Buon pomeriggio, in generale le alterazioni nel sonno sono dovute a periodi particolarmente stressanti che si stanno verificando nella vita del paziente e che vanno ad attivare dei sintomi proprio nello stesso affinché la persona ne prenda atto e cerchi delle possibili soluzioni. Importante, come sostengono i miei colleghi, sarebbe riconoscere le cause sottostanti al problema o sintoma manifesto. Ciò si può ottenere intraprendendo un percorso psicologico costante e probabilmente settimanale.
Sempre a disposizione
Cordiali saluti
Dr.ssa C.M
Gentilissima/o, credo che la problematica che ha riportato meriti di essere sottoposta alla valutazione sia di un medico sia di uno psicologo. Se è vero che ci possono essere delle cause fisiologiche che sostengono le sue problematiche relativamente al ciclo sonno/veglia, al tempo stesso sarebbe utile indagare anche la possibilità che un malessere di tipo psicologico (di cui attualmente potrebbe anche essere inconsapevole, come accade spesso nelle somatizzazioni) possa impedirle di vivere con serenità il riposo notturno.
Riposare bene è sicuramente una premessa importante per poter affrontare con serenità la giornata, lavorativa e non.
Restando a disposizione, le mando un caro saluto.
Dr.ssa Conti Francesca
Buongiorno,
mi dispiace per lo stress e i vari disagi fisici. Per la complessità della situazione, le consiglio di affidarsi al medico di base per poter approfondire il tema del sonno e dei vari scombussolamenti che sta provando in questo periodo; al tempo stesso, un percorso di sostegno psicologico la può aiutare da un lato nella gestione dello stress e migliorare così anche la gestione dei sintomi fisici.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Laura Castellan

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