Buongiorno, da due anni ho un dolore che progressivamente e cresciuto in intensità e frequenza. Part
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Buongiorno, da due anni ho un dolore che progressivamente e cresciuto in intensità e frequenza. Parte dal testicolo sinistro, a volte all’inguine sinistro, al gluteo sinistro e sempre a sinistra tra la base della colonna vertebrale e il sacro. Ho fatto indagini su più fronti e provato più strade, senza miglioramento alcuno. Ecografia ai testicolo ha individuato piccole cisti nell’epidimio sx. RM dello scorso luglio “Riduzione della fisiologica lordosi lombare...note di disidratazione dei nuclei polposi dei dischi invertebrali, prevalenti in l5-S1, dove sono presenti incipienti alterazioni degenerativo osteocondrosiche delle spongiose..” RM di giugno e PET hanno rilevato “ superficie per/sottotrocanterica del femore sx si rivela area di alterato segnale di 2,8 cm circa, tenuamente ipointensa in T1 ed iperintensa in T2 e in seq.STIR, si associa aspetto irregolare della corticale anteriore adiacente ed iperintensività in STIR dei tessuti molli perischeletrici”. L’ortopedico che mi segue ha refertato “affetto da algia dndd sacro-iliaca a sx irradiata al gluteo e da algia intercorrente regione inguino-crunale irradiata al testicolo sx. Esiti etp intestinale con cht/RHT neoadj 6/2005. Politrauma con fxt terzo prossimale di femore a sx 9/2013”. Ho 58 anni, il dolore attualmente è presente il giorno e la notte, riesco a alleviarlo con pomate locali antidolorifiche o bustine di sali di lisina. ho un’autonomia di 2/3 ore n piedi o seduto poi devo stendermi e massaggiarmi i gluteo sx e i tendini doloranti e contratti. Il medico mi ha consigliato iniezioni locali antidolorifiche, ma se non intercetto e agisco sull’origine ho paura che quando l’effetto terminerà sarà tutto come prima. Vi ringrazio anticipatamente se qualcuno può darmi un suggerimento vedendo il quadro generale e non segmentato. Scusate per la lunghezza, cordiali saluti Walter
Buongiorno Walter, è impossibile aiutarla su una sintomatologia così poco tipica. E’ difficile capire il peso delle altre problematiche presenti agli esami diagnostici effettuati senza poter vedere le immagini ma soprattutto senza poter effettuare una visita e toccare la schiena l’anca e senza fare delle manovre diagnostiche o evocative. Mi dispiace. Ma non riesco ad aiutarla senza visitarla. .
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Buongiorno Walter, effettivamente il quadro non è di univoca interpretazione, e anche se la problematica degenerativa discale L5-S1 potrebbe essere ora la patologia principale, resta obbligatorio valutare direttamente le immagini e visitare il paziente.
A mio avviso il disturbo che riferisce è da inquadrare in una sindrome sacroiliaca o “sacroileopatia” ovvero un dolore meccanico che origina dalla articolazione tra l’osso sacro e il resto del bacino.
Caratteristicamente è un dolore che può essere intensissimo e che spesso, specie se cronicizzato, si associa a contrattura dei muscoli del pavimento pelvico da cui, a sua volta, può derivare una nevralgia del pudendo.
Sarei quindi d’accordo con l’inquadramento che, sommariamente, ha fatto il collega ortopedico del quale lei riporta il referto.
Non c’è inoltre da stupirsi se non le ha parlato della possibile strategia chirurgica per affrontare questa situazione (artrodesi mininvasiva della sacroiliaca) quando refrattaria alla terapia fisica, dal momento che almeno per ora siamo in pochissimi a livello continentale ad avere casistiche rilevanti di questo genere di procedure chirurgiche.
Dal momento che questa affezione non ha un corrispettivo morfologico (ovvero non c’è un esame d’immagine come la TAC o la RMN che permetta di fare diagnosi) il suo caso è da valutare clinicamente per confermare la diagnosi e, eventualmente, per concertare un programma chirurgico.
Spero di esserle stato utile e rimango a sua disposizione.
Cordialità.
Caratteristicamente è un dolore che può essere intensissimo e che spesso, specie se cronicizzato, si associa a contrattura dei muscoli del pavimento pelvico da cui, a sua volta, può derivare una nevralgia del pudendo.
Sarei quindi d’accordo con l’inquadramento che, sommariamente, ha fatto il collega ortopedico del quale lei riporta il referto.
Non c’è inoltre da stupirsi se non le ha parlato della possibile strategia chirurgica per affrontare questa situazione (artrodesi mininvasiva della sacroiliaca) quando refrattaria alla terapia fisica, dal momento che almeno per ora siamo in pochissimi a livello continentale ad avere casistiche rilevanti di questo genere di procedure chirurgiche.
Dal momento che questa affezione non ha un corrispettivo morfologico (ovvero non c’è un esame d’immagine come la TAC o la RMN che permetta di fare diagnosi) il suo caso è da valutare clinicamente per confermare la diagnosi e, eventualmente, per concertare un programma chirurgico.
Spero di esserle stato utile e rimango a sua disposizione.
Cordialità.
Concordo con quanto illustrato dai Colleghi che mi hanno preceduto.
Aggiungerei che sarebbe possibile eseguire delle infiltrazioni diagnostiche per avere conferma circa la sede (cioè, la causa, il primum movens...) da dove partono i disturbi a livello della schiena.
Cordialità.
Aggiungerei che sarebbe possibile eseguire delle infiltrazioni diagnostiche per avere conferma circa la sede (cioè, la causa, il primum movens...) da dove partono i disturbi a livello della schiena.
Cordialità.
Buonasera, credo possa essere di giovamento al suo problema provare la terapia antalgica con radiofrequenza. Ovviamente è indispensabile la valutazione clinica.
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