Buonasera, sono di Milano e mi chiamo Franco. Sono molto giovane come genitore e non so come affront

18 risposte
Buonasera, sono di Milano e mi chiamo Franco. Sono molto giovane come genitore e non so come affrontare alcune questioni mio figlio. Mi ha detto da un mese di essere gay, da quando l'ho saputo sono disperato. Ho una formazione molto cattolica e non credo che questo possa essere normale. Parlando con amici a me cari mi è stato detto che esiste la possibilità di terapie per fare cambiare idea alle persone che si credono tali. Potreste aiutarmi?
Buongiorno Franco,

La ringrazio innanzitutto per aver condiviso questo momento delicato della sua vita e del rapporto con suo figlio. Comprendo che certe rivelazioni possono generare confusione e disagio, specialmente quando ci troviamo di fronte a schemi culturali e valori che ci sono stati trasmessi da sempre.

Tuttavia, è importante sapere che l'orientamento sessuale non è una scelta, ma una parte integrante di chi siamo come individui. La ricerca scientifica è chiara su questo: non esistono terapie o trattamenti che possano "cambiare" l'orientamento sessuale di una persona. Anzi, tali approcci, noti come "terapie riparative", sono considerati eticamente inappropriati e potenzialmente dannosi da numerose organizzazioni mediche e psicologiche a livello mondiale.

Mi rendo conto che la sua formazione cattolica possa influenzare la sua visione su questo argomento. Eppure, è fondamentale ricordare che l'amore e l'accettazione sono valori fondamentali non solo in molte fedi religiose, ma anche nella vita familiare. Accettare suo figlio per ciò che è potrebbe richiedere tempo e comprensione, ma il sostegno di un genitore è un pilastro fondamentale nella vita di un giovane.

Se desidera, posso offrirle un percorso di sostegno e riflessione, non per "cambiare" suo figlio, ma per aiutarla a elaborare e accettare questa nuova informazione, per comprenderla meglio e per rafforzare il vostro legame. La relazione tra un genitore e un figlio è preziosa, e sarebbe un piacere aiutarla a navigare in questo momento delicato.

Cordialmente,
Dott.ssa Laura Sozio
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Gentile Franco buongiorno. Comprendo il suo conflitto interiore ma condivido quanto detto dalla collega. Aggiungerei altre due cose: se lei è un padre molto giovane immagino sia giovane anche suo figlio: gli lasci la possibilità di esplorare la sua sessualità in maniera serena, senza conflitti, solo in questo modo potrà capire veramente le sue tendenze sessuali. Gli dia tempo; e si prenda tempo per accettare qualunque sarà l'esito della ricerca di suo figlio. La Chiesa cattolica, tra l'altro, sta cambiando posizione riguardo l'omosessualità, questo non l'aiuta? Definisca i suoi valori: cosa è più importante, avere un figlio sereno, amato e che ama la sua famiglia o un figlio rifiutato e infelice? Comprendo il suo dilemma, ma ascolti il suo cuore e si lasci guidare dai suoi valori ( da tutti i suoi valori) . Non sarà tutto facile e se sentisse il bisogno di un sostegno io ci sono. Un cordiale saluto, dott.ssa Manuela Leonessa
Gentile utente, grazie per aver condiviso qui con noi il suo disagio. Il tema che lei porta è assai delicato. Spesso per un genitore non deve essere semplice accettare la vera essenza di un figlio, soprattutto quando questa si discosta da quella che per noi dovrebbe essere la vita. Suo figlio però si è aperto a lei, questo è importante, accettare però comprendo possa essere per lei complesso. Non esistono terapie che possa cambiare suo figlio, poichè sui figlio non è difettoso o rotto, ma suo figlio è un essere umano con un orientamento sessuale diverso da lei. Quello che lei potrebbe fare però e provare a riflettere sulla possibilità di intraprendere un percorso che la posso aiutare a connettersi con cui figlio, ad accettarlo per la persona che è, a vedere oltre l'orientamento sessuale. Rimango a sua disposizione Dott,ssa Alessia D'Angelo
Salve Franco mi dispiace per il suo momento, ma mi dispiace ancora di più perché suo figlio non può avere il suo appoggio e sostegno. Non esistono terapie per persuadere le persone di nulla ma solo per aiutare a stare meglio ed aumentare i gradi di libertà.
Cominci lei a rivolgersi ad uno psicologo, ne trarrà notevole giovamento. Sono sicura!!!
Salve gentile utente.
le sarà chiaro dalle risposte dei miei colleghi che l'orientamento sessuale non è un'idea che si può cambiare, né tantomeno un problema da dover risolvere con una qualsiasi terapia (non saprei cosa i suoi cari amici abbiano sentito in merito a tale assurdità).
Lei confonde, inoltre, la religione con la cultura cattolica. La prima è un sentimento personale che si lega a valori profondi e di grande ispirazione nella divinità. La cultura cattolica è un insieme di regole, spesso di dogmi e convinzioni, il più delle volte ancorate a tradizioni secolari. L'omosessualità non è un peccato, caro Sig. Franco. Lo stesso Papa Francesco ha dichiarato "chi sono io per giudicare chi voi dovreste amare oppure no".
Smuova questi stereotipi dal suo modo di pensare, cominci a riflettere su ciò che è veramente importante per lei e soprattutto per suo figlio: che entrambi possiate avere una vita ricca di benessere, felicità e soddisfazione. Cos'è che vuole realmente per suo figlio? Scommetto che la risposta sarà che sia sempre in salute e felice. Se questo è vero, non abbia l'infondato timore di scoprire cosa lo rende veramente felice, quali sono le sue passioni, i suoi talenti, i valori in cui crede, i sogni che vuole realizzare. E' davvero così importante sapere chi decide di amare, rispetto a tutto ciò?
La religione cristiana insegna l'importanza del libero arbitrio e l'amore per il prossimo: ecco queste sono le voci che deve sentire nel suo cuore quando pensa a suo figlio.
Spero faccia tesoro dei nostri consigli per accettare serenamente la normalità delle cose.
Dott. Antonio Cortese
Gentile Franco, capisco la sua preoccupazione e la sua confusione. È normale sentirsi così quando un figlio ci rivela qualcosa che non ci aspettavamo.
Innanzitutto, è importante ricordare che l'orientamento sessuale è un aspetto fondamentale della persona e non è qualcosa che può essere cambiato. Non esistono terapie che possano "fare cambiare idea" a una persona gay. Queste terapie, note come terapie di conversione, sono pseudoscientifiche e dannose.
La sua formazione cattolica può renderle difficile accettare l'omosessualità di suo figlio. È importante però precisare che la Chiesa cattolica ha recentemente riconosciuto che l'omosessualità non è un peccato. La Chiesa invita le persone gay a vivere la loro vita con integrità e a cercare la santità.
Il primo passo per affrontare questa situazione è parlare con suo figlio. Lo ascolti con attenzione e senza pregiudizi. Cerchi di capire come si sente e cosa sta vivendo.
Una volta che avrà compreso meglio la situazione, potrà iniziare a costruire un rapporto con suo figlio. È importante che lui si senta accettato e amato da lei. gli faccia sapere che è lì per lui, qualunque cosa accada non dimenticando che il periodo "più duro" lo sta affrontando lui.
Caro genitore, i miei colleghi sono stati esaustivi rispetto alla questione delle cosiddette Terapie Riparative, quindi non si lasci coinvolgere in pratiche che l'allontanerebbero ancora di più da suo figlio. Il mio consiglio è semplicemente di mettersi in ascolto con mente aperta. Suo figlio comunque si sperimenterà in questo percorso, ma se lei mantiene un dialogo con lui, saprà di avere un posto a cui tornare e qualcuno con cui riflettere su tutti i possibili dubbi o certezze che troverà.
Vi auguro di trovare il modo di volervi bene pur nella diversità.
Gentile utente, innanzitutto è apprezzabile il suo voler condividere questo momento particolare e soprattutto la sua volontà di affidarsi ad un aiuto esterno.
La sua è una questione molto delicata, poiché si tratta della scoperta di un aspetto della vita di suo figlio che non conosceva e in particolare perché questa rivelazione va un po' contro quelli che sono i suoi principi e le sue idee.
Sono certa però che se lei è arrivato a chiedere qui aiuto, è perché ha già apprezzato l'apertura e la sincerità di suo figlio e ha quindi intenzione di accogliere questa sua apertura nel modo più giusto. Potrebbe quindi essere di tanto aiuto iniziare un percorso che la possa portare ad un avvicinamento e ad una connessione con suo figlio e con la sua realtà, perché in fondo suo figlio resta tale aldilà del suo orientamento sessuale.
Resto a sua completa disposizione.
CF
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve Franco, intanto sarebbe utile capire l'età di suo figlio, comunque sia, nel caso suo figlio manifestasse confusione circa il suo orientamento sessuale, allora le direi di consigliargli un percorso psicoterapeutico per aiutarlo a fare chiarezza a riguardo, ma dalla sua mail, non sembra questo il caso. Sembrerebbe piuttosto lei ad avere bisogno di un supporto per accusare il colpo di questa notizia inaspettata. Sarebbe da chiedersi inoltre il perchè questa notizia sia stata un fulmine a ciel sereno, ossia se la relazione tra lei e suo figlio sia basata su una buona comunicazione, condivisione e sia affettiva più o meno. Inoltre la motivazione per approcciarsi ad una psicoterapia deve arrivare da se stessi, non può essere imposta dall'esterno, perchè rischierebbe di naufragare presto senza risultati. Spero di esserle stata utile. Un cordiale saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni
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Buonasera, comprendo che per lei aver appreso dell'omosessualità di suo figlio, sia stato motivo di disperazione. Preciso però che comprendere e accogliere un vissuto di sofferenza, non significa necessariamente condividerlo o giustificarlo. Già altri colleghi le hanno rappresentato le aperture della Chiesa, o meglio almeno di parte della Chiesa, nei confronti dell'omosessualità, per cui non mi dilungherei sull'argomento, se non per, sommessamente, ricordarle che a molti cattolici e cristiani è stato insegnato che Dio è amore, amore (in questo caso genitoriale), di cui suo figlio ha tuttora bisogno. Inoltre a mio avviso esercitare la professione psicologica o psicoterapica (come qualsivoglia professione sanitaria), per alterare un'orientamento sessuale, rappresenterebbe un'azione per lo meno discutibile dal punto di vista deontologico, per cui dubiterei di eventuali invii da parte dei suoi amici. Tuttavia ritengo ragionevole richiedere da parte sua l'aiuto di un professionista psicologo, ma innanzitutto affinché lei venga supportato in questo momento di disperazione (come lei stesso lo definisce). Inoltre, tramite un supporto psicologico potrebbero essere previsti dei colloqui di coppia padre-figlio o dei colloqui "di famiglia", presente pure la madre (a proposito, la madre è informata? Come ha reagito?), al fine di supportare la relazione padre-figlio o genitori-figlio durante questo periodo particolarmente impegnativo e psicologicamente faticoso, non trascurando pure l'eventualità di un supporto psicologico individuale rivolto a suo figlio, al fine di sostenerlo in questo particolare momento della sua vita (ma non per "curare" la sua omosessualità).
Cordialmente,
M.M.

Buongiorno Franco,
nel ringraziarla per aver condiviso questo momento di vita che immagino per lei molto difficile, ci tengo a dirle che l'orientamento sessuale non può essere modificato, fa parte dell'identità di sua figlio e deve essere accolto come qualcosa di indissolubile dalla sua persona.
Mi dispiace le abbiano dato alcune informazioni fuorvianti, sono contenta abbia usufruito di questo spazio per averne altrettante da professionisti, che mi auguro le possano servire per affrontare questa situazione.
Ritengo importante che suo figlio possa avere un supporto da lei, ma prima sarà necessario affrontare quello che lei sta vivendo in seguito a questa notizia.
Non sarà facile, ma sarà necessario accettare questa parte di suo figlio, come padre e come individuo, nonostante le proprie opinioni o giudizi in merito, che non cambieranno l'orientamento sessuale di suo figlio. Potranno forse farla stare male e non farla riuscire a stargli accanto come genitore.
Rimango disponibile qualora lo desiderasse.
Un caro saluto,
Dott.ssa Giorgia Colombo
Gentile Franco, quello a cui fa riferimento sono le cosidette "terapie di conversione", partono dall'idea che provare attrazione verso il proprio sesso sia sintomo di qualcosa di patologico che sta accadendo nel cervello dell'individuo, qualcosa che può quindi essere trattato affinchè il sintomo rientri e il soggetto smetta di provare quell'attrazione.
Da professionista le propongo le evidenze scientifiche al riguardo: da oltre 40 anni è appurato come l'omosessualità (così così come qualsiasi altro orientamento sessuale) non sia una patologia.
Questo perchè per essere una patologia ci deve essere una componente di sofferenza (pathos), una componente che in qualche modo limiti la vita dell'individuo. In decenni di ricerche non è stata trovato niente di simile nelle persone non eterosessuali. Rimane perciò il fatto che l'orientamento sessuale in generale sia una componente variabile sana dell'individuo.
In assenza di patologia non c'è niente da curare, perciò le "terapie di conversione" falliscono in partenza.
Dove invece mi sembra ci sia della sofferenza, senza bisogno di parlare di patologia, è nel suo dover gestire ed elaborare l'omosessualità di suo figlio, cosa che ha generato e genera tutt'ora disperazione.
Penso di capire bene a cosa si riferisce quando parla della sua formazione molto cattolica, trovo sia molto comprensibile che abbia questa idea dell'omosessualità e penso sia umano disperarsi davanti ad una persona cara omosessuale se si parte da quell'idea.
Ritengo che potrebbe essere utile e di valore ritagliarsi uno spazio personale di riflessione ed esplorazione di cosa sta provando e vivendo, perciò il consiglio è di valutare il cominciare un percorso di sostegno psicologico in modo da portare e affrontare questa disperazione, in questo modo potrebbe finire con l'impattare molto poco il suo vissuto quotidiano e il suo rapporto con suo figlio.
Spero di essere stato chiaro, il tema della patologicità dell'omosessualità è un tema storicamente intricato e complesso e non è possibile riassumere tutto in questa risposta.
Avesse interesse e curiosità ad approfondire il tema si senta libero di scrivermi e fornirò ulteriori spiegazioni.

Dottor Mauro Simonetti


Gentile utente
E' assolutamente comprensibile come L'effetto che le ha procurato la scoperta di questo aspetto di suo figlio sia stato per lei fortemente impattante. E' difficile da accettare ma anche da comprendere, non solo per via dei valori con cui è cresciuto in quanto cattolico, ma anche perché rappresenta un qualcosa che non è andato secondo quelle che erano le sue aspettative. Però come le hanno scritto anche i miei colleghi, l'orientamento sessuale non si sceglie ma è un qualcosa insito in ogni individuo e l'omosessualità non rappresenta in alcun modo né una patologia né un qualcosa di sbagliato e sarebbe profondamente dannoso oltre che antietico cercare di intervenire in questo senso. Il fatto inoltre che suo figlio le abbia spontaneamente confidato questo aspetto così importante, sapendo probabilmente anche cosa avrebbe potuto comportare credo che sia un gesto di grande consapevolezza e di fiducia nei suoi confronti. Né faccia tesoro e vedrà che con il tempo riuscirà ad accettarlo. in questo senso un percorso psicologico potrebbe sicuramente giovarle
Salve, accolgo il suo vissuto ,la mia indicazione è un percorso di supporto che possa aiutarla ad accoglie la scelta di suo figlio. Non esistono terapie che sono "curative" per cambiare idea rispetto alla scelta condivisa dal figlio.

Rimango a disposizione per un colloquio online.

Saluti
Dott.ssa Margherita Motta
Gentile Franco,

Capisco la tua preoccupazione e il tuo dolore. È normale sentirsi confusi e spaventati quando il proprio figlio ci rivela un aspetto così importante della sua vita.

Innanzitutto, è importante sapere che l'omosessualità è una normale variante dell'orientamento sessuale umano. Non è una scelta, né una malattia, né un peccato.

Le terapie di conversione sono pratiche pseudoscientifiche che non hanno alcun fondamento. Sono dannose e possono provocare gravi conseguenze psicologiche, come ansia, depressione, autolesionismo e pensieri suicidi.

Il tuo figlio ha bisogno del tuo amore e del tuo sostegno, incondizionati.

Ecco alcuni consigli che potrebbero aiutarti in questo momento:

Informati sull'omosessualità. Leggi libri, articoli e siti web affidabili. Questo ti aiuterà a comprendere meglio l'orientamento sessuale di tuo figlio.
Parla con un professionista. Un terapista o un counselor può aiutarti a elaborare le tue emozioni e a costruire una relazione sana con tuo figlio.
Cerca un gruppo di supporto per genitori di figli LGBT+. Questo può essere un luogo in cui condividere le tue esperienze con altre persone che stanno vivendo la tua stessa situazione.
So che questo è un momento difficile per te, ma voglio assicurarti che è possibile superare questa sfida. Con il tuo amore e il tuo sostegno, tuo figlio potrà crescere felice e realizzato.

Cordiali saluti,

Ilaria
In un mondo di guerre, fame e atrocità, l'amore per un uomo o per una donna non può essere "sbagliato", non puòche essereuna cosa bella. Saper amare e amare é più importante del sesso al quale viene rivolto l'amore. Dio ci chiede di amare, non specificando chi. Un figlio é un dono, che porta sempre molto. Non perda questo sacro dono.
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Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico.
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