Buonasera Dottori. più di 5 anni fa, ho perso il mio ex fidanzato a seguito di un suicidio. Aveva
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risposte
Buonasera Dottori.
più di 5 anni fa, ho perso il mio ex fidanzato a seguito di un suicidio. Avevamo interrotto la nostra relazione da qualche mese ma ancora oggi, ne soffro.
La mia vita è andata avanti, convivo e lavoro a tempo pieno ma ogni tanto, il “fantasma del lutto “ si fa sentire.
Credo che il problema sia nel fatto che lui, non abbia lasciato una lettera o comunque una spiegazione sul perché abbia deciso di fare questo gesto. Ho il terrore che lui abbia deciso a seguito della nostra separazione. L’ho amato tantissimo ma purtroppo non eravamo felici.
Qualche giorno fa ho ritrovato uno screenshot di un suo messaggio che mi ha messo tantissima angoscia. Diceva di amarmi ma che mi avrebbe “lasciata andare” per non farmi soffrire.
Secondo il vostro parere dopo quanto il lutto si può dire elaborato?
Perché io dopo 5 anni mi sembra di non esserci ancora riuscita.
Vi ringrazio per il vostro tempo.
più di 5 anni fa, ho perso il mio ex fidanzato a seguito di un suicidio. Avevamo interrotto la nostra relazione da qualche mese ma ancora oggi, ne soffro.
La mia vita è andata avanti, convivo e lavoro a tempo pieno ma ogni tanto, il “fantasma del lutto “ si fa sentire.
Credo che il problema sia nel fatto che lui, non abbia lasciato una lettera o comunque una spiegazione sul perché abbia deciso di fare questo gesto. Ho il terrore che lui abbia deciso a seguito della nostra separazione. L’ho amato tantissimo ma purtroppo non eravamo felici.
Qualche giorno fa ho ritrovato uno screenshot di un suo messaggio che mi ha messo tantissima angoscia. Diceva di amarmi ma che mi avrebbe “lasciata andare” per non farmi soffrire.
Secondo il vostro parere dopo quanto il lutto si può dire elaborato?
Perché io dopo 5 anni mi sembra di non esserci ancora riuscita.
Vi ringrazio per il vostro tempo.
Salve, la ringrazio per aver avuto la forza di condividere con noi tutto questo. Immagino quanto possa essere faticosa la situazione. L'elaborazione del lutto è un processo che avviene dentro ognuno di noi in maniera differente, ci può volere più o meno tempo. Quello che è importante è riservare uno spazio per se stessi dove si cerca di comprendere meglio le proprie emozioni al riguardo, provando a costruire nuovi significati che possano ridefinire la narrazione in maniera funzionale. Quindi l'unica che può definire il lutto come elaborato è lei, una volta che ha compreso tutto ciò che sente e che è accaduto.
Le mando un caro saluto
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Buongiorno,
comprendo perfettamente il senso di "irrisolto" che vive. Anche se la vita va avanti e fortunatamente la nostra mente ed il nostro corpo ci aiutano a sopravvivere e a vivere funzionando anche bene, qualcosa sembra restare in sospeso. Lei dice bene, la sua mente, non trovando risposte, prova a rifare tutto il giro per riuscire a chiudere il cerchio. Ma non trovando una risposta che la convinca, rifà lo stesso tragitto, ancora e ancora.
Non so se lei ha provato a fare un percorso di terapia. Quello che posso dirle è che non c'è un tempo prestabilito per elaborare un lutto. A volte, va da sé. Altre volte c'è bisogno di un aiuto e di più impegno. Io, sono a disposizione, se lo desidera.
Merita anche lei la serenità e di chiudere quel cerchio.
comprendo perfettamente il senso di "irrisolto" che vive. Anche se la vita va avanti e fortunatamente la nostra mente ed il nostro corpo ci aiutano a sopravvivere e a vivere funzionando anche bene, qualcosa sembra restare in sospeso. Lei dice bene, la sua mente, non trovando risposte, prova a rifare tutto il giro per riuscire a chiudere il cerchio. Ma non trovando una risposta che la convinca, rifà lo stesso tragitto, ancora e ancora.
Non so se lei ha provato a fare un percorso di terapia. Quello che posso dirle è che non c'è un tempo prestabilito per elaborare un lutto. A volte, va da sé. Altre volte c'è bisogno di un aiuto e di più impegno. Io, sono a disposizione, se lo desidera.
Merita anche lei la serenità e di chiudere quel cerchio.
L'elaborazione del lutto è un processo complesso e profondo che, come tale, richiede del tempo. In certi casi, può essere utile un aiuto professionale affinché tale elaborazione avvenga in maniera positiva.
Se sente di non aver ancora risolto dentro di sé quella perdita e di non riuscire a farlo in autonomia, sono a Sua disposizione per aiutarLa.
Elaborare la perdita di una persona cara non è mai semplice. Chiedere aiuto per farlo denota grande forza e coraggio. Si dia questa possibilità.
Se sente di non aver ancora risolto dentro di sé quella perdita e di non riuscire a farlo in autonomia, sono a Sua disposizione per aiutarLa.
Elaborare la perdita di una persona cara non è mai semplice. Chiedere aiuto per farlo denota grande forza e coraggio. Si dia questa possibilità.
Gentile, desidero innanzitutto esprimerle tutta la mia vicinanza per il dolore che sta portando e per il coraggio che ha mostrato nel condividere una storia così delicata. Dopo la perdita di una persona amata in modo tanto traumatico, è profondamente umano che il “fantasma del lutto” possa ancora riaffiorare, anche a distanza di anni, soprattutto quando permangono domande senza risposta. Il percorso di elaborazione del lutto non segue tempi prestabiliti: ogni persona ha il proprio ritmo e talvolta alcune ferite restano più sensibili, soprattutto se legate a sentimenti di colpa, rimpianto o alla mancanza di spiegazioni definitive. In questi casi, può essere prezioso concedersi la possibilità di esplorare le proprie emozioni più in profondità e accogliere la sofferenza senza giudicarsi, magari con il sostegno di un percorso terapeutico che offre uno spazio protetto dove affrontare questi pensieri e trasformare gradualmente il dolore. Dott.ssa Rizzotti
Buonasera a lei. In questo caso parliamo di un lutto complicato dal suicidio e dal fatto che lui non abbia dato grandi spiegazioni per il gesto, pertanto si va oltre i normali tempi di elaborazione del lutto. Potrebbe serpeggiare in lei un senso di colpa, anche se non supportato da una base di realtà, che non le ha ancora permesso di elaborare il lutto fino in fondo. Va comunque detto che il ricordo del fatto e della persona è normale che torni alla mente, ma i segni che qualcosa nel processo di elaborazione vada ancora fatto sono i sintomi di terrore e di angoscia che lei segnala. Le consiglio di farsi aiutare in questo processo da un/una psicoterapeuta che pratichi l'EMDR o altri approcci sensomotori. Un cordiale saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni
Dott.ssa Marina Bonadeni
Le sue parole trasmettono il peso di un dolore che, sebbene trascorso nel tempo, continua a far sentire la propria presenza.
Quando si perde qualcuno in modo così tragico e improvviso, il processo del lutto può diventare complesso, soprattutto se restano domande senza risposta. Il fatto che non ci sia stata una spiegazione esplicita da parte del suo ex compagno può aver lasciato uno spazio aperto, dove si intrecciano sensi di colpa, ipotesi e angosce. È umano, in questi casi, chiedersi se si sarebbe potuto fare qualcosa di diverso.
Tuttavia, elaborare un lutto non significa "dimenticare" o "smettere di soffrire", ma riuscire a trovare un posto dentro di sé dove custodire il ricordo, senza che questo continui a ferire profondamente o ostacolare il presente. La sua consapevolezza, la capacità di mettere in parole ciò che sente, è già un primo passo importante. Se il dolore torna ciclicamente, come una ferita che si riapre, forse potrebbe essere utile affrontarlo in uno spazio protetto per poterlo finalmente attraversare con maggior chiarezza, senza restarne sopraffatta. Non è mai “troppo tardi” per prendersi cura di un dolore.
Un caro saluto
Quando si perde qualcuno in modo così tragico e improvviso, il processo del lutto può diventare complesso, soprattutto se restano domande senza risposta. Il fatto che non ci sia stata una spiegazione esplicita da parte del suo ex compagno può aver lasciato uno spazio aperto, dove si intrecciano sensi di colpa, ipotesi e angosce. È umano, in questi casi, chiedersi se si sarebbe potuto fare qualcosa di diverso.
Tuttavia, elaborare un lutto non significa "dimenticare" o "smettere di soffrire", ma riuscire a trovare un posto dentro di sé dove custodire il ricordo, senza che questo continui a ferire profondamente o ostacolare il presente. La sua consapevolezza, la capacità di mettere in parole ciò che sente, è già un primo passo importante. Se il dolore torna ciclicamente, come una ferita che si riapre, forse potrebbe essere utile affrontarlo in uno spazio protetto per poterlo finalmente attraversare con maggior chiarezza, senza restarne sopraffatta. Non è mai “troppo tardi” per prendersi cura di un dolore.
Un caro saluto
Gentile Utente,
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità un dolore così profondo e intimo. Le sue parole raccontano di una ferita ancora viva, che nonostante il tempo trascorso continua a far sentire la sua presenza. È una cosa che accade più spesso di quanto si possa immaginare, ed è perfettamente comprensibile.
L’assenza di una spiegazione, di una lettera, può rendere tutto più difficile, perché il lutto si intreccia con il dubbio, con l'insicurezza e con l’angoscia.
Molti si chiedono dopo quanto tempo un lutto possa considerarsi elaborato, ma non esiste una misura universale. L’elaborazione è un processo profondamente personale, che segue tempi, modi e percorsi differenti per ciascuno di noi. Può provare a considerare il lutto come un cammino fatto di fasi, ma non sempre lineari: si può andare avanti, poi tornare indietro, poi riprendere. Non è un sentiero dritto, ma piuttosto un movimento circolare, che nel tempo può ripresentarsi con intensità diverse, soprattutto in momenti della vita emotivamente significativi.
Il dolore che sente ora, dopo cinque anni, non significa che Lei non abbia “elaborato” il lutto. Significa, piuttosto, che quella perdita ha lasciato una traccia profonda, e che la sua psiche continua a cercare un posto dove poterla collocare con un senso che sia accettabile per Lei.
Quel messaggio ritrovato, che tanto l’ha scossa, è una porta aperta sul passato: riporta alla luce emozioni, ricordi, paure, amore. E anche se la sua vita oggi è cambiata, è normale che certe ferite non si chiudano del tutto, soprattutto quando la separazione è avvenuta in un modo così doloroso e traumatico.
Il fatto che ogni tanto “il fantasma del lutto” si faccia sentire non è un segno di debolezza o di stagnazione. È una testimonianza della profondità del legame, della complessità dell’esperienza vissuta.
Le suggerisco di accogliere con gentilezza anche queste riemersioni del dolore. A volte, trovare uno spazio sicuro dove poter esplorare questi vissuti, come in un percorso analitico, può offrire sostegno e permettere di dare significato a ciò che ancora sembra non averne.
Un caro saluto
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità un dolore così profondo e intimo. Le sue parole raccontano di una ferita ancora viva, che nonostante il tempo trascorso continua a far sentire la sua presenza. È una cosa che accade più spesso di quanto si possa immaginare, ed è perfettamente comprensibile.
L’assenza di una spiegazione, di una lettera, può rendere tutto più difficile, perché il lutto si intreccia con il dubbio, con l'insicurezza e con l’angoscia.
Molti si chiedono dopo quanto tempo un lutto possa considerarsi elaborato, ma non esiste una misura universale. L’elaborazione è un processo profondamente personale, che segue tempi, modi e percorsi differenti per ciascuno di noi. Può provare a considerare il lutto come un cammino fatto di fasi, ma non sempre lineari: si può andare avanti, poi tornare indietro, poi riprendere. Non è un sentiero dritto, ma piuttosto un movimento circolare, che nel tempo può ripresentarsi con intensità diverse, soprattutto in momenti della vita emotivamente significativi.
Il dolore che sente ora, dopo cinque anni, non significa che Lei non abbia “elaborato” il lutto. Significa, piuttosto, che quella perdita ha lasciato una traccia profonda, e che la sua psiche continua a cercare un posto dove poterla collocare con un senso che sia accettabile per Lei.
Quel messaggio ritrovato, che tanto l’ha scossa, è una porta aperta sul passato: riporta alla luce emozioni, ricordi, paure, amore. E anche se la sua vita oggi è cambiata, è normale che certe ferite non si chiudano del tutto, soprattutto quando la separazione è avvenuta in un modo così doloroso e traumatico.
Il fatto che ogni tanto “il fantasma del lutto” si faccia sentire non è un segno di debolezza o di stagnazione. È una testimonianza della profondità del legame, della complessità dell’esperienza vissuta.
Le suggerisco di accogliere con gentilezza anche queste riemersioni del dolore. A volte, trovare uno spazio sicuro dove poter esplorare questi vissuti, come in un percorso analitico, può offrire sostegno e permettere di dare significato a ciò che ancora sembra non averne.
Un caro saluto
Buongiorno, intanto grazie per aver condiviso una parte così delicata della tua storia.
La perdita di una persona amata per suicidio è uno dei lutti più complessi da affrontare, specialmente quando rimangono domande senza risposta. È normale che, anche a distanza di anni, il dolore possa riaffiorare, soprattutto se si riattiva attraverso ricordi o oggetti significativi, come quello screenshot.
Non esiste un “tempo giusto” entro cui il lutto dovrebbe essere elaborato, ma in media la sua durata è tra i 6 mesi ed un anno. Ogni percorso è unico e profondamente legato a quanto quella persona ha rappresentato per noi, al modo in cui ci siamo separati e anche al senso di colpa o ai “non detti” rimasti in sospeso.
Il “fantasma del lutto” di cui parli può essere proprio questo: il bisogno di dare un senso, di comprendere ciò che è successo e, forse, di perdonarti per qualcosa che in realtà non dipendeva da te. Spesso chi perde una persona in queste circostanze si ritrova a chiedersi se avrebbe potuto fare qualcosa di diverso, ma è importante ricordare che le decisioni degli altri non sono mai interamente nelle nostre mani.
Se senti che questo dolore è ancora molto presente, può essere utile affrontarlo in uno spazio protetto, magari con l’aiuto di un professionista, per rielaborarlo con più delicatezza.
La perdita di una persona amata per suicidio è uno dei lutti più complessi da affrontare, specialmente quando rimangono domande senza risposta. È normale che, anche a distanza di anni, il dolore possa riaffiorare, soprattutto se si riattiva attraverso ricordi o oggetti significativi, come quello screenshot.
Non esiste un “tempo giusto” entro cui il lutto dovrebbe essere elaborato, ma in media la sua durata è tra i 6 mesi ed un anno. Ogni percorso è unico e profondamente legato a quanto quella persona ha rappresentato per noi, al modo in cui ci siamo separati e anche al senso di colpa o ai “non detti” rimasti in sospeso.
Il “fantasma del lutto” di cui parli può essere proprio questo: il bisogno di dare un senso, di comprendere ciò che è successo e, forse, di perdonarti per qualcosa che in realtà non dipendeva da te. Spesso chi perde una persona in queste circostanze si ritrova a chiedersi se avrebbe potuto fare qualcosa di diverso, ma è importante ricordare che le decisioni degli altri non sono mai interamente nelle nostre mani.
Se senti che questo dolore è ancora molto presente, può essere utile affrontarlo in uno spazio protetto, magari con l’aiuto di un professionista, per rielaborarlo con più delicatezza.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, grazie per aver condiviso una parte così delicata della sua storia.
Il lutto per la perdita di una persona cara, soprattutto in circostanze dolorose come un suicidio, è un’esperienza estremamente complessa e personale. Non esiste un tempo prestabilito entro cui “dovrebbe” essere elaborato: ogni persona affronta il dolore in modo unico e spesso questo processo può durare anni, con momenti di serenità alternati a momenti di difficoltà, come il “fantasma del lutto” che lei descrive.
La mancanza di spiegazioni da parte del suo ex e il senso di colpa o l’angoscia legati al pensiero che la separazione possa essere stata una causa sono aspetti molto comuni in chi vive un lutto traumatico. È importante riconoscere che queste emozioni fanno parte del percorso, ma possono anche rimanere bloccate e impedire un’elaborazione piena del lutto.
Ritrovare messaggi o ricordi che riaccendono il dolore può essere doloroso, ma anche un’opportunità per affrontare quei sentimenti e capire cosa significhino per lei oggi. Se dopo cinque anni sente ancora un forte disagio e difficoltà a trovare pace, può essere un segnale che un supporto specializzato potrebbe aiutarla a gestire meglio queste emozioni e a trovare una sua nuova serenità.
Per approfondire e ricevere un sostegno personalizzato, le consiglio caldamente di rivolgersi a uno specialista, che potrà accompagnarla nel percorso di elaborazione del lutto e della sofferenza legata a questo evento.
Con stima,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Il lutto per la perdita di una persona cara, soprattutto in circostanze dolorose come un suicidio, è un’esperienza estremamente complessa e personale. Non esiste un tempo prestabilito entro cui “dovrebbe” essere elaborato: ogni persona affronta il dolore in modo unico e spesso questo processo può durare anni, con momenti di serenità alternati a momenti di difficoltà, come il “fantasma del lutto” che lei descrive.
La mancanza di spiegazioni da parte del suo ex e il senso di colpa o l’angoscia legati al pensiero che la separazione possa essere stata una causa sono aspetti molto comuni in chi vive un lutto traumatico. È importante riconoscere che queste emozioni fanno parte del percorso, ma possono anche rimanere bloccate e impedire un’elaborazione piena del lutto.
Ritrovare messaggi o ricordi che riaccendono il dolore può essere doloroso, ma anche un’opportunità per affrontare quei sentimenti e capire cosa significhino per lei oggi. Se dopo cinque anni sente ancora un forte disagio e difficoltà a trovare pace, può essere un segnale che un supporto specializzato potrebbe aiutarla a gestire meglio queste emozioni e a trovare una sua nuova serenità.
Per approfondire e ricevere un sostegno personalizzato, le consiglio caldamente di rivolgersi a uno specialista, che potrà accompagnarla nel percorso di elaborazione del lutto e della sofferenza legata a questo evento.
Con stima,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Gentilissima,
difficile poter dare una risposta, l'elaborazione non è legata alla quantità di anni trascorsi dopo l'evento, ma a come viviamo ancora l'evento stesso e la vita attuale dopo di esso. Questo implica che potrebbe essere che non ha effettivamente elaborato il lutto, se così si sente. Ciò suggerisce di affrontare la questione con uno specialista psicologo psicoterapeuta proprio per le emozioni che risente e i pensieri che emergono ancora oggi a riguardo. Affrontare l'evento con un professionista sicuramente aiuta a delucidare le emozioni e la situazione attuale portando una nuova narrativa in cui non sono presenti i "fantasmi del lutto". Spero di averle dato un po' più di chiarezza, per qualsiasi cosa non esiti a contattarmi. Dott.ssa Tommasini
difficile poter dare una risposta, l'elaborazione non è legata alla quantità di anni trascorsi dopo l'evento, ma a come viviamo ancora l'evento stesso e la vita attuale dopo di esso. Questo implica che potrebbe essere che non ha effettivamente elaborato il lutto, se così si sente. Ciò suggerisce di affrontare la questione con uno specialista psicologo psicoterapeuta proprio per le emozioni che risente e i pensieri che emergono ancora oggi a riguardo. Affrontare l'evento con un professionista sicuramente aiuta a delucidare le emozioni e la situazione attuale portando una nuova narrativa in cui non sono presenti i "fantasmi del lutto". Spero di averle dato un po' più di chiarezza, per qualsiasi cosa non esiti a contattarmi. Dott.ssa Tommasini
Gent.ma utente,
grazie per la condivisione del suo vissuto così doloroso e sicuramente impegnativo da affrontare.
Non c'è una risposta alla sua domanda sul tempo necessario a elaborare un lutto, soprattutto quando esso si verifica in circostanze così "innaturali".
Probabilmente ha già svolto un percorso psicologico di aiuto nel superamento di questo trauma. Se così non fosse, è auspicabile che lei valuti questa possibilità.
Il supporto psicologico la potrà aiutare concretamente nel coesistere con i suoi pensieri e le emozioni derivanti. Cancellare il passato è impossibile e l'obiettivo non deve essere dimenticare e lasciarsi tutto alle spalle con indifferenza. E' invece fondamentale saper accettare la presenza di questi sentimenti e capire le informazioni utili che ci possono trasmettere, sganciandosi altresì da ciò che è ridondante e svantaggioso, come insistere nel cercare un motivo a quel gesto estremo, oppure chiedersi cosa pensasse prima di farlo. Sono domande a cui mai nessuno troverà una risposta.
La vita rinasce anche dalle prove più difficili e questo deve essere l'opportunità che dovrà cogliere nell'avvalersi di un supporto professionale. Crescere attraverso il trauma è una possibilità concreta e può renderci più consapevoli della fragilità della vita, ma anche della sua impagabile meraviglia.
Se è vero che il passato ci forma e ci definisce, e torna nei nostri ricordi, è nel presente che possiamo prendere le giuste decisioni per muoverci verso una vita più soddisfacente e realizzante, e in definitiva più felice. Un approccio psicologico basato sull'Acceptance-Commitment-Therapy e sulla pratica della Mindfulness potrebbero essere molto efficaci e di beneficio duraturo nel suo caso specifico.
Resto a disposizione per ulteriori informazioni.
Le auguro il meglio. Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
grazie per la condivisione del suo vissuto così doloroso e sicuramente impegnativo da affrontare.
Non c'è una risposta alla sua domanda sul tempo necessario a elaborare un lutto, soprattutto quando esso si verifica in circostanze così "innaturali".
Probabilmente ha già svolto un percorso psicologico di aiuto nel superamento di questo trauma. Se così non fosse, è auspicabile che lei valuti questa possibilità.
Il supporto psicologico la potrà aiutare concretamente nel coesistere con i suoi pensieri e le emozioni derivanti. Cancellare il passato è impossibile e l'obiettivo non deve essere dimenticare e lasciarsi tutto alle spalle con indifferenza. E' invece fondamentale saper accettare la presenza di questi sentimenti e capire le informazioni utili che ci possono trasmettere, sganciandosi altresì da ciò che è ridondante e svantaggioso, come insistere nel cercare un motivo a quel gesto estremo, oppure chiedersi cosa pensasse prima di farlo. Sono domande a cui mai nessuno troverà una risposta.
La vita rinasce anche dalle prove più difficili e questo deve essere l'opportunità che dovrà cogliere nell'avvalersi di un supporto professionale. Crescere attraverso il trauma è una possibilità concreta e può renderci più consapevoli della fragilità della vita, ma anche della sua impagabile meraviglia.
Se è vero che il passato ci forma e ci definisce, e torna nei nostri ricordi, è nel presente che possiamo prendere le giuste decisioni per muoverci verso una vita più soddisfacente e realizzante, e in definitiva più felice. Un approccio psicologico basato sull'Acceptance-Commitment-Therapy e sulla pratica della Mindfulness potrebbero essere molto efficaci e di beneficio duraturo nel suo caso specifico.
Resto a disposizione per ulteriori informazioni.
Le auguro il meglio. Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Caro paziente,
mi dispiace per il lutto che si è trovata a dover affrontare.
Ad oggi il DMS-5-R riporta una possibile diagnosi di disturbo da lutto prolungato quando la sintomatologia dura per più di 12 mesi dal decesso. Tuttavia, specifico che la sintomatologia riportata dal manuale è molto specifica e dettagliata (ad esempio: Intensa nostalgia/desiderio del defunto, preoccupazioni per i pensieri o i ricordi della persona deceduta, marcato senso di incredulità per la morte, evitamento dei ricordi sul fatto che la persona sia morta, sentire che la vita è priva di significato come risultato della morte ecc...) e devono presentarsi quasi ogni giorno nell'ultimo mese. Nel suo caso, più che un disturbo, credo ci sia la necessitià di ri-narrare la vostra storia d'amore così da poter dare un significato a quanto accaduto. La possibilità di parlarne in uno spazio sicuro, come quello di una psicoterapia, le permetterà di elaborare le emozioni con cui forse fino ad ora non è entrata del tutto a contatto, così da poter inserire questo evento nella narrazione della sua vita e poter andare avanti con serenità.
Un caro saluto
mi dispiace per il lutto che si è trovata a dover affrontare.
Ad oggi il DMS-5-R riporta una possibile diagnosi di disturbo da lutto prolungato quando la sintomatologia dura per più di 12 mesi dal decesso. Tuttavia, specifico che la sintomatologia riportata dal manuale è molto specifica e dettagliata (ad esempio: Intensa nostalgia/desiderio del defunto, preoccupazioni per i pensieri o i ricordi della persona deceduta, marcato senso di incredulità per la morte, evitamento dei ricordi sul fatto che la persona sia morta, sentire che la vita è priva di significato come risultato della morte ecc...) e devono presentarsi quasi ogni giorno nell'ultimo mese. Nel suo caso, più che un disturbo, credo ci sia la necessitià di ri-narrare la vostra storia d'amore così da poter dare un significato a quanto accaduto. La possibilità di parlarne in uno spazio sicuro, come quello di una psicoterapia, le permetterà di elaborare le emozioni con cui forse fino ad ora non è entrata del tutto a contatto, così da poter inserire questo evento nella narrazione della sua vita e poter andare avanti con serenità.
Un caro saluto
Buongiorno. Non c'è un tempo preciso per superare un lutto e alcune volte può essere molto difficoltoso, soprattutto se il rapporto con la persona in oggetto aveva dei sospesi. Da quello che riporta potrebbe non aver ancora superato questo lutto, tra l'altro reso ancora più difficoltoso dalla modalità con cui è avvenuto. A volte, l'intensità di quello che succede è talmente grande che ci porta a bloccare il nostro sistema di elaborazione delle informazioni spontaneo. A mio avviso, per sbloccare questo sistema, potrebbe essere utile provare l'approccio EMDR. Non so se sia a conoscenza di come funzioni, ma, in questi casi, quando alla base di ciò che accade c'è un trauma, l'EMDR può essere una buona via per l'elaborazione dell'evento/lutto.
Salve,lei riferisce una situazione passata che non riesce ad elaborare, in questo caso potrebbe essere molto utile un percorso psicoterapeutico per lavorare su questi fantasmi che si presentano. Saluti
Il lutto per un suicidio è il più difficile da elaborare perché lascia aperte tante domande che non possono ricevere più risposta. Resta il senso di colpa, che si unisce al senso di perdita. Io credo che quello che può fare è aggrapparsi alla frase che le diceva il suo ex "Io ti lascio andare", perché probabilmente voleva vederla felice.
Una cosa che aiuta molto durante la fase di elaborazione del lutto (ma che non vale per forza in tutti i casi) è immaginarci come "eredi" della persona morta, portare sempre un pezzetto di quell'essere umano nella nostra vita. In che cosa il suo ex le ha lasciato il segno? Ci sono dei ricordi belli che la fanno sentire piena d'amore, arricchita da questo incontro? Magari anche una modalità che lui aveva di ridere, di parlare, di amare. Qualcosa che ogni tanto magari si sorprende a fare e che le ricorda lui. Ecco, io credo che questo possa servire a tenere sempre vicino al cuore la persona morta, continuando a vivere la nostra vita anche per lui. Che credo che poi fosse quello che il suo ex si augurava per lei.
Una cosa che aiuta molto durante la fase di elaborazione del lutto (ma che non vale per forza in tutti i casi) è immaginarci come "eredi" della persona morta, portare sempre un pezzetto di quell'essere umano nella nostra vita. In che cosa il suo ex le ha lasciato il segno? Ci sono dei ricordi belli che la fanno sentire piena d'amore, arricchita da questo incontro? Magari anche una modalità che lui aveva di ridere, di parlare, di amare. Qualcosa che ogni tanto magari si sorprende a fare e che le ricorda lui. Ecco, io credo che questo possa servire a tenere sempre vicino al cuore la persona morta, continuando a vivere la nostra vita anche per lui. Che credo che poi fosse quello che il suo ex si augurava per lei.
Gentile Utente,
quello che ha condiviso è molto toccante e posso solo immaginare quanto possa essere difficile portarsi dentro un dolore così profondo, anche dopo diversi anni. Quando una persona cara sceglie di andarsene in quel modo, restano domande senza risposta, sensi di colpa e, spesso, un grande senso di impotenza.
Non c’è un tempo preciso entro cui il lutto dovrebbe essere “elaborato”. È qualcosa di molto personale e nei casi come il suo può rimanere aperto più a lungo, soprattutto quando mancano spiegazioni o quando si teme di aver avuto un ruolo nella sofferenza dell’altro.
Quello che prova è legittimo. Anche se la sua vita è andata avanti, il dolore può tornare a galla, magari in modo inaspettato, come è successo con quel messaggio ritrovato. Non significa che lei non abbia fatto passi avanti ma, forse, c’è ancora una parte di quella storia che chiede spazio, che ha bisogno di essere accolta.
Se sente che questo peso è ancora troppo forte da portare da sola, parlarne con qualcuno può davvero fare la differenza.
Un caro saluto, e grazie per la fiducia con cui si è raccontata.
Dott.ssa Maria Francesca Copani
quello che ha condiviso è molto toccante e posso solo immaginare quanto possa essere difficile portarsi dentro un dolore così profondo, anche dopo diversi anni. Quando una persona cara sceglie di andarsene in quel modo, restano domande senza risposta, sensi di colpa e, spesso, un grande senso di impotenza.
Non c’è un tempo preciso entro cui il lutto dovrebbe essere “elaborato”. È qualcosa di molto personale e nei casi come il suo può rimanere aperto più a lungo, soprattutto quando mancano spiegazioni o quando si teme di aver avuto un ruolo nella sofferenza dell’altro.
Quello che prova è legittimo. Anche se la sua vita è andata avanti, il dolore può tornare a galla, magari in modo inaspettato, come è successo con quel messaggio ritrovato. Non significa che lei non abbia fatto passi avanti ma, forse, c’è ancora una parte di quella storia che chiede spazio, che ha bisogno di essere accolta.
Se sente che questo peso è ancora troppo forte da portare da sola, parlarne con qualcuno può davvero fare la differenza.
Un caro saluto, e grazie per la fiducia con cui si è raccontata.
Dott.ssa Maria Francesca Copani
Buongiorno
l'elaborazione del lutto avviene in modo diverso da individuo ad individuo, il lutto è composto da diverse fasi e ogni persona che lo ha subito deve attraversarle, il tempo che impiega è diverso perchè c'è chi rimane più tempo in una delle sue fasi e chi invece resta lì giusto il tempo necessario.
Spero di esserle stata d'aiuto.
Buona gironata
l'elaborazione del lutto avviene in modo diverso da individuo ad individuo, il lutto è composto da diverse fasi e ogni persona che lo ha subito deve attraversarle, il tempo che impiega è diverso perchè c'è chi rimane più tempo in una delle sue fasi e chi invece resta lì giusto il tempo necessario.
Spero di esserle stata d'aiuto.
Buona gironata
Buonasera, mi dispiace per la sua perdita. Il lutto ha diverse fasi di elaborazione e diversi tempi e ciò dipendono da persona a persona. L'elaborazione del lutto è un processo personale e complesso, ma comunque necessario al fine di superare la perdita e ritrovare un nuovo equilibrio nella vita. Questi sensi di colpa che lei ha derivano da qualche evento o qualche cosa successa tra lei e il suo ex? Come mai si sente in parte colpevole di questo accaduto?
Vivere un lutto è sicuramente un evento molto destabilizzante ed è bene cercare in qualche modo di confrontarsi con le persone a lei care, esprimendo le sue emozioni, il suo dolore, i suoi sentimenti in riferimento alla vicenda e trovando un sostegno amorevole ed emotivo.
Se il dolore è molto intenso e persistente, tale da compromettere la sua vita quotidiana e la sua routine non sorregga questo peso da sola. Oltre che con amici e familiari, può trovare un suo spazio di elaborazione attraverso un sostegno psicologico, in cui poter condividere ed esporre ciò che sente difficile e doloroso.
Un caro saluto
Vivere un lutto è sicuramente un evento molto destabilizzante ed è bene cercare in qualche modo di confrontarsi con le persone a lei care, esprimendo le sue emozioni, il suo dolore, i suoi sentimenti in riferimento alla vicenda e trovando un sostegno amorevole ed emotivo.
Se il dolore è molto intenso e persistente, tale da compromettere la sua vita quotidiana e la sua routine non sorregga questo peso da sola. Oltre che con amici e familiari, può trovare un suo spazio di elaborazione attraverso un sostegno psicologico, in cui poter condividere ed esporre ciò che sente difficile e doloroso.
Un caro saluto
Buongiorno,
purtroppo non è così vero che il tempo cura tutte le ferite. La morte per suicidio di una persona cara richiede sicuramente cure e attenzioni, uno spazio in cui trattare il dolore che comprensibilmente si prova. Il rischio di affidare tutto al passare del tempo è che si nasconda un po' la polvere sotto al tappeto e che questa continui a venir fuori ogni tanto. Si preda cura del suo dolore, ha vissuto un'esperienza molto forte e a distanza di 5 anni quel dolore sembra chiederle di essere accolto ed ascoltato.
Le mando un caro saluto,
Buona giornata
purtroppo non è così vero che il tempo cura tutte le ferite. La morte per suicidio di una persona cara richiede sicuramente cure e attenzioni, uno spazio in cui trattare il dolore che comprensibilmente si prova. Il rischio di affidare tutto al passare del tempo è che si nasconda un po' la polvere sotto al tappeto e che questa continui a venir fuori ogni tanto. Si preda cura del suo dolore, ha vissuto un'esperienza molto forte e a distanza di 5 anni quel dolore sembra chiederle di essere accolto ed ascoltato.
Le mando un caro saluto,
Buona giornata
Buongiorno, il dolore legato a un lutto, in particolare quando si tratta di una perdita improvvisa e traumatica come il suicidio di una persona cara, è un’esperienza profondamente complessa e soggettiva. Non esiste un tempo “standard” oltre il quale si possa dire che il lutto sia completamente elaborato: il processo varia molto da persona a persona e può essere influenzato da diversi fattori, tra cui il tipo di relazione, le circostanze della perdita e il supporto emotivo ricevuto.
Quando le circostanze ci lasciano interrogativi irrisolti, è frequente che il dolore persista più a lungo, accompagnato da sentimenti di colpa, dubbi o pensieri ricorrenti. In questi casi, può essere utile affrontare il lutto in uno spazio protetto e strutturato, ad esempio intraprendendo un percorso di sostegno psicologico, per poter elaborare non solo la perdita, ma anche le domande rimaste senza risposta.
In bocca al lupo.
Quando le circostanze ci lasciano interrogativi irrisolti, è frequente che il dolore persista più a lungo, accompagnato da sentimenti di colpa, dubbi o pensieri ricorrenti. In questi casi, può essere utile affrontare il lutto in uno spazio protetto e strutturato, ad esempio intraprendendo un percorso di sostegno psicologico, per poter elaborare non solo la perdita, ma anche le domande rimaste senza risposta.
In bocca al lupo.
Quello che descrive è un dolore molto profondo e complesso, perché non riguarda soltanto la perdita di una persona importante, ma si intreccia con il senso di colpa, i dubbi e le domande senza risposta. La mancanza di una spiegazione chiara, come una lettera o un messaggio che chiarisse le ragioni del gesto, lascia spesso un vuoto difficile da colmare. Questo vuoto può portare a rimuginare a lungo sulle possibili cause e, in casi come il suo, a temere che la rottura della relazione possa aver influito sulla sua decisione. Dal punto di vista psicologico, il lutto non ha una durata prestabilita. Non esiste un tempo “giusto” entro cui elaborarlo, perché la sua intensità e la sua persistenza dipendono da molti fattori: il legame che c’era, le circostanze della morte, la fase di vita in cui è avvenuta, la presenza o meno di spiegazioni, e le risorse personali ed emotive disponibili. Nei casi di suicidio, l’elaborazione è spesso più lunga e complessa, proprio per la difficoltà a trovare un senso all’accaduto e per il peso delle emozioni contrastanti che si possono provare, come amore, rabbia, colpa e impotenza. A distanza di anni, può accadere che certi ricordi, immagini o frasi ritrovate, come quello screenshot, riattivino in modo intenso il dolore, quasi come se fosse successo di recente. Questo non significa che non abbia fatto progressi, ma che ci sono ferite ancora sensibili. È come se il lutto fosse stato elaborato in parte, ma alcuni aspetti emotivi fossero rimasti irrisolti, soprattutto quelli legati alle domande senza risposta e alla necessità di perdonarsi per ciò che non si è potuto o saputo fare all’epoca. In un percorso cognitivo-comportamentale, si lavora su due fronti. Da una parte, si aiuta la persona a rielaborare il significato dell’evento, cercando di distinguere la propria responsabilità reale da quella percepita, e riducendo il senso di colpa ingiustificato. Dall’altra, si lavora sull’esposizione graduale e guidata ai ricordi dolorosi, per permettere di integrarli nella propria storia senza che ogni volta travolgano con la stessa intensità. Questo tipo di lavoro, se affrontato con continuità, permette di dare al lutto un posto nella propria vita che non sia più paralizzante, pur sapendo che la perdita resterà sempre parte di sé. Il fatto che oggi lei abbia una vita attiva, una relazione e un lavoro è segno che ha trovato modi per andare avanti, ma il dolore che ancora sente le indica che forse ci sono parti di questa esperienza che meritano ancora di essere affrontate con cura e accompagnamento professionale. Il lutto, soprattutto quando riguarda una morte per suicidio, non si “chiude” del tutto, ma può diventare meno invasivo e lasciare più spazio alla serenità, se si riesce a dare un significato nuovo a ciò che è accaduto. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentile utente, la perdita di una persona amata, soprattutto in circostanze così improvvise e traumatiche come un suicidio, lascia spesso un segno che non segue le “tempistiche” di un lutto tradizionale. Quando manca una spiegazione o una lettera, si rimane intrappolati in un labirinto di domande senza risposta, e questo rende difficile dare un senso a ciò che è accaduto.
Il fatto che, dopo 5 anni, la ferita si faccia ancora sentire non significa che lei “non sia riuscita” a elaborare il lutto. In realtà, alcuni lutti non si chiudono mai del tutto: si trasformano, si integrano nella nostra storia di vita, ma restano parte di noi. La sua vita è andata avanti, ha costruito una relazione e un lavoro stabile, ma il “fantasma del lutto” riemerge perché alcune emozioni, come dolore, senso di colpa, nostalgia, non hanno ancora trovato uno spazio sicuro dove essere accolte e rielaborate.
Un percorso mirato di elaborazione del lutto traumatico può aiutarla a mettere ordine tra ricordi, domande e sensi di colpa, trasformando questa esperienza in un capitolo della sua storia che non pesa più con la stessa intensità. Il tempo, da solo, non basta sempre: è la qualità del lavoro interiore che può fare la differenza.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Alessandra Di Fenza
Il fatto che, dopo 5 anni, la ferita si faccia ancora sentire non significa che lei “non sia riuscita” a elaborare il lutto. In realtà, alcuni lutti non si chiudono mai del tutto: si trasformano, si integrano nella nostra storia di vita, ma restano parte di noi. La sua vita è andata avanti, ha costruito una relazione e un lavoro stabile, ma il “fantasma del lutto” riemerge perché alcune emozioni, come dolore, senso di colpa, nostalgia, non hanno ancora trovato uno spazio sicuro dove essere accolte e rielaborate.
Un percorso mirato di elaborazione del lutto traumatico può aiutarla a mettere ordine tra ricordi, domande e sensi di colpa, trasformando questa esperienza in un capitolo della sua storia che non pesa più con la stessa intensità. Il tempo, da solo, non basta sempre: è la qualità del lavoro interiore che può fare la differenza.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Alessandra Di Fenza
Salve, intanto grazie per il racconto, vorrei consigliarti di affrontare qualche consulenza in modo da parlarne meglio e liberamente rispetto alla questione. Grazie
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