Buonasera. Sono un ragazzo di 24, sono stato sempre ambizioso nella vita. Ma ultimamente nella mia

24 risposte
Buonasera.
Sono un ragazzo di 24, sono stato sempre ambizioso nella vita. Ma ultimamente nella mia testa è un casinò, non ce la faccio più a pensare così tanto. Questo mi ha portato ad isolarmi tanto.
Non ho più voglia di fare nulla.
Mi sento ignorante e un fallito.
Dormo per non pensare, sto sempre al telefono per non pensare, ho iniziato a fumare per non pensare, evito di uscire.
Mi sento intrappolato, non so nemmeno se sto facendo bene a rivolgermi qui. Ma vorrei mettere un punto, ho 24 e io voglio fare un lavoro che mi piaccia.
A breve finisco la triennale in scienze motorie e non so nemmeno se mi piace quello che ho fatto.
Faccio il cameriere da sei anni e questo lavoro non fa più per me.
Ho provato a mettermi in graduatoria come personale ATA sono stato convocato ma non mi soddisfa nemmeno quello. Io voglio fare un lavoro che mi renda felice e non so se iniziare un percorso terapeutico possa aiutarmi a capire tante cose.
Non so da dove partire qualunque cosa la vedo difficile per me. Ad esempio una stupidaggine anche se un giorno volessi insegnare mi sento così stupido che non so nemmeno se riuscissi a iscrivermi al concorso.
Tutto questo sta diventando frustante per me, ero pieno di vitalità, viaggiavo, uscivo ora preferisco a volte scomparire dalla faccia della terra
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, mi dispiace molto sentire che si sente così intrappolato e confuso in questo momento della sua vita. Da quello che scrive, sembra che ci sia una forte pressione interna legata alle aspettative che ha su di sé, alla paura di sbagliare e al timore di non essere abbastanza. È comprensibile che tutto questo la porti a sentirsi sopraffatto, a evitare situazioni e a cercare modi per staccarsi dai pensieri, come il sonno, il telefono o il fumo. L’ansia e il senso di inadeguatezza che sta vivendo potrebbero essere legati a schemi di pensiero negativi che la portano a vedere ogni scelta come un potenziale fallimento, bloccandola nell’incertezza. È un circolo vizioso: più si sente in difficoltà nel prendere decisioni, più cresce la frustrazione e la convinzione di non essere capace. Questo è un meccanismo che spesso porta all’evitamento e all’isolamento, facendo perdere il piacere per le cose che prima la motivavano. Il fatto che si senta insoddisfatto del percorso che ha intrapreso non significa che abbia sbagliato tutto, ma forse che ha bisogno di esplorare meglio ciò che davvero la appassiona e ciò che può darle un senso di realizzazione. A volte ci si sente bloccati non perché non si hanno possibilità, ma perché si ha paura di fare la scelta sbagliata. Un percorso terapeutico potrebbe aiutarla proprio in questo: a comprendere meglio se stesso, i suoi valori, i suoi desideri e a trovare il coraggio di fare piccoli passi concreti senza sentirsi paralizzato dal timore di non essere abbastanza. Spesso, chi è molto ambizioso ha anche standard molto elevati su di sé e quando non riesce a raggiungerli subito, inizia a dubitare delle proprie capacità. Ma nessuno nasce "pronto" o sicuro delle proprie scelte, il percorso si costruisce strada facendo. Se si ferma a pensare a come affrontare tutto insieme, è normale che si senta sopraffatto. Provare a suddividere i suoi obiettivi in passi più piccoli e concreti potrebbe aiutarla a sentire di avere più controllo sulla sua vita. Se ora tutto le sembra difficile, forse il primo passo potrebbe essere proprio prendersi cura di sé, cercando di rompere l’isolamento e l’evitamento che la portano a chiudersi sempre di più. Piccoli cambiamenti, come uscire con un amico, riprendere un'attività che prima le dava soddisfazione o semplicemente concedersi il tempo di riflettere senza giudicarsi, potrebbero aiutarla a ritrovare un po’ di chiarezza. E soprattutto, non è necessario affrontare tutto da solo. Un percorso psicologico potrebbe offrirle uno spazio sicuro dove esplorare i suoi pensieri e le sue emozioni senza il peso del giudizio, aiutandola a ricostruire fiducia in sé stesso e nelle sue capacità. Lei ha 24 anni e sente che vuole mettere un punto a questa confusione. Questa consapevolezza è già un segnale importante. Significa che dentro di sé ha ancora quel desiderio di stare meglio, di trovare una strada che la renda soddisfatto. È da lì che può partire. Non deve avere tutte le risposte subito, ma solo iniziare a darsi la possibilità di cercarle con più gentilezza verso sé stesso. Resto a disposizione, Dott. Andrea Boggero

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Dott.ssa Liliana Sergio
Psicologo
Andria
Salve è utile un percorso a ritroso per capire qual'é stato l'evento scatenante e sbloccare così il suo potenziale. Dott.ssa Liliana Sergio Andria Galleria Roma n10
Dott.ssa Mariateresa Giglio
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Carovigno
Buon pomeriggio a grazie per averci scritto. Sicuramente sei un ragazzo vitale a cui piace viaggiare, uscire e darsi da fare. è chiaro che sei caduto in un limbo pieno di ansie e di paure, che ti inducono a guardare con poca fiducia le tue capacità. Quelle stesse capacità che per anni ti hanno portato a lavorare, a studiare e a fare tanti sacrifici. Credo che un percorso psicoterapeutico, in questo momento fragile della tua vita, sia opportuno per capire il perchè di questa caduta e, soprattutto, cosa ti ha fatto cadere. Cordiali saluti.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Giulio Ciccia
Psicologo, Psicoterapeuta
Bergamo
Buongiorno

mi sembra di capire che lei fatichi a stare nelle cose che fa, forse perchè niente le procura una forma di soddisfazione utile ad immaginare che il suo tempo e le sue azioni siano veramente proficue. Essere ambiziosi è legittimo, ma la corsa verso obiettivi sempre più grandi rischia alle volte di toglierci il piacere di stare con noi stessi e con le persone amate, perchè siamo sempre proiettati verso un futuro possibile, in cui la sofferenza sarà ridotta al minimo. Quello che però accade spesso, quando si coltivano questo genere di pensieri, è che ottenuto un risultato siamo talmente abituati a volerne un altro più grande che non stiamo bene dove siamo, la vita diventa un'eterna rincorsa verso una condizioni migliorativa di se stessi che potrebbe diventare un pozzo senza fondo.
Nel mio lavoro sono abituato a fare domande utili a creare nuovi percorsi mentali, spesso importanti per vedere le cose in un altro modo. Le prime domande che mi vengono sono le seguenti: lei è l'unico giudice di se stesso o è per lei importante che qualcun altro confermi i suoi risultati? Spesso ci confrontiamo con altre persone, parenti, amici, e in alcuni casi sono proprio loro a crearci un senso di inadeguatezza, spero che questo non avvenga per lei.
E ancora: lei dice che fa tante cose per non pensare, ma perchè è così terribile pensare? Forse la sua mente è perennemente concentrata su un altrove che rischia di non arrivare mai, così i pensieri diventano intrusivi e disturbanti. In tal caso le consiglio di distrarsi pensando anche agli altri, alle cose che raccontano e che condividono con lei, dia attenzione alle persone e alle attività che la fanno stare bene, i viaggi che faceva un tempo, le sue attività vitali, e dedichi una porzione della giornata alla costruzione del suo futuro, senza che però questa inglobi tutto il resto. Cerchi di fare al meglio quello che fa ora, anche se non è l'attività perfetta, vedrà che le torneranno energie positive.
Questo è un piccolo esempio di come una psicoterapia potrebbe aiutarla con delle semplici domande, un percorso che includa pure tecniche di mindfulness (attenzione consapevole al presente) potrebbe certo aiutarla.
cordialità
Dott.ssa Francesca Morsetti
Psicologo, Psicologo clinico
Viareggio
Gentile utente, nel corso della vita può capitare di trovarsi in momenti di difficoltà o sentirsi smarriti. La invito a parlarne con uno specialista per ritrovare la sua strada.
Prof.ssa Laura Volpini
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, credo che lei stia attraversando una crisi di crescita. A volte le scelte possono sembrare molto difficili. Mi sembra poi che tenda a svalutarsi e abbia perso un pò di autostima. Cominciare un percorso terapeutico può senz'altro essere utile, perchè le consente di riordinare le idee e di essere supportato nella stima di sè. Peraltro, se non dovesse trovarne giovamento, può sempre rinunciare.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera,

Capisco quanto tu possa sentirti sopraffatto da questi pensieri e sensazioni. La tua ambizione, unita al malessere che stai vivendo, può creare un circolo vizioso difficile da interrompere. Il fatto che ti sente intrappolato, incapace di trovare una direzione, e che ti sta isolando, sono segnali importanti di un disagio che merita attenzione.

Spesso, quando ci si trova in una situazione di confusione e frustrazione, il desiderio di trovare un cambiamento che ci rende felici è naturale. Tuttavia, è importante ricordare che questo processo richiede tempo e, a volte, l'accompagnamento di uno specialista che ti aiuta a fare chiarezza. La terapia, infatti, può offrire gli strumenti per affrontare i pensieri negativi, per capire meglio le proprie emozioni e per trovare nuove modalità di affrontare la vita e le sfide quotidiane.

Se desideri davvero capire meglio te stesso, trovare la tua strada e imparare a gestire queste difficoltà, sarebbe utile e consigliato rivolgerti a uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Francesca Lupo
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, grazie per il messaggio.
Mi dispiace per come si sente, indubbiamente non dev'essere semplice. Tuttavia, già il fatto che abbia scritto qua è importante, perché significa che dentro di lei c'è questo bisogno di sentirsi in un altro modo e di individuare strategie funzionali. Infatti, fa riferimento anche all'eventualità di iniziare una terapia.
A volte si ha bisogno di approfondire la conoscenza di noi stessi per andare a chiarire alcuni aspetti e per individuare strategie utili e adatte anche al momento che si sta vivendo. Non è giusto sentirsi in certi modi, ma è bene intanto sapere che c'è il modo di poter stare meglio e che anche lei può assolutamente rintracciarlo con l'aiuto di qualcuno la guidi in questo percorso.
Così potrebbe capire molte cose, correggere la credenza che ha di sé, trovare le sue strategie e andare incontro a qualcosa che la faccia sentire appagato e gratificato.
Spero di esserle stata utile, resto a disposizione.
Buona serata
Dott.ssa Valentina Marcelli
Psicologo clinico, Psicologo
Mentana
Gentile
mi dispiace molto che tu stia vivendo questo momento come se ti sentissi sopraffatto e senza energia, quello che stai vivendo è comprensibile. Il fatto che tu abbia deciso di scrivere e cercare un modo per affrontare questa situazione è già un passo molto importante, e non devi minimizzare mai la forza che hai avuto nel farlo. È importante riconoscere che non c'è nulla di sbagliato nell'avere queste sensazioni, ma è altrettanto importante affrontarle con pazienza e gentilezza verso te stessi.
Quando ci sentiamo così ogni piccolo passo che fai conta, non è necessario forzarsi a fare tutto subito.
Riguardo alla possibilità di intraprendere un percorso terapeutico, penso che potrebbe davvero aiutarti ad apprendere strumenti per affrontare i tuoi pensieri e per la frustrazione che stai vivendo, attraverso uno spazio accogliente e di ascolto.
Rimango a disposizione per ulteriori domande o chiarimenti.
Un saluto
Dott.ssa Valentina Marcelli
Dott.ssa Roberta Evangelista
Psicologo, Psicologo clinico
Albignasego
Carissimo,
mi dispiace molto per la tua situazione, sento tutta la tua sofferenza e confusione. Sicuramente un percorso terapeutico potrebbe aiutarti, non solo per capirti meglio, ma anche per ritrovare le qualità e risorse che hai, ma che non vedi più. L'ambizione è una bella qualità, se però la si usa come forza per andare avanti e che ti porta con curiosità ad aprire nuove finestre. Quando però la si usa per paragonarsi agli altri e come metro si utilizza il giudizio altrui, il rischio è un'alta frustrazione. Hai un'età per cui ogni strada apre nuove possibilità, quindi capisco che tu vada in confusione. Credo che una figura di fiducia ti possa aiutare a fare delle scelte serene e consapevoli. Prova a vedere se nella tua università c'è uno sportello di sostegno psicologico. Ti auguro il meglio, un caro saluto, Dott.ssa Roberta Evangelista
Dott.ssa Livia Del Monte
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,

Ci sono dei momenti di passaggio, come per esempio quello dall'adolescenza alla giovane età adulta, nella vita di ognuno in cui il senso di disorientamento e di indeterminatezza personale possono lasciare affiorare emozioni tra loro contrastanti. Sono momenti salienti nella definizione di sè.
Sicuramente un percorso terapeutico personale potrebbe aiutarla a mettere a fuoco le sue emozioni e comprendere meglio le dinamiche in campo in questo momento per lei così delicato.
Resto a disposizione qualora desiderasse contattarmi.
Dott.ssa Chiara Iodice
Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gentile,
comprendo il suo senso di frustrazione e disorientamento. È importante sapere che molte persone attraversano momenti di incertezza e che questo non diminuisce il loro valore. Cercare supporto è un primo passo significativo per fare chiarezza.
Il percorso terapeutico può essere un'opzione valida per esplorare i suoi sentimenti, comprendere meglio se stesso e trovare nuove prospettive. Parlare con un professionista può aiutarla a identificare i suoi obiettivi e i passi necessari per raggiungerli.
Ritrovare la propria motivazione richiede tempo, ma con il giusto supporto può riscoprire ciò che la rende felice, anche al fine di trovare un lavoro che soddisfi le sue aspirazioni.
Un saluto,
Dott.ssa Chiara Iodice
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, quello che sta descrivendo è un momento di forte confusione e insoddisfazione che, con il tempo, sembra aver prosciugato le sue energie e minato la fiducia in sé stesso. La sensazione di essere intrappolato in una routine che non la soddisfa, il peso delle aspettative e la paura di non essere all’altezza possono diventare schiaccianti, portando a un senso di blocco e isolamento. Il fatto che abbia deciso di scrivere qui è già un segnale importante: dentro di lei c’è ancora il desiderio di trovare una via d’uscita, di sentirsi di nuovo motivato e padrone delle sue scelte.

Il bisogno di "non pensare" che la porta a dormire di più, passare tempo al telefono o fumare può essere il tentativo di mettere a tacere un malessere più profondo. Ma il problema non è nei pensieri in sé, quanto piuttosto nella sensazione di non riuscire a gestirli, di non avere un punto fermo da cui ripartire. È comprensibile sentirsi smarriti quando si ha la percezione di non aver trovato ancora la propria strada, ma questo non significa che sia un fallimento, né che non ci sia una soluzione.

Se si sta chiedendo se un percorso terapeutico possa aiutarla, la risposta è sì. Non perché ci sia qualcosa di "sbagliato" in lei, ma perché potrebbe offrirle uno spazio sicuro in cui esplorare le sue emozioni, comprendere meglio cosa la blocca e riscoprire quali sono i suoi veri desideri. A volte la paura di fallire può essere paralizzante, ma un passo alla volta è possibile ritrovare la direzione e costruire una strada che la faccia sentire più realizzato.

Non deve avere tutte le risposte adesso. Il primo passo può essere semplicemente quello di concedersi il diritto di chiedere aiuto, senza giudicarsi. Se vuole approfondire o confrontarsi, sono a disposizione.

Dott. Luca Vocino
Ciao, ti ringrazio per aver condiviso quello che provi. Il fatto che tu abbia scritto questo messaggio è già un primo passo importante: significa che dentro di te c’è ancora la volontà di cambiare e stare meglio.

Da quello che racconti, sembra che tu stia vivendo un momento di grande frustrazione e disorientamento, che ti porta a isolarti e a non riconoscerti più nella persona che eri. Questo senso di insoddisfazione, insieme alla percezione di non essere abbastanza e alla difficoltà di immaginare un futuro lavorativo che ti renda felice, può essere davvero pesante da sopportare da solo.

Il fatto che ti senti un fallito in questo momento non significa che lo sei. Avere momenti di crisi è umano, e non definisce il tuo valore. Sei giovane, hai già fatto esperienze lavorative e accademiche, e soprattutto hai la lucidità di renderti conto che qualcosa non va. Questo è il punto di partenza per cambiare.
Inoltre, ti trovi in una fase di transizione: stai per finire la triennale, ma non sai se ti appassiona davvero. Ti sei reso conto che il lavoro che fai da anni non ti soddisfa più. Questo senso di smarrimento è normale quando ci si trova in una fase di passaggio, ma non significa che non ci sia una via d’uscita.
Evitare di pensare attraverso il sonno, il telefono o il fumo è una strategia che può darti un sollievo momentaneo, ma nel lungo periodo ti allontana ancora di più da te stesso. È come se stessi mettendo in pausa la tua vita, ma la sofferenza resta lì sotto.
È normale desiderare un lavoro che ti renda felice, ma in questo momento sembra che tu stia mettendo una forte pressione su questa scelta. Prova a vedere il tuo percorso in modo più fluido: non esiste una sola strada giusta, e non è detto che tu debba avere già tutte le risposte ora.
Cosa puoi fare adesso?
Parlare con un professionista può aiutarti: la terapia o il counseling psicologico è anche per chi sta cercando di conoscersi meglio e fare chiarezza. Uno psicologo potrebbe aiutarti a gestire questa confusione e a ritrovare la motivazione che senti di aver perso.
Piccoli passi, non grandi imprese: invece di cercare subito il lavoro della tua vita, prova a esplorare: ci sono corsi, esperienze o persone con cui confrontarti che possano darti nuovi stimoli? Non devi avere tutto chiaro subito.
Rompi l’isolamento: anche se ti pesa, prova a uscire, anche solo per una passeggiata, o per fare qualcosa di nuovo, anche piccolo. L’isolamento alimenta il senso di impotenza.
Riconosci i tuoi progressi: sei arrivato fin qui, ti sei laureato, hai lavorato per sei anni e hai avuto la forza di chiedere aiuto. Questo significa che dentro di te hai più risorse di quanto credi.
Non devi risolvere tutto in un giorno, ma il primo passo è iniziare a darti la possibilità di stare meglio. E tu l’hai già fatto, scrivendo qui.
La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza con tanta sincerità. È evidente che stia attraversando un momento di grande confusione e frustrazione, e voglio riconoscere la sua volontà di parlarne, perché non è affatto scontata. Quello che descrive – il sentirsi incastrato, isolato e senza direzione – è un vissuto che molte persone sperimentano, soprattutto in fasi di transizione come la sua. La fine di un percorso di studi e l’incertezza sul futuro possono far emergere ansia e dubbi sul proprio valore e sulle proprie scelte. Non c’è nulla di sbagliato in quello che sta provando, ma è importante trovare le giuste strategie per far si che questo la blocchi. L’isolamento e il fatto di evitare di pensare attraverso il sonno, il telefono o il fumo sembrano strategie per tenere a distanza una sofferenza che probabilmente le pesa molto. Ma, come ha intuito, queste abitudini rischiano di alimentare ancora di più il senso di vuoto e di impotenza. Ha mai provato a trovare strategie più differenti per affrontare questa fase? Magari riscoprire vecchie passioni, provare nuove attività o anche solo ricominciare da piccole azioni quotidiane che le diano un senso di soddisfazione? Spesso ripartire da una semplice routine (es: svegliarsi presto, allenarsi) può fare la differenza sul tono dell'umore e sul mood con cui si affronta la giornata. Nonostante il senso di smarrimento che prova, sta comunque completando la sua triennale: questo è un traguardo importante. Forse in questo momento non sa ancora se il percorso che ha scelto la rappresenta, ma potrebbe provare a immaginare dove vorrebbe essere tra cinque anni. In quali ambiti le piacerebbe lavorare? Quali attività la entusiasmano? Se il lavoro da cameriere non la soddisfa più, esistono alternative che potrebbe valutare? In ogni caso, affrontare questi pensieri da soli può essere molto faticoso. Sicuramente parlare con un professionista potrebbe aiutarla a fare chiarezza, a esplorare le sue emozioni e a individuare un percorso che le restituisca energia e motivazione. Le consiglio di valutare questa possibilità come un passo concreto verso il cambiamento che desidera. Rimango a disposizione, si senta libero di contattarmi, un caro saluto.
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, in questo affollamento di pensieri e evitamento del malessere credo he uno spazio di terapia dove lei possa guardare questo malessere, dargli un senso e attraversarlo e comprenderlo potrebbe essere importante per lei. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Greta Mortara
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile,

Mi pare di comprendere che al momento sta attraversando un periodo di frustrazione e confusione, in cui prevalgono vissuti di colpa, di autosvalutazione e di preoccupazione intensa oltre ad un desiderio di isolamento e di chiusura rispetto alla realtà esterna. Nel corso della vita può accadere di sperimentare momenti di profondo sconforto o disorientamento, in cui ci si sente privi di risorse, strumenti e speranze utili ad affrontare le sfide della quotidianità. Può accadere di trovarsi a riconsiderare alcune scelte fatte in passato o di avvertire la necessità di prendersi del tempo per comprendere come meglio orientare quelle decisioni alla luce di nuove e inattese consapevolezze.
Intraprendere un percorso di parola, trovando uno spazio sicuro in cui sentirsi accolti e ascoltati, potrebbe rappresentare un’opportunità preziosa per esplorare i vissuti che sta sperimentando e riordinare il campo delle idee, favorendo così una nuova ripartenza per il suo futuro.

Un saluto

Dott.ssa Giulia Casole
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, dalle sue parole traspare una profonda sofferenza e un senso di smarrimento che comprendo pienamente. È evidente che sta attraversando un periodo di grande difficoltà, in cui l'ansia e l'insoddisfazione hanno preso il sopravvento sulla sua vitalità. È importante che lei sappia che non è solo in questa situazione e che il suo malessere è comprensibile. La sua ambizione, che un tempo era una risorsa, sembra essersi trasformata in un peso, alimentando un senso di inadeguatezza e di fallimento. Il suo isolamento, il ricorso a comportamenti di evitamento e l'uso di sostanze come il fumo sono segnali di un disagio profondo che necessita di essere affrontato. Il fatto che lei si interroghi sul suo futuro lavorativo e sulla sua realizzazione personale è un segno di consapevolezza e di desiderio di cambiamento. La sua insoddisfazione per il lavoro di cameriere e per le opportunità che ha esplorato finora è legittima. A 24 anni, è naturale sentirsi confusi e incerti sul proprio percorso, soprattutto in un contesto sociale che spesso ci spinge a definire rapidamente la nostra identità professionale. La sua domanda sull'utilità di un percorso terapeutico è molto pertinente. La terapia può essere un valido strumento per aiutarla a esplorare le cause del suo malessere, comprendere le radici della sua ansia, della sua insoddisfazione e del suo senso di fallimento, imparare a gestire le emozioni, a gestire l'ansia, la frustrazione e la tristezza in modo più efficace, riscoprire i suoi valori e i suoi desideri, identificare ciò che è veramente importante per lei e definire obiettivi di vita realistici e significativi, sviluppare strategie di coping, acquisire strumenti per affrontare le difficoltà e superare i momenti di crisi, rafforzare la sua autostima, imparare a riconoscere le sue risorse e a valorizzare le sue capacità. La terapia può anche aiutarla a fare chiarezza sul suo percorso professionale, a esplorare le sue passioni e a identificare le opportunità che meglio si adattano alle sue aspirazioni. Non si senta in colpa per non aver ancora trovato la sua strada. Molte persone, anche di successo, hanno attraversato periodi di incertezza e di cambiamento. Le consiglio di rivolgersi a un professionista, come uno psicologo o uno psicoterapeuta, per iniziare un percorso di supporto. Non esiti a contattare diversi professionisti per trovare quello con cui si sente più a suo agio. Ricordi, lei non è solo e non deve affrontare questa situazione da solo. Con il giusto supporto, può ritrovare la sua vitalità e costruire una vita che la renda felice.
Dott.ssa Lucrezia Marletta
Psicologo, Psicologo clinico
San Pietro Clarenza
Salve, la situazione di confusione che sta vivendo si sperimenta tipicamente quando si avvicinano dei cambiamenti evolutivi come, nel suo caso, la fine dell'università e l'inizio dell'età adulta. In questi casi è bene iniziare un percorso psicologico per fare in modo che si possa procedere superando questi momenti di crisi e che questi stessi non si cristallizzino. Resto a disposizione, saluti. Dott.ssa Lucrezia Marletta
Dott.ssa Alexia Pellegrinetti
Psicologo, Psicologo clinico
Arezzo
Ciao caro, quello che stai vivendo sembra essere un momento di grande confusione e frustrazione. La pressione che senti di dover fare scelte importanti e trovare una direzione nella vita, combinata con i pensieri negativi e l'isolamento. È comprensibile che ti senta sopraffatto, soprattutto quando non sai se quello che stai facendo ti rende veramente felice.

Rivolgerti a un percorso terapeutico potrebbe davvero aiutarti a esplorare le cause di questo malessere e a lavorare sulla gestione delle emozioni e dei pensieri che ti bloccano. Spesso, quando ci sentiamo intrappolati, è utile affrontare un passo alla volta, senza cercare soluzioni immediate o perfette. Cercare un po' alla volta di direzionarti verso una vita che sia giusta per te.
Ti auguro il meglio, un caro saluto!
Dott.ssa Federica Giudice
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Capisco quanto tu possa sentirti sopraffatto e intrappolato in questo momento. È davvero difficile quando i pensieri diventano inarrestabili e le energie sembrano esaurirsi. Vorrei chiederti: quando hai notato per la prima volta che ti sentivi così isolato e privo di voglia? C'è stato un momento particolare o una serie di eventi che ti hanno portato a questo punto?
È evidente che desideri un cambiamento, e il fatto che tu stia considerando la possibilità di un percorso terapeutico è un segnale importante di volontà di migliorare la tua situazione. Mi chiedo, invece, quali attività o momenti del passato ti facevano sentire vivo e pieno di energia? C’è qualcosa, anche piccolo, che potresti reintegrare nella tua routine per ritrovare quella vitalità?
Anche il tuo percorso formativo e lavorativo sembra suscitarti confusione e insoddisfazione. Ti senti bloccato dal timore di non essere all’altezza o di fare scelte sbagliate? Come immagini che sarebbe un lavoro in cui ti sentissi veramente realizzato?
Riconoscere questi sentimenti è un primo passo importante. Un percorso terapeutico potrebbe aiutarti a esplorare queste domande in un ambiente sicuro, offrendoti strumenti per gestire l'ansia e chiarire i tuoi obiettivi. Come ti sentiresti se provassi a fare un piccolo passo in questa direzione, magari fissando un primo incontro con un professionista che possa aiutarti a ritrovare equilibrio e chiarezza?
Sono qui per ascoltarti e per supportarti mentre esplori queste possibilità. Non esitare a chiedere aiuto, perché meriti di ritrovare la serenità e la fiducia in te stesso!!
Dr. Marco Locatelli
Psicologo, Psicologo clinico
Padova
Buonasera,
la ringrazio per aver scritto con tanta sincerità. Quello che descrive – il senso di confusione, l’isolamento, la perdita di motivazione – non è banale. Spesso, quando ci si sente sopraffatti dai pensieri e dalla pressione di dover “capire cosa fare”, cerchiamo rifugi immediati (come il sonno, il telefono, il fumare) per interrompere quel rumore interno di pensieri.

Tuttavia, in tutto questo flusso di pensieri, lei ha sentito il bisogno di mettere un punto e che, nonostante le difficoltà, sta cercando un modo per orientarsi. Non è semplice farlo quando ci si sente svuotati, ma è un segnale di vita e di desiderio di cambiamento.
A volte può essere utile porsi alcune domande, senza pretendere di trovare subito risposte definitive:
– In che momenti mi sono sentito davvero “me stesso”?
– Che cosa sto cercando davvero, oltre al “lavoro giusto”?
-Cosa significa per me “trovare un lavoro che mi renda felice”?
– Da dove nasce questa voce che mi fa sentire “ignorante” o “fallito”? Cosa uso per giudicarmi come “ignorante” o “fallito”?
– Come posso iniziare a distinguere ciò che voglio da ciò che mi sento obbligato a volere?

Un percorso di ascolto può offrire uno spazio protetto in cui riflettere su queste domande con più calma, senza giudizio. Non perché ci siano soluzioni pronte, ma perché a volte serve essere accompagnati nel rimettere ordine tra ciò che si sente, ciò che si teme e ciò che si desidera davvero.
Qualunque sia la sua scelta, ha già fatto un primo passo importante: non ha ignorato ciò che prova.

Resto a disposizione e le auguro un buon proseguimento
Dott.ssa Arianna De Vivo
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Ciao, da ciò che leggo sento tantissima confusione e anche grande insoddisfazione, potrebbe esserti d'aiuto comprendere e parlare della natura dei tuoi pensieri e cos'è che effettivamente ti appesantisce così tanto al punto di non voler pensare più. Se senti il bisogno di far luce su tutte queste cose sicuramente un percorso psicologico potrebbe esserti d'aiuto.

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