Buonasera, sono una donna di 34 anni che soffre di insonnia iniziale dal 2015. Dopo un periodo di ab

16 risposte
Buonasera, sono una donna di 34 anni che soffre di insonnia iniziale dal 2015. Dopo un periodo di abuso di benzodiazepine con l'aiuto del mio psichiatra sono riuscita a dormire con gocce di en e di trittico. Un altro grande problema è che ho molto sofferto durante l infanzia con la separazione dei miei genitori quando avevo otto anni e l anno successivo con la nascita di mio fratellastro (padre diverso) che non sono mai riuscita ad accettare. Mi sono sempre sentita derubata dell affetto di mia madre e oggi, lui ha 25 anni ed è affetto da grave disturbo di personalità borderline, per cui è molto aggressivo e nessuno può mai rispondere na solo subire le sue crisi di rabbia. A causa sua mi sono dovuta trasferire all improvviso per poi ora tornare a vivere con lui, e mia mamma. Io sento di odiarlo, non voglio avere niente a che fare con lui. Possibile che la sua nascita abbia creato un trauma così grande in me? Inoltre non sopporto i bambini e non desidero essere madre. Trovo che mia madre lo abbia sempre difeso e ritenuto più prezioso di me. Vorrei avere un vostro parere al riguardo.
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Salve, io credo che, per il suo caso, potrebbe essere utile intraprendere un percorso psicoterapeutico al fine di individuare le cause più profonde della sua problematica relazionale. Cordiali saluti
Gentile Utente,
La separazione dei genitori lascia sempre ferite nei figli, e nel suo caso lo sfaldamento della famiglia ha generato cicatrici profonde. Me ne dispiaccio, e purtroppo è normale. Chiedersi però se è possibile che lei abbia patito così tanto la nascita del suo fratellastro, equivale quasi a dubitare che sia normale che lei ne abbia sofferto in quel modo. Mi viene da pensare che forse non sono stati rispettati dei tempi giusti nei suoi confronti (suo fratello in fondo nasce solo un anno dopo la separazione), e che non sia stata accompagnata nell’elaborazione di quei sentimenti di paura e abbandono che fisiologicamente un figlio ha quando la mamma e il papà si separano. Sono ferite aperte capaci di far male ancora oggi, e potrebbe essere importante per lei scoprirle e “suturarle” in una terapia, per capire come il passato ancora paralizzi il presente in termini di dolore. Un caro augurio di buona fortuna
Tutto è possibile nel momento in cui succede. La questione è la quantità di disagio e malessere che le provoca. La situazione che ha descritto continue quei conflitti e traumi che trovano nella psicoterapia il trattamento di elezione. Le suggerirei almeno di provare...
Gentilissima, la sua storia merita approfondimenti, perché da quello che scrive emergono dei possibili vissuti profondi da elaborare. Le consiglierei di rivolgersi a uno psicoterapeuta in modo da trovare un po' di serenità e stabilire dei confini personali anche all'interno del suo nucleo familiare. Resto a disposizione, Cordiali Saluti.
Qualcuno mi insegnato: "Non chiudere mai l'occhio della pietà: sono persone malate". Un supporto psicoterapeutico la aiuterebbe a sviscerare con accuratezza le dinamiche relazionali che la inducono a provare i sentimenti di gelosia e di odio descritti.
Gentile donna,

la sua scrittura è intrisa di sofferenza ed evidenzia quanto il suo sia più grido di aiuto che una semplice richiesta di info su una determinata problematica. L'evento della nascita di suo fratello ha destabilizzato completamente la sua vita, al punto che ancora oggi tutto questo limita le possibilità della sua esistenza e la sua stessa crescita personale. Una psicoterapia potrebbe aiutarla molto in tal senso, facendole recuperare col tempo speranza e voglia di vivere. Ci pensi alla possibilità di ritagliarsi uno spazio nel quale poter elaborare tutto questo, in fondo ne vale della sua serenità e della sua vita; è ancora molto giovane.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile signora, il suo racconto non pone un quesito ben preciso ma segnala uno stato di malessere che può essere affrontato concedendosi la possibilità di esplorare, più da vicino, i suoi vissuti e le relazioni familiari, in uno spazio e insieme ad un professionista pronto ad accoglierla e ad accompagnarla verso una maggiore consapevolezza di sè e nella gestione delle emozioni "difficili". Cordialmente Anna Vinci
Buonasera,la sua sofferenza è ancora profonda, è necessario che curi queste dolorose ferite chiedendo una appoggio psicologico ed un percorso di approfondimento.Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Carissima,
dalla tua parole traspare un forte sentimento di rabbia, che verosimilmente si tramuta in nervosismo e forse incapacità nell’ addormentamento; e’ una sorta di inquietudine che copre un sentimento più profondo, più antico, un grande dolore. Questo dolore va guardato, compreso, accolto;la bambina interiore ferita, quella che si sente abbandonata va consolata. A quel punto potrà’ riappacificarsi con la mamma e trovare un po’ di serenità’. Penso sarebbe opportuno per te affrontare un percorso con un terapeuta se ne hai l’opportunità.
Spero di averti dato qualche spunto
Marianna Pasello
Gentile Signora, il dolore di cui parla deve essere accolto in un percorso di terapia. Si chiede se la nascita di suo fratello possa avere creato tanto disagio, io credo che la situazione sia da affrontare da più angolazioni. Non è la nascita in sé ma tutto ciò che porta nella sua vita nei termini di sentirsi vincolata, esclusa o in secondo piano.... Sono aspetti correlati al suo non volere figli? Rivede nei bambini pezzi della sua infanzia? Sono argomenti delicati e, forse, è giunto il momento di dargli voce con uno specialista con l'obiettivo non di cambiare ciò che la circonda, ma alimentare forza dentro di sé ed un modo differente di leggere la realtà intorno.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, mi spiace per i suoi vissuti e le sue difficoltà. Credo che una psicoterapia possa davvero aiutarla a ricostruire la sua vita passo dopo passo e aumentare la consapevolezza di sé e di ciò che sono i suoi bisogni e i suoi desideri. Ci rifletta. Saluti,
Dott.ssa Federica Leonardi
Buongiorno,

credo che la fatica che lei sta portando sia significativa, come se avesse una sofferenza interna che ricollega al contesto familiare e che sente che ha il bisogno di essere esplorata. Rimango a disposizione per un percorso di supporto psicologico.

Dott. Riccardo Scalcinati
Buongiorno. E' difficile rispondere in modo chiaro ed esaustivo alla sua domanda attraverso questo spazio. Il mio suggerimento è quello di rivolgersi ad un professionista per esplorare ulteriormente i suoi vissuti, i suoi sentimenti, i suoi pensieri ecc... per fare maggiore chiarezza in merito a ciò che vive e valutare l'inizio di uno specifico percorso psicologico che possa facilitarla nell'obiettivo di ritrovare gradualmente il proprio benessere e la propria salute. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Buongiorno
credo che dietro a questi disturbi del sonno vi sia tanto a livello emotivo, affettivo e relazionale.
Bisognerebbe ripartire da zero e percorrere da capo una nuova terapia.
Sono disponibile a percorrere la strada verso un nuovo inizio.
Cordiali saluti Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Salve, le risposte che lei sta cercando sono in gran parte nelle sue domande. Aver già individuato parte della causa del suo disagio è molto importante e lei lo ha fatto. I farmaci sono da considerare come urgenza nella cura dei sintomi ma le consiglio di iniziare un percorso con uno psicologo per analizzare a fondo le cause e risolvere definitivamente il problema, cosa che le consentirà di abbandonare l'uso dei psicofarmaci e avere una qualità della vita decisamente migliore. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio

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