Buonasera, ho iniziato quattro giorni fa una terapia con Giachela, 10 gocce al mattino dopo colazio

16 risposte
Buonasera,
ho iniziato quattro giorni fa una terapia con Giachela, 10 gocce al mattino dopo colazione, per un disturbo di ansia. Devo dire che fin da subito ho avvertito un miglioramento sull'umore. Solo che ieri mattina appena mi sono alzata ho avuto un forte attacco di ansia e stamani, sempre al risveglio appena alzata, ho avuto un attacco di panico (non avevo attacchi di panico da dieci anni). La cosa mi ha spaventato parecchio. Il mio medico è in ferie e la dottoressa che lo sostituisce e con la quale ho parlato mi ha consigliato di continuare la terapia ma, se non me la sento, posso anche sospenderla dal momento che ho ancora fatto 3 giorni di assunzione. Cosa posso fare? Il mio umore era migliorato, ero più rilassata ma questo attacco di panico mi ha completamente disorientata. Non so se proseguire oppure sospendere la terapia. Grazie a chi mi risponderà.
Salve, per quanto riguarda l'utilizzo dei farmaci si confronti sempre con il suo medico di fiducia. Inoltre, ha mai pensato anche a un consulto psicologico?
Buona giornata.
Dott. Fiori

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Buonasera, non ci da nella sua domanda, delle notizie su di lei, la sua età e da quando soffre di ansia ed inoltre scrive che ha sofferto già di attacchi di panico.
Cosa stava succedendo nella sua vita nel momento in cui sono iniziati i disturbi? Inoltre noi non possiamo dare pareri sui medicinali, se la sostituta non le ha dato sicurezza consulti un altro psichiatra. Inoltre oltre ai psicofarmaci potrebbe fare dei colloqui psicologici, in modo da elaborare il xché di tanta ansia, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.


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Buongiorno, al di là della cura farmacologica, che va monitorata dal medico, le suggerisco di intraprendere un percorso psicoterapeutico per dare spazio alle difficoltà legate all'ansia e capire meglio cosa l'ha portata a cercare un aiuto psicofarmacologico in questo momento e poi a soffrire di un attacco di panico.
Un saluto
Daniela Bianchi
Gentile utente le suggerisco di accostare alla terapia farmacologica un percorso di psicoterapia per comprendere cosa genera l’ansia e cosa ha scatenato l’attacco di panico. La aiuterà a conoscersi maggiormente e a trovare dei significati ai propri vissuti. Un cordiale saluto, Dott.ssa Paola Trombini
Salve. Per i farmaci si rivolga al medico. Se volesse indagare sulle cause del suo malessere prenda in considerazione la possibilità di intraprendere un percorso psicoterapeutico che possa aiutarla ad elaborare i vissuti emotivi collegati all'ansia. L'ansia è un segnale che va compreso, può indicare che ci si sta forzando troppo in una direzione faticosa che toglie energie, o con un ritmo troppo faticoso. Distinti saluti
Gentile utente di mio dottore,

i suoi sintomi sono tipici dei disturbi d'ansia
La terapia per il Disturbo d’ansia è sia di tipo farmacologico che psicoterapeutico. L’approccio farmacologico è utile per alleviare i sintomi o per meglio controllarne alcune fasi più acute, o come supporto alla psicoterapia. La posologia ed il trattamento farmacologico deve esser tenuto sotto controllo dal medico, per tanto le sconsiglio di gestire in autonomia tale aspetto, potrebbe esser pericoloso oltre che controproducente.
La psicoterapia sistemico-relazionale è ritenuta a oggi la forma di intervento più efficace per affrontare con successo i disturbi d’ansia.
Chi soffre di attacchi di panico interpreta erroneamente le sensazioni emozionali e ve ne attribuisce una pericolosità esagerata rispetto alla realtà. L’intervento della psicoterapia sistemico-relazionale è volto a scoprire le funzionalità relazionali dei sintomo ed i suoi significati più profondi. Il paziente, intrapresa la psicoterapia, viene guidato attraverso un percorso atto a renderlo maggiormente consapevole dei suoi processi mentali, dei meccanismi che governano il suo comportamento. Con l’aiuto del terapeuta vengono individuati i circoli di mantenimento del disturbo e le sue ripercussioni su aspetti comportamentali, con un graduale miglioramento della qualità della vita, fino a quel momento compromessa dal timore di viverla appunto
Nel caso avesse bisogno di un consulto non esiti a contattarmi in privato.

Cordiali Saluti
Dottor. Diego Ferrara
Buongiorno, continui la cura finché non riesce a parlare con il medico che le ha prescritto i farmaci. Le consiglio comunque di intraprendere un percorso di psicoterapia che possa aiutarla nel disagio che sta vivendo.
Se ha bisogno, non esiti a contattarmi.
Dott.ssa Federica Leonardi
Buongiorno. Continui a seguire ciò che le ha prescritto il medico, il farmaco "calmerà" i suoi sintomi, ma consideri che non annullerà i motivi di questi suoi attacchi, che sono di natura psicologica. Non esistono "terapie speciali" per risolvere l'ansia, ma bravi professionisti con cui capire e risolvere i motivi di questa sua agitazione. La Psicoanalisi, ovvero la Psicologia del Profondo, si impegna a trovare i motivi più intimi e ad affrontarli nel modo più efficace e duraturo. Il farmaco aiuta ad avere una vita più tranquilla, ma è la Psicoterapia che dà la svolta e la libertà dai condizionamenti che subisce oggi. Distinti Saluti. Dott. Enrico Piccinini
Non posso che consigliarle anche io di non modificare la terapia farmacologica senza parlarne con un medico, le consiglio inoltre di affiancare ai farmaci una psicoterapia, buone cose
Lei dice che l'attacco di panico, che spero sia stato diagnosticato da un professionista, non si presentava da dieci anni. Che significato ha questo sintomo nel suo attuale contesto di vita? Lo stato di maggior rilassamento indotto dai farmaci può migliorare il suo tono dell'umore e se apprende a non riattivare i meccanismi che inducono gli attacchi, può risolvere la sua problematica. Affiancata da un esperto che l'ascolti e la sostenga emotivamente diventerà più consapevole di quali siano i fattori che intervengono a mantenere la sua condizione di malessere. Cordiali Saluti Espedito Longo
Salve, percepisco un pò di confusione nella gestione del suo momento di difficoltà, credo sia importante prendersi cura del paziente, non solo nel momento della prescrizione, che sicuramente può fornire supporto e sollievo momentanei, ma anche nel periodo successivo. Rendersi disponibili a definire chiaramente l'indicazione medica ed esprimere eventuali perplessità sono passaggi fondamentali. Le consiglio per tanto di rivolgersi ad un professionista che possa aiutarla a stabilizzare il suo stato di benessere per poter gradualmente ridurre l'assunzione farmacologica, in accordo con il professionista di competenza.
Gentile utente, in merito al farmaco, si affidi al parere del Medico curante ed eviti il "fai da te". Lei parla di Ansia e attacchi di panico ma non dice se ha mai effettuato una psicoterapia per risolvere tali problematiche. Se la sta effettuando, parli in terapia dell'attacco di panico e della volontà di sospendere il farmaco. Se non è in Terapia, tenga conto che una Psicoterapia, in abbinamento allo psicofarmaco, potrebbe aiutarla ad affrontare meglio il suo malessere. Le auguro una buona serata. Saluti Dr.ssa Olimpia Miraglia
Dopo 3 giorni è più facile che l’attacco sia scatenato da altro che dalla terapia, ascolti il so medico e visto che i sintomi non sono da intolleranza al farmaco, le consiglio di continuare la terapia ma come dicono i colleghi è importante che segua un percorso psicoterapico , perché i farmaci sono importanti per aiutare ma non risolvono il disturbo d’ansia che ha altre radici.
Buonasera, mi pare di capire che la sua voglia di sospendere il farmaco sia dovuta all'esigenza di evitare sintomi ansiosi. I farmaci non vanno sospesi di propria iniziativa, meglio attendere e proseguire. Inoltre le sole medicine spesso non sono sufficienti ad ottenere un quadro stabile di miglioramento perchè non affrontano le cause sottostanti al malessere, per le quali è necessaria una psicoterapia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
L'ansia è un sintomo attraverso il quale il nostro corpo cerca di comunicarci un disagio e quindi non va soffocata, ma compresa. Per questo motivo credo sia importante che, oltre al farmaco che può anche valutare di cambiare con il suo medico, sia da considerare un percorso psicologico. Il farmaco può infatti essere un'importante stampella nel momento di difficoltà, ma, agendo sul sintomo e non sulla causa dello stesso, raramente rappresenta una soluzione definitiva. Le auguro il meglio Buona giornata.

Gent.le Utente,
come già le hanno consigliato i miei colleghi, la invito a rivolgersi al medico che le ha prescritto la terapia farmacologica, esprimendogli tutte le sue perplessità in merito.
Un cordiale saluto

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