Buongiorno a tutti. Scrivo qui perché al momento non saprei come potermi muovere. In brevissimo, a

18 risposte
Buongiorno a tutti.
Scrivo qui perché al momento non saprei come potermi muovere. In brevissimo, a maggio 2023 ho iniziato una cura con paroxetina per attacchi di panico. Dopo un mese e mezzo il mio vecchio psichiatra mi ha prescritto un raddoppio della dose e ho avuto, nei primi 10 giorni, il peggior periodo della mia vita; ansia a livelli stellari, grossi problemi d'insonnia, paura generale e una sensazione costante di fuoco all'interno e cervello che sentivo letteralmente friggere. Ci ho messo un mese e mezzo per riprendermi da quell'esperienza nonostante io sia durato una settimana con quel dosaggio. Durante il recupero ho sperimentato comunque episodici livelli d'ansia molto alti, qualche attacco di panico e (qui viene il bello) dissociazione, a volte derealizzazione, a volte depersonalizzazione. Il problema è che ansia e dissociazione, da quel momento sono diventate le mie risposte a stress un po' più intensi. Ho chiesto una seconda opinione e mi è stato comunque detto che una quota d'ansia c'è e mi è stato sottoposto il test per l'adhd (sono in attesa sei risultati, credo positivi al test, ho visto spuntare vera tante crocette da parte di chi mi ha sottoposto il test ma comunque nulla di certo). Mi è stata data la vortioxetina con la quale mi sto trovando in linea generale molto bene ma comunque sento che qualcosa dentro di me si sia rotto da quei 10 giorni. Cosa dovrei fare? Mi sento bloccato in un loop dalla quale non riesco ad uscire totalmente, è un trauma che si ripete anche nel corpo dato che ancora oggi a 6 mesi di distanza sento lo stomaco contrarsi e l'ansia salire dal nulla negli esatti momenti in cui stavo peggio durante quei 10 giorni, specifico anche che è stata esclusa in maniera sicura l'ipotesi di disturbi psichiatrici come schizofrenia o disturbo bipolare. Avrei bisogno di uno specialista nel trattare le esperienze traumatiche e (eventualmente) adhd? Chiedo veramente solo un consiglio. Grazie in anticipo a tutti
Gentile utente, innanzitutto vorrei ringraziarla per aver raccontato queste dinamiche. Sicuramente è fondamentale che lei parli con il suo psichiatra di fiducia di tutti gli effetti collaterali che sta avendo con i farmaci, inoltre, è importante affiancare anche un supporto psicologico. La moderna Letteratura Scientifica, riporta che nei disturbi psicopatologici la combinazione di terapia farmacologica e supporto psicologico, danno maggiori effetti positivi e più duraturi nel tempo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Le auguro Buone Festività.
Un caro saluto.
Dott. Luca Rochdi
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente,
a fronte della cura farmacologica che lei già segue, credo che sia fondamentale cominciare una psicoterapia. I farmaci infatti agiscono da un punto di vista organico e vanno benissimo per gestire i sintomi più acuti della patologia che porta, tuttavia va trattata anche da un punto di vista squisitamente emotivo e psicologico. Spesso l'affiancamento della cura farmacologica a quella psicoterapica ha un effetto decisamente più benefico che non limitandosi a seguire solo una di queste due strade. Se inizia una psicoterapia, i farmaci la supporteranno da un punto di vista organico, mentre le sedute di psicoterapia le serviranno per comprendere, elaborare e gestire il suo malessere quotidiano. Le suggerirei quindi di rivolgersi ad uno psicologo o psicologa. Se vuole parlarne, sono disponibile.
Cordialmente,
Dott.ssa Cecilia Bagnoli
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Gentile utente, le nostre esperienze traumatiche, in quanto tali, non vengono sempre accettate dalla nostra mente e possono crearci disagio anche a distanza di tempo. Un percorso psicologico può sicuramente aiutarla ad affrontare qualunque sia la causa della sua ansia e a tornare a vivere serenamente.
Resto a disposizione, anche online, in caso voglia considerare l'eventualità.
Cordialmente, Claudia Torrente Cicero
Buonasera,
nel ringraziarla per aver raccontato quanto le sta accadendo, ci tengo a dirle fin da subito che una terapia farmacologica a sè senza un supporto psicologico non è risolutiva dell'ansia di cui soffre.
Ne parli con lo psichiatra che la sta seguendo e se non ha modo di darle alcun riferimento resto disponibile per una consulenza psicologica online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Giorgia Colombo
buonasera, penso che oltre a una terapia farmacologica, Lei abbia bisogno anche di essere seguito da un psicoterapeuta in modo da affrontare e analizzare la variazione dei cambiamenti di umore e della percezione di se stesso. Sono a disposizione anche per colloqui online. Un caro saluto, D.ssa Cristina Sinno
Mi dispiace sentire che sta attraversando un periodo così difficile. È fondamentale cercare un professionista specializzato in traumi e, se necessario, nel trattamento dell'ADHD. Un approccio terapeutico mirato può aiutare a elaborare e superare l'esperienza traumatica e a gestire i sintomi persistenti. Si consiglia di consultare psicologo esperto in queste aree per una valutazione approfondita e un piano di trattamento personalizzato. Dott.ssa Francesca Gottofredi
Buona sera,
la ringrazio per aver riportato il suo vissuto.
Credo sia importante analizzare quando sono comparsi i primi sintomi con un professionista del settore e ripercorrere ciò che l'ha portata ad avere i primi attacchi di panico.
Resto a disposizione
Dott.ssa Giulia Zannoni
Salve, credo che insieme ai farmaci le gioverebbe iniziare una psicoterapia per elaborare i vissuti e le emozioni traumatiche che hanno dato origine in lei all'ansia e al panico. Uno spazio per sé la aiuterebbe a superare i traumi passati e ad aprirsi nuovamente al futuro.
Caro utente vi sono numerosi studi che approfondiscono, non solo l'efficacia (risoluzione dei sintomi), ma pure la durata degli effetti positivi di una cura. In particolare si confrontano gli effetti a medio-lungo termine del'intervento prettamente farmacologico, di quello esclusivamente psicoterapico e di quello integrato. Per quanto riguarda disturbi di ansia e disturbi dell'umore è fortemente consigliato l'approccio integrato e, nello specifico, con la modalità: solo farmaco -> entrambi -> solo psicoterapia -> follow up dal terapeuta.
Pertanto non solo non è tardi per intraprendere un percorso di psicoterapia ma, forse, potrebbe essere anche il momento migliore poichè potrebbe trattare i sintomi dell'ansia e l'evento traumatico. Consiglio di discutere di questa opzione con lo psichiatra che le ha fatto la prescrizione.
Sono a disposizione per chiarimenti.
Buona giornata
Dott. Luca Frumento
Buongiorno, gli accertamenti possono aiutare dal punto di vista organico ad escludere certe condizioni cliniche e a migliorare l'accuratezza della terapia farmacologica. Ciononostante per imparare a gestire l'ansia e a riconoscere preventivamente quali sono le situazioni scatenanti per affrontarle diversamente, la sola terapia farmacologica non basta. Mi stavo chiedendo se le hanno già consigliato un percorso psicologico perchè sarebbe importante che lei lo intraprendesse per lavorare sulla gestione dell'ansia, del panico e sugli aspetti sintomatologici ad essi associati. Eventualmente si faccia consigliare dallo psichiatra. Se invece è già in cura, le consiglierei di esporre al suo terapeuta le sue preoccupazioni. In base poi agli esiti degli accertamenti potrete valutare se procedere lavorando sull'ADHD.
Resto a disposizione qualora avesse bisogno di aiuto.
Un caro saluto,
Dott.ssa Matilde Ciaccia
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Gentile utente di mio dottore,
Dovrebbe affiancare ai farmaci una psicoterapia per elaborare i vissuti e le emozioni traumatiche che hanno dato origine in lei il malessere dì cui parla.
Uno spazio di ascolto più ampio la aiuterebbe a superare i traumi passati e ad aprirsi con fiducia al futuro.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente, comincio col rassicurarla sul fatto che la sua non è una situazione grave. Per come l'ha descritta sta soffrendo di un semplice disturbo di panico. Spesso, quando si è confusi a causa di un evento nuovo e sconosciuto, si cerca di dare una spiegazione a ogni cosa che viviamo e ci si impelaga in svariate diagnosi, le quali dovrebbero essere fatte da specialisti e non lasciare che i pazienti se le facciano da sole. In questo satto di perenne ipervigilaza e confusione che prova è normale che i suoi livelli di concentrazione siano compromessi e che sia leggermente sovrastimolato. Oltretutto ha avuto questo effetto rebound da adattamento ad un farmaco. La risposta ai farmaci è sempre soggettiva, non vi è una ricetta standard per il disturbo che porta il paziente. Si parte sempre dalla peculiarità della persona. Probabilmente lei non è predisposto alla Paroxetina. Le suggerisco di rivolgersi ad un bravo psicologo e di avere un altro consulto psichiatrico per correggere il tiro della farmacoterapia. Vedrà che in un paio di mesi può iniziare a sentirsi meglio e riprendere le sue normali attività. Per ulteriori chiarimenti resto a disposizione. Cordiali saluti, Marco Casella.
Salve, in caso venisse convalidata l'ipotesi di ADHD potrebbe essere importante iniziare un percorso di supporto psicologico specifico per pazienti ADHD.
In caso sono a sua disposizione per eventuali dubbi o domande su un eventuale percorso psicologico.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Sara Beduschi
Sembra che tu stia affrontando una situazione molto complessa e difficile. In un caso come il tuo, potrebbe essere utile cercare un approccio integrato coinvolgendo uno psicoterapeuta specializzato in traumi o stress post-traumatico, insieme al supporto continuato del tuo psichiatra.

Uno specialista in trauma può aiutarti ad esplorare e affrontare le conseguenze psicologiche e fisiche dei giorni difficili che hai vissuto durante l'aumento della dose di paroxetina. Inoltre, se il test per l'ADHD risulterà positivo, potrebbe essere vantaggioso collaborare con un professionista esperto in questo campo per sviluppare strategie specifiche per gestire le sfide legate all'ADHD.

Comunicare apertamente con i tuoi attuali fornitori di assistenza, incluso il tuo psichiatra, è fondamentale. Potrebbe essere opportuno discutere delle tue preoccupazioni e chiedere raccomandazioni specifiche per professionisti che possano affrontare le tue esigenze.

Ricorda che cercare aiuto è un passo coraggioso, e avere un team di professionisti che ti supportano può fare la differenza nel percorso verso il benessere.
Buongiorno, comprendo il suo dolore e la sua difficoltà nel vivere il quotidiano. Oltre al modulare una cura appropriata con il suo psichiatra, ritengo che i soli farmaci non siano sufficienti e non penso che dosi maggiori risolvano le difficoltà. Alle medicine va affiancato un buon percorso di psicoterapia, sia in presenza o meno di adhd.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, anch'io le consiglio di affiancare alla terapia farmacologica un percorso terapeutico per una migliore prognosi e per gestire l'ansia. Da soli i farmaci non sono sufficienti. Un caro saluto. Dott.ssa Francesca Ghislanzoni
Forse è arrivato il momento di capire l'origine di questa ansia, attraverso un percorso psicologico. E' come se ci fosse qualcosa (la cosa che ha dato origine alla tua ansia) che bussa in casa tua: tu cerchi di non ascoltare il bussare e quella cosa inizia a bussare alla finestra; tu accendi la musica per non ascoltare e la cosa inizia a suonare il campanello; tu ti metti i tappi per le orecchie e così via... Affacciati e vedi cos'è che bussa: sono sicura che a quel punto finirà di bussare e potrai stare bene. Inizia un percorso psicologico che ti aiuti ad ascoltarti, a dare voce alla tua ansia, a capirla e superarla. Un saluto

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