Buonasera. Ho 29 anni, sono in sovrappeso di molto da quando ne avevo 6. sto facendo un percorso di
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Buonasera. Ho 29 anni, sono in sovrappeso di molto da quando ne avevo 6. sto facendo un percorso di analisi personale perchè ho un probabile DCA. vorrei iniziare un nuovo percorso con un nutrizionista. in passato ne ho svolti parecchi, tutti fallimentari. So di essere complicata da seguire, ma sono sempre stata giudicata per gli insuccessi senza mai essere capita. vorrei trovare un professionista empatico, che sappia aiutarmi nel modo corretto senza giudicarmi su eventuali ricadute o insuccessi. attualmente impossibilitata ad iniziare palestra ed esercizio fisico per motivi di salute, ma avevo già iniziato ad andare in palestra e frequentare corsi di danza. vorrei qualche consiglio
Buonasera, a volte può essere difficile trovare lo specialista più adatto alle proprie esigenze. L'analisi di cui parla la sta facendo in autonomia o con un terapeuta specializzato? Nel secondo caso potrebbe chiedere di essere indirizzata ad un nutrizionista che collabori con il terapeuta per un supporto più completo. Spero di essere stata utile, in bocca al lupo per la sua ricerca.
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Buonasera,
prima di tutto voglio dirle che non è complicata: è una persona con una storia difficile che merita un percorso costruito con cura, non giudizio.
1. È fondamentale che il nutrizionista abbia competenza in DCA
Non tutti i professionisti hanno formazione specifica.
Le suggerisco di cercare qualcuno con:
esperienza in disturbi alimentari,
approccio non prescrittivo (no “diete rigide”),
metodologia centrata sul comportamento alimentare (CBT-E, ACT, mindful eating).
2. Cosa deve offrirle il professionista giusto
empatia reale,
nessun giudizio sulle ricadute,
obiettivi graduali e realistici,
lavoro sulle emozioni legate al cibo,
integrazione con il percorso psicologico già in corso.
3. Anche senza palestra si può lavorare bene
L’obiettivo iniziale non è “dimagrire”, ma:
stabilizzare il rapporto col cibo,
ridurre il senso di fallimento,
creare abitudini misurate e sostenibili,
migliorare la salute metabolica.
Il peso si muoverà di conseguenza, ma solo dopo che le basi emotive e comportamentali saranno solide.
Distinti saluti,
Dr. Luca Agostini
prima di tutto voglio dirle che non è complicata: è una persona con una storia difficile che merita un percorso costruito con cura, non giudizio.
1. È fondamentale che il nutrizionista abbia competenza in DCA
Non tutti i professionisti hanno formazione specifica.
Le suggerisco di cercare qualcuno con:
esperienza in disturbi alimentari,
approccio non prescrittivo (no “diete rigide”),
metodologia centrata sul comportamento alimentare (CBT-E, ACT, mindful eating).
2. Cosa deve offrirle il professionista giusto
empatia reale,
nessun giudizio sulle ricadute,
obiettivi graduali e realistici,
lavoro sulle emozioni legate al cibo,
integrazione con il percorso psicologico già in corso.
3. Anche senza palestra si può lavorare bene
L’obiettivo iniziale non è “dimagrire”, ma:
stabilizzare il rapporto col cibo,
ridurre il senso di fallimento,
creare abitudini misurate e sostenibili,
migliorare la salute metabolica.
Il peso si muoverà di conseguenza, ma solo dopo che le basi emotive e comportamentali saranno solide.
Distinti saluti,
Dr. Luca Agostini
Buonasera. La ringrazio per la fiducia e per la lucidità con cui descrive la sua situazione. Comprendo la frustrazione per i precedenti tentativi e il timore di essere giudicata. In presenza di un probabile DCA, la chiave è l'approccio multidisciplinare integrato e coordinato tra nutrizionista e professionista dell'area psi. Il mio eventuale ruolo non sarebbe giudicare i risultati o le ricadute, ma capire e ristabilire una relazione serena e flessibile con il cibo.
Se desidera iniziare un percorso basato su questi principi di ascolto, flessibilità alimentare e professionalità, resto a sua completa disposizione.
Cordiali saluti. Dott.ssa Cristina Dentella, Biologa nutrizionista
Se desidera iniziare un percorso basato su questi principi di ascolto, flessibilità alimentare e professionalità, resto a sua completa disposizione.
Cordiali saluti. Dott.ssa Cristina Dentella, Biologa nutrizionista
Salve, io mi occupo proprio di casi come il suo. Riconosco che sia difficile trovare un professionista empatico che abbia competenze in materia di rapporto corpo - mente e DCA e a lungo andare questo può scoraggiare i pazienti che hanno bisogno di essere ascoltati in un certo modo senza esser giudicati e senza minimizzare la loro sofferenza. Nel mio caso, se ha bisogno, offro sempre una prima consulenza gratuita per conoscere il paziente e spiegare il percorso che andremo a fare sulla base di ciascuna persona. In bocca al lupo comunque
Mi dispiace, l'approccio di giudizio non dovrebbe mai e dico mai essere l'approccio giusto nel suo caso e in tutti gli altri. Lei sa di avere un DCA, molti tra coloro che si rivolgono a noi non sanno di averlo. Non sei complicata, sei normalmente complessa, come tutti.
Leggendo le tue parole è chiaro quanto tu abbia già fatto un enorme lavoro su te stessa: riconoscere un possibile DCA, iniziare un percorso di analisi personale, e avere il desiderio di riprovare nonostante esperienze precedenti difficili è segno di grande consapevolezza e forza, anche se probabilmente tu non la percepisci così.
Non sei “complicata”: sei una persona con una storia complessa
Voglio dirti subito una cosa: non sei “difficile da seguire”.
Se in passato ti sei sentita giudicata o trattata solo in base ai risultati sulla bilancia, questo non definisce chi sei né cosa meriti. Significa solo che non hai ancora incontrato un professionista capace di accogliere davvero la tua storia e di lavorare con te — non su di te.
Un percorso nutrizionale efficace, nel tuo caso, deve essere integrato e non punitivo
Con un DCA (o un sospetto di DCA), il lavoro nutrizionale deve:
• essere graduale,
• evitare approcci rigidi e restrittivi,
• integrare costantemente la componente emotiva,
• valorizzare ciò che funziona, non punire ciò che non va,
• essere calibrato sulle tue attuali possibilità fisiche.
L’obiettivo non è “fare la dieta perfetta”, ma ricostruire un rapporto più sicuro con il cibo e con te stessa, passo dopo passo.
L’attività fisica non è obbligatoria per iniziare
Il fatto che ora tu non possa allenarti non è un ostacolo al percorso. Puoi lavorare su:
• regolarità alimentare,
• gestione degli stimoli e delle emozioni,
• riduzione del binge o delle restrizioni,
• costruzione di routine che ti facciano sentire più stabile.
L’attività fisica la reinserirai quando sarà possibile, senza fretta e senza pressione.
Come dovrebbe essere il professionista giusto per te
Da ciò che racconti, è fondamentale che il nutrizionista:
• abbia esperienza o sensibilità specifica sui DCA,
• non utilizzi approcci moralistici o colpevolizzanti,
• lavori in coordinamento con il tuo percorso psicologico,
• ti accompagni, invece di giudicare, nelle eventuali ricadute (che sono parte del percorso, non un fallimento).
Un professionista adeguato non si aspetta linearità, ma ti aiuta a costruire resilienza, non perfezione.
Cosa puoi fare concretamente adesso
Ti suggerisco alcuni passi pratici per orientarti:
1. Cerca un nutrizionista/dietista che lavori in approccio non restrittivo, mindful eating o integrato con psicoterapia.
2. Spiega fin da subito la tua storia, come hai fatto qui: chi ti ascolta davvero non scapperà.
3. Stabilisci obiettivi diversi dal peso, come regolarità dei pasti, riduzione del senso di fallimento, miglior rapporto col corpo.
4. Pretendi un clima di accoglienza, non di giudizio.
Non sei “complicata”: sei una persona con una storia complessa
Voglio dirti subito una cosa: non sei “difficile da seguire”.
Se in passato ti sei sentita giudicata o trattata solo in base ai risultati sulla bilancia, questo non definisce chi sei né cosa meriti. Significa solo che non hai ancora incontrato un professionista capace di accogliere davvero la tua storia e di lavorare con te — non su di te.
Un percorso nutrizionale efficace, nel tuo caso, deve essere integrato e non punitivo
Con un DCA (o un sospetto di DCA), il lavoro nutrizionale deve:
• essere graduale,
• evitare approcci rigidi e restrittivi,
• integrare costantemente la componente emotiva,
• valorizzare ciò che funziona, non punire ciò che non va,
• essere calibrato sulle tue attuali possibilità fisiche.
L’obiettivo non è “fare la dieta perfetta”, ma ricostruire un rapporto più sicuro con il cibo e con te stessa, passo dopo passo.
L’attività fisica non è obbligatoria per iniziare
Il fatto che ora tu non possa allenarti non è un ostacolo al percorso. Puoi lavorare su:
• regolarità alimentare,
• gestione degli stimoli e delle emozioni,
• riduzione del binge o delle restrizioni,
• costruzione di routine che ti facciano sentire più stabile.
L’attività fisica la reinserirai quando sarà possibile, senza fretta e senza pressione.
Come dovrebbe essere il professionista giusto per te
Da ciò che racconti, è fondamentale che il nutrizionista:
• abbia esperienza o sensibilità specifica sui DCA,
• non utilizzi approcci moralistici o colpevolizzanti,
• lavori in coordinamento con il tuo percorso psicologico,
• ti accompagni, invece di giudicare, nelle eventuali ricadute (che sono parte del percorso, non un fallimento).
Un professionista adeguato non si aspetta linearità, ma ti aiuta a costruire resilienza, non perfezione.
Cosa puoi fare concretamente adesso
Ti suggerisco alcuni passi pratici per orientarti:
1. Cerca un nutrizionista/dietista che lavori in approccio non restrittivo, mindful eating o integrato con psicoterapia.
2. Spiega fin da subito la tua storia, come hai fatto qui: chi ti ascolta davvero non scapperà.
3. Stabilisci obiettivi diversi dal peso, come regolarità dei pasti, riduzione del senso di fallimento, miglior rapporto col corpo.
4. Pretendi un clima di accoglienza, non di giudizio.
Buongiorno,
grazie per aver condiviso il suo percorso: non è semplice parlare di queste cose e il fatto che lo stia facendo dimostra già una grande consapevolezza.
Il sovrappeso presente fin dall’infanzia e la difficoltà a mantenere nel tempo i percorsi nutrizionali sono spesso segnali legati a un rapporto complesso con il cibo e con il proprio corpo, e il fatto che abbia già iniziato un percorso di analisi personale è un passo molto importante. Il cambiamento, quando c’è alla base un DCA o un’emotività molto legata al cibo, non può basarsi solo su “diete”: serve un approccio multidisciplinare, graduale e soprattutto non giudicante.
Per quanto riguarda l'attività fisica, il fatto che al momento non possa praticarla non compromette in alcun modo la possibilità di iniziare un percorso nutrizionale efficace. L’attività motoria è utile, ma non è indispensabile nelle fasi iniziali, soprattutto se ci sono limitazioni mediche.
Se desidera, posso seguirla io in questo percorso, integrandomi con il lavoro che sta già facendo con la sua terapeuta.
Resto a disposizione per qualsiasi domanda o dubbio.
Un caro saluto,
Dott. Luigi Morrone
Dietista Biologo Nutrizionista
Specializzato in Disturbi del Comportamento Alimentare
grazie per aver condiviso il suo percorso: non è semplice parlare di queste cose e il fatto che lo stia facendo dimostra già una grande consapevolezza.
Il sovrappeso presente fin dall’infanzia e la difficoltà a mantenere nel tempo i percorsi nutrizionali sono spesso segnali legati a un rapporto complesso con il cibo e con il proprio corpo, e il fatto che abbia già iniziato un percorso di analisi personale è un passo molto importante. Il cambiamento, quando c’è alla base un DCA o un’emotività molto legata al cibo, non può basarsi solo su “diete”: serve un approccio multidisciplinare, graduale e soprattutto non giudicante.
Per quanto riguarda l'attività fisica, il fatto che al momento non possa praticarla non compromette in alcun modo la possibilità di iniziare un percorso nutrizionale efficace. L’attività motoria è utile, ma non è indispensabile nelle fasi iniziali, soprattutto se ci sono limitazioni mediche.
Se desidera, posso seguirla io in questo percorso, integrandomi con il lavoro che sta già facendo con la sua terapeuta.
Resto a disposizione per qualsiasi domanda o dubbio.
Un caro saluto,
Dott. Luigi Morrone
Dietista Biologo Nutrizionista
Specializzato in Disturbi del Comportamento Alimentare
Cara
aver compreso qual è il percorso è già il primo passo per la corretta cura. Dal punto di vista psicologico se ha già impostato un percorso con supporto specialistico ha fatto benissimo in quanto per un DCA è fondamentale abbinare un approccio nutrizionalmente corretto e sostenibile ad un supporto più comportamentale. Ovviamente anche l'aspetto nutrizionale è altrettanto importante.
il mio consiglio è di farsi seguire anche da un Medico Chirurgo specialista in Scienza dell'alimentazione.
Non so dove abita. Io sono su Milano/Monza
un cordiale saluto
Dott.ssa Laura Folini
aver compreso qual è il percorso è già il primo passo per la corretta cura. Dal punto di vista psicologico se ha già impostato un percorso con supporto specialistico ha fatto benissimo in quanto per un DCA è fondamentale abbinare un approccio nutrizionalmente corretto e sostenibile ad un supporto più comportamentale. Ovviamente anche l'aspetto nutrizionale è altrettanto importante.
il mio consiglio è di farsi seguire anche da un Medico Chirurgo specialista in Scienza dell'alimentazione.
Non so dove abita. Io sono su Milano/Monza
un cordiale saluto
Dott.ssa Laura Folini
Buonasera,
il fatto che stia riflettendo in modo così lucido sul suo percorso è già un passo molto importante. Riconoscere le proprie difficoltà, cercare un aiuto adatto e voler ricominciare con consapevolezza significa che è pronta per un tipo di lavoro più profondo e sostenibile rispetto alle esperienze passate.
Le lascio alcuni punti che possono aiutarla a scegliere il professionista giusto e a impostare il percorso in modo efficace.
**1. Scegliere il nutrizionista adatto**
Cerchi un professionista che abbia esperienza o formazione specifica in *disturbi del comportamento alimentare* e *psicologia dell’alimentazione*.
Un buon nutrizionista, in questi casi, non imposta solo uno schema alimentare, ma lavora su:
* la relazione con il cibo;
* la gestione delle emozioni legate all’alimentazione;
* il superamento del giudizio e del senso di colpa.
È importante che durante il primo colloquio lei si senta ascoltata e non valutata: questo è un criterio essenziale per capire se è la persona giusta.
**2. Collaborazione tra nutrizionista e psicologo**
Poiché sta già affrontando un percorso di analisi personale, il lavoro con il nutrizionista può integrarsi molto bene con quello psicologico.
È utile che i due professionisti, se lei è d’accordo, si confrontino almeno una volta: questo permette di creare un piano coerente, in cui il cibo non è più una battaglia, ma uno strumento di equilibrio.
**3. Obiettivi realistici e graduali**
Nella sua situazione non serve pensare subito alla perdita di peso, ma a costruire:
* una routine alimentare regolare;
* un rapporto più neutro e sereno con il cibo;
* la capacità di riconoscere la fame fisica e quella emotiva.
La perdita di peso arriverà come conseguenza naturale di una relazione più sana con il corpo e con l’alimentazione.
**4. Attività fisica e salute**
In questa fase, se è impossibilitata a fare palestra o danza, può concentrarsi su aspetti che aiutano comunque il corpo: una buona idratazione, il sonno regolare, la respirazione e piccole routine di movimento dolce appena sarà possibile. Anche pochi minuti di camminata o esercizi di stretching leggeri, quando potrà, sono sufficienti per iniziare.
**5. Rapporto con i “fallimenti”**
Le ricadute non significano fallimento, ma fanno parte del processo. Un nutrizionista empatico la aiuterà a interpretare quei momenti come informazioni utili, non come errori. Il percorso giusto è quello che tiene conto dei suoi tempi e della sua storia, senza punizioni né schemi rigidi.
In sintesi, le consiglio di cercare un nutrizionista specializzato in disturbi del comportamento alimentare, che lavori con un approccio empatico, flessibile e in coordinamento con la psicologa.
il fatto che stia riflettendo in modo così lucido sul suo percorso è già un passo molto importante. Riconoscere le proprie difficoltà, cercare un aiuto adatto e voler ricominciare con consapevolezza significa che è pronta per un tipo di lavoro più profondo e sostenibile rispetto alle esperienze passate.
Le lascio alcuni punti che possono aiutarla a scegliere il professionista giusto e a impostare il percorso in modo efficace.
**1. Scegliere il nutrizionista adatto**
Cerchi un professionista che abbia esperienza o formazione specifica in *disturbi del comportamento alimentare* e *psicologia dell’alimentazione*.
Un buon nutrizionista, in questi casi, non imposta solo uno schema alimentare, ma lavora su:
* la relazione con il cibo;
* la gestione delle emozioni legate all’alimentazione;
* il superamento del giudizio e del senso di colpa.
È importante che durante il primo colloquio lei si senta ascoltata e non valutata: questo è un criterio essenziale per capire se è la persona giusta.
**2. Collaborazione tra nutrizionista e psicologo**
Poiché sta già affrontando un percorso di analisi personale, il lavoro con il nutrizionista può integrarsi molto bene con quello psicologico.
È utile che i due professionisti, se lei è d’accordo, si confrontino almeno una volta: questo permette di creare un piano coerente, in cui il cibo non è più una battaglia, ma uno strumento di equilibrio.
**3. Obiettivi realistici e graduali**
Nella sua situazione non serve pensare subito alla perdita di peso, ma a costruire:
* una routine alimentare regolare;
* un rapporto più neutro e sereno con il cibo;
* la capacità di riconoscere la fame fisica e quella emotiva.
La perdita di peso arriverà come conseguenza naturale di una relazione più sana con il corpo e con l’alimentazione.
**4. Attività fisica e salute**
In questa fase, se è impossibilitata a fare palestra o danza, può concentrarsi su aspetti che aiutano comunque il corpo: una buona idratazione, il sonno regolare, la respirazione e piccole routine di movimento dolce appena sarà possibile. Anche pochi minuti di camminata o esercizi di stretching leggeri, quando potrà, sono sufficienti per iniziare.
**5. Rapporto con i “fallimenti”**
Le ricadute non significano fallimento, ma fanno parte del processo. Un nutrizionista empatico la aiuterà a interpretare quei momenti come informazioni utili, non come errori. Il percorso giusto è quello che tiene conto dei suoi tempi e della sua storia, senza punizioni né schemi rigidi.
In sintesi, le consiglio di cercare un nutrizionista specializzato in disturbi del comportamento alimentare, che lavori con un approccio empatico, flessibile e in coordinamento con la psicologa.
Buonasera
Un professionista deve essere empatico cara o non è in grado di creare un percorso funzionale.
Mi spiace tuti sia scontrata con colleghi sbrigativi. Ti auguro di trovare qualcosa di meglio
Un professionista deve essere empatico cara o non è in grado di creare un percorso funzionale.
Mi spiace tuti sia scontrata con colleghi sbrigativi. Ti auguro di trovare qualcosa di meglio
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso la sua storia con tanta sincerità. Capisco quanto possa essere faticoso affrontare un percorso quando alle spalle ci sono esperienze che l’hanno fatta sentire giudicata o non compresa. È importante invece che si senta accolta, rispettata e accompagnata con empatia.
Il fatto che abbia già iniziato un percorso personale e che desideri affiancarlo a un supporto nutrizionale è un passo molto importante: significa che sta costruendo le basi per un cambiamento più profondo e duraturo.
Le suggerisco di rivolgersi a un professionista che abbia esperienza nell’ambito dei disturbi del comportamento alimentare e che lavori con un approccio non giudicante, centrato sulla persona e non solo sul peso. Un lavoro integrato tra psicologo e nutrizionista può aiutarla a costruire un rapporto più sereno con il cibo e con il suo corpo, rispettando i suoi tempi e le sue esigenze attuali, anche dal punto di vista fisico.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento o per valutare insieme il percorso più adatto a lei.
Il fatto che abbia già iniziato un percorso personale e che desideri affiancarlo a un supporto nutrizionale è un passo molto importante: significa che sta costruendo le basi per un cambiamento più profondo e duraturo.
Le suggerisco di rivolgersi a un professionista che abbia esperienza nell’ambito dei disturbi del comportamento alimentare e che lavori con un approccio non giudicante, centrato sulla persona e non solo sul peso. Un lavoro integrato tra psicologo e nutrizionista può aiutarla a costruire un rapporto più sereno con il cibo e con il suo corpo, rispettando i suoi tempi e le sue esigenze attuali, anche dal punto di vista fisico.
Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento o per valutare insieme il percorso più adatto a lei.
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