Buonasera dottori, Non so se sono nella sezione giusta ma ho veramente bisogno di aiuto. Sono una
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Buonasera dottori,
Non so se sono nella sezione giusta ma ho veramente bisogno di aiuto.
Sono una Donna di 40 anni che sta con suo marito da 17 anni, purtroppo ho sviluppato una gelosia iper controllante da circa un anno. Mio marito guarda e fissa spesso altre donne da sempre, di recente gli ho controllato il telefono (mai fatto prima d'ora) dove ho trovato chat con un amico del calcetto dove parlavano solo di femmine. Si i nviavano reel di donne mezze nude e provocanti, premetto che i commenti non erano volgari ma tutti del tipo (questa ha due bombe esagerate). Ad oggi gli ho privato di tutto non va più a giocare a calcetto, non esce più con i colleghi a cena perché ho paura dei suo continui sguardi ad altre donne mentre è fuori. Sto in ansia anche quando è a lavoro perché lavora con ragazze molto giovani. Litighiamo spesso, lo accuso sempre di volermi tradire visto gli sguardi insistenti verso tutte, dalle giovani alle grandi senza distinzione. Mi sto ammalano ed ho perso molti kg perché non mi sento abbastanza. Tuttavia mio marito a sua volta si sta provando forzatamente di tutto, anche di un semplice caffè al bar prima di entrare a lavoro. Come posso fare a tornare come ero prima? Perché il mio pensiero è solo quello di lasciarlo per via degli atteggiamenti, ma abbiamo un figlio di 15 anni ed io dovrei tornare nella mia città natale a 1000 km da qui. Lui dice che mi ama, che anche se guarda non prov a desiderio sessuale, che non riesce a immaginare la sua vita senza di me e non mi tradirebbe mai, ma io non riesco a credergli. Sto sbagliando a privargli tutto perché entro in ansia? Per favore aiutatemi a capire cosa è successo e se ho bisogno di fare terapia per non prendere una decisione sbagliata . Grazie infinitamente a tutti.
Non so se sono nella sezione giusta ma ho veramente bisogno di aiuto.
Sono una Donna di 40 anni che sta con suo marito da 17 anni, purtroppo ho sviluppato una gelosia iper controllante da circa un anno. Mio marito guarda e fissa spesso altre donne da sempre, di recente gli ho controllato il telefono (mai fatto prima d'ora) dove ho trovato chat con un amico del calcetto dove parlavano solo di femmine. Si i nviavano reel di donne mezze nude e provocanti, premetto che i commenti non erano volgari ma tutti del tipo (questa ha due bombe esagerate). Ad oggi gli ho privato di tutto non va più a giocare a calcetto, non esce più con i colleghi a cena perché ho paura dei suo continui sguardi ad altre donne mentre è fuori. Sto in ansia anche quando è a lavoro perché lavora con ragazze molto giovani. Litighiamo spesso, lo accuso sempre di volermi tradire visto gli sguardi insistenti verso tutte, dalle giovani alle grandi senza distinzione. Mi sto ammalano ed ho perso molti kg perché non mi sento abbastanza. Tuttavia mio marito a sua volta si sta provando forzatamente di tutto, anche di un semplice caffè al bar prima di entrare a lavoro. Come posso fare a tornare come ero prima? Perché il mio pensiero è solo quello di lasciarlo per via degli atteggiamenti, ma abbiamo un figlio di 15 anni ed io dovrei tornare nella mia città natale a 1000 km da qui. Lui dice che mi ama, che anche se guarda non prov a desiderio sessuale, che non riesce a immaginare la sua vita senza di me e non mi tradirebbe mai, ma io non riesco a credergli. Sto sbagliando a privargli tutto perché entro in ansia? Per favore aiutatemi a capire cosa è successo e se ho bisogno di fare terapia per non prendere una decisione sbagliata . Grazie infinitamente a tutti.
Buonasera, in base a quanto ha scritto, credo che un percorso di terapia potrebbe esserle molto utile, se non altro per non stare così male, quando si trova in situazioni in cui "non si sente abbastanza".
Dato che la questione è complessa e richiederebbe molto più tempo e attenzione che una semplice risposta scritta, la rimando ad un eventuale colloquio, per il quale io o altri colleghi siamo a disposizione.
Dato che la questione è complessa e richiederebbe molto più tempo e attenzione che una semplice risposta scritta, la rimando ad un eventuale colloquio, per il quale io o altri colleghi siamo a disposizione.
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Da un lato c’è la ferita profonda legata al sentirsi poco desiderata e poco “abbastanza”, che si è riattivata con forza nell’ultimo anno e che alimenta il vissuto di minaccia costante. Dall’altro lato, c’è il comportamento di suo marito — gli sguardi insistenti e le chat con contenuti sessualizzati — che, pur non costituendo un tradimento concreto, per lei rappresentano qualcosa che tocca corde molto sensibili: il sentirsi messa a confronto, svalutata, potenzialmente sostituibile.
Quando in una relazione si attivano queste dinamiche, si innesca spesso un circolo vizioso: più lei cerca di controllare e prevenire ogni possibile fonte di minaccia, più aumenta la tensione nella coppia e più il partner, per non confliggere continuamente, riduce la sua libertà e si “adegua” per quieto vivere. Tuttavia, questo adeguamento forzato non placa la sua paura, perché la fonte dell’ansia non è realmente neutralizzata; anzi, la mente, sentendo la paura non placarsi nonostante i controlli, tende ad aumentare ulteriormente i comportamenti di sorveglianza, creando una spirale sempre più stretta.
Dal punto di vista psicologico, quello che spesso avviene in situazioni simili è che uno stimolo inizialmente fastidioso ma gestibile (ad esempio lo sguardo verso altre persone) si trasformi, nel tempo, in un “trigger” che riattiva schemi profondi di insicurezza, paura dell’abbandono, vissuti di inadeguatezza o esperienze relazionali passate in cui si è stati svalutati o traditi.
Spesso, quando ci si trova immersi in dinamiche così intense, si desidera poter recuperare quella fiducia spontanea e quella serenità che si avevano prima che tutto iniziasse. È importante riconoscere che tornare “esattamente” a come era prima potrebbe non essere realistico, perché la relazione e lei stessa sono cambiate. Ma questo non significa che non possa costruire una nuova forma di fiducia e sicurezza, più consapevole e più radicata, a partire dalla comprensione profonda di ciò che si è attivato dentro di lei in quest’ultimo anno.
Quando in una relazione si attivano queste dinamiche, si innesca spesso un circolo vizioso: più lei cerca di controllare e prevenire ogni possibile fonte di minaccia, più aumenta la tensione nella coppia e più il partner, per non confliggere continuamente, riduce la sua libertà e si “adegua” per quieto vivere. Tuttavia, questo adeguamento forzato non placa la sua paura, perché la fonte dell’ansia non è realmente neutralizzata; anzi, la mente, sentendo la paura non placarsi nonostante i controlli, tende ad aumentare ulteriormente i comportamenti di sorveglianza, creando una spirale sempre più stretta.
Dal punto di vista psicologico, quello che spesso avviene in situazioni simili è che uno stimolo inizialmente fastidioso ma gestibile (ad esempio lo sguardo verso altre persone) si trasformi, nel tempo, in un “trigger” che riattiva schemi profondi di insicurezza, paura dell’abbandono, vissuti di inadeguatezza o esperienze relazionali passate in cui si è stati svalutati o traditi.
Spesso, quando ci si trova immersi in dinamiche così intense, si desidera poter recuperare quella fiducia spontanea e quella serenità che si avevano prima che tutto iniziasse. È importante riconoscere che tornare “esattamente” a come era prima potrebbe non essere realistico, perché la relazione e lei stessa sono cambiate. Ma questo non significa che non possa costruire una nuova forma di fiducia e sicurezza, più consapevole e più radicata, a partire dalla comprensione profonda di ciò che si è attivato dentro di lei in quest’ultimo anno.
Comprendo profondamente la sofferenza che sta vivendo: la gelosia, soprattutto quando diventa fonte di ansia e controllo, può generare grande dolore e distanza nella coppia. Ciò che descrive non è “sbagliato” in sé, ma rappresenta un tentativo – comprensibile – di gestire l’insicurezza e la paura di perdere l’altro. Tuttavia, queste strategie finiscono spesso per amplificare il disagio.
È importante ricordare che la fiducia e l’autostima possono essere ricostruite, anche attraverso un percorso di consapevolezza e sostegno terapeutico. Se desidera, possiamo fissare un incontro per approfondire insieme la situazione e lavorare su strumenti che le permettano di ritrovare equilibrio e serenità.
È importante ricordare che la fiducia e l’autostima possono essere ricostruite, anche attraverso un percorso di consapevolezza e sostegno terapeutico. Se desidera, possiamo fissare un incontro per approfondire insieme la situazione e lavorare su strumenti che le permettano di ritrovare equilibrio e serenità.
Buonasera. Una terapia non può che essere una decisione saggia.
Buonasera, da questo messaggio mi arriva tutta la sua confusione e la sua preoccupazione e da ciò che dice sembra che ormai la situazione sia sfuggita di mano. L'ansia e la paura che prova le stanno facendo attuare ciò che lei ritiene essere una soluzione ma, come avrà notato, sono atteggiamenti che non solo non hanno risolto nulla ma stanno contribuendo a peggiorare il tutto. Non può trovare al di fuori la soluzione per ciò che lei ha dentro. Se continua a farsi guidare dalla paura e dall'ansia sarà la paura a condizionare le sue scelte, come ha fatto fino ad ora.
Le consiglio vivamente di intraprendere un percorso terapeutico, la terapia non le dirà quale decisione prendere ma aiuterà a diradare la nebbia dovuta a questa confusione e a quel punto potrà prendere la decisione che riterrà la migliore per sé.
Le consiglio vivamente di intraprendere un percorso terapeutico, la terapia non le dirà quale decisione prendere ma aiuterà a diradare la nebbia dovuta a questa confusione e a quel punto potrà prendere la decisione che riterrà la migliore per sé.
Buonasera,
descrive una situazione molto faticosa che sta vivendo e potrebbe essere utile capire meglio, attraverso un percorso psicologico, quali sono le cause sottostanti ai pensieri ed emozioni intense che sta provando. E' utile anche per capire se i fattori scatenanti possono essere legati ad un disagio personale che si può trasformare in un meccanismo che va a manifestarsi nella relazione, oppure se nasce da una dinamica di coppia che non la rende serena; possono anche essere interconnessi i due aspetti. Se il malessere che sta vivendo risulta per lei, e per la vostra famiglia, particolarmente intenso le consiglio di intraprendere un percorso che possa permetterle di fare luce su questi aspetti e gestirli in modo funzionale.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Chiara Calamida
descrive una situazione molto faticosa che sta vivendo e potrebbe essere utile capire meglio, attraverso un percorso psicologico, quali sono le cause sottostanti ai pensieri ed emozioni intense che sta provando. E' utile anche per capire se i fattori scatenanti possono essere legati ad un disagio personale che si può trasformare in un meccanismo che va a manifestarsi nella relazione, oppure se nasce da una dinamica di coppia che non la rende serena; possono anche essere interconnessi i due aspetti. Se il malessere che sta vivendo risulta per lei, e per la vostra famiglia, particolarmente intenso le consiglio di intraprendere un percorso che possa permetterle di fare luce su questi aspetti e gestirli in modo funzionale.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Chiara Calamida
Buonasera,
Quello che descrive è una situazione di forte sofferenza, che sta generando ansia, insicurezza e conflitti all’interno della coppia. La gelosia, quando diventa iper-controllante, spesso non nasce solo dai comportamenti dell’altro, ma da un profondo senso di inadeguatezza o paura di essere abbandonati o traditi. È come se la mente, per cercare di “controllare” ciò che teme, finisse invece per amplificare il disagio, alimentando dubbi, sospetti e tensioni continue.
È importante riconoscere che il controllo e le restrizioni nei confronti del partner — anche se nascono da un bisogno di rassicurazione — non portano mai alla serenità, né per chi li esercita né per chi li subisce. Il rischio è di creare un circolo vizioso in cui la paura aumenta, la fiducia si riduce e la relazione diventa sempre più tesa.
Tuttavia, è altrettanto comprensibile che lei si senta ferita o non valorizzata da certi atteggiamenti del marito. Vedere il partner guardare altre donne o intrattenersi in chat che oggettivano il corpo femminile può toccare corde molto profonde legate all’autostima, al desiderio di sentirsi scelta, desiderata e rispettata.
In questi casi, un percorso psicologico può essere di grande aiuto per comprendere l’origine di questa gelosia, lavorare sul senso di sé, e trovare modalità più equilibrate di gestione delle emozioni e della comunicazione nella coppia. Non si tratta di “dare ragione” o “torto” a qualcuno, ma di ritrovare un benessere personale che le permetta di scegliere con lucidità come vivere la sua relazione, senza farsi guidare dalla paura.
Le consiglio caldamente di rivolgersi a uno specialista, che possa accompagnarla passo dopo passo in questo percorso di consapevolezza e ricostruzione della fiducia — in sé stessa e nell’altro.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa – Psicoterapeuta – Sessuologa
Quello che descrive è una situazione di forte sofferenza, che sta generando ansia, insicurezza e conflitti all’interno della coppia. La gelosia, quando diventa iper-controllante, spesso non nasce solo dai comportamenti dell’altro, ma da un profondo senso di inadeguatezza o paura di essere abbandonati o traditi. È come se la mente, per cercare di “controllare” ciò che teme, finisse invece per amplificare il disagio, alimentando dubbi, sospetti e tensioni continue.
È importante riconoscere che il controllo e le restrizioni nei confronti del partner — anche se nascono da un bisogno di rassicurazione — non portano mai alla serenità, né per chi li esercita né per chi li subisce. Il rischio è di creare un circolo vizioso in cui la paura aumenta, la fiducia si riduce e la relazione diventa sempre più tesa.
Tuttavia, è altrettanto comprensibile che lei si senta ferita o non valorizzata da certi atteggiamenti del marito. Vedere il partner guardare altre donne o intrattenersi in chat che oggettivano il corpo femminile può toccare corde molto profonde legate all’autostima, al desiderio di sentirsi scelta, desiderata e rispettata.
In questi casi, un percorso psicologico può essere di grande aiuto per comprendere l’origine di questa gelosia, lavorare sul senso di sé, e trovare modalità più equilibrate di gestione delle emozioni e della comunicazione nella coppia. Non si tratta di “dare ragione” o “torto” a qualcuno, ma di ritrovare un benessere personale che le permetta di scegliere con lucidità come vivere la sua relazione, senza farsi guidare dalla paura.
Le consiglio caldamente di rivolgersi a uno specialista, che possa accompagnarla passo dopo passo in questo percorso di consapevolezza e ricostruzione della fiducia — in sé stessa e nell’altro.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa – Psicoterapeuta – Sessuologa
Cara signora,
leggendo la sua domanda percepisco l'ansia con cui sta vivendo la relazione con suo marito e l'angoscia della possibilità di essere tradita.
Sicuramente dedicarsi un tempo di cura per sé e di approfondimento di questo vissuto in una terapia può far calare l'ansia e può aiutarla a decidere con maggior serenità e consapevolezza cosa desidera per il suo futuro, valutando bene ogni possibile scelta, non mossa o meno invasa dalla paura.
Le auguro il meglio!
Dott. Domenico Samele
leggendo la sua domanda percepisco l'ansia con cui sta vivendo la relazione con suo marito e l'angoscia della possibilità di essere tradita.
Sicuramente dedicarsi un tempo di cura per sé e di approfondimento di questo vissuto in una terapia può far calare l'ansia e può aiutarla a decidere con maggior serenità e consapevolezza cosa desidera per il suo futuro, valutando bene ogni possibile scelta, non mossa o meno invasa dalla paura.
Le auguro il meglio!
Dott. Domenico Samele
Buonasera,
la sua sofferenza traspare con grande chiarezza e desidero innanzitutto validare quanto sia difficile per lei attraversare questo momento. È importante riconoscere il coraggio che ha avuto nel cercare aiuto e aprirsi, perché è già un primo passo verso una possibile soluzione.
La gelosia, specie quando assume un carattere intenso e “iper-controllante”, non è mai solo una questione superficiale: spesso nasce da emozioni profonde come la paura di perder l’altro, la paura di non essere abbastanza o di non essere degni d’amore, o ancora da insicurezze personali che in certi momenti possono venire amplificate. È comprensibile che, di fronte a comportamenti del partner percepiti come minacciosi o ambigui, si attivino ansia e reazioni di controllo, nel tentativo di proteggersi dalla sofferenza del possibile abbandono.
Tuttavia, come lei stessa nota, queste dinamiche rischiano di generare un circolo vizioso: più cerca di controllare, più sente crescere ansia e insicurezza, fino a mettere in crisi la relazione e il suo benessere personale. Anche privare il partner delle sue libertà raramente aiuta a risolvere alla radice la paura o l’insicurezza: spesso anzi, acuisce la distanza e il malessere reciproci.
Ciò che descrive racconta di quanto la situazione stia diventando “insostenibile” anche per lei e non solo per il partner. Questi segnali — ansia costante, timore di non valere, pensieri ossessivi, restrizioni così rigide — meritano una cura e un’attenzione adeguata: la psicoterapia può essere uno spazio dove affrontare e comprendere più a fondo le origini di queste emozioni, lavorare sull’autostima, sulle paure e sulle modalità relazionali che si sono consolidate nel tempo.
Buona serata, Valentina Annesi
la sua sofferenza traspare con grande chiarezza e desidero innanzitutto validare quanto sia difficile per lei attraversare questo momento. È importante riconoscere il coraggio che ha avuto nel cercare aiuto e aprirsi, perché è già un primo passo verso una possibile soluzione.
La gelosia, specie quando assume un carattere intenso e “iper-controllante”, non è mai solo una questione superficiale: spesso nasce da emozioni profonde come la paura di perder l’altro, la paura di non essere abbastanza o di non essere degni d’amore, o ancora da insicurezze personali che in certi momenti possono venire amplificate. È comprensibile che, di fronte a comportamenti del partner percepiti come minacciosi o ambigui, si attivino ansia e reazioni di controllo, nel tentativo di proteggersi dalla sofferenza del possibile abbandono.
Tuttavia, come lei stessa nota, queste dinamiche rischiano di generare un circolo vizioso: più cerca di controllare, più sente crescere ansia e insicurezza, fino a mettere in crisi la relazione e il suo benessere personale. Anche privare il partner delle sue libertà raramente aiuta a risolvere alla radice la paura o l’insicurezza: spesso anzi, acuisce la distanza e il malessere reciproci.
Ciò che descrive racconta di quanto la situazione stia diventando “insostenibile” anche per lei e non solo per il partner. Questi segnali — ansia costante, timore di non valere, pensieri ossessivi, restrizioni così rigide — meritano una cura e un’attenzione adeguata: la psicoterapia può essere uno spazio dove affrontare e comprendere più a fondo le origini di queste emozioni, lavorare sull’autostima, sulle paure e sulle modalità relazionali che si sono consolidate nel tempo.
Buona serata, Valentina Annesi
Salve.
leggendo il suo resoconto percepisco il suo forte disagio dovuto a questi suoi pensieri. la sua gelosia, se da una parte la fa sentire apparentemente più sicura, alimenta progressivamente un dubbio sempre più radicato sulla fedeltà di suo marito.
E' una condizione emotivamente invalidante perchè avere un pensiero costante, direi un'ossessione, rende la vita molto disagevole.
certamente sarebbe opportuno per lei farsi aiutare da un professionista e accompagnare nella ricerca dei suoi bisogni attuali e indagare più a fondo della necessità da parte sua di questa forma ipercontrollo.
potrebbero esserci ansie e disagi meno evidenti che potrebbero prendere la forma di questa modalità ossessiva.
Nel caso volesse approfondire sono disponibile ad ascoltarla per trovare accompagnarla in questa scoperta.
puo trovare i miei riferimenti sul sito.
cordialmente
Carlo Benendetti Michelangeli
leggendo il suo resoconto percepisco il suo forte disagio dovuto a questi suoi pensieri. la sua gelosia, se da una parte la fa sentire apparentemente più sicura, alimenta progressivamente un dubbio sempre più radicato sulla fedeltà di suo marito.
E' una condizione emotivamente invalidante perchè avere un pensiero costante, direi un'ossessione, rende la vita molto disagevole.
certamente sarebbe opportuno per lei farsi aiutare da un professionista e accompagnare nella ricerca dei suoi bisogni attuali e indagare più a fondo della necessità da parte sua di questa forma ipercontrollo.
potrebbero esserci ansie e disagi meno evidenti che potrebbero prendere la forma di questa modalità ossessiva.
Nel caso volesse approfondire sono disponibile ad ascoltarla per trovare accompagnarla in questa scoperta.
puo trovare i miei riferimenti sul sito.
cordialmente
Carlo Benendetti Michelangeli
Buongiorno gentile Signora, c'è stato forse un episodio più significativo di altri che magari ha condizionato questo suo convincimento? Per quanto riguarda l'atteggiamento di suo marito, è cambiato negli ultimi tempi, oppure è cambiato il suo livello di attenzione verso un atteggiamento che probabilmente lui ha sempre tenuto? Bisognerebbe indagare bene, visto lo stato d'ansia acuto di quest'ultimo periodo per non rischiare di rovinare ciò che ci circonda
Buongiorno, per lei sarebbe utile iniziare un percorso di psicoterapia per capire le origini del suo malessere. Sicuramente non è sano privare l'altra persona di tutto per la paura che la possa tradire, in un rapporto di coppia ci deve essere fiducia e dialogo. Provi a contattare qualcuno che la possa aiutare in questo momento particolare della sua vita.
L'ansia, la diffidenza, la gelosia e la sfiducia sono indicatori di una crisi nella relazione di coppia. Un percorso di terapia relazionale può essere senz'altro utile per capire meglio l'orige di questi sentimenti e migliorare le strategie di comunicazione ed espressione delle emozioni e rilanciare la relazione.
Un caro saluto
Un caro saluto
Gentile utente,
certamente la sua situazione è molto stressante per lei, che sente di dover stare costantemente in allerta, e per suo marito che come dice si priva di alcune cose per dimostrarle i suoi sentimenti.
Sarebbe importante capire quando questa gelosia è iniziata, siccome sembra che ci fosse un prima in cui non viveva le cose in questo modo. Inoltre aggiunge che avrebbe desiderio di tornare nella sua città natale. Questi elementi potrebbero essere approfonditi con un/a professionista che possa accompagnarla a comprendere meglio ciò che sta attraversando.
Un caro saluto
certamente la sua situazione è molto stressante per lei, che sente di dover stare costantemente in allerta, e per suo marito che come dice si priva di alcune cose per dimostrarle i suoi sentimenti.
Sarebbe importante capire quando questa gelosia è iniziata, siccome sembra che ci fosse un prima in cui non viveva le cose in questo modo. Inoltre aggiunge che avrebbe desiderio di tornare nella sua città natale. Questi elementi potrebbero essere approfonditi con un/a professionista che possa accompagnarla a comprendere meglio ciò che sta attraversando.
Un caro saluto
Gentile Utente, Lei sta esercitando un controllo su suo marito ma la domanda è che cosa c'è dietro questo controllo? Quale emozione si cela dietro queste reazioni? Nonostante le rassicurazioni non riesce ad essere tranquilla, che cosa le succede? Dal suo post emerge una gelosia controllante che La porterà a discutere continuamente con suo marito (sta limitando la sua libertà e questo NON è Amore). Cerchi di capire che cosa Le succede quando interpreta lo sguardo di suo marito (guarda un'altra donna e, quindi, mi tradisce). L'idea di dover "tornare a casa" La spaventa? Che cosa sente al pensiero di dover tornare nella sua città di origine? Grazie.
Gentile utente, quello che descrivi potrebbe essere letto come un vissuto di gelosia patologica, cioè una forma di gelosia che va oltre la normale preoccupazione di perdere una persona amata e diventa un pensiero intrusivo, costante e incontrollabile, che produce ansia, sospetto e bisogno di controllo.
La tua gelosia sembra essere esplosa in un contesto in cui alcune insicurezze personali sono state riattivate: il tuo sentirti “non abbastanza”, la paura di non essere più desiderata, forse anche il cambiamento del corpo o della relazione dopo tanti anni insieme. In queste situazioni, la mente cerca di ridurre l’angoscia controllando — il telefono, i contatti, gli spostamenti — ma in realtà, più si controlla, più cresce l’ansia e più il bisogno di controllo diventa forte. È un circolo vizioso.
Il comportamento di tuo marito — guardare altre donne, commentare in modo superficiale con gli amici — può certamente ferire e farti sentire svalutata, ma il punto centrale non è tanto ciò che fa lui, quanto ciò che accade dentro di te quando ti senti in pericolo o non vista. È come se si attivasse un meccanismo di allarme costante, che ti fa vivere in uno stato di allerta e ti spinge a limitare tutto ciò che potrebbe minacciare la relazione.
Di fatto, questo meccanismo difensivo di controllo non ti protegge, ma ti isola e ti consuma. Ti sta già facendo male fisicamente e psicologicamente — lo dici chiaramente quando parli del dimagrimento, dell’ansia e della perdita di serenità. È come se la paura avesse preso il comando e la relazione fosse diventata il campo di battaglia di questa paura.
Dal punto di vista clinico, questo tipo di dinamica può essere collegato a:
• insicurezze profonde legate all’autostima o all’attaccamento, spesso radicate molto prima della relazione attuale;
• paure di abbandono o tradimento, che si riattivano in momenti di fragilità o cambiamento;
• distorsioni cognitive, come l’interpretazione automatica che “guardare = desiderare = tradire”;
• e talvolta anche a una condizione ansiosa o depressiva sottostante.
La buona notizia è che tutto questo si può affrontare in terapia. Una psicoterapia, soprattutto di tipo cognitivo-comportamentale o focalizzata sull’attaccamento, ti aiuterebbe a:
• comprendere da dove nasce questo bisogno di controllo;
• riconoscere e gestire l’ansia prima che diventi ingestibile;
• imparare a distinguere ciò che senti da ciò che accade realmente;
• ricostruire la fiducia in te stessa e nella relazione, se vorrai farlo.
In questo momento, non serve “decidere” se lasciarlo o restare. Serve prima di tutto capire e curare la parte di te che soffre. Solo da lì potrai vedere con più lucidità se questa relazione può proseguire o meno.
Non stai “sbagliando” perché entri in ansia — stai soffrendo. Ma privare tuo marito di libertà (come calcetto, amici, colleghi, bar) non ridurrà la tua paura: la sposterà solo su un altro terreno, fino a farti sentire ancora più sola e colpevole.
La tua frase “come posso tornare come ero prima?” è molto importante: la risposta è che puoi farlo, ma con un aiuto professionale. La gelosia non è un difetto morale, ma un segnale che c’è una ferita interiore che chiede ascolto e cura.
La tua gelosia sembra essere esplosa in un contesto in cui alcune insicurezze personali sono state riattivate: il tuo sentirti “non abbastanza”, la paura di non essere più desiderata, forse anche il cambiamento del corpo o della relazione dopo tanti anni insieme. In queste situazioni, la mente cerca di ridurre l’angoscia controllando — il telefono, i contatti, gli spostamenti — ma in realtà, più si controlla, più cresce l’ansia e più il bisogno di controllo diventa forte. È un circolo vizioso.
Il comportamento di tuo marito — guardare altre donne, commentare in modo superficiale con gli amici — può certamente ferire e farti sentire svalutata, ma il punto centrale non è tanto ciò che fa lui, quanto ciò che accade dentro di te quando ti senti in pericolo o non vista. È come se si attivasse un meccanismo di allarme costante, che ti fa vivere in uno stato di allerta e ti spinge a limitare tutto ciò che potrebbe minacciare la relazione.
Di fatto, questo meccanismo difensivo di controllo non ti protegge, ma ti isola e ti consuma. Ti sta già facendo male fisicamente e psicologicamente — lo dici chiaramente quando parli del dimagrimento, dell’ansia e della perdita di serenità. È come se la paura avesse preso il comando e la relazione fosse diventata il campo di battaglia di questa paura.
Dal punto di vista clinico, questo tipo di dinamica può essere collegato a:
• insicurezze profonde legate all’autostima o all’attaccamento, spesso radicate molto prima della relazione attuale;
• paure di abbandono o tradimento, che si riattivano in momenti di fragilità o cambiamento;
• distorsioni cognitive, come l’interpretazione automatica che “guardare = desiderare = tradire”;
• e talvolta anche a una condizione ansiosa o depressiva sottostante.
La buona notizia è che tutto questo si può affrontare in terapia. Una psicoterapia, soprattutto di tipo cognitivo-comportamentale o focalizzata sull’attaccamento, ti aiuterebbe a:
• comprendere da dove nasce questo bisogno di controllo;
• riconoscere e gestire l’ansia prima che diventi ingestibile;
• imparare a distinguere ciò che senti da ciò che accade realmente;
• ricostruire la fiducia in te stessa e nella relazione, se vorrai farlo.
In questo momento, non serve “decidere” se lasciarlo o restare. Serve prima di tutto capire e curare la parte di te che soffre. Solo da lì potrai vedere con più lucidità se questa relazione può proseguire o meno.
Non stai “sbagliando” perché entri in ansia — stai soffrendo. Ma privare tuo marito di libertà (come calcetto, amici, colleghi, bar) non ridurrà la tua paura: la sposterà solo su un altro terreno, fino a farti sentire ancora più sola e colpevole.
La tua frase “come posso tornare come ero prima?” è molto importante: la risposta è che puoi farlo, ma con un aiuto professionale. La gelosia non è un difetto morale, ma un segnale che c’è una ferita interiore che chiede ascolto e cura.
Buongiorno, capisco che sta vivendo una situazione dolorosa e faticosa: la gelosia intensa, l’ansia costante, la perdita di peso e la difficoltà a fidarsi del suo compagno sono segnali importanti che meritano attenzione. Non è “sbagliata” o “esagerata”: il suo malessere è reale e significativo. Quello che descrive suggerisce che si è creato un circolo relazionale difficile: più sente ansia e sospetto, più controlla e limita il suo partner. Questo lo porta a sentirsi sotto pressione, e conseguentemente lei percepisce segnali di pericolo, anche quando non c’è un vero tradimento. Questo ciclo alimenta la tua ansia e peggiora la relazione. La gelosia è un segnale di paura di perdita, di insicurezza nella relazione e di mancanza di fiducia nell’altro. Per questo sento il bisogno di essere rassicurata dalla presenza del suo compagno. Sarebbe molto utile esplorare il significato profondo di questi vissuti, guardando anche alla propria storia relazionale e familiare, per comprendere come influenzano la sua vita attuale. Un percorso di psicoterapia individuale può aiutarla a conoscere meglio questi sentimenti e a gestire l’ansia in modo più sereno. Se il suo compagno è disponibile, potreste valutare insieme di intraprendere una psicoterapia di coppia che vi possa aiutare a comunicare bisogni e paure in modo sicuro e ristabilire fiducia reciproca rompendo il circolo di controllo e sospetto che si è creato. Le auguro che riesca a trovare il sostegno che le permetta di ritrovare serenità, fiducia in sé stessa e nella relazione, e di affrontare questa fase con maggiore equilibrio e leggerezza.
Buonasera,
la ringrazio per aver condiviso con così tanta sincerità ciò che sta vivendo. Capisco quanto possa essere difficile trovarsi in una situazione del genere, dove la gelosia, il bisogno di controllo e il senso di insicurezza diventano un peso quotidiano, sia per lei che per la relazione.
Da quello che racconta, il disagio che sente sta influenzando profondamente il suo equilibrio emotivo, la fiducia nel partner e anche la percezione di sé. È importante sottolineare che non c’è nulla di “sbagliato” nell’avere difficoltà: può accadere a tutti, soprattutto in momenti di forte stress o cambiamento.
Credo possa esserle molto utile iniziare un percorso psicologico per comprendere meglio cosa sta succedendo dentro di lei, ritrovare uno spazio di calma e lavorare su quelle emozioni che oggi le sembrano incontrollabili.
Se lo desidera, sono disponibile anche per un primo colloquio online, senza impegno, in cui possiamo iniziare a conoscerci e capire insieme quale direzione potrebbe esserle più utile.
Mi contatti pure quando si sente pronta.
Un caro saluto,
Dott.ssa Greta Pisano
Psicologa – Psicoterapeuta
la ringrazio per aver condiviso con così tanta sincerità ciò che sta vivendo. Capisco quanto possa essere difficile trovarsi in una situazione del genere, dove la gelosia, il bisogno di controllo e il senso di insicurezza diventano un peso quotidiano, sia per lei che per la relazione.
Da quello che racconta, il disagio che sente sta influenzando profondamente il suo equilibrio emotivo, la fiducia nel partner e anche la percezione di sé. È importante sottolineare che non c’è nulla di “sbagliato” nell’avere difficoltà: può accadere a tutti, soprattutto in momenti di forte stress o cambiamento.
Credo possa esserle molto utile iniziare un percorso psicologico per comprendere meglio cosa sta succedendo dentro di lei, ritrovare uno spazio di calma e lavorare su quelle emozioni che oggi le sembrano incontrollabili.
Se lo desidera, sono disponibile anche per un primo colloquio online, senza impegno, in cui possiamo iniziare a conoscerci e capire insieme quale direzione potrebbe esserle più utile.
Mi contatti pure quando si sente pronta.
Un caro saluto,
Dott.ssa Greta Pisano
Psicologa – Psicoterapeuta
Salve, immagino quanto possa essere logorante vivere in questo costante stato di allerta e sfiducia — per lei, per suo marito e, inevitabilmente, anche per suo figlio, che assorbe il clima emotivo di casa. Da ciò che racconta non sembra esserci stato un evento concreto che giustifichi questa paura; anzi, sottolinea che gli atteggiamenti di suo marito non sono nuovi e che lui stesso le dimostra affetto e disponibilità, arrivando persino a rinunciare alla propria libertà pur di rassicurarla.
La dinamica che si è creata, però, è molto faticosa e alla lunga rischia di diventare distruttiva, perché spinge entrambi verso un progressivo allontanamento. Forse potrebbe esserle utile intraprendere un percorso terapeutico che le offra uno spazio sicuro per comprendere da dove nasce questa gelosia, cosa rappresenta per lei il fatto che suo marito guardi altre donne, cosa percepisce come ingiusto e — soprattutto — che cosa desidera davvero per sé e per la relazione.
La dinamica che si è creata, però, è molto faticosa e alla lunga rischia di diventare distruttiva, perché spinge entrambi verso un progressivo allontanamento. Forse potrebbe esserle utile intraprendere un percorso terapeutico che le offra uno spazio sicuro per comprendere da dove nasce questa gelosia, cosa rappresenta per lei il fatto che suo marito guardi altre donne, cosa percepisce come ingiusto e — soprattutto — che cosa desidera davvero per sé e per la relazione.
Buongiorno, mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo, ma la buona notizia è che ha riconosciuto di aver bisogno di aiuto e ha scelto di prendersi cura di Lei e questo è un ottimo segno, è il primo passo verso la soluzione.
Io sono a disposizione anche per incontri online, mi chiami pure oppure mi scriva su Whatsapp.
Come potrà immaginare qui è difficile aiutarLa, ma voglio provare a darLe qualche piccolo spunto di riflessione. La prima domanda che inizierei a farLe in questa sede è questa: dice che è insieme a Suo marito da 17 anni, tanti, e che ha sviluppato questa gelosia ipercontrollante da circa un anno. Prima non era gelosa? Come mai? Cosa è accaduto in quest'ultimo anno? Non mi riferisco esclusivamente a condotte di Suo marito e alla Vs relazione, ma alla Sua vita. Quali cambiamenti, se ci sono stati, ha dovuto affrontare da un anno a questa parte? Provi a pensarci.
Grazie per aver avuto fiducia in noi. Sì, certo, ha scritto nella sezione giusta... :)
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Come potrà immaginare qui è difficile aiutarLa, ma voglio provare a darLe qualche piccolo spunto di riflessione. La prima domanda che inizierei a farLe in questa sede è questa: dice che è insieme a Suo marito da 17 anni, tanti, e che ha sviluppato questa gelosia ipercontrollante da circa un anno. Prima non era gelosa? Come mai? Cosa è accaduto in quest'ultimo anno? Non mi riferisco esclusivamente a condotte di Suo marito e alla Vs relazione, ma alla Sua vita. Quali cambiamenti, se ci sono stati, ha dovuto affrontare da un anno a questa parte? Provi a pensarci.
Grazie per aver avuto fiducia in noi. Sì, certo, ha scritto nella sezione giusta... :)
Buongiorno signora, a volte nella vita capita che, in modo inspiegabile in apparenza, si modifichi il nostro atteggiamento verso i comportamenti di chi ci sta vicino e che conosciamo da sempre. Nella situazione che descrive, il comportamento di suo marito non è cambiato, ma è diverso e per lei intollerabile il suo vissuto, il valore che assegna al comportamento. Le consiglio di sottoporsi a una psicoterapia individuale, che le dia la possibilità di comprendere che cosa è cambiato in lei. dott.ssa Roberta Portelli
Buon pomeriggio, stai vivendo un periodo di grande sofferenza interiore. La tua gelosia e ansia, nate da atteggiamenti di tuo marito che ti fanno sentire insicura, ti stanno consumando fisicamente ed emotivamente. Hai iniziato a controllarlo, a limitarlo, ma questo non ti sta portando sollievo, anzi ti sta isolando ancora di più.
Quello che stai vivendo **non è colpa tua**, ma un segnale che dentro di te c’è un dolore profondo che merita ascolto e cura. Il tuo valore non dipende dallo sguardo di nessuno, e puoi ritrovarlo.
**La terapia, soprattutto con un approccio umanistico**, potrebbe offrirti uno spazio sicuro per capire cosa ti sta succedendo, ritrovare te stessa e fare chiarezza prima di prendere decisioni drastiche. Un primo colloquio psicologico potrebbe essere un passo importante per tornare a sentirti bene e libera dentro.
Se vuoi, posso aiutarti a orientarti nella scelta.
Quello che stai vivendo **non è colpa tua**, ma un segnale che dentro di te c’è un dolore profondo che merita ascolto e cura. Il tuo valore non dipende dallo sguardo di nessuno, e puoi ritrovarlo.
**La terapia, soprattutto con un approccio umanistico**, potrebbe offrirti uno spazio sicuro per capire cosa ti sta succedendo, ritrovare te stessa e fare chiarezza prima di prendere decisioni drastiche. Un primo colloquio psicologico potrebbe essere un passo importante per tornare a sentirti bene e libera dentro.
Se vuoi, posso aiutarti a orientarti nella scelta.
Buongiorno,
lei è portatrice di una istanza di coppia ed è in un percorso di coppia che andrebbero affrontate le problematiche qui riportate. Ne parli anche con suo marito, sarebbe una occasione di crescita per entrambi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
lei è portatrice di una istanza di coppia ed è in un percorso di coppia che andrebbero affrontate le problematiche qui riportate. Ne parli anche con suo marito, sarebbe una occasione di crescita per entrambi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Comprendo la sofferenza che prova e la sensazione che l’ansia domini la sua vita e anche la sua relazione di coppia. Le consiglio di intraprendere un percorso di terapia per approfondire la sua sofferenza e raggiungere una maggiore consapevolezza che le permetta di agire nella sua vita e nella sua relazione di coppia. In bocca al lupo!
Buonasera Signora, io le suggerirei di intraprendere, prima possibile, un percorso di psicoterapia. Provi con un professionista che pratichi Emdr. Probabilmente si dovrà andare alle origini di questo suo sentirsi "non abbastanza". Chiaramente sono solo supposizioni che non possono sostituire una valutazione psicologica, ma prendersi cura di sé è importante per evitare che la situazione peggiori. Non vedo mai utile temporeggiare di fronte al malessere.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
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